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Autore: LadyHeather83    03/12/2020    4 recensioni
Marinette: divisa tra i sentimenti che prova per Adrien e quelli che stanno nascendo per Chat Noir.
ESTRATTO CAP. 1
“Non è che sei un bell’ esempio se Lady Bug ti continua a dire di no” Lo prese in giro divertita.
“Però ho avuto il coraggio di dichiararmi” La canzonò.
“Sei sicuro di averglielo chiesto veramente, cioè, non è che pensava che scherzassi? Se io avessi ricevuto svariati no da una persona che mi piace, avrei il morale a terra”
“L’importante è non darlo a vedere, prima o poi si accorgerà di me e quando verrà il giorno, staremo insieme per sempre” Disse fiero tornando accanto a lei con un solo balzo.
“E anche se riuscissi a farla innamorare di te? Cosa succederebbe? Hai pensato nel caso andasse male che ne sarebbe della vostra partnership? Se si hanno dei dissapori si rischia di non lavorare bene. Per non parlare delle vostre identità, a quel punto dovreste svelarle, non sarebbe brutto se ti accorgessi che non è la persona che credevi?”
Chat Noir sbuffò, Marinette aveva perfettamente ragione, tranne per l’ultima domanda.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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BEST FRIENDS

*

Capitolo 15 – Maschere cadute

*

Ormai Adrien non aveva più dubbi, Marinette, era la sua lady, la ragazza che ha sempre amato.

Quell’ultimo gesto gli aveva dato la conferma di una cosa, che forse, aveva sempre saputo, ma era talmente cieco da non vederlo, e troppo codardo, per chiederglielo.

Si rinchiuse dentro la sua stanza, non aveva neanche avuto voglia di cenare, aveva una morsa allo stomaco, che gli impediva di ingerire qualsiasi cosa.

“Sta bene, Adrien?” Gli aveva chiesto premurosa Natalie, notando il vassoio ancora perfettamente in ordine, come gli era stato portato.

“No, vado nella mia stanza”. Si alzò spostando con un colpo di bacino la sedia, che emise il tipico rumore stridulo.

“Adrien…se hai bisogno di parlare…sai dove trovarmi” Gli disse in tono materno, spogliandosi di quel lei, che era solito rivolgergli.

“Grazie” Le sorrise.

In Natalie vedeva molto una figura materna, e la credeva la persona adatta a restare accanto a suo padre, non solo come segretaria, o qualunque altra fosse la sua mansione, ma anche in veste di compagna per lui.

Forse, se avesse trovato una persona con cui passare il resto della sua vita, non si comporterebbe così duramente con lui, oppure non metterebbe più in primo piano il suo lavoro, dedicandosi anche ad altro, a quello che lo renderebbe veramente felice e non triste e sconsolato, come lo era stato in quegli anni in cui era mancata sua moglie.

*

Il freddo pungente di quella sera di gennaio, la stava avvolgendo, indossava solo una felpa rosa con il cappuccio in testa.

Aveva appena realizzato, di essere innamorata di una persona sola: Adrien è Chat Noir.

E lo stava aspettando, era sicura che sarebbe arrivato, che avrebbe fatto capolino nella sua terrazza.

Lui aveva capito, che lei aveva capito.

Lo aveva visto nei suoi occhi.

Anche se non voleva parlargli, si sentiva presa in giro, da una persona che amava e che credeva non le potesse mentire così.

Sospirò e si passò una mano nei capelli, volse uno sguardo fugace all’orologio da polso, ed accarezzò con il dito quel bracciale, che le aveva regalato Chat Noir a Natale; era tardi e doveva mettersi a letto, se non voleva arrivare ancora in ritardo a scuola, l’indomani.

Nonostante il suo balzò fosse leggero, sentì lo stesso l’aria spostarsi dietro di lei, era arrivato.

Un brivido le percorse la schiena.

“Sei lui?” Gli chiese dandogli le spalle, non si voltò nemmeno a salutarlo, si limitò a fargli quella domanda a bruciapelo.

“Dipende chi” Rispose.

“Te lo chiedo ancora, sei lui?” Insistette.

“Dì il suo nome, ad alta voce”.

“Sei…sei” Inspirò profondamente pensando bene a quello che stava per chiedergli “…Adrien Agreste?”.

Plagg, ritrasformami” Un bagliore verde le investì la schiena. “Voltati” Le ordinò, ma lei non ebbe il coraggio.

Poteva sentire il suo profumo, quello che le investiva le narici ogni mattina a scuola.

Le mise le mani sulle spalle e l’aiutò a girarsi.

Teneva gli occhi chiusi e umidi.

“Ti prego, non piangere” Le sussurrò abbracciandola.

“Non toccarmi” Si scostò puntando le mani sul suo petto.

Marinette, mi dispiace” Provò a dire, ma di tutta risposta ricevette un sonoro ceffone sulla guancia, facendola diventare rossa e dolorante.

Ahio”.

“Mi hai mentito per tutto questo tempo?”

Marinette…io” Cercò di giustificarsi massaggiandosi la guancia.

“Non parlare” Gli ordinò alzando un dito dritto sul suo naso “…ti pensavo diverso, invece ti sei preso gioco di me per tutto questo tempo, mi hai ferita”.

Adrien alzò le mani e scosse la testa “Non volevo, milady…io”.

“Non chiamarmi mai più così” Lo zittì. “Voglio solo sapere una cosa…perché?”.

“Perché cosa?” Fece di rimando.

“Perché ti sei comportato così, perché mi hai mentito”. Le lacrime scendevano copiose, e per quanto tentasse di ricacciarle indietro, riuscivano sempre a farsi strada prepotentemente, tra i suoi occhi.

Non voleva farsi vedere debole, non ora, non in quel momento, non davanti a lui.

Adrien le asciugò le lacrime con la mano, gli spezzava il cuore vederla così, soprattutto per causa sua, e il sapere che in tutti questi mesi, il ragazzo per cui si struggeva, per cui si disperava per un amore non corrisposto, era proprio lui, lo faceva sentire ancora più in colpa di quanto non lo fosse già.

Marinette…” Le accarezzò la guancia, e lei assecondò il movimento, appoggiando la testa sulla mano con gli occhi chiusi.

Adrien deglutì e sospirò in cerca delle parole più adatte.

“…non era mia intenzione ferirti” Le ripeté con tono calmo “…volevo solo conoscerti meglio, e capire perché quando eri in mia presenza ti comportavi in modo strano”.

“Cosa vuoi dire?”

“Si insomma, non riuscivi a fare una frase di senso compito, balbettavi, gesticolavi nervosamente…cosa che non accadeva quando vestivo i panni di Chat Noir, eri più calma, rilassata e potevamo parlare di tutto…ti sei fatta vedere più determinata quando hai tirato fuori la vera te stessa, ed ho rivisto in te la Lady Bug di cui mi ero perdutamente innamorato”.

“Perché hai continuato a venire qui, non ti era più facile dirmele di persona queste cose?”

“Mi è mancato il coraggio quando ho capito che provavi qualcosa per…Chat Noir”.

“Eri sempre te”.

Adrien increspò un labbro in segno di dissenso “Si, ma tu questo non lo potevi sapere, mi avresti rifiutato, e non lo avrei potuto accettare”.

“Quindi hai preferito prendermi in giro” Si arrabbiò stringendo i pugni lungo i fianchi.

“No, ma che dici?”

“Come dovrei sentirmi secondo te, Adrien?”

“Hai ragione, e credo che l’aver assecondato il bacio che ci siamo scambiati l’altra sera, non abbia aiutato”.

Giusto, quel bacio.

“…è stato a causa di quello che non mi hai svelato la tua identità, vero?”

“Si, pensavo che ormai Lady Bug, fosse solo un ricordo, che ti fossi legato a me, anche se c’eravamo detti addio”.

“Ho sbagliato, lo ammetto, ma…”

“…non voglio sentire una parola in più. Vattene”. Marinette si voltò, non aveva più intenzione di ascoltare ancora quello che aveva da dire, voleva stare da sola.

“Come vuoi” Balzò sul tetto “…e comunque ho risposto al bacio solo perché ho sentito che eri tu. Sono felice di non essermi sbagliato”. Detto questo sparì.

*

Marinette arrivò in ritardo di proposito a scuola, quando ormai la campanella era già suonata, per solo pochi secondi, era riuscita ad entrare prima della signorina Bustier.

Salutò i suoi compagni dall’altra parte della classe, e mentre saliva la scalinata, gettò un’occhiata torva, verso Adrien, che la guardò non proferendo parola.

“Ciao Marinette” La salutarono all’unisono Nino ed Alya.

“Ciao ragazzi” Il suo tono era triste e sconsolato, e con quell’umore, si accomodò al suo posto, accanto la sua migliore amica, che non poté far altro che notare la sua espressione.

“Perché non hai risposto ai miei messaggi, ieri sera?” Le sussurrò.

“Non ero dell’umore adatto, scusami”.

“Me ne vuoi parlare?”

La corvina scosse la testa “Non ora”.

Alya fece un cennò con il capo ed increspò le labbra, la sua curiosità la stava uccidendo interiormente, anche perché sembrava che tra Adrien e Marinette, fosse successo qualcosa, non lo aveva degnato di un saluto e il giorno prima, erano usciti dal locale senza guardarsi, fingendo indifferenza.

*

La corvina uscì dalla classe qualche minuto prima dell’intervallo, con l’intento di nascondersi da Alya, e le sue domande indiscrete, ma forse quelle sarebbero stato il male minore, lei voleva evitare a tutti i costi Adrien, il quale sicuramente sarebbe ripartito alla carica, dopo il fatto della sera prima.

Si era nascosta in biblioteca e bloccato le porte, nel caso in cui, uno dei due gli fosse venuta l’idea di cercarla lì.

Sentì la maniglia della porta andare giù più volte e poi un casco biondo allontanarsi e dire “E’ chiusa, non è nemmeno qui”, verso una capigliatura castana e una con in testa un cappello.

“Non puoi nasconderti per sempre” Tikki uscì dalla sua borsetta, volteggiando sul suo viso.

“Lo so, ma non mi va di parlare con nessuno”. Si portò le ginocchia al petto e le strinse forte.

“Nemmeno con me?” Chiese curiosa la kwami.

“Tu si” Le rivolse un sorriso accennato.

Marinette…dimmi la verità, cosa provi per Adrien?”

“Lo amo” Le rispose senza pensarci due volte.

“E allora va da lui, ho visto come ti guardava ieri, era dispiaciuto.”

“Mi ha ferita” Immerse la testa nelle gambe per nasconderla.

“A tutti capita di sbagliare”.

“Ma non si gioca con i sentimenti”.

Tikki sospirò “Te lo ha detto perché lo ha fatto, mettiti nei suoi panni…cosa avresti fatto al suo posto?”.

Marinette non rispose, la campanella aveva appena suonato, doveva tornare in classe.

Lo fece, ripensando all’ultima domanda di Tikki.

“Dov’eri finita?” Le chiese Alya gesticolando con le mani.

“Fuori, perché?”.

“Non mentirmi, Marinette. Ti abbiamo cercato dappertutto”.

 

Finalmente quella giornata era giunta al termine, sotto gli occhi inquisitori di Alya e sotto quelli da cane bastonato di Adrien.

Si sentiva soffocare e doveva presto uscire di lì, per prendere una boccata d’aria fresca.

Il ciarlare nei corridoi la opprimeva e la testa le stava iniziando a girare.

Senza farlo apposta, diede una gomitata a Chloè che la rimproverò subito con aria spocchiosa “Ma che modi”, lei non rispose, voleva solo andarsene a casa, e chiudersi in camera sua fino a domani.

Adrien l’aveva persa di vista, così uscì di corsa dallo spogliatoio, mettendo la cartella sulla solita spalla.

Zigzagò velocemente tra i ragazzi che stavano uscendo dalla scuola “Permesso, scusate” Ripeteva mentre li spostava ad uno ad uno.

Poi la vide mentre scendeva le scale dell’ingresso principale.

La bloccò per un polso quando ormai arrivarono giù, e l’orda di studenti gli passavano accanto.

“Che vuoi?” Chiese acida divincolandosi da quella morsa.

“Solo parlare”.

“Ti ho già detto tutto quello che dovevo dirti”. Continuò “…lasciami, altrimenti perdo la metro”.

“Ti accompagno a casa io, non è un problema”. Disse spicciolo.

“Sentiamo…cosa avresti ancora da aggiungere” Incrociò le braccia al petto spazientita.

Adrien si grattò il capo “Mi dispiace”.

“Questo me l’ho già sentito” Lo interruppe girando i tacchi, non voleva ascoltare altro.

“Aspetta, non te ne andare”. La fermò di nuovo.

“La tua guardia del corpo ti sta aspettando” Gli disse facendogli notare il gorilla fuori dall’auto che lo guardava e sperava che a causa di quel ritardo, non venisse licenziato dal suo datore di lavoro.

“Aspetterà…” Fece spallucce “…tu sei più importante”.

Marinette rilassò i muscoli, ed addolcì i tratti del viso, da quanto aveva atteso quelle parole.

Nel frattempo Alya e Nino, si erano nascosti dietro un albero che contornava la scalinata, un po' più lontani dai due ragazzi, ma da dove si poteva godere una visuale perfetta.

“Che state facendo?” Gli chiesero curiosi Alix e Max.

I due non risposero, ma li presero entrambi per un braccio, nascondendoli dai piccioncini.

“Guarda” Le disse infine Alya, facendo cenno con il mento.

Si unirono a loro anche Kim, Mylene, Ivan, Rose e Juleka, tutti curiosi di vedere se per Adrien e Marinette, ci sarebbe stato il lieto fine, che tutti speravano.

“Che sia la volta buona?” Chiese Alix mentre si arrampicava sulle spalle di Kim per vedere meglio la scena.

Shh…fate silenzio” Li zittì Mylene.

“Oh come sono carini” Esclamò Rose portandosi le mani sulle gote arrossate.

“La volete piantare? Si accorgeranno di noi” Li canzonò Alya, pronta con il suo immancabile cellulare, in prima fila, e pronta a riprendere la scena.

Non potevano sentire cosa dicevano, anche perché il rumore dei clacson e dei rombi dei motori, li sovrastava, ma potevano benissimo vedere.

Marinette…non può andare così” Continuò Adrien, determinato a riconquistare la sua amata lady.

“Mi spiace, Adrien, non posso fare finta di nulla, per quanto possa in cuor mio amarti, quello che mi hai fatto, mi ha ferita profondamente”.

“Lo so, e non so come rimediare, se non dimostrandoti quanto io ami te”.

Alla corvina mancò un battito, e un brivido le percorse la spina dorsale, era la prima volta che il biondo, le aveva detto di amarla, la prima volta come Adrien, e non come Chat Noir.

Era stato diverso, faceva un altro effetto, una stretta al cuore.

“Dammi una possibilità, ti prego” La supplicò con occhi che non mentivano e facevano trasparire tutta la sua sincerità e tutto il suo dispiacere nell’averla delusa.

Marinette appoggiò le sue labbra alle sue, cogliendolo di sorpresa, era pronto a ricevere un no, uno schiaffo, o qualsiasi altra umiliazione, ma non quel bacio.

Il loro primo e vero bacio.

*

FINE

(prima parte)

*

Nota dell’autrice: ciao a tutti, innanzitutto volevo ringraziare chi è arrivato a leggere fino a qui, commentando, inserendo la storia tra le preferite, seguite e ricordate.

GRAZIE!!!

Come avete visto, ho messo la parola fine a questa storia, ma è solo la prima parte, la settimana prossima, pubblicherò la seconda parte, dove scopriranno la vera identità di Papillon, e poi ci sarà la terza e ultima parte, dove ritroveremo Marinette e Adrien ormai adulti, a fronteggiare una nuova minaccia.

Spero seguirete anche queste.

Intanto, se volete leggere qualcos’altro, vi ricordo che sto scrivendo Realtà Parallela, leggetela, se non lo state già facendo.

Vi mando un grosso abbraccio e bacio virtuale.

  
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