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Autore: lightoftheday    19/12/2003    3 recensioni
Fan Fic su Orlando Bloom, ma non solo.
Capitolo uno.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per divertimento

Buona Lettura ^_-

 

*  Una nuova fase

 

- Qui sta bene?-

- Mh…non c’è male.-

Orlando stava seduto sul divano e guardava Emily che arrampicata su uno scaleo stava facendo le prove per decidere dove posizionare una riproduzione di Tolouse-Lautrec che avevano acquistato insieme ad una mostra d’arte moderna che aveva aperto giusto quel week-end a Los Angeles.

- Anche se a dirti la verità credo che starebbe meglio in camera da letto…-

- Senti, deciditi accidenti!- disse Emily fingendo di essere spazientita. – E’ un’ora che non faccio che scendere e salire da quest’accidenti di scaleo!-

- Signorina Paxton, per cortesia, stia al suo posto, o dovrò riferire alla signorina Johansonn che lei non è affatto una domestica a modo!- disse cercando di essere più serio possibile Orlando.

La risposta sferzante di Emily arrivò subito dopo:- Signor Bloom, per cortesia, chiuda quella boccaccia!-

Scoppiarono a ridere entrambi, lei scese in fretta dallo scaleo prima di cadere e farsi male. Sempre ridendo si diresse sul divano e si sedette accanto a Orlando.

- Facciamo dopo?- Gli chiese.

- Si, sarà meglio!- e scoppiarono a ridere di nuovo.

 

Dopo un mese Emily era diventata un’altra. Orlando ogni tanto la sorprendeva con gli occhi fissi, pensierosa. Allora faceva come al suo solito, cercava di incrociare il suo sguardo. Emily allora gli regalava uno dei suoi splendidi sorrisi. In quel mese non si era staccato da Emily se non di rado, l’accompagnava e la veniva a prendere alla fine dei corsi al college, passavano gli week-end girando per Los Angeles attenti che qualche paparazzo non gli sorprendesse. Cercavano di fare una vita mondana il meno possibile in effetti, anche perché Orlando sapeva che non era certo lo stile di Emily.

Il venerdì sera Emily si vedeva sempre con Freddie e gli altri. Quella serata durante la settimana e i momenti in cui Emily doveva fare il suo lavoro o studiare erano gli unici in cui lei e Orlando non stavano insieme.

Orlando avrebbe cominciato le riprese del nuovo film fra due settimane e gli dispiaceva dover passare tanto tempo fuori casa. Con Emily finalmente era riuscito a dare addirittura un nome al gatto, anzi, in verità era stata lei a sceglierlo. Lo avevano chiamato Smeagol, trovandosi entrambi d’accordo che era un nome decisamente da gatto.

 

Si era innamorato. Non lo poteva certo più negare.

Ne aveva anche parlato con gli amici, quando uno di quei famosi venerdì sera gli aveva raggiunti in un locale ed era stato accusato di snobbarli.

Non aveva raccontato che il necessario, in effetti non gli sembrava il caso di tirare in ballo certi particolari. Dominic, ad esempio, non avrebbe capito neanche molto bene. Già brillo alle dieci e mezzo ci provava con la cameriera in una maniera che definirla grottesca era un gentile eufemismo. Elijah e Billy si torcevano per le risate, Orlando a ruota dietro a loro.

- E insomma, hanno fregato anche te!- Lo punzecchiava Elijah.

- Allora, quando ce la fai conoscere questa dea dell’amore? – chiese Dominic.

- Te lo puoi scordare! Fra dieci anni, forse! Tanto per come stiamo messi adesso voi simpaticoni non mi combinereste altro che guai, me l’immagino!-

- Bene, credo che mi organizzerò un’altra festa di inaugurazione casa il prossimo week-end – Disse Dominic mettendo una mano sulla spalla di Orlando, poi continuò:- questo giovanotto vuol dire che hai circa dieci giorni di tempo per concludere, altrimenti ti attacchi! Ce la porti lo stesso e ci penso io!-

- Dom…non lo dire nemmeno per scherzo…-

Gli altri in coro risposero:- Uuuuuuuuh!-

Orlando rispose, additandoli uno per uno:- Siete tre bastardi! Ma se proprio ci tenete ve la farò conoscere. Vada per il prossimo week-end.-

- Però Dom ti devi inventare un’altra idea per dare una festa…ormai quella casa ce l’hai da tre mesi, non ti pare un po’ logora come scusa? – disse giustamente Billy.

- Ma io, mio caro, sono un uomo pieno di risorse e ho pensato anche a questo! Il fidanzamento ufficiale qui del nostro amico sarà la nostra scusa! Chiameremo anche la stampa! - Tutti, tranne Orlando risero.

- Non fate i bastardi! Sareste capaci di farlo, se non vi conosco male!-

 

Dopo le estenuanti richieste di Orlando, Emily aveva ceduto a dargli alcuni dei suoi manoscritti di sceneggiature. Era tesissima per quello che avrebbe potuto pensare. Se le avesse trovate ridicole? Lui magari ne aveva lette tante e tante, di persone che sicuramente avevano un talento ed un’esperienza nettamente superiori alle sue, l’esperienza poi. Ma Orlando quando si metteva in testa una cosa era il più cocciuto dei cocciuti, era impossibile averla vinta con lui. E poi, era il suo migliore amico. Ne aveva scelte tre, quelle alle quali era più legata. Le aveva messe sulla tavola del soggiorno, con la raccomandazione di non sciuparle. – Sono le uniche copie che ho.- Aveva detto.

Ogni giorno di più Orlando scopriva in lei le prove del suo miglioramento. Anche il semplice fatto che avesse acconsentito a fargli leggere i suoi lavori, cose che lei aveva buttato giù negli ultimi tre anni nei suoi rari momenti liberi tra studio e lavoro, era una grande prova della fiducia che lei nutriva nei suoi confronti. Ripensava ogni tanto a quella famosa notte in cui lei gli aveva raccontato quei dolorosi ricordi, a come fosse bastato che lei riuscisse a cacciare fuori tutto quel dolore per diventare un’altra persona. Si sentiva anche molto fiero di se stesso, ovvio.  Il lupo, come si usa dire, perde il pelo ma non il vizio. Ma in questo caso gli si poteva anche perdonare quell’esibizione di narcisismo. Anche per accettare di portarla alla festa di Dominic non aveva certo dovuto farsi pregare poi molto. Aveva fatto un po’ il prezioso, in fondo era sempre un tantino preoccupato di cosa quelle tre simpatiche canaglie avrebbero potuto combinargli, ma la voglia di mostrare ai suoi amici Emily era altrettanto grande. Avere una come lei al proprio fianco non poteva che riempirlo di gioia e di orgoglio.

Era un po’ preoccupato, non sapeva come avrebbe fatto a dire a Emily di quella festa, avrebbe dovuto inventarsi un modo per comunicarglielo abbastanza efficace da metterlo in buona luce agli occhi di lei. Fece mille congetture, ma quando si trovò al dunque fu più facile di quello che si aspettava. Lei era appena rientrata con in mano i sacchetti della spesa e i capi che aveva ritirato per lui in lavanderia. Orlando era andato ad aprirle la porta e ad alleggerirla di qualche sacchetto.

- Grazie! Quel dannato sacchetto mi stava segando una mano.- Orlando lo prese ed esclamò:

- Ci credo, che diavolo c’è qui dentro?-

Emily si era già avviata nella sua stanza per riporre nell’armadio i suoi vestiti e gli rispose un po’ urlando:- Colpa di Smeagol!-

Orlando guardò dentro il sacchetto e vide che era pieno di scatolette per il gatto. Smeagol intanto era venuto a strofinarsi contro le sue gambe, così Orlando gli disse scherzando:- Ti vuoi mangiare tutta questa roba? Ma sei un mangione!- Smeagol miagolò. Emily intanto rientrò in cucina e rivolgendosi al gatto gli disse: - Ti fai dire mangione da lui?! Diglielo che a te tutta quella pappa dura tre settimane.-

Poi rivolgendosi ad Orlando continuò:- Non ti sembra un po’ da esauriti parlare con il gatto in questo modo?- Orlando fece spallucce. Intanto si era seduto su una seggiola della cucina e guardava Emily mettere in ordine la spesa.

- Senti Em…-

- Mh? –Rispose lei indaffarata

- Un mio amico da una festa a casa sua sabato sera. Mi piacerebbe portare qualcuna con me, avevo pensato a te.- Emily si girò di scatto.

- Come mai? – Orlando fu preso un po’ in contropiede, non sapeva che dirle. Si grattò la nuca con fare un po’ perplesso, poi disse:- Non saprei, sei la prima che mi è venuta in mente.-

Emily posò il barattolo del caffè e disse:- Beh, se ti fa piacere, si, ci verrò.-

- Davvero?- Esclamò Orlando un po’ stupito. Era stato più facile del previsto convincerla.

- Si, davvero. Ma ho un problema.-

- Quale?-

- Non so che mettermi! Che ci si mette ad una festa di attori?-

Orlando rise, Emily per tutta risposta sia arrabbiò. – Ma si può sapere che ridi? Tu ci sei abituato, io no, accidenti!-

- Ma di che ti preoccupi, sono sicuro che ti presenterai benissimo.- Poi gli scappò detto:- Sei così bella, non credo che nessuno noterà come verrai vestita.-

Emily arrossì un po’, e per non farsi scoprire si girò e si mise a mettere in ordine i barattoli nella dispensa, interruppe subito il silenzio imbarazzante che quel complimento aveva fatto calare

- In ogni modo, credo che mi comprerò qualcosa.-

 

Quel venerdì aveva chiesto a Susan, una delle truccatrici che Freddie le aveva presentato, di aiutarla a comprare un vestito per l’occasione. Non si intendeva affatto di moda, anche se aveva un certo gusto nel vestire, in ogni modo. Era una cosa un po’ particolare, le aveva detto. Se gli avesse detto che usciva con Orlando l’avrebbero tempestata di domande tutti. La portò in un negozio in centro, per un paio di scarpe e un vestito spese metà del suo stipendio mensile. Però, cavolo, erano soldi spesi bene.

Tutt’altra faccenda era farsi vedere da Orlando e da degli estranei così.

La sera successiva, mentre Orlando la pregava di sbrigarsi perchè erano già in ritardo, lei indugiava davanti allo specchio. Si era tirata su i capelli e data una truccatina. Fece capolino dalla porta e urlò ad Orlando che non poteva vederla dal soggiorno, in tono serio:- Non ridere. Però sii sincero. Prometti?-

- Assolutamente!-

Emily quindi uscì dalla sua stanza e si avviò alla scalinata. Rimase in cima e disse:

- Allora? Vado bene?

Orlando riuscì a mantenere un minimo di dignità, annuì convinto e disse:- Ottimo. Andiamo dai, facciamo tardi. Emily era semplicemente strepitosa.

Da vero gentleman le aprì la porta dell’auto e fece il giro per andare al posto di guida. Dopo essere uscito dal cancello le disse:- Ho una sorpresa per te.-

- Che cosa? Ci hai ripensato e non vuoi più portarmi alla festa?- disse scherzando.

- No! Ho finito di leggere la prima sceneggiatura. Quando torniamo ne parliamo.-

Emily si stupì moltissimo. Gli aveva dato i tre manoscritti solo tre giorni prima.

- Ma non puoi tenermi così sulle spine! Anticipami almeno qualcosa!-

- Muto! Nemmeno una parola!- Si stava divertendo a tenerla sulle spine.

- Sei veramente perfido, lo sai?-

- Si, e me ne compiaccio!- Rispose lui, ridendo.

   
 
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