28-LA
VITA DELL’EROE
Il giorno successivo al funerale,
Squall ritornò a Hogwarts così da poter tornare a Squame di Drago con la
polvere volante, anche se lui avrebbe preferito teletrasportarsi fino in camera
di Yuna e farle una bella sorpresa…
«Pronto?» gli domandò la McGonagoll.
«Sì.» rispose lui e lei gettò la polvere nel focolare e le fiamme
divennero verdi.
«Allora ciao.» gli disse Hermione abbracciandolo.
«Torna presto a visitarci, amico.»
Harry gli tese la mano.
«Contaci! E salutatemi gli altri.»
«D’accordo.» gli risposero in coro i due.
Così, tra i saluti dei due amici,
della McGonagoll, di Dumbledore, di Phineas e di tutti gli altri quadri della
presidenza di Hogwarts, Squall entrò nel camino.
«Finalmente sono tornato! W
l’Italia!» esclamò il ragazzo appena uscito dal camino dell’ufficio di Silente.
«Bentornato Leonheart. Ottimo
lavoro.» lo accolse il preside.
«SQUALL!! Sei stato grande!! Un
mito!!» i tre amici gli si fiondarono addosso abbracciandolo, quasi
stritolandolo.
«Ahh…» disse Squall in un suono
strozzato.
«Oh! Scusa!» gli dissero Alex ed
Elena, mentre Yuna continuava ad abbracciarlo.
«Dopo, dopo…» le sussurrò Squall
malizioso all’orecchio prima di allontanarla da sé.
Squall arrivò alle 13:30=ora di
pranzo, così andarono a mangiare in sala grande. Al suo ingresso, tutto il
vociare cessò e tutti gli occhi furono puntati su di lui. La faccia di Squall
divenne del colore della folgore. Pochi istanti dopo, nella sala grande esplose
un boato che accolse Squall con calore. Tutti applaudivano e urlavano,
professori e studenti. Beh, tutti tranne alcuni Laigher, cioè Manzoni ed i suoi
leccaculo. Tutto soddisfatto, Squall prese posto alla sua tavolata e le persone
che se lo trovarono vicino ebbero tre diverse reazioni: svennero, urlarono
d’eccitazione, tirarono fuori dalle borse pergamena e penna e gli chiesero
l’autografo. Le ragazze gli si appiccicarono come sanguisughe. Alex ed Elena si
misero a ridere, Yuna prese fuoco (letteralmente) e gliele strappò via.
«Ora ti metti a fare il cascamorto con le oche?!» gli urlò in
faccia.
Tutta la sala rise, tranne che
per Squall (anche se faticava a trattenere le risa, però sapeva che, se avesse
riso, Yuna lo avrebbe ammazzato), Yuna che era tutta fuoco e fiamme (e non è un
modo di dire) e le oche che aveva scagliato lontano dal ragazzo.
«Calmati, dai! Per me ci sei solo
tu!» le disse Squall che stava facendo appello a tutto il suo autocontrollo per
non scoppiare a ridere: Yuna era un amore quando si ingelosiva! Ovviamente non
per le ragazze che la facevano ingelosire…
«D’accordo.» rispose lei e si
sedette tranquilla accanto al ragazzo che tirò un sospiro di sollievo.
I due furono raggiunti anche da
Alex ed Elena che scacciarono tutte le persone che si erano accalcate attorno
all’amico prima che lo facesse lui con maniere un po’ più forti (a Squall non
piace molto stare al centro dell’attenzione)…
Squall non riuscì a mangiare in
pace. Visto che i ragazzi avevano capito che vicino a lui non si poteva andare,
stavano facendo tutti a lotta per stargli davanti e questo lo divertiva
talmente tanto che, ogni qualvolta cercasse di ingoiare qualcosa, gli andava
quasi di traverso tutto.
Dopo pranzo, la prima lezione fu
stregoneria ed il professore si congratulò tantissimo con Squall.
A fine lezione, il ragazzo
ringraziò immensamente Ernesti per avergli insegnato l’Avalon e l’evocazione di Bahamut perché senza di essi
sarebbe stato spacciato.
In poco tempo Squall riuscì a
recuperare in fretta le lezioni perse, però dovette mettersi sotto a studiare e
non si accorse assolutamente che erano passati venti giorni dal suo ritorno e
che era sopraggiunta la festa allo stesso tempo più odiata e più amata
dell’anno: San Valetino.
La mattina del 14 febbraio,
Squall fu svegliato da Yuna che gli saltò sul letto riempiendolo di baci.
Questo fatto gli fece venire in mente ciò che accadde la sera del suo ritorno…
«Buon San Valentino tesoro!» gli
urlò lei dandogli il suo regalo.
‹Oh cazzo…ma ne sono
completamente dimenticato…e mo’ che me ‘nvento? Ma certo!›
«Quante volte devo dirti che odio
questa festa? San Valentino era un ternano, quindi per noi il festeggiamento di
questa data è abolito, chiaro?»
Yuna era un po’ scettica alle
parole del ragazzo.
«Dì la verità: te ne sei
dimenticato, vero?»
«In effetti…» ammise Squall
parandosi la faccia con le mani.
«Come-puoi-dimenticarti-di-San-Valentino?»
chiese lei con finta rabbia prendendolo a cuscinate.
«Perché sono stato impegnato a
recuperare le lezioni perse, ecco perché! E poi è vero che odio San Valentino:
era ternano sul serio!»
«Sì, lo so. Me l’hai detto l’anno
scorso circa diecimila volte quando eravamo a La Tana dell’Unicorno. Eppure l’anno scorso siamo usciti e il regalo me
l’hai fatto!»
«Dannazione, speravo non te lo
ricordassi…»
«Sì, come no…» disse lei
guardandolo scherzosamente male.
Appena sceso in sala grande per
colazione (ovviamente dopo essersi fatto una doccia), Squall fu assalito da
metà della popolazione femminile single. Quando arrivò Yuna, però, tutte
scapparono terrorizzate, ricordandosi di ciò che era successo durante il pranzo
del 25 gennaio. Squall si mise a ridere e Yuna fece altrettanto.
Il pomeriggio non c’erano
lezioni, così da permettere alle coppiette di trascorrerlo insieme (brillante
idea di Silente che gli assicurò tantissimi applausi e complimenti).
Squall si fece perdonare da Yuna
per il mancato regalo portandola, a giornata terminata, a cena all’Angelo
Bianco, un ristorantino romantico con tanto
di luci soffuse in cui si era soliti cenare a San Valentino.
«Porca miseria! Squall! Ma l’Angelo
Bianco costa un occhio della testa!»
esclamò Yuna appena lei ed il ragazzo, che per il tragitto fino al ristorante
le aveva coperto gli occhi per farle una sorpresa, giunsero all’ingresso del
posto.
«Non ti preoccupare. Ho parlato
con il proprietario che mi ha detto che, visto che sono io, offre la casa.»
«E te pareva…» scosse la testa la
ragazza: pareva strano che la solita tirchiaggine di Squall (anche se con lei
molto ridotta) non fosse presente anche questa volta!
Dopo la cena, i due ragazzi
tornarono al castello e la notte la passarono insieme sul divano davanti al
fuoco, lo stesso su cui erano stati a Natale.
Il mattino dopo, Squall e Yuna si
svegliarono presto, così da non farsi vedere da nessuno sul divano insieme.
Squall andò in camera sua a farsi
una doccia (gallus e “anonimus” non rompete. Nd autore), dopodichè indossò la
divisa e, insieme a Yuna, andò a fare colazione.
Quando cominciò ad arrivare
gente, i due ragazzi se ne andarono perché sapevano che, come ogni mattina,
qualche ragazzo sarebbe venuto da Squall e salutarlo (nessuno gli chiedeva più
l’autografo perché, ormai, ce l’avevano tutti) e qualche civetta gli sarebbe
passata davanti con la gonna della divisa più corta del solito e sculettando.
Ormai neanche Yuna si ingelosiva più, rideva e basta perché tanto sapeva che
Squall non l’avrebbe mai tradita con un’oca di quelle (anche se lui si
divertiva a stuzzicarla con frasi tipo “carina quella…”, oppure “una botta
gliela darei…”).
La prima lezione del giorno fu la
preferita di Squall: pozioni. L’adorabile professor Piton, come ogni giorno da
quando era tornato, lo accolse amorevolmente.
«Oh! E anche oggi il nostro eroe
si è degnato di farsi vedere! E io che pensavo giudicasse una perdita di tempo
frequentare le lezioni di pozioni!» disse con un sorriso perfido e tutti i
Laigher risero.
Squall si aspettava qualcosa del
genere e stavolta non voleva rimanere zitto.
«In effetti, durante lo scontro
con Lord Voldemort ed i Death Eaters, le pozioni non mi sono servite molto…»
Piton parve incazzars… Piton si
incazzò come una iena in calore alla quale hanno infilato un razzo acceso in
culo e tolse cinquanta punti a Greiver, ma Squall fu acclamato da tutti i suoi
compagni di casa e questo costò loro altri cinquanta punti.
«Solo perché sei una celebrità,
un “eroe”, credi di poterti prendere gioco di me?»
I Laigher (specie Manzoni)
esultarono ma, subito dopo la lezione, vennero fulminati.
Sabato 18 ci fu una partita di
quidditch e la squadra di Greiver diede il bentornato al loro asso: Squall. Era
entrato a far parte della squadra in quarta nel ruolo di cacciatore ed
all’inizio della quinta era stato formidabile (non che in quarta fosse scarso)
poiché era possibile sfruttare i propri poteri durante una partita dandone la
potenza alla pluffa. L’importante era che essa non oltrepassasse la velocità
del suono e grazie a ciò nessuno era riuscito a parargli un tiro: la pluffa con
la potenza della folgore che sfreccia a 240 m/s non è molto facile da prendere…
Squall era eccitatissimo per la
partita perché era contro Laigher e, ora, aveva l’opportunità di spaccare la
faccia (letteralmente) e Manzoni che giocava in ruolo di portiere.
Durante il gioco, i battitori di
Laigher fecero una cazzata enorme: lanciarono i bolidi verso Squall. Ancora non
avevano capito che lui li poteva afferrare senza problemi e lanciarglieli
contro, però lo compresero quando dovettero essere sostituiti (il primo colpito
in piena faccia, il secondo in un punto assai peggiore, tanto che avrebbe
preferito la faccia…).
Quello che si trovò peggio, però,
fu Manzoni. Squall, accidentalmente, sbagliava i suoi tiri, colpendo il
portiere invece che centrare uno dei tre cerchi. Alla fine, però, Squall si
stufò di bersagliarlo e si limitò a segnare, portando, così, il punteggio a 150
a 0 (ogni volta che i cacciatori Laigher prendevano palla, Squall si faceva
passare i bolidi dai battitori della sua squadra e li lanciava contro gli
avversari in possesso di palla, così da poterla recuperare e poi segnare, senza
contare il fatto che le poche volte in cui permetteva loro di andare a provare
a segnare Alex che giocava come portiere parava senza alcuna difficoltà).
Dopo un po’, Squall fu attirato
da un bagliore dorato che gli sfrecciò accanto, seguito a ruota dal cercatore
avversario. Immediatamente, anche il cercatore di Greiver fu dietro al boccino
d’oro, ma l’avversario era in vantaggio. Decise, quindi, di tirare la pluffa in
testa al cercatore di Laigher che cadde dalla scopa e il Greiver prese il
boccino. Sfortunatamente, però, l’arbitro fischiò fallo e considerò invalida la
presa del boccino, in più assegnò un rigore a Laigher (che venne parato senza
alcuna difficoltà da Alex) ed espulse Squall. Dalle tribune Laigher si alzò un
boato, ma accadde la stessa cosa in quella di Greiver. L’unica differenza stava
nelle parole usate dalle due tifoserie: la prima urlò “LEONHEART!! PRENDITELA
IN CULO!!”, mentre la seconda “SQUALL!! HAI FATTO BENISSIMO! ANZI, FALLO
ANCORA!!”.
Il ragazzo arrivò a terra tutto
triste, saltò giù dalla scopa, la prese in mano ed andò verso la tribuna
accanto a Yuna ed Elena che gli diedero dell’idiota.
Alla fine, la partita finì pari:
150 a 150. Dopo l’uscita di Squall, nessun Greiver riuscì più a segnare
(Manzoni se la cavava) e lo stesso discorso per i Laigher (Alex era
formidabile), che però conquistarono il boccino (il cercatore Greiver era un
incompetente) guadagnando così i 150 punti che fecero finire le due squadre in
parità.
«Sei un coglione!» disse Alex
all’amico, dopo che si erano entrambi fatti una doccia e cambiati e stavano tornando
al castello accompagnati dalle gemelle che si trovarono pienamente d’accordo
con lui.
«Perché?» chiese innocente Squall
che però lo sapeva benissimo.
«Perché se tu avessi tirato la
pluffa in porta anziché in testa a Foscolo (sarebbe il cercatore di Laigher.
Odio pure lui, quindi ce l’ho messo. Nd autore) avresti fatto gol, avremmo
avuto 160 punti ed avremmo vinto per 160 a 150, brutto idiota!» e nuovamente le
gemelle si trovarono d’accordo.
«Vabbè! Tanto siamo in testa nel
campionato, no? Alla prossima partita giocheremo contro Seclet e li
massacreremo.»
«Giusto. Ma ora andiamo.»
ammisero gli altri tre.
Arrivò il 22 aprile e ci fu la
partita Greiver vs. Seclet ed i primi vinsero per 360 a 20 (Alex si era
addormentato così i Seclet erano riusciti a segnare due gol), così vinsero la
coppa di quidditch, al secondo posto i Laigher, al terzo i Seclet, al quarto i
Falchior.
Il 31 maggio arrivò in fretta e,
al banchetto finale, tutti erano eccitati, i Laigher in particolare perché
erano in testa nella coppa delle case mentre Greiver era al secondo posto ed i
primi ci godevano come dei matti.
Finito il banchetto, Silente si
alzò per premiare i vincitori, ma, con grande sorpresa di tutti gli studenti
specialmente dei Laigher, assegnò cento punti a Squall per la sconfitta di Lord
Voldemort e la tavolata dei Greiver proruppe in un boato di festeggiamenti, le
tavolate dei Falchior e dei Seclet in fragorose risate perché le facce dei
Laigher erano impagabili, quest’ultimi erano ammutoliti.
Il giorno dopo in tutta Squame di
Drago c’era un casino assurdo: i bagagli di trecento ragazzi per le scale
facevano un baccano terribile.
Arrivati sul treno, Squall e
compagni si trovarono uno scompartimento vuoto e vi entrarono, felici di essere
finalmente liberi ma anche dispiaciuti perché, dopo tutto, a scuola si
divertivano da matti.
Arrivati in stazione, Squall si
teletrasportò a casa per riportare il suo baule, ma non ci sarebbe stato a
lungo perché l’indomani sarebbe, come ogni anno, andato a casa di Alex e vi
avrebbe passato tutta l’estate insieme all’amico ed alle gemelle.
«Ok, ora ci sarà da divertirsi…»
disse demoralizzato Squall sapendo che sua madre gli avrebbe fatto un terzo
grado su cosa era successo durante l’anno visto che non l’avrebbe visto per
tutta l’estate e voleva sapere tutto di quello che aveva fatto.
«Squall! Come stai? Cos’hai fatto
a scuola?» chiese la sig.ra Leonheart tutta eccitata.
‹Per il prossim’anno devo
ricordarmi di scriverle più spesso e non solo a Natale e Pasqua…›
«Allora…» iniziò Squall, bene
attento ad evitare tutto ciò che riguardasse Lord Voldemort.
Il mattino dopo, Squall partì per
la villa di Alex, ma quando cercò di teletrasportarsi non ci riuscì. Ci riprovò
di nuovo ma accadde la stessa cosa, così, d’istinto, si guardò la mano sinistra.
«Ma cosa cazzo…?»
Cercò di elettrizzarla ma ciò non
accadde, per cui spinse al massimo il suo potere e, dopo un po’, comparvero le
scariche elettriche, anche se gli era parso, per un momento, di vederne una
strana: una di colore verde smeraldo.
FINE (forse*…)
*e non è una minaccia…
Mi scuso per il ritardo, però
ieri internet non mi funzionava.
Ringraziamenti:
1) Angelickall.
Allora auguri, anche se in ritardo. Oggi invece è il mio di compleanno: 16
anni! Guarda che io ci godo se mi chiamano bastardo.
2) tomokachan.
No, non ci credo…
3) Rika Malfoy.
Ti informo che non è necessario essere iscritti per commentare, comunque meglio
tardi che mai, no? Sono felice che ti piaccia e spero che il ritorno non ti
abbia deluso. Sì, il rating R comprende anche il linguaggio. In effetti a volte
esagero con le parolacce, ma in futuro rimedierò…
4) anonimus.
Sì, hai ragione: Squall non ci ha capito un’emerita mazza. +
5) SATANABAAN.
Ti dispiace se mi tocco da qualche parte…?
ANITICIPAZIONI: TRA BREVE - “Il
ritorno dell’alleanza”