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Autore: ValeAlcazar    25/12/2023    5 recensioni
Io e Manu Roja abbiamo suddiviso l' opera in quattro sequenze una per stagione..buona lettura
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera gruppo. In occasione del compleanno della nostra Oscar io e Musa Urania vi proponiamo la quarta e ultima Sequenza delle Stagioni del Cuore. Vi auguriamo buona lettura e ancora una volta un Buon e Sereno Natale. Vi ringraziamo per la vostra dedizione nel seguirci e vi aspettiamo per i prossimi progetti. LE STAGIONI DEL CUORE QUARTA ED ULTIMA SEQUENZA L'INVERNO Firenze, inizio anno 1989 Andrea, chiuso nel suo studio chino su dei vecchi manoscritti, che il professor Grassi Mariani gli aveva fatto recapitare per una consulenza, stava pensando che era tempo per lui e Oscar di un periodo di riposo soprattutto perchè non si erano più concessi nemmeno un breve fine settimana neanche nei dintorni...Oscar ne avrebbe avuto bisogno e a pensarci bene anche lui. Era stato un periodo stupendo, ma anche estenuante, sia a livello lavorativo che familiare in quanto la loro vita era stata arricchita dalla nascita di un'altra bambina, Beatrice. Da quando la piccolina era venuta al mondo, quasi un anno prima, Oscar non era quasi più riuscita ad andare allo studio, quel poco lavoro che riusciva a fare, per motivi di comodità, lo svolgeva a casa. Stavolta aveva in mente una vacanza solo per loro due, un periodo che sarebbe servito a rilassarsi completamente. Avrebbe dovuto parlare con i suoceri e con i suoi genitori per gestire le bambine e per poter organizzare le cose a modo, poi parlarne con Oscar, non sarebbe stato facile convincerla ad allontanarsi dalle figlie, ma voleva che entrambi si allontanassero per qualche giorno e se avesse organizzato tutto, Oscar non avrebbe detto di no. Adesso c'era solo da identificare il posto in cui andare 《Certo perché no》, pensò 《Parigi!》 Quell'anno ricorrevano i 200 anni della Presa della Bastiglia e sarebbe stato magnifico partecipare ai festeggiamenti per quell'occasione così importante e poi chissà, rifare una capatina a Jarjayes dove erano stati anni prima. "Chissà che fine ha fatto l'antiquario? Mi aveva promesso che mi avrebbe chiamato se gli capitava sotto mano qualcosa che poteva interessarci." Dopo aver organizzato con i nonni, Andrea, propose ad Oscar l'idea di quel soggiorno parigino, inizialmente lei non era molto entusiasta, ma poi si lasciò convincere vedendo l'entusiamo di Andrea e anche l'accurato programma che prevedeva la visita ai monumenti più importanti della città. "Oscar, non preoccuparti per le piccole, i nonni saranno ben lieti di prendersene cura, visiteremo la capitale francese, toccando quei luoghi che hanno visto protagonisti Oscar e André. Puoi immaginarli insieme che percorrono le strade ed i viali dell'epoca." "Sai, Andrea certe volte li penso proprio mentre si ritrovano tra quelle vie ed ancor peggio mentre impotenti assistono ai primi ed inesorabili fermenti rivoluzionari." "Ho qui il programma accurato fin dalla nostra partenza. Alloggeremo in un hotel di Parigi, da lì non sarà difficile muoversi per partecipare alle varie manifestazioni indette per questa ricorrenza. Ci tratteremmo a Parigi, giusto il tempo delle celebrazioni, poi concluderemo il viaggio a Jarjayes...chissà se nel villaggio riusciremo a trovare altre informazioni su Oscar e André." In capo a qualche giorno, Andrea e Oscar, erano pronti per la partenza, si sarebbero imbarcati all'aeroporto di Pisa, destinazione quello parigino Charles de Gaulle, da lì avrebbero noleggiato un mezzo per tutta la permanenza nella capitale. Jarjayes la tappa finale sarebbe stata raggiunta in treno, essendo molto lontano da Parigi. Il soggiorno trascorse velocemente tra manifestazioni, parate e visite guidate e un'altra capatina alla Reggia di Versailles e a Palazzo Jarjayes in compagnia della Fournasier che fu ben felice di fare loro da cicerone. Andrea e Oscar arrivarono a Jarjayes all'imbrunire, il villaggio montano era rimasto immutato dall'ultima volta che vi erano stati. Dalle finestre del loro appartamento potevano scorgere la piazza principale e la chiesa, a lato sotto i portici la piccola bottega dell'antiquario. Il giorno dopo il loro arrivo uscirono di buon mattino per godersi la frescura d'inizio giornata, le temperature in quel periodo potevano essere roventi quindi perché non approfittarne quando ancora il piccolo borgo era pressoché vuoto e sonnacchioso. Dopo un breve giro tra le viuzze del centro ancora poco frequentate, decisero di far visita alla bottega dell'antiquario, chissà magari aveva altro materiale per loro. "Bonjour Jean-Luc, si ricorda di noi? Siamo venuti qui da lei qualche anno fa." "Bonjour a voi Madame e Mousier Grandieri, come potrei dimenticarmi di voi, vi trovo bene. Lei Madame è sempre più bella, come sta la vostra piccolina? Adesso è grandicella." "Be' sì è cresciuta e ha una sorellina di quasi un anno e mezzo." "Congratulazioni ragazzi. Cosa vi porta da queste parti? Un'altra vacanza?" Andrea raccontò all'antiquario che avevano approfittato di qualche giorno di vacanza in occasione dei festeggiamenti per i 200 anni dell'inizio della Rivoluzione Francese e che ci tenevano tanto a passare da lui intanto per sapere come stava e poi per vedere se aveva novità riguardo ai Jarjayes. "Il proprietario sta ristrutturando la parte alta del Castello ne vorrebbe fare una struttura ricettiva di alto livello. Mi ha promesso che se dovesse trovare altre cose, soprattutto in soffitta, m'informerà e se ci sarà qualcosa d'interessante per voi sarà mia cura contattarvi." "Vi ringrazio molto Jean-Luc. Ci ha fatto molto piacere rivedervi." "Il piacere è stato mio ragazzi. Vi auguro una buona permanenza e spero tanto di rivedervi e aiutarvi ancora nelle vostre ricerche." Dopo aver salutato l'antiquario Andrea e Oscar continuarono la loro vacanza all'insegna delle passeggiate nella zona boschiva dei dintorni in totale relax. Il prolungato suono del telefono irruppe nello studio di Andrea, in un tardo pomeriggio di fine novembre, proprio nel momento in cui stava chiudendo lo studio per dirigersi a casa. La sorpresa fu grande nel sentire all'altro capo del telefono la voce di Jean-Luc che teneva ad informare Andrea, come avevano convenuto qualche mese prima in occasione della loro piccola vacanza, di aver reperito qualcosa di importante inerente la famiglia Jarjayes. Il nuovo proprietario, era più interessato alla posizione del Castello piuttosto che alle antichità in esso custodite, per questo motivo si liberava di tutto ciò che non era di suo interesse. Durante i lavori nel solaio, si era imbattuto in alcuni polverosi bauli che contenevano altri reperti. Tra questi il più degno di nota era una tela ripiegata rappresentante una figura di donna a cavallo dai bellissimi capelli biondi, sembrava simboleggiare Marte, il Dio della guerra. Jean-Luc diede anche una sua personale impressione e cioè che quella donna sembrava in tutto e per tutto sua moglie. Andrea rimase senza parole a quell'informazione...si era ricordato del quadro a Palazzo Jarjayes a Jossigny quando si erano recati con il professor Grassi Mariani qualche anno addietro. "Jean-Luc avrei da chiederti un favore." "Dimmi pure Andrea." "A Natale è il compleanno di mia moglie e visto il ritrovamento stavo pensando di fargliene dono, appena organizzo per la spedizione ti chiamo io, non vorrei che involontariamente venisse a saperlo." "Va bene, stai tranquillo, attendo una tua chiamata." "Grazie ancora Jean-Luc, te ne sarò grato a vita. Non dimenticheremo mai quanto sei stato prezioso per le nostre ricerche." "Credimi Andrea, sono stato felicissimo di esserevi stato utile e di aver incontrato due bellissime persone come voi. Ci sentiamo presto." "A presto Jean-Luc, grazie ancora." Andrea non stava più nella pelle, era emozionato come un bambino, ora doveva pensare a come poter far arrivare la tela. Poteva andare personalmente lui con la scusa di dover andare ad esaminare per conto di Grassi Mariani dei manoscritti a Torino e recarsi invece a Jarjayes...doveva avvisarlo e chiedergli di coprirlo informandolo di questa missione proprio davanti ad Oscar per evitare di sospettare qualcosa...sì, era l'unica soluzione possibile. Un paio di giorni dopo il professor Grassi Mariani andò allo studio per avere un resoconto sui manoscritti che aveva chiesto ad Andrea che lo informò della telefonata ricevuta dall'antiquario di Jarjayes e della tela. Gli spiegò il suo piano ma il professore ebbe un'altra idea...chiedere alla Fournasier, aveva chiesto se poteva trascorrere a Firenze le festività natalizie...quale occasione migliore. La chiamarono subito per chiederle se era disposta a passare da Jarjayes prendere lei la tela e portarla a Firenze. Ormai coinvolta in quella che era la storia di Andrea e Oscar con i loro antenati, si mise a disposizione senza batter ciglio. Andrea era al settimo cielo, sarebbe stato un bellissimo regalo di compleanno per la sua amata Oscar. Necessitava una cornice, quindi chiamò Jean-Luc per informarlo che sarebbe passata la professoressa Fournasier a ritirare la tela e anche per farsi dare le misure, avrebbe realizzato lui la cornice con l'aiuto prezioso di suo padre...un regalo speciale per una donna speciale. I giorni per Andrea trascorrevano tra il lavoro allo studio e il laboratorio di falegnameria del padre, per realizzare la cornice che avrebbe contenuto la tela che di lì a pochi giorni sarebbe arrivata con la Fournasier. Una sera rientrando Andrea trovò seduta davanti al camino del salottino Oscar che sentendo aprire la porta gli andò incontro. "Andrea..." lo chiamò "Ciao amore mio" "Sei rientrato nuovamente tardi e le bambine sono già a letto da un pezzo. Carlotta non fa che chiedere di te. Non ceni quasi più con noi ormai da giorni, posso sapere che succede? Ci sono problemi con il lavoro? Perché se è così porto le bambine dai miei e vengo a darti una mano allo studio." "No Oscar tranquilla, e che...dopo il lavoro sto andando alla falegnameria di mio padre per realizzare delle statuine da regalare alle bambine per Natale, tutto qui. Domani chiederò a mio padre di farli lui così tornerò a cena per stare un po' con loro, anche se probabilmente farò tardi qualche altra sera." "Dirò a Carlotta che stai aiutando il nonno nel suo lavoro, vedrai che capirà." "Oh tesoro, scusami se non te ne ho parlato ma mi è passato di mente. Volevo dirtelo stamattina a colazione ma ero in ritardo." Si avvicinò a lei abbracciandola e affondando il viso tra i suoi capelli per poi catturarle la bocca in un bacio passionale. Mancava poco più di una settimana al Natale e al compleanno di Oscar quando la Fournasier insieme al professore si palesarono nel suo ufficio "Yvette, che bello rivederti, com'è andato il viaggio?" "È bellissimo rivederti anche per me, il viaggio è andato benissimo grazie. Ma dov'è Oscar?" "Viene poco qui allo studio, la maggior parte del lavoro lo svolge da casa da quando è arrivata Beatrice." "Non vedo l'ora di conoscere le vostre bambine, me ne avete parlato così tanto l'estate scorsa che ora sono curiosa." "Le vedrai Yvette, sarà una sorpresa anche per Oscar. Non le ho detto nulla del tuo arrivo." "A proposito di sorpresa...non sei curioso di vedere la tela?" "Certo che sì. Tu cosa mi dici? Com'è?" "Non l'ho vista ad essere sincera. Volevo che fossi tu il primo a vederla." "Va bene la scopriremo insieme allora." Gli porse il cilindro dov'era custodita la tela e con molta cautela lo sfilò dalla custodia e l'aprì. Srotolandola iniziò ad intravedere quello che per 2 secoli era impresso su quel rettangolo di stoffa. Andrea rimase senza fiato...c'era Oscar, la sua Oscar dipinta su quella tela. Aveva già visto un quadro dell'antenata di sua moglie ma lì era in tutto e per tutto lei. Raffigurata in sella ad un cavallo bianco che brandendo una spada era pronta per la battaglia. Un'immagine stupenda, i colori anche se erano trascorsi secoli un po' impolverati erano abbastanza vividi. Quello che colpì Andrea fu il colore degli occhi. Anche la professoressa Fournasier e il professor Grassi Mariani rimasero attoniti quando videro l'immagine raffigurata, rievocava ancora lo splendore della donna guerriera dipinta, il tempo non ne aveva intaccato i lineamenti, la meraviglia fu la stessa di Andrea quella di vedere come fosse realmente di fronte a loro, non impressa l'immagine della donna militare del '700 Oscar François de Jarjayes ma, Francesca Oscar Giorgini. Ora mancava solo una cosa per completare il regalo per la sua adorata sposa, la cornice, che con un meticoloso lavoro aveva realizzato...sarebbe stato un bellissimo regalo, creando ancora quel legame viscerale che legava la loro esistenza a quei gloriosi avi da cui discendevano. Trascorsero quei pochi giorni di attesa e finalmente giunse la sera della vigilia di Natale. Consumata la cena nella loro casa insieme a tutta la famiglia e ai loro ospiti, dopo aver messo a letto le piccole, Andrea prese Oscar per mano e la condusse nell'ampio salone, accese la luce e lì, in bellavista sopra il caminetto figurava il bellissimo dipinto. Aveva chiesto al padre di portarlo in casa nel frattempo che loro erano di sopra in camera delle bambine. Oscar spalancò gli occhi rimanendo senza parole "Oh mio Dio!" esclamò "E questo?" "Ti piace? È il mio regalo di compleanno per te...auguri amore mio." "Mi chiedi se mi piace? È a dir poco stupendo. Ma...non posso essere io quella! Come hai fatto a farmi fare un quadro e a cavallo poi." Andrea scoppiò in una fragorosa risata "Perché ridi, ti prendi gioco di me?" "Amore mio, quella nel quadro è la tua antenata Oscar François De Jarjayes raffigurante Marte, il dio della guerra." "Cosa? E come hai fatto a reperirlo?" "Jean-Luc mi aveva avvertito di questa scoperta ed io non ho fatto altro che comprarla per fartene dono. È stata Yvette a portarla a Firenze visto che veniva qui per trascorrere questi giorni di festa, si è gentilmente offerta di passare da Jarjayes a ritirare la tela, mancava la cornice che ho realizzato io con l'aiuto di mio padre." "Allora le statuine per le bambine erano una scusa! Era per questo che restavi fuori fino a tarda sera." Andrea annuì Oscar si commosse al regalo che Andrea le aveva fatto e alla vista di quella donna guerriera che impavida aveva lottato da fiera guerriera. Era felice che il suo ricordo adesso rivivesse in casa sua. Avrebbe raccontato un giorno alle sue bambine la storia della sua antenata e dell'amore della sua vita che stava vivendo in lei con il suo Andrea nella totale pienezza che loro non avevano avuto modo di vivere. Si strinse in un abbraccio ad Andrea perdendosi in quegli occhi che la guardavano con infinito amore, lo baciò dolcemente ringraziandolo per quel dolcissimo e prezioso dono. "Ti ringrazio, è stata una bellissima sorpresa...grazie amore mio." "Farei di tutto per te, lo sai. Ti amo Oscar François De Jarjayes." "Ti amo anch'io, da morire André Grandier." FINE.
   
 
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