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Autore: Lady Lucilla    09/09/2009    0 recensioni
Questa mia storia parla della vita di due giovani innamorati che vivevano in irlanda nel 1800...una storia tormentata da un amore mai dichiarato e dei segreti mai rivelati...una storia che si perde nei meandri dell'Irlanda e tra le vie della Francia. Beth e Thomas solo due ragazi immersi in una società a loro estranea e a volte crudele.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14. It Always Rains Under The Trees

“Away from the eyes, Away from the heart!”

 

“Non ce la posso fare, quella maledetta ragazzina mi farà scoppiare la testa!” Meg camminava ansiosamente per la stanza di Elisabeth, sbraitando ed agitando le mani per aria. Era rossa in viso e tremava tutta. Una vera e propria crisi isterica. “ti rendi conto che mi tratta come se fossi l’ultima delle sguattere? Neanche fosse la padrona di casa!”

“Beh, in effetti lo è…” Elisabeth aveva sussurrato appena quelle parole, ma l’aveva fatto con un sorriso sulle labbra sotto lo sguardo stupito di Meg.

“Non è questo il punto, non la posso soffrire e mi chiedo come faccia Mr Grey a starle così vicino tutto il giorno! Ma non gli esploderà la testa?”

“Già, da quando è qui anche Annabelle Thomas passa tutto il suo tempo con lei…” Meg sussultò e guardò torva la sorella.

“Da quando vi date del tu?” Elisabeth tremò e divenne rossa.

“S-stavo dicendo così, tanto lui non è qui e poi…insomma a te che importa se lo chiamo per nome? Persino tu dai del tu a Mr Grey senior!” le strizzò l’occhio e si lasciò cadere sul letto trattenendo il respiro, se la sarebbe bevuta?

“Hai ragione” Elisabeth trasse un sospiro di sollievo “in ogni caso non intendo rimanere in questa casa un secondo di più, ho chiesto a Michelle di far preparare i nostri bagagli, partiremo oggi stesso!” Beth stralunò gli occhi e si alzò di scatto dal materasso, raggiante.

“Sei seria?”

“Ma certo! Mi credi così pazza da rimanere in questa casa insieme a quell’arpia per altre tre settimane?” Elisabeth non si trattenne più, corse dalla sorella e le cinse le spalle con le braccia urlando di gioia.

“Si torna a casa! Grazie Meg, grazie, grazie!”

“Ma che ti prende Beth? Aspetta così mi strozzi, Beth staccati!” lei la lasciò mentre ancora rideva, corse verso il suo baule e ci ficco dentro tutto quello di suo che le capitò a tiro, vestiti, calze, scarpe, nastri e merletti in preda ad un euforia incontrollabile.

Torniamo a casa, non dovrò più rivedere la sua faccia, mai più, mai più…torniamo a casa! Si!

“Elisabeth controllati, metti un freno alla tua gioia ma non mi sembra il caso di…” in quel preciso istante entrò Michelle dalla porta, rossa in viso e con i pugni stretti lungo i fianchi, sembrava veramente infuriata e sconvolta. I capelli erano stranamente sciolti e in disordine, come se se li fosse strappati di proposito.

“L-la signorina mi ha fatto chiamare?” la voce le tremava e quando chiuse la porta alle sue spalle tirò un sospiro di sollievo.

“Veramente no Michelle…ti avevo chiesto prima di far preparare le nostre cose ma…cosa ti prende?” era caduta a terra con il viso tra le mani inondato di lacrime. Meg ed Elisabeth si precipitarono ad aiutarla preoccupate per la sua salute.

“P-perdonate il mio comportamento, ve ne prego ma…non ce la faccio più..vi sembrerò una stupida ma…scusatemi non dovrei parlare così…scusatemi…”

“Michelle smettila di scusarti di qualcosa che non hai fatto, allora racconta cos’è successo, noi siamo amiche, qui per aiutarti!” Michelle alzò gli occhi marroni dal pavimento e guardò le due ragazze con grandissima gioia.

“G-grazie, vedete…prima…”

“Aspetta, alzati dal pavimento e siediti con noi, su sono certa che non è accogliente come una poltrona!” Michelle stralunò gli occhi.

“G-grazie ma non mi sembra il caso io non potrei…”

“Su, su poche storie, siediti e prendi una tazza di te, forza senza complimenti, asciuga quelle lacrime e raccontaci tutto!” Meg le tese una tazza e le riavviò i capelli dietro le orecchie, sorridendole come se fosse sua sorella. Elisabeth era rimasta per terra, ai piedi di Michelle e le sorrideva a sua volta.

“G-grazie ancora…ecco vedete poco fa stavo rassettando il salone e,accidentalmente, ho sentitole voci di Miss Parckley e Mr Thomas, stavano discutendo…so che non avrei dovuto ma ho ascoltato il loro discorso…non giudicatemi, ma stavano parlando di me…” Meg aggrottò la fronte ma non la interruppe.

“La signorina stava dicendo a Mr Thomas che voleva prendere una nuova governante, una più giovane e…competente! Mr Thomas non voleva,lui era dalla mia parte, mi ha difeso per tutto il tempo…ma sembrava completamente offuscato dalle parole di quella…quella…”

“Quell’arpia!” urlò Elisabeth mentre saltava in piedi e si dirigeva verso la porta finalmente libera di manifestare il suo odio verso la nuova fidanzata di Thomas.

 “Giuro che questa non la passa liscia!”

“Beth, risiediti immediatamente…scusala Michelle è molto impulsiva!” sul volto della governante apparve un sorriso stiracchiato. “ti prego continua, non volevamo interromperti! Insomma, chi ha avuto la meglio?” il sorriso di Michelle scomparve all’improvviso e si scurì in viso, le lacrime affiorarono e cominciarono a scendere copiose.

“Lei, cioè Miss Parckley…sono spacciata, non troverò mai più un lavoro, sono troppo vecchia e nessuno mi prenderà più con se…sono disperata Miss Meg, non so proprio cosa farò!” Elisabeth le porse il suo fazzoletto per pulirsi il viso, poi guardò Meg, implorante.

“Meg non potremmo…?” la sorella alzò lo sguardo verso i bagagli della sorella. Elisabeth rimase in silenzio, in attesa della risposta della sorella.

“In effetti a mamma servirebbe una nuova governante, tenere a bada Lucy è sempre più difficile e nostra madre sta invecchiando…ti andrebbe Michelle?”

“C-cosa? Dite sul serio Miss, potrei?” le prese le mani tra le sue e si inginocchiò davanti a Meg “mi salvereste la vita, oh Miss!” cominciò a baciarle le mani “grazie, grazie, grazie!” Meg ed Elisabeth la fecero alzare e le sistemarono la gonna ridendo divertite della situazione.

“Forza, vai a preparare le tue cose, partirai oggi stesso insieme a noi, poi avvertirai i tuoi padroni così sarai tu a dare le dimissioni e non saranno loro a cacciarti di casa! Noi chiameremo Mimì per portare di basso i nostri bauli, forza che fai tardi!”

“Oh grazie, grazie ancora!” Michelle uscì ringraziando raggiante in viso. Non appena rimasero da sole le due sorelle si guardarono soddisfatte della loro opera e contente di poter salvare il destino di Michelle, in fondo era così una brava ragazza.

“Hai fatto la cosa giusta Meg, mamma sarà felice di avere un altro valido aiuto in casa!” Meg annuì e cominciò a guardare fuori dalla finestra, comunque triste perché sapeva che quella partenza l’avrebbe divisa dal suo amato.

 

“Ma sei proprio convinta di voler partire mia cara?” la voce di Philippe era diventata supplichevole dopo che Meg gli aveva annunciato la propria decisione.

“Mi dispiace Philippe ma questa casa è troppo piccola per tutte e tre, anzi…quattro. Addio amore mio, ci rivedremo ad inizio inverno!” gli baciò la fronte e salì sulla carrozza aiutata da Mimì, abbagliato dalla bellezza della giovane fidanzata del suo padrone.

“Elisabeth, forza sali!” le allungò la mano per intimarla a salire vicino a lei e a Michelle. Solo allora Elisabeth si rese conto che non avrebbe più rivisto Thomas, tremò e si sentì insicura.

“Arrivo, recupero una cosa che ho lasciato nella mia stanza…” corse di sopra con le lacrime agli occhi, stava partendo e lui non si era nemmeno degnato di venirla a salutare, non che se lo aspettasse, ma almeno uno sguardo, un saluto. Aprì la porta della stanza e si sedette sul letto. Il nostro primo bacio…tremò violentemente e si prese la testa tra le mani, non voleva piangere.

“Credevo foste già partita Miss…” non si stupì, era impossibile che resistesse alla voglia di farla soffrire ancora. Era li davanti a lei, con le mani dietro la schiena e lo sguardo fisso sul pavimento, non le avrebbe permesse di vedere un’ ultima volta quegli occhi così profondi. Cosa avrebbe dato Elisabeth per poterlo baciare di nuovo, per rimane sempre con lui. Ma non posso, lui non mi vuole, è qui solo per poter gioire della sua vittoria!

“Mi dispiace, me ne andrò subito, sono venuta per salutare un’ultima volta questa stanza, anzi, è ora che io me ne vada Mr Thomas!” si alzò e, cercando di frenare le lacrime, superò il giovane per uscire.

“Non ve ne andate, ve ne prego…” quelle parole le tagliarono il cuore a metà, quel tono di voce, quella vibrazione.

“P-per farmi prendere in giro ancora una volta? No grazie Mr Grey, me ne vado con quel poco di orgoglio che mi è rimasto in corpo…spero sarete felice con Annabelle, siete proprio una bella coppia…e ora…” guardò Thomas diritto negli occhi e attraverso quello sguardo gli comunicò tutta la sua tristezza, tutto il suo dolore e tutto l’odio che aveva provato in quei giorni interminabili, alzò la testa in segno di sfida e superiorità e disse con un sibilo:

“…Addio!”

 

La carrozza viaggiava silenziosa. Elisabeth guardava fuori dal finestrino, anche lei taciturna, assorta nei suoi pensieri. Si era resa conto che quella partenza di certo non le avrebbe fatto dimenticare il caro Thomas, ma prima o poi, se non lo avesse più rivisto, pensargli non le avrebbe più fatto così male.

Si, lontano dagli occhi lontano dal cuore.

 

 

 

  
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