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Autore: Novelist Nemesi    23/02/2010    4 recensioni
"Sto per scrivere una storia vera. Lo assicuro, tutta vera". Ebbene sì, Nemesi è tornata con una nuova storia, stavolta ambientata a Roma. Spero di essere migliorata e di suscitare la vostra curiosità! Attendo le vostre recensioni e consigli!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Passare un mese all’ospedale non fu certo un esperienza gradevole, ma almeno era ancora viva.
Durante tutto quel tempo non ebbe occasione di vedere Deneuve. Tramite Watari aveva saputo solo che era stato ricoverato per un paio di giorni perché era sotto effetto di stupefacenti e con qualche graffio.
L’unica testimonianza che aveva avuto della sopravvivenza di Deneuve era un regalo dato tramite l’anziano signore durante le seconda settimana di permanenza.
Una macchina fotografica nuova. E un biglietto.

Che tu possa fermare sempre più momenti belli.
Nemmeno una firma, solo una L in Old English. Chissà perché. Anche Adam l’aveva chiamato L. Una volta dimessa gli avrebbe parlato.
Oltre all’ospedale, Daphne dovette rimanere un altro mese a casa di convalescenza. Ogni giorno andava a trovarla qualcuno: Virginia praticamente tutti i giorni, Marta anche, amici universitari, colleghi, persino il postino andò a farle una piccola visita. La notizia aveva fatto presto il giro del mondo, andò persino in TV perché il colpevole era un super ricercato catturato da una preziosa collaborazione esterna.
Di Deneuve e Watari nemmeno una parola.
Oltre a mangiare, bere e riprendersi dalla brutta esperienza, la ragazza passava le giornate facendo foto con la nuova macchina fotografica. Un giorno era ispirata dal posacenere, un altro dalla camera da letto, un altro ancora dalle piante.
Fotografava e fotografava, ma a casa sempre i soliti mobili e cose giravano, e pur cambiando l’arredamento o qualcos’altro, c’era poco da fare. Di norma, in casi come questi, avrebbe chiamato Chad e l’avrebbe costretto in tutti i modi a fargli da modello, facendogli indossare le cose più assurde o fare pose buffissime. Per poi farne due copie a ciascuna foto, così da tenerle entrambi per loro.
Ma Chad non c’era più.
E nemmeno Deneuve, a quanto sembrava. Non si era ancora fatto vivo, fisicamente. Daphne iniziò a pensare che Watari le avesse mentito, che in realtà il regalo gliel’aveva fatto lui e che l’aveva fatto spacciare per un pensiero del ragazzo. E magari lui era finito sotto un treno o era morto di overdose. Tutto era possibile, e con quello che le era successo non erano nemmeno pensieri così assurdi.
Le sue macabre fantasie vennero interrotte dal suono del campanello.
Che piacevole sorpresa vedere che le sue congetture erano, appunto, solo congetture.
Deneuve era davanti a lei, nei soliti jeans larghi e la maglietta con manichi a tre quarti e un ampia scollatura.
Con sé aveva una semplicissima busta, la ragazza non riusciva a immaginarsi il contenuto.
Lui non disse nulla, per un po’, limitandosi a scrutarla. Solo quando gli occhi di Daphne incrociarono i suoi si decise a parlare.
-Buongiorno. Posso disturbarti?- disse col solito tono. Il colorito era sempre lo stesso, e non sembrava né dimagrito né sciupato. Tantomeno ingrassato.
Lei sorrise –Certo… Accomodati-
Gli offrì del tè e dei dolcetti, che lui accettò di buon grado, dopo le prime premure e i saluti, parlarono approfonditamente del caso. Deneuve non si sbilanciò più di tanto: disse che effettivamente collaborava con la polizia, ma in grandissimo segreto (ecco perché non si parlò di lui in TV). Non disse nulla a proposito di Adam, se non che era un pazzo.
Daphne non seppe mai del vero mestiere di Deneuve, così come del legame che aveva con Adam. E Watari lo avrebbe ricordato sempre come un arzillo vecchietto aiutante di Deneuve. Sherlock Holmes e Watson. Li avrebbe ricordati così, sempre con un sorriso.
-A proposito- disse Deneuve una volta finiti i “chiarimenti” –Ti è piaciuto il regalo?-
-Molto! Ho già fatto un sacco di foto!-
-Posso vederle?-
-Non sono niente di speciale… Qualche mobile, o paesaggio. Scarseggio di modelli, di Virginia ormai ho troppe foto e Marta a quelle poche che si fa fare osa dire che viene male!-
-Sai, venendo qui mi è venuta un’idea- il ragazzo prese la busta, dalla quale estrasse un sacchettino di dolci e un paio di jeans di un blu più scuro, accompagnati da due felpe e un paio di magliette. In più, qualche accessorio: cappellini, collane e catenine. Cose così.
-Che significa?- chiese lei
-Posso chiederti di fare da modello?-
Lei lo guardò sbalordita –Dici sul serio?-
-Sì. Però devo chiederti di non mostrarle a nessuno. Per il mio lavoro, sai-
-E a chi vuoi che le mostri?- disse lei ridendo –Affare fatto! Puoi usare il bagno per cambiarti-
Si vedeva che era impacciato, che si sentiva un po’ a disagio a posare davanti a una macchina fotografica, messo in posa e con vestiti che di solito non si metteva. Ma proprio per questo Daphne lo trovava divertente! E poi non si lamentava. Probabilmente, se gli avesse chiesto di fare la posa dello scimpanzé, l’avrebbe fatta senza troppe storie.
La tentazione di metterlo in imbarazzo però era davvero irresistibile.
Cosa diceva Oscar Wilde?

L’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedere ad essa.
-Deneuve, togliti pure la felpa. La collana lasciatela pure. Ah, la maglietta. Togliti anche quella-
Lui obbedì, anche se si levò la maglietta con un certo stupore.
-Ora sdraiati sul divano… Perfetto. Aspetta un secondo!- corse in cucina e tornò con una prelibatezza che diede subito a Deneuve –La mano destra mettila dietro la testa… Sì, così. Con l’altra mano tieniti la fragola in bocca-
Forse Deneuve non si era reso granchè conto che una foto del genere era adatto a un calendario. Dopo il primo attimo di esitazione, però, obbedì. E la foto era pure venuta bene.
-Questa te la lascio in regalo. Mostrala alla tua ragazza, mi raccomando! Vedrai che ti salterà addosso appena la vedrà!-
Deneuve rimase in silenzio per qualche secondo, rimanendo a rimuginare su quelle parole.
Anche Daphne rimase a pensarci. Forse era meglio non dirlo. Non era neanche del tutto sicura che ce l’avesse, la ragazza. Lui aveva detto di sì, ma vai a sapere quante cavolate gli aveva sparato! Comunque, non erano fatti suoi. Quella foto gliel’avrebbe regalata comunque.
Poi arrivò anche Watari. Era venuto a prendere Deneuve. Dovevano ripartire, per Londra. Quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe visti.
-Signor Watari, posso farle una foto, per ricordo?-
Lui si mostrò divertito dalla proposta, e fece un bel sorriso al momento dello scatto.
-Daphne, ho un favore da chiederti esordì Deneuve, uscito dal bagno e nuovamente nei suoi normali abiti –Potresti fare una foto a me e Watari?-
Daphne non se la sarebbe dimenticata di certo: era una foto bellissima: watari con le mani dietro la schiena, e Deneuve dietro che poggiava una mano sulla sua spalla e l’altra nascosta dalla schiena del vecchietto. Sorridevano entrambi, guardando fissi l’obiettivo. Un sorriso sincero da parte di Deneuve.
-Non potrò mai dimenticare quello che avete fatto per me. Vi ringrazio di cuore- disse Daphne alla fine, abbracciando Watari. Con Deneuve si dimostrò impacciata. Fu un abbraccio all’inizio abbastanza freddo e che si concluse in fretta.
-Grazie- ripeté, con la voce un po’ rotta.
-Ehi, tranquilla- disse il ragazzo –Non sto mica partendo per il fronte!-
Lei scoppiò a ridere. Ma dai, aveva anche il senso dell’umorismo, a volte.
Le foto le tenne tutte per sé, tranne una: quella di Deneuve (o meglio, L) e Watari.
E quella con la fragola?
Ne aveva fatto una copia. A parte tutto, era davvero orgogliosa del lavoro svolto.

Voglio ringraziarvi di cuore per aver letto questa mia nuova storia!
La foto del nostro caro L senza maglietta e con la fragola e un omaggio, tutto per voi!
Per ringraziarvi delle recensioni, delle letture, delle vostre attese a ogni capitolo!
Grazie di cuore, e mi auguro che continuerete a leggere le mie storie!
Grazie!!
Neme ♥
  
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