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Autore: NiNieL82    02/09/2011    5 recensioni
POSTATO IL FINALE
“Non me ne frega niente di questo Orlando Bloom, non so se hai capito, Laura. Di pure al boss che questa me la paga. Non me lo sarei mai immaginato che avrebbe fatto una cosa simile!” esclamò Edith dirigendosi verso l’entrata del privè, dove avrebbe tenuto l’intervista.
“Ma miss Norton, Orlando Bloom e un attore di fama mondiale, il capo ha affidato a lei questa intervista proprio per questo motivo” rispose una terrorizzata Laura, segretaria personale di Edith, dall’altro capo del telefono.
[Dal primo capitolo].
“Sono lieta di conoscerla, mister Law.”
Jude sorrise e replicò:
“Ti prego, non mi far sentire più vecchio di quello che sono dandomi del lei. Chiamami Jude e tagliamo la testa al toro. Che ne dici?”
Edith sentì le gambe cederle. Certo, se lo avesse raccontato anche a Rachel sarebbe stramazzata al suolo per la sorpresa. Dare del tu a Jude Law mica è cosa di tutti i giorni.
Sorrise, un po' nervosa e disse:
“Ok, Jude!”
Gli occhi azzurri dell'attore ebbero come un lampo. Edith sentì una strana molla allo stomaco.
[Dal capitolo 22].
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
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Ad Egle e Nina.

Perché senza di loro non ci sarebbero

mai state Edith e Posh.

E alla persona speciale

che mi ha chiesto di scrivere questa

storia strampalata.

Alla fine, anche se in ritardo,

l'ho finita.



Per i ringraziamenti alla cassa giù infondo alla pagina ^^


Epilogo


Capitolo 60: Almost famous. Quando il successo ti cambia la vita.


Orlando guardava il visino corrucciato di David che lo osservava quasi domandandosi che cosa volesse quel signore con i capelli ricci davanti a lui e che gli sorrideva nonostante stesse piangendo. O almeno questo era quello che si chiedeva Orlando guardando il piccolo che gli rivolgeva quello strano sguardo.

David!” sorrise Jude facendolo saltellare sulle ginocchia.

Subito il bambino prese a ridere, buttando la testa all'indietro per vedere meglio il viso di quello che da quando era nato aveva considerato suo padre. O quello che definiscono padre i bambini di sei mesi.

Orlando ricordava ancora quello che le aveva detto Sam, sua sorella:

Non è cresciuto con te. Non lo hai mai visto se non in qualche foto nei giornali scandalistici. Ti prego, OB! Non rovinare quello che hai per seguire qualche cosa che sai è finito da troppo tempo per ricominciare!”

Orlando aveva riflettuto parecchio. Sam aveva ragione, indubbiamente. Lui aveva Miranda, il piccolo Flynn a cui badare. Perché corrucciarsi per un bambino che nonostante fosse suo, portava il cognome del suo peggior rivale.

Ma se bene pensava, Orlando, in quei giorni la sua vita era cambiata. Aveva pensato che Edith fosse morta in un incidente, salvo poi trovarla appesa ad un filo al Chelsea & Westminster Hospital. Ella ora stava a casa con lui, chiedendo spesso e volentieri se la mamma avesse smesso di fingere di dormire e fosse tornata nella casa di Jude.

In tutto questo putiferio, la storia con Miranda era quella che ne stava uscendo peggio.

La modella, infatti, una volta saputo che David era il figlio di Orlando aveva cominciato a sbraitare. Aveva detto prima che Edith lo aveva fatto apposta per farli lasciare, che nemmeno ci credeva a quell'incidente e non si sarebbe stupita se avesse scoperto che era solo una farsa. Poi, aveva cominciato a sbraitare contro Orlando dandogli del libertino e dicendogli che l'aveva delusa profondamente e che quello che aveva fatto poteva costargli la custodia di Flynn.

Orlando, inutilmente, cercò di farla ragionare in tutti i modi. Lei e il piccolo partirono per l'Australia per quella che si chiamava una pausa di riflessione, mentre Robin raschiava il fondo della vicenda cercando qualcuno che potesse spulciare nella vita di Jude ed Edith e farle avere più notizie possibili nel quale affondare i suoi artigli smaltati.

Disgustato, Orlando si era chiuso in sé stesso. Aveva deciso di vivere il dolore per lo stato di Edith nel più totale silenzio, senza che né Robin, né Miranda e tanto meno sua madre si mettessero in mezzo.

E dopo tutti questi cambiamenti, ecco il più grande. Era da quando Edith aveva avuto l'incidente che lui si teneva tutto dentro e in quel momento, mentre Jude sorrideva giocherellando con quello che in realtà era suo figlio, Orlando sentì il peso di tutte le sue emozioni represse comprimergli il cuore, fargli esplodere la testa.

Jude sollevò lo sguardo su Orlando. Dentro di sé anche Jude stava vivendo una battaglia personale. Nonostante non ci fosse una sola persona -almeno tra quelle a conoscenza del suo segreto- che dicesse che aveva sbagliato a dire tutto ad Orlando, Jude si sentiva come in bilico. Sapeva di essere in equilibrio su di un filo e sapeva di non essere un buon funambolo. Bastava quindi solo un passo falso e sarebbe caduto nel vuoto, senza nessuna rete a bloccare la sua caduta, ad ostacolare la fine di tutto.

Si schiarì la voce. Guardò Orlando e gli domandò:

Lo vuoi tenere?”

Orlando sollevò la testa di scatto e guardò Jude dritto negli occhi, stupito da quella richiesta. Rimase un attimo in silenzio, visibilmente titubante sul decidere di prendere o no quel piccolo bambino dagli occhi identici ai suoi.

Orlando, smettila! È tuo figlio, dovrai pur abituarti a questo!” esclamò Jude serio.

Orlando rimase qualche secondo in silenzio poi, allungando le braccia, prese il piccolo David in braccio.

Il bambino rimase qualche attimo rigido tra le braccia del padre, poi, guardando il naso lo afferrò con le piccole dita e lo strinse. Quel gesto, piccolo e insignificante, fece sciogliere un po' di quel gelo che Orlando sentiva dentro il cuore e ridendo, con gli occhi pieni di lacrime esclamò:

Ciao David. Io sono Orlando. Il tuo papà!”


Sadie rise di cuore. In effetti, a quella risata che non celava il sarcasmo della sua ex moglie, Jude preferiva il silenzio lungo ed estenuante che l'aveva preceduta.

Dimmi che stai scherzando ti prego!” esclamò ridendo sempre più forte Sadie.

Non ci trovo niente di divertente, sai?” disse tra i denti Jude, che non era divertito dal comportamento della ex.

Ti rendi conto. Sono diventata una credente! Allora è vero quando dicono che Dio vede e provvede. Ti ha ripagato con la stessa moneta!” replicò Sadie divertita.

Sono venuto a chiedere un consiglio non a farti ridere a crepapelle!” mormorò contrariato Jude.

Sadie asciugò un occhio con la punta di un dito e ispirando affondo, tornando seria disse:

Scusa! È che non mi immaginavo che il piccolo David non fosse tuo. Non vi frequento tanto a te e a tua moglie per rendermi conto di queste differenze!”

Sadie! È palese che non mi somigli nemmeno per sbaglio quel bambino!” esclamò Jude che cominciava davvero a perdere la pazienza.

Jude! Anche se me ne fossi resa conto al momento della nascita, che vuoi che ti dica? Quel bambino sarà la chiave di volta di tutta questa storia. Mi chiedi un consiglio ora? Sai che ti rispondo? Quante possibilità ci sono che Edith Norton si svegli dal coma? Praticamente pochissime. Se hai detto ad Orlando che il bambino non è tuo perché non te la senti di fargli da padre, hai fatto bene. Ma guardala con gli occhi di una persona che non è implicata in questo assurdo triangolo. Tu hai Edith. La sposi. Lei mette al mondo un bambino che sai non essere tuo. Lei ti implora di non dire nulla al padre di David. Lei ha un incidente quasi mortale e tu che fai? Dici tutto ad Orlando. Molti avrebbero taciuto. E sai perché?”

Jude guardò Sadie che lo scrutava come fa una maestrina severa che spiega qualche cosa ad un alunno particolarmente stupido.

Illuminami!” rispose lui con sarcasmo.

Lei sospirò e concluse:

Se Edith si sveglierà... Tra di voi nulla sarà come prima. È inutile chiedermi un consiglio Jude. Hai già fatto tutto da solo. E hai sbagliato. Mi spiace. In questo gioco esci perdente stavolta!”

Jude sollevò lo guardo sulla ex moglie che alzandosi dalla poltrona dove era stata seduta per più di un'ora ad ascoltare la storia dell'attore, disse poggiandogli una mano sul braccio:

Mi spiace Jude. Ma come dice Justin Timberlake... Quello che fai torna sempre indietro. E io, in una piccola parte del mio cuore, aspettavo questo momento da quando siamo andati assieme in Thailandia e ti ho chiesto se mi amavi... E quella volta non mi hai risposto...” e senza dire altro lasciò Jude da solo che cacciando le mani tra i capelli sospirò frustrato, trattenendo a stento le lacrime.


Miranda stava seduta nella cucina della sua casa, guardando Flynn che dormiva placido nel port enfant. In una piccola parte del suo cuore sentiva di aver sbagliato a mettere al mondo quel bambino. Per la sua carriera in primis, dal momento che Kim Kardashian stava avendo più successo di lei ed era richiestissima. Per il fatto che lei ed Orlando non si amavano più come i primi periodi e Flynn era capitato per puro caso in un momento di distensione tra i due.

E poi, la cosa che la faceva rabbrividire, era quella farsa messa su da Robin. Ogni volta che ci pensava si sentiva terribilmente in colpa. Era stata lei a costringerli a sposarsi in segreto, senza nemmeno i loro genitori, per una scelta di marketing. Scelta che Miranda ancora non capiva visto che Robin aveva spiattellato tutta la loro storia con improbabili paparazzate ad ogni settimanale di gossip.

Per il resto, quando i brutti pensieri la coglievano, bastava che guardasse il piccolo sorridere incerto, ancora quasi completamente cieco, che si affidava al suo olfatto per riconoscere lei o Orlando per capire quanto era fortunata e quanto amava quella creatura. E subito si rendeva conto di quello che aveva pensato e l'ennesimo senso di colpa si sommava alla lunga lista che aveva aperto dall'estate 2010.

Dei passi dietro di lei annunciarono l'arrivo di sua madre. Miranda si voltò sorridendo e mormorò:

Tranquilla! Sta dormendo!”

La madre della giovane sorrise e mettendosi a sedere disse:

Non stavo pensando al bambino. Stavo pensando a te. Non hai mangiato un solo boccone oggi. E non fai altro che piangere... Miranda... Non ti fa bene. Lo sai!”

Miranda sospirò passando una mano sulla faccia.

Credo di aver fatto un po' di errori ultimamente mamma!”

La donna aggrottò la fronte e non disse nulla.

Credo...” continuò Miranda. “... di aver sbagliato a pensare che tra me e Orlando le cose potessero andare bene...”

Lo si pensa sempre all'inizio di un matrimonio...” si intromise la donna ma venne bloccata dalla figlia che disse:

Mamma... Io non lo amo più. E non è per la storia del figlio che ha avuto con Edith. Le cose non andavano bene da prima che nascesse Flynn, da prima che ci sposassimo...”

Forse avete fatto le cose troppo in fretta... Ma non pensi che ora c'è il bambino e fare di questi discorsi fa male non solo a te, ma anche al piccolo. Vuoi che abbia una vita divisa da due genitori che si sono separati quando lui era piccolo?” cercò di farla ragionare la madre.

Miranda guardò Flynn e pensò ad un futuro senza Orlando. Nel fatto affettivo non le importava. Sentiva che avrebbe trovato un altro uomo che le avrebbe dato un po' di sicurezza. Quello di cui aveva paura era che suo figlio non accettasse la fine della loro relazione, anche non avendola vissuta in prima persona.

Non voleva che diventasse uno di quei ragazzi con mille problemi che finiscono a drogarsi per colpa dei genitori.

Ma lei voleva lottare per una persona che la stava costringendo a vivere una relazione a metà?

Doveva imparare di nuovo ad innamorarsi di Orlando?


-Dove sono?-

Edith stava camminando. O almeno sentiva la eco dei suoi passi. Ma in quel mondo senza un confine, senza dimensione, dove tutto era nero, Edith non era sicura di camminare. Poteva levitare, nuotare, strisciare che non se ne sarebbe resa conto.

-Deve esserci una fine. Non può durare in eterno...- pensò lei.

Sentiva un ticchettio continuo che rimbombava nella eco di quel niente, di quel nulla. Un ticchettio come quello di tacchi in una stanza grande e vuota, con il pavimento di marmo. O come quello di una goccia che cade ripetutamente dentro un recipiente.

-Sto impazzendo! Oh! Dove sono Orlando e Jude?-

Respirò affondo e gridò:

-JUDE! ORLANDO!-

Era inutile. Aveva gridato ma non aveva sentito la sua voce.

Al contrario, nell'aria, in quell'oscurità opprimente, sentì un rumore.

L'allegro scrosciare di acqua sulle rocce.

Il canto di un usignolo.

La risata di una donna.

Edith!

-Che sta succedendo?-

Edith cominciava ad aver paura. Voltò la testa da una parte all'altra, più volte, ma quasi sentiva di non avere il controllo del suo corpo. Quasi sentiva che quello che stava intorno, quel nulla, quel vuoto, stesse entrando in lei e la stesse disgregando.

Edith! Sono qua!

-Chi sei?-

Come? Non mi riconosci?

Ok! Non poteva essere vero. Quella che sentiva non poteva essere la stessa voce-

-Sì! È ufficiale! Sto impazzendo!-

No! Non stai impazzendo. Sono vicino a te. Non lo senti?

Edith si voltò di nuovo. Non aveva la percezione del luogo, del suo corpo. Ma aveva dei ricordi, sentiva ancora delle emozioni. Ed era felice. Non spaventata.

-Grand-mère?-

Mi sarei offesa, sai, se non mi avessi riconosciuta?

La risata allegra rimbombò nell'oscurità. Non era spettrale, né sinistra. Era dolce, tranquilla.

-Nonna? Dove sono?-

Non ottenne nessuna risposta.

-Nonna?-

Non sei. Ecco tutto.

Edith sentì il cuore perdere un battito.

-Non sono morta, vero nonna?-

No! Non ancora. Sei nel limbo, quello spazio che sta tra la vita e la morte. Nel non essere. Ecco dove sei, piccola.

Edith portò una mano alla bocca. Solo allora si rese conto di non sentire il tatto, il contatto della pelle delle mani contro le labbra. Era come se fosse nulla, puro spirito.

Pensò ad Ella. A David. Voleva piangere ma non ci riuscì.

-Posso vederti?-

Non puoi. Sono qui per guidarti. Sei appesa ad un filo. Lo sai?

Edith sentì il cuore mancare un battito di nuovo. Stava per morire. Ma perché non era spaventata? Perché si sentiva come quando a scuola la professoressa diceva che doveva spiegare invece di interrogare?

Lo sai che quando ti sveglierai nulla sarà come prima?

-Che vuoi dire?-

Dovrai decidere. Te lo chiederanno loro stessi.

Edith stavolta sentì il terrore invaderla da dentro. Non voleva. Non poteva scegliere tra i due uomini che amava.

-Io non posso scegliere!-

Non solo puoi farlo. Devi...

Edith sospirò nervosa.

-E se ti chiedessi di portarmi con te?-

Edith non ottenne di nuovo nessuna risposta.

-Nonna!-

Potrei. Ma devi fare un cammino prima. E dopo di quello deciderai, piccola.

Edith aggrottò la fronte. Non aveva capito.

-In che senso?-

Non posso portarti via senza che tu abbia aperto gli occhi, Edith. Anche se questa è la fine, per te. Devi capire Edith. Capire...

Edith socchiuse gli occhi e sospirò rassegnata. La resa dei conti era arrivata.


Non posso negare che ci sia la possibilità che la signora Law non si svegli dal coma. Il problema è che se lo farà non sappiamo quanto e come si rimetterà. Ci sono persone che si riprendono piuttosto in fretta... Altre ci mettono anni... Altre ancora non ci riescono nemmeno in una vita...”

Jude socchiuse gli occhi. Orlando era entrato grazie all'intervento di Jude che aveva detto al dottore che essendo il padre di Ella doveva sapere anche lui cosa sarebbe successo ad Edith.

Stava seduto dalla parte opposta a quella di Jude e ascoltava quello che diceva il dottore con la testa china.

Ma si potrà risvegliare!” esclamò Emma concitata.

Tutto quello che era successo per lei era snervante. Sua sorella stava male e nemmeno qualche giorno prima aveva scoperto di essere rimasta incinta per la prima volta.

Il dottore scosse la testa e rispose:

Ci sono delle possibilità che lo faccia... Ma non siamo sicuri... Ed è per questo che vi abbiamo chiamato qua... Potreste dover prendere una decisione importante... Nel caso la paziente non ce la faccia, dobbiamo chiedervi se sapete o no se voleva che venissero donati gli organi. La signora Law è una donna sana...”

Voleva. Ne stavamo parlando una sera...” disse Jude.

Il medico annuì e stava per rispondere, quando il cerca persone prese a suonare.

L'uomo sorrise imbarazzato scusandosi e subito, dopo un'occhiata veloce, si scurì. E sollevando la testa verso i presenti disse:

Vi prego di seguirmi, signori. Credo che ci sia qualche problema in sala rianimazione...”


Nell'oscurità dove aveva vagato fino a quel momento vide una luce fioca, fatta di mille colori.

Questa luce si avvicinò a lei. Non cresceva né diminuiva. Volava come una piuma nel vento e si avvicinò a lei. Al suo petto.

Edith la guardò mentre levitava davanti a lei.

-Cosa è?-

I tuoi ricordi.

Edith sospirò. Aveva tutto il tempo del mondo, ma non sapeva se era pronta a ricordare. Se era pronta ad affrontare quella cosa che le faceva più paura del futuro: il passato.

Ma la luce non si curò dei suoi sentimenti. Senza cerimonie entrò nel petto di Edith che cadde, o levitò a sua volta, nell'oscurità.

E in un attimo vide una tenda rossa. Edith conosceva quel posto. Era un auditorium. C'era qualche esibizione.

Con lo sguardo cercò se stessa tra la folla di piccoli geni del piano e vide una ragazzina magra, in disparte. Era lei a tredici anni.

Non doveva essere, infatti più tardi del 1992, visto i vestiti che portava. Quasi se ne vergognava. Aveva una gonna lunga nera. Un top dello stesso colore che lasciava la pancia scoperta e sopra uno spolverino bianco di tulle, legato sotto il seno. I capelli erano lunghi, divisi a metà da una riga in mezzo simmetrica, bloccati da due forcine colorate ai lati e gli occhi truccati con un lieve accenno di matita e un velo di rimmel. Solo la bocca era segnata da un rossetto rosso mattone con i tratti delle labbra delineati.

Sorrise guardando le mani che battevano i tasti del pianoforte nonostante non ci fosse nessuna tastiera. La Edith adulta e quella bambina stavano una vicino all'altra.

-Non amavo esibirmi. Non l'ho mai amato, sai?-

Lo so! Lo facevi per tuo padre.

Edith-adulta sospirò e vide Davide Lorenzetti che guardava la sua controparte ragazzina da lontano. Non c'era odio in quello sguardo, ma la stessa espressione dolce che Edith avrebbe visto a Verona qualche anno più tardi.

-Non dirmi che...?-

Sì! Era già innamorato di te. Solo che non sapeva come dirtelo.

Edith sorrise e la scena vorticò. Le luci divennero confuse. Edith era come finita dentro una centrifuga. I colori si sovrapponevano, correvano, guizzavano, saltavano fuori come l'acqua smossa dentro un vaso di fiori.

Poi tutto divenne nitido. Era di fronte al balcone di Giulietta. Davide era davanti a lei. Stavolta era sé stessa. Era dentro il corpo della sedicenne a cui batteva il cuore per la sua prima vera dichiarazione d'amore.

Davide la guardava. Sorrideva. E serio disse:

Io credo di essermi innamorato di te, Edith Norton. Anche se è un po' difficile capirlo. Non lo sono mai stato prima. E volevo che tu sapessi che voglio passare il resto della mia vita con te. Voglio che diventiamo famosi entrambi... Che ci sposiamo nel duomo di Verona. E che un giorno, quando saremo pronti, prenderemo una bellissima villa sul mare e andremo a vivere con il nostro bambino...”

Edith sorrise commossa. Come aveva fatto quella volta, dopo quelle parole. Guardò gli occhi di Davide e dentro quell'oscurità venne risucchiata.

Era di nuovo in mezzo al nulla. Da sola.

Questo eri quello che dovevi diventare. Una pianista famosa. La moglie del tuo degno rivale. Ma sei tornata in Inghilterra. Hai lasciato il tuo primo amore. Non vi siete più sentiti e i sogni di entrambi sono diventato solo dei fuochi fatui.

-Non eravamo destinati ad amarci, forse...-

La voce non rispose. Una nuova luce corse vorticando in quel nulla privo dello spettro dei colori ed entrò nel cuore di Edith. E stavolta le fece male.


Sofferenza cardiaca...”

Jude guardava da fuori il vetro quello che stavano facendo i dottori.

Non ci voleva credere. Quella ragazza colta dagli spasmi era sua moglie. Quella piccola roccia che se ne fregava di tutto e di tutti. E lui la stava perdendo.

Si voltò e vide Orlando, con gli occhi lucidi, che scuoteva la testa. Accanto a lui Eloise in preda ai singhiozzi.

Voltò lo sguardo. Il monitor segnava i battiti.

Novanta... Ottantacinque... Ottanta...

Defibrillatore. Pronti!”

Jude sentì le persone intorno al letto di Edith sbraitare ordini.

Guardò le placche metalliche posarsi sul petto di Edith.

Carica!” la scossa. Il corpo percorso dalla corrente ancora inerme.


Edith conosceva il posto in cui era finita. Era un ufficio. Uno dei più in vista di tutta Londra. Almeno qualche anno prima.

L'ufficio di Brian Stephensons. Entrò ticchettando e vide un uomo alto, con gli occhi fissi sul computer, mentre leggeva qualche cosa che Edith non sapeva cosa fosse e dava ordini al telefono.

Edith guardò le décolleté nere a punta e la gonna dello stesso colore che la copriva fino al ginocchio. Era il giorno in cui aveva intervistato Brian.

Il giorno in cui si erano conosciuti.

Lui si sollevò dalla sedia. Sorrise. Allungò la mano e disse:

Brian Stephensons. Con chi ho l'onore?”

Edith Norton!”

Una fitta al cuore fece vorticare di nuovo i colori. Di nuovo macchie di luce sulla tavolozza di un pittore disordinato. I colori accesi di un mazzo di fiori presero forma davanti ai suoi occhi. Ma l'immagine era disturbata.

Che significa?”

Edith si meravigliò che la sua voce apparisse disincarnata, quasi lontana mille miglia. Era un ricordo. Lei non era veramente lì in quel momento. Il suo corpo era in un letto, inchiodato a macchinari che lei non vedeva. E la sua mente era invasa dai ricordi. O dal sangue del trauma cranico?

Vuoi sposarmi?”

Il bacio come la voce di Brian produsse una eco spettrale che gelò il sangue nelle vene.

E la sua risposta rimbombò infinite volte:

Non sono ancora pronta… Non sono ancora pronta… Non sono ancora pronta… Non sono ancora pronta… Non sono ancora pronta…” e i colori cominciarono di nuovo a vorticare dolorosamente.


Carica!”

Una nuova scossa. Il corpo di nuovo mosso dall'elettricità indotta.

Orlando guardava Edith. In silenzio. Con gli occhi pieni di lacrime. Allora era così che doveva finire? Era stato così stupido pensare che Edith fosse persa per sempre dopo il matrimonio con Jude.

Solo in quel momento, mentre i dottori facevano il tutto e per tutto per salvarla si rese conto che la stava perdendo davvero. E dolorosamente tutto il tempo perduto tornò a galla.

E faceva male da morire.


Di nuovo il buio.

Di nuovo da sola.

Ma per quale ragione quel dolore che sentiva nel petto non andava via?

-Nonna!-

Edith non capiva ma sentiva quel dolore trapassarla da parte in parte.

Eppure lei doveva essere fatta solo di puro spirito.

Materia impalpabile.

Perché sentiva quel dolore.

Non credo che tu abbia mai veramente amato Brian, sai?

-Nonna! Ti prego! Fallo smettere. Mi sta facendo male!-

Non dipende da me. Sono quelli là fuori che stanno facendo tutto.

-Nonna! Portami via!-

Edith non sopportava quel dolore. Non le importava di nulla. Voleva solo che tutto finisse. Il dolore. I ricordi. La paura.

È ancora troppo presto.

Edith avrebbe voluto piangere, gridare. Non ci riuscì. Vide un'altra volta la luce correre verso di lei. Entrarle dentro e farle male.

Era al Hard Rock Caffè di Londra. Orlando stava davanti a lei.

Scusi? Potrei avere un espresso e una mezza minerale naturale, per favore!”

La sua voce disincarnata risuonò di nuovo. Stavolta anche i movimenti erano lenti. Come quelli di una persona febbricitante. Era quella l'agonia allora?

Poi i colori presero di nuovo ad accavallarsi e solo quando si bloccarono vide Orlando, in piedi che parlava con Patrick:

Conosco Edith da ottobre. E non è cominciata bene. Per niente... ma poi mi sono reso conto di quella che è veramente. Una che lotta per far vedere come vanno le cose in un continente che non è il suo. Una che prende una macchina e ti porta a Parigi per aiutarti a far pace con la tua ragazza e quando scopre che non è possibile, ti porta a vedere il Louvre e a mangiare sotto la Torre Eiffel. Una che manda a monte una storia non solo per aver scoperto di essere stata tradita, ma perché, la persona che stava con lei, in mezzo a tutta quella bagarre che aveva creato, ci aveva messo in mezzo anche me... Edith è una ragazza che ti fa rischiare un incidente d'auto solo per salvare un gattino, che ama la nipotina Charlotte come pochi possono amare un bambino che non è loro. E aspetta il figlio che Jen sta per avere. Perché, ne sono certo, lo amerà come ha amato la figlia di Rachel. E ancora... Edith è un'amica fidata. Che ti distrugge con le sue battute pungenti, che riesce a ridurti in briciole solo con una delle sue osservazioni... Edith è uno spettacolo anche nei suoi difetti! E non capisco come lei non riesca ad amarla. Perché credo che una volta che ci si avvicina lei, in un modo o in un altro, si finisce per innamorarsene davvero...”

-OB!-

Ti ama ancora lo sai?

-Lo so!- rispose Edith.

Una nuova fitta la fece piegare sulle ginocchia. Cosa diavolo le stavano facendo?

Sei sempre stata orgogliosa, lo sai?

Se il dolore non fosse stato troppo forte, Edith avrebbe sorriso.

-E cosa vorresti dire con questo?-

La nonna sorrise. Una nuova nube colorata si avvicinò ad Edith che si trovò di nuovo, dolorosamente trasportata dai colori e dalle luci.

Si trovò in mezzo a della gente che non conosceva. Guardò il suo corpo, fasciato in un abito rosso e molto più snello. Non c'erano dubbi. Stava ricordando fatti risalenti a prima delle sue due gravidanze e quello in particolar modo era legato alla festa a L.A di Giorgio Armani.

Sentì la voce di Orlando gridare qualche cosa che non capì e poi una frase:

Ti presento una mia carissima amica. Si chiama Edith Norton ed è inglese come noi!”

Edith si voltò e lo vide. Aveva i capelli un po' lunghi e la sua solita faccia da schiaffi.

So chi è! Ho aspettato anni che mi intervistasse, ma evidentemente non ero abbastanza famoso!”

La mano di Jude sollevò dolcemente quella di Edith e l'avvicinò alla bocca, senza nemmeno sfiorarla. Gli occhi azzurri la fissarono a lungo mentre diceva:

Incantato!”

Questo è Jude, vero?

La voce di sua nonna arrivò come una freccia che le gelò il cuore portandola nell'indefinita oscurità da cui era partito tutto.

Edith annuì. Sentì la nonna sorridere. E dopo qualche istante di silenzio disse:

Ti ama, Edith. Anche lui.

-Lo so!-

Quanto avresti dato perché rivolgesse a te uno di quegli sguardi che rivolgeva alle sue partner femminili nei film. Alla fine ci sei riuscita, vero?

Edith sollevò la testa. Una nuova scossa.

Cadde in ginocchio di nuovo implorando:

-Basta! Vi prego!- e la luce la imprigionò di nuovo.


BASTA! VI PREGO!”

Orlando si voltò e vide Jude, con gli occhi pieni di lacrime che sbatteva i pugni contro il vetro della camera di riabilitazione.

Se avessero smesso sarebbe finita. Edith non si sarebbe svegliata. Come poteva volere questo?

Guardò Eloise che abbracciava il genero che disperato ripeteva:

Non voglio perderla. Ma non voglio nemmeno che soffra...”

Orlando guardò il vetro. Il corpo di Edith veniva percorso da un'altra scossa.

Fu una frazione di secondo. I dottori guardarono il monitor. Anche tutti i presenti dall'altra parte del vetro fecero lo stesso.

Jude voltò gli occhi pieni di lacrime verso il letto. Orlando fece lo stesso.

Il cuore aveva ripreso a battere.


Le immagini presero a vorticare. Jude e i suoi tre figli che camminavano per le strade innevate prima di Natale. Jude che beveva cioccolata e la guardava sorridendo.

Poi la luce del camino nella casa da scapolo di Jude. Lui vicino, tremendamente vicino che le accarezzava una guancia. E quello sguardo... Proprio come al cinema.

Diciamo che le cose non sono cambiate e che penso che, forse, è arrivato il momento che tu lo sappia! Ti ho vista stare con lui, essere felice con lui. Ho pensato che non fosse altro che un fuoco di paglia, poi la notizia della tua gravidanza. E quando ti vidi, il Natale scorso, ti fermai per saperne di più di quello che dicevano i giornali. E vidi che eri felice. E, diciamocela... Quando hai detto a Rafferty che poteva stare tranquillo, perché tra di noi non ci sarebbe stato nulla, allora ho capito che dovevo lasciar perdere! Impossibile che tu non l'abbia mai capito? Mi piaci da impazzire Edith Norton!"

Edith portò una mano alla bocca. Il dolore era fortissimo ancora. Sentiva quasi che se l'avessero solo toccata avrebbe sofferto. Nonostante questo si sentiva triste. Terribilmente triste.

Solo ora si rendeva conto che Jude era stato quasi messo in mezzo a quella storia. Che lo aveva preso in giro alle volte, dicendo di non amare Orlando, quando invece non era vero. E la vita l'aveva punita facendola innamorare perdutamente anche di lui, facendolo diventare parte integrante della sua vita.

Suo marito.

Non ti sei comportata bene con lui. Eppure alla fine, ora, non puoi fare a meno della sua presenza. E non come amico. Non ti basterebbe più...

Edith guardò la nuova palla di luce che si avvicinava a lei.

E quando la rapì sentì la musica dei Maroon5 invadere il silenzio.

Lei era vestita da sposa e quasi a memoria sussurrò:

Non sei venuto fin qui solo per dirmi questo, vero?”

Ti amo Edith. E voglio che tu venga con me. Voglio che tu non sposi Jude. Voglio che tutto ricominci da capo. E giuro... Stavolta lascerò Miranda, davvero!”

Edith sentì quelle parole scivolarle addosso come l'acqua. E una domanda le venne in mente.

-E se lo avessi seguito quella mattina?-

Saresti stata felice di sapere Jude con il cuore spezzato?

Ci mise qualche secondo per rispondere. E poi, guardando gli occhi di Orlando rispose:

-No!-

Non ti credo più, OB. Ormai non ti credo più!”

-L'ho perso per sempre quel giorno, vero?-

Nulla è perso per sempre... Almeno fino a che si ha la possibilità di sistemare le cose.

ASPETTO UN BAMBINO DA LUI, ORLANDO!”

-Lui sa del bambino?-

Non posso dirtelo.

-Lo sa, vero?-

La nonna non rispose. Orlando si smaterializzò e da lontano arrivò una voce. I colori si accavallavano ma vedeva sagome distinte, tante, tutte strette in abiti eleganti. E la chiesa dove si era sposata.

Ora basta sceneggiate. Hai trent'anni Edith. Devi decidere tu... Nessuno ti sta obbligando a sposare Jude. Nessuno ti costringe a non farlo. Quello che ti chiedo però da padre, da uomo e da marito è di prendere una decisione e lasciare uno di questi uomini fuori dalla tua vita... Per sempre...”

La marcia nuziale rimbombò sinistra nell'oscurità.

-Mi aveva chiesto anche papà di scegliere. E io non l'ho fatto!-

Nulla è definitivo ancora. Dipende solo da te.

Arrivò la fine della navata. Prese la mano di Jude e il prete chiese:

E tu, Edith Isabel Norton, vuoi prendere David Jude Law come tuo sposo?”

I will!”

Edith portò le mani alle orecchie e cadde carponi implorando di nuovo:

-Basta! Non ce la faccio più!-

Divenne di nuovo tutto buio. Il vagito di un bambino. Le ricordava Ella quando piangeva i primi periodi. In un modo isterico, quasi volesse per sé e solo per sé le attenzioni di tutti.

Perché ti amo e so che lo farò per sempre. Perché sei la madre di mia figlia e non solo. Perché sei speciale e mi fai ridere. Perché ti desidero come ho desiderato poche donne... Perché voglio che sia per sempre. Vuoi sposarmi Edith Norton?”

-Orlando?-

Non ottenne risposta. Nemmeno la nonna parlò. Era di nuovo sola in quel buio che cominciava a farle paura.

-Nonna!-

Niente solo il silenzio e la eco ripetuta della sua voce.

Poteva essere passato solo un minuto da quando tutto era cominciato. Un'ora o un giorno. Edith non lo sapeva. Sapeva solo di essere terribilmente stanca.

Nell'oscurità riecheggiò la voce di Jude.

Non piangere. Oggi è nato nostro figlio!”

-Jude!- disse e cadendo, finalmente pianse.

E sentì la risata di Ella e la sua piccola voce che la chiamava:

Mamma! Dai mamma, svegliati. Ti sto aspettando!”

E la risata di David.

Fu allora che vide una luce bianca. Si sollevò e la guardò. La investiva e i contorni del suo viso e del suo corpo venivano risucchiati via. Stava diventando luce. Forse se ne stava andando.

Guardò la fonte di quello splendore indefinito che quasi l'accecava dopo tanta oscurità.

Mamma!”

-Ella!-

I tratti del suo corpo venivano risucchiati via. Stava morendo allora?

Per la prima volta si rese conto di aver paura. Non voleva lasciare Ella e David. Non voleva più.

Hai deciso?

Edith aguzzò la vista e vide la nonna che si avvicinava a lei.

Sorrise e rispose:

-Sì!-


Edith guardò il panorama tranquillo davanti a lei.

Dopo essersi svegliata dal coma, aveva deciso di prendere i suoi due figli e di andare a vivere a Kendal, nella Lake District.

Da ormai tre mesi, Edith aveva trovato la sua calma e stava lavorando ad un nuovo libro, 'Il segreto di Iris' che raccontava la storia di una ragazza che a sedici anni si trova immischiata in quella che era la Seconda Guerra Mondiale.

In questo romanzo, Edith, aveva messo molto di sé stessa. Iris la rappresentava in tutto e per tutto. Era volitiva, sarcastica e dispotica proprio come lei. Era una ragazza poco convinta dell'uomo che doveva sposare, un uomo ricco e viziato che non aveva a cuore la sua fidanzata ma solo il proprio tornaconto.

Iris si trovava coinvolta nella seconda guerra mondiale perdendo tutto quello che aveva e trovando l'appoggio di un ragazzo ebreo che lei stessa aiutava a nascondersi facendolo passare per suo marito.

Con questo ragazzo mise al mondo una bambina che venne battezzata nonostante la religione paterna.

Ed era questo il segreto di Iris. Questo amore travagliato, quasi impossibile, si dissolse quando il ragazzo ebreo partì in cerca dei suoi famigliari. E dopo un anno di lettere, i contatti tra i due si persero.

Sola perché ripudiata dalla sua famiglia, Iris e sua figlia vissero il triste dopoguerra costellato di fame e privazioni. Fino a che nella vita di Iris arrivò un ufficiale inglese biondo che dopo qualche capitolo la chiederà in moglie.

Qui Edith si era bloccata. O meglio, dopo una serie di avvenimenti più o meno drammatici era arrivata al terribile dilemma se far morire o no la sua protagonista. E da come si stavano mettendo le cose, visto anche quanto cominciava ad odiarla, Edith la voleva davvero morta.

Aveva abbandonato quindi il suo romanzo e aveva deciso di passare le sue giornate in tranquillità, nell'attesa che l'amore per la sua protagonista e l'ispirazione tornassero a lei. Apatica verso la pagina bianca di Word che con la sua linea al bordo sinistro della pagina chiedeva silenziosamente che qualche pensiero venisse formulato.

E in quella apatia i mesi cominciarono a passare, intorpidendo Edith, lasciandola priva di ogni voglia.

E nel mentre l'inverno si succedette alla primavera e riempì di colori la valle tranquilla.


Quella mattina Edith stava guardando il lago, in silenzio. Pensava alle cose che aveva lasciato a Londra e non ne provava nessuna nostalgia.

Dopo il suo risveglio, Orlando si era detto disposto a sposarla. Jude le aveva chiesto di andare a fare una lunga vacanza e fare un bambino.

Per la prima volta in cinque anni Edith si sentì spaventata e decise di fare qualche cosa per sé e di andare a stare lontano da Londra, a Kendal appunto, nel Distretto dei Laghi, senza dire a nessuno dei due uomini dove fosse.

Quello che a Edith faceva più paura era il dover ammettere a tutti, perfino a sé stessa, di essere caduta in depressione.

C'erano tutti i segnali: inappetenza, poca sopportazione dei figli, pianti continui, crisi di panico, sonno a singhiozzo di notte e stanchezza di mattina.

Aveva dovuto prendere una governante per svolgere i vari compiti di casa e controllare suoi figli. Aveva il terrore di lasciare il confine della casa e di essere trovata da Orlando o Jude, pronti a costringerla a tornare a casa. E sapeva che se il suo libro non trovava un finale era solo perché aveva paura di decidere anche per il destino dei suoi protagonisti cartacei.

Aveva fatto scappare la sua protagonista, proprio come aveva fatto lei. Ed ora che era lontana non riusciva a prendere una decisione. E vagava nello stesso buio, nella stessa oscurità che aveva avvolto Edith quando era incosciente.

Nonostante però si rendesse conto che qualche cosa non andava, Edith non aveva la forza di reagire. Dentro di sé sapeva di essere depressa, ma non lo voleva ammettere con nessuno, perché aveva paura che se lo avesse detto ad alta voce, allora tutto sarebbe precipitato.

Stava guardando il bellissimo panorama senza provare la minima emozione, fusa in un unico essere in quel silenzio naturale, quando sentì:

Mamma?”

Edith si voltò e vide Ella. Era maledettamente simile ad Orlando. Gli stessi occhi, gli stessi capelli, perfino lo stesso modo di sorridere. Ringraziava Dio solo che l'avesse resa femminile già da piccola oppure sarebbe bastato davvero poco perché la scambiassero per il padre una volta cresciuta.

Dimmi?” disse Edith sorridendo facendo sedere la figlia nel dondolo accanto a lei.

David sta dormendo. E io mi annoio!” ammise triste Ella arrotolando un ditino nel piccolo boccolo color cioccolata.

Chiama Lucy e dille che vuoi giocare!” le propose Edith cercando di evitare la domanda di sua figlia. Non aveva voglia di giocare con lei.

Ha detto che sta preparando il pranzo e non può giocare con me!” mise il broncio Ella.

Edith sospirò e disse:

E se andassi a colorare in camera?”

David ha strappato tutti quaderni mentre giocavamo. Mi sono messa anche a piangere ma tu dormivi...” rispose Ella con una punta di rimprovero nella voce.

Edith sentì una morsa nello stomaco. Stava diventando uno zombie e non stava facendo nulla affinché non accadesse.

Amore!” cercò di scusarsi Edith: “La mamma non sta bene...”

Perché non mi insegni a scrivere?”

Edith aggrottò la fronte. Ed Ella aggiunse:

Io da grande voglio diventare brava come te. E anche bella come te. Voglio scrivere tante storie e voglio essere forte come te...”

Quelle parole, gli occhi luminosi di Ella mentre le parlava, furono come un raggio di sole che buca le nuvole. Edith la guardò e sorrise e abbracciandola, la strinse al petto e piangendo le disse:

Amore! Hai appena detto alla mamma la cosa più bella che le sia mai stata detta, lo sai?”

Ella la guardò senza capire e disse:

Mamma ma perché piangi. Non puoi insegnarmi?”

Edith scosse la testa e disse:

Certo che posso. E ti dico di più. Scriverà anche la mamma... E ti dedicherà quello che ha scritto...”e baciandola le prese la mano e per la prima volta da quando era arrivata a Kendal sorrise felice, tanto che Lucy, che si stava pulendo le mani con uno straccio vecchio mentre usciva dalla cucina, la guardò senza capire.


Qualche settimana dopo.

Londra.


Orlando e Jude stavano seduti nella stessa camera. Da quando Edith se ne era andata via loro due non si erano più visti né parlati.

Trovarsi quindi fianco a fianco nella stessa camera li rese un po' nervosi e al contempo innaturalmente silenziosi.

Un uomo alto entrò nella stanza, spezzando un po' di quella tensione invisibile ma palpabile e sedendosi nella scrivania di fronte alla loro, disse:

Una nota casa editrice, ci ha contattati. Vogliono fare un esperimento, qualche cosa di mai provato prima. Vogliono che un libro di un famoso scrittore, esca quasi contemporaneamente con il film che ne verrà estratto!”

Una mossa azzardata!” si intromise Jude.

La storia è molto bella. Si pensa che si sta parlando del miglior libro che questo scrittore abbia mai scritto!” rispose l'uomo.

E noi che c'entriamo?” chiese giustamente Orlando.

E questo è il punto. Abbiamo letto la sceneggiatura e i due personaggi maschili vi rispecchiano completamente. Uno moro e con i capelli ricci. L'altro biondo e con gli occhi verdi. Abbiamo pensato subito di chiamarvi e di proporvi il contratto. La nostra casa di produzione è disposta a tutto pur di avervi per questo film...”

Orlando e Jude si guardarono negli occhi e sospirarono.

Ne dovremo parlare con i nostri manager!” dissero all'unisono.

L'uomo sorrise e rispose:

L'ho già fatto ed entrambi hanno detto che l'idea è buona. Ed abbiamo pattuito un prezzo...” e porse due fogli ai due.

Orlando e Jude il presero e lessero un compenso con molti zeri per entrambi.

Allora vi alletta come offerta?”

I due guardarono i fogli. Diavolo! Certo che era un'offerta allettante! Anche per uno che è abituato a guadagnare un sacco di soldi vedere tanti zeri messi assieme fa gola.

Io vorrei sapere una cosa! Ma chi è questo scrittore?” chiese Jude.

Vero! Non ha mai fatto il suo nome!” aggiunse Orlando.

L'uomo si schiarì la voce e disse:

Il mio cliente è uno uomo molto riservato. Lo incontrerete direttamente alla premiere del film...”

Jude e Orlando si guardarono ancora. Non fecero altre domande. Presero entrambi una delle due penne che l'uomo stava offrendo loro e firmarono il contratto.


Nel frattempo, a Kendal.


Il telefono squillò nella casa dove la eco delle risate dei bambini e della voce di Edith che implorava a David ed Ella di smettere di farle il solletico riempiva il silenzio delle grandi camere.

Lucy, sorridendo, si avvicinò al telefono e rispose:

Casa Norton!”

Vorrei parlare con la signora se è possibile!” disse una voce dall'altra parte.

Lucy annuì e andando verso la camera disse, bussando appena sulla porta aperta:

Missis Norton. C'è qualcuno che vuole parlare con lei!”

Edith si alzò e portando i capelli indietro con una mano rispose:

Pronto?”

Missis Norton. Sono Robert Barlow. L'ho chiamata per informala che il signor Bloom e il signor Law sono andati via dal mio ufficio proprio in questo momento...”

Hanno firmato?”

Tutti e due”

E hanno voluto sapere chi era lo scrittore?”

Sì! Ma li ho liquidati con una risposta adeguata. Il film si farà. E uscirà a Natale. Come previsto!”

Edith saltò sul posto felice. Il suo piano aveva inizio.


Natale 2011


Le riprese erano state frenetiche. Il film doveva essere finito in tre mesi e molte delle cose da fare era state fatte in digitale.

Orlando e Jude non ebbero problemi a lavorare così e nemmeno Angelina Jolie, loro partner sul set, ne ebbe dal momento che tutti e tre avevano girato dei film con questa tecnica.

Lavorarono febbrilmente, ventiquattro ore su ventiquattro, a stretto contatto gli uni con gli altri: attori, costumisti, scenici, truccatori, cameraman e regista. Senza sosta, senza lamentarsi. Così per tre mesi

Poi, quando tutto fu finito fu messa in moto la macchina della pubblicità. Sia il libro che il film erano attesi come gli eventi del secolo. E per i trailer e le anticipazioni sul libro lo sembrava davvero.

Ma la storia usata dai giornali era un'altra. Dopo essere stati rivali in amore, Jude e Orlando erano diventati ottimi amici.

Si vedevano spesso, mentre stavano girando il film in Germania, andare a cena assieme e fare scherzi anche sul set, nonostante il clima piuttosto caotico che si respirava.

Una volta finite le riprese si erano anche tenuti in contatto, alimentando il gossip e creando una notevole aurea di curiosità attorno al film.

Non sapevano che dietro tutto questo stava Edith che dalla sua casa a Kendal guardava l'evolversi della situazione attraverso i giornali. E vedeva chiaramente che tutti i suoi intenti stavano giungendo a buon fine.


Jude e Orlando, fasciati in un completo Versace, il primo e in uno Armani il secondo, stavano seduti in una stanza, aspettando che lo scrittore si venisse a congratulare con loro, come aveva detto Robert Barlow.

Orlando stava tamburellando le dita sul bracciolo della poltrona nervoso, quando disse:

Sai che ho pensato che lo scrittore non sia un uomo ma una donna?”

Anche io!” sorrise Jude che cominciava a dare segni tangibili del suo nervosismo.

Ma non una donna qualunque, OB!” continuò Jude.

Orlando si grattò la testa e rispose:

Credo che stiamo pensando alla stessa cosa, dude!”

Jude si sollevò e ammise:

Forse l'ho pensato solo perché non la vedo da quasi un anno ormai!”

E come avete fatto per il divorzio?” domandò Orlando interessato.

Non siamo divorziati. Abbiamo deciso di stare separati. O almeno è quello che mi ha detto il suo avvocato a marzo...” rispose amaro Jude.

Orlando passò una mano sul viso e replicò:

Io vedo Ella e David due fine settimana al mese. E ogni cinque settimane ne passano una con me, Miranda e Flynn. Ma anche io non so nulla di lei da dopo l'incidente...”

David ed Ella!” sorrise malinconico Jude. “A Rudy ed Iris mancano molto. Come stanno?”

Bene! Crescono tutti i giorni. Quando li vedo mi sembrano diversi da quando li ho visti solo qualche settimana prima!” sorrise Orlando.

E come fai? Se non vedi Edith da tanto...?” domandò Jude.

Rachel. O Jen. Almeno prima che morisse Tom. Da quando è morto il padre, Jen si è un po' lasciata andare...” spiegò Orlando.

L'ho vista qualche giorno fa da Harrods. Stava facendo le compere per Natale!” lo interruppe Jude.

Sì! Lo so! John mi ha detto che aspetta un bambino e che questo, almeno un po', la sta aiutando!” finì Orlando.

Rachel invece l'ho vista che presentava il telegiornale delle dieci. Alla fine ce l'ha fatta!” sorrise Jude soddisfatto, quasi fosse una sua personale conquista.

Orlando sorrise e rispose:

Beh! Con il terzo figlio che sta arrivando mi sembra più che normale!”

Jude spalancò la bocca e disse:

Chi lo avrebbe mai detto!” e aggiunse: “Ho sentito Emma. So che ha avuto una bellissima bambina che ha chiamato Helen. Dice che Clay è impazzito di gioia!”

Orlando annuì:

Paul ha aperto uno studio grafico. Me lo ha detto John. E Jessy tornerà a lavorare a breve... Ha preso il negozio della sorella...”

Jude si grattò il mento e disse:

Abbiamo aspettato un anno per parlare di loro, OB! Ci frequentiamo da un sacco di tempo e non abbiamo mai parlato di persone che hanno fatto parte della nostra vita per anni!”

Orlando annuì e rispose:

Forse era Edith il collante che ci univa a loro. Onestamente, del gruppo di amici di Edith frequento solo John e Rachel, ma loro sono i miei migliori amici... Gli altri un po' meno...”

Jude annuì e rispose:

John è una brava persona. Lo stimo davvero...”

Orlando guardò Jude e ammise:

Credo che sia reciproco!” e sorridendo per la battuta lasciò qualche secondo di silenzio e poi aggiunse: “Mi mancano gli anni in cui stavo con Edith. Mi sto rendendo conto giorno per giorno che con lei ero molto più vicino alla realtà di quanto non lo sia adesso!”

Jude sospirò e si mise a sedere:

Io, invece, avevo messo radici. Sembrava quasi che avessi smesso di andare a cercare una donna diversa ogni notte... Invece...”

Ti lamenti del fatto che sei tornato ad essere un mandrillone? Vedi che almeno lo puoi fare senza che qualcuno a casa si renda conto che hai un profumo diverso addosso!” replicò Orlando.

Tradisci ancora Miranda!?” esclamò divertito Jude.

Se non ami completamente alla fine lo fai. E io, che ho tradito anche Edith...”

Stava per finire quando qualcuno aprì la porta. I due si voltarono e videro una donna, bellissima. Era fasciata in vestito rosso di Valentino e ai piedi portava scarpe dello stesso colore. Aveva i capelli piegati in una coda che scendeva sulle spalle. Il ciuffo davanti all'occhio era stavo arricciato con spazzola e fon. Gli occhi truccati di scuro e le labbra laccate con un lucidalabbra chiaro.

Edith!” esclamarono i due guardandola.

Edith sorrise e unendo le mani disse:

Allora ce l'ho fatta! Siete diventati amici... Allora posso dirvi finalmente cosa ho deciso!”

Ci fu un attimo di silenzio. Poi Jude si alzò dalla sedia e disse:

Scusa?”

Ripeto!” rispose Edith mettendosi a sedere al posto di Jude e accavallando le gambe: “Siete diventati amici. E non c'è più nessun livore tra di voi. Quindi, posso comunicarvi che cosa ho deciso!”

Orlando sollevò un sopracciglio e disse, esprimendo ad alta voce il pensiero di Jude:

Ti rendi conto che non sappiamo più niente di te da Febbraio! E siamo a Dicembre?”

E allora?” chiese Edith voltando la testa verso Orlando e facendo brillare i grandi orecchini di bigiotteria.

E allora!” esclamò Jude. “Edith... Io e te siamo ancora marito e moglie!”

Lo so!” rispose Edith calma.

Lo sai!” rimbeccò Jude. “E sai anche che non ti sei più fatta sentire con il padre di tuoi figli? Che Ella e David sono stati recapitati a Londra come dei pacchi postali? Edith! Ti rendi conto che hai trentadue anni e ti comporti come una bambina?”

Orlando annuì ed Edith incrociando le braccia, tranquilla, rispose:

E voi lo sapevate che dopo l'incidente sono entrata in depressione e che non riuscivo ad uscire di casa senza avere una crisi di panico?”

I due rimasero in silenzio ed Edith continuò:

Sono stata da sola. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sono presa un lungo periodo per me, per capire che cosa volevo, chi doveva essere l'uomo della mia vita. Prima ho pensato che uno di voi avrebbe fatto di tutto per scucire la mia destinazione segreta a Rachel, John, Jen. Ma in tutti questi mesi nessuno si è mai presentato alla mia porta. E onestamente, visto come stavo, per me è stata davvero la manna dal cielo. Poi, grazie ad Ella, ho deciso di finire di scrivere questa storia. Non sarei stata io a decidere. O almeno non vi avrei fatto capire cosa avrei deciso a parole... Ho scritto questa storia perché volevo che capiste, recitando la parte dei due protagonisti maschili, quale è la mia decisione. Che è la stessa di Iris!”

I due la guardarono sbigottiti e Orlando disse:

Vuoi dire che il finale del libro...?”

Il finale del libro è il finale di questa storia insensata che si è creata tra noi tre!” replicò Edith tranquilla.

Jude aggrottò la fronte e domandò:

Il finale del film corrisponde a quello del libro?”

Non cambia di una virgola!” rispose Edith sorridendo.

Orlando e Jude si guardarono stupiti ed Edith aggiunse:

Naturalmente, per mettere fine a tutto questo odio, ho voluto che il film venisse girato in tempi brevi. E da qui l'idea che è piaciuta alla casa editrice e a quella cinematografica: far uscire il libro e il film assieme. Io invece volevo solo che tornaste ad essere amici come lo eravate prima di conoscermi. E ci sono riuscita!” e sospirando disse: “Avete capito allora?”

I due scossero la testa ed Edith ammise:

Io amo entrambi. Ma entrambi mi avete ferito. Ed io ho ferito voi con i miei comportamenti immaturi. Scegliere uno di voi due significherebbe perpetuare lo stesso errore!” e sollevandosi aggiunse: “Non voglio stare con un altro uomo, sia chiaro. Ma non voglio nemmeno decidere. O meglio non posso. Uno è il padre di miei figli. L'altro è l'uomo che ho deciso di sposare! Anche volendo non posso prendere una decisione definitiva!” e dolcemente aggiunse: “Io voglio crescere, viaggiare da sola, scoprire cosa, dove e come ho sbagliato e quante persone ho ferito. Ma non voglio perdervi!”

Comodo!” intervenne Orlando.

Infatti! Per me è come stare con due piedi in una staffa!” continuò Jude.

Edith sospirò e rispose alla provocazione con un secco:

Sentite! Avete voglia di essere mandati al diavolo tutti e due? Mi venite a parlare di avere due piedi in una staffa, ma caro Orlando, tu non hai lasciato Miranda per venirmi a cercare. E tu Jude non sei stato un marito modello! Sbaglio o sei stato a letto con quale modella e qualche starletta del piccolo e grande schermo negli ultimi mesi?” e approfittando del silenzio continuò: “Vi sto chiedendo del tempo. Del tempo per crescere e per non fare scelte che tra un mese o due vi faranno diventare di nuovo rivali e che mi renderanno lo spettro di me stessa, divisa tra voi due!”

Vuoi dire che non scegli nessuno?” chiese Orlando.

Iris non lo fa!” rispose Edith in un soffio.

I due rimasero in silenzio qualche secondo. Jude fu il primo a parlare e a chiedere:

Ma non sarà per sempre. Cioè... Dopo che ti sarai ritrovata... Deciderai chi dei due vuoi al tuo fianco per tutta la vita?”

Edith annuì e rispose:

Ma voi mi dovrete dimostrare che tenete a me come io tengo a voi. Niente più bugie, tradimenti, promesse impossibili da mantenere, figli nascosti! Niente passi falsi, o cercare di mettere fuori gioco l'altro... Siete tornati amici. Se per caso dovreste litigare per colpa mia, salterà tutto. Non voglio che quello che è successo si ripeta di nuovo. Sto cercando di cambiare. E pretendo che lo facciate anche voi. Potete farlo?”

I due si guardarono negli occhi per qualche secondo.


'Mi chiamo Edith Norton. Sono una giornalista. Da un anno vivo a Kendal, nel Lake District. Ho trentadue anni e posso definirmi soddisfatta della mia vita...'

Edith teneva a braccetto Orlando e Jude sorridendo davanti all'Odeon.

Edith! Un sorriso per consacrare il tuo ritorno!” gridò un paparazzo.

Ma io non sono mai andata via!” sorrise Edith.

'… Ho avuto tutto quello che ho sempre voluto. Ho fatto un lavoro che mi piaceva e ho scritto storie, come sognavo quando ero una bambina. Ho lavorato in Vanity UK e l'ho anche diretto per qualche tempo, salvo poi andare a vivere a New York e prendere la direzione di Vanity US...'

Orlando? Miranda sa che sei qua con Edith!” chiese un paparazzo riprendendo i tre.

Lo vedrà domani suoi giornali!” rispose divertito l'attore di Canterbury.

'… Ho sempre sognato di avere una famiglia. E l'ho costruita. Sono una mamma di una bambina di quattro anni e di un bambino di quasi due. Ella e David, la mia vita! Per loro farei tutto quello che posso! Anche gettarmi nel fuoco, come credo tutte le mamme farebbero...'

Jude! Allora tu e tua moglie siete tornati assieme?” domandò qualcun altro.

Chiedilo alla diretta interessata!” rispose Jude con uno sguardo d'intesa con Edith.

'… Nella mia vita ho sempre amato con forza. Ho amato mio padre, mia madre e i miei fratelli, anche quando mi hanno voltato le spalle, mi hanno tradito... Ho amato il mio primo amore, che mi ha insegnato cos'è il sesso. Ho amato Brian Stephensons che mi ha convinto ad essere una sua proprietà con regali e belle parole...'

Edith. Ma ora sei felice?”

Edith sospirò.

'… Ma ho realmente amato solo due uomini. Gli unici due che mi hanno messa in gioco, che mi hanno costretta a riscrivere quello che avevo sempre dato per certo. Orlando Bloom e Jude Law. Qualche anno fa, quando la mia storia è cominciata, non immaginavo che io, Edith Norton, stella nascente del giornalismo inglese, sarei diventata il bersaglio preferito dei miei colleghi della carta stampata... O almeno di quelli che si occupano del gossip. Ma è successo. Ed ora sono qua... A vivere la storia che tutte le donne vorrebbero vivere. La favola perfetta. Contesa da due uomini bellissimi e innamoratissimi. Ma come tutti saprete, ormai, nel Ventunesimo secolo le fiabe non hanno sempre un lieto fine e hanno un lato oscuro che rende tutto terribilmente difficile e pauroso...'

Scusa?” chiese Edith.

Sei felice Edith?” domandò di nuovo il paparazzo.

'… Ho fatto tanti errori. Non posso negarlo. Ma questo mi ha reso la persona che sono oggi. Una donna che sa che deve trovare sé stessa prima di capire chi dei due uomini più importanti della sua vita deve stare al al suo fianco per sempre... Ho fatto scelte sbagliate o troppo affrettate. Ma di alcune cose non mi pento affatto. Perché ogni scelta era figlia di un travaglio interiore che mi ha fatto capire che posso essere felice anche da sola, con accanto Jude e Orlando. Anche se nessuno dei due è il mio compagno... Ho capito solo ora che sono una donna libera prima della donna di... Strano! E pensare che non ho fatto altro che scappare da questo stereotipo per tutta la vita! Non mi rendevo conto di essere una sua schiava invece...'

Edith guardò i sue due accompagnatori e sorrise. Un sorriso che si allargò agli occhi e alla bocca.

'… Qualcuno mi chiede se sono felice. Io vi rifaccio la stessa domanda: che cos'è la felicità? Che cosa significa essere felici? Si può essere felici anche solo per un secondo, anche per un giorno, o per tutta la vita. La felicità te la può dare la tua gatta quando gioca in una maniera divertente con un gomitolo di lana; il sorriso di tuoi figli che corrono con te in un prato; la felicità è vedere riuniti due uomini che non erano più amici per merito tuo... Ecco cos'è la felicità! La felicità è in ogni cosa, in ogni singolo giorno, attimo della nostra vita. Sta a noi custodirla...'

Certo che lo sono. Ho tutto quello che volevo. Una bella casa, due figli sani, la mia famiglia che mi ama...” e sussurrò: “... i miei due uomini... Le uniche spalle su cui posso contare...” e salutando i fotografi, tutti e tra entrarono all'Odeon.

'… So che non mi importa quello che diranno domani i giornali. Forse non mi è mai davvero importato. Voglio solo essere sicura di aver fatto tutto quello che era possibile per essere felice...'

Domani sarà un bel casino!” disse Orlando mettendosi a sedere.

Non dirlo a me. Chissà come ne uscirò con miei figli!” fece eco Jude.

Edith che stava in mezzo ai due disse:

Mah! A me non importa...” e tranquilla domandò: “Progetti per Natale?”

'Mi chiamo Edith Norton, ma se siete arrivati fino a qua credo che lo sappiate. Sono una giornalista, una scrittrice e una grandissima stronza. Sì! Avete capito bene, ho detto proprio stronza. Ma sono anche una madre affettuosa e un'amica sincera. Delle persone amo i difetti, visto che i pregi a lungo andare annoiano. Ed è di questo che la mia storia parla. Di difetti, di passione e di dolore. Di gioia e di paura. Di morte e di malattia. E di tradimenti. Come la vita di ognuno di voi. Forse un giorno sentirete narrare ancora di me. Forse nemmeno vi interesserà sapere cosa mi è successo, dopodomani, quando vi sveglierete. Non so nemmeno se mi importa. Spero solo di avervi fatto capire che ho cercato di vivere la mia vita al meglio.

E se qualche volte non vi è piaciuta, mi spiace, ma è la mia vita e non la cambio di una virgola.

Sono e rimarrò per sempre una giornalista quasi famosa, anche se ho la certezza di avere fama e successo. Non voglio dire di essere famosa. Fa snob e poi il successo ti cambia la vita in maniera definitiva. E credetemi, in questo sono un'esperta. So solo che, infondo, se non ci si considera arrivati, si cercherà sempre di migliorare. Ed io chiedo il meglio a me e a tutti quelli che mi amano.

Sono e rimarrò una donna che ha lottato per diventare quella che è e che lotterà sempre, anche se può avere le cose in regalo.

Mi chiamo Edith Norton... E questa è la mia storia!'.




http://4.bp.blogspot.com/_lvi8v0oRk2g/SawtiyT-HBI/AAAAAAAAAF0/3D71aidg7YU/s400/abito+rosso+gritti.jpg (vestito di Edith alla prima del film)



Quasi non ci credo. È finita. Oddio. Anche se dire finita con un finale aperto è un po' un esagerazione. Prendetevi questo però di finale. Altrimenti vi sareste trovati Edith morta.

Per il fatto del romanzo di Edith 'Il Segreto Di Iris' sappiate che non c'entra nulla con 'Almost Famous', anzi sono due storie e due ambientazioni differenti. In comune hanno solo l'amore travagliato di una donna donna verso due uomini.

Bene. Passare ai ringraziamenti credo che sia d'obbligo.

Ringrazio prima di tutto Black Pearl. Ebbene sì! Io ero tornata per finire una storia, prima e lei mi ha dato la forza di riprendere in mano questa fan fiction che per me segna un po' un'epoca di passaggio, dal momento che l'ho scritta prima di andare in Gran Bretagna. Qualsiasi reclamo, quindi, rivolgersi a lei. Scherzo. Grazie davvero!

Ringrazio Enris che mi ha recensito quando stavo per mollare tutto, visto che nessuno mi lasciava una recensione. Lei non solo ha recensito ma mi ha aiutata a vedere tutti gli errori, orrori che facevo.

Ringrazio Mandy che ha corretto qualche capitolo di 'AF'.

Ringrazio Klood che ha cominciato a recensire sempre la mia storia e ha colto tutte quelle sfumature non proprio positive che ho messo dentro.

Ringrazio coco1 che ha recensito con fervore qualche capitolo, ma poi è sparita.^^

Ringrazio chiaretta, ovvio, lei la ringrazio sempre^^. Se non ci fossero state le tue recensioni non avrei riso come una matta.

Ringrazio Federica ^^. Ma quanto ti ho rotto le scatole nelle ultime settimane? Hai visionato 4 e dico 4 finali di AF e li hai giudicati. E dillo tu a chiaretta che il pezzo della morte di Edith era bello.

Ringrazio BrianneSixx che credo di aver fatto arrabbiare a morte con la storia di Jude e di Edith. Non mi odiare per questo finale ti prego! ^^

Ringrazio Shige/Uriko... Tu sei una delle prime lettrici e non sai quanto onore e piacere specialmente mi ha fatto ritrovarti tra le recensioni. *__* me commossa.

Ringrazio Court. E gli esami? Come sono andati???

E poi ringrazio Mibter che mi ha recensito negli ultimi capitoli^^ aspetto la tua long su Orlando eh!

Ringrazio la_marty che mi ha recensito da poco e che so ha letto tutta la storia in un solo giorno O.O complimenti!

Ringrazio chi me ne ha cantate quattro su Edith e sulle sue scelte. Scelte che poi erano le mie. Anche questo mi ha dato la forza di continuare.

Ringrazio chi mi ha messo nella lista dei preferiti, ricordati, seguiti. Grazie davvero.

E ringrazio chi mi ha tolto da qualsiasi lista conosciuta, perfino da quella del telefono ^^.

Ringrazio chi è passato e ha letto ma non ha recensito fino alla fine.

E chi è arrivato fino a qui.

Forse un giorno sentirete ancora parlare di Edith.

Nel frattempo io ringrazio anche Orlando Bloom, Flynn Bloom, Kate Bosworth, Miranda Kerr, Sonia e Samantha Bloom, Colin Stone. Tutti i personaggi citati sono parenti di Orlando Bloom e non mi appartengono. Ho scritto su di loro solo per divertire e non per specularci. Da questa storia non guadagno nulla, vorrei ricordare^^.

In egual modo Jude Law, Rafferty, Iris,Rudy, Sophia Law, Sadie Frost, Peter, Maggie e Natasha Law, Sienna Miller, Ewan McGregor e Samantha Burke sono parenti, amici ex e non di Jude Law e come per Orlando Bloom sono stati usati solo a scopo narrativo. Non voglio speculare su di loro e non ho nessuna intenzione di farlo.

E ringrazio i Take That per le loro canzoni che ho citato assieme ai loro nomi. Anche loro non mi appartengono e non ci speculo sopra^^.

E grazie a Edith, Rachel, John, Paul, Patrick, Eloise, Emma, Jessy, Fred, Charlotte, David, Ella, Lizzy, Kevin, Jael, Posh, Ayko, Charlie, i due capi di Los Angeles, Brian Stephensons, Laura , Tom e tutti gli altri... Loro non esistono. Ma mi mancheranno davvero tanto.

Bene. Siamo agli sgoccioli.

Si chiude il sipario...

Si accendono le luci...

L'applauso.

È stavolta...


Fine.













   
 
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