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Autore: demon6666    08/09/2010    0 recensioni
L'Organizzazione ha trovato un modo di riportare in vita Teresa, la loro guerriera più potente, per ricostruire il suo esercito di Claymore. Teresa, però, non è intenzionata a ritornare nell'Organizzazione ed è, invece, determinata a ritrovare Claire.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I Fantasmi erano ritornati a Rabona dopo la loro più che meritata pausa dagli allenamenti e, dietro l'insistenza di Helen, stavano passando la serata al pub locale. Claire sedeva per conto suo ad un tavolo vicino al muro, Miria e Tabitha stavano conversando in un angolo della stanza mentre le altre sedevano al tavolo centrale.

"Ehi, Craire... vieni a farti un goscetto!" la pregò Helen, suonando più ubriaca che mai mentre barcollava verso di lei.

Claire si voltò verso Helen, aspettandosi di vedere qualcosa che le facesse desiderare di non conoscerla. Helen non la deluse. Teneva le braccia attorno a Sid e stava ridendo come una pazza, completamente sbronza dalla birra che aveva bevuto nell'ultima ora. Anche Sid sembrava ubriaco, ma anche a disagio e in imbarazzo di essere trattenuto da una simile pazza.

Claire si voltò dall'altra parte e prese un altro sorso dal suo bicchiere d'acqua. Non beveva niente al di fuori dell'acqua e, specialmente, detestava l'alcol. Non era il genere di persona da perdere il rispetto di se stessa come Helen e cercava sempre di fare le cose che pensava avrebbe fatto Teresa.

"Avanti Craire, non fare coshì" biascicò Helen tracannando un altro sorso di birra.

In quel momento, Cynthia si schiantò contro Helen. Sembrava... ubriaca. Claire era sorpresa.

A quanto pare alla fine Helen è riuscita a traviarla...

"Wow... la shtanza... giraaaa?" biascicò Cynthia

"Fantashtico, eh?"

"Shono coshììì felisce..." gridò Cynthia

"Umm, Helen... mi stai rompendo il collo" borbottò Sid, suonando in preda al dolore mentre veniva tenuto stretto da Helen.

"Hai detto che vuoi un bascio?"

"No... ho detto..."

Helen si impadronì della sua faccia e gli diede un lungo bacio sulle labbra. All'inizio lui sembrò resistere, ma non poteva vincerla, per quanto ci provasse. Non appena venne lasciato andare, arrossì violentemente.

Anche Cynthia sembrava sorpresa dal gesto di Helen, ma non passò molto prima che il suo ghigno da ubriaca le tornasse sulla faccia.

"Eeehiii, Helen, lascialo un po' anche a me!"

"Nooo... lui è mio!"

"Sapete una cosa? Credo che me ne andrò a casa" tentò Sid mentre si allontanava lentamente dalle due guerriere che avevano iniziato a spintonarsi a vicenda ma, a causa della sbronza, riuscivano a malapena a mirare l'una all'altra e il loro scontro sembrava più una patetica rissa tra ubriaconi.

Sid ritornò al suo posto vicino a Galk con un'aria di sollievo. Claire lo sentì borbottare qualcosa a Galk quando vide le due guerriere avvicinarglisi da dietro.

"Oh, nooo... tu non shcappi..." biascicò Cynthia mentre lei ed Helen lo rovesciarono dalla sedia e lo afferrarono per i piedi, per poi trascinarlo verso di loro sul pavimento di legno mentre implorava Galk di aiutarlo. Purtroppo per lui, l'unica risposta che ottenne fu un sorriso che suonava molto come: spiacente, sei da solo.

Povero Sid... Helen, per favore, vedi di non traumatizzarlo a vita... pregò Deneve mentre vedeva la sua amica e Cynthia pomiciare con il giovane.

"Ecco... pensho che ne abbia abbashtanza." ridacchiò Helen

"È shtato divertente, pensho che dovremmo rifarlo..." replicò Cynthia mentre lasciava la presa su Sid. Non appena lo fece, lui immediatamente balzò in piedi e corse verso la porta del pub.

"No, vi prego, no! Abbiate pietà! Siete due pazze!" gridò mentre correva fuori dalla porta.

"Queshto non è divertente, perchè è shcappato?" chiese Cynthia confusa.

"Foorsheee... basci male." replicò Helen

"Forshe non gli piasce la tua faccia!"

Ancora una volta le due cominciarono a spintonarsi. Helen inciampò nei suoi piedi e cadde vicino al tavolo di Miria e Tabitha con un sonoro tonfo sul pavimento di legno. Mentre lottava per rimettersi in piedi, lo sguardo le cadde su Tabitha.

"Di cosha shtai parlando con Miria?"

"Helen, lasciaci in pace, per favore." replicò calma Tabitha che sembrava non trovare gradevole la presenza di Helen.

"Helen si sedette vicino a Miria e le appoggiò la testa sulla spalla, quasi cadendo sul suo capitano mentre questa continuava a guardare Tabitha.

"Helen, levati di dosso." la sollecitò Miria.

Ignorando Miria, Helen continuò: "Mi dishpiace, Tabi, shpero di non averti rovinato l'atmosfera!" la provocò per poi scoppiare a ridere sguaiatamente.

"Tabitha si alzò di scatto rossa in viso, mentre cominciava ad inveire contro Helen. Helen, comunque, era troppo ubriaca per capire quello che le veniva urlato contro e si voltò verso Miria.

"Lo sciaii... le piasciono le ragasce."

"Taci, Helen! Non è vero!"

Improvvisamente, Cynthia staccò Helen da Miria e le stampò un bacio sulle labbra. Le due caddero sul tavolo rovesciando tutte le bevande che vi erano sopra mentre giacevano l'una sull'altra. Per quanto fosse ubriaca, Helen si rese conto che stavano oltrepassando il limite e che quella era una cosa che non avrebbe mai fatto.

Cynthia ridacchiò innocentemente. Chiaramente non aveva realizzato appieno quello che aveva fatto.

"Basciarsi è bello, Helen basciami ancora!"

Con aria sconcertata, Helen guardo Cynthia negli occhi.

"Cynthia, non puoi basciare la gente così, di colpo!"

Cynthia smise di sorridere e si allontanò lentamente da Helen, quasi cadendo dal tavolo.

"Oh... quindi non è una cosha che la gente fa quando sci diverte?" chiese col sorriso di prima che le tornava sul viso.

"Davvero non lo sciai?" commentò Helen.

"No... mi shcusa Helen"

"Wow Cynthia, non credevo che fossci coshì ignorante, ti shpiegherò dopo cos'è un bascio... foorsce dovreshti shmetterla di bere."

"No, possho reggerne ancora, Helen!" urlò scattando verso il tavolo centrale e cadendoci sopra. Afferrò goffamente tutti gli alcolici che potè trovare e cominciò a bere ad un ritmo che impressionò persino Helen.

Che idiota pensò Deneve guardando la ragazza davanti a lei stramazzare sul tavolo.

Miria chinò la testa e nascose la faccia tra le mani, imbarazzata di essere il capitano di una simile manica di idioti.


Teresa non riusciva più a sentire l'acqua fresca scorrerle sulle mani, nè ad udire il soffire del vento o il conguettio degli uccelli. C'era un silenzio tombale.

Non riusciva più a sentire la soffice coltre d'erba con il suo corpo o il corroborante odore dell'esterno.

Teresa giaceva contro qualcosa di freddo e duro. La superficie sembrava al tatto roccia dura con tracce di polvere. Sentiva il puzzo di sangue e budella tutto intorno a lei mentre apriva gli occhi e fissava lo sguardo su delle spesse barre metalliche.

Balzò in ginocchio mentre controllava freneticamente l'ambiente circostante. Si trovava in una larga gabbia di metallo, imprigionata da spesse barre d'acciaio. La gabbia era poco più di 5 metri per 5 ed era sorprendentemente alta, probabilmente 20 metri o giù di lì.

Strofinandosi gli occhi, si alzò in piedi e camminò verso una delle sbarre. Con tutta la sua forza spinse il palmo contro la sbarra, ma fu inutile. La barra era troppo spessa e non si muoveva di un millimetro.

"Sembra che tu abbia recuperato la tua forza" sibilò una voce sinistra alle spalle di Teresa.

Si voltò per vedere la fonte della voce, mentre delle luci illuminarono l'area fuori dalla gabbia. Le luci rivelarono un'enorme stanza con due grossi portali d'acciaio su ogni lato. La stanza era fatta di roccia dura e conteneva molti grossi pilastri che sostenevano il soffitto in pietra. Il soffitto era addobbato di scheletri... umani e non.

Fuori dalla gabbia di Teresa stava un uomo vestito di nero. La sua faccia era coperta di cicatrici e i suoi occhi raccontavano mille storie sul suo perverso passato e sul suo inevitabile futuro. Teresa non sapeva chi fosse, ma sembrava il tipo che nessuno avrebbe voluto conoscere.

"Identificati." comandò Teresa, le braccia conserte, chinando la testa e chiudendo gli occhi.

"Il mio nome è Jeves, piacere di conoscerti, mio animaletto." rispose freddamente, mentre un ghigno gli si allungava sulla faccia.

"Cosa vuol dire animaletto? Chi ti credi di essere?"

"Presto imparerai qual è il tuo posto, per ora vediamo quanto realmente sei brava."

"E cosa ti fa pensare che ti accontenterò?" rispose Teresa con rabbia.

Senza rispondere alle sue parole, Jeves cominciò a camminare verso uno dei massicci cancelli sul lato più lontano della stanza che cominciò ad aprirsi . Lo osservò varcare il cancello che si chiuse dietro di lui. L'enorme peso del cancello scosse il terreno sotto Teresa mentre si chiudeva.

Non è un buon segno. L'unica ragion d'essere di simili cancelli è contenere qualcosa... di sicuro nemmeno io posso spezzare queste sbarre, allora perchè quei cancelli? A meno che non contengano qualcosa di grosso... Qualcosa che mangia budella umane...

Mentre Teresa realizzava cosa stava per accadere, udì un grosso oggetto metallico cadde dentro la gabbi dal tetto della stanza. Teresa sospirò di sollievo, sapendo che l'oggetto in questione era la sua claymore. Negli anni aveva imparato a conoscere la sua claymore in ogni dettaglio e la poteva riconoscere dal suono che faceva cadendo.

Teresa si voltò, camminò verso la sua amata arma e la raccolse con la destra.

Non appena impugnò la claymore, si sentì sollevata nel constatare che non era più pesante come prima o, meglio, che lei stessa era più forte di prima e che, per questo, le sembrava più leggera.

Guardando da una piattaforma sopraelevata, Jeves e una misteriosa figura con un abito e un cappello nera discutevano su come mettere alla prova Teresa.

"Cominciamo con qualcosa di... semplice" insistette Jeves.

"Sì, meglio farla riscaldare, prima." replicò la misteriosa figura.

"Che ne dici? Quale yoma dovremmo mandare per primo... o, meglio... quanti?"

"Beh, cominciamo con uno" replicò la figura.

Jeves si sentiva eccitato, stava per vedere il suo esperimento messo alla prova contro uno yoma. Aveva impiegato molte prove ed errori per riportare in vita quel corpo e la sola vista di lei con in mano la sua claymore era sufficiente a spedirgli dei brividi giù per la schiena.

"Va bene, dunque... mandiamo Jeff..." sibilò Jeves.

"Non è un po' troppo come inizio?"

"No... sono fiducioso nelle sue abilità."

"Su questo credo di saperne di più io, ero in circolazione quando lei era nell'organizzazione" aggiunse la figura.

"Non dimenticarti chi comanda qui. Mandiamo Jeff."

"E se viene massacrata? Non potremo riportarla in vita se viene fatta a brandelli. Dae-sama vorrà la tua testa." commentò la figura in nero.

"Per quanto mi ricordo, non gli abbiamo ancora detto niente, quindi non ne saprà niente." replicò Jeves osservando Teresa dall'alto.

 

Teresa udì il suono assordante del metallo che strideva contro la roccia e il terreno sotto i suoi piedi tremò mentre l'enorme cancello cominciava ad aprirsi.

Contro la luce che veniva da oltre il cancello, si stagliava una grossa figura. La sua forma si delineò come umanoide mentre avanzava verso la stanza.

Oh, cielo... è grossino questo yoma pensò Teresa sorridendo alla vista della bestia verde alta 10 metri che si avvicinava alla gabbia. Ogni suo passo causava un piccolo terremoto.

Ma che gli danno da mangiare?

Un lato della gabbia di Teresa cominciò ad aprirsi, sollevato da pesanti catene, lasciandola in balia dello yoma affamato.

La bestia addocchiò la sua preda e camminò verso di lei, sicura della della vittoria.

"Ti farò a pezzi ragazzina!" ruggì con la sua voce mostruosa avvicinandosi a Teresa.

E questa è la loro idea di "test"? Staranno scherzando, spero... pensò Teresa mentre correva verso la bestia, trascinando la claymore dietro di lei. Esaminò i flussi di yoki nel corpo della bestia per anticipare ogni sua mossa.

Braccio destro. Colpo diretto.

Non appena la bestia avventò il suo mostruoso braccio, Teresa vi saltò sopra e conficcò la claymore nel polso, quindi corse verso la spalla, trascinando la claymore ancora conficcata.

"AAARRRRGH!" ruggì il mostro mentre il suo braccio destro veniva tagliato in due. Zampilli di sangue viola schizzarono ovunque mentre il braccio mostruoso cadeva al suolo.

"Brutta troia!"

Teresa balzò giù dalla spalla mentre la bestia tentava di disarcinarla col braccio rimanente. Atterrò elegantemente dietro di lui e menò un fendente alla sua gamba destra, ma la claymore rimase conficcata.

Hmm, sembra che io non abbia ancora recuperato del tutto.

Teresa fece ricorso al 10% del suo yoki per far completare alla claymore il proprio fendente. La lama tagliò facilmente l'osso e la creatura cadde al suolo supina.

Sorridendo, Teresa tagliò il collo della bestia con la sua claymore centinaia di volte a velocità incredibile, affondando sempre di più nella carne con ogni fendente.

Teresa osservò lo yoma con i suoi occhi dorati mentre la testa del mostro veniva lentamente separata dal corpo.

"Putt..." inveì il mostro mentre la sua testa cadeva al suolo.

 

"Allora, dimmi... essendo tu uno dei pochi ad aver visto Teresa in azione anni fa... è andata come ti aspettavi?"

La figura in nero prese il cappello con le mani e replicò:

"La sua abilità marziale sembra invariata rispetto al passato."

"Eccellente. Questo significa che l'esperimento è stato un successo, benchè non si sia ancora del tutto ripresa." commentò Jeves.

"Sì, davvero impressionante, Jeves."

Jeves ridacchiò leggermente mentre guardava Teresa balzare giù dallo yoma.

"Dimmi Rubel, chi dobbiamo mandare, ora?"

Rubel lasciò il cappello con un ghigno sul volto.

"Cominciamo a mandare i Risvegliati, non dovrebbe avere problemi con nessuno di loro."


Nota del Traduttore: stavolta non ho nulla da dire sulla traduzione eccetto il fatto che spero di aver reso bene il tono da ubriache di Helen e Cynthia.

Nota per Jaden96: ti ringrazio per la recensione. Ho provveduto ad inviarla all'autore originale. Non appena risponderà, provvederò a postare la risposta.

Ringraziamenti: grazie a krisy per aver messo la storia nei preferiti.

  
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