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Autore: Dorabella27    10/12/2023    13 recensioni
Come mai Oscar non ha mai voluto farsi ritrarre sino alla tarda primavera, anzi, all’estate del 1789?
A parte il ritratto “d’ordinanza” nel bureau da comandante delle Guardie Reali che intravediamo nell’ep. 29 quando Oscar consegna la sua sciabola a Girodelle per l’avvicendamento al comando del reggimento, e un quadro che la raffigura e che intravediamo fuggevolmente nella camera della protagonista nelle prime puntate, non abbiamo tracce di ritratti ufficiali o solenni di Oscar.
Ecco una possibile spiegazione.
Racconto cross-over, in cui riconoscerete l’ispirazione di un grande classico della letteratura (con la speranza di non averlo troppo strapazzato), debitamente retrodatata e modificata per portare i suoi personaggi in Francia ai tempi di Oscar. Come sapete, mi piace cimentarmi sempre con qualche diversa declinazione del racconto; per cui, dopo il giallo, il racconto gotico (o pseudo-tale), il racconto natalizio a lieto fine, il giallo con protagonisti i nostri beneamati da bambini ... ecco qui un po' di mistero, con "Cortesie per l'ospite" (e che ospite!).
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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17 – Epilogo
Aprile 1781.
         Il cognac, caldo e profumato, allietava da qualche mezz’ora il pomeriggio di un giorno di licenza. Oscar stava rigirando il bicchiere fra le mani, mentre André, all’altro capo del tavolino, leggeva, con la sua bella voce calda ed espressiva, un numero della “Nouvelle Gazette de Paris”, che ancora, dopo settimane, tornava sul caso della sparizione di Lord Dorian Douglas Sholto, il misterioso e bellissimo nobiluomo inglese che, ospite della famiglia Jarjayes, pochi giorni prima della prevista presentazione ufficiale a Corte a sua Maestà Re Luigi XVI, era improvvisamente sparito.
“Molte e varie sono le voci circolate a proposito della sparizione di Lord Sholto: chi afferma di averlo visto nottetempo alla guida di un fastoso tiro a otto impennacchiato di nero, mentre conduceva con sé, lontano, per una fuga d’amore, una nobilissima, giovane e bellissima dama spagnola che viveva segregata nel suo palazzo parigino per volontà del suo avido tutore, desideroso di sposare la giovine per impadronirsi delle di lei ricchezze; chi sostiene, invece, di averlo visto, in atteggiamento meditabondo e grave, osservare le acque torbide della Senna dal Pont Neuf, e poi, deposti bastone e tricorno, giustacuore e orologio, scavalcare il parapetto e tuffarsi, certo per cercare nei flutti gelati del fiume la morte e l’oblio. Chi avversa la prima versione sostiene che, nelle sue settimane di permanenza in Francia, il giovane nobiluomo inglese non avesse frequentato se non per rari momenti la buona società parigina, né sarebbe chiara e nota l’identità della nobildonna spagnola con cui il gentiluomo d’Oltremanica sarebbe fuggito: una cosa impossibile nel bel mondo parigino, in cui le conoscenze e le amicizie sono tanto ramificate da non lasciare spazio all’ignoto. Chi, al contrario, si oppone alla seconda ipotesi, afferma, con raziocinio pari a quello dei critici della prima versione relativa alla sparizione di Lord Sholto, che i testimoni del presunto e insano gesto del nobiluomo non hanno mai palesato la loro identità, e, del resto, questa versione è assai fragile, dato che gli effetti personali di Lord Douglas Sholto non sono mai stati ritrovati. C’è chi afferma che essi siano stati rubati dall’avida canaglia che, ci duole dirlo, infesta le strade della nostra bella capitale: ma, in assenza di alcuna prova certa in materia, la questione resta velata di un fitto mistero, a tal punto che solo il Colonnello Oscar François de Jarjayes potrebbe  dirimerlo; ma, come suo solito, questa enigmatica donna, che da oltre dieci anni riveste il prestigioso e delicato ruolo di Comandante della Guardia Reale e che sembra godere della piena fiducia della Regina, mantiene un rigoroso silenzio, né ha mai lasciato trapelare le sue ragioni per accreditare l’una o l’altra versione dei fatti, limitandosi a mantenere serrate le sue algide e meravigliose labbra, quasi che possa avere ragioni personali per giudicare in materia. E se il Colonnello Oscar François de Jarjayes davvero ha le sue ragioni, certo nessuno le ha mai dissimulate meglio. Ci chiediamo dunque: dove si trova, attualmente, Lord Douglas Sholto? Quali misteri cela l’affascinante Mademoiselle Oscar François de Jarjayes? E per quale motivo la Corona non la sottopone, in quanto anfitrione del nobiluomo scomparso, a un serrato interrogatorio che possa dirimere un mistero potenzialmente nefasto per i rapporti diplomatici tra il nostro Paese e l’Inghilterra?”.
André lesse sino all’ultima parola, in tono crescentemente critico. Poi, ripiegò la Gazette, con i movimenti lenti e metodici, che gli erano abituali, ma nella cui sin troppo misurata calma Oscar lesse un fastidio e un nervosismo acuti.
“Devo dire che sono davvero disgustato dal livello delle insinuazioni di questi gazzettieri”, disse, scandendo le parole con una calma innaturale.
“Non ti preoccupare per me, Andrè”, rispose Oscar, continuando a fissare nel fondo del suo bicchiere di Armagnac. “Queste insinuazioni restano quel che sono: basse e triviali ipotesi escogitate al solo scopo di vendere qualche foglio imbrattato d’inchiostro in più. Spero solo”, aggiunse poi, Oscar, con sorriso velato di dispiacere, “che non vi saranno ulteriori insinuazioni sul contegno delle Loro Maestà”.
“Oscar, io…”, cercò di rispondere André, ma le sue parole vennero troncate sul nascere dall’ingresso di Nanny nel salottino privato dove i due stavano trascorrendo il pomeriggio.
“Madamigella Oscar, vi prego: Vostro padre, il Generale, chiede di voi per visionare il lavoro del suo ritrattista che sta concludendo l0opera commissionatagli”.
In effetti, da un paio di settimane Generale de Jarjayes, in uno dei rari e sempre più brevi periodi di tranquillità domestica lasciatigli dal suo ruolo, sta posando per un ritratto realizzato da Maître Armand, il Maestro prediletto dall’aristocrazia e dai ricchi banchieri e mercanti parigini.
Oscar e André si alzano senza indugio, ed escono dal salottino, avviandosi verso il salone della posa. Lì, insieme e Nanny assistono, rispettosamente ritti sulla soglia della stanza, illuminata dal primo sole primaverile, alla seduta, osservando il contegno, ancor più rigido e austero del solito, assunto dal Generale per venire immortalato dal pennello del grande artista.
André, impercettibilmente, si lascia sfuggire un sorriso, coprendo, per un attimo, la bocca con la mano: in fondo, è proprio quel contegno severo, che incarnava l’autorità e la paternità al massimo grado, che, da bambino, quando, piccolo orfano strappato al suo villaggio sperduto, era appena giunto a Palazzo Jarjayes, l’aveva al contempo intimidito, ma anche rassicurato.
La voce ammirata e insieme premurosa di Nanny rompe il filo dei suoi pensieri: "Madamigella Oscar, Maître Armand è veramente un grande artista: il ritratto di vostro padre promette davvero di riuscire un capolavoro! E voi, Madamigella, ecco, voi non avete mai pensato di farvi ritrarre?"
"NO!", rispondono, all'unisono Oscar e André, volgendosi verso la vecchina, con espressione stravolta e con gli occhi fuori dalle orbite.
FINE
   
 
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