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Autore: Anonima Italiana    03/02/2019    7 recensioni
Seguito di "The first dark love story" in cui si narra la storia della nascita di Macaria, primogenita di Ade e Persefone.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Ermes, Estia, Persefone
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Macaria aveva festeggiato da pochi giorni il suo primo anno di vita quando cominciò la sua prima grande avventura: avrebbe seguito la mamma sulla Terra per sei mesi, a casa della nonna Demetra.
La decisione era stata molto difficile e non certo presa a cuor leggero: Ade e Persefone  si rendevano conto che la loro particolare situazione si sarebbe complicata con l’arrivo di un figlio, che inevitabilmente avrebbe dovuto fare a meno di uno dei due genitori per metà anno. E viceversa, ovviamente: uno die due genitori si sarebbe dovuto privare della piccola per così lungo tempo, perdendosi tanti momenti importanti. Nessuno dei due avrebbe voluto che ciò accadesse, se avesse potuto scegliere; ma dato che non si poteva era necessario trovare una soluzione.
E Ade non se la sentiva di privare una bimba così piccola della presenza della mamma. Oltretutto, per quanto lui fosse disposto a curare Macaria anche da solo, i suoi impegni come Signore Degli Inferi lo avrebbero costretto a lasciare comunque la bimba molto spesso con le ninfe o la servitù; senza contare che in questo modo, Macaria avrebbe avuto l’opportunità di conoscere anche il mondo di sopra con tutte le sue bellezze , e Ade non se la sentiva di negare a sua figlia questa possibilità . Come aveva detto Estia, sua figlia sarebbe appartenuta a due mondi, era quindi giusto che li conoscesse entrambi sapendo adattarvisi fin dalla più tenera età.

E così, pochi giorno dopo aver spento la prima candelina con mamma e papà, Macaria si preparò (o meglio, fu preparata dalla mamma) per il suo primo viaggio.
Ade accompagnò le sue donne fin sulla soglia dell’Averno, dove le aspettava Ermes, tenendo in braccio Macaria per ritardare il più possibile il momento del distacco: aveva sofferto anche della partenza di Persefone, ma stavolta il dispiacere era doppio.  Teneva stretta la piccola che, appoggiata alla sua spalla, tentava di tirare i capelli del padre, e pensava che ogni anno sarebbe stato così: sarebbe stato difficile dire a Macaria “Tanti auguri a te!” a ogni compleanno e poi vederla andare via da sé, un po’ di più ogni anno. Sarebbe stato difficile lasciarla al mondo e tenere un pezzetto per sé. Ma ce l’avrebbero fatta. E lei, assieme alla mamma, sarebbe sempre ritornata prima o poi, senza nemmeno far rumore, e sarebbero rimaste mentre le foglie cambiavano colore e l’autunno odorava di caldarroste.

Arrivati sulla soglia aperta, Ade porse a malincuore la piccola a Persefone, dopo averle dato un bacio su ogni guancia; poi strinse di nuovo tra le sue forti braccia mamma e figlia in un’ultimo abbraccio, mentre Ermes distoglieva discretamente lo sguardo
Ma già Macaria fissava incuriosita la luce che proveniva dall’entrata, indicandola con il dito stupita e attirata da quel bagliore che non conosceva; stringendola tra le braccia Persefone le disse dolcemente: “Sei pronta, amore?Andiamo!!”
Insieme si incamminarono verso l’uscita, e mentre la soglia si richiudeva e negli Inferi tornavano l’scurità e il silenzio, l’ultima immagine che Ade vide furono mamma e figlia che sorridendo si voltavano un’ultima volta agitando la mano in segno di saluto verso di lui.
Avrebbe portato quell’immagine nel cuore per sei lunghi mesi.
 


Un mese dopo…

Persefone si svegliò improvvisamente sentendo il pianto di Macaria nel lettino di legno bianco che Demetra aveva fatto costruire apposta per la nipotina e collocato nella stessa stanza della mamma. La quale si alzò e prese immediatamente in braccio la sua piccola cullandola per calmarla.
Quel primo periodo era stato molto intenso per Macaria: la bimba stava scoprendo letteralmente un mondo totalmente nuovo rispetto a quello cui era abituata, dove ogni cosa l’affascinava: il verde degli alberi, il colore delle foglie, la forma strana delle nuvole, lo scodinzolo dei cani, il succo delle mele, il rosso delle fragole, un’aranciata fresca, il miele e la farina, lo splendore delle stelle…quando riusciva a vederle, visto che a sera crollava sfinita dopo una giornata di scoperte.
La nonna Demetra, deliziata dalla piccina, la portava quasi ovunque mostrandola con orgoglio: anzi, dimentica della somiglianza con il padre, riteneva che fosse proprio identica a lei, Demetra. Quando sentiva questa affermazione Persefone ridacchiava tra sé, pensando che era una vera fortuna che Ade non fosse lìa sentire le uscite della suocera, altrimenti chissà che avrebbe detto!

Ma tornando a quella notte,  Macaria faticava a calmarsi, era molto agitata: Persefone capì che aveva avuto un incubo. Provò a cantarle l’antica ninna nanna che anche sua madre aveva cantato a lei da bambina: “Tu che sei nata dove c’è sempre il sole/ sopra a uno scoglio che ci si può tuffare…e quel sole ce l’hai dentro il cuore, sole di primavera…” ma niente, neanche questo funzionava. 
All’improvviso la Dea della primavera percepì una voce profonda che canticchiava a Macaria: “Chiudi gli occhi, non aver paura; il mostro è sparito, è in fuga e papà è qui con te…”
Quasi istantaneamente la piccola si acquietò chiudendo gli occhi serena e riaddormentandosi poco dopo. La mamma la rimise nel lettino e ritornò essa stessa al suo.

“Come sono andato, mia Regina?”

“Favoloso…"

“Allora sono un bravo papà, che ne dici?”

Persefone sorrise nonostante una lacrimuccia si affacciasse ai suoi occhi. “Mi manchi, Ade”

“Non dirlo a me, amore mio. Da quando siete partite, qui tutto è tornato grigio e freddo, non vedo l’ora che facciate ritorno. Ma dobbiamo avere pazienza…”
Prima di riaddormentarsi a Persefone sembrò di sentire un’invisibile carezza sul viso….


L’estate era calda e bellissima, come sempre. Nel boschetto nelle vicinanze del lago di Pergusa, una mamma e una bambina erano sedute ai piedi di uno dei grandi alberi, mentre il sole filtrava dalle fitte fronde degli alberi. La mamma  aveva posato sulla testa della figlioletta una coroncina di fiori, e ora ne stava intrecciando un’altra più grande sotto il suo sguardo attento.

A un certo punto dal fondo del bosco comparve un’alta figura nera che avanzava lentamente verso di loro; quando la bimba se ne accorse cominciò a trillare di gioia alzandosi sulle gambette ancora insicure e tendendo le braccine verso la figura che veniva verso di loro, sorridente.
Persefone sorridendo aiutò Macaria a mettersi in piedi poi le mormorò dolcemente: “Su tesoro…vai da papà!”
Macaria partì più veloce che poteva sulle gambette traballanti, mentre Ade si fermava ad aspettarla, mettendosi in ginocchio e godendosi  i progressi di sua figlia : era già così cresciuta la sua piccola principessa, camminava già?!

Quando la piccina finalmente arrivò la sollevò fra le braccia baciandola forte sulle guance e sulla fronte; poi tenendola in braccio si rialzò e proseguì nel cammino, raggiungendo Persefone all’ombra dell’albero  dove li stava aspettando. Ade posò Macaria sulla coperta e prese tra le braccia la moglie baciandola con passione, mentre la piccola protestava rumorosamente cercando di attirare nuovamente su di sé l’attenzione tirando gli abiti di entrambi.

A quel punto Persefone porse a Macaria una coroncina di fiori appena finita, bisbigliandole qualcosa all’orecchio; la piccina la prese e cominciò a maneggiare in modo da metterla correttamente sulla testa di Ade, il quale stava pazientemente con la testa china per agevolare la figlioletta. Dopo qualche manovra, Macaria riuscì nel suo intento, e dopo essersi seduta nuovamente sulla coperta rimirò  soddisfatta il risultato assieme a Persefone che con una mano si copriva la bocca ridente, anche se il riso le si vedeva negli occhi; a questo punto Macaria felice indicò con un dito Ade dicendo:


- Bello papà!-

Il temibile signore degli Inferi ridacchiò anche lui, mentre sua moglie lo baciava su una guancia.
Non c’erano testimoni in quel momento nel folto della foresta, ma se qualcuno fosse passato di lì avrebbe visto nient’altro che quello che semplicemente erano: una famiglia.
 
 
     FINE
 
N.B: come potete notare ho inserito in quest’ultimo capitolo varie strofe di canzoni che artisti famosi hanno composto alla nascita dei loro figli. Era una cosa che avevo già in mente di fare sin dall’inizio della storia, ma non sono riuscita a trovare il modo di inserirle negli altri capitoli: ho quindi calcato la mano con la fantasia concentrando tutto in questo. Ecco le canzoni citate:

Per te, di Jovanotti, dedicata alla figlia Teresa
Celeste, di Laura Pausini, dedicata alla figlia Paola
A modo tuo, di Elisa ma scritta da Luciano Ligabue, dedicata a Emma Cecile (figlia di Elisa) e Linda (figlia di Ligabue)
Fiore di maggio, di Fabio Concato, dedicata alla figlia Carlotta
Beautiful boy, di John Lennon, dedicata al figlio Sean
 
N.B 2: l’immagine che illustra quest’ultimo capitolo è stata trovata su Deviantart  ed è stata  realizzata  da “Rocco- lotteria” ,  e si ispira chiaramente all’Ade del film Disney “Hercules” (1997). In quel film non compare Persefone, ma dato che Ade risulta uno dei cattivi più amati (e meglio caratterizzati) dei cartoon Disney, il popolo del Web si è sbizzarrito nel cercare di realizzare una degna Persefone che, eventualmente, avrebbe potuto comparire nel cartone. Questa è una delle tante e anche la mia versione preferita del personaggio; ho scelto questa immagina in particolare perché, come vedete, compare anche Baby Macaria.

 
   
 
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