Salve
a tutti, signori e signore, e benvenuti alla celebrazione dell’Amore.
Mi
presento, io sono il Cantastorie e vi narrerò diverse storie.
Storie
che parlano d’amore. E tutto ciò che lo riguarda.
Questa prima storia parla di un tradimento.
Un
cuore spezzato.
Un
incidente forse evitabile.
La
luce che si spegne da due occhi innocenti.
Volete
sentire una favola?
La
storia di una principessa dal cuore ferito
E
del giovane che le donò l’amore che meritava.
Buona
lettura.
La principessa
e il Cavaliere
Era una giornata piovosa, insolito in quella
stagione. Solitamente d ’estate quasi tutti i giorni il sole picchiava forte
sulle teste della gente, riscaldava ogni cosa, anche i cuori a volte.
Ma quel giorno no… Anche il cielo piangeva per
il cuore ferito e la luce che si era spenta nei candidi e innocenti occhi
nocciola di una persona tradita.
Giaceva ancora sul quel letto, pochi giorni
erano trascorsi dal terribile incidente che l’aveva coinvolta.
I capelli castani ricadevano dolcemente sul
cucino, l ’abbondante bendatura agli occhi le copriva gran parte del viso, ma
lasciava scoperti il piccolo naso e le labbra rosee e sottili.
Il viso liscio e delicato e il corpo piccolo,
magro ma tonico, nascosto sotto le coperte di quel piccolo letto d ’ospedale
erano la prova che si trattava di una giovane molto bella.
Il continuo suono dell ’elettrocardiogramma
riecheggiava senza sosta in questa stanza bianca e spoglia.
Forse è il caso di tornare a qualche giorno fa,
non credete? Ora vi racconterò che cosa ha causato quest’immagine così triste.
Cosa provoca il dolore?
Cosa
può spezzare un fragile cuore in tanti frammenti?
Frammenti,
che si spargono come vetro insignificante su una superficie morta.
L’amore
acceca come una luce abbagliante.
Il
tradimento ferisce come un pugnale nel cuore.
E’ una festa di compleanno, in un’enorme villa dall’aspetto gotico e misterioso.
Una ragazza chiacchiera allegramente con le amiche: ha i capelli castani, corti e sbarazzini, gli occhi blu come la notte, un viso liscio e perfetto e un corpo tonico e atletico… Una vera bellezza. Ma non vi è solo quello: il suo carattere è dolce, gentile, ma grintoso quando serve.
Ha solo un unico
difetto: è troppo innamorata.
Un ragazzo dai capelli
argentei e gli occhi ametista le si avvicina, posandole una mano sulla spalla e
sorridendole.
“Ehi Sara, come va?”
Sara… E’ il nome della giovane protagonista di questa storia, signori.
Bel nome, non trovate?
“Tutto bene, Kei.
Grazie per avermi invitata, la tua festa è fantastica!”
“Sei la mia migliore
amica, non potevi mancare ai miei vent’anni.”
“Non potevo perdermi il
tuo precario invecchiamento, vorrai dire!”
Eccoli qui, signori:
due migliori amici, uniti da un’amicizia unica e potente.
Almeno per quanto
riguarda Lei.
Lui invece è da molto
tempo che sente qualcosa di diverso, un sentimento forte e devastante.
Un sentimento chiamato
Amore.
Ma non può confessarlo:
lei è già impegnata e molto innamorata, ma purtroppo della persona sbagliata.
“Dov’è Boris? Lo hai
visto per caso? È mezz’ora che lo cerco.”- domanda dolcemente la giovane
all’amico, che non sa cosa risponderle. Lui sa dov’è andato e vorrebbe tanto
confessarlo alla ragazza, ma ha paura della sua reazione.
Lui sa che Boris la
tradisce ogni volta che ne ha occasione.
Ne è al corrente perché
una volta lo ha visto senza farsi vedere e da quel momento ha cominciato a
disprezzare l’amico che non sa di avere accanto la cosa più bella che si possa
desiderare.
“No, mi dispiace.
Anch’io lo cerco, tra poco si taglia la torta.”
“Quell’impiastro, lo
vado a cercare, tu aspettaci ok?”- mormora dolcemente Sara, allontanandosi,
cercando il fidanzato.
Chiede ad un paio di
persone, quando le dicono che è salito al piano di sopra. La giovane si
avventura, cercando Boris in ogni stanza, anche nel bagno, quando alla fine
arriva ad una porta. Da dietro essa provengono gemiti e sospiri, incitamenti a
non fermarsi…
Non vorrebbe aprire,
potrebbe essere chiunque, ma quando sente la voce femminile urlare il nome di
Boris apre di scatto la porta, trovandosi davanti ad una scena che le spezza il
cuore in mille pezzi…
Boris, il suo Boris, in
quel letto, sopra una ragazza bionda completamente nudo, come la ragazza. Il
giovane appena la vede alza il volto di scatto e la fissa: è come se non gli importasse
di essere stato scoperto, anzi la cosa sembra compiacerlo.
“Ciao piccola, ci hai
messo meno di quanto pensassi.”
“Boris… Perché?”- gli
occhi di Sara sono un fiume di lacrime, ormai. Il suo cuore è spezzato, ridotto
in mille pezzi da quell’essere insensibile che lo ha preso tra le mani e lo ha
dilaniato, schiacciandolo sotto i piedi.
“Che ti aspettavi? Che
restassi fermo mentre ti vedevo fare gli occhi dolci ad Hiwatari tutto il
tempo? Io sono fatto così, se non ti sta bene puoi anche chiudere la porta.”-
un sorriso malvagio sul volto di Boris, mentre il viso della giovane è ormai
inondato dalle lacrime che senza sosta escono dai suoi occhi.
“Sei un bastardo!! Io
ti amavo, vai all’inferno!”- Sara sbatte la porta con violenza, riscendendo poi
le scale velocemente e tornando nel grande salone, attirando su di se
l’attenzione degli invitati.
Kei la vede correre
verso l’uscita e si avvicina subito a lei, prendendola per un braccio e
incrociando il suo viso: puro dolore si legge in quel volto bello come il sole
e la disperazione nei suoi occhi nocciola fanno fermare il cuore di Kei per un
solo breve attimo.
“Sara, che cosa è
successo?”
“Chiedilo a Boris! Sarà
felice di risponderti, dopo che ha finito di scoparsi quella troia che si è
portato di sopra!”- sul volto di Kei compare una nota di rabbia, mista a
dispiacere: forse ha sbagliato, doveva dirle subito la verità.
“Dimmi che non lo
sapevi… Ti prego.”
“Sara, io volevo
dirtelo, ma non volevo ferirti e temevo che non mi avresti creduto. Perdonami
piccola…”- Sara si sente ferita anche dal suo migliore amico: lui sapeva e non
le ha detto nulla. Il suo cuore ora è troppo insanguinato per accettare tante
cose tutte insieme, non ce la fa.
Senza più dire una
parola si districa dalla presa di Kei e corre verso l’uscita, il ragazzo la
segue chiamandola in continuazione ma lei non si volta.
Non vede nulla, non
sente nulla.
Nemmeno la macchina che
arriva a tutta velocità, colpendola in pieno e scaraventandola lontano.
A volte
l’inevitabile non può essere evitato?
Il destino può
essere scritto come possiamo crearcelo?
Ma si può
combatterlo?
Combattere il
Fato è giusto o sbagliato?
Forse il Destino
si deve semplicemente Viverlo.
Kei, inorridito, corre subito
da lei, mentre il resto degli invitati si precipita a vedere che cosa sta
succedendo. Il ragazzo si china su di lei, stando attento a non toccarla,
chiamando un ambulanza… Ha una brutta ferita alla testa e graffi su braccia e
gambe.
“Sara! Sara, ti prego
rispondimi! Apri gli occhi, ti supplico!”
“K… Kei…”- una flebile
voce esce da quelle labbra che tante volte gli hanno scaldato il cuore. Le
prende la mano, stando attento a non farle male.
“Si Sara, sono qui.
Resisti ti prego, l’ambulanza sta arrivando.”
“Non riesco… Non riesco
a vederti… E’ tutto buio qui…”- un lampo di terrore percorre gli occhi di Kei,
mentre arriva l’ambulanza. I paramedici caricano la ragazza e lui, con non
molta fatica, riesce a salire insieme a lei standole vicino.
Una volta arrivati
all’ospedale la giovane viene condotta in un’altra stanza, dove gli impediscono
di entrare. Kei prende il cellulare, chiamando il suo migliore amico: Yurij.
Non era presente alla
festa, perché impegnato con la sua fidanzata.
Lo implora di venire
subito, gli racconta a grandi linee che cosa è accaduto e l’amico lo rassicura
che saranno lì a momenti.
L’argenteo si siede su
una delle tante poltroncine della sala aspetto e attende…
Attende di rivedere la
sua amata Sara uscire da quella sala operatoria e tornare a sorridergli.
E nel frattempo
maledice Boris… Quell’essere senz’anima che l’ha ridotta in quello stato per la
sua libido.
Passano circa venti
minuti quando nell’edificio fanno capolino un ragazzo dai capelli rossi come il
fuoco e gli occhi azzurri come il ghiaccio, accompagnato da una ragazza dai
capelli biondi e gli occhi viola.
I due vedono Kei e lo
raggiungono, il rosso lo stringe forte conscio del fatto che l’amico sta
soffrendo molto… Lui conosce i veri sentimenti dell’argenteo e lo capisce meglio
di chiunque altro.
“Grazie di essere
venuti, ciao Chloe come stai?”- mormora, rivolgendosi alla bionda che lo cinge
in un delicato abbraccio. È la ragazza di Yurij, la sua fidanzata ufficiale,
sempre buona e gentile con lui.
I tre si siedono e Kei
comincia a raccontare loro ogni cosa: lo sguardo di Yurij è furente, non
perdonerà Boris, mai. Sara per lui è come una sorella, le vuole davvero bene e
sapere che adesso è in sala operatoria per colpa di quel ragazzo gli fa
ribollire il sangue.
“Immaginavo che sarebbe
successo, l’ho detto anche a Sara, ma non ha voluto sentire.”
“Cercate di capirla,
quando si è innamorati non si ascolta nessuno.”- cerca di confortarli Chloe,
abbracciata al suo ragazzo.
Kei li osserva: tante
volte avrebbe voluto dimostrare a Sara lo stesso affetto, lo stesso amore…
Tenerla stretta a se, sussurrarle quanto la ama e che mai al mondo l’avrebbe
lasciata.
Passano due ore quando
un medico si decide finalmente a dare qualche notizia ai ragazzi, trepidanti e
agitati per le condizioni della loro amica.
“Allora dottore, come
sta?”- domanda Kei al medico, non nascondendo la sua agitazione. Lo sguardo di
quest’ultimo non lascia presagire niente di buono…
“Ha qualche costola
rotta, dovrà stare qui almeno un paio di settimane, forse meno, ma…”
“Ma? Avanti, ci dica
tutto! Come sta Sara?”- Kei ormai sembra non essere più intenzionato ad
aspettare: vuole sapere e subito.
Yurij gli mette una
mano sulla spalla, facendolo calmare, mentre il medico cerca le parole adatte
per dire quella che ormai sarà una terribile realtà.
“Il grande trauma
cranico ha danneggiato il nervo ottico principale, causando una irrimediabile
lesione.”
“Quindi? Che cosa vuole
dire…?”
“La vostra amica ha perso l’uso della vista e le probabilità che la recuperi sono quasi nulle.”- il cuore del giovane Kei manca di un battito: Sara, la sua dolce Sara, non potrà più vedere.
Chloe piange tra le braccia di Yurij, che cerca di trattenere le lacrime. Il medico dice loro che possono vederla, ma che ancora non sa nulla… Kei si reca in camera dell’amica insieme alla coppia, cercando le parole giuste per dire alla ragazza dei suoi sogni che non potrà più vedere per il resto della sua vita.
I tre arrivano e aprono delicatamente la porta, trovandola nel letto: la testa e gli occhi sono ricoperti da una grossa fasciatura, ha dei cerotti sulle braccia e una flebo attaccata al braccio.
Kei le si avvicina lentamente, conscio del fatto che quella responsabilità spetta a lui… Si siede sul bordo del letto, stando attento a non farle male, e le mette la mano sulla sua.
Sara mugugna qualcosa, per poi afferrare quella mano calda che la sta rincuorando…
“Mh… Kei, sei tu?”
“Si sono io, ciao Sara…”- il giovane le prende la mano e ne bacia il dorso, stringendola. Yurij e Chloe si avvicinano, salutandola… Sara racconta loro che ricorda solo di aver trovato Boris con un’altra, di essere scappata e che poi ha dei ricordi sfocati.
Kei non sa cosa fare: deve dirle la verità, ma non sa in che modo.
“Sara… Ora devi essere forte.”
“Mi stai spaventando, adesso. Che succede, Kei?”
“Dopo che sei uscita dalla villa una macchina ti ha investito e hai battuto la testa… Questo fatto ha causato un danneggiamento del nervo ottico.”
“Che… Che cosa vuol dire?”
“Sara… I medici dicono che non potrai mai più usare la vista.”- il corpo della ragazza è scossi da violenti tremori, segno che la notizia l’ha sconvolta…
“Sara, io…”
“Via…”
“Cosa?”
“Andate via, lasciatemi sola.”
“Ti prego, lascia che io…”
“VATTENE!!! LA COLPA E’ ANCHE TUA! SE SOLO MI AVESSI DETTO LA VERITA’ ADESSO NON SAREI QUI!! VAI VIA, VATTENE!!”- la rabbia della giovane sfocia in un pianto disperato, mentre Kei cerca di assimilare quanto la donna dei suoi sogni ha appena detto: “è anche colpa tua”.
Sa che ha ragione, di avere anche lui la sua parte di colpa, e non riesce a sopportarlo.
Con il cuore a pezzi Kei esce dalla stanza, fermato invano da Yurij e, lasciando i due amici a prendersi cura della sua amata Sara.
‘Perdonami piccola Sara…”
Rabbia bruciante, che hai accecato il mio cuore.
Della vista sono stata privata, ma non dovrei poter vedere
col cuore?
Il mio cuore, che mi ha tradito.
O forse io ho voluto essere tradita da esso.
Ora lui va lontano da me.
E’ davvero ciò che desidero?
Da quel giorno il giovane argenteo
non fece più visita alla ragazza. Ormai era passata quasi una settimana e per
Sara stava arrivando il momento di tornare nel mondo esterno… Aveva paura e non
voleva farlo, il sapere che non poteva più vedere i suoi amici, il sole, il
cielo, le faceva troppo male.
‘Non voglio uscire nel mondo,
ho paura… Kei, vorrei tanto che tu fossi qui.’
Immersa nei suoi pensieri,
Sara sentì la porta aprirsi e come ogni giorno riconobbe la voce di Yurij.
“Ehi impiastro, come stai?”-
quel suo modo di chiamarla fintamente offensivo le strappa sempre un sorriso,
soprattutto in un momento come quello.
Da quasi una settimana
l’amico le faceva visita tutti i giorni portandole sempre qualcosa, dai
biscotti alla musica, e per lei era un grande sostegno averlo vicino.
“Ciao Yu, sto meglio, e tu?”
“Bene, oggi ho finito di
lavorare prima per cui ho pensato di passare in anticipo. Ti ho portato qualche
biscotto e il tuo I-pod aggiornato.”- disse tranquillo il giovane, mettendo a
posto le cose che aveva portato. Sara sorrise, mentre Yurij si sedeva accanto a
lei, prendendole la mano…
“Tra tre o quattro giorni mi
dimettono.”
“E non sei felice?”
“A che scopo? Tanto non potrò
più vedere dove andrò, cosa mangerò… Yurij, io non ce la faccio…”- Sara
cominciò a singhiozzare, mentre l ’amico si sedeva davanti a lei, accogliendola
in un caldo abbraccio.
Boris non si era nemmeno
fatto vivo dopo aver saputo dell ’accaduto, anzi quando gliel ’avevano detto
sembrava del tutto indifferente, tanto che Chloe aveva dovuto portarlo via a
forza per evitare che gli saltasse al collo.
E Kei… Da quel giorno non
aveva più messo piede in ospedale. Ci aveva parlato e il senso di colpa lo
stava divorando, tanto che non aveva più la forza di vedere Sara: la persona
che amava più di chiunque altro.
“Yu?”
“Dimmi.”
“Kei… Kei è mai venuto qui a
trovarmi?”
“No, mi dispiace.”- non aveva
senso mentirle, sapeva che il suo amico non lo voleva: sia lui che Sara
detestavano le menzogne.
La giovane chinò il capo,
triste… Era stata lei ad aggredirlo, a mandarlo via, dandogli una colpa che non
aveva.
Era stata solo capace di
scaricare su di lui tutta la rabbia e la delusione che provava in quel momento…
Ed ora il suo migliore amico non era accanto a lei.
A confortarla con le sue parole sempre
incoraggianti.
A rincuorarla come solo lui sapeva fare.
A darle la forza di cui aveva bisogno.
Non c’era… Ed era tutta colpa sua.
“E’ tutta colpa mia… Io
vorrei che lui fosse qui e invece… E tutto perché…”- Sara si lasciò andare ad
un pianto liberatorio tra le braccia di Yurij, che cercava di calmarla.
Se solo Kei avesse superato
il suo senso di colpa adesso tutto sarebbe a posto.
Una cosa legava quei due: la
testardaggine.
L’avrebbero mai superata?
Si sarebbero mai accorti di
non poter fare a meno l’uno dell’altra?
Tale era la domanda che in
quel momento albergava nel cuore del ragazzo, che continuava ad abbracciare la
persona più vicina ad una sorella che avesse.
Tu, che adesso non ci sei.
Mia è stata la colpa se ora non sei al mio fianco.
Perdona la mia stupidità.
Puoi farlo?
Vorrei stare tra le tue braccia.
Ho bisogno solo di Te.
Altro non mi serve.
Solo tu.
Ma nel frattempo anche
un’altra persona stava soffrendo…
Chiuso nella sua villa, Kei
stava cercando di non pensare a Sara, al male che, inconsciamente, le aveva
fatto.
Teneva il cellulare in mano,
il desiderio di chiamarla era forte… Voleva sapere come stava, come si sentiva,
se aveva bisogno di lui…
Ma perché farlo, se ora lo
odiava?
Era inutile piangere sul
latte versato, quel che era fatto non si poteva cambiare.
Un improvviso trillo lo
distolse dai suoi pensieri; era un messaggio di Chloe.
Ciao Kei, come stai? Senti, io sto
raggiungendo Yurij in ospedale, da Sara, sei sicuro di non voler venire? Fammi
sapere, un bacio.
P.s: Smetti di tormentarti, ha bisogno
di te. Ti voglio bene.
Chloe… Sempre così dolce e
gentile con lui, Yurij aveva vinto alla lotteria con lei. Tante volte li aveva
osservati, innamorati e felici, e li aveva invidiati…
Anche lui desiderava quelle attenzioni,
quegli sguardi pieni d’amore, quei baci dolci e piacevoli… E li desiderava
dall’unica persona che non lo vedeva, in tutti i sensi ormai.
No, scusami Chloe… Non me la sento
ancora, in fondo ha detto che non vuole vedermi e non voglio farla stare male.
Salutami Yurij e dille… Non lo so… Che le voglio bene. Un bacio anche a te.
Scrisse quel messaggio in
fretta, tornando poi ad osservare il soffitto, come se potesse dargli una
risposta al suo turbamento.
Tante volte aveva cercato di
non pensarci… Ma senza risultato: i suoi pensieri correvano sempre a quel
momento.
Non trovate che questo
giovane sia un vero testone?
Orgoglioso, certo, darebbe l
’anima per il suo orgoglio.
Alle volte più freddo dei
ghiacci del Polo Nord.
Scorbutico e tende a rendersi
anche antipatico.
Ma che sa essere un ottimo
amico e un grande sostegno quando serve.
Ed è Innamorato.
Ma può l’amore essere più
forte dell’orgoglio e soprattutto della paura?
Il campanello cominciò a
suonare alla sua porta, svogliatamente si alzò e andò ad aprire, trovandosi
davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere…
“Boris…”
“Salve Hiwatari, sto cercando
Sara.”
“E’ ancora in ospedale e
comunque perché la cerchi qui? Non vuole vederti.”
“Devo farmi ridare le mie
cose ed io le ho portato le sue cianfrusaglie inutili.”- disse apatico il
ragazzo, porgendo a Kei una piccola scatola con dentro molte cose.
L’argenteo fissò Boris con
rabbia: la voglia di riempirlo di botte era forte, ma non voleva sporcarsi le
mani.
“Sei un benemerito bastardo…
Sara non potrà più vedere per colpa tua e tu ti atteggi come se non centrassi
nulla! Mi fai solo schifo…”
“Pensa quel cazzo che ti
pare, Hiwatari, ma ero stanco di vedere la mia donna sbavare intorno a te e mi
sono divertito prima che lo facesse lei.”
“Che cazzo stai dicendo?! Lei
ti amava!”
Kei era furente: lui sapeva
meglio degli altri quanto Sara fosse innamorata di quel bastardo che non
meritava nemmeno una briciola dell ’amore della ragazza, e adesso si permetteva
di comportarsi in quel modo.
“Forse è vero, ma ciò non
toglie che io sono sempre stato al secondo posto rispetto a te. E se sei tanto
imbecille da non essertene accorto è un problema tuo, dalle queste cose e dille
che per quanto mi riguarda non mi farò più vivo. Addio Hiwatari.”- Boris porse
la scatola a Kei, salendo poi a bordo della sua macchina e partendo a tutta
velocità.
Kei lo vide andare via,
chiedendosi come aveva fatto a trattenersi dal rovinargli quella faccia del
cazzo!
Chiedo scusa, sono un
Cantastorie e non dovrei dire tali volgarità.
Vi chiedo perdono signori, ma
ora torniamo al nostro Kei.
Il giovane si sedette sul
divano, mettendo la scatola sulle sue gambe e cominciando a rovistare tra le
cose che quel bastardo di Boris aveva riportato a Sara.
Vi erano delle foto di loro
due insieme, nel loro primo periodo. Le cose tra loro andavano bene in
principio, ma poi ci fu il primo tradimento da parte di Boris e naturalmente
Sara era sempre stata all ’oscuro di tutto.
La sua attenzione però si
spostò su un piccolo quaderno, semplice, con un gattino col cappello stampato
sopra.
Kei lo aprì e riconobbe la
calligrafia di Sara, delicata e sempre corretta, come solo lei sapeva fare.
C’era scritto un po’ di
tutto, dalle frasi dolci a quelle tristi, un po’ come poesie.
Ma una in particolare rapì il
giovane argenteo…
Se nel cuore non posso tenerti
Vorrei averti sempre al mio fianco.
Tu, amico sincero, che tanto amore mi dai
Potrò mai un giorno dimostrarti quanto vali per me?
Riuscirò mai a dirtelo?
Il coraggio vorrei trovare
Anche solo per dirti che per me sei importante.
Come i fiori hanno bisogno del Sole
Io ho bisogno di Te.
Al mio
migliore amico.
Il cuore di Kei perse qualche
battito: che fossero davvero riferite a lui quelle parole?
Tale domanda non faceva che
passare per la testa di quel giovane innamorato per troppo tempo nascosto
nell’ombra.
Sara non aveva un secondo
migliore amico, di regola quel posto era sempre stato suo da quando aveva
memoria… Perché non gli aveva mai detto niente?
C’era solo un modo per saperlo…
Era rischioso, ma cosa importava?
Si alzò, posando la scatola
sul divano, prendendo il quaderno e mettendosi la sua giacca di pelle nera. Si
avviò verso il garage, prendendo la sua moto, mettendosi il casco, e partendo
alla volta dell ’ospedale. Ci mise meno di dieci minuti ad arrivare; avrete
capito che al nostro prode cavaliere piace la velocità.
Entrò nell ’edificio,
correndo verso il padiglione dov’era ricoverata Sara, non curandosi degli
sguardi curiosi che gli lanciavano alcuni. Una volta arrivato si avvicinò alla
stanza dove si trovava la sua migliore amica. Il passo era lento, come se
agognasse quel momento tanto atteso quanto temuto… Stava facendo la cosa
giusta? Era davvero convinto di voler sapere i veri sentimenti di Sara per lui?
E se invece si sbagliasse? Se quelle parole trasmettessero solo l’amicizia
vista dal punto di vista della ragazza? Troppe domande e non era da lui farsi
tante domande, ve lo assicuro!
Ma una cosa la sapeva: era
ora di smettere di avere paura.
Lui l ’amava, da sempre, e
non era di certo una cosa brutta, non trovate?
Raccogliendo tutto il
coraggio che possedeva, bussò alla porta, sentendo un flebile e dolce “avanti”.
Aprì la porta, lentamente,
trovandola nel suo letto, intenta a mangiare qualche biscotto, sicuramente dono
di Yurij.
Era molto grato all ’amico di
essersi preso cura di lei in quei giorni per loro difficili e lo avrebbe
ringraziato a dovere.
“Ciao Sara, sono Kei.”
“Lo so, ho riconosciuto il
tuo profumo…”- Kei sorrise debolmente: stava già cominciando ad affinare il
suoi sensi, era veramente brava.
“Che fai? Vuoi restare lì
immobile? Vieni qui, ho bisogno di parlarti.”
“Anch’io.”- rispose il
giovane, sedendosi sul bordo del letto, e accarezzandole lievemente la mano.
Sara posò la sua su quella di Kei, accarezzandola… I corpi di entrambi
sembravano solo volersi sfiorare.
“Comincia prima tu, allora.”-
mormorò Sara con un sorriso, mentre Kei prendeva il quaderno e cominciava a
leggere quelle parole…
“Se nel cuore non posso tenerti
Vorrei averti sempre al mio fianco.
Tu, amico sincero, che tanto amore mi dai
Potrò mai un giorno dimostrarti quanto vali per
me?
Riuscirò mai a dirtelo?
Il coraggio vorrei trovare
Anche solo per dirti che per me sei importante.
Come i fiori hanno bisogno del Sole
Io ho bisogno di Te.”
Sara sentì il cuore
accelerare: come aveva saputo di quello scritto? Solo lei era a conoscenza di
quelle parole, di quei pensieri, li aveva scritti nel piccolo quaderno che era
rimasto a casa di Boris. Allungò la mano e sentì il medesimo oggetto tra le
mani di Kei: di sicuro il suo ex aveva fatto piazza pulita delle sue cose e le
aveva consegnate a lui.
“Questo… Te lo ha riportato
Boris?”
“Si, insieme ad altre cose
che ti appartengono. Sara, so di essere stato scorretto a leggerlo, ma devo
saperlo: cosa provi per me? Sono davvero il tuo migliore amico? O qualcosa di
più? O anche di meno?”
“Di meno?! No, quello
assolutamente no. Tu… Tu sei tutto.”
“Tutto? Spiegati, per
favore.”- la piccola Sara si grattò la nuca e si morse un labbro, cercando le
parole giuste per rivelare quella verità che ha tanto negato anche a se stessa.
Kei era una persona unica.
Il suo più grande sostegno.
Il suo più fedele confidente.
Il suo migliore amico.
Ma perché quando non c’era gli mancava? Perché
il suo cuore improvvisamente aumentava i battiti quando le sue perle blu
incontravano quelle meravigliose gemme ametista? Perché sentiva di avere sempre
bisogno di lui? Di averlo accanto, che l ’abbracciasse e la confortasse.
La risposta era una sola: era Innamorata.
Innamorata del suo migliore amico.
Innamorata di quel ragazzo che per primo le
aveva dimostrato affetto.
Innamorata di quel giovane ghiacciolo che si
scioglieva solo con lei.
“Kei, tu sei nel mio cuore, questo lo sai… E’
soltanto che adesso…”
“Lo so che hai paura di soffrire di nuovo, ma
lascia che ti dica una cosa: potrai essere tradita e innamorarti di un altro,
soffrire e soffrire ancora, fino a quando non ti accorgerai di me. Ma qualunque
cosa accada ci sarà sempre una persona che non vorrà mai il tuo dolore: sono
io, Sara.”
Il cuore della giovane principessa batteva
forte… Talmente forte che anche l ’elettrocardiogramma stava per andare in
corto, strappando una risata a Kei.
Una risata che la giovane trovò angelica e
sublime…
Lui aveva ragione: molte persone aveva avuto al
suo fianco, ma solo una non era mai stata capace di farla soffrire ed era
proprio Kei.
E tutto questo doveva significare una sola
cosa: lui l ’amava.
Di un amore pure e sincero, in qualunque forma
lo si volesse vedere.
“Kei… Faresti qualcosa per me?”
“Tutto quello che vuoi.”
“Baciami… Dimostrami che ciò che hai detto è
vero. Baciami…”
Senza pensarci oltre e con un sorriso
impercettibile sulle labbra, il giovane cavaliere prese il volto della sua
principessa tra le mani, stando attendo a non farle male, e unì le loro labbra
in un dolce ma appassionato bacio.
Che
cos’è un bacio?
Un giovane poeta scrisse che era un apostrofo rosa tra le parole “T’amo”
Altri
dicono che è solo una sensazione, niente di importante.
Quanto
si sbagliano.
Un
bacio è un tocco.
Un
bacio è una carezza.
Un bacio è un semplice
e puro simbolo d’Amore.
Era come se non volessero più staccarsi l ’uno dall ’altra, ma d ’altra parte dovevano tornare a respirare e furono costretti a separarsi…
Kei sorrideva con il cuore colmo di felicità,
quando però la sentì tremare.
“Cosa c’è, piccola? Stai male?”
“No, tranquillo, anzi sono così felice… Ma vuoi
davvero stare con una ragazza cieca?”- in cuor suo Kei si aspettava una domanda
del genere. In fondo poteva capire la sua paura: non tutti volevano una ragazza
cieca accanto, ma non era il suo caso.
Perché semplicemente si trattava di Lei.
Le prese la mano, intrecciandola con la sua
molto più grande e le parlò rassicurante.
“Sara, ti amavo quando vedevi e ti amo adesso
che non vedi più. Io amo il tuo cuore, la tua anima, non i tuoi occhi in sé.
Amavo il tuo sguardo e continuerò ad amarlo, ne sono sicuro, ma io amo ciò che
sei, capisci?”
“Sei sicuro?”
“Assolutamente. Permettimi di stare al tuo
fianco, di renderti felice… Non desidero altro che prendermi cura di te, mia
piccola Sara.”
Ormai la giovane aveva capito: nessuno al mondo
l ’amerà mai come quello che è e sempre sarebbe stato il suo migliore amico.
E
che ora era la sua metà.
La
sua anima gemella.
Il
suo mondo.
“Va bene Kei, prenditi cura di me e amami… Se
lo vuoi.”
“Non desidero altro.”- Kei la cinse in un dolce
abbraccio mentre, da uno spiraglio della porta, qualcuno dai capelli rossi
aveva assistito a tutta la scena, con un sorrisetto furbo disegnato sul viso.
Mio
cavaliere finalmente sei giunto.
Tra
le tue forti braccia voglio trovare conforto.
Dalle
tue calde labbra voglio sentire il tuo amore.
Dal
battito del tuo cuore voglio trovare la Vita.
I tre giorni trascorsero in fretta e Sara fu
dimessa dall ’ospedale. Chloe le regalò un paio di occhiali da sole per
nascondere i suoi occhi ormai senza luce e mentre scendeva i gradini,
orientandosi col bastone bianco datole dal medico, chiuse inconsciamente gli
occhi:
Il sole le carezzava il viso, ne avvertiva il
calore.
Il vento le scompigliava i capelli, ne sentiva
la forza.
La primavera era giunta, l ’odore dei fiori le
inebriava le narici.
Ormai Boris e il suo tradimento erano solo un
ricordo, doloroso, ma solo un semplice ricordo di una vita dimenticata.
Ora aveva accanto il suo vero cavaliere, colui
che l ’avrebbe sempre protetta.
“Amore scusa il ritardo! Ma i traslocatori
hanno finito ora di prendere le tue cose e portarle a casa mia.”
“Non preoccuparti Kei, mi sono goduta l ’aria
primaverile nel frattempo. Senti, mi porti al parco prima di andare a casa?”-
Kei sorrise: non era giusto rinchiuderla subito nel suo castello, doveva prima
godersi l ’aria sprezzante della primavera.
La prese in braccio, strappandole un allegra
risata e portandola in macchina.
“Tutto quello che desidera, mia principessa.”
“Grazie, mio cavaliere.”
Scherzavano e ridevano come potevano fare due
bambini.
Innamorati e felice.
Un cavaliere e una principessa.
Che niente e nessuno avrebbe mai separato.
Nemmeno l ’Ombra negli occhi di lei.
Anime gemelle.
Unite dal filo rosso del destino.
*The
End*
E così si conclude questa prima favola, signori.
Un favola di tradimento e sofferenza, certo. Ma
anche d’amore.
Un amore unico e indissolubile. Capace di
resistere all’avversità più oscura.
Nato dall’amicizia, fortificato dal Tempo.
Un Cavaliere e una Principessa.
Ed io, il Cantastorie, ho deciso di narrarvela.
Perché?
Perché io credo fermamente nell’Amore.
Credeteci anche voi.
Sicuramente vi chiederete perché ho sempre
chiamato Sara “principessa”. Ebbene il suo nome significa proprio questo.
Spero che
questa storia sia arrivata al vostro cuore come al mio e che mi farete sapere
cosa ne pensate.
Un Cantastorie accetta opinioni, consigli,
critiche, tutto quanto.
E per deliziare i vostri occhi, ecco a voi Sara e
Chloe.
Alla prossima favola, miei gentili spettatori.
Il vostro
Cantastorie.