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Autore: _Cthylla_    30/01/2023    0 recensioni
|Questa breve storia è ambientata dopo la fine di The Specter Bros' 2 (che è necessario conoscere per i retroscena)|
Un vorn e mezzo dopo il fatto che ha causato la fine dell'impero Decepticon, Spectra e coloro che le sono attorno hanno deciso di concedersi un paio di giorni di vacanza in un posto tranquillo. Se sia stata una buona idea o se forse avrebbero fatto meglio a non muoversi di casa, è qualcosa tutto da stabilire.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, DJD/Decepticon Justice Division, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Generation I, Transformers: Prime
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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«Altro?»

«Sono a posto così, grazie!»

«Allora... la festeggiata della suite campanula» disse Maccadam «Ti è piaciuta la torta?»


Gli occhi azzurri e incredibilmente tondi del barista -nonché proprietario dell'intera struttura e probabile Prime sotto copertura- non risultavano per nulla inquietanti a Spectra che, come suo solito, tendeva a notare più il comportamento gentile che l'aspetto bizzarro di chi le stava davanti. Maccadam, con la sua massiccia struttura fisica giallo-arancio e dalla alt mode difficilmente comprensibile, non faceva eccezione.


«Molto! Era davvero buona e anche molto bella con tutte quelle decorazioni a forma di cyberfarfalle. È stata una sorpresa, nonostante tutto non me lo aspettavo, non me lo sarei proprio sognato! Sono stata felice».


«Molto bene» annuì il barista «Quando è pronto ti faccio portare tutto al tavolo».


«Perfetto!»


«Solo un'ultima cosa, a proposito di sogni. Di solito sono una bella cosa ma in certi casi è meglio non lasciare che essi ci portino troppo in là».


«In... che senso?»


«Sul tuo azoto gelato vuoi anche le stelline?»


«Aah... sì, sì, grazie».


Discorsi bizzarri: Tarn glielo aveva detto.

Si mise seduta al tavolo proprio pensando a lui e al resto del gruppo.
Era il periodo più lungo che avesse vissuto insieme a qualcuno che non era Spectrus e, per quanto le condizioni della devastata fazione Decepticon non lo avessero reso sempre facile per tutte le conseguenze che esse comportavano, Spectra poteva dire che fosse il migliore in assoluto.
A volte pensieri come quelli di prima tornavano ancora a farsi sentire ma succedeva sempre meno spesso, sia perché continuava a lavorarci su sia perché le persone che aveva attorno le volevano bene ed erano felici di averla nell'astronave quanto lei era felice di stare con loro. La DJD poteva avere la fama di un gruppo di serial killer legalizzati, pazzi assassini e quant'altro -e in effetti lo erano, come ben sapeva- però la definizione "famiglia" nel suo caso era azzeccata. Si sentiva al sicuro, era molto serena e, sì, spesso anche felice, abbastanza da pensare che in futuro sarebbe stata dura andare via com'era ancora nei suoi programmi.




"Te lo meriti... non per quel che fai in cucina e nemmeno per i tuoi sogni, sebbene l'ultimo ci abbia risparmiato svariati problemi".





Riusciva perfino a essere veramente utile anche se, come aveva detto Tarn, non erano quelle le ragioni per cui lui riteneva che lei meritasse del bene.


"Chissà cosa gli è tornato in mente".


Nonostante la curiosità non aveva insistito, era legittimo che ci fossero argomenti che lui non voleva affrontare -o che non volesse farlo in quel momento- anche se, dopo un vorn e mezzo di convivenza, di solito riuscivano a parlare bene uno con l'altra. Non era scontato: che lui si fosse "aperto" abbastanza in Antartide non implicava farlo anche in seguito, invece le cose erano andate in modo diverso.


Un messaggio di Dreadwing la distrasse dai suoi pensieri. Non sempre riusciva a chiamarla ma anche con una disastrosa guerra civile in corso non mancava mai di scriverle una o più volte al giorno. Spectra non avrebbe potuto giurarci ma era probabile che quei minuti fossero tutto il tempo libero che il seeker riusciva a ritagliarsi tra il caos, la guida del gruppo che aveva creato e la ricarica. Sarebbe stata molto più felice sapendolo meno a rischio ma quella era la strada che Dreadwing aveva scelto, nonché una che percorreva da molto tempo, e Spectra riteneva che sarebbe stato ingiusto da parte sua cercare di impedirgli di realizzare i suoi propositi.


«Ecco il suo ordine» annunciò il cameriere «Azoto gelato con stelline, bignè ripieni di tallio ed energon speziato al bario con biscotti secchi da intingere».


Tarn aveva detto di non avere nulla in mente ma da quando erano lì Spectra l'aveva visto ordinare sempre le ultime due cose in simili occasioni, dunque tanto valeva avvantaggiarsi. Era sicura che avrebbe apprezzato.


«E poi c'è questo enermimosa. Ecco fatto».


«Grazie... ma non ricordo di aver ordinato anche questo».


«Offerto dalla signora al bancone».


Spectra sollevò lo sguardo.


Era sicurissima di non aver mai visto in vita propria la femme che le stava sorridendo mentre la salutava con un cenno della mano non occupata da un drink, in caso contrario l'avrebbe ricordata, perché aveva tutto l'aspetto di una principessa delle sue beneamate fiabe o di una fata. Forse più la seconda: l'armatura verde chiarissimo che sembrava quasi bianco, sfumata con un verde più scuro, e i molteplici decori color oro sul suo corpo oltre alle ali ricoperte di madreperla richiamavano più quel tipo di creature.


"Mi sa che se al posto mio ci fosse stato Kaon sarebbe stato cacciato fuori davvero stavolta" pensò mentre ricambiava il saluto.


«Ciao. Posso sedermi con te?» sorrise di nuovo la sconosciuta.


Spectra annuì.


«Il mio nome è Skyfall» si presentò la femme, tendendole la mano destra «Piacere di conoscerti».


«Io mi chiamo Spectra, piacere mio. Sei molto bella!» aggiunse mentre le stringeva la mano, dicendo la prima cosa che le era passata per la testa.


Forse non sarebbe mai riuscita a togliersi di dosso quell'abitudine, in realtà non ci provava neppure.


«E tu sei adorabile. Non vorrei sbagliarmi, e a questo punto è molto difficile che mi sbagli, ma tu mi ricordi molto una persona che conoscevo... ecco qua!» esclamò dopo aver fatto scorrere brevemente dei file sul proprio datapad personale «Guarda pure. Concorderai con me che la somiglianza è impressionante».


Le ottiche azzurre di Spectra divennero ancora più grandi di quanto già fossero nell'esaminare una fotografia che ritraeva Skyfall in compagnia di...


"Mamma?"


Era una foto di Sparkleriver Specter che non rientrava tra quelle che Spectrus era riuscito a salvare e le aveva mostrato, anche se lo sfondo suggeriva che fosse stata scattata proprio in quella che era stata la dimora ancestrale di famiglia. Studiando brevemente i visi delle due donne ritratte Spectra non riusciva a notare altro che tranquillità sul volto di Skyfall, mentre dell'espressione di Sparkleriver avrebbe detto che fosse uno strano misto tra il sollievo e una vaga inquietudine... o forse era solo un po'sorpresa per qualche ragione e, se anche fosse stato così, di sicuro lo era meno di quanto fosse lei in quel momento.


«Conoscevi mia madre?»


Skyfall annuì. «Prima la frequentavo nei limiti del possibile per una nobile di Iacon e una di Vos» indicò se stessa «In seguito per una serie di vicissitudini ho avuto modo di conoscerla molto meglio portando a termine certe commissioni per lei. Mi era simpatica, è stata la seconda miglior datrice di lavoro che abbia avuto» aggiunse «Vuoi la foto? Te la invio volentieri. Credo di averne anche qualche altra».


«Sì, grazie!» sorrise Spectra, felice di quello che per lei era un ulteriore regalo di compleanno ancor più inaspettato di festa e torta.


«Mi rallegra che gli Specter a sopravvivere alla classica imbecillità di Astrum Varian Skyfire siano stati due e non uno solo».


«Astrum-»


«Starscream,
maaah» disse Skyfall, caricando il "maaah" con tutta la mal sopportazione possibile «Non era una cima neppure da piccolo, in età adulta non poteva che peggiorare e considerando già solo quel che è capitato a voi avrei dovuto fare in modo che gli alloygator lo mangiassero sul serio. Il famoso "senno di poi"».

"Io il senno di poi l'avevo avuto in forma di sogno/ricordo, ma non l'avevo capito" fu il pensiero di Spectra, pensando alla propria breve e ignara "frequentazione" col seeker in questione, ripromettendosi di chiedere più informazioni sulla faccenda degli alloygator.


«Credo che se i miei genitori avessero immaginato come sarebbe finita avrebbero a loro volta deciso di andare in una colonia lontana e basta, tenendosi fuori da tutto quanto...»


Nel corso della sua vita era stato inevitabile per Spectra pensare a una lunga serie di "E se", non ultimo quello. Perlopiù aveva evitato di condividerli, anche perché la prima e ultima volta che aveva provato a parlarne a Spectrus aveva ottenuto solo un "La tua immaginazione non può mandarci indietro nel tempo, sorellina, stare lì a fantasticare è solo un passatempo per gente stupida. Sei stupida?".


«Però non è andata così» continuò «E comunque in tutto questo ho avuto la fortuna di incontrare persone a cui voglio molto bene e che in caso contrario non avrei potuto proprio conoscere. Con questo non voglio dire che non mi importa di quel che è successo, è solo che...»


«Capisco molto bene quel che intendi, mi puoi credere. Il passato importa, a volte importa
molto ed è naturale che sia così, però man mano trovi motivi per cercare di fare la cosa giusta, ossia andare avanti» disse Skyfall «E alcune volte tra i motivi ci sono proprio certe persone che incontri. Diventano abbastanza importanti da provare a farlo anche per loro, oltre che per te».

«Sì!» esclamò Spectra, lieta di essere stata compresa in tutto e per tutto «È proprio quel che volevo dire».


«Se anche tu hai trovato persone così, tienitele strette a qualsiasi costo. Qualsiasi mossa inconsulta ti venga in mente di fare non vale quanto ciò che hai costruito con loro. Vendetta e giustizia in certi casi sono un po' la stessa cosa e nel cercare di ottenerle, con o senza successo, inizi a disinteressarti del resto» proseguì la femme «Col solo risultato di distruggere tutto e tutti quelli che hai intorno. Nessuno escluso».


«Se poi fare quest'ultima cosa inizia a piacerti e diventa la tua attività principale è anche peggio» fu il solo commento che fece Spectra dopo un lungo sorso di enermimosa.


La jetformer le diede un'occhiata. «Spectrus?»


Spectra, dopo una brevissima esitazione, annuì. «Vi conoscevate?»


«Più o meno. L'ultima volta in cui abbiamo avuto un contatto diretto non camminava ancora ed era abbastanza piccolo perché io riuscissi a prenderlo in braccio, figurati» disse Skyfall, facendo spallucce «Ma, al di là di quel video trasmesso ovunque un vorn e mezzo fa, ho avuto modo di vedere come si comportava quando era un giovane adulto. Non mi stupisce che con l'accaduto e con il tempo sia degenerato. Mi dispiace, questo deve averti reso le cose più difficili».


«Già. Ormai però non è più un problema, lui non è più online» disse Spectra «Se l'è proprio cercata, tante volte, in tanti modi e forse... no,
sicuramente, è un bene che sia andata a finire così. Anche tra me e lui le cose erano arrivate a un punto tale che non...» si interruppe «Era mio fratello, starai pensando che forse nonostante tutto non dovrei parlarne in questo modo».

«Il CNA in comune non è una garanzia di volersi bene, se dici così devi avere i tuoi motivi e non mi serve altro, tanto più avendo presente il soggetto».


Spectra sorrise. Parlare con quella femme era facile, lei era estremamente gentile e sembrava capirla proprio bene. Fare amicizia con gente nuova era ancora piacevole per lei. «Grazie».


«Di cosa? Uno o più parenti di cui avremmo fatto volentieri a meno li abbiamo tutti,
estrij nor?»

«Estrii...»


«
Estrij. Estrij nor: "è vero o non è vero?". Significa questo...» diede un'occhiata al proprio datapad «Hm. Rain ormai dovrebbe aver quasi finito con l'haloterapia».

«Rain?»


«La mia quasi cognata, "quasi" nel senso che il mio attuale compagno è il fratello di suo marito. Se le cose continuano così, e penso proprio di sì, tra qualche tempo diventeremo cognate senza "quasi"» disse Skyfall «Non avrei mai pensato che fosse possibile trovare la persona giusta non una, ma ben due volte... eppure eccomi qua. E tu?»


«Io?...»


«Nessun mech in vista? Mi sembrerebbe strano, non mentivo quando ho detto che sei adorabile».


«Io veramente-»


Un nuovo messaggio di Dreadwing fece vibrare il datapad personale di Spectra, e l'icona con la foto del seeker parve non sfuggire al tipico occhio lungo vosniano.


«Da giovane era una persona onorevole, se i vorn non l'hanno cambiato hai fatto una buona scelta. Certo, al momento dev'essere molto dura considerando la guerra civile in corso».


«Conosci
anche lui?» si stupì Spectra.

«Solo quel che serve per capire il tipo. Vedi, ormai parecchio tempo fa Dreadwing si è trovato coinvolto in quella che a un certo punto è diventata una mia faccenda personale, cosa che ci ha messi ai lati opposti del campo di battaglia. Per quel che vale ti assicuro che non ce l'avevo con lui,
puntavo a tutt'altra feccia della quale sono stata a tanto così da distruggere la Scintilla. Purtroppo per tutti ho fallito sia in quell'occasione sia nella precedente».

In quelle ultime frasi non si poteva riscontrare un grammo della gentilezza mostrata fino ad allora, già solo per il tono che aveva utilizzato oltre alle parole. La cosa sulle prime sorprese Spectra, ma ricordando quel che lei stessa si era trovata a dover dire riguardo il proprio fratello concluse che anche Skyfall dovesse avere i propri motivi.

L'accostamento a una fata era sempre più azzeccato: se c'era qualcosa che risultava molto chiaro nelle fiabe era che anche le fate buone potevano diventare terribili nel caso in cui avessero subìto quello che consideravano un grave torto.

«Ma ormai ho altre priorità» tagliò corto la femme «E in ogni caso è di te e Dreadwing che si parlava. Come vi siete conosciuti voi due?»


«Io e Spectrus facemmo un atterraggio di fortuna su un pianeta chiamato Terra. Finimmo divisi e io fui soccorsa e portata nella Nemesis, Dreadwing era lì. Inizialmente eravamo solo amici e io non lo vedevo in quel modo per via di... varie ragioni. Poi le cose sono cambiate. Lord Megatron però è morto, e c'è tutto questo disastro e... insomma diciamo che anche con lui è tutto da costruire, ecco».


«Io percepisco una storia incredibile dietro tutto questo e ora la devo sapere, caso chiuso. Due piatti di chips di rame e un altro drink, grazie!» esclamò Skyfall, rivolta al cameriere, per poi tornare a dare tutta la propria attenzione a Spectra «Ora che ci penso, se sei finita nella Nemesis significa che ti sei trovata faccia a faccia anche con quello
sdramajkar del mio conterraneo. Ti prego, dimmi che l'hai pugnalato mentre dormiva».

«In realtà era sveglio...»


L'altra femme rispose con una risata particolarmente sentita. «Bravissima, mi piace assai e questa è un'altra cosa che dovrai raccontarmi».


«Prima però vorrei sentire la storia degli alloygator...»


«Degli alloy- oh, sì, quella. Tre cose fondamentali: la prima, ossia che io e lui ci siamo conosciuti prima di iniziare a camminare. Pensa che fortuna» disse Skyfall, con evidente ironia «La seconda: Starscream è particolarmente sadico con chi gli sembra essere più debole di lui e striscia come un verme del mare di ruggine con chi invece è più forte. Se lo conosci lo sai già».


Spectra, memore dell'atteggiamento di Starscream ogni volta che si era trovato in potenziale pericolo, annuì.


«La terza: nella Cittadella di Vos la regola che valeva per tutti era "se non ti sai difendere da solo non ti aspettare che lo faccia qualcun altro e se fallisci nell'intento la colpa è tua"» aggiunse Skyfall, concludendo così la sua premessa «Allora-»


«Allontanati
subito».

Tarn era arrivato a farle compagnia, ma tutta la tranquillità di pochi minuti prima era scomparsa in favore di un ordine palesemente
NON rivolto a lei -già solo per il tono, anche nel suo caso- e uno sguardo omicida diretto proprio alla femme vosniana, la quale lo stava ricambiando con un'espressione di odio puro dipinta sul bel volto pallido.




"Per quel che vale ti assicuro che non ce l'avevo con lui, puntavo a tutt'altra feccia della quale sono stata a tanto così da distruggere la Scintilla. Purtroppo per tutti ho fallito sia in quell'occasione sia nella precedente".




"Non stava parlando di Tarn, vero?" pensò Spectra, facendo saettare lo sguardo da uno all'altra "... vero?"


«
Bsjreikar!» ringhiò Skyfall «Non ci credo, parlo della feccia e spunta l'erjapta».

Speranza vana, la risposta a quella domanda (retorica) era chiara. Era palese che Skyfall si fosse riferita proprio a lui, com'era palese il fatto che con o senza Maccadam in giro le altre persone non avessero voglia di stare nella stessa stanza con un Tarn poco tranquillo, tant'era che avevano abbandonato la sala ed erano rimasti lì solo loro tre e il barista stesso -occupato ad asciugare dei bicchieri con tutta la calma del mondo.


«Spectra, vai».


Era un ordine, dato con maggior gentilezza ma comunque un ordine, e se i trascorsi erano quelli che sembravano Spectra poteva capire perché pur essendo in un posto sicuro preferiva che lei si allontanasse.


Skyfall però non sembrava dell'idea di lasciare che succedesse, tanto da mettersi davanti a lei come a volerla proteggere: se lo stesse facendo davvero per lei o si sentisse spinta a farlo solo perché c'era Tarn di mezzo, a Spectra non era dato sapere.


«Lei va dove vuole andare» affermò la femme «Torna a piangere Megatron nel buco da dove sei strisciato fuori e lasciala in pace».


«Io sono venuta qui con lui e gli altri» intervenne Spectra, temendo che l'allusione a Megatron facesse dimenticare a Tarn la politica del "Niente massacri nel mio locale", mentre raggiungeva il mech passando dall'altro lato del tavolo «Vivo con loro, sono con loro per mia volontà, non c'è bisogno di litigare per questo motivo. Ora vado» aggiunse, rivolta a Tarn.


«Per "tua" volontà?» Skyfall, distogliendo brevemente lo sguardo da Tarn, scosse la testa «Se ti è stato vicino mentre per un qualsiasi motivo eri incosciente è praticamente certo che la "tua" volontà sia frutto della mnemosurgery».


Le luci all'interno della stanza esplosero tutte insieme.


«Andranno sul conto di entrambi» fu il commento di Maccadam.


Spectra avrebbe preferito andarsene con lui, soprattutto dopo quello, ma il "vai" non lasciava dubbi sul fatto che non sarebbe successo e l'unica cosa che poteva fare a quel punto era allontanarsi.


«Ehi».


Non prima che Skyfall le avesse messo in mano il cibo che c'era sul tavolo, chips incluse.


Uscì dal locale, non senza voltarsi indietro un'ultima volta, e nel cercare un altro posto dove andare si imbatté in Nickel beatamente intenta a leggere riviste di gossip seduta su un divanetto.


«Non mi ero resa conto che i fanghi mi fossero mancati tanto, te li consiglio verame... che succede?» domandò la minicon, passando visibilmente dalla tranquillità alla profonda inquietudine.


«Un incontro poco piacevole, non tanto per me quanto per
lui» disse Spectra «Spero che a parte le luci non si rompa altro».

«Qualcuno nella Lista?»


«Non ricordo di aver mai visto il nome "Skyfall"-»


Nickel si coprì il viso con una mano borbottando una sfilza di cose in prioniano stretto che sarebbero potute tranquillamente sembrare una maledizione. «Di tutti quelli che potevamo beccare qui doveva essere proprio quella stronza?!»


«Tu sai cos'è successo di preciso tra loro?»


«C'è una parte della storia che conosco molto bene» confermò Nickel «Ma non sta a me dire di più. Dov'è successo?!»


«Al bar».


«Ti ha chiesto lui di andare via».


«Sì. Ho sbagliato a non insistere perché lui facesse lo stesso?»


La minicon sospirò, l'espressione era funerea. «Non hai sbagliato, in questo caso non potevi fare altro. Se mai è sorprendente che non si sia già fatto cacciare fuori cercando di staccarle la testa!... senza riuscirci, visto dove siamo».


Restava solo da sperare che il confronto tra i due non fosse né troppo lungo né troppo disastroso.













Come forse si è potuto intuire qui ho scelto la versione Cyberverse di Maccadam: un po' per gli occhi tondi inquietanti, un po' perché la sua versione cyberverse è
effettivamente uno dei Prime originari sotto copertura e dunque, con somma gioia (?) di Tarn e Skyfall, di scannarsi non ne ne parla proprio 😂
Forse qualcuno non ricorda il significato di certe parole/espressioni vosniane (i cui crediti vanno sempre a MilesRedwing) dunque

Erjapta:
l'insulto peggiore che un vosniano possa rivolgere a un'altra persona. A seconda dell'interlocutore può essere un augurio di subire l'empurata (disonore assoluto per i vosniani ancor più che per gli altri causa rimozione delle ali) o un commento sul suo essertela meritata

"
Estrij nor?": "è vero o non è vero?"

Bsjreikar: espressione utilizzata dai vosniani nel contesto specifico in cui si trovano belli tranquilli in un qualche posto per passare una bella serata e per pura botta di sfiga vedono entrare un loro nemico che vuole ucciderli (i vosniani in questo sono come i tedeschi, hanno una parola per tutto 🤣). Il significato letterale è "In nome di tutti gli antenati maledetti della mia famiglia"

   
 
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