14. It Always Rains Under
The Trees
“Away
from the eyes, Away
from the heart!”
“Non
ce la posso fare, quella maledetta ragazzina mi farà
scoppiare la testa!” Meg
camminava ansiosamente per la stanza di Elisabeth, sbraitando ed
agitando le
mani per aria. Era rossa in viso e tremava tutta. Una vera e propria
crisi
isterica. “ti rendi conto che mi tratta come se fossi
l’ultima delle sguattere?
Neanche fosse la padrona di casa!”
“Beh,
in effetti lo è…” Elisabeth aveva
sussurrato appena quelle parole, ma l’aveva
fatto con un sorriso sulle labbra sotto lo sguardo stupito di Meg.
“Non
è questo il punto, non la posso soffrire e mi chiedo come
faccia Mr Grey a
starle così vicino tutto il giorno! Ma non gli
esploderà la testa?”
“Già,
da quando è qui anche Annabelle Thomas passa tutto il suo
tempo con lei…” Meg
sussultò e guardò torva la sorella.
“Da
quando vi date del tu?” Elisabeth tremò e divenne
rossa.
“S-stavo
dicendo così, tanto lui non è qui e
poi…insomma a te che importa se lo chiamo
per nome? Persino tu dai del tu a
Mr
Grey senior!” le strizzò l’occhio e si
lasciò cadere sul letto trattenendo il
respiro, se la sarebbe bevuta?
“Hai
ragione” Elisabeth trasse un sospiro di sollievo
“in ogni caso non intendo
rimanere in questa casa un secondo di più, ho chiesto a
Michelle di far
preparare i nostri bagagli, partiremo oggi stesso!” Beth
stralunò gli occhi e
si alzò di scatto dal materasso, raggiante.
“Sei
seria?”
“Ma
certo! Mi credi così pazza da rimanere in questa casa
insieme a quell’arpia per
altre tre settimane?” Elisabeth non si trattenne
più, corse dalla sorella e le
cinse le spalle con le braccia urlando di gioia.
“Si
torna a casa! Grazie Meg, grazie, grazie!”
“Ma
che ti prende Beth? Aspetta così mi strozzi, Beth
staccati!” lei la lasciò
mentre ancora rideva, corse verso il suo baule e ci ficco dentro tutto
quello
di suo che le capitò a tiro, vestiti, calze, scarpe, nastri
e merletti in preda
ad un euforia incontrollabile.
Torniamo a casa, non
dovrò
più rivedere la sua faccia, mai più, mai
più…torniamo a casa! Si!
“Elisabeth
controllati, metti un freno alla tua gioia ma non mi sembra il caso
di…” in
quel preciso istante entrò Michelle dalla porta, rossa in
viso e con i pugni
stretti lungo i fianchi, sembrava veramente infuriata e sconvolta. I
capelli
erano stranamente sciolti e in disordine, come se se li fosse strappati
di
proposito.
“L-la
signorina mi ha fatto chiamare?” la voce le tremava e quando
chiuse la porta
alle sue spalle tirò un sospiro di sollievo.
“Veramente
no Michelle…ti avevo chiesto prima di far preparare le
nostre cose ma…cosa ti
prende?” era caduta a terra con il viso tra le mani inondato
di lacrime. Meg ed
Elisabeth si precipitarono ad aiutarla preoccupate per la sua salute.
“P-perdonate
il mio comportamento, ve ne prego ma…non ce la faccio
più..vi sembrerò una
stupida ma…scusatemi non dovrei parlare
così…scusatemi…”
“Michelle
smettila di scusarti di qualcosa che non hai fatto, allora racconta
cos’è
successo, noi siamo amiche, qui per aiutarti!” Michelle
alzò gli occhi marroni
dal pavimento e guardò le due ragazze con grandissima gioia.
“G-grazie,
vedete…prima…”
“Aspetta,
alzati dal pavimento e siediti con noi, su sono certa che non
è accogliente
come una poltrona!” Michelle stralunò gli occhi.
“G-grazie
ma non mi sembra il caso io non potrei…”
“Su,
su poche storie, siediti e prendi una tazza di te, forza senza
complimenti,
asciuga quelle lacrime e raccontaci tutto!” Meg le tese una
tazza e le riavviò
i capelli dietro le orecchie, sorridendole come se fosse sua sorella.
Elisabeth
era rimasta per terra, ai piedi di Michelle e le sorrideva a sua volta.
“G-grazie
ancora…ecco vedete poco fa stavo rassettando il salone
e,accidentalmente, ho
sentitole voci di Miss Parckley e Mr Thomas, stavano
discutendo…so che non
avrei dovuto ma ho ascoltato il loro discorso…non
giudicatemi, ma stavano
parlando di me…” Meg aggrottò la fronte
ma non la interruppe.
“La
signorina stava dicendo a Mr Thomas che voleva prendere una nuova
governante,
una più giovane e…competente! Mr Thomas non
voleva,lui era dalla mia parte, mi
ha difeso per tutto il tempo…ma sembrava completamente
offuscato dalle parole
di quella…quella…”
“Quell’arpia!”
urlò Elisabeth mentre saltava in piedi e si dirigeva verso
la porta finalmente
libera di manifestare il suo odio verso la nuova fidanzata di Thomas.
“Giuro che questa
non la passa liscia!”
“Beth,
risiediti immediatamente…scusala Michelle è molto
impulsiva!” sul volto della
governante apparve un sorriso stiracchiato. “ti prego
continua, non volevamo
interromperti! Insomma, chi ha avuto la meglio?” il sorriso
di Michelle scomparve
all’improvviso e si scurì in viso, le lacrime
affiorarono e cominciarono a
scendere copiose.
“Lei,
cioè Miss Parckley…sono spacciata, non
troverò mai più un lavoro, sono troppo
vecchia e nessuno mi prenderà più con
se…sono disperata Miss Meg, non so
proprio cosa farò!” Elisabeth le porse il suo
fazzoletto per pulirsi il viso,
poi guardò Meg, implorante.
“Meg
non potremmo…?” la sorella alzò lo
sguardo verso i bagagli della sorella.
Elisabeth rimase in silenzio, in attesa della risposta della sorella.
“In
effetti a mamma servirebbe una nuova governante, tenere a bada Lucy
è sempre
più difficile e nostra madre sta invecchiando…ti
andrebbe Michelle?”
“C-cosa?
Dite sul serio Miss, potrei?” le prese le mani tra le sue e
si inginocchiò
davanti a Meg “mi salvereste la vita, oh Miss!”
cominciò a baciarle le mani
“grazie, grazie, grazie!” Meg ed Elisabeth la
fecero alzare e le sistemarono la
gonna ridendo divertite della situazione.
“Forza,
vai a preparare le tue cose, partirai oggi stesso insieme a noi, poi
avvertirai
i tuoi padroni così sarai tu a dare le dimissioni e non
saranno loro a
cacciarti di casa! Noi chiameremo Mimì per portare di basso
i nostri bauli,
forza che fai tardi!”
“Oh
grazie, grazie ancora!” Michelle uscì ringraziando
raggiante in viso. Non
appena rimasero da sole le due sorelle si guardarono soddisfatte della
loro
opera e contente di poter salvare il destino di Michelle, in fondo era
così una
brava ragazza.
“Hai
fatto la cosa giusta Meg, mamma sarà felice di avere un
altro valido aiuto in
casa!” Meg annuì e cominciò a guardare
fuori dalla finestra, comunque triste
perché sapeva che quella partenza l’avrebbe divisa
dal suo amato.
“Ma
sei proprio convinta di voler partire mia cara?” la voce di
Philippe era
diventata supplichevole dopo che Meg gli aveva annunciato la propria
decisione.
“Mi
dispiace Philippe ma questa casa è troppo piccola per tutte
e tre, anzi…quattro.
Addio amore mio, ci rivedremo ad inizio inverno!” gli
baciò la fronte e salì sulla
carrozza aiutata da Mimì, abbagliato dalla bellezza della
giovane fidanzata del
suo padrone.
“Elisabeth,
forza sali!” le allungò la mano per intimarla a
salire vicino a lei e a
Michelle. Solo allora Elisabeth si rese conto che non avrebbe
più rivisto
Thomas, tremò e si sentì insicura.
“Arrivo,
recupero una cosa che ho lasciato nella mia
stanza…” corse di sopra con le
lacrime agli occhi, stava partendo e lui non si era nemmeno degnato di
venirla
a salutare, non che se lo aspettasse, ma almeno uno sguardo, un saluto.
Aprì la
porta della stanza e si sedette sul letto. Il
nostro primo bacio…tremò violentemente
e si prese la testa tra le mani, non
voleva piangere.
“Credevo
foste già partita Miss…” non si
stupì, era impossibile che resistesse alla
voglia di farla soffrire ancora. Era li davanti a lei, con le mani
dietro la
schiena e lo sguardo fisso sul pavimento, non le avrebbe permesse di
vedere un’
ultima volta quegli occhi così profondi. Cosa avrebbe dato
Elisabeth per
poterlo baciare di nuovo, per rimane sempre con lui. Ma
non posso, lui non mi vuole, è qui solo per poter gioire
della sua
vittoria!
“Mi
dispiace, me ne andrò subito, sono venuta per salutare
un’ultima volta questa
stanza, anzi, è ora che io me ne vada Mr Thomas!”
si alzò e, cercando di
frenare le lacrime, superò il giovane per uscire.
“Non
ve ne andate, ve ne prego…” quelle parole le
tagliarono il cuore a metà, quel
tono di voce, quella vibrazione.
“P-per
farmi prendere in giro ancora una volta? No grazie Mr Grey, me ne vado
con quel
poco di orgoglio che mi è rimasto in corpo…spero
sarete felice con Annabelle,
siete proprio una bella coppia…e ora…”
guardò Thomas diritto negli occhi e attraverso
quello sguardo gli comunicò tutta la sua tristezza, tutto il
suo dolore e tutto
l’odio che aveva provato in quei giorni interminabili,
alzò la testa in segno
di sfida e superiorità e disse con un sibilo:
“…Addio!”
La
carrozza viaggiava silenziosa. Elisabeth guardava fuori dal finestrino,
anche
lei taciturna, assorta nei suoi pensieri. Si era resa conto che quella
partenza
di certo non le avrebbe fatto dimenticare il caro Thomas, ma prima o
poi, se
non lo avesse più rivisto, pensargli non le avrebbe
più fatto così male.
Si,
lontano dagli occhi lontano dal cuore.