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Autore: _Cthylla_    30/01/2023    0 recensioni
|Questa breve storia è ambientata dopo la fine di The Specter Bros' 2 (che è necessario conoscere per i retroscena)|
Un vorn e mezzo dopo il fatto che ha causato la fine dell'impero Decepticon, Spectra e coloro che le sono attorno hanno deciso di concedersi un paio di giorni di vacanza in un posto tranquillo. Se sia stata una buona idea o se forse avrebbero fatto meglio a non muoversi di casa, è qualcosa tutto da stabilire.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, DJD/Decepticon Justice Division, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Generation I, Transformers: Prime
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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«... e così ha offerto un patto di non aggressione. Ecco com'è andata».

Nickel, seduta accanto a Tarn al tavolo che avevano riservato per il gruppo intero, stava sperimentando una lunga e veloce serie di emozioni che si intrecciavano una con l'altra dopo aver sentito raccontare dal proprio capo com'era andato lo sventuratissimo incontro tra lui e la Stronza Numero Uno -soprannome affibbiatole quando era venuta a conoscenza dei fatti di Grindcore, dovuto tanto all'essere di parte nel voler bene al suo ragazzone viola munito di doppio cannone a fusione quanto alla fatica fatta per aiutarlo a disintossicarsi.

«Un... patto di non aggressione?» ripeté la minicon «Come sarebbe?!»

«Come è» replicò Tarn con voce del tutto incolore.

In tutto il miscuglio di cose provate da Nickel in quel momento facevano da padrone l'incredulità e una certa... indignazione.
A livello razionale si rendeva conto che quella era una buona notizia da qualunque angolazione la si guardasse, ogni possibile problema in meno era ben accetto e se Tarn sembrava convinto della serietà di quella proposta pur conoscendo il soggetto -una persona molto infida che si era circondata di gente pericolosa anche per loro- doveva avere i suoi motivi; il medico della DJD però non poteva evitare di pensare cose tipo "A Grindcore gli ha fatto passare l'inferno, quel che è successo lì gli ha causato una dipendenza durata vorn e vorn, tuttora nel nostro protocollo sanitario ci sono delle procedure per tutelarsi da lei nello specifico e ora lui dovrebbe fare come se nulla fosse solo perché lei ha deciso di avere 'altre priorità'? Ma che, scherziamo?!".
Se lei era messa così, e non aveva vissuto nulla di tutto ciò ma lo aveva solo sentito raccontare tempo addietro, non poteva immaginare cosa stesse passando per la mente di Tarn.

"E vederla lì tranquilla che balla come se non ci fosse un domani non aiuta di certo!" pensò la minicon.

Finalmente, per modo di dire dato che in realtà Nickel ne avrebbe volentieri fatto a meno, aveva potuto vedere in faccia Skyfall dal momento che la vosniana era già in pista con un drink in mano quando tutti loro avevano fatto il proprio ingresso in sala.
Per fortuna il volume della musica era stato abbastanza alto da coprire l'esclamazione entusiasta e stridula di Kaon, la cui felicità per aver "Ritrovato le chiappe che aveva intravisto e tanto cercato" era durata solo il tempo che Tarn aveva impiegato per dire che quella femme senza simboli era comunque parte della fazione nemica e pertanto non andava avvicinata.

"Sta anche salendo sul tavolo?!"

Skyfall non era la prima ad averlo fatto e non era la sola, stava anche convincendo una femme alata con una lunga treccia metallica rosa a raggiungerla lì sopra -e stava avendo successo nonostante la femme in questione sembrasse non avere particolare voglia di imitarla- ma non era quello il punto, e Nickel immaginava che "il punto" -e tenerlo- fosse la ragione per cui non avevano ancora lasciato la sala e per cui Tarn aveva invitato Spectra a festeggiare come voleva, con la sola accortezza di tenersi a distanza dall' "indesiderabile".

C'erano state delle resistenze iniziali da parte di Spectra, conscia che alcuni membri del gruppo non si sarebbero divertiti altrettanto, ma poi Vos l'aveva trascinata in pista, Helex e Tess tornati dalla gita in città li avevano seguiti e le cose stavano filando lisce... eccetto per il modo in cui ballava Vos, con una serie di mosse prive di particolare senso e ancor più prive di grazia che comprendevano ripiegarsi su se stesso, scagliare all'improvviso le braccia in aria, muoversi a scatti e far penzolare le mani mentre teneva la testa sollevata a guardare il soffitto.
Quello aveva fatto sì che a un certo punto i due grossi smettessero di tentare di ballettare per iniziare a fissare perplessi il loro compagno di squadra mentre Spectra, dopo aver osservato la scena con una certa curiosità, aveva iniziato a cercare di imitarlo, raddoppiando così la perplessità degli altri due.
Le cose stavano andando avanti in quel modo da un po' ed era molto difficile stabilire chi si muovesse peggio tra lei e Vos, ma andava bene così.

«Comprendo il tuo stupore, Nickel, puoi immaginare il mio» disse Tarn «Sapevo che un giorno saremmo stati di nuovo uno davanti all'altra ma immaginavo delle circostanze diverse e un altro epilogo».

«Non fatico a crederci» si limitò a dire la minicon.

«Quanto accaduto oggi se non altro conferma la mia capacità di avvertire se è nelle vicinanze. Prima di vederla mi è tornata in mente in maniera piuttosto casuale» spiegò Tarn «L'altra volta certe cose che sono successe potevano suggerire la sua presenza, stavolta non posso imputarlo a questo. Devo imparare a fidarmi di più di sensazioni simili, anche se non so spiegarmi perché io le abbia».

"Forse perché ti è quasi arrivata alla Scintilla almeno una volta" pensò Nickel, decidendo di non parlare di quell'ipotesi che in mancanza di prove tale restava. Di certi aspetti della Scintilla si sapeva ancora ridicolmente poco.

Il Decepticon mosse il proprio drink analcolico con fare pensieroso. «Mi viene da pensare che si sia infilata in casa di Stainless proprio in cerca di protezione o per cercare di usarli come armi, salvo trovarsi con le mani legate quando ha iniziato a tenere a loro. Quale ironia della sorte».

«Chi lega chi?!» esclamò Kaon, alquanto brillo e, presumeva Nickel, di ritorno dall'ennesimo due di picche da parte dell'ennesima donna con cui ci aveva provato. Gli ordini in fin dei conti erano di non avvicinarsi a delle chiappe specifiche e di non essere così molesto da farsi cacciare fuori, non di ridurre a zero gli scambi sociali.

«Io lego te al tavolo se non ti siedi da solo e stai fermo!» esclamò Nickel «Guarda come sei messo!»

«Ho bevuto un po' ma giuro che capisco eh! Ricordo anche che l'ordine di non bere troppo è sempre valido, infatti riesco a camminare dritto» disse Kaon, addirittura sforzandosi di guardare la pista da ballo e non gli ancheggiamenti di qualcuna che non doveva guardare «... Vos balla in modo più strano di quanto parla ma Lilleth lo batte».

«È quel che succede quando cerchi di imitare i movimenti di qualcuno che, come hai detto bene, balla in modo più strano di quanto parla» disse Tarn, continuando a fissare il bicchiere «Però si sta divertendo, è tutto quel che importa».

"Quello e che stia con chiunque non sia tu, è da prima che la tieni a distanza" pensò Nickel.

All'inizio la minicon aveva pensato che fosse "solo" per il malumore dovuto al brutto incontro, stato d'animo comprensibile, ma più si andava in là meno riteneva probabile che si trattasse di quello, anche perché si comportava in quel modo solo con Spectra. Non era mai stato scortese con lei ma in quelle ore aveva sempre cercato di spingerla a fare attività di questo o quel tipo insieme a lei, a Vos o a Kaon -per quanto fosse sconcio di natura era abbastanza intelligente da evitare di provarci con le femmes del gruppo- quando invece di norma era lieto che Spectra cercasse la sua compagnia.
Nickel non sapeva di cosa si trattasse ma sperava che venisse stroncato sul nascere dato che in tutto quel tempo la compagnia in questione gli aveva solo fatto del bene, era innegabile e, Dreadwing o no, a quel punto nessuno aveva alcun dubbio sul fatto che Spectra si considerasse davvero parte della famiglia.

Proprio Spectra a quel punto si avvicinò a loro dopo aver salutato Vos, Helex e Tesarus ancora in pista. «Credo che andrò nell'idromassaggio di nuovo, il ballo di Vos mi piace però stanca abbastanza... vado da sola o qualcuno vuole uscire un po'?»

Forse Nickel poteva fare qualcosa in più che limitarsi a sperare.

«Lui!» si sbrigò a dire la minicon indicando Tarn con un cenno del capo «Prima che Kaon tornasse qui stava dicendo di avere voglia di stare fuori per un po'. Se vedo qualcosa che non mi piace le pelo l'elmo col mio bisturi prima di Maccadam, puoi stare tranquillo» lo rassicurò prima che lui potesse ribattere.

Tarn le diede una brevissima occhiata da "So benissimo cosa stai facendo", ma non era poi così dispiaciuto dal momento che non fece obiezioni e uscì dalla sala assieme a Spectra.

"Ecco. Qualunque cosa sia non c'è motivo di comportarsi in quel modo" pensò Nickel, con un breve sospiro.

Si voltò verso il proprio compagno di squadra.

«KAON!»

«Che c'è?»

«Lo so dove stai guardando!»

«Tecnicamente per guardare qualcosa devi avere le ottiche! Le mie orbite vuote sono rivolte verso un punto imprecisato, quindi non hai prove» si difese il tecnico «... che razza di sfiga però- ehi!» esclamò Kaon, interrotto da un cubetto di ghiaccio lanciatogli dalla piccola dottoressa.

«Che pazienza che ci vuole» borbottò Nickel.





***





«Tarn?»

«Dimmi».

Alla fine eccoli di nuovo lì, nelle vasche dov'erano stati immersi prima che lei decidesse di andare al bar causando senza volerlo l'incontro di due persone che non si sarebbero dovute né volute incontrare. Forse era per quello che da quando si era rifatto vivo era stato più distante del solito con lei, o comunque quello era il dubbio che era venuto a Spectra.

«Se ritieni che io abbia fatto qualcosa di sbagliato o simili sappi che mi dispiace».

«Cosa- no. No» ripeté il Decepticon voltandosi verso di lei «Non mi è venuto in mente niente del genere e ti assicuro che farti pensare una cosa simile era ben lontano da quel che volevo. Soprattutto oggi» fece una pausa «Alla fine sono stato io a rovinare l'atmosfera, mh?»

«A dire il vero credo che tu abbia cercato di fare del tuo meglio per evitarlo» replicò la femme «Solo che invece di apprezzare il tentativo ho finito per pensare che ti comportassi in modo diverso a causa mia e non solo per quel che è successo prima. Dovrei essere meno egocentrica...»

"Perché più parlo e più mi sembra che mi guardi come se avesse voglia di sotterrarsi o scivolare nella vasca fino a nascondere la testa sotto l'olio?" si chiese Spectra.

«In realtà non hai tutti i torti» disse Tarn dopo qualche secondo e con una certa fatica «È vero, mi sono comportato in modo diverso ma non ce l'ho con te. È per... certe cose che ha detto» indicò con un cenno della mano destra l'edificio dal quale erano usciti «Colpa mia per non essermele fatte scivolare addosso pur sapendo benissimo da chi vengono».

«Se bastasse sapere che qualcuno ti odia per riuscire a non dare peso a quello che dice sarebbe tutto molto più facile, ma non è così».

Ne sapeva qualcosa, la cicatrice che aveva sul petto era un promemoria sia di quello sia del fatto che, se era sopravvissuta allora, poteva affrontare qualsiasi cosa le si trovasse davanti sia adesso sia in futuro.
Sentiva di essere cresciuta in vari aspetti, inclusa quella convinzione che aveva maturato nel corso del tempo.

«Ti ha insultato di nuovo?» domandò a Tarn.

«Se dessi peso a ogni insulto ricevuto non potrei fare il lavoro che facevo e continuo a fare, Spectra. No, non è per quel che ha detto riguardo me, è per...» sospirò «Lascia stare».

«... non è per quel che ha detto sulla mnemosurgery, vero?»

Silenzio.

«Non mi è mai passato per la testa che tu possa aver fatto fare a me una cosa come quella e non inizierò a pensarlo adesso che l'ho sentito dire da qualcuno con cui ho passato neppure un quarto d'ora» continuò, poggiando una mano sull'avambraccio del Decepticon «Mi credi?»

Lui annuì.

«Se devo dirla tutta non penso che tu possa volere il male di nessuno di noi» aggiunse Spectra «Sono qui da un vorn e mezzo e ti ho visto dimostrare solo il contrario. Soprattutto all'inizio può essere stato difficile ma credo che nessuno di noi abbia avuto motivi per pensare male di te. Io so per certo che non ne ho avuti».

«Ti sono grato per questo e... anche per l'energon di prima».

«Prego?»

«Avevi ordinato del cibo anche per me ed era proprio quel che avrei preso. Oltre a non mangiare né bere nulla non ti ho nemmeno ringraziata».

Vero, aveva ordinato anche per lui. Con quel che era successo Spectra lo aveva quasi dimenticato. «Tu non me lo avevi chiesto, l'ho fatto di mia iniziativa! Non importa-»

«Importa a me. È un'altra cosa che non doveva succedere. Avrei voluto che andasse tutto liscio».

«Per quello che vale resta ancora il mio miglior compleanno. Giuro!»

Tarn fece un sospiro e scosse brevemente la testa. «Hai fin troppa pazienza».

«Ma c'è una cosa che devo dire. Qualche ora fa temevo di aver rovinato l'atmosfera e mi hai detto che non era così perché non ti dispiaceva che io mi sentissi tranquilla a parlarti anche di cose meno gradevoli, e ora è il mio turno di ricordare la stessa cosa a te. Se per qualsiasi motivo dovessi avere il dubbio che io pensi male di te e simili, o se volessi dirmi qualsiasi cosa, puoi venire da me quando vuoi. Lo sai...»

«Sì. Sì, lo so».

Spectra non poteva vedere oltre la maschera, ma dalla voce si capiva: stava sorridendo.

«Quando vuoi possiamo rientrare se vuoi ancora tenere d'occhio Skyfall» disse Spectra, riferendosi «... sembrava tanto gentile».

«Pft. Non mi stupisce che tu lo dica, di solito quando vuole proprio piacere a qualcuno ci riesce, in fin dei conti era parte del suo lavoro. Molto tempo fa era tra i diplomatici di Vos» le spiegò Tarn «E considerando che ti ha messo in mano del cibo prima di ricominciare a discutere col sottoscritto credo proprio che piacerti fosse nelle sue intenzioni».

«Mi ha anche dato il suo contatto. Se mai dovesse cercarmi le dirò che non è il caso-»

«La prima cosa che mi è venuta in mente è stata questa, ma se per te l'idea di risponderle non costituisce un problema forse lasciare che abbiate dei contatti potrebbe non essere una brutta idea. Stupita?»

«Molto» confermò Spectra, avendo sentito l'ultima cosa che si sarebbe aspettata di sentire «Perché?...»

«Sarebbe un modo per tenerla d'occhio. Immaginerebbe che tu non le stia parlando di nascosto e agirebbe di conseguenza, però sarebbe sempre qualcosa. Sembrava sincera quando ha offerto un patto di non aggressione ma con i vosniani non si sa mai».

«Ha offerto un patto?»

«Esatto. L'odio uno per l'altra resta invariato ma ormai non è la sola ad avere priorità diverse. In ogni caso no, non voglio rientrare, sto meglio qui fuori» disse Tarn «E ho fiducia che gli altri seguano i miei ordini, Kaon incluso... anche se non dubito che stia guardando con molta attenzione» alzò gli occhi al cielo «Si entusiasma per molto meno».

«Sì, in effetti-»

Spectra sentì un miscuglio di passi pesanti e passi più leggeri avvicinarsi a loro.

«La musica mi aveva stufato» sentenziò Tesarus, tirando un divano a due posti vicino a lei e Tarn «Non è il mio genere».

«Siamo ancora dell'idea di ripartire domattina?» domandò Helex, sedendosi vicino al compagno di squadra.

«Assolutamente sì» rispose Tarn «E la prossima volta passeremo il giorno libero a Messatine. Magari... Vos?»

«?»

«Direi che installare delle vasche idromassaggio nella base sia una buona idea».

L'ex scienziato annuì e si sfregò le mani. Spectra concluse che quella doveva essere un'opera di ingegneria a cui si sarebbe dato volentieri.

«Approvo!» esclamò Kaon «Approvo al cento per cento-»

«Sì ma tieni le mani fuori dall'olio» lo interruppe Nickel, ottenendo cenni d'assenso da parte dei due grossi.

"Non siamo rientrati e ci hanno raggiunti loro" pensò Spectra, con un sorriso.

La vibrazione del datapad le segnalò la presenza di un ulteriore messaggio di Dreadwing, il quale oltre a farle sapere che stava bene, a darle la buonanotte e a rinnovare gli auguri di compleanno le aveva scritto di essere felice di sapere che si era divertita.
Spectra aveva evitato di parlargli di Skyfall, non volendo rischiare di dargli preoccupazioni inutili, ripromettendosi però di farlo la prima volta che fossero riusciti a fare una videochiamata abbastanza lunga.

«Dreadwing» disse a Tarn, notando che la stava guardando.

«Immaginavo».

Era ancora il suo miglior compleanno: quella che aveva detto a Tarn non era una bugia. Non avrebbe potuto immaginare niente di meglio, nei limiti di quel che era possibile.
Come da un vorn e mezzo a quella parte, Spectra poteva dire: "Va tutto bene".












(Nota: Skyfall in realtà ha conosciuto l'attuale compagno per puro caso e l'idea di usare lui e gli altri come armi non le è proprio passata per la testa. Tarn però può fare delle ipotesi solo sulla base del poco e nulla che sa e della propria stima verso il soggetto, pari a zero per ovvi motivi!)
E anche questa breve storiella è finita. Ringrazio tutti coloro che hanno letto ❤️ alla prossima!

   
 
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