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Autore: Spensieratezza    10/03/2024    3 recensioni
Il primo giorno di scuola, Merlin conosce un ragazzo prepotente di nome Arthur e questo incontro gli sconvolgerà la vita.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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“ARTHUUUUUUUR!”
“COLIN!”

Gaius si era svegliato di soprassalto sentendo Colin gridare e si era precipitato da lui, temendo una tragedia, trovandolo infreddolito e tutto bagnato.
“Colin!! Che diavolo è successo?”
“Arthur!! Arthur! È in pericolo!”

“Ehi, ehi, ehi! Va tutto bene, Colin, GUARDAMI!! Sei nella tua stanza adesso e Arthur non è qui. Mi capisci? Riesci a capirmi?”
Colin fece un cenno di assenso.
“Molto bene. Adesso aspettami qui, vado a prenderti un asciugamano.”

Gaius entrò nel bagno e trovò la vasca allagata.
“Colin. Hai allagato il bagno.”
“N-no…io non..sì..io..stavo cercando..Arthur..io credo..”
“Arthur??? Il tuo compagno di scuola? Lo cercavi nella vasca da bagno??”

“Sì..io..” Gaius gli frizionò bene i capelli. “Lo stavo cercando nel sogno. Forse sono sonnambulo.”
“E lo cercavi nell’acqua?”
“Sì.”

“Tu domani non vai a scuola.”
“Papà…”

“Non dire papà così, è già tanto se non ti lego al letto. Potevi prenderti un malanno. Ma che ti è saltato in mente di gridare in quel modo?”
“Io…io non lo so.”
 
 
 
 
*

Quel giorno Colin si sentiva febbricitante ma decise di andare lo stesso a scuola, si presentò nel pomeriggio, durante la lezione di SCACCHI.
“Il principino si è degnato di farci visita.” Disse Arthur.

“Fossi in te non farei lo spiritoso, Arthur, anche perché si è appena liberato un posto per gli scacchi.” Disse Roger.
“Ma…questo non è giusto.”
“È la vita, amico.”
“Devo giocare con Arthur?”
“Guarda che non piace neanche a me.”

Colin si sedette piuttosto di malumore, ma Arthur lo sembrava di più.
“Perché non sei rimasto a letto? Sembri uno affetto da peste bubbonica.”
“Pensa per le tue pedine. Sei distratto.”
“Pfff posso batterti come voglio.”

Ma non fu così…le pedine furono le prime a cadere e stranamente Arthur  acquisiva sempre di più una postura insofferente, come se…
Come se fosse  preoccupato per loro! Ma no, che cosa sto dicendo?
Poi quando Arthur andò molto vicino a mangiare il SUO ALFIERE, fu il suo turno di mostrarsi nervoso.

Come se l’alfiere fosse LUI STESSO.

Poi successe una cosa strana. Un paio di volte Colin sentì di essere molto vicino a dare scacco matto al re.
E lo evitò.
Entrambe le volte.
“Colin, che diavolo combini??”
“Io?? NIENTE!!”

“Balle! Potevi dare scacco matto al re e non l’hai fatto! Perché??”
“Ti sbagli, Arthur.”
“Pensi che puoi battermi quando vuoi??”
Arthur aveva mangiato una pedina.
“Oppure che ho BISOGNO della tua compassione??”

Gli aveva mangiato il suo cavallo.
“Allora, Colin, che cosa vuoi fare??

Le provocazioni di Arthur lo fecero scattare e con un paio di mosse, Colin fece SCACCO MATTO AL RE.

Arthur guardò con orrore la scacchiera, poi gridò come se avesse ricevuto una scarica elettrica.
“ARTHUR!!” Non era possibile. No.
Gridava proprio come nel suo sogno.

Ed era così straziante.
Oh, qualcuno lo faccia smettere.
“Via. Devo andare via.” Si alzò, tenendosi la testa tra le mani.
“Signor Pendragon!”
“Arthur!!”
“Via..bagno…via.”

“NO!!!” aveva gridato Colin. Doveva impedirgli a tutti i costi di avvicinarsi ALL’ACQUA.
“Signor Morgan!!”
“Ci penso io, professoressa!”
 

Colin si mise a correre come un ossesso. Arthur era in pericolo. Non doveva avvicinarsi all’acqua.
“AAAAAAAAAAAAAHHH.”
No. È troppo tardi!
“Arthur!!”

Colin spalancò la porta e trovò Arthur seduto davanti al lavandino aperto, che schizzava acqua per terra.
Resosi conto che non c’era alcun pericolo all’orizzonte, si avvicinò a lui.
“Arthur..va..tutto bene?”
“No.”

Gli posò una mano sulla spalla.
“Posso sedermi vicino a te?”
“No!”
“Okay.” Sorrise e lo fece.
Arthur lo guardò storto, ma a Colin non interessava. Si sedette al suo fianco, spalla contro spalla, in una posizione forse fin troppo intima per un rapporto che in fin dei conti era ancora superficiale, ma Arthur non protestó e non si spostó. Dopo due minuti circa, il biondo ruppe il silenzio.

“Penserai che sono un matto isterico.”

“No, penso solo che sei un asino figlio di papà bulletto. E pure isterico.”
Arthur fece una risatina.
“Hai voglia di dirmi cosa ti è successo?”

“Un…credo un attacco di…”
“Panico?”
“No!" disse Arthur guardandolo come se lo avesse insultato. "Un..un attacco di emicrania. È strano, non mi era mai successo prima d’ora. Credevo..oddio, credevo di morire.” disse il biondo, passandosi una mano sulla faccia.

Colin avvertì dei brividi attorno al suo corpo.
“Mi hai spaventato molto.”
“Perché?”
“Come?”
“Perché?? Non mi conosci nemmeno, anzi, fin da quando ti ho visto, sono stato odioso con te.”
“Non lo nego.”

“Allora perché sei così gentile con me?” chiese in un tono che addolcì il cuore di Colin.
“Beh..diciamo che…sono un tipo strano. Come reagisco in base a quello che mi fanno o che mi dicono..non è omologato a come di solito reagisce la gente...questi cliché di comportamento non riguardano me...."

"Perché tu sei diverso.

"Se la cosa ti disturba.." disse Colin guardandolo male.

"Non mi disturba, no! Dico solo che dovresti renderti un po' più leggibile...altrimenti le persone non sapranno mai come comportarsi con te."

Colin lo guardó basito e a bocca aperta.

"Non voglio che le persone si comportino con me in base a come pensano che dovrebbero fare..preferisco la spontaneità. Così come non mi faccio certo dire come devo trattare le persone e ..soprattutto i palloni gonfiati asini come te.”
“Ehi, sta attento a non esagerare.”

Colin lo guardó con un sorriso di scuse.

“Altrimenti? Mi butti la frutta marcia addosso?”

“Potrei farlo. Dio..sto ancora pensando a prima..che vergogna.”
“Non pensare più a prima..in bagno..hai urlato di nuovo..di nuovo l’emicrania?”
Arthur gli lanciò una strana occhiata obliqua.
“Sì..forse..”
“È accaduto quando hai toccato.. l’acqua..”
Vide Arthur rabbrividire.

“Ho ragione? È stato quando hai aperto il rubinetto.”
“No..non dire sciocchezze..è stata una coincidenza..ho avuto un altro attacco di emicrania..hai ragione..ma per fortuna adesso è passato.”
“Arthur..io sono sicuro che stai MENTENDO.”

“Cosa?? Come ti permetti di dire una cosa del genere?? E poi cosa sarebbe dovuto accadere? Ci siamo solo io e te qui!"
"Vedi, io..ho fatto un sogno..ieri notte,”
“Sogno???” Arthur era allibito.
“Tu..stavi affogando, Arthur!!”
Ecco, l’aveva detto. Decise di soprassedere sul fatto di essersi svegliato bagnato fradicio dopo aver allagato la vasca. E dal suo sguardo pieno di terrore capì di aver fatto bene.
Ma durò poco, Arthur scoppiò a ridere in men che non si dica.
“Evidentemente le emicranie rendono tutto più divertente.”

“Sei tu che mi fai ridere. Mi conosci da neanche una settimana e già mi sogni. Mi sento oltremodo lusingato.”
Colin arrossì violentemente.
“Guarda che non…se non hai capito, non era niente di ROMANTICO.”

“Lo so..lo so..il sogno in cui io perderei la vita. E scommetto che hai pensato che la mia emicrania..io e te..avessimo una qualche sorta di collegamento, eh?"disse indicando Colin e lui. "Un legame, magari? Ahahahahahhah!”
Colin si alzò rabbioso guardandolo dall’alto in basso.
“Non so perché ancora ti do retta, non avrei mai dovuto seguirti qui! Sei arrogante, borioso e…”

“E tu sei tenero.
“Eh???”
“Mai nessuno si era preoccupato così per me..neanche in un sogno. E di certo non per un grido.”
“Era un grido davvero straziante.” Borbottò Colin in imbarazzo.
“M-mh..e nel tuo sogno gridavo di più o di meno?”

“Di più..ma non..non farmici pensare.” disse Colin prendendosi la testa tra le mani.
“E tu mi salvavi?
“No.” disse, dandogli le spalle.

Si sentiva così in colpa. Era così triste.
“Ehi..non vorrai mica dirmi che mi hai ucciso tu??”chiese in tono allegro.

"ARTHUR!!"

“Mi dispiace. Colin…ma tu sembri così MISTICO…”
“Ed è un MALE?”

“No..è tenero..ma vedi..io non credo alla magia. “ disse tornando immediatamente serio.
Colin lo guardò boccheggiando per alcuni istanti.
“Credevo che…il discorso di ieri..”
“Hai creduto male. Buona giornata, Colin..e grazie.”
E se ne andò dal bagno, senza aggiungere altro, dando l’impressione a Colin che non avesse detto la verità su quanto successo. Non del tutto.

Colin uscì dal bagno poco dopo di lui, aspettando che lui fosse sparito.
Non voleva che lo vedesse. Non voleva che capisse come le sue parole l’avevano ANNIENTATO.

Sì appoggió al muro in corridoio, respirando con affanno.

Quando lui aveva detto che non credeva alla magia, lui si era sentito…SCONFITTO.

Si era sentito BRUCIARE.
Gli veniva da piangere, gli veniva da chiudere gli occhi e chiedere aiuto a qualcuno.
Non sapeva chi.

Abbracciare qualcosa o qualcuno di invisible.
Qualcuno mi aiuti..vi prego..qualcuno mi aiuti..mi sto disintegrando pensó, abbracciandosi da solo.
















Note dell'autrice: Allora ragazzi Finalmente ho aggiornato O.O Questa volta ci ho messo quasi due settimane x___X spero davvero di non metterci così tanto anche nei prossimi capitoli e chiedo scusa ma questo capitolo era particolarmente difficile.. il rischio di incorrere in banalità piuttosto ovvie è sempre dietro l'angolo e non volevo che questo capitolo fosse banale, però non volevo neanche che sembrasse troppo astruso, ecco. Non vi preoccupate per la mancanza di introspezione perché comunque durante il proseguo della fanfiction, ce ne saranno davvero in grosse quantità e vedrete un Colin anche parecchio introspettivo!! *_* nella speranza che il carattere di Arthur e Colin non sembrano troppo campati in aria, vi do la buonanotte e spero davvero di poter tornare presto
   
 
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