Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: peralis    12/05/2023    7 recensioni
Cosa sarebbe successo se Oscar e Andrè non fossero crescenti assieme e si fossero incontrati dopo anni?
Questa storia è nata da un idea che ho avuto ed una cosa che mi sono chiesta…loro due erano sempre destinati l’una per l’altro anche a distanza di anni?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Nanny, è pronto Andrè?… La carrozza è arrivata.”

“ O bambino mio…mi mancherai…ti prometto che ti verrò a trovare presto.” 

Disse la nonna abbottonando la giacca a un Andrè di non più di 10 anni

Il bambino era fermo che fissava sua nonna con gli occhi pieni di lacrime.

“ Perché Nonna?…Pensavo di essermi comportato bene…come mi hai sempre detto…Perché devo andarmene? 

Gli occhi della donna erano colmi di lacrime e mentre cercava una risposta a quella domanda, guardava avanti e indietro al suo padrone che le stava in piedi dietro la schiena.

“ Ragazzo”… Il Generale Jarjayes rispose in modo inequivocabile.

   “ Basta piagnucolare…la mia decisione è ferma…per il bene del mio casato tu te ne andrai” 

Andrè tirò su con il naso e si asciugò al meglio le lacrime che cercava di controllare.

Aveva alzato la testa e l’aveva vista che faceva da spettatrice dalla cima delle scale.

Cercava di trattenere lo sguardo su di lei ma dovette abbassare gli occhi quando si accorse che anche lei stava piangendo.

La grande porta di ingresso si aprì e André uscì fori ed entrò nella carrozza. Oscar corse giù per le scale e si fermò per vedere il ragazzo affacciato alla porta della carrozza che la  fissava. Lei alzò una mano per salutarlo e lui di risposta le soffiò un piccolo bacio di addio.

Lei lo prese delicatamente e sorrise. 

“ Addio Andrè… spero che un giorno… “

Chiuse gli occhi e corse in camera sua a piangere.

Il padre la seguì su per le scale e sull’’uscio della porta le intimò:

“ Smetti di piangere, un uomo non ha queste debolezze…i maschi non sono emotivi…Ti insegnerò io a diventare un vero uomo.”

La nonna di Andrè intanto li aveva seguiti e fu testimone di quelle parole dette brutalmente ad una bambina che aveva appena perso un tesoro.

Entrò nella camera e si mise a sedere di fianco a lei avvolgendola nel più tenero degli abbracci.

“ Piccola…piangi pure. Non c’è niente di male ad affezionarsi ed amare.”

 

 

Gli anni passarono e anche la malinconia si fece da parte quando Oscar fu nominata Capitano delle guardie reali e le fu dato l’importante compito di proteggere la futura Regina di Francia; il che si rivelò molto più arduo di quello che aveva immaginato.

Maria Antonietta era giovane, inesperta, costretta dalla madre in un matrimonio senza amore. Il suo nuovo sposo la ignorava e le velenose chiacchiere dei nobili a Versailles aumentavano ogni giorno.

Lei è Luigi XVI diventarono Re e Regina di Francia alla tenera età di quindici anni completamente impreparati.

Con il passare delle stagioni la sua noia l’aveva portata a circondarsi di persone

che la potessero far divertire ma che sfortunatamente non la aiutavano a mantenere suoi impegni di Regina. E poi entrò lui; bello, colto, straniero e molto abituato ad affascinare le donne che lo circondavano. 

Quel rapporto era destinato a creare insormontabili problemi per la Regina ed Oscar.

Anche Oscar aveva notato il giovane Hans Axel Di Fersen. Ovviamente non aveva idea di cosa fossero quelle strane sensazioni che sentiva nello stomaco e non capiva bene perché si ritrovava a fissarlo per attimi interminabili.

Era la sola testimone del rapporto più che amichevole che lui e la Regina tenevano nascosto dietro le porte degli appartamenti reali.

Ad un certo punto gli aveva anche parlato e pregato di allontanarsi dalla Regina.

Lui se ne andò lasciando un enorme vuoto nell’anima di Maria Antonietta e di Oscar.

Gli anni passarono e la Regina diede alla luce il delfino di Francia placando alcune delle malelingue ma altre stavano per sorgere alle sue spalle.

Il Conte era tornato ed il loro rapporto ricominciò come se non fosse mai stato interrotto.

Ma Oscar era cambiata e i suoi sentimenti erano maturati. 

Non aveva modo di parlarne mentre cresceva ma ogni tanto, quando visitava le sue sorelle, menzionava delle cose nuove che provava o di cambiamenti che il suo corpo mostrava. Ne aveva parlato con le sorelle di quella strana malinconia che provava quando pensava al Conte e di quella leggera agitazione che non capiva.

Le sorelle risposero a quelle affermazioni come oche giulive, cominciarono a ridacchiare e starnazzare e la abbracciarono forte prese dalla gioia che la loro sorella si era finalmente innamorata.

Una sera decise che si sarebbe vestita da donna ed avrebbe assistito ad un ballo dove il Conte sarebbe stato presente. 

La vecchia nonna fu più che felice di procurarle un vestito e sistemarle i capelli come una e vera dama.

Si presentò al ballo con il cuore pieno di apprensione e speranza che i suoi sentimenti fossero corrisposti.

Ma il destino si provò avverso. Il Conte le aveva detto che la vedeva come un migliore amico. Quelle parole furono come una pugnalata al ventre. Il suo sogno andò in frantumi in pochi secondi. Corse via dal Conte senza spiegazioni e si andò a nascondere nuovamente nella famigliarità della sua divisa.

La tristezza la aveva avvolta e le stava impendo di svolgere il suo dovere.

Chiese alla Regina il congedo dalla guardia e un nuovo comando…poi fuggì in Normandia.

 

 

 

 

Dopo esse stato scacciato da casa Jarjayes, Andrè andò ad abitare con lo zio Etienne Grandier che era il fratello maggiore del padre. Quando il ragazzo era arrivato a vivere con gli zii e i cugini vivevano in una modesta casa alle porte di Avignon. Li Etienne lavorava come medico e veterinario per buona parte della città.

Non erano nobili ed il più delle volte la gente lo pagava con animali, farina, frutti del raccolto ecc ecc.

Andrè era un bambino curioso ma un po’ malinconico, i suoi pensieri non erano mai lontani da Oscar che gli mancava tremendamente. Era cresciuto aiutando lo zio con gli animali e leggendo voracemente i libri di medicina che trovava in casa. Ogni tanto aiutava anche in ambulatorio. Il tempo gli aveva donato pazienza e una mente affilata e curiosa. Era cresciuto alto e bello ma soprattutto intelligente. Lo zio aveva notato le attitudini del nipote e chiedendo un favore al suo vecchio istruttore, lo aveva mandato a Parigi a studiare medicina alla  Faculte des arts de Paris nel autunno del 1776.

Era alloggiato in una piccola camera nell’attico della casa di uno dei suoi professori.

Lavorava come sguattero per pagare il suo alloggio e i pasti.

Nei due anni a Parigi aveva avuto occasione di passare molto tempo con sua nonna e pensava spesso ad Oscar e a come sarebbe stato facile rivederla. Ma la nonna lo incoraggiava a studiare e dimenticare il suo passato. Ovviamente non la poteva ascoltare, non poteva controllare i suoi sentimenti e le sue memorie e non voleva.

Lasciò la scuola con un diploma da medico che gli permetteva di continuare i suoi studi come apprendista dello zio.

Ritornò ad Avignon per un anno, poi tutta la famiglia si trasferì a Calais dove credevano di trovare una vita migliore. Aprirono un ambulatorio alle porte della città che presto diventerò molto popolare specialmente tra le donne e le ragazze che avevano saputo della presenza di un nuovo dottore, giovane, alto, muscoloso e con gli occhi così verdi da far invidia al mare. Arrivavano a tutte le ore del giorno con la scusa di piccoli tagli o malesseri inesistenti pur di vederlo e stargli vicino per almeno un attimo. Non c’era dubbio che Andrè gradisse tutte quelle avance e si era, in fatti, fatto trasportare da una di quelle giovani e per un po’ di tempo la aveva corteggiata ma il tutto finì come era cominciato, un po’ come un passatempo.

Più anni passarono e lo zio era diventato stanco e malato. Andrè aveva cominciato piano a sostituirlo come medico ed il più delle volte veniva richiesto per nome dalla gente. Aveva specialmente un bel modo di fare con i cavalli e due famiglie nobili del luogo avevano usato i suoi servizi più di una volta. Si era certamente fatto il nome nei dintorni. 

Un pomeriggio di primo autunno,  mentre la pioggia cadeva pesante e le strade diventavano sempre più fangose, una figura coperta da capo a piedi da un mantello era arrivata alla sua porta ed aveva cominciato a bussare. 

“ Fatemi entrare…è urgente”

   
 
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