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Autore: God_Eden_Imperial    19/02/2021    0 recensioni
Sequel di "Fever"
OS scritta per @stefybluemonday
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gilbert Nightray, Leo Baskerville, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Dove vai conciata così, Lottie? Mettiti qualcosa addosso, sei indecente!”
“Sto andando da Vincent, Glen-sama. Anche io voglio fare sesso e lui è il migliore”
“Scordatelo, troia! Vincent è mio!”
“Ehi! Mi ha chiamato troia!”
“Già, grazie Noise”
“Nessuna di voi due pazze schizzate si avvicinerà a Vince. Adesso sta riposando, lasciatelo in pace!”
“Io sono il capo, posso disturbarlo quando voglio! Lottie vestiti!”
“Vincent sarà mio!”
“Noise non ricominciare e comunque io ho la precedenza!”
“Tu lo vuoi tutto per te, Nii-san
“Non potrebbe essere più vero, Lottie”
“Anche io voglio Vinceeeent”
“Sta zitta Lily!!!”
Vincent, chiuso in camera sua, sentiva il resto del gruppo discutere nel corridoio e percepì una sensazione di disagio.
Stavano litigando per lui? Proprio per lui? Forse stava sognando…un sogno piuttosto assurdo e tremendamente realistico.
“Questa è la realtà? Cioè…sta davvero succedendo tutto questo??”
Si chiese camminando avanti e indietro per la stanza, fermandosi davanti lo specchio per osservare la sua figura per intero.
Fin da quando era un bambino, tutti, a partire da Gil, gli avevano sempre ripetuto che era un bellissimo ragazzino. Crescendo la sua bellezza era aumentata visibilmente e le donne pendevano dalle sue labbra. La cosa divertente era che lui non doveva nemmeno impegnarsi perché ciò accadesse.
Gli bastava mostrare un sorriso, dire qualche parola gentile ed ecco che tutti cadevano ai suoi piedi. Forse avere due occhi di colore diverso, cosa assai rara, lo rendeva ancora più attraente e interessante.
Avvicinandosi maggiormente allo specchio, si accarezzò il viso, spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Li stava lasciando crescere di nuovo, non riusciva a portarli corti. Forse per abitudine o forse, più probabile, dato che in passato era costretto a nascondere quell’occhio rosso, i capelli lunghi erano l’unico modo affinché gli altri non vedessero.
Non ci aveva mai riflettuto prima, non più del necessario. Spostò il viso altrove, per non guardarsi oltre.
Quando era piccolo era detestato e maltrattato: un’eresia. E adesso usciva fuori che tutti lo desideravano.
“Non capirò mai il mondo…”
Sussurrò lasciandosi cadere sul letto con un sospiro, iniziando a fissare il soffitto. Le voci degli altri, che continuavano a discutere, gli arrivavano ovattate, segno che si stavano allontanando.
Magari sarebbe riuscito a riposare un po’ adesso.
Chiudendo gli occhi, si lasciò avvolgere dalla stanchezza, aspettando di cadere tra braccia di Morfeo. Non vedeva l’ora. Da quando era uscita fuori la cotta di Leo nei suoi confronti, Noise era di nuovo impazzita e lo voleva di nuovo tutto per se, a costo di ferire qualcuno.
Con Charlotte, in passato, ci era andato a letto un paio di volte, ma solo per noia, non provava nulla per lei. Certo, era una bella donna, ma non gli suscitava nessuna emozione.
C’erano giorni in cui pensava ad Ada, immagine che svaniva immediatamente. Non gli piaceva ricordarla, quindi spostava subito l’attenzione altrove.
Aveva finalmente l’amore di suo fratello. Lo aveva desiderato, agognato, da tutta la vita; gli interessava solo questo…
Quindi perché essere venuto a sapere dei sentimenti di Leo, dovrebbe cambiare qualcosa?
Forse si era preso troppa confidenza o era stato il nuovo Glen a lasciare che si avvicinasse più del necessario?
In ogni caso ormai il dado era tratto.
Di Noise e Charlotte non gli interessava, non in quel senso almeno. Voleva Gilbert, quello era l’unico pensiero certo. Doveva parlare con Leo e risolvere la situazione.
Sì, è la cosa giusta da fare.
Si disse aprendo gli occhi e scattando in piedi. Uscendo dalla stanza, si guardò attorno. Come aveva immaginato, nel corridoio non c’era più nessuno.
Si chiese dove fosse Gilbert, poi si diresse velocemente verso la biblioteca. Leo ovviamente era lì, con uno sguardo accigliato.
“E’ permesso?”
Chiese bussando un paio di volte alla porta aperta e catturando l’attenzione del ragazzino. Appena Leo lo vide, i suoi occhi si illuminarono e un sorriso apparve sulle sue labbra.
“Vincent”
Esclamò correndo da lui per abbracciarlo. Vincent si lasciò sfuggire un piccolo sorriso e gli accarezzò la testa, addolcito.
“Hai cambiato idea, giusto?”
“Veramente penso che dovremo parlare”
“Non c’è nulla di cui parlare. Io sono il tuo padrone, di conseguenza sei mio!”
Disse Leo spingendolo a terra e mettendosi su di lui.
Vincent sbarrò gli occhi, non aspettandoselo.
“Leo…seriamente…non credo che-“
“Silenzio! Non ti ho dato il permesso di parlare”
Lo zittì il nuovo Glen, chinandosi per posare le labbra sulle sue. Nella sua mente, l’immagine di Elliot rimase per pochi secondi, mentre approfondiva il contatto.
“Vincent…mi vuoi bene, vero?”
“Sì…sì, ma certo che te ne voglio”
Leo sorrise, accarezzandogli alcune ciocche di capelli e lasciandole ricadere lentamente sul tappeto.
“Allora non c’è niente da aggiungere. Ormai mi appartieni e non ti lascerò a nessuno, nemmeno al tuo adorato Gil”
Gli sussurrò a poco dalle labbra, rubandogli l’ennesimo bacio. Vincent non seppe come controbattere, non se la sentiva di allontanarlo. Leo desiderava solo affetto, non poteva negarglielo. Sapeva bene cosa significasse non avere nessuno che ti mostrasse un minimo di amore, non era quello che voleva per Leo.
Alla fine ricambiò e Leo ne fu immensamente felice. Quando si staccarono, sulle labbra del ragazzino si era formato un sorriso di vittoria e, alzando il viso in direzione della porta ancora aperta, rise beffardamente:
“Il mio Vincent ha fatto la sua scelta, mi spiace per voi”
Vincent sussultò e, scattando a sedere, con ancora Leo in braccio, si volse nella sua stessa direzione. Sbiancò quando vide, sulla soglia, Gilbert, Charlotte e Noise che li fissavano, uno più arrabbiato dell’altro.

 
   
 
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