Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Giulia K Monroe    01/11/2009    9 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve a tutti!
Finalmente eccomi tornata!
Vi sono mancata? Spero di sì, almeno un po’.

Mi scuso come al solito per il ritardo, ma con l’inizio della scuola non ho più un momento libero! E conciliare compiti a casa, uscite con gli amici, impegni di tutti i giorni e la scrittura è davvero difficile! Ma finalmente, in questa fredda Domenica, sono riuscita a finire il nuovo capitolo!
Ed è anche bello lungo, mie carissime lettrici!

Ben 22 pagine di pure emozioni che spero proverete!*____*
Quindi spero di riuscire a farmi perdonare per il ritardo e ovviamente aspetto come al solito tante belle recenzioni – 7 la volta scorsa, siete carinissime, vi adoro <3
Bhe, questa volta non mi dilungo troppo con la mia vita privata, ma vi lascio subito al capitolo, perché direi che è decisamente il caso, no?

Per cui buona lettura, spero di vedervi numerose in recensioni per il mio ritorno!! *____*

 
Baci
Ada Wong!

 

 Ps. Ok, era tutta una finta, perché in realtà ho alcune cose da dire prima di lasciarvi davvero al capitolo.
La prima è una cosa che mi ha molto toccata e infastidita.

Vi parlo di plagio.
Ebbene sì, questa storia che ormai va avanti da quasi un anno, è stata plagiata proprio da una delle mie lettrici *che aveva aggiunto la mia storia tra i preferiti*
Ora non farò il nome dell’autrice, perché ho già dichiarato tutto all’amministrazione e provvederanno loro a prendere provvedimenti se lo riterranno necessario.
Quello che voglio dire a questa mia lettrice, che sicuramente leggendo capirà, è che il plagio è una brutta bestia. Rubare idee, lavori e parole altrui è davvero una cosa schifosa, perché non solo ti svilisce, ma rattrista molto anche chi come me si è impegnato e continua ad impegnarsi per creare una storia originale che faccia provare tante emozioni.
Solo questo, e basta.
Anzi, chiedo scusa a tutte le altre mie lettrici per questo sfogo, ma sinceramente quando ho letto parti completamente identiche mi sono sentita davvero male.
Ho avuto una rabbia dentro che penso che, in quanto scrittrici come me, possiate ben comprendere.

 

Le altre cose che vorrei dirvi sono per il mio spazio pubblicità!
Ho cominciato a postare una Lucius/Narcissa ‘Pieces Of A Broken Life’ basata sulla Big Damn Table, la trovate sul mio profilo!
A breve arriverà il nuovo capitolo e mi farebbe piacere trovarvi numerosi lì come qui, specialmente se vi piace la coppia!
Questo perché ho davvero bisogno di sostegno per scrivere ben 100 capitoli!
*Sono pazza? Forse giusto un po’ xDxD*
Poi ho postato anche una shot originale, fatta per un contest, che mi farebbe piacere leggeste e commentaste *sempre se volete farmi contenta eh xD*. Si chiama ‘The Other Side’ e la trovate sul mio profilo!

 
Ah, ovviamente commentate numerossissimi anche questa eh XDXD

 

 

~Un Particolare In Più~

 

 

 























 

 

 

 

 

[Who can say where the road goes,
Where the day flows, only time?
And who can say if your love grows,
As your hearth chose, only time?]

 





Era passata una settimana dalla notte di Halloween.
La scritta sanguinosa era stata sulla bocca di tutta la scuola e al centro di ogni lezione, dove gli studenti facevano quante più domande possibili agli insegnanti, per saperne qualcosa di più. Ma tutti si limitavano a rimanere molto vaghi.
Solo la prima domenica mattina di Novembre, la curiosità per l’argomento sembrò scemare.
Però, la situazione di qualcuno non andava affatto migliorando, anzi.
Per Alexis Lily Potter quella settimana era stata un vero e proprio inferno. Era stata al centro di pettegolezzi più strani insieme ad Harry. Erano in molti a sostenere che l’erede di Serpeverde fosse lei. Infondo era una Black e apparteneva alla casata verde argento. E il fatto che si trovasse proprio sotto la scritta nel momento sbagliato, sembrava solo una grande bugia che Blaise Zabini continuava ad alimentare, smontando con rabbia e male parole tutte le supposizioni maligne che gli studenti osavano fare in sua presenza.
Ma, nonostante questo grande aiuto da parte del bel moro, la situazione era davvero insostenibile. Non poteva camminare tranquilla per i corridoi che ecco che strani coretti maligni o bisbigli concitati la seguivano come un’ombra.

Non ce la faceva più!
E poi, ogni sera, passavano ore prima che riuscisse ad addormentarsi. E quando finalmente cadeva vittima del sonno, ecco che quei sogni maledetti la agitavano e la facevano svegliare ancora meno riposata.
Alexandra Black si stava spegnendo lentamente sotto gli occhi di Blaise Zabini e Diamond Cherin, che non sapevano proprio cosa fare per aiutarla.
Per non parlare poi del fatto che ormai né Harry né tanto meno Draco le rivolgevano più parola.
Non uno sguardo.
Non una piccola attenzione per sbaglio.

Niente.
E la cosa la faceva stare ancora più male.

Senza contare che un’altra settimana era passata e lei non aveva ancora ricevuto alcuna notizia di Sirius. E più i giorni passavano, più lei ne sentiva la mancanza. E la sensazione che qualcuno lo avesse catturato…o gli avesse fatto del male…o lo avesse…ucciso…la faceva stare tanto male da costringerla al vomito.
Ormai non mangiava più nulla – se non le poche cose che riuscivano a portarle Blaise e Diamond dopo cena, ovvero lo stretto necessario per vivere – e non usciva più dalla sua stanza, saltando lezioni su lezioni e rimanendo tutto il giorno nel letto, con lo sguardo fisso nel vuoto e senza la forza né la minima voglia di fare qualcosa.

Desiderava solo essere lasciata in pace, nient’altro.
Le uniche persone che voleva vedere – e le uniche che andavano a trovarla, in effetti – erano proprio Blaise e Diamond che, ogni sera e in ogni momento libero della giornata, andavano a farle compagnia, cercando di tirarla su di morale.
Purtroppo, con scarsi risultati.
Solitamente si lasciava prendere in braccio dal moro, che se la metteva sulle gambe e la stringeva a sè come una bambina. E lei piangeva, piangeva, piangeva…senza che loro potessero riuscire a calmarla.
Poi, vinta dalla stanchezza, crollava tra le sue braccia e si addormentava profondamente.
La mettevano dentro il letto e poi, tempo un’oretta scarsa, e cominciava ad agitarsi nel sonno. Mugugnava, si lamentava, cominciava a contorcersi e a sudare e poi piangeva e strillava. La prima volta Diamond si era spaventata così tanto che era corsa a chiamare immediatamente Blaise. Arrivato in camera questo l’aveva scossa e l’aveva svegliata bruscamente. Ma lei, aperti gli occhi, si era limitata a guardarlo con un sorrisino spento, quasi non si rendesse davvero conto della situazione, e poi si era voltata e si era riaddormentata.
Poi, ogni notte era la stessa storia e Diamond, nonostante avesse cercato di chiederle cosa c’era che la preoccupava tanto, alla fine ci aveva rinunciato e si era limitata a svegliarla ogni volta che le succedeva.

Ma non si poteva andare avanti così ancora per molto.
Poi, Alexis non lo ammetteva, ma c’era un’altra persona che in effetti voleva vedere.
E quella persona era proprio Draco.
Da quella sera non si erano più parlati e lui, ogni volta che la vedeva, si limitava ad ignorarla con una freddezza tale da farle tremare il cuore. E poi, stava ogni giorno con una ragazza diversa, stava diventando peggio di Diamond!
Blaise cercava di rassicurarla che lo faceva soltanto per ferirla e per farla ingelosire.

E Alexis si ritrovava irrimediabilmente a pensare che ci riusciva benissimo.
Ormai erano sette giorni che non lo vedeva e il pensiero che stesse con qualcun’altra l’angosciava e la riempiva di rabbia e tristezza.

Era Domenica sera quando accadde il peggio..

Erano le nove quando Blaise e Diamond bussarono alla porta della camera di Alexandra.
Quando entrarono la trovarono seduta sul letto con le gambe raccolte contro il petto e lo sguardo fisso nel vuoto. Quando li sentì, si voltò a guardarli e Blaise le sorrise rassicurante, come sempre.
-Ehi Alex…-
La salutò, avvicinandosi lentamente al letto.
-Ehi…-
Si limitò a rispondere lei, accennando ad un sorrisino triste.
La voce era fievole e un po’ rauca, tipica di chi non è abituata ad utilizzarla per tanto tempo.
Il ragazzo si sedette accanto a lei e le accarezzò una guancia con la punta delle dita.
-Allora, come sta oggi la mia bella principessa?-
Le domandò con tatto e lei si voltò a guardarlo con espressione vuota. Gli occhi erano puntati su un orizzonte lontano e immaginario e sembravano spaventosamente ciechi.
Si era sciupata tantissimo: il viso era di un bianco smorto, magro e scavato da due profonde occhiaie. E le labbra erano secche e violacee, segno di chi era stato e continuava a stare ancora male. Si limitò a stringersi nelle spalle, molto debolmente, quasi anche quella piccola azione le costasse uno sforzo immenso.
Anche Diamond si avvicinò al letto e Alexis notò che teneva un vassoio tra le mani, con la sua cena, probabilmente.
-Guarda un po’ che cosa ti ho portato!-
Esclamò allegra, porgendole il vassoio.
C’erano tre fette di pane cotto a legna, un bicchiere di latte freddo e una ciotola con della zuppa.
Zuppa rossa, probabilmente di pomodori, dentro la quale galleggiava qualcosa di indefinito.
In realtà l’aspetto era decisamente invitante, ma, nelle condizioni in cui si trovava, Alexis non avrebbe saputo darne un’altra descrizione.

Il solo guardarla le dava la nausea.
Osservò la zuppa, poi Diamond e Blaise e infine si alzò di scatto dal letto, correndo verso il bagno.
Si chinò sulla tazza e vomitò anche l’anima.
Diamond abbassò lo sguardo, stringendo le mani ai lati del vassoio, in un gesto di rabbia impotente. Blaise si alzò elegantemente dal letto, con un sospiro. Lasciò una carezza rassicurante sulla testa della biondina e poi entrò nel bagno.
Si sedette sul pavimento, accanto ad Alexandra, le mise una mano gelida sulla fronte e le scostò i capelli dal viso imperlato di sudore, dandole un’immensa sensazione di benessere.
-Alex…Per quanto ancora hai intenzione di continuare così…? Ti stai autodistruggendo…-
Mormorò preoccupato, prendendo a massaggiarle la schiena con gesti lenti e circolari.
Lei tossì, prima di respirare irregolarmente, come se fosse stata colta da un improvviso attacco d’asma.
-Forse dovremmo portarti in infermeria…-
Tentò per l’ennesima volta il moro, continuando a massaggiarla. Ma ogni volta che glielo proponevano, lei scuoteva la testa e opponeva resistenza.
E così fu anche questa volta.
Quando si sentì in grado di muoversi, senza rigettare anche l’intestino, scosse la testa con fermezza.
-No…Non voglio…Sto…Sto bene…E’ solo…-
Rantolò, alla ricerca di un asciugamano con il quale ripulirsi la bocca.
Blaise l’aiutò ad alzarsi, prendendola per la vita, e la mise vicino al lavandino.
Sempre tenendole i capelli lasciò che si sciacquasse la faccia e si lavasse i denti, osservandola nel riflesso del grande specchio di fronte a loro.
-E’ solo cosa, Alexandra?-
Sussurrò, accarezzandole la schiena con gesti ampi e rassicuranti.
Lei prese un’asciugamano e se lo passò sul viso, per poi abbassare lo sguardo.
-Niente…Non è niente…-
Mentì con un mormorio bassissimo.
Blaise la girò improvvisamente, prendola per le spalle e scuotendola.
Sul bel viso l’espressione era angosciata e arrabbiata.
-Smettila di mentire Alex! Cosa c’è che non va? Cosa c’è che ti preoccupa tanto? Perché ti stai distruggendo in questo modo? Non puo’ essere solo per Draco, perché se è così giuro che lo vado a prendere a calci in culo fino a farlo arrivare qui…!-
Gli urlò disperato, gli occhi di zaffiro ansiosi.
Lei si limitò ad osservarlo dal basso, senza espressività. Poi abbassò lentamente lo sguardo e solo poche parole lasciarono le sue labbra.
-Draco…No…Ti prego…Non lo disturbare…Non per me…Non ne vale la pena…-
Mormorò e le frasi erano così cariche di dolore che Blaise le poteva sentire una ad una attraversargli il petto e colpirgli duramente il cuore.

Stava decisamente delirando.
Lasciò la presa sulle sue spalle e la strinse forte a sè, in un abbraccio che la avvolse protettivo, lasciandole affondare il viso su quel petto ampio e muscoloso.
Prese ad accarezzarle i capelli con gesti lenti e premurosi.
-Smettila di dire sciocchezze…-
Le sussurrò in un orecchio, quasi a modi ninna nanna. 
Senza che se ne fosse resa nemmeno conto, lucide lacrime avevano cominciato a rigarle le guance e adesso stavano macchiando il petto del giovane Zabini che, incurante di ciò, continuava a cullarla.
Poi le lasciò un bacio a fior di labbra sulla tempia e la strinse per la vita, prendendola in braccio. Lei si lasciò andare tra le sue braccia, abbandonando il viso su di una spalle e circondandogli il collo con le braccia, come una bambina alla ricerca di affetto e protezione.
Blaise la strinse a sé e la riportò in camera, dove Diamond li attendeva impotente, seduta sul letto, con una sigaretta in mano che aveva preso a fumare per scaricare il nervosismo.
Il ragazzo si sedette sul letto della mora e se la tenne sulle gambe, coccolandola con gesti carichi di affetto.
-Peggiora di giorno in giorno…Non possiamo lasciare che continui così.-
Constatò Zabini, accarezzandole le guance e asciugandole dalle lacrime.
Diamond si morse il labbro inferiore, stringendo la sigaretta tra le dita tremanti.
-Già, ma cosa possiamo fare, Blaise? Cosa? Io…Io non so più dove mettere le mani! Non mangia nulla e rimette sempre nonostante non tocchi cibo. La notte dorme malissimo e si agita ogni volta di più. Diventa sempre più difficile svegliarla…-
-Domani, volente o nolente, la portiamo in infermeria…Non sentirò ragioni. La trascinerò per i capelli, se necessario.-
Diamond asserì con il ragazzo, completamente d’accordo.
E poi rimasero in silenzio, mentre Blaise continuava a coccolare la piccola Black che, lentamente, dopo aver pianto ancora e ancora, si addormentò tra le sue braccia.
Si alzò con delicatezza, tenendola in braccio, e poi la mise sotto le coperte, coprendola per bene. Infine le lasciò un bacio sulla fronte bollente.
Si diresse verso l’uscita e sulla soglia della porta si voltò a guarda Diamond con sguardo apprensivo.
-Se questa notte hai bisogno, non farti scrupoli a chiamarmi, ok?-
La biondina asserì e poi gli fece un cenno con la mano, come augurio di buona notte. Lui fece lo stesso ed uscì dalla camera.
Diamond finì la sigaretta, poi si alzò e depose un fazzoletto bagnato sulla fronte e sugli occhi dell’amica, sperando di alleviarle almeno un po’ il dolore. Poi si lavò, si cambiò e si mise nel letto, augurandosi di riuscire a dormire e che Alexandra non avesse un altro attacco di panico. 

Futile speranza.

Precisamente alle due e mezza del mattino, Diamond fu costretta ad aprire gli occhi di malavoglia. Si guardò intorno, disorientata dalla tipica sonnolenza di chi è stato svegliato nel bel mezzo di un sonno profondo.
Prima che riuscisse a connettere, dovette passare un minuto buono.
Poi, finalmente, il mugugnare agitato di qualcuno la costrinse a destarsi del tutto.
Si alzò lentamente, preoccupata, e si avvicinò al letto dell’amica.
Alexandra era stesa sulla schiena e mugugnava parole incompresibili, contorcendosi un po’, stringendo gli occhi e corrugando la fronte.
La biondina avvicinò una mano al suo braccio e la sfiorò delicatamente, come faceva sempre.
-Alex…Svegliati: è solo un brutto sogno…-
Le sussurrò delicatamente, ma quella non sembrò sentirla.
Continuò a mugugnare e poi, all’improvviso, spalancò gli occhi con un sobbalzo, facendo spaventare Diamond che si ritrovò costretta a soffocare un grido.
La moretta annaspò e agitò le braccia sulla testa, quasi stesse affogando in una profonda distesa d’acqua. E poi, con un lungo lamento, lasciò cadere le braccia sui fianchi, pesantemente, e il viso ricadde su di un lato.
La Cherin la osservò preoccupata per qualche secondo, ancora pietrificata e con il cuore che batteva a mille. Poi, ripresasi, le mise le mani su di una spalla e la scosse.
-Alexandra, devi svegliarti…-
Ribadì con un po’ più di decisione. Ma quella riprese a contorcersi e a lamentarsi sempre con tonalità maggiore. Sembrava quasi che stesse soffrendo davvero sotto una Maledizione Cruciatus.
Presa dal panico, Diamond la scosse più forte.
-Alexandra svegliati! Svegliati!-
Urlò quasi, cercando di sovrastare quei lamenti che stavano diventando quasi grida.
E poi, parlò.
-NO! NO! LASCIAMI STARE! LASCIAMI STARE! NON VOGLIO! NON VOGLIO!-
Continuava a gridare e Diamond la schiaffeggiò senza sapere più cosa fare.
Ma niente, non ne voleva sapere di svegliarsi.
In preda quasi ad un attacco epilettico, Alexis cominciò a piangere e poi a ripetere un nome.

Il suo nome.
-DRACO NO! DRACO…DRACO…-
Diamond indietreggiò, trattenendo il fiato.
Poi corse fuori dalla stanza come un furia, muovendo le gambe più veloce che poteva.
Rischiò anche di inciampare ma alla fine riuscì a fare irruzione nella camera di Blaise che, come Draco, dormiva da solo.
La biondina si avvicinò al suo letto, guardandolo affannata nella poca luce proveniente dal corridoio.
Blaise, svegliato dal botto prodotto dalla porta che si apriva, la guardava stranito da sotto le coperte.
-Diamond…? Che diavolo stai…?-
Domandò ancora con un piede nel mondo dei sogni.
Da appena svegli, giustamente, non è che si riesca a connettere molto.
-Blaise devi venire! Alexandra…lei…non riesco più a svegliarla…aiutala ti prego…è…è…trema tutta…ti prego…e continua ad urlare disperata…e chiama Malfoy…continua a chiamarlo…aiutala, ti prego!-
Gridò senza più fiato, tanto agitata che non si era nemmeno resa conto di aver cominciato a piangere.
Blaise balzò fuori dal letto, completamente dimentico del sonno e si precipitò fuori dalla stanza con un ruggito.
-Ora basta con tutta questa storia! Adesso Draco mi sente! E se non mi spiega cosa cazzo sta succedendo, gli spacco la faccia!- 

Quella notte, Draco Lucius Malfoy non era riuscito a chiudere occhio, troppo agitato per un motivo sconosciuto persino a lui. Così, quando Diamond Anne Cherin e Blaise Elìas Zabini fecero irruzione in camera sua, non sembrò neanche eccessivamente sorpreso.
Era seduto sul bordo del letto, con un’espressione così vuota negli occhi d’argento da mettere angoscia il solo guardarli. Li fissò impassibile, mentre loro lo osservavano agitati e preoccupati.
-Draco! Devi venire! Alexandra è…-
Gridò Blaise trafelato e confusionario, agitando velocemente le mani.
Come se uno scorpione lo avesse punto alla parola ‘Alexandra’, balzò in piedi, gli occhi di specchio improvvisamente vivi e ardenti. Senza neanche lasciarli spiegare, si precipitò fuori dalla stanza, improvvisamente ansioso, come se tutta l’agitazione sconosciuta, che non lo aveva fatto dormire, avesse trovato il suo apice.
Alexandra Black.
Un nome.
Una preoccupazione.

Un sentimento. Inutile negarlo ancora.
Poteva ignorarla quanto voleva e andare a letto con tutte le ragazze di Hogwarts, ma ormai, nella sua testa – e perché negarlo ormai, anche nel suo cuore – c’era solo lei.
E lo aveva sempre saputo. Non sapeva spiegarsi come o perché, ma era sempre stato così, fin dalla prima volta che aveva incontrato quegli occhi smeraldini così caldi.

Così meravigliosamente suoi.
E mentre attraversava la sala comune, si sentì una totale merda.
Per come l’aveva trattata da quel giorno al Lago e dalla sera di Halloween.
Non meritava la sua indifferenza né di stare così male.
Perché nonostante Alexis glielo avesse proibito, Blaise gli aveva parlato di lei.
Di quanto stesse male, soprattutto per lui.
E lui che in tutta la settimana non era andato a trovarla neanche una volta.

Sì, era una totale merda.
E se le fosse successo qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato.
Mai.
Arrivato al dormitorio femminile, spalancò la porta della camera della Black, senza preoccuparsi di non fare rumore nel cuore della notte.
Si catapultò letteralmente vicino al suo letto e ciò che vide gli bloccò il respiro alla bocca dello stomaco.
Il suo cuore mancò un colpo.
Alexandra era sdraiata nel letto e sembrava essere stata colta da un improvviso attacco di panico. Il corpo era scosso da violenti spasmi e si contorceva, quasi fosse sotto Maledizione Cruciatus. Le coperte erano diventate un groviglio caotico e si attorcigliavano intorno alle coscie, soffocandole quasi. E il viso era la sofferenza concretizzata. Era contorto in un’espressione di puro dolore, coronato dai capelli neri che, lasciati sciolti, si aprivano a ventaglio sul cuscino. Lucide gocce rigavano le guance arrossate, sgorgando dagli occhi chiusi così stretti da creare piccole rughe sulla fronte e sulle palpebre. Le belle labbra di albicocca erano socchiuse e lasciavano uscire piccoli sbocchi d’aria discontinui e mugugnii decisamente incomprensibili.

Stava soffrendo.
E queso faceva soffrire anche lui, in un modo davvero devastante.
Blaise spalancò la porta della camera, facendo irruzione e osservando l’amico, subito seguito da una Diamond trafelata.
Draco era in piedi, accanto al letto, con un’espressione così sofferente, quasi quanto quella della piccola Black.
Sembrava un cucciolo bastonato.
Allungò un braccio e le sfiorò delicatamente una guancia, raccogliendo una piccola lacrima. Poi passò ad accarezzarle la fronte, lisciando la piccola ruga tra le sopracciglia fine. Proseguì per il profilo del naso e poi scese sulle labbra, sfiorandole morbidamente, La ragazza mugugnò qualcosa di poco comprensibile, prima che la sua espressione si rilassasse lentamente sotto le sue carezze.
Fu la voce di Blaise ad interrompere la magia del momento.
-Draco! Dobbiamo portarla in infermeria!-
Gridò agitato, risvegliandolo.
Il biondino ritrasse immediatamente la mano, quasi si fosse scottato. Osservò ancora la ragazza corrucciare la fronte, quasi contrariata di quel distacco improvviso.
Senza proferire parola, la prese in braccio di slancio, come fosse una leggera e fragile piuma, stringendola forte a sè, quasi avesse paura che scomparisse da un momento all’altro, lasciandolo a mani vuote.
In quell’abbraccio protettivo, il corpo di Alexis si rilassò, smettendo di tremare. Si accoccolò contro quel petto ampio e marmoreo, poggiando la testa sulla cavità creata dalle ossa della clavicola.

In quello spazio che sembrava essere fatto apposta per lei.
E poi, cadde in un sonno profondo e tranquillo.
Draco si voltò verso Blaise e Diamond, con espressione disperata e angosciata. Poi li superò velocemente, precedendoli lungo la Sala Comune e tutto il percorso verso l’infermeria. 

Quando Madama Chips aprì la porta dell’infermeria, quella sera, si ritrovò davanti uno spettacolo più unico che raro. Sulla soglia c’era un gruppetto di quattro studenti, dalle espressioni ansiose e dal fiato corto.
Al centro stava Draco Malfoy, con i capelli platino tutti scompigliati che si alzavano da una parte, quasi fossero sorretti dalla lacca, mentre il resto ricadevano disordinati, coprendogli parte del viso e soprattutto gli occhi. Era vestito solo di un paio di boxer neri, piuttosto aderenti, cosa che mise l’infermiera oltremodo in imbarazzo. Teneva in braccio una ragazza – che la donna riconobbe come Alexandra Black. Sembrava profondamente addormentata, con il viso nascosto in parte nel petto nudo del giovane Malfoy, in parte dai capelli che le coprivano anche le spalle. Vestiva di una camicia da notte piuttosto leggera, che lasciava scoperte le gambe. Era di un rosa pallido e, quasi trasparente, lasciava intravedere l’intimo di pizzo bianco.
Alla loro destra c’era Blaise Zabini, che aveva l’innata capacità di essere elegante e perfetto anche a quell’ora della notte. Era anche lui a petto nudo, ma aveva avuto la decenza di indossare dei pantaloni di un pigiama di pregiato tessuto blu, sicuramente firmati da qualche stilista italiano. Nonostante l’ora tarda, non sembrava essere reduce di una notte di sonno o che altro. Persino i capelli erano perfettamente in ordine, quasi se li fosse pettinati durante il tragitto.
E poi, a completare quello strano quartetto di Serpeverde, c’era Diamond Cherin, con il viso arrossato per lo sforzo della corsa, i capelli più caotici del solito e una maglietta grigia piuttosto larga, che ne nascondeva le belle forme e la copriva fin sopra il ginocchio.
Madama Chips li guardò un po’ basita, sbattendo le palpebre stanche più di una volta.
-Per amor di Merlino! Che è successo?-
Esclamò dopo essersi ripresa e riassumendo tono ed espressione professionali.
-E’ per Alexandra…Lei è…Bhe, non sappiamo di preciso cosa abbia ma…-
Spiegò in maniera un po’ confusionale Blaise, agitando le mani in maniera frenetica.
L’infermiera non lo aveva mai visto così agitato.
-La aiuti! SUBITO!-
Ruggì Malfoy, con un tono misto di autorevolezza, rabbia e frustrazione, interrompendo i balbettii confusi dell’amico.
Madama Chips si voltò a guardarlo, un po’ offesa dall’ordine impertinente che quel ragazzino le stava imponendo. Poi scese ad osservare la ragazza che stringeva possessivamente al petto e che ora aveva ripreso ad agitarsi e a mugugnare frasi cariche di angoscia e dolore.
-Portatela dentro.-
Ordinò secca, invitandoli ad entrare, e il gruppetto eseguì inoltrandosi nella penombra dell’infermeria illuminata appena da qualche candela.
La donna indicò loro un lettino vuoto, sul quale Draco adagiò dolcemente Alexis, che continuava a tremare come una fragile foglia vittima d crudeli venti autunnali. Poi le posò una mano sulla fronte e scese ad accarezzarle una guancia scendendo lungo tutto il profilo della mandibola e del collo.
Infine la coprì con il lenzuolo rannicchiato ai piedi del letto e la guardò disperato e angosciato mentre ancora si contorceva in preda agli spasmi.
Blaise e Diamond rimasero ad osservare la scena in disparte mentre Madama Chips si avvicinava al letto e le posava un fazzoletto bagnato sulla fronte e sugli occhi. Questo sembrò darle sollievo perché smise di sussultare e sul suo corpo rimase solo un po’ di tremolio.
Così, mentre l’infermiera tornava vicino all’armadietto e cercava qualche medicinale, Draco estrasse la bacchetta e fece comparire un piumone caldo, di un verde scuro intarsiato da eleganti ornamenti argentati –probabilmente lo aveva trasportato direttamente dalla sua camera.
Si avvicinò di nuovo ad Alexandra e la avvolse delicamentamente dentro, cercando di scaldarla.
Quando Madama Chips tornò accanto a loro, stringeva un bicchiere in una mano e la bacchetta nell’altra.
-Su su! Andate a riposarvi, ragazzi. E’ tardi e domani avete lezione! Non preoccupatevi per la signorina Black: è in ottime mani!-
E sorrise rassicurante al loro indirizzo.
Blaise e Diamond annuirono rispettosi e si apprestarono ad uscire dall’infermeria.
Draco invece rimase fermo ad osservare la sua piccola Alexandra, ancora tremante come un fagottino avvolto dalle coperte.

Non l’avrebbe abbandonata ancora.
Madama Chips gli si avvicinò e lo prese delicamente per un gomito, cominciando a spingerlo verso l’uscita.
-Vada a riposare, signorino Malfoy. Alexandra è al sicuro ora…-
E sorrise ancora.
Ma lui la trafisse con un’occhiataccia di ghiaccio raggelante. Si liberò facilmente della presa, con uno strattone, completamente dimentico del rispetto e della buona educazione. Scosse violentemente la testa, scombinandosi ancora di più i capelli.
L’infermiera sussultò indignata, fulminandolo con un’occhiataccia severa.
-Signorino Malfoy!-
Lo rimproverò seccata, arricciando le labbra fine.
Lui la osservò rabbioso, poi abbassò lo sguardo, quasi rammaricato.
-Mi lasci restare…La prego…-
Mormorò con tono di sottomissione.
Vedere un Malfoy – specialmente Draco – ridursi persino a supplicare per una ragazza era una cosa davvero rara, se non addirittura altamente impossibile.
Eppure, Madama Chips era la seconda volta che vedeva un Malfoy tanto in ansia per una Black. Aveva potuto assistere ad una scena simile circa una ventina di anni prima, quando era ancora una tirocinante. E le persone che aveva visto erano proprio Lucius Malfoy e Narcissa Black.
Intenerita da quell’improvvisa manifestazione d’affetto e dal ricordo della giovane coppia, l’infermiera sorrise comprensiva e sospirò.
-D’accordo, ma dovrà aspettare fuori mentre faccio i controlli necessari, ok?-
Dracò alzò il viso di scatto, poi annuì con espressione vacua, lanciando un’ultima occhiata ad Alexandra prima di uscire al seguito di Blaise e Diamond.
Appena la porta si chiuse alle loro spalle, Draco restò a fissarla ansioso, prima di prenderci a passeggiare avanti e indietro, con passi così pesanti e violenti che sembrava voler scavare una fossa.
Blaise e Diamond lo osservarono preoccupati, poi si scambiarono un’occhiata d’intesa.
-Draco…?-
Tentò il moro, mettendogli una mano sulla spalla. Quello si voltò a guardarlo con un’espressione truce e carica d’angoscia.

Un’espressione che Blaise non gli aveva mai visto in viso prima d’ora.
Il biondino sospirò stanco, prima di socchiudere gli occhi e passarci una mano sopra, a stropicciarli. Si poggiò con la schiena al muro e si lasciò cadere in terra, non preoccupandosi del pavimento gelido sotto di sé.
-Voi andare pure…Voglio restare solo io a farle compagnia.-
Mormorò improvvisamente debole, quasi fosse stato svuotato di tutte le sue forze. Eppure la sua voce risuonò chiara dell’ordine impressovi.
Blaise annuì comprensivo e Diamond lo imitò con un sorrisino mesto.
-Ok. Come preferisci allora…A domani.-
E si allontanarono seguiti da un gesto di saluto da parte del Principe di Serpeverde. 

Non seppe dire quanto tempo era passato da quando stava lì, sdraiato in terra.
Forse si era anche addormentato.
Fatto sta che, quando Madama Chips aprì la porta dell’infermeria, gli sembrò che fosse passato un secolo.
-Ora può entrare…Si è calmata.-
Gli comunicò con un sorriso, invitandolo di nuovo ad entrare.
Draco annuì e si alzò velocemente, immergendosi ancora nella penombra della stanza.
Ora anche accanto al letto dove riposava tranquilla Alexis c’era una candela che gettava ombre sinistre sul suo volto rilassato e abbandonato su di un lato.
-Ha solo un po’ di febbre, nulla di grave. Deve essere successo qualcosa che l’ha preoccupata ad un punto tale da farla ammalare. Era così in ansia per qualcosa, che il suo fisico non ha retto lo stress. Era agitata per qualche incubo provocato dalla temperatura troppo alta, ma domani starà già meglio: non deve preoccuparsi.-
Spiegò Madama Chips con delicatezza, mentre Draco si avvicinava alla ragazza e la osservava, ancora ansioso, muovendo la mano in una carezza che le sfiorò un braccio.
-Ora, non voglio sapere nulla delle vostre vite private, signorino Malfoy, ma la pregherei di proteggerla meglio da se stessa, se ci tiene davvero a lei come dimostra. Non so quali siano stati i problemi tra di voi o il rapporto che avete, fatto sta che da quando è uscito dalla stanza, lei non ha fatto altro che pronunciare il suo nome…-
Rivelò con tatto,avvicinandoglisi.
Draco si voltò ad osservare l’infermiera di scatto, sorpreso dall’affermazione. Poi, senza profer parola, annuì lentamente, stringendo le mani in due pugni.

Che stupido idiota che era stato.
Lui e la sua gelosia!
Chiamava il suo nome e non quello di San Potter.

Madama Chips lo guardò alzando entrambe le sopracciglia e poi gli battè una mano sulla spalla.
-Vi lascio soli, confido nel fatto che saprà prendersi cura di lei, signorino Malfoy. Per qualsiasi cosa sono a due porte da qui, chiaro? E non faccia troppo tardi, mi raccomando…-
Lo redarguì con una severità gentile, prima di sorridere e lasciare la stanza.

Draco prese posto accanto al letto, su di uno sgabello, e rimase così, semplicemente ad osservarla. Quasi volesse imprimersi nella mente tutti quei dettagli che in quella lunga settimana non aveva potuto stupidamente vedere.
Dio quanto era stato scemo.
E tutto solo per una stupida gelosia!
Si odiava!

Allungò una mano fino a poterle sfiorare il viso con la punta delle dita. Ne tracciò delicatamente il contorno, scendendo lungo il profilo del naso, per poi passare alle guance ancora umide di pianto. Continuò per tutto il profilo del collo, poi scese per la spalla destra e lungo tutto il braccio, fino ad arrivare a sfiorare il polso e il dorso della mano. Indugiò qualche secondo sulle dita e poi le intrecciò alle sue, avvicinando le loro mani congiunte al proprio viso e poi sfiorando quella di lei con le labbra.
Che cosa le era successo?
Come si era ridotta?
Come la aveva ridotta?

Le lasciò andare la mano, come se all’improvviso non si ritenesse più degno di tenerla e di starle accanto.
Non dopo tutto quello che le aveva fatto.
Una settimana di intera indifferenza, mai uno sguardo, neanche una parola per sbaglio.
L’aveva tratta come una perfetta sconosciuta, anzi, anche peggio.
La aveva fatta sentire inutile.

Inesistente.
Ogni volta che la incontrava nei corridoi e la vedeva, con quell’espressione triste e vuota, ignorava spudoratamente il colpo che sentiva al cuore, si girava e baciava la prima ragazza  che trovava. E poi, la osservava soffrire, ritenendosi soddisfatto.
Solo ora che la vedeva sdraiata inerme in quel lettino d’infermeria si rendeva conto di quella che era sempre stata la realtà.
Non si era sentito soddisfatto neanche una volta dopo aver baciato qualcuna, né tanto meno dopo essersela portata a letto.
Si sentiva solo per quello che era: una totale e schifosa merda.
Perché era inutile negarlo ormai: per quanto potevano essere belle e seducenti le ragazze che aveva sfruttato per farla stare male, nessuna di loro era lei.

L’unica che veramente voleva con sé.
E se all’inizio credeva il suo solo un capriccio per avere qualcosa che non poteva ottendere facilmente, ora si rendeva conto di quanto Alexandra significasse per lui.
Il suo sorriso, la sua voce, i suoi occhi, il profumo dei suoi capelli, il suo corpo, tutto di lei gli piaceva tanto da renderlo pazzo.

Non si era mai sentito così.
E se quei giorni avevano ridotto quasi all’insanità mentale un tipo controllato come lui, non osava immaginare come si potesse essere sentita lei, così piccola, così fragile, così estremamente emotiva e sensibile.
No, in realtà lo sapeva benissimo, perché Blaise gli raccontava ogni giorno nei minimi dettagli come peggiorava la situazione della piccola Black, nella speranza di smuoverlo. Ma lui niente, orgoglioso e testardo non aveva mai ceduto.
Fino a quella sera, quando finalmente quella molla che aveva cercato di trattenere era scattata.
Ma ora, accanto a lei, così indifesa, non si sentiva degno di starle vicino e badare a lei per proteggerla, quando il primo sintomo di malessere era proprio lui stesso e il suo stupido comportamento.
Sospirò e poi le lasciò un’ultima carezza sul viso.
Un addio?
Non proprio, ma forse era meglio se non si faceva vedere più in giro da lei, dopo tutto il dolore che le aveva procurato, tanto da costringerla alla febbre alta e al delirio.
Sì, sarebbe stato decisamente meglio.
Lei lo avrebbe dimenticato e non avrebbe più sofferto.
E lui?
Lui avrebbe ignorato il dolore, indossando quella maschera di indifferenza che si era costruito per bene in quei sedici anni di vita.
Un ultimo sguardo a quel viso angelico e poi, con un sorrisino triste sulle labbra, si alzò dallo sgabello, voltandogli le spalle.
Si stava dirigendo verso la porta, ma fu costretto irrimediabilmente a fermarsi.
Un mugugnio indefinito catturò la sua attenzione, costringendolo a voltarsi immediatamente a ritornare sui suoi passi.
Alexandra aveva di nuovo corrugato la fronte, stretto gli occhi e ripreso ad agitarsi.
-Non andare…non andare via, non lasciarmi!-
Lagnò in preda al panico, agitando le braccia verso l’alto e liberandosi delle coperte, quasi queste la stessero soffocando in un mortifero abbraccio.
Ansioso per quella ricaduta, Draco le prese le mani tra le sue e le strinse forte, posando le labbra a sfiorarle le nocche.
Erano gelide nonostante i piumoni e la temperatura calda dell’infermeria.
-Sono qui, sono qui…Non me ne vado, tranquilla. Ma ora calmati…-
Le sussurrò, lasciando che il suo respiro le accarezzasse le dita, contratte in due pugni.
La moretta mugugnò ancora qualcosa di imprecisato, si lamentò e sussultò.
-Calmati…Calmati, ti prego…-
Sussurrò ancora il biondino e finalmente lei, quasi avesse davvero sentito quelle parole, si tranquillizzò, rilassando la fronte e gli occhi e lasciando ricadere il viso su di un lato, che si ricoprì di alcuni ciuffi di neri capelli.
Draco sospirò sollevato, mentre le rimetteva le mani al caldo, sotto le coperte, e le sfiorava il viso, scostandole i capelli dagli occhi.
Si rimise seduto sullo sgabello, osservandola dormire tranquilla mentre le accarezzava il viso con gesti carichi di affetto.
Passò qualche altro silenzioso minuto, prima che la fronte della giovane si corrugasse di nuovo sotto le sue carezze. Le labbra si storsero in una smorfia contrariata.
-No…No, non ancora…E’ così buio qui…E freddo…Ho paura…Fa male! FA MALE!-
Urlò angosciata, cominciando a muovere la testa di scatto, gli occhi di nuovo tanto contratti da formare piccole rughe ai suoi lati. Nuove lacrime cominciarono a rigarle le guance arrossate.
-…Draco…?Draco…?-
Mormorò tra i singhiozzi, contorcendo il corpo sotto le coperte.
Di nuovo allarmato, il biondino si alzò di scatto dallo sgabello e si mise sul letto, sopra di lei, chiudendole la vita tra le sue gambe, per farla stare ferma.
Poi le prese il viso tra le mani e cominciò ad accarezzarle le guance con le dita, con gesti lenti e ansiosi.
-Ssssh…Calmati Alexandra…Calmati…Sono qui. Sono qui con te…-
Le sussurrò, ma lei mugugnò ancora e le belle labbra umide di pianto tremarono in un sospiro.
-Dove…? Draco dove sei…? Non lasciarmi…Non lasciarmi qui da sola, non andartene…-
Sussurrò ancora in preda al panico sotto lo sguardo angosciato del Principe,che la osservava dall’alto senza sapere bene cosa fare.
Le accarezzò ancora le guance, poi, lentamente, avvicinò il suo viso a quello di lei, fino a che le punte dei loro nasi non si sfiorarono e i capelli platino non le solleticarono morbidamente la fronte. Puntò quelle iridi argentee negli occhi di lei, quasi oltre quelle palpebre chiuse riuscisse a vedere gli splendidi smeraldi celati. La osservò senza fiato, studiando ogni minima smorfia e poi scese lentamente a sfiorarle ogni piccola ruga d’ansia con le labbra, lasciando una lunga e dolce scia di baci. Cominciò dalla fronte, per scendere poi sulle tempie, sulle guance, sulla punta del naso e infine sulle labbra, che baciò con dolcezza e passione, senza violenza né possessione.

Quel bacio erano parole non dette.
Scuse sommesse per il male procuratole.
Tenerezze soffuse non scambiate.

Che si riassumevano in un’unica, importante frase.
-Io sono qui per te, Alexandra.-
Gliela sussurrò proprio lì, su quelle labbra di albicocca che tanto aveva imparato a desiderare.

E ad amare.
Lei contrasse ancora la fronte e riprese a piangere, mugugnando qualcos’altro di incomprensibile.
Allora Draco le prese di nuovo il viso tra le mani e la baciò ancora, quasi con disperazione, sperando che la smettesse di agitarsi tanto.

Di soffrire tanto.
E le labbra gli si riempirono del sapore dolciastro di quelle lacrime d’argento, misto al delizioso profumo di albicocca di cui solo lei poteva essere padrona.
E poi…Ancora un altro sapore.
Era salato e umido e si mischiava perfettamente a quello dolciastro che aveva assaporato fino a quel momento.

In un perfetto misto agrodolce.
Come loro.

E fu costretto a staccarsi di scatto da quei morbidi spicchi di albicocca, quando con un sussulto si rese conto che il nuovo sapore apparteneva a lui.
Lasciò scivolare via una mano dal volto ancora sofferente della giovane giovane Black, per portaselo su una guancia e sfiorarla tremante e incredulo.
Il nuovo sapore apparteneva decisamente a lui.

E alle sue lacrime.
Draco Malfoy stava piangendo.
Senza che nemmeno se ne fosse reso conto, le lacrime avevano cominciato a scorregli sulle guance quando baciandola aveva avvertito una fitta al cuore e un brutto pensiero che gli avevano rivelato che lei non si sarebbe più svegliata da quello di stato di trance.
E che la colpa sarebbe stata solamente la sua e di nessun altro.
E se davvero le fosse successo qualcosa di irrimediabile, non se lo sarebbe mai perdonato.

Mai.
Con le guance rigate di pianto scese di nuovo a baciarla, sentendo un disperato bisogno di farlo.
Un disperato bisogno di lei.
E sulle labbra le sussurrava parole di scuse e le chiedeva di risvegliarsi, di tornare da lui. Tutto in un mormorio incomprensibile tra un bacio e l’altro.
Fino a che, finalmente, Alexandra non smise di agitarsi e le lacrime fermarono la loro funesta rincorsa su quella pelle arrossata.
Draco la sentì sospirare sulle sue labbra e allora aprì gli occhi di scatto, allontanandosi quel tanto che gli bastava per poterla vedere in viso.
La sua espressione si era finalmente rilassata e sulle belle labbra, un po’ arrossate dai baci urgenti ricevuti, era persino apparso un sorrisino.
Un sorrisino decisamente sereno.
Che si fosse finalmente svegliata?
Asciugandosi in fretta le guance con i dorsi delle mani, Draco prese ad accarezzarle la fronte, scostandole i capelli.
-Mia piccola Alexandra…Sei sveglia?-
Le sussurrò con dolcezza, sfiorandole una guancia.
Ma lei non rispose, continuando beata a dormire.
No, non si era svegliata, si era solo tranquillizzata.
Sollevato comunque, Draco le prese ancora il viso tra le mani e le lasciò un bacio a fior di labbra sulla fronte, prima di smontare dal letto e riprendere posto sullo sgabello.
Rimase ancora ad osservarla, cominciando però ad avvertire i primi brividi di freddo.
Bhe, era anche normale: erano le quattro del mattino ed era autunno inoltrato, era ovvio che le temperature fossero molto basse. Senza contare che lui –per tutti i dannati mezzosangue! – era solo in boxer!
E per quanto non gli sarebbe affatto dispiaciuto mettere in difficoltà in quel senso la piccola Black, non gli pareva il caso di farla morire d’infarto appena riaperti gli occhi.
Sì, perché lui le sarebbe rimasto accanto giorno e notte, finchè non si sarebbe decisa a riaprire quei meravigliosi occhioni di smeraldo che sapevano incantarlo.
Così estrasse la bacchetta e fece comparire un paio di pantaloni lunghi di un pigiama in seta nero, che ovviamente gli calzavano come ad un Dio dell’antica Grecia. Non indossava mai le maglie per dormire, gli sembrava quasi di soffocare dentro il tessuto, quindi non si premurò di far comparire anche quella.
E poi, rimase lì, semplicemente ad osservarla.
Qualche volta gli sfiorava un braccio con una carezza, oppure le scostava qualche ciocca di capelli dal viso, così, giusto per farle sentire che era ancora lì.

Che, dopo tutto, le era ancora accanto e lo sarebbe stato per sempre.
Passò così una buona mezz’oretta, prima che Alexis parlasse di nuovo.
Ma questa volta non lo fece con mugugnii o lamenti e il suo viso non si deformò in un’espressione di dolore.
Si fece solo improvvisamente preoccupato.
-Draco…?-
Lo chiamò, quasi cercandolo.
Il ragazzo si sporse immediatamente sul letto, prendendole una mano tra le sue e avvicinandosela alle labbra.
-Sono qui. Sono qui, Alexandra…-
Gli occhi d’argento guizzarono preoccupati sul viso della giovane e la videro sorridere.

Serena e felice.
-Sei davvero qui.-
Constatò con tono gioioso, sottovoce, e ridacchiò.
-Dove siamo?-
Gli domandò poi, rilassando il viso su di un lato.
Draco strinse la presa attorno alla sua mano e sorrise mesto.
-In infermeria…Ti sei sentita male, stanotte…Ma perché non apri gli occhi?-
Alexis corrugò la fronte.
-Cosa…?-
-Guardami, Alex…Ti prego.-
Il tono di voce che usò non era supplichevole, ma in qualche strana maniera, ci si avvicinava molto.
La moretta rimase in silenzio per qualche attimo e poi scoppiò inaspettatamente a ridere.
-Smettila di scherzare, Draco! Mi prendi sempre in giro e io che ti do retta…-
E rise ancora. Il ragazzo corrugò la fronte e la guardò preoccupato, non riuscendo a capire. O ci vedeva male, oppure la Black aveva gli occhi chiusi e il viso girato dall’altro lato rispetto a lui. Che andava blaterando? Che fosse ancora il delirio della febbre?
O forse era lui che era solo stanco.
-Alex…?-
-No, sul serio: che posto è mai questo?-
Domandò seria e Draco la guardò veramente preoccupato.
Ora che la osservava bene però, a parte le belle labbra che si muovevano per parlare, sembrava che Alexandra stesse ancora…dormendo! E probabilmente sognando…
-Dove ti trovi?-
Provò a domandarle allora, stringendole la mano con affetto.
Alexis rise di nuovo, divertita.
-Come dove sono? Qui accanto a te, no? Non vedi, mi stai anche tenendo per mano! Non ti piace questo posto, Draco? E’ così tranquillo…C’è tanta pace qui. E ci sono molte rose blu, forse anche troppe, non trovi? Però mi piacciono le rose blu…-
Raccontò, ridacchiando di tanto in tanto. Se non fosse stata sdraiata in un lettino di infermeria, Draco era sicuro che sarebbe apparsa molto carina in quel momento, e che avrebbe zompettato felice di qua e di là, come una bimba in un mondo fatto di zucchero e giochini.
-Ti piacciono le rose blu…-
Ripetè, registrando l’informazione. La ragazza annuì e sorrise.
-Sì, è il fiore che preferisco…Ma tu che cosa ci fai qui? Questo luogo dovrebbe essere solamente mio…E’ il mio piccolo angolo di Paradiso, tu non dovresti affatto essere qui…-
Si lamentò, storcendo la bocca. Poi si morse il labbro inferiore, indecisa, e Draco ridacchiò divertito: riusciva ad essere tenera anche nel bel mezzo di un sogno.
Senza riuscire a trattenersi, le lasciò andare la mano e le accarezzò il viso con la punta delle dita.
-Forse lo so perché sono qui con te, mia piccola Alexandra…-
Le sussurrò in un orecchio, con voce carica di dolce sensualità.
Nonostante stesse dormendo, il corpo della ragazza ebbe un sussulto e fu attraversato da un brivido. Draco le accarezzò una spalla e poi un braccio, fino a riprenderle la mano e portarsela alle labbra.
-S-sì? E perché…?-
Tentennò Alexis, scossa da un altro brivido.
Il biondino ridacchiò ancora, sfiorandole le nocche.
-Forse sono un angelo…Il tuo angelo custode.-
Le sussurrò di nuovo, prima di lasciarle un lento bacio sul dorso della mano.
La ragazza rabbrividì di nuovo e poi sorrise, rossa in viso.
-Davvero?-
Soffiò, senza più voce né fiato.
Draco sorrise e le accarezzò di nuovo una guancia, con un gesto lento e carico d’affetto.
-Lo sono…Se tu vuoi che io lo sia.-
Le rivelò con dolcezza e lei sorrise ancora, prima di rilassare di nuovo il viso su di un lato.
-Mmm…-
Fu l’unica risposta che uscì poi dalle sue labbra, prima che si voltasse e si appallottolasse, dandogli la schiena.
Draco sbuffò divertito e rimase ad osservarla respirare, finalmente tranquilla e libera dalla schiavitù di quegli incubi che l’avevano fatta tanto agitare e ammalare.
Passò qualche minuto di silenzio, in cui gli unici rumori erano quelli regolari del respiro di Alexis e quelli sordi di due cuori che battevano decisamente all’unisono.
Poi, all’improvviso, la moretta mugugnò qualcosa, prima di parlare di nuovo.
-Draco…?Sei ancora qui?-
Mormorò con voce impastata dal sonno.
Il ragazzo la osservò.
-Mmh.-
Asserì, guardandola di sottecchi.
-Cogli le rose blu per me?-
Gli domandò, con un pizzico di divertimento nella voce.
Draco ridacchiò e fece spallucce.
-Se vuoi, per te lo farò.-
Rispose con un sorriso.
-Sai cos’altro mi piace, oltre le rose blu?-
Rise Alexis.
-Cosa?-
-L’odore di pioggia.-
-L’odore di pioggia?-
-L’odore di pioggia.-
Ripetè, sospirando.
-Strano odore…Sei la prima a cui lo sento dire. Bhe, non che ci sia qualcosa di male, insomma…E’ originale, davvero.-
Rimuginò lui, piegando il viso su di un lato.
Più la conosceva e più si rendeva conto di quanto la sua piccola Black fosse speciale.
Alexis rise divertita.
-E sai perché mi piace?-
-Perché?-
Domandò interessato.
-Perché è l’odore della pelle di una persona molto importante per me.-
Draco corrugò la fronte, non gli piaceva la piega che stava prendendo quella conversazione.
-Di chi?-
Alexis ridacchiò ancora, il tono che Draco aveva usato annunciava imminente rabbia causata da una gelosia divoratrice.
-Lo vuoi sapere davvero?-
-Sì.-
Rispose secco, quasi scocciato.
Lei rise di nuovo, divertita.

-Il tuo.-
Sussurrò imbarazzata.
-E’ il tuo odore, quello grazie al quale potrei riconoscerti anche ad occhi chiusi.-
Rivelò e Draco la fissò incredulo.
I battiti del suo cuore aumentarono all’improvviso e si ritrovò a ringraziare che Alexandra fosse girata di spalle, altrimenti avrebbe dovuto trovare una scusa plausibile per spiegare quel colorito che gli aveva imporporato leggermente le guance solitamente diafane.
Rimase in silenzio, senza sapere bene cosa dire e soprattutto per paura di avere la voce incrinata da quella strana sensazione di calore e benessere che gli aveva scaldato il petto.

Maledetta Black, che cosa diavolo gli aveva mai fatto?!?
Passarono altri minuti di silenzio, prima che…
-Draco?-
-Mmh.-
-E a te cos’è che piace?-
Il biondino la guardò sorpreso, rendendosi conto solo qualche secondo dopo che non poteva vederlo.
Così sbuffò sonoramente, apparentemente annoiato dalla domanda.
Non rispose, non subito.
Poi, dopo averci pensato, finalmente trovò una risposta per niente banale.
-Le albicocche.-
Asserì con convinzione.
-Le albicocche?-
Ripetè lei in una domanda, come aveva fatto lo stesso ragazzo poco prima.
-Le albicocche.-
Confermò lui, con tono atono.
Alexis sembrò pensarci su un po’, senza aggiungere altro. Draco rimase ad osservarla incuriosito e con uno strano sorrisino sghembo dipinto sulle labbra perfette.
-E perché proprio le albicocche?-
Domandò dopo un po’, la voce strascicata.
Draco rimase in silenzio qualche minuto e nascose una risatina divertita in uno sbuffo quasi annoiato.
-Alexandra? Non volevi che ti raccogliessi delle rose blu?-
Chiese sornione, alzando un fine sopracciglio.
-Cosa?-
Alexis sembrò tornare improvvisamente alla realtà e si schiarì la voce con fare teatrale.
-Ehm…Oh sì…Giusto, le rose…Ehm…Bhe, raccoglile allora, no? Guarda quante ce ne sono in questo bellissimo campo…-
Esclamò un po’ a disagio. Se fosse stata sveglia, Draco era sicuro che si sarebbe portata i capelli dietro le orecchie e avrebbe preso a lisciarli, come faceva sempre quando era incredibilmente nervosa.
-Alexandra?-
-Mmh…?-
-Guarda che lo so che sei sveglia…-
Sbuffò Draco divertito, sfiorandole una spalla con la punta delle dita.
La ragazza rabbrividì e mugugnò.
-Non è vero…-
Mormorò con uno sbadiglio lamentoso.
-Smettila di fingere…-
Cantilenò il biondino, accarezzandole i capelli che si aprivano a ventaglio sul cuscino.
Alexis mugugnò ancora.
-Non sto mentendo…-
Poi sbuffò e ridacchiò senza riuscire a trattenersi.
-Ok…giusto un pochino!-
Ammise, decidendosi finalmente a girarsi. Lo sguardo smeraldino trovò immediatamente quello argenteo, che la ricambiò scintillando. Le belle labbra di albicocca di aprirono in un sorrisino timido, mentre le guance si imporporavano deliziosamente di quella tonalità che a Draco piaceva tanto.
Rimasero ad osservarsi per un po’, senza sapere bene che cosa dire.
Fu lei, questa volta, ad interrompere il silenzio.
-Ehi…-
Sussurrò imbarazzata.
-Ehi.-
Rispose lui semplicemente, avvicinando una mano al suo viso e prendendo ad accarezzarle i capelli, attorcigliando una ciocca intorno all’indice, quasi a farne un bel boccolo.
-Come ti senti?-
Domandò apprensivo, scrutandola con un’occhiata ansiosa.
Alexis si morse il labbro inferiore.
-Come qualcuno a cui è appena stato inflitto un Cruciatus…-
Sospirò, socchiudendo gli occhi e scuotendo leggermente la testa.
Draco continuò ad osservarla angosciato, mentre attorcigliava il boccolo con delicatezza, finche lei non tornò a guardarlo con un sorrisino spento.
Fu allora che allontanò la mano dai capelli, congiungendola con l’altra e portandosela alle labbra, i gomiti poggiati sulle ginocchia. Chinò il capo e lasciò che i biondi capelli disordinati calassero a coprirgli gli occhi.
-Mi dispiace…Alexandra, mi dispiace…-
Mormorò sincero, stringendo le mani così forte da far sbiancare le nocche. Lei lo guardò costernata, senza sapere cosa dire. Si limitò ad osservarlo, gli occhi lucidi.
-E’ tutta colpa mia se sei ridotta in questo stato…Io non merito di starti accanto…Non dopo quello che ti ho fatto! Sono stato un completo idiota…Non lo meritavi…Non lo meritavi affatto…-
Sussurrò più a se stesso che a lei, sbattendo la fronte sulle nocche.
Alexis lo guardava incapace di reagire, come se quel peso che sentiva sul cuore le impedisse qualsiasi movimento. Provò ad allungare una mano per sfiorargli le sue, ma appena si mosse fu costretta a fermarsi, perché Draco aveva sollevato il capo e la aveva inchiodata con un’occhiata disperata.

Quell’argento solitamente gelato era ora una liquida e sincera pozza in cui perdersi.
-Ma è tutta colpa tua!-
La accusò, quasi con un ringhio profondo che la fece sobbalzare. La trafisse con un’occhiataccia carica d’odio, ma poi, immediatamente, il suo sguardo si addolcì di nuovo e la mano corse a cercare quella di lei, stringendola con affetto e portandosela vicina alle labbra.
-Non ci capisco più nulla…Non so cosa tu mi abbia fatto, so solo che ti desidero come non ho mai desiderato nessun’altra…-
La vide tremare leggermente e farsi tesa, mentre le guance diventavano di un bel cremisi. Allora ridacchiò divertito.
-Tranquilla, non in quel senso…Non fraintendermi: non è che io non ti desideri anche in quel senso, ma non era ciò che intendevo. Io desidero che tu sia solo mia e di nessun altro. Quando ti vedo con un altro ragazzo mi monta dentro una rabbia così grande che vorrei spaccargli la faccia! Ogni volta che qualcuno ti si avvicina troppo, non so spiegarmi il perché, ma c’è come una molla che mi scatta dentro e mi fa desiderare che quella persona sparisca per sempre…-
Alexis lo ascoltava sorpresa, gli occhi spalancati e le labbra dischiuse.
-Io non…-
Mormorò confusa, ma lui la interruppe, stringendole la mano tra le sue.
-Se quella persona poi è Potter, la gelosia mi consuma velocemente come veleno nel sangue. E non è propriamente perché è lui, San Potter, coloro che tutti amano e che tutti stimano.-
Sputò con disprezzo, stringendo gli occhi fino a farli diventare due fessure scintillanti d’odio.
- No. All’inizio credevo fosse solo per questo, perché tu preferivi lui a me, come tutti gli altri. Perché ancora una volta l’essere il famoso Harry Potter gli aveva reso possibile rubarmi qualcosa con semplicità. Ma poi ho realizzato che non era questo…Ciò che mi dava fastidio di vederti con lui eri tu. Le tue espressioni. Alexandra, quando sei con lui, sei luminosa come mai. Ti brillano gli occhi e il tuo sorriso è così bello e sincero da farmi venire il batticuore. E la tua risata allegra mi riempie il cuore e nello stesso tempo me lo distrugge. Perché quando sei con me, non riesci ad essere così spontanea…Quando sei con me diventi rigida, nervosa…Sembra quasi che tu abbia paura di me e questa è sempre stata una cosa che mi ha fatto male, perché mi rendevo conto che la colpa di questo tuo comportamento era la mia e di nessun altro. Così ho provato ad allontanarti, ma tu mi comparivi sempre davanti. Hai cominciato ad essere un’ossessione e più non potevo averti, più ti desideravo. E poi, quando ti ho scoperta ad abbracciare San Potter non ci ho più visto, perché ho capito che stavo per perderti. Che lo Sfregiato aveva vinto ancora una volta. E questo ha scatenato le mie reazioni…E quando ti ho vista difenderlo, ho capito che io ti avevo già persa e così ho voluto distruggerti. Ho desiderato che soffriste entrambi e ci sono riuscito. Devo ammettere che vederlo lì, con quella faccia da ebete, mi ha dato una grande soddisfazione.-
E qui si esibì in un ghigno degno di Salazar Serpeverde in persona. Dopo, quasi immediatamente, il sorriso gli scivolò via dalle labbra, mentre abbassava lo sguardo, improvvisamente cupo.
- Ma poi, aver incontrato i tuoi occhi disperati e tristi mi ha fatto morire. Ignorarti per tutta la settimana è stato devastante, desideravo morire ogni volta che ti avvicinavi. Ma non volevo mai più rivolgerti la parola, perché ero convinto che così sarei riuscito a dimenticarti…Ma Blaise continuava a dirmi quanto stessi male e la cosa non faceva che peggiorare di giorno in giorno. E più mi ostinavo a starti lontano, più desideravo venire da te e dimenticare tutto ciò che era successo. Ma non ci riuscivo…Forse sono davvero cattivo come tutti sostengono. Perché una piccola parte di me godeva nel sapere che stavi soffrendo come avevo sofferto io.-
Sputò l’ultima frase con rabbia, prima di rialzare lo sguardo su quello di Alexis, che lo osservava angosciata e dispiaciuta.
Poi, inaspettatamente, Draco le sorrise.

Ed era il sorriso più bello e sincero che gli avesse mai visto sulle labbra.
E anche il più malinconico.

- Ma la verità era che non provavo alcuna soddisfazione e quando stanotte Blaise ti ha nominata, la molla che avevo frenato è scattata in tutta la sua potenza e mi ha fatto correre da te. Non c’era nient’altro nella mia testa…Nient’altro che te e il desiderio di vederti, stringerti, averti. E…ti giuro, quando ti ho vista in quelle condizioni, ho temuto che non ti svegliassi più. Ho creduto che il cuore mi si fermasse quando chiamandoti non reagivi…-
La presa intorno alla mano si fece più salda, mentre con bisogno urgente le sfiorava le nocche con le labbra, per sentire quell’odore e quella morbidezza che erano solo sue.
Alexis lo osservava tremando, mentre ad ogni parola il suo cuore perdeva un colpo.
-Draco io…-
Mormorò e lui alzò il viso di scatto, osservandola ansioso. Avvicinò una mano al suo viso e le sfiorò una guancia, raccogliendo le lacrime che non si era nemmeno resa conto di stare versando.
- Non mi sono mai sentito così...Non ho mai provato quello che provo per te con nessun’altra ragazza…Non so cosa significhi ciò con precisione né cosa mi stia accadendo…Ma c’è una cosa di cui sono certo ed è che ti voglio. Alexandra io ti voglio. Voglio che tu sia mia e di nessun altro.-
Dichiarò serio, inchiodandola con uno sguardo impenetrabile, mentre continuava ad accarezzarle le guance per asciugarle dal pianto.
Lei rimase in silenzio per qualche minuto, senza riuscire a spiccicar parola. Si mordeva il labbro inferiore e si torturava le mani in grembo, sinceramente scossa.
Socchiuse gli occhi e un sospiro tremante lasciò le sue labbra.
-Draco io…Io non immaginavo che provassi ciò…O forse, non ho mai davvero pensato ad altro che non fosse me, perché forse sono solo una grande egoista. E’ vero, non meritavo di essere trattata come hai fatto in questa settimana. Il vederti ignorarmi con facilità e passare con altrettanta semplicità da una ragazza all’altra mi ha annientata. Credevo di morire ogni volta che ti incrociavo in corridoio e non mi degnavi neanche di uno sguardo. I tuoi occhi non mi lanciavano neanche occhiatacce cariche d’odio o di delusione. Mi sarebbe bastato anche questo, ma l’essere ignorata in quel modo mi ha fatto ancora più male. Mi ha fatto sentire invisibile e inutile. E mi ha fatto male soprattutto il pensiero che per te non contassi davvero nulla. Che fossi stata solo un giochino, la novità, un passatempo per non annoiarti durante il periodo scolastico. Ma forse, ciò che mi faceva stare più male di tutto, era la consapevolezza che meritavo di essere trattata così. Nonostante la mia testa mi dicesse che non avevo fatto nulla di male, per meritarmi la tua indifferenza, il mio cuore era consapevole che me l’ero cercata e che ora meritavo di soffrire come stavo soffrendo. La verità è che credo di aver capito la tua rabbia e ciò ha alimentato la mia nei tuoi confronti. Quello che davvero non capivo era che non odiavo te per farmi soffrire, ma odiavo me stessa per essere la causa del tuo comportamento. Ogni volta che ti vedevo abbracciare qualcuna o scambiarti effussioni con un’altra mi sentivo uno schifo. Mi faceva così male vederti con loro da costringermi al vomito…Soprattutto quando al ballo di Halloween sei andato con la Parkinson…E quando vi ho visti baciarvi sotto il riflettore, in quel modo così appassionato e pieno di desiderio, ho creduto davvero di morire…-
Draco la osservava silenzioso come aveva fatto lei prima, continuando ad accarezzarle le guance con gesti carichi d’affetto e di apprensione.
-Alexandra, Pansy non conta niente per me…Quella sera l’ho usata solo per farti soffrire e la mia non è una banale scusa…Perché l’unica con cui voglia davvero stare sei tu.-
Ribasì serio, sospirando un po’ in difficoltà.
Alexis sorrise, annuendo.
-Sì e ora lo so…Ma quello che cercavo di dirti è che il tuo comportamento mi ha fatto capire come ti senti tutte le volte che mi vedi con Harry. Il perché della tua rabbia, del tuo odio, della tua aggressività. Sinceramente, avrei spaccato volentieri la faccia a quelle oche che ti giravano intorno!-
Dichiarò seria, riprendendo le stesse parole usate poco prima dal ragazzo, cosa che lo fece ghignare d’orgoglio: la sua piccola Black stava crescendo.
La ragazza sorrise, ma poi abbassò lo sguardo, improvvisamente triste di nuovo.
-Draco…Io vorrei poterti dire che Harry per me non conta nulla e rassicurarti come hai fatto tu…Ma non posso, perché ti mentirei…-
Il biondino la guardò con un’occhiata impenetrabile, facendosi improvvisamente impassibile. Lentamente le mani scivolarono via dal viso di lei, per ricongiungersi in grembo, nuovamente strette in due pugni così violenti da far sbiancare le nocche.
Alexis alzò lentamente il viso per vederlo con gli occhi vuoti puntati su un orizzonte lontano e immaginario, l’espressione di pietra. Allora si sporse dal letto e avvicinò le sue mani a quelle del ragazzo, che prese ad accarezzare con dolcezza, finchè non riuscì di nuovo a catturare la sua attenzione. Allora gli sorrise sincera.
-Draco, ascolta…Ti ho chiesto se fossi il mio angelo custode e tu mi hai risposto che se volevo, lo saresti stato…Ebbene sì, io lo voglio.-
Lo guardò dritto negli occhi, seria a sua volta. Lui si limitò a scrutarla, senza capire dove volesse arrivare.
-Poi mi hai chiesto di essere tua e tua soltanto…E io ti rispondo che io sono già tua e di nessun’altro. E se tu lo vorrai, lo sarò per sempre. Quello che provo per te non lo provo per nessun’altra persona al mondo. E’ qualcosa di indescrivibile che mi rende felice quando stiamo insieme, mi rattrista quando siamo lontani e mi rende gelosa quando ti vedo con un’altra. Questo perché l’unica persona con cui vorrei stare e di cui vorrei essere, sei tu. Tu, non Harry.-
Chiarì, prendendogli una mano tra le sue e portandosela su di una guancia, per poi strusciarsela sopra. Lui la osservò con espressione addolcita, e le accarezzò il viso con il pollice.
-E poi c’è Harry…-
Ed eccolo irrigidirsi di nuovo. Alexis gli strinse di più la mano contro la sua guancia e ci si strusciò di nuovo contro, quasi a volerlo rassicurare.
-Ma per lui è una storia diversa…Il sentimento che provo per Harry non è neanche lontanamente paragonabile a ciò che provo per te! Il bene che voglio ad Harry è un bene…fraterno, ecco. Mentre per te non è assolutamente fraterno, decisamente no…!-
E ridacchiò imbarazzata, arrossendo leggermente mentre si strusciava ancora contro quel palmo ora stranamente caldo e accogliente.
-Io non posso dirti molto, Draco…Ma ti chiedo solo una cosa...-
Alzò lo sguardo smeraldino su quello argenteo che la osservava serio, e lo fissò con espressione intensa e sincera.
-Fidati di me…-
Gli disse con voce intensa, carica di emozione.
-Perchè sul serio, io non provo nulla per Harry e…-
Ma prima che ricominciasse a parlare, Draco si alzò e le si avvicinò così tanto che i loro nasi quasi si sfiorarono. La mano che teneva sulla guancia scivolò sulle labbra, sulle quali premette delicatamente l’indice, zittendola.
-E’ okay Alex…Non mi devi alcuna spiegazione: mi hai chiesto di fidarmi di te e ho deciso di farlo. Io mi fido di te, Alexandra Black.-
Le sussurrò serio e il suo respiro gelido, quel respiro che lei aveva imparato tanto ad amare, le sfiorò deliziosamente le labbra, come non faceva ormai da troppo tempo. Poi le riprese il viso tra le mani e posò la fronte su quella della ragazza, osservandola intensamente e con sguardo liquido.
-C’è solo un’ultima cosa che ti chiedo di fare, Alexandra…Dimmi che mi vuoi. Dimmi che mi desideri e che sarai mia e di nessun altro al mondo.-
Mormorò, socchiudendo gli occhi con espressione persa.
Alexis lo osservò imbarazzata, consapevole che Draco sentisse benissimo i battiti oltremodo accellerati del suo cuore. Sorrise e socchiuse gli occhi a sua volta, facendo aderire meglio le loro fronti.
-Draco Lucius Malfoy…Io ti voglio e ti desidero come non ho mai desiderato nessun altro. E voglio essere tua e tua soltanto…Per cui non lasciarmi andare…Non abbandonarmi più…-
Gli sussurrò ad un centimetro dalle labbra e lui sorrise, chiudendo completamente gli occhi e annullando la distanza tra le loro bocche, che si unirono lentamente, perfette come tasselli di un puzzle.
-Sei mia Alexandra Black…Mia e di nessun altro e non ti cederò mai a nessuno…-
Le mormorò, prima di cominciare a baciarla con urgenza, schiudendole immediatamente le labbra e prendendo a giocare con la sua lingua, in un appassionato insieme di rincorse, intrecci e morsi dolci più del miele fuso su un morbido letto di cioccolata bollente.
E questa volta non ci fu gentilezza, ma solo bisogno urgente da parte di entrambi di sentire l’altro.

Di sentirsi desiderati.
Di sentirsi solo e unicamente loro.
E di nessun’altro.

E mentre continuavano a baciarsi con quella passione piena di un sentimento indescrivibilmente meraviglioso, si accarezzavano i capelli, le guance, le spalle, le braccia, qualsiasi cosa, per sentirsi davvero loro e per accertarsi che non sarebbero spariti da un momento all’altro, rivelandosi solo un mero ed effimero sogno.
Non seppero dire quanto tempo durò quel momento.
Forse attimi infiniti.
O forse deboli secondi.
Ma sinceramente non gli importava poi molto.
Ora c’erano loro – il loro amore? – e nessun’altro.
La dimensione temporale era decisamente la cosa che meno gli interessava al mondo.
E quando finalmente si lasciarono, schiudendo entrambi le labbra, avevano il fiato corto e i cuori che battevano all’unisono, così velocemente da sembrare che volessero sfondare le casse toraciche e ricongiungersi per coronare il loro sentimento.
Draco la osservò, deliziandosi come sempre di quel rossore tipico delle sue guance, che prese ad accarezzare morbidamente con un sincero e bellissimo sorriso dipinto sulle labbra perfette.
Sorriso che Alexis ricambiava in pieno, gli occhi lucidi per l’emozione provata.
Era come se con quel bacio fosse finalmente tornata a vivere.
E lo stesso valeva per lui, decisamente.
Restarono ad osservarsi per altri momenti infiniti, finchè lui non distolse lo sguardo, schiarendosi la voce.
-Direi che è ora che vada e che ti lasci riposare…-
Affermò, tornando a guardarla con quel sorriso sereno, alzandosi in piedi e sfiorandole la fronte con un bacio.
-Dormi e riprenditi, mia piccola e bella Black…-
E poi si voltò, avviandosi verso l’uscita dell’infermeria.
Ma fu costretto a fermarsi ancora prima di compiere mezzo passo, perché una mano piccola e affusolata lo aveva preso per le dita e ora lo tirava con delicatezza.
Draco si voltò per trovarsi davanti una visione deliziosa che gli fece battere il cuore e lo fece arrossire involontariamente.
Alexis era seduta in ginocchio sul letto, le coperte abbandonate sul fondo del materasso. Vestita solo di una leggera camicia da notte –che lasciava intravedere la biancheria di pizzo bianco e che lasciava scoperte le gambe – e con i capelli sparpagliati sulle spalle, le gote arrossate e gli occhi lucidi, sprizzava sensualità da tutti i pori.
E la cosa peggiore era –e Draco Malfoy lo sapeva bene- che non se ne rendeva minimante conto, ingenua com’era.

Quella sera l’autocontrollo del Principe di Serpeverde fu messo decisamente a dura prova.
-Draco…Rimani qui con me, stanotte…Non lasciarmi…-
Sussurrò, con tono quasi supplichevole, che fece mancare un colpo al cuore del ragazzo.
Il biondino deglutì in difficoltà come non era mai stato in vita sua e la guardò un po’ indeciso. Alexis si morse il labbro inferiore e piegò il visino su di un lato, facendolo fremere.
-Per favore…Io…-
-E okay, d’accordo!-
Sbottò brusco, lanciandole un’occhiataccia indefinibile.
Le labbra della moretta si aprirono in un sorriso luminoso, mentre gli faceva spazio nel lettino. Draco sbuffò, cercando di calmarsi, e si sdraiò accanto a lei, tirando le coperte a coprire entrambi.
Alexis lo osservò con un sorriso contento e gli si avvicinò, fino a posare la fronte bollente sul suo petto nudo e socchiudere gli occhi, la mano chiusa in un pugno abbandonata sulla spalla di lui. Decisamente teso –Dio, come si sentiva stupido in quel momento- le cinse la vita con un braccio e la strinse a se, per farle sentire che gli era accanto, e le prese la mano, accarezzandole con l’altra il viso, con gesti lenti e carichi di affetto.
-Grazie…Grazie Draco. Ti adoro...-
Sussurrò la ragazza, prima di cadere vittima del sonno, sentendosi serena e protetta da ogni pericolo del mondo.
Draco la osservò dormire, troppo teso per chiudere occhio.
E davvero, la cosa peggiore, era che lei non si era per niente resa conto di quanto la situazione potesse essere difficile per lui.
Draco Malfoy che stava al letto con una ragazza senza farle nulla?
Era impossibile da pensare, ma per lei, quella notte, non fece nulla.
Rimase solo ad osservarla e ad accarezzarle il viso.
Perché ora, l’unica cosa che contava, era che stavano insieme e che non avrebbe più permesso a nessuno di portargliela via.

Poi, il resto, sarebbe venuto da sé.
Perché per una volta, Draco Malfoy non aveva alcuna fretta di consumare quel rapporto.
Voleva viverlo in pieno, perché questa volta Draco Malfoy aveva davvero perso la testa per una ragazza.

E quella ragazza ora era finalmente e totalmente sua.
E di nessun altro.

 

 

 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


x elita: Ehilà elita, eccoti finalmente il seguito! Spero sinceramente che ti sia piaciuto e aspetto un’altra tua stupenda recensione! Comunque sì, ovviamente Alexis ha visto Ginny, come tutti sappiamo, ma lei non lo ricorda e scopriremo in seguito il perché xD Ed Hermione sì, ha decisamente esagerato, ma vabbhè, come si dice c’est la vie *lol*…Allora, ti è piaciuta la ribalta di Draco??? Spero vivamente di sì, fammi sapere, un bacione enorme!=)


x Elly 11:
  Ciao Elly, allora com’è andata la verifica di matematica e geometria? Spero sinceramente bene, perché vorrei ritrovarti qui a leggere la mia fan fiction che finalmente sono riuscita ad aggiornare! Quindi spero che potrai lasciarmi una recensione per dirmi cosa ne pensi di questo nuovo capitolo *hai visto che questa volta è bello lungo e pieno di emozioni?* Per quanto riguarda Alexis e Hermione amiche, vedremo in seguito, per il momento il loro rapporto rimarrà un po’…teso!

 
x Ashley Snape:
Ehilà, che bello rivederti! Grazie mille per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere >___<

 
x le_montagnine:  Ele, Isa io vi adoro! Sul serio, la vostra recensione mi ha messo il buon umore e mi ha fatto fare tante sincere risate, siete simpaticissime! Vi invidio, anch’io vorrei avere una sorella con cui condividere le mie cose, e invece sono figlia unicaç___ç Ma vabbhè, sorvolando su ciò XD Finalmente sono riuscita a postare il nuovo capitolo e spero che vogliate farmi sapere che ne pensate, come al solito! Rispondendo alle vostre domande:
- Sì, Alexis e Harry si somigliano, ma a nessuno verrebbe sinceramente in mente che una Black Serpeverde e un Potter Grifondoro possano avere un qualche legame di parentela, quindi nessuno si pone sinceramente il problema. Anche perché alla fine a vederli sempre insieme è solo Draco.
-Sirius al momento è ancora disperso, come avete potuto leggere, ma più in là tornerà, promesso!
-Draco direi che in questo capitolo si è riscattato, no? Vi è piaciuto??*____* Spero vivamente di sì!!
Dunque ora vi lascio e spero di ritrovarvi entrambe a recensire e a farmi sapere che ne pensate *noooo Ele non mandare la Isa in ospedaleeee* xDxD
Un abbraccio forte forte ad entrambe!

 
x Minnieinlove: Cara cuginaH, Hermione non sarà villana come dici tu, ma quando ci si mette sa essere un bel peperino xD Comunque sì forse ho un po’ esagerato, ma mi serviva per far capire come Hermione consideri Alexis *la odia proprioxD* Comunque come c’è scritto in più di una mia introduzione, l’età di frequentazione di Hogwarts non è pertinente all’originale, e pur essendo Harry, Draco e co al secondo anno, hanno 16 anni, mentre Alexis, al primo ne ha 15, tutto chiaro?xD

 
x miyuko: Geeeeeeeeeeeeemy, finalmente dopo un intero pomeriggio son riuscita a concludere il capitoloooo!! Ora goditelo e fammi sapere che ne pensi –TITTO (XD)

 
x BlackFra92:
 Ciao Carissima e benvenuta tra le mie lettrici/recensitrici <3<3 Son contenta che la storia ti piaccia e spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento!*O* Fammi sapere che ne pensi, mi raccomando! Un bacione, Ada =*

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Giulia K Monroe