Capitolo 20 - Promissio gemina
Nel
momento stesso in cui quella domanda è uscita dalla mia bocca, sento
distintamente di aver sbagliato a farla.
Sebbene
la curiosità mi laceri dentro, sebbene ogni mio pensiero e convinzione mi sia
sfuggito dalle mani e sebbene so che Draco è il solo che davvero potrebbe
rispondere, so anche che questa domanda io non avrei dovuto farla.
La
fiducia a cui Draco raramente si abbandona, è come un
castello friabile di carte, pronto a crollare per una cosa qualsiasi che possa
minarlo.
E ora la
mia domanda è stata come puntare un cannone contro quel castello e sparare.
I suoi
occhi già sono cambiati, sensibilmente, lame d’acciaio fredde e dure, occhi da…
Mangiamorte. Purtroppo non mi posso
negare questa similitudine, perlomeno mentalmente: la luce è scomparsa e il
diavolo è tornato sul suo viso, impietrendomi nelle sue iridi che mi trapassano
da parte a parte, come se nemmeno esistessi, come se fossi solamente una folata
fastidiosa di vento, aria inconsistente e passeggera che, a malapena, lo sfiora.
Ultimo
retaggio di un’umanità ancora preservata, sono le sue braccia che stringono
ancora in modo quasi isterico Serenity.
Abbasso
gli occhi, paura e rimorso nell’aver aperto bocca.
Lui,
senza nemmeno una parola, mi sorpassa davvero come se non mi vedesse nemmeno,
allunga la mano verso la pozzanghera e, in un fascio di luce opalina, la fa
esplodere in milioni di gocce argentate, dense come mercurio. I capelli mi si
drizzano sulla nuca, elettricità pura che crepita nell’aria, non lo ricordavo
così potente… per un attimo assurdo, mi è sembrato di rivedere davanti agli
occhi Lucius Abraxas Malfoy.
E non è
stata una bella sensazione, per inciso.
Sei uguale a tuo padre… una volta, ormai tantissimo tempo
fa, glielo ho detto, ma effettivamente io non ci ho mai creduto davvero,
nemmeno quando eravamo a scuola.
Per
motivi diversi, ma non l’ho mai pensato.
Prima
per il potere di Lucius, che Draco non aveva. Poi, nonostante tutto, per il
coraggio di Draco di fare il doppiogioco con Voldemort, coraggio che il padre
non aveva mai avuto.
E poi
per il suo… cuore. Strano a dirsi, ma
da quando sono qui, credo che sia quello il maggior tratto distintivo tra Draco
e suo padre.
Serenity
ne è un esempio.
Eppure,
ora quasi mi sento di escluderlo questo suo cuore, come se davvero fosse una
bestia priva di esso, pronta a calpestare chiunque intralci la sua vita o
sollevi minimamente polvere attorno a sé. Infatti, Serenity inizia a piangere,
ma lui non la rassicura, resta in silenzio, continuando a camminare con finta
nonchalance.
Finta,
perché i suoi passi non sono lunghi, distesi, sicuri, come sempre.
Esita
nel camminare, volge spesso il viso a destra e sinistra e non degna Serenity
della benché minima cura o attenzione.
Scrollo
il capo dai quei pensieri, per poi sollevarmi da terra di scatto. Con voce
timida e tremula, lo chiamo, ma lui non mi fa nemmeno finire di pronunciare il
suo nome: “Farai bene a non continuare nemmeno la tua domanda, Granger…”.
Tremo su
me stessa, mentre si volta e mi minaccia solamente con quella voce
agghiacciante, accompagnata dalla mascella indurita e dall’espressione di un
uomo incattivito e pieno di odio, pronto a farmi qualsiasi cosa, qualora avessi
la suicida idea di continuare a parlare.
Ecco… ancora… Lucius Malfoy… non l’ho
mai visto così… mi fa quasi… paura…
Non ho
mai avuto paura di lui, sia chiaro… nemmeno la magia che ha usato davanti a me
e che ho percepito come molto più potente di come mi ricordassi i poteri di
Malfoy, mi ha davvero impensierito. La magia, anche forte
che sia, non mi ha mai preoccupato; insomma anche io
posso ricorrere a incantesimi che non richiedano l’uso di una bacchetta, senza
nemmeno violare la mia condanna, perché si tratterebbe di una questione di
sopravvivenza. E un ipotetico scontro tra me e lui, non mi renderebbe
certamente una facile vittima. Anzi… dovrebbe essere lui a preoccuparsi, in
quel caso…
È quel Granger, di nuovo, a preoccuparmi.
È di
nuovo il muro che mette per tenermi lontana. Prima lo fa crollare e poi lo erge
daccapo, ancora più alto ed insormontabile del
precedente.
Con una
punta di frustrazione, penso di non farcela più, penso che sarebbe tutto
maledettamente meno incasinato se lo lasciassi perdere,
iniziassi a correre ed arrivassi a nuoto sulle coste della Florida. Aprirei un
bel chiostro sulla spiaggia, inventerei dei cocktail innovativi e mi sposerei
con uno che fa la pubblicità delle attrezzature da palestra. Oppure, chissà,
chiamerei Hayden e faremmo sesso sfrenato sulla spiaggia fino alla prossima
glaciazione.
Sospiro,
anche i pensieri lussuriosi sullo sconosciuto che mi ha baciato poche ore fa
non mi distraggono dall’idiota che ho di fronte.
Sono
davvero irrecuperabile, oramai…
Probabilmente
dovrei decidermi a fare una bella chiacchierata con Zabini o anche con
Insomma,
come minimo, ipotizzerebbero un mio discutibile senso del macabro.
Magari,
faccio una seduta spiritica ed invoco l’anima di
Narcissa Malfoy, e le chiedo delucidazioni sul loro genoma, anche se dubito che
ammetterebbe che sono affetti da personalità multiple. Anche se Draco sembra
invece chiaramente schizofrenico in certe cose… cinque secondi fa, mi ha
promesso di darmi un motivo per restare, qualora lo volessi, tutto poi
abbracciandomi… ed ora, solo perché ho nominato
Serenity e ho chiesto chi sia, siamo tornati al Granger e alle minacce
sibilate.
Paradossalmente e stranamente, mi ci sono quasi abituata.
Non è
vero, non mi sono abituata, mi sono rassegnata…
che è ben diverso. E che è una cosa che mi provoca fremiti d’irritazione in
tutto il corpo.
Serro le
mani a pugno, guardandolo fisso, lui che regge il mio sguardo con ostinazione,
poi riapro la bocca impastata solo per dire: “Non perderò più il mio tempo a
farti domande di alcun genere, Malfoy… anzi, dato che
ci siamo, scordati proprio della mia esistenza…”.
So che
non è da me, so anche che probabilmente è strano
uscirmene all’improvviso con frasi del genere, così estremiste, ma davvero… sono così stanca.
Mi sento
sempre più vuota… e sempre più sola…
Magari
esisterà un giorno una persona che è capace di reggere, che è così forte da
farcela… o magari lo era Rachel o la mamma di Serenity, dato
che ora mi sembra chiaro che siano due persone diverse… ma io non lo
sono. Non posso fingere nemmeno di esserlo.
Meglio
che lo accetti in fretta come cosa, e vada avanti. Prima che sia troppo tardi.
Lo
sorpasso in silenzio, continuando a camminare, non concentrandomi nemmeno sulla
sua faccia, me ne frego di quello che pensa. O meglio, non me ne frego, ma diciamo che voglio fingere che me ne freghi,
d’accordo? Non sopporto più che scelga ad intervalli
alterni se sono una nemica, una conoscente, una dipendente, un’amica o altro…
Basta così, non sono mai stata masochista e non lo diventerò appresso a lui.
Lui non
replica nulla e lo sento camminare alle mie spalle, brucia il suo sguardo
contro la mia nuca.
Mi fermo
all’improvviso su me stessa, prima di dire spazientita: “Tornerò a casa da
sola… avvisa tu Seth…”.
Senza
voltarmi, inizio a correre come una pazza fuori dal maneggio, le scarpe che
sollevano polvere al mio passaggio.
Ok,
d’accordo, ora sembro io la
schizofrenica… ma davvero credo ormai di essere arrivata al colmo della remissività.
Non sono una persona paziente, questo mi sembra che sia abbastanza chiaro,
quindi comprendo che, per una donna votata al sacrificio, semmai il mio limite
di sopportazione sia decisamente basso.
Ma posso
ammettere con certezza che la pazienza che sto avendo con Draco, non l’ho avuta per nessun altro nella vita.
Senza
nemmeno granché in cambio, tranne un bacio che era solo per difendersi, un
abbraccio che non so ora fino a che punto avesse senso e delle parole che già
si rimangia. Che razza di fiducia ha in me, se ancora mi tace questa cosa di
Serenity? E poi in quel modo?
Accetterei
che non me lo dica per motivi personali, ma che mi
risponda così, ormai mi dà troppo fastidio.
Falso.
Mi fa troppo male, non è fastidio.
Come mi
fa male che non abbia fatto nemmeno un passo per
cercare di fermarmi… se n’è fregato.
D’accordo
che Serenity sia importante, ma possibile che lo sia a
tal punto da cancellare ogni sua parola, volizione o pensiero precedente, se
pensa minimamente che il suo segreto sia in pericolo? E poi, ancora crede che
io potrei mettere in pericolo Serenity?
Questo,
se possibile, mi ferisce più del resto.
Dopo una
corsa smodata che mi ha riportato dentro Wonderland,
mi abbandono stancamente su una panchina, respirando affannosamente. Per
fortuna almeno hanno tolto il jingle del parco,
sostituendolo con una ballata pop da primo posto in classifica. Release me, release my
body, I know it's wrong, so why am I with you now.
Perfetto, odio decisamente quando le
canzoni si adattano al mio stato d’animo e ai miei sentimenti. Era meglio
quello stupido jingle idiota.
Scavo nella mia borsa alla ricerca dell’i pod,
almeno adesso mi sparo nelle orecchie i Queen o i Depeche Mode, e non sento più
sto strazio…
Ma invece dell’i pod, trovo il mio cellulare che
sta vibrando.
Lo tiro fuori con fatica, accidenti alla mia abitudine di riempire
le borse di mille cose che penso mi serviranno e poi
non uso. Scanso la bottiglietta d’acqua, l’Amuchina
gel e la scatoletta portatile per il cucito, ed estraggo l’oggetto trillante.
Sul display, compare il nome Ginny.
“Pronto?” biascico, un dito nell’orecchio
per non sentire la maledetta canzone empatica.
“Ciao Herm! Ma si può
sapere dove sei? Si sente un casino!” urla lei, spaccandomi
il timpano.
“Sono a Wonderland, il parco
divertimenti… Seth voleva portarci Serenity…”.
“Tu, in un parco divertimenti?!” replica
lei scioccata nella voce, scommetto che se la vedessi starebbe con la mascella
spalancata fino a terra.
“Lasciamo stare! Che c’è?!” borbotto nervosa.
“Senti, avrei bisogno di parlarti per delle cose…! Quanto ne hai ancora al parco?”.
“Ho finito! Prendo un taxi e
torno a casa… vuoi raggiungermi lì?” chiedo preoccupata. Se Ginny mi
vuole parlare, allora vuol dire che è successo
qualcosa, probabilmente una lite con Harry. La sua voce è calma, ma sembrava
che si stia trattenendo dal piangere.
Mi gratto pensosamente la testa, mentre esco dal parco. Su quale
delle innumerevoli cose potrebbero aver litigato?
Sospiro, come se non lo sapessi, sicuramente c’entra qualcosa che
inizia con matri e finisce con monio. E paradossalmente oggi mi va anche bene sentirla cianciare di
pizzi e merletti, piuttosto che sopportare ancora Draco Lucius Malfoy. Inoltre
sono giorni che non la vedo… un po’ l’amica del cuore devo farla anche io, se non altro per contraltare a Lavanda… altrimenti
quel matrimonio diventerà una specie di notte degli Oscar londinese.
“Ok, allora ti raggiungo tra una mezz’oretta…” dice e riaggancia
con un piccolo singhiozzo trattenuto.
Ripongo il cellulare in tasca, chiamando un taxi. In una
mezz’oretta, dovrei avere anche tempo di farmi una breve doccia… sperando che
non me la faccia lei con le lacrime, sospiro. Mi abbandono contro lo schienale
del sedile del taxi, guardando Wonderland che si allontana
alle mie spalle. Con Draco.
Avevo dimenticato per un attimo di lui. E
di Serenity.
Una strega. Purosangue.
Ma di chi diamine può essere figlia allora? Di
Draco? E se sì, chi è la sua mamma, se non è Rachel?
Cerco di farmi una lista mentale della gente del mondo magico che
conosco, ma non mi viene in mente nessuno che possa rispondere a quelle
caratteristiche, anche perché di Purosangue ne conosco pochissimi, considerando
che non è che siano persone che tendenzialmente
abbiano mai voluto avere granché rapporti con me e con la gente che frequento.
Forse, se parlo con Ginny, in uno dei suoi momenti di lucidità,
potrei avere delle chiarificazioni, certamente conosce più Purosangue di me.
Ora che Draco mi ha di nuovo negato di venire finalmente a conoscenza
dell’identità di Serenity, mi è venuta ancora più
voglia di scoprirla! Soprattutto non tramite lui, ma da sola…farò delle
indagini e lo fregherò, alla faccia sua che non mi vuole dire nulla! Gliela
sbatterò in faccia la verità che non mi vuole dire…
E poi… ora che so che non c’entra Rachel, sono quasi sollevata.
Con lei, non potevo
competere assolutamente.
Sospiro, guardando fuori dal finestrino, sono felice che Rachel
non c’entri, non posso negarlo. Da quando l’ho vista in foto, non riesco a scordare
il suo viso, ed esso mi suggerisce sempre che meno ne so di lei, meglio è. È un po’ contradditorio, considerando che
stamattina sono corsa a casa sua proprio per incontrarla, ma cosa non è
contradditorio in me in questi giorni?
La verità è che sapere che stava con Draco mi ha fatto congelare
ogni curiosità nei suoi confronti.
Perché, già in poche ore, una parte di me ora non vuole che lei,
con la sua presenza fisica, davanti ai miei occhi, non mi permetta di pensare
più a Draco.
Anche se è suicida e terribilmente sbagliato.
Stamattina lo volevo. Ed ora non lo
voglio più.
Mi è bastato che mi
abbracciasse per farmi cambiare idea.
Sospiro ancora, appoggiando la fronte al finestrino freddo, una
piccola lacrima che cade giù. Continua,
nonostante tutto, a fare di me quello che vuole.
Allungo la mano, ancora leggermente sporca di inchiostro,
e la guardo, almeno avresti potuto chiamare Hayden… solo con lui, oggi, mi sono
dimenticata di Draco.
Ed invece ho anche perso il suo numero… e non
ricordo nemmeno un altro recapito a cui potrei trovarlo. Era troppo strano che
un tipo meraviglioso si fosse interessato a me, quindi per bilanciare a livello
di karma dovevo perdere il suo numero, giustamente… incrocio le braccia,
sbuffando.
Finalmente arrivo al Petite Peste, entro dal retro, dove
ovviamente giace l’immondizia che Lorna e Corinne, prive del controllo mio, di
Draco, Seth o Summer, hanno pensato bene di non gettare. Saluto con un sorriso
Lawrence e Trey ed abbraccio April, dicendole che sto
aspettando Ginny e che vado a farmi una doccia.
Lei annuisce, dicendo di stare tranquilla, tanto per oggi non si
sono visti molti clienti quindi basta ed avanza lei.
Poi ovviamente mi chiede degli altri, ma eludo la domanda dicendo che sono
molto stanca e che devo sbrigarmi, prima che arrivi Ginny.
April mi guarda un po’ stranita ma poi mi lascia andare per
fortuna. Salgo, correndo le scale, e gettando tutto per aria, mi scapicollo
sotto la doccia.
Preferisco affrontare Ginny rilassata, perlomeno esteriormente,
piuttosto che sudata, trasandata e terribilmente distratta dal pensiero di
Draco. Forse l’acqua calda laverà via un po’ di lui da me, ma persino il suo
profumo deve essere waterproof dato che acqua, bagnoschiuma mio alle mandorle,
bagnoschiuma di Seth alla cannella (terribile!!)
seguiti da crema idratante alla mela, lo fanno andare via.
In compenso, ora sembro nell’odore che emano una specie di piatto
di dubbio gusto, probabilmente simile al condimento di un pollo tandoori innovativo.
Ma il profumo di Draco, oramai, lo sento dovunque
vado, come un’ossessione assurda del mio olfatto.
Mi spazzolo distrattamente i capelli, quando sento fuori dalla
porta Ginny chiamarmi, la voce abbastanza acuta ed
isterica. Con un sospiro, le urlo che esco subito e lei sembra riprendere a
singhiozzare. Eccola là… se mai avessi avuto il minimo dubbio che la sua non
fosse una semplice visita di piacere…
Mi asciugo la faccia in maniera
distratta, mentre continuo a sentire provenire dall’altra parte della porta
urla strazianti. Sospiro stanca davanti allo specchio e faccio traning autogeno, come sempre in questi particolari
momenti, cercando di prepararmi all’inevitabile. Il maestro di yoga diceva
sempre di respirare e, soprattutto, di ripetersi quanto si è belli,
intelligenti ed importanti per gli altri. Nonostante
però me lo sia ripetuto, non ha avuto decisamente
l’effetto sperato: sono molto più scoraggiata di prima. Ok, d’accordo, so che
comunque me la sono cercata, rispondendo al telefono e facendola venire qui… ma ripeto, non sono del tutto masochista, quindi non è
che sprizzo gioia da tutti i pori al pensiero di incontrare Ginny, modello
salice piangente.
Ne avrei io
di motivi per piangere…
Qualora glielo raccontassi,
scommetto che alla prospettiva di pensare costantemente a Draco Malfoy, anche
lei riconoscerebbe che qualsiasi cosa di catastrofica, fosse anche un terremoto
del nono grado della scala Richter, non ha paragoni…
Mollo il phon sulla mensola del
bagno, tanto non riuscirò a finire di asciugarmi i capelli, e, sospirando ancora,
decido che è meglio togliersi questo dente prima che sia troppo tardi. Lascio
stare anche i vestiti che ho preso dall’armadio, e rimango in vestaglia. La
vestaglia assorbe meglio l’umidità. E poi, nonostante non si veda, ci tengo al
mio paio di jeans e alla mia maglietta rossa. Ritorno in salotto, dopo la doccia i miei capelli si arricciano attorno al mio collo in
piccole onde sottili. Le onde crespe, tanto per intenderci, che odio. Ma che puntualmente si formeranno, dandomi l’aria di un
barboncino. Il traning autogeno non funziona per
niente, e in fondo uno che faceva il maestro di yoga d’estate e vita ascetica
d’inverno, che diamine ne può sapere? Nulla! Specialmente non può sapere nulla
della regola numero trentacinque del codice A.L.S.. Codice “Abbasso-La-Sciatezza”
made in Patil&Brown
Production. Regola numero trentacinque: quando devi farti la messa in piega,
isolati dal mondo civilizzato. Ogni cosa deve passare in secondo piano, in quei
fatali quindici minuti di presa dei tuoi capelli. Un minuto di piega in più, e
sei una ragazza che può tranquillamente ambire ad una
posizione sociale decorosa. Un minuto in meno, perso a fare qualcosa che, per
inciso, non voglio fare assolutamente, e diventerai un perfetto cane da
competizione. Categoria: PELO-CHE-SFIDA-LE-LEGGI-FISICHE.
Io, a Calì e a Lavanda, non ho mai prestato troppa
attenzione, e ci mancherebbe anche, così come al loro fantomatico codice che
sfida per rigidità le leggi di appartenenza alle caste indiane. Che Calì, pur essendo indiana, ignora apertamente, preferendo decisamente il suo Codice di vita. Ma
la regola trentacinque è sacrosanta! E il mio maestro di yoga era anche calvo,
quindi non ne sapeva proprio niente!
Batto il piede con foga per
terra, unico segnale di impazienza, mentre il mio viso
si atteggia ad angelo sceso dal paradiso, con una punta di spirito martire.
“Allora che è successo stavolta?”
tento di tagliare corto, sedendomi anch’io sul divano. Ho sette minuti e
quarantacinque secondi, prima che i capelli si asciughino in maniera irreparabile.
Mi arriva in
risposta solamente un singhiozzo soffocato.
La cosa va per le lunghe, bene!
Stelle a quattro zampe sto arrivando!
“Dai Ginny!” dico con una leggera
punta di insofferenza, certamente percepibile al mio
solo orecchio “Che cosa è successo? Hai litigato di nuovo con
Harry?”.
Al nome fatale, la ragazza dai
capelli rossi si irrigidisce e mi guarda gelida. Mai
figlia fu più identica alla genitrice. Mi sembra di parlare, come altre volte,
con Molly Weasley. Decisamente un brutto segno… ovviamente
me ne sto zitta, le dicessi una cosa del genere e probabilmente finirei in
giornata tra i cadaveri che sezionano i suoi studenti di Anatomia.
Passano alcuni secondi di
completo e totale silenzio rotto solo dal ticchettare della pendola della cucina,
dal suo respiro gemente e dal mio, decisamente
affrettato. Mancano cinque minuti e dodici secondi.
Non posso andare ad asciugarmi i
capelli e poi ritorno?!!!
Finalmente Ginny scoppia a
piangere in maniera alquanto isterica, gettandosi sul mio braccio. Mai scelta
di una vestaglia al posto di una maglietta rossa fu più azzeccata. Le accarezzo
la testa, sussurrandole di calmarsi, anche se so benissimo che non sortirà
alcun tipo di effetto. Ma in fondo è la mia migliore
amica, no? E quindi le devo anche questo.
“Herm, non hai idea di che cosa
ha fatto!” urla, sollevando il viso rigato dalle lacrime. La incoraggio a
continuare, toccandole la spalla. Forse stavolta è davvero qualcosa di grave…
non che lo speri, considerando che si sposano tra due mesi e quindi il mio
vestito da testimone di nozze da centododici sterline se ne andrebbe ai pesci.
E poi non credo di riuscire a sopportarli, mentre litigano ancora, ancora ed ancora. Ora capisco perché Ronald li manda sempre da me,
per lui e Lavanda deve essere uno strazio vivere accanto a loro. Non ho il
tempo materiale, però, di maledirlo ancora mentalmente, che Ginny inizia a
raccontare l’ultimo capitolo della soap: “STO PER SPOSARE IL BAMBINO CHE E’
SOPRAVVISSUTO”, dopo aver tirato rumorosamente su con il naso.
“Stamattina avevo appuntamento
con il tipo del catering… quello che deve occuparsi del rinfresco…” inizia
accalorandosi ad ogni parola “Un fissato, non ti sto
neanche a dire… avevamo deciso per un antipasto di salmone, una cosa molto chic
ed anche la più economica tra le cose che c’erano. Stamattina però mi chiama e
ciancia sull’ottima scelta, su come aveva erroneamente pensato che fossimo
delle persone superficiali e provinciali, e si congratula con me. Non ho capito
niente finché non ho saputo che quell’essere che dovrei sposare aveva cambiato
tutto il menù., che IO avevo scelto, mettendone un
altro che costerà almeno il triplo! Gli ho chiesto spiegazioni, e sai che mi ha
risposto? Lo sai?!”.
Evito di commentare che è
alquanto ovvio che io non lo sappia, perché altrimenti lei non me lo direbbe. Ma Ginny aggrotta le sopracciglia ed evidentemente si
aspetta proprio questa risposta.
“No” dico rassegnata, infondendo
il tono più curioso che mi venga fuori.
Ginny sembra
soddisfatta e quindi riprende: “Mi ha detto che il nostro matrimonio deve
essere una cosa di classe, che verrà un sacco di gente importante e che non può
permettersi di fare brutte figure! Hai capito?! Brutte Figure! Come se io gli facessi
fare brutte figure!”.
“E allora?” chiedo ancora,
soppesando quanti altri minuti mi manchino all’effetto barboncino. Un minuto e
cinquantuno. Sospiro, non ce la farò mai.
“Gli ho detto che si poteva
sposare un’altra, una che non gli facesse fare brutte figure…” conclude in tono melodrammatico, poi aggiunge con un filo di
voce: “Gli ho gettato dietro i cuscini del divano e sono uscita, sbattendo la
porta… ed ho anche rotto lo scacciapensieri che mi ha regalato Charlie… era
tutto di vetro veneziano, mi viene un nervoso a pensarci! Tutta
colpa di quell’imbecille…”. E dà di nuovo vita alla serie di lamenti,
mugugni e lacrime infinite.
Ormai ho fatto trenta, è meglio
che faccia anche trentuno.
“Ascolta Ginny…” inizio con tono
comprensivo, quello made in Hermione Jane Granger che
nemmeno Madre Teresa di Calcutta aveva così affinato “Harry è una persona
importante, è il Ministro, e lo sai meglio di me che al vostro matrimonio verrà
un’infinità di gente, a cui è da aggiungere almeno la
metà dei giornalisti del Profeta. Ricameranno pagine e pagine sopra ogni errore
o mancanza, ed anche se non accadrà niente, il
matrimonio del RAGAZZO-CHE-HA-SCONFITTO-LORD-VOLDEMORT sarà l’evento dell’anno.
Harry è in quel mondo da molto più di te e sa benissimo come prenderle certe
cose. Non sarà delicato, ma sicuramente ha ragione. E soprattutto lo fa per
proteggerti da eventuali critiche, che non sa come prenderesti…”, la sto per
convincere, lo noto dai suoi occhi azzurri che si sono schiariti e quindi
rincaro la dose: “E poi non hai sempre desiderato un matrimonio da sogno? Se
Harry dice che potete permettervelo, che ti frega, se spendete di più? Ci si sposa solo una volta nella vita!”.
Nella mia mente, a questa ultima frase, si aggiunge un “Per fortuna”, ma
chiaramente me lo soffoco in gola.
Passano ancora qualche minuto in
cui lei soppesa il peso delle mie parole, poi le sue spalle si rilassano così
come il suo sguardo e alla fine, sospirando, conclude:
“Come sempre, hai ragione. Sono veramente nevrastenica in
questo periodo!”.
Sorrido e nego con il capo: “Sei
solo… concentrata, ecco… e vuoi che tutto vada bene… è perfettamente normale…”.
“A volte mi chiedo che cavolo ci
trovi Harry in me…”.
Ecco me l’aspettavo
anche questa di frase. Dopo la fase rabbia con le fiammate consuete, arriva
l’altrettanto consueta fase della autocommiserazione e
della depressione. Non so quale delle due sia la peggiore. A vederla,
Ginny tutto sembra tranne che una dei più conosciuti Medimago
del san Mungo. Piuttosto, sembrerebbe la compagna di stanza dei coniugi Paciock.
Per fortuna, la brava e
comprensiva Hermione ha anche la frase giusta per risolvere questa nuova crisi.
“Harry ti ama… e questo quello che ci trova in te…” dico con voce pacata,
accarezzandole la testa, mentre lei annuisce. Meno male, stavolta è finita
anche prima del previsto, sono stata più rapida e concisa del solito. Ed anche
molto più efficace. Peccato che non sia stata sufficientemente veloce da
salvare anche i miei capelli. Incrocio per un attimo il mio riflesso nel vetro
della finestra di fronte a me, da cui si vede il panorama grigio di Londra, ha
anche iniziato a piovere. Tipico, nuova umidità nell’aria per rendermi un
fantastico fenomeno elettrostatico.
E, come
se non bastasse, se adesso inizia a piovere, Draco tornerà anche prima a casa…
Sospiro ancora, doppiamente
tipico.
L’anno cinese del Bufalo mi porta
proprio male.
Ginny si alza dal divano e
finalmente sorride, dicendo con la sua voce da bambina in colpa e colta in
fallo: “Sarà meglio che vada a casa… prima che Harry davvero si trovi qualche
altra da sposare…”, poi all’improvviso il suo viso si illumina
di un’espressione autenticamente ilare e mi fa, sedendosi di nuovo vicino a me:
“Lo sai che quando ero piccola e vidi Harry per la prima volta pensai una cosa
stranissima?”.
“Che cosa stranissima?” chiedo,
alquanto terrorizzata dalle sue cose stranissime.
Lei schiocca le labbra, coperte
da un velo di rossetto perlato, in tinta perfetta con la canotta rosa confetto.
Crea un’atmosfera di attesa di qualche secondo, che sarebbe assolutamente
perfetta con un rullo di tamburi come in tv. Poi scoppia a
ridere e riprende: “Ho sempre pensato che tu saresti finita con Harry. Sei assolutamente quella che va più d’accordo con lui…”, un velo di
malinconia e dice: “Sareste benissimo assieme…”.
“Nel mondo delle favole, Gin…”
replico sarcasticamente, scuotendo decisamente il
capo.
Lei scoppia a ridere, stavolta
più di gusto, evidentemente rincuorata dalla mia reazione. Credo che si sia
spaventata lei stessa da quella remota possibilità. Come se in qualche universo
parallelo potrebbe essere vero…
“Ma dai
Herm! Non mi dire che Harry non ti è mai piaciuto nemmeno un po’?!” ride ancora lei.
Mi alzo stizzita dal divano e mi
fermo davanti alla finestra, il viso rosso mentre rispondo tagliente: “Avevo
qualcun altro per la testa, Gin…”.
La sento zittirsi all’istante, le
sue risatine acute che si smorzano all’improvviso e non posso evitarmi di
pensare che se l’è cercata e non mi interessa che
adesso si senta in colpa. D’accordo, non è colpa sua, sono io
che sono nevrotica, ma in fondo che per una volta Hermione Granger non abbia
detto: “Sì, sì, smanio dalla voglia di fare il vostro tappetino!
Calpestatemi!” non dovrebbe essere qualcosa di estremamente
negativo. È anche normale che pure io reagisca male e che mi arrabbi, e devo
dire che è abbastanza liberatorio. Lo so, lo so, sono arrabbiata più per Draco
che per lei e le sto scaricando addosso colpe non sue,
ma ogni tanto potrò essere irrazionale anche io? No? No? NO?!!
Il silenzio prolungato di Ginny mi suggerisce la risposta.
“Scusami Gin…” dico, sinceramente
pentita, voltandomi verso di lei “Oggi sono solamente un po’ nervosa…
perdonami, non volevo prendermela con te…”.
Lei solleva lo sguardo e sorride,
negando con il capo, mugugnando un: “Non ti preoccupare…”, poi pigola qualcosa che all’inizio non riesco a percepire.
“Eh? Che hai detto?” .
“TI
SERVIREBBE UN RAGAZZO!” urla Ginny, rossa in viso.
Mi massaggio le orecchie, è
veramente la donna degli eccessi.
“Non ci volevi tu per dirmelo,
Gin…” rispondo ironica, chiudendomi la vestaglia “Ma adesso non ne ho davvero
il tempo…”.
Tipico, anche questo. Mi invento una scusa… specie se alla sua affermazione, ho
pensato subito ad una persona in particolare che vorrei solamente veder
sprofondare nel Tartaro, a fare compagnia ai vermi.
“Ma
Herm! Non hai un ragazzo, da quando… insomma, da quando hai
chiuso con Dean…!”.
“Non mi sembra che siano
propriamente passati ventinove anni…” commento piccata “Almeno raffreddiamo le lenzuola…”.
Espressione tipica questa della
mia cara zietta Henrietta. Cosa che mi riporta a pensare ad
Hayden.
Almeno avrei potuto sbandierarle
questo, ma no! Anche il suo numero dovevo perdere!!.
“Ormai le tue di lenzuola hanno
una temperatura pari allo zero assoluto…!” commenta lei sarcastica, per poi
aggiungere entusiasta, stringendomi le mani… anzi non stringendomi
le mani… fracassandomi le mani! : “Dai Herm! Dovresti
riprovarci! Ci sono un sacco di ragazzi che ti vengono
dietro!”.
Uno ce n’era ed ho anche perso il
numero…!!!!!
Cosa che poi lei non sa… quindi
dove stanno tutti sti spasimanti??!!!
“Certo, tantissimi!” mi libero
della sua stretta d’acciaio e agito la mano indolenzita “Talmente tanti che
sono tutti dietro la porta che bramano solo di vedermi uscire…”, abbandono il
mio tono ironico per concludere stizzita in una alzata
di sopracciglio: “Avanti Gin, e chi sarebbero? Neville, Neville oppure Neville?!”.
Lei si irrigidisce
e tace, evidentemente ci ho preso in pieno. Mi alzo ancora più nervosa di prima ed ancora mi dirigo verso la finestra. Appoggio la
mano sul vetro gelido ed osservo senza reale interesse
il panorama di fronte a me, sento pizzicarmi gli occhi dalla voglia di
piangere, mentre ancora, come un disco rotto, rivedo nel riflesso il bacio di
Draco. Non ce la faccio più… davvero…
“E poi, Ginny, ignorando la tua
presunta onniscienza…” aggiungo piccata, voltandomi verso di lei, reflusso di parole che
non intendo finché non le pronuncio: “… ma chi ti dice che io non sia già
innamorata?”.
Ginny mi guarda senza parole,
aprendo e chiudendo la bocca come un pesce rosso, e
io… io non lo so.
Non sento di aver mentito per far
tacere Ginny, sento di essere stata onesta… sento di
aver usato la parola giusta. Innamorata. Chi prova amore per qualcuno.
Io…provo… amore… per
Draco?
No, no, non è così. Che cavolo…
amore, addirittura?! Ma no…
attratta, ok, incuriosita, d’accordo, magari anche affezionata, ma innamorata
proprio no.
Insomma… se penso a com’era con
Ron… per Draco non è così. E di Ron ero innamorata, ne sono certa.
Con Ron, ero disposta a tutto pur
di stare con lui. Anche
se non gli ho perdonato che mi abbia tradito.
Con Draco, invece, non mi faccio
passare una mosca sotto il naso. Anzi, non lo sopporto la maggior parte del
tempo. Anche se lascio
sempre che faccia di me ciò che vuole.
IO NON sono innamorata di Draco!
Potrei stare ore ad elencare tutti i corollari di
questo teorema, giungendo sempre alla medesima soluzione. Io non sono
innamorata di Draco, punto e basta.
È un ex Mangiamorte, un
Serpeverde, un Purosangue, uno stronzo della peggior specie, un datore di
lavoro sadico, un egoista e un egocentrico…!
Ed è anche…
Insomma, qualche altra cosa di insopportabile in lui, sta… ah ecco!! È biondo, io i
biondi non li sopporto, mi danno fastidio!
I loro capelli dorati, il modo
che si riflette al sole, il difetto della melanina… cose insopportabili,
chiariamo! Ok, ora sto esagerando… ma nulla cambia che NON SONO INNAMORATA di
Draco!!!! Accetto anche ossessionata, ma non
innamorata!!!!!
È stato semplicemente un lapsus… freudiano? No, un lapsus e basta, causato da Ginny che mi fa innervosire.
Io non sono innamorata di Draco…
e non lo sarò mai…
Dopo le mie elucubrazioni
mentali, torno ancora un po’ sconvolta ad occuparmi di
lei, di Ginny che mi sta guardando con una strana luce negli occhi. Mamma mia,
sembra posseduta… ma che vuole?!
“Intendevo dire…” inizio con voce
convincente, ma lei mi interrompe subito, urlando: “Lo
sapevo! Lo sapevo! Ti sei innamorata, Herm?!!”.
“NO!” urlo a mia volta,
rabbrividendo. Accidenti alla mia boccaccia larga…
“Ma sì!!
Me l’hai detto chiaramente adesso!!” continua lei
cocciuta, alzandosi e venendomi incontro con le braccia spalancate, quasi come
se mi volesse abbracciare. Sembra una mamma che ha appena saputo che la figlia,
zitella da decenni, abbia deciso di sposarsi, tipo “Il mio grosso grasso
matrimonio greco”, tranne che lei è un’acciuga.
“Non volevo dire quello che ho detto! NON SONO INNAMORATA!!!”.
“Scommetto che è quel gran figo
del tuo capo…!” aggiunge convinta, all’anima sua, ma che è diventata sensitiva?! Ma che sensitiva e sensitiva, ha
sbagliato della grossa… infatti, io NON sono innamorata del mio capo!
“Ma lo
sai che il mio capo è bello che fidanzato?” le dico cercando di farla
rinsavire.
“Ma di chi
parli? Della biondina acida?” replica lei, per
nulla intimorita, agitando la mano avanti ed indietro
“Ma va và… una volta li ho visti e già mi è bastata, non è per niente preso da
lei infatti, mentre eri in coma, lui…”. Ginny tace ad
un certo punto, lo sguardo perso nel vuoto. Si porta la mano alla bocca,
pallida, quasi come se avesse un conato di vomito.
“Gin!” mi avvicino preoccupata,
una mano sul volto freddo.
Lei rinviene subito, accusando
una nausea improvvisa, al che le chiedo maliziosa: “Non sarai incinta?!”.
“Non dire fesserie!” ribatte lei
con energia “Ho iniziato a prendere anche la pillola per impedire di rimanere
incinta, prima del matrimonio… mia madre ha dei radar per queste cose e
sverrebbe se sapesse che non mi sposo vergine… per non parlare poi del vestito
che non mi andrebbe bene…”.
Inarco un sopracciglio, almeno si
è distratta dalla mia questione: “Forse ti fa effetto collaterale…”.
“Chi, mia madre? Ma non credo che sia una cosa di oggi… anzi… più di vent’anni di
effetto collaterale…”.
“Parlavo della pillola, Gin!”
ribatto esasperata, ma lei nega con il capo, dicendo che come Medimago, sa perfettamente quali sono le controindicazioni,
e non ci sono nausee improvvise.
“Sarà lo stress…” ipotizzo,
porgendole un bicchiere d’acqua, che lei beve annuendo: “Il peggio è che ti
stavo dicendo qualcosa di importante… e me ne sono
dimenticata…”.
Mai nausea fu più provvidenziale…
Poi si sbatte
la testa con una mano, dicendo: “Stavamo parlando del tuo capo…! Giusto!”.
Maledizione alle sue sinapsi
ancora funzionanti!
“Già, vero…” borbotto inacidita
“Ti stavo ribadendo che lui non è minimamente
interessato a me…”.
“Dunque
il problema è solo che non sei corrisposta?” insinua Ginny, dandomi una lieve
gomitata, alla quale mi scanso nervosa. Non ci credo che ne
sto parlando proprio con lei, anche se in questi termini scherzosi.
Soprattutto considerando che lei non sa che NON sono
innamorata proprio di Draco Malfoy.
“Ginny, stai facendo un castello
sul niente…” replico ancora, dandole le spalle “Io e Danny
non siamo nemmeno amici… è un bel ragazzo, sicuramente, ma non sono innamorata
di lui…”, mi siedo stancamente sul divano incrociando le braccia, per poi
proseguire: “Credo anche io che Danny non sia innamorato di Summer, ma non
cambia le cose. Nel senso che credo sia innamorato ancora
della sua ex…”.
“Che palle ste
ex!” borbotta Ginny, accalorandosi “Sono la rovina della società… il crescente
numero di divorzi deve essere dovuto a loro…”.
“Harry non ha delle ex vere e
proprie… di che ti lamenti?!” la contraddico, alla
fine, a parte Cho Chang,
Harry ha avuto solamente lei.
“Lasciamo
perdere, decisamente!!” si infervora, cambiando discorso. Questa, poi,
un giorno me la dovrà spiegare.
“Quindi non è del tuo capo che
sei innamorata? E di chi allora?”.
“Ma di
nessuno, Gin…” ribatto scocciata, già mi basta il mio lapsus a farmi sentire
confusa, non mi devo sorbire anche lei adesso.
Ginny sospira scettica, poi mi
dice: “Sarà… in ogni caso un po’ di amore non potrebbe che farti bene…oltre che
un po’ di sano sesso…”.
“GIN!” urlo
scandalizzata, mettendomi le mani sulle orecchie.
“Ma dai,
non fare la moralista… scommetto che ci stai pensando anche tu…”.
“Assolutamente
no” replico convinta, anche se sto mentendo spudoratamente. Arrossisco, ricordando il bacio con Draco e le sue braccia attorno a
me, solo poche ore fa. A quel ricordo, sento un fremito intenso scuotermi
dall’interno di me stessa, e non è una bella sensazione. Assolutamente.
Sta
diventando quasi un’esigenza che lui mi stia così vicino, che mi stringa, che
mi sfiori… mi fa paura, Gin… sta diventando così forte il desiderarlo che oramai temo di non riuscire a stare zitta ancora per molto,
anche con te… lo voglio così tanto che mi sembra di impazzire…
“Allora te lo dovrò trovare io un
bel fidanzato!” esclama Ginny convinta, estraendo dalla sua borsa un enorme
librone rettangolare. Ma che si porta la lista degli scapoli d’oro del mondo
magico sempre dietro?! Mi ritraggo su me stessa,
spaventata da questa donna.
Quando lo apre, però, noto che
invece c’è disegnata una planimetria della sala da pranzo, dove si terrà il
ricevimento del loro matrimonio, con tanto di disegni dei vari tavoli
comprensivi di post it rettangolari e sottili che
indicano in colori vivaci ed accesi i nomi degli
ospiti.
Inutile precisare che ci sono
almeno trenta tavoli con dieci persone ciascuno. Ed è anche inutile precisare
che Ginny mi ha detto di aver notevolmente ristretto la rosa.
Praticamente mezzo mondo magico è qui rappresentato, stilizzato da delle
strisciette di carta colorata.
Il peggio è che sembra che anche
Harry sia incline a dare un ricevimento in grande stile,
d’accordo che è il Ministro, ma… bah… se mai un giorno mi sposerò, volerò su
un’isola del Pacifico con il mio ragazzo e i miei testimoni, avrò una
bellissima cerimonia sulla spiaggia al tramonto, con tanti fiori bianchi e
rosa. E se mi verrà in mente, non inviterò nessuno dei miei parenti, altroché…
credo che invece Harry abbia accorpato il suo ricevimento di nozze al
censimento del mondo magico, stile Galilea del I secolo.
Altrimenti non mi spiego come ci
sia tanta gente che… un attimo!!
Ecco qui come trovare una
Purosangue, candidata ad essere la mamma di Serenity!
Ce ne sono di nomi di famiglie
che non conosco assolutamente… la mamma di Serenity deve essere tra queste… e
magari indirizzando Ginny, capirò anche chi è.
Scommetto che sa vita, morte e miracoli di tutte queste persone.
Con nonchalance, indico il mio
bigliettino tanto per iniziare: “Con chi sono io al tavolo, fammi capire…”.
Ginny con un cenno della mano, fa
illuminare di perlata luce rosa gli altri cartoncini, su cui leggo
distintamente il nome suo e quello di Harry, quello di Ron e di Lavanda. Ovvio…
essendo io e Ron i testimoni, è chiaro che siamo allo
stesso tavolo degli sposi.
“E come sempre farò la parte della single, condannata a fare sempre la damigella d’onore,
e mai la sposa…” borbotto melodrammatica “Non posso chiedere a Seth di venire
con me? Posso sempre pagarlo per fingere che mi trovi
sessualmente appetibile…”.
“Quello è il piano B…” borbotta
lei concentrata, guardando gli altri tavoli “Seth te lo puoi portare dietro in
ogni caso, ma accompagnato da un altro bel tipo… con cui magari non condividi
la passione sviscerata per Shane West…”. Eccola là, ancora? Ce
l’avevo il sosia di Shane West sottomano e un imbecille mi ha anche
cancellato il suo numero! Ma che ho fatto di male nella mia vita precedente!! Sono la reincarnazione di Stalin, Hitler o Mussolini?!!
“E magari adesso lo trovo anche
uno per Seth…” sta continuando Ginny a biascicare “Zabini non me la conta
giusta…”.
“Hai invitato Zabini alla
tua festa di matrimonio?” chiedo autenticamente scioccata.
Serpeverde della peggiore risma… ma anche Purosangue, meglio stare attenta.
Lei annuisce
con un sorriso: “E’ un tipo simpatico, ovviamente se preso a piccole dosi…
stava alla Cooperazione Internazione, ricordi? Insomma lo incontrai una volta che…” e via ad
una serie di racconti infiniti su Zabini e sulla loro conoscenza. In mezzo alle
altre molteplici informazioni che mi dà, tra cui la sua allergia alle noci
messicane, la passione per le cravatte viola del pensiero e il fatto che soffra
spesso di calcoli renali, vengo anche a sapere che ha
una sorella, poco più piccola di me.
Opportunamente indirizzata, Ginny
mi dice che l’ha invitata ma aveva da fare, e che è una tipa un pochino
arrogante. Si chiama Dorilys Annie Zabini.
Prima
candidata.
Ovviamente io non la ricordo,
anche se Ginny dice che veniva a scuola ai nostri tempi. Me la faccio
descrivere, fingendo che voglio cercare di ricordarmela, e lei mi parla di una
tipa alta, raffinata con lunghissimi capelli neri.
Decisamente non assomiglia a Serenity, ma chissà…Serenity potrebbe anche aver
preso da suo padre… e, se fosse Draco, i capelli biondi e gli occhi azzurri
sarebbero pienamente giustificabili.
Mi annoto il nome mentalmente e,
nell’ora seguente, mentre Ginny cerca di trovarmi un fidanzato, io invece cerco
di trovare la mamma di Serenity. Come prevedevo, interrogare Ginny è stato
molto proficuo: anche se non ci sono molti Purosangue alla sua festa, lei
comunque mi ha dato molte informazioni utili.
Quando va via, infatti,
rassegnata all’idea che alla sua festa sia io che Seth verremo
da single (“Domani metto una foto di Seth nella scrivania di Zabini… dalla sua
reazione, vedo se almeno lui lo accoppio!”), corro alla scrivania e inizio ad
annotare tutta una serie di nomi femminili, che potrebbero portarmi alla
soluzione del mistero.
Ovviamente devo recuperarli dal
pantano di dati, notizie e gossip veri e presunti che Ginny mi ha dato nel suo
fiume incessante di parole.
Mordicchio la matita per qualche
secondo, iniziando a scrivere.
Dorilys
Annie Zabini.
Lo sai
che Hannah Abbott ha divorziato? Hanno beccato il
marito a letto con una delle commesse di Fortebraccio. Ricordi quella che
portava sempre le calze spaiate?
Amaryllis Davies
Marietta Norton si è messa a fare la giornalista de “Il Cavillo”… le
manderò un bambù della fortuna per aver fatto lasciare Cho
ed Harry.
Destiny Montague
Ieri, ho
letto che è morto Amos Diggory con la moglie. Un incidente,
mi sa. E dire che, da quando è morto Cedric, lo trovavo anche simpatico… meno
presuntuoso…
Accidenti a Ginny e quanto parla!! C’ho una confusione nel
cervello… continuo a scribacchiare nomi per un’ora circa, fino a quando le luci
si accendono su Londra e la notte cala. Guardo distrattamente l’orologio, le 20, 15, forse è meglio che smetta. Ho una ventina di nomi da
esaminare a cui ovviamente devo aggiungere quelli
delle Purosangue che conosco io, come
Sospirando, mi alzo dalla
scrivania, raggiungendo la porta, quella vocina oramai si fa sempre più
piccolina, flebile, non la sento nemmeno più.
Oramai è
diventato impossibile fregarmene, o fare finta di fregarmene…
Sbuffo chissà se Draco e gli
altri sono già tornati. Non faccio nemmeno in tempo ad aprire la porta che
qualcosa mi prende in pieno, qualcosa che urla in modo concitato: “Bagno,
bagno, bagnooooo!!!”.
Sono tornati.
“Seth!” parlo con la porta del
bagno chiusa “Allora com’è andata? Serenity sta bene?”.
“Sì, sì… ne potremmo parlare
dopo, please??!!!” mi parla
Seth dalla porta, inveendo.
Promemoria per me, quando sta in bagno non vuole parlare… cosa abbastanza intuibile, ma nel
caso di Seth assolutamente scioccante, visto che, quando ci si mette, è
logorroico. La prossima volta che mi stressa, li metto dei lassativi nel caffè…
“Ok, allora
scendo di sotto! Vedo se April ha bisogno di una
mano…” parlo sempre con la porta chiusa, ottenendo un muggito in risposta.
Sorrido per poi legarmi i
capelli, e scendere nel locale, dove, come April mi aveva già preannunciato, non c’è molta gente, ma Corinne e Lorna hanno
appena staccato quindi è meglio che mi muova ad aiutarla. E magari, lavorando
un po’, mi distrarrò da tutti questi pensieri. Di studiare non se ne parla,
vedrei sempre Draco tra i caratteri del libro… speriamo che domani mi alzi con
un’altra mente, sennò questo esame non lo passerò mai.
Chissà se
davvero, poi, lo voglio ancora fare questo esame… sospiro, sparecchiando un tavolo con aria insofferente. Le priorità
della mia vita ormai sono completamente capovolte… la cosa più importante sta
diventando Draco con Serenity, Seth ed April. Al momento,
il pensiero di separarmi da loro, da lui, mi mozza il fiato.
“Herm!” mi chiama leggermente
April “Potresti andare a gettare la spazzatura? Quelle
due celebrolese l’hanno lasciata fuori, ed alcuni
clienti si sono lamentati…”.
“Certo, figurati…”.
Esco dalla sala
ristorante, passando per la porta sul retro, trovando gli stessi sacchi
che avevo visto prima, accompagnati da un altro. Sono enormi! Mai che facciano
qualcosa… sbuffando per lo sforzo e per il caldo, raggiungo a fatica i bidoni
della spazzatura poco distanti, gettando con foga i sacchi neri.
Mi asciugo il sudore dalla
fronte, giuro, in vita mia non ho mai lavorato tanto come
da quando sono qui… come se non bastasse, stasera fa caldissimo… ci saranno
almeno 28 gradi, sembra
Torno indietro sui miei passi, la
porta del magazzino è aperta. Vuoi vedere che quelle due alcolizzate di Lorna e
Corinne hanno dato via al loro dopolavoro etilico là dentro?!
Summer chi se la sente, l’altra volta mancavano ben
dodici bottiglie di vino rosso, e loro spiegarono candidamente che li servivano
per un sangria party.
Casa loro deve essere una specie
di taverna, non che ci tenga a saperlo o a vederla.
E nemmeno ci tengo a sapere o a
vedere in che attività sono occupate, ma oggi, nella mia situazione emotiva e
psicofisica, non sono proprio in vena di sentire Summer che inizi a strillare
con delle frequenze così acute da poter essere captate distintamente solo dai
pipistrelli, mentre per noi esseri umani risulteranno essere
simili allo stridere del gesso sulla lavagna. Già, me lo vedo che inizia a
gridare…
“NON PUOI FARE QUESTO!!!”.
Ecco, così, infatti… ma un
attimo, questo l’ho solo pensato o l’ho anche sentito?
Un attimo, no, no, l’ho davvero
sentito… dal magazzino… allora non ci sono quelle due spugne,
ma Summer… il cuore mi balza in petto…
Draco. Ci
deve essere anche lui… e da stamattina che litigano in fondo…
Lo so che non si origlia e tutto
il resto, ma un’occasione del genere non mi capiterà mai più, al diavolo lo
spirito Grifondoro! Scommetto che anche Godric in
persona, se mi vedesse, non farebbe che appoggiarmi… in fondo si tratta di dare
un bello smacco ad uno dei più illustri membri della
casata di Salazar…
Mi avvicino in punta di piedi,
quando vuole Draco ha gli occhi e le orecchie
sensibili come quelli di un gatto, e se mi becca, mi infilza su un palo, specie
dopo l’illuminante conversazione di questo pomeriggio.
Mi accosto alla porta del
magazzino, da cui proviene adesso un bisbiglio concitato che ha sostituito le
urla di Summer, nascondendomi dietro la pila di casse d’acqua, in modo che, se
anche escano, non riescano a vedermi celata da quell’intercapedine. Nella lama
di luce che intravedo dalla porta semiaccostata, vedo solamente Draco. Indolentemente appoggiato alla parete, gli occhi chiusi,
apparentemente indifferente. Mi appiattisco contro il muro, celandomi al
suo sguardo. Nonostante non lo veda benissimo, ho inteso perfettamente. Non è
indifferente. Assolutamente. È furioso.
Le palpebre fremono leggermente,
il petto mostra un respiro affannoso ed irato, le
braccia conserte sono contratte nervosamente, le spalle sono serrate e piegate
su sé stesse. Quando riapre gli occhi, è energia di diamante e ghiaccio che
agghiaccia la persona che ha di fronte. Peggio di come ha fatto con me oggi… ma
che dico, molto peggio… ora sì che anche a me fa paura in un senso oggettivo,
non vorrei essere nei panni di Summer adesso. Quegli occhi potrebbero anche
uccidere.
Apre lievemente le labbra
increspate, come se avesse in bocca un limone acerbo, solo per dire: “Lo sai
meglio di me che era così che doveva andare a finire… non credo che non fossi
stato chiaro, in fondo credo che fosse un concetto semplice anche per te…”.
“Sì, ma la bambina è scappata
senza che me ne accorgessi, ed io…” tenta di opporsi Summer, la voce rotta
dall’isteria e dal pianto. La vedo avvicinarsi a Draco, dando a me le spalle,
ed evidentemente cercare di toccarlo in qualche modo, ma con uno strattone,
Draco si libera violentemente.
Stanno
litigando perché Serenity è scappata… ma… Draco ha detto che era così che
doveva andare a finire… si stanno lasciando? Addirittura? Come poteva Summer
impedire ad una piccola strega di fuggire? Non lo
capisce?
Quasi mi dispiace per lei, povera
Summer. Possibile che sia così… crudele?
Non le vuole nemmeno un po’ di
bene, diamine? Che razza di persona è?
Stringo i pugni con rabbia,
chiamatela anche solidarietà femminile, ma mi fa venire dei nervi. Vorrei
persino uscire a prenderlo a schiaffi…
“La cosa era chiara… dall’inizio…
se sei qui, è sempre stato quello il motivo… non fare l’ingenua, almeno questo
risparmiamelo…” sibila Draco, girando attorno a lei come un avvoltoio, poi le
prende un braccio stringendolo forte. Sto quasi per
intervenire, quando dice irato: “Sei sempre stata qui solo per lei, l’hai
sempre saputo e ti è sempre andato bene, no? Sapevi che non ti avrei mai
amato, lo sapevi… eppure sei rimasta. Ti ho lasciato fare… ma
c’era una condizione… e oggi l’hai fatta a pezzi…”.
Ma di che diamine stanno
parlando… e pensare che credevo di assistere ad una
semplice litigata tra innamorati, magari utile per capire qualcosa di più di
Draco. Ma qui c’è qualcosa sotto di grosso… come fa a dire così tranquillamente
che non la ama e nemmeno avrebbe mai potuto farlo?!
Non che non l’avessi intuito che non provasse nulla per Summer, ma insomma lei
invece è cotta di lui. Poteva essere meno diretto… e poi perché l’ha lasciata
qui allora? Che è successo oggi di diverso? È bastata la distrazione con
Serenity a decretare il suo destino?
I miei pensieri si bloccano nel
loro corso, provocandomi un brivido lungo la schiena, quando sento Summer
chiamarlo, piangendo: “Ti prego, Draco… non puoi farmi questo… sai che non posso tornare a casa…”.
L’ha
chiamato Draco… allora… lo conosce… come?
Dannazione non ci sto capendo nulla…
“Non chiamarmi così…” soffia
Draco freddamente, allontanandola da sé, con un altro strattone. Summer allora
strilla istericamente, sempre piangendo : “Alla
Granger però consenti che ti chiami Draco, no? È per lei, vero? Non è così?! Non è così?!” Summer prende a
pugni la sua schiena, mentre io mi porto una mano alla bocca per impedire che
un qualsiasi respiro lasci le mie labbra. Se mi scoprono
sono dolori… ora stanno parlando anche di me… e, a quanto pare, Summer sa anche
che io chiamo Draco per nome… quindi sa chi sono… chi diavolo è, allora?
Draco le blocca i polsi, urlando
a sua volta, facendomi rabbrividire: “Lei non c’entra con questa storia, non ti
azzardare a metterla in mezzo… se non era per lei, oggi Serenity non l’avremmo
mai trovata…”.
Santo cielo, Draco…
mi sta difendendo davanti a lei, alla sua ragazza…
“Che c’è?!”
ride rabbiosamente Summer, schernendolo “Ti sei innamorato di lei? Ti vuoi fare
Il cuore prende a battermi
furiosamente nel petto, serro gli occhi quasi come se servissero a rendermi
invisibile, ogni parte di me tesa spasmodicamente ad ascoltare. Credo che sia
il secondo più lungo della mia vita aspettare che Draco risponda… il sudore mi
gela la schiena, improvvisamente mi sembra che si sia fatto inverno e tutto
attorno a me stia ghiacciando su sé stesso,
riempiendosi di crepe. Ancora stringo la mano sulla mia bocca, cercando di
tenerla ferma dal tremore che l’ha presa.
“Non dire sciocchezze…” dice lui con ovvietà, la voce dura.
Riapro gli occhi, come se non mi
aspettassi che cosa avrebbe risposto… sono una stupida… mi sfrego energicamente
gli occhi, tenendo a bada il mio respiro accelerato. Figuriamoci se Draco
avrebbe mai detto di sì…
Che avevo bisogno della conferma
scritta? Della copia autenticata dal comune?! Sono
solamente un’idiota, ecco cosa. Mi mordo il labbro inferiore con rabbia, sapore
ferrigno del sangue in bocca che mi scivola in gola, irritandola, tutto attorno
offuscato delle lacrime che sono comparse nei miei occhi.
E poi che diamine me ne importa,
no?
Invece sì che importa…
Importa più di tutto il resto.
Perché mi dico una bugia, lo so solamente io.
“Ma mettiti in testa che non
c’entra niente…” continua Draco, la voce annoiata “
Evidentemente Summer ha violato
una delle clausole… facile che sia la cura di Serenity, se l’ha persa di vista
stamattina. Ma allora Draco da lei che cosa voleva? E
perché hanno fatto questo patto? Dunque, Summer è una
strega… e come mai si cela da babbana? Chi è allora, in realtà? E che c’entra
Harry?
Altrettanto facile che sia il
garante della Promissio Gemina, la terza figura del patto, una persona che
conserva l’atto della promessa gemella e vigila sulla sua osservanza.
Ma perché proprio lui? E perché a me non ha detto nulla?
Ho una confusione in testa che la
metà basta…
“Credo che tu sappia
perfettamente che cosa accadrà, se torno a casa…”
minaccia Summer, perdendo improvvisamente tutta la malinconia e il tono
lamentoso che aveva fino a questo momento “E’ finita, Malfoy… anche il Ministro
sarà dalla mia parte, se aprirò bocca…”.
Draco improvvisamente sembra aver
perso tutto il suo coraggio, tutta la sua forza. Il volto impallidisce, gli
occhi perdono colore e sembra davvero spaventato, le mani strette a pugno.
Eppure dice solamente, la voce tremula: “Fallo… nel tempo che ci metteranno i
tuoi a riaccoglierti in casa e a perdonarti per quello che hai fatto, io avrò
portato a termine quello che sono venuto a fare qui…”.
Continuo a non capirci nulla,
osservo in religioso silenzio Summer accusare il colpo, tacere e stringere le
labbra sottili in una smorfia di impotenza.
Draco,
ostentando sicurezza e disinvoltura, aggiunge stoico: “
Quando li riapre, ha
l’espressione ancora più truce di prima, fa un passo verso Summer e la sfida a
muso duro, sovrastandola in altezza. Per un attimo, quando solleva la mano e la
afferra per un braccio, credo che voglia ucciderla. Ma si limita solo a
stringere forte la presa sul suo gomito e a sibilare: “… stesso effetto se
succede qualcosa ad Hermione… fino a quando lasci lei
e Serenity fuori da questa storia, tu puoi considerarti ancora una donna con
una vita lunga…”.
Summer piagnucola ed annuisce tra le lacrime.
Che diamine mi potrebbe fare lei?
Perché è così preoccupato?
Nonostante però i suoi modi duri,
una carezza calda mi avvolge al pensiero che ci tenga così
tanto anche a me, oltre che a Serenity. Nonostante la discussione di
stamattina… e
nonostante non sia innamorato di me…
Stacca violentemente la presa da
lei, per poi dire, una risata sardonica sul volto: “A mai più rivederci, Astoria…”.
Una fitta violenta mi colpisce
alla testa, mi accascio a terra per il dolore, come se si stesse spaccando a
metà, nettamente, distintamente, come una mela. Boccheggio come se mi mancasse
davvero l’aria, il dolore che mi impedisce anche di
pensare a qualsiasi cosa razionale… non credo di aver mai provato nulla di
simile, nemmeno sotto Crucio, oppure quando pativo della maledizione di
Voldemort. Accasciata su me stessa, sento come se accadesse in un'altra
dimensione qualcuno uscire correndo della stanza e sorpassare il mio
nascondiglio. Come se fossi agonizzante, mi ritrovo ad
implorare che si fermi, che mi aiuti, mentre tutti i miei pensieri si
rovesciano gli uni sugli altri, uno squarcio profondo e lacerante che strappa
la mia memoria. Avverto un conato di vomito e rimetto anche l’anima, piegata in
due per terra.
Poi, improvvisamente, passa.
Anche se è durato solo qualche secondo, mi è sembrato di morire. Tutto, al nome Astoria.
Mi rialzo a fatica, reggendomi
alle casse dell’acqua, appiattendomi mentre anche Draco esce, non vedendomi per
fortuna.
Improvvisamente, so, come se me
ne accorgessi solamente adesso, che Summer Breeze Layton ed
Astoria Greengrass sono la stessa persona.
Riconosco nelle fattezze di
Summer la ragazzina bionda con le trecce che vedevo qualche volta tra i
Serpeverde, che rimproverai una volta perché era uscita con uno più grande,
appartandosi nelle cucine a notte fonda, e che mi aveva guardato schioccando la
lingua con fastidio. Quella che stava sempre attaccata a Daphne e che rideva
con lei in modo idiota.
Summer è
sempre stata Astoria.
E il mio malore… rottura di un
Incantesimo di memoria. Ne riconosco i sintomi. Ho ritrovato la memoria, quando
ho sentito il nome Astoria, associato a lei.
In modo nebuloso, ricordo persino
il momento in cui mi ha incantato: il giorno che la incontrai per la prima
volta, ero con gli altri e ridevamo su Seth e sul fatto che fosse innamorato di
Danny. Gli altri tacquero, Summer era alle mie spalle… qualche attimo di buio e
poi lei che si rivolge al personale, intimando di tornare al lavoro.
In quell’attimo di buio, a cui prima chiaramente non avevo fatto caso, ora ricordo
una bacchetta puntata verso di me.
Mi ha tenuto sotto incantesimo
tutto questo tempo… e io non me ne sono accorta.
Summer è sempre stata al di fuori dei miei sospetti.
La scena della varicella, le sue
sceneggiate al fatto che conoscessi Danny…stava solamente recitando.
Lei mi ha sempre conosciuto.
Ha sempre saputo chi ero e come
conoscessi Danny, o meglio Draco… con un brivido, mi
rendo conto che ha usato un Incantesimo così potente su di me da non farmene
minimamente rendere conto. Se non avessi sentito ora il suo nome, non si
sarebbe mai rotto.
E, per come si è rotto, mi rendo
distintamente conto che mi avrebbe aggiogato per sempre.
Mi affloscio su me stessa,
improvvisamente anche il volermi tenere al di fuori di Draco ha un senso…
Summer/Astoria non si è minimamente preoccupata che
potesse causarmi dei danni seri al cervello, manipolando la mia memoria così.
Per difendere la sua identità.
E se sulla strada per arrivare a
Draco, trovasse come ostacoli me e Serenity…
probabilmente non esiterebbe un momento a farci fuori.
Perché, poi? Che segreto
terribile nascondono tutti e due?
Ne ho paura, me ne vergogno, ma
La mano nei capelli, ricordo
anche il malore di Ginny del pomeriggio… la nausea improvvisa ed ingiustificata, proprio mentre parlava di Summer. Mi
stava dicendo una cosa e si è interrotta, non riuscendo a continuare.
Quel giorno, al mio risveglio dal
coma, mi aveva detto di aver incantato lei Summer, aveva raccontato della
biondina acida che continuava a sbraitare sullo stato del suo vestito azzurro.
Evidentemente, non era stata Ginny ad incantare
Summer, ma il contrario. E l’inconscio della mia amica continuava a suggerirle
di dovermi dire qualcosa…
Che
Summer era Astoria Greengrass.
Anche Ginny… anche lei… che
diamine c’entrava lei? Come ha potuto Harry lasciarglielo fare?
Più vado avanti in questa storia,
più ne scopro e peggio è… spero che almeno la rottura tra Draco ed Astoria sia definitiva. Come potrei fingere di non
conoscerla ancora?
E lui, Draco… come ha potuto
lasciare che mi facesse questo?
Forse
sarebbe davvero meglio per me andarmene da qui, stasera stessa.
E non
metterci piede mai più…
Appoggio la fronte sul ginocchio,
seduta per terra come ancora come sono, e mi ritrovo a singhiozzare senza
nemmeno accorgermene. Rimmel sciolto che sporca i miei jeans, lacrime che
annacquano i miei pensieri, rendendoli ancora più labili e confusi di come già
non fossero.
“Hermione?” qualcuno mi chiama e
sollevo il viso, ancora bagnato di lacrime.
Sussulto quando mi rendo conto di
chi si tratta e mi asciugo la faccia con la manica della camicia,
frettolosamente, convinta di spargere il trucco sciolto per le mie guance.
Accidenti a me, mi rialzo velocemente e simulo un sorriso tirato, il migliore
che posso fingere: “Hayden…!”.
Mamma mia, devo avere un aspetto
orrendo… non a caso, lui mi guarda tra lo spaventato e il preoccupato. Ma non
sarà un miraggio?! In fondo, perché altrimenti sarebbe
qui, quasi come un angelo provvidenziale? Scioccamente, allungo la mano
toccandogli il braccio, accertandomi che sia vero.
Lui sgrana gli
occhi giada e sorride: “Che c’è? Pensi che sia un’allucinazione?”.
Arrossisco, ritraendomi su me
stessa, la mano piegata in petto, la mente ancora sferzata da confusione e
dolore: “Mi sembra così strano… come mai sei qui?”. Mi schiarisco la voce,
ancora velata di pianto, e sollevo lo sguardo.
Lui si gratta la testa
imbarazzato, prima di dire: “Ammetto di aver violato ogni regola del
corteggiamento… insomma dovrebbero passare almeno tre giorni prima di
risentirsi, no?”.
Sorrido, miele caldo nella gola:
“Non lo chiedere a me… credo di aver sempre ignorato quella tipologia di
regole…”.
“Ecco, almeno posso dirti una bugia e dire che, in realtà, ci si rivede dopo
poche ore…”.
Sorrido ancora, piegando la testa
di lato: “Diciamo che non sei molto convincente… ma sono davvero contenta che
tu sia passato…”.
E lo sono davvero, santo Cielo… Hayden ha la pregevole dote di farmi scordare
di Draco. Al momento è la cosa migliore che mi possa accadere… come se non
bastasse, poi, almeno così posso chiedergli nuovamente il numero. Giuro,
stavolta lo incido nella pietra.
“Tra quanto
stacchi?” mi chiede velocemente Hayden.
“Credo tra un’oretta… non c’è
tantissima gente, oggi…”.
“Bene…” commenta lui con un nuovo
sorriso “Ho due biglietti per il cinema all’aperto del parco di Notting Hill…ti
piacerebbe?”.
Mi ostino a chiedere che cosa
facciano, anche se ho già deciso di andarci, nello stesso momento in cui è
comparso qui, davvero come un angelo.
Mi dice che danno I GRANDI
CLASSICI e che, stasera, è la volta di “Orgoglio e pregiudizio”, quello del 1940
con Greer Garson e Laurence Olivier… che,
per intenderci, è quello che vidi la sera che Dean non tornò a casa,
addormentandomi subito dopo.
Decisamente un segno del destino.
Di solito, non cedo
alle trappole dell’intuizione… si sa.
Ma, di solito, non vengo nemmeno incantata da una strega per mesi.
Di solito, capisco
subito chi ho di fronte, mi basta solo un’occhiata.
Di solito, non
origlio conversazioni private, ricavandone segreti inconfessabili.
Di solito, non mento
alla mia migliore amica sui miei sentimenti per il mio capo, qualsiasi essi
siano.
… e di solito, non
penso a Draco Malfoy per tutto il tempo che passo da sveglia, non soffro perché
lui sembra non accorgersi di me se non per una superficiale e stupida amicizia,
non mi sento schiacciare dall’idea di non vederlo più… e non mi si spezza il
cuore se non impedisce ad una Purosangue come lui di
giocare con la mia mente.
Di solito, tutto
questo non accade.
E di solito, io ora
direi ad Hayden che ho da fare, che sono stanca e che
sarà meglio fare un’altra volta, celando il mio imbarazzo e la mia timidezza
sotto una maschera insofferente e impegnata.
Già, di solito… ma
ormai la mia vita è tutta un’eccezione alla regola dei miei di solito… ed ora farei
qualsiasi cosa, pur di stare un po’ meglio.
Qualsiasi cosa, pur
di smettere di pensare.
Sfodero uno dei miei
migliori sorrisi, facendo l’occhiolino ad Hayden: “Sai
che c’è? Ora chiedo a Seth se può sostituirmi… ti va di
mangiare qualcosa?”.
“Pensavo che non me
l’avresti mai chiesto…”.
Sorrido ancora,
incamminandomi davanti a noi e rientrando nel Petite Peste.
Draco è a pochi passi
da me.
Al bancone che
parlotta con Seth.
E, mentre mi
avvicino, con Hayden alle mie spalle, e chiedo il permesso a Seth di andare
via, ricevendolo in tono entusiasta da quest’ultimo, Draco mi guarda con la sua
solita espressione, cristalli di sale lucenti negli occhi
plumbei e silenziosi, domande e risposte che non avrà mai.
Mi volto senza
guardarlo ancora e vado a cambiarmi.
Lapidaria, ferrea,
scolpita, mi si staglia nella mente una sola frase.
Qualsiasi
cosa sia, Draco, tra me e te… finisce oggi.
Ecco il nuovo
capitolo, premetto che sto attraversando un periodo di cacca, anche se solo dal
punto di vista solamente della scrittura per fortuna! Sono abbastanza demoralizzata
nello svolgimento di questa storia, non so se davvero sia bella oppure se poi
non sia sto granché quindi spero davvero di riuscire a
continuarla e a finirla! Intanto ecco il nuovo capitolo di cui sono
parzialmente convinta e che non mi piace tantissimo! Quindi se avete delle critiche mi raccomando, FATELE, mi fanno un sacco bene per
migliorarmi!
Passo ai
ringraziamenti e alle risposte di rito:
Cygnus Malfoy: la mia carissima e
fedelissima Helder! Chissà se lo leggerai questo
capitolo, persa nelle colline toscane! J Grazie come sempre dei
tuoi commenti, il tuo lui deve essere davvero un bel tipo, specie se assomiglia
al mio Draco che è abbastanza lunatico, come hai potuto vedere in questo
capitolo! Spero che ti piaccia anche questo capitolo… un bacio!
Rorothejoy: grazie
dei complimenti, al momento ci sto per finire anche io
dall’analista, considerando quanta carne ci ho messo a fuoco e ora per
sistemare tutti gli intrighi, mi sto abbastanza scervellando! Grazie ancora, un
bacione!
Giusetta91: chiedo sommamente scusa per il ritardo, ho cercato di
aggiornare il prima possibile! Grazie ancora, baci!
Haley_ James: mamma mia,grazie dei tuoi complimenti, anche su L&L!
purtroppo non so per quale motivo astruso del mio
computer non riesco più ad accedere al forum quindi non ti ho potuto rispondere
lì, ma davvero ti ringrazio tantissimo! J
Ti do una grande anticipazione (sempre se l’ispirazione mi torna… sob!) nel prossimo capitolo ogni domanda che mi hai fatto
troverà risposta! Spero che mi seguirai ancora! Baci!
Seven: la mia carissima Seven; anche a te purtroppo ribadisco la mia incapacità attuale di entrare anche nel mio
forum, non so esattamente che cosa sia successo quindi al momento non posso
rispondere nemmeno lì! Quindi ti ringrazio qui anche per la recensione che hai
fatto all’altra mia Dramione, “The blower’s daughter”, grazie grazie tanto!! Comunque nel
caso mi volessi contattare, puoi farlo tranquillamente
via EFP e poi provvederò a darti la mia mail! Veniamo come sempre alla tua
meravigliosa recensione che, premetto, aspetto sempre con ansia, dato che mi piace molto come scrivi e come mi scrivi! J Credo che dopo gli
ultimi eventi il tuo infarto sia notevolmente
arrivato…J il
momento dello scorso capitolo l’ho riscritto almeno quindici volte, quindi sono
contenta che ti sia piaciuto! Draco non lo voglio mai troppo sdolcinato, anzi…
in fondo stiamo sempre parlando di uno che ha tormentato la nostra povera
Hermione per anni quindi non credo di doverlo mai rendere troppo gentile. Ma
sicuramente siamo arrivati ad una sua “capitolazione”,
come hai ammesso tu, diciamo che è laprima volta che
ammette compiutamente di tenerci ad Hermione, cosa che, se hai letto qui, ha
ribadito in questo capitolo nel dialogo con Summer. Però,
ecco, non si può permettere di avere Hermione vicina… e questo lo scoprirete
nel prossimo capitolo! Infatti, ispirazione ed esami permettendo, nel prossimo
chappy saprete tutto, insomma ogni mistero sarà
svelato! J spero
che mi seguirai ancora in questo turbine di follia! Un bacione enorme!!
Gargi89: grazie enormemente dei tuoi complimenti, spero che anche
questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacio!
Vesper: evviva, che bello
ritrovarti ancora a recensirmi! Ammetto che amo molto anche le tue recensioni,
anche se ogni tanto mi viene il panico di essere effettivamente poco originale
nelle mie storie tanto da far intuire tutto, spero che almeno con questo ti
abbia sorpreso un pochino! J
ti ringrazio dei tuoi complimenti, come delle tue
critiche passate, mi raccomando non esitare a farmele se trovassi altre cose
che non ti convincono! Il rapporto di parentela tra Draco e Serenity sarà
svelato nel prossimo chappy, speriamo che non lo intuisca tu prima!
Grazie ancora
tantissimo della recensione, mi ha fatto davvero piacere!
FraFRi95: la mia lettrice doppia! Prima o poi
mi farai conoscere la tua mamma! J
grazie come sempre dei complimenti, davvero sembra un
giallo la mia storia? Eheheh!!
Allora con questo capitolo l’ho ingarbugliata ancora di più! Seth è il mio eroe
come sempre, tutto il rispetto per Draco ma se non ci fosse Seth, quei due non
starebbero ancora a nulla! Sono felice che la mia storia non vi annoi, ce la
metto tutta per inserire sempre più colpi di scena quindi per me è davvero una
cosa importante! Baci !!
Ginsan89: ciao!
Non ti preoccupare assolutamente per il ritardo, oramai avrai fatto i quiz per
la patente! Spero che sia andato tutto bene… ti invidio
profondamente dato che ancora non sono riuscita a prenderla! L Draco effettivamente è
circondato di donne, ma diciamolo, se lo può permettere! Sbav
sbav!!! Di Summer, oggi ho
rivelato (parzialmente) l’enigma… restano solo Rachel e la mamma di Serenity,
ma nel prossimo capirete tutto! Promesso! Non so esattamente quando arriverà,
dato che è abbastanza lungo… e ho anche un esame abbastanza tosto! Spero che
avrai pazienza! J
un bacio!!
Allora un piccolo spoiler,
considerando come ho scritto in alcune risposte, che il prossimo capitolo è
quello (non finale, però!:P) in cui rivelerò tutta la faccenda che sta dietro a
Rachel, Draco, Summer, eccetera, ma non so esattamente quando arriverà essendo
abbastanza lungo da scrivere ed avendo anche un esame
enorme in mezzo, vi lascio una specie di piccola anticipazione.
Il prossimo capitolo si chiamerà
“Forbidden Colours” e prende il nome da una melodia di un pianista, se non
erro, giapponese di nome Sakamoto.
È una melodia per pianoforte
abbastanza celebre che avrà un ruolo FONDAMENTALE nella risoluzione di questa
vicenda. Vi lascio il link qualora vogliate ascoltarla
su you tube!
http://www.youtube.com/watch?v=cOX8FhUiw1k
Un bacione! A presto!
Cassie!