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Autore: Onyria    19/10/2011    0 recensioni
Era appena giunta in città attraversando il Warp Portal, il più comune mezzo di trasporto di Rune Midgard, offerto dalla Kafra Society, che consentiva di raggiungere qualsiasi punto del mondo in pochi istanti. Odiava il Warp, le lasciava sempre la nausea e un forte giramento di testa...
Chaya è un'appartenente della casta degli Assassin, solitaria, malinconica e silenziosa come un'ombra: un'ombra cremisi come il sangue, come i suoi abiti e la sua chioma disordinata... cremisi come il suo cuore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco il nuovo capitolo della mia storia. Mi sono un po' arenata ma conto di tornare presto a svilupparla in quanto ho sistemato alcune idee per i capitoli futuri e mi piacerebbe vederle per iscritto. ^^ 

Onyria
 

La giovane Accolita era rimasta ad osservare lo scontro attraverso il vetro del negozio e corse ad aprire la pesante porta di legno non appena vide la rossa sin avvicinarsi lentamente tenendosi una mano premuta sulla spalla ferita.
“Forza entra – esclamò non appena la vide – e lascia che curi la tua spalla.”
Aveva recuperato sp sufficienti per un Heal di discreto livello che bastò solo a riposizionare la spalla lussata. Un giovane alchimista che si era rifugiato lì assieme agli altri le porse alcune ampolle arancioni.
Chaya ne dovette accettare due affinché l’emorragia si placasse e potesse sentire nuovamente il peso del braccio.
“Ti ringrazio – le disse nuovamente la giovane aco – Senza il tuo intervento probabilmente non ce l’avrei mai fatta, ero allo stremo delle energie.”
Chaya si levò la maschera che ancora le celava il volto, concedendosi un sospiro. Si voltò e rivolse alla ragazza un malinconico sorriso, prima di avvicinarsi a sua volta alla vetrina dalla quale era stata osservata, per scrutare lei stessa la situazione. Oramai i mostri erano quasi tutti sconfitti, c’era voluto poco tempo affinché i più validi e forti combattenti arrivassero dalle città vicine per dare man forse agli abitanti, o semplicemente per sperare di trovare qualche oggetto di valore. Molti dei mostri giunti chissà come in città, infatti, erano custodi di oggetti rari come l’Expert Ring o lo Sharpened Legbone of Ghoul, l’ambito katar dalle proprietà non morte.
Dalla posizione in cui si trovava, nell’edificio sul lato ovest della piazza, aveva un’ottima visuale della fontana ma non riusciva a vedere il resto della strada. Si spostò da quella vetrina e si affacciò alla finestra che dava sul lato est della casupola, confermando i suoi sospetti: nella via gli ultimi residui luminosi di Magnus Exsorcismus o Gran Cross stavano finendo le ultime creature, riportando alla calma la situazione.
Senza una parola si voltò e corse verso la porta, spalancandola tra le proteste delle persone ancora li rifugiate, e corse attorno all’edificio per raggiungere Spettro e Onyria. I due erano poco distanti da dove l’Hell Poodle l’aveva attaccata e Onyria stava porgendo una delle sue pozioni condensate a Spettro:
“Non temere, questo sangue non è mio, non sono stato ferito.” Disse l’uomo rifiutando l’aiuto. La bio purpurea sorrise beffarda, rinfoderando la Slim Potion ed esclamando:
“Meglio così, 1250 zeny risparmiati.” Anche lei non sembrava essere stata colpita.
Chaya si avvicinò ai due e subito Dana, il buffo pennuto blu dagli occhi rossi emise il suo gracchiante cinguettio spostando l’attenzione della bio su di lei.
Dana era l’homuncolo di Onyria, creato in laboratorio dalla bio stessa quando ancora era una semplice Alchemist. Quando nacque era solo un esserino indifeso, un piccolo pulcino di colore blu con inquietanti occhi rossi, luminosi come due rubini. Col tempo Dana era cresciuta, trasformandosi da piccolo e grottesco animale da compagnia in un alleato indispensabile per Onyria: ora era grosso quanto un uomo adulto, l’apertura alare arrivava al metro e settanta, il corpo tondo ricoperto in parte da pelliccia color crema e in parte dal piumaggio blu, mentre gli occhi si erano come solidificati in sfaccettati occhi da insetto. Sicuramente non era esattamente un'opera d'arte o un esempio di bellezza e leggiadria ma era diventata un’ottima alleata negli scontri ravvicinati.
La connessione mentale che l’homuncolo condivideva con la sua padrona avvisò Onyria dell’avvicinarsi di Chaya mentre Spettro, l’uomo che questa aveva chiamato Maestro, non ebbe bisogno di voltarsi per percepire la sua presenza.
“Ah eccoti, dove diavolo ti eri cacciata? Per un attimo ho pensato che fossi morta, sei sparita all’improvviso!” esclamò Onyria allungandosi oltre Spettro per salutarla con la mano. La sua bassa statura, addirittura inferiore a quella della sin, la faceva apparire minuscola se messa a confronto con l’uomo che le stava dinanzi, celandole l’immagine di Chaya in avvicinamento.
Onyria era una donna sui trent’anni, non più alta di un metro e sessanta, con lunghi capelli di un insolito colore azzurro ghiaccio e penetranti occhi viola dietro gli occhiali dalle lenti scure. In tinta con i suoi occhi, la divisa da Biochemist che indossava era delle stesse tonalità di viola chiaro e azzurro, così come i cappellini che sempre indossava e di cui andava matta. Abbassò il braccio solo quando fu sicura di essere stata notata dalla sin scarlatta – e da tutti i presenti nel raggio di cento metri da lei – e poi continuò a parlare velocemente con la sua voce squillante:
“Non si sa come, qualche idiota deve aver aperto un warp su Nameless Island e un fottio di mostri si sono riversati in città. Non ti dico che casino! Gente che scappava da tutte le parti, ho fatto giusto in tempo a sprangare la porta, prima che quei niubbi terrorizzati m’invadessero il negozio con la scusa di trovare un riparo… Mi avrebbero sicuramente derubato, piccoli arraffoni! - Il curioso accento della donna strappò un sorriso ai due, abituati al suo vizio di condire le frasi con parole da lei inventate. – Sono sgattaiolata fuori dalla porta sul retro con Dana e ci siamo date alla pazza gioia! Guarda un po’ cosa ho trovato!” Disse mostrando ai due una sacca con alcuni oggetti: un morbido fagotto di lana che si rivelò essere un Wool Scarf e un corto coltello in metallo, affilato come un rasoio, un Mess.
L’uomo abbassò il drappo che gli celava naso e bocca, rivelando un sorriso appena accennato e col suo solito tono sussurrante diede voce ai pensieri che anche Chaya condivideva.
“La tua fortuna è assurda, Onyria. A raccontarlo non ci crederebbe nessuno.”
“E non è tutto! – riprese la donna con voce squillante, estraendo alcuni oggetti dalla bisaccia che portava in vita e lanciandoli a Chaya – Questi sono per te.”
I riflessi pronti della ragazza le fecero afferrare al volo quelli che si rivelarono essere uno strano osso gommoso e il famoso katar dei Ghoul.
Subito la sua attenzione venne catturata dall’arma che aveva in mano, degnando appena di uno sguardo l’ osso. Sgranò gli occhi quando si rese conto di cosa la bio le aveva appena donato.
Spettro si lasciò sfuggire una tossicchiante risata.
“Sei davvero incredibile!”
“Non posso accettarlo, - esclamò Chaya pur accarezzando con lo sguardo bramoso il katar che stringeva tra le mani – l’hai trovato tu, potresti venderlo per 900.000 zeny se non di più!”
La bio scoppiò in una delle sue stridule risate:
“Che scema, non l’ho trovato io! Questa volta la mia fortuna non c’entra, sei tanto svampita da non esserti accorta che quell’arma l’aveva con sé uno dei tre Ghoul che hai sconfitto non appena sei arrivata. Certo, se non lo vuoi potresti sempre regalarlo a Spettro… o alla sottoscritta!” terminò la donna con un sorriso ammiccante.
“Io ne ho già uno, non mi serve… - sussurrò l’uomo – e sono sicuro che neanche a te serva, Onyria! Non sapresti come usarlo e non credo che tu abbia bisogno di quei soldi: pare che gli affari ti vadano più che bene in questo periodo.” Terminò strizzando l’occhio alla ragazza che aveva al fianco.
Chaya sorrise e provò qualche affondo con la nuova arma, perfettamente bilanciata. Era abituata ad utilizzare due armi ma le erano sempre piaciuti i katar. Infilò invece l’osso nella bisaccia, dimenticandosene presto.
“Oh be’, gli affari vanno sempre bene se uno sa come gestirli – esclamò Onyria incamminandosi verso la fontana e aggirando i resti di qualche creatura che ancora non si era dissolta – Andiamo, devo riaprire il negozio e mi pare che tu – disse puntando un dito smaltato di un viola acceso e brillante verso la sin – abbia qualcosa per me.”
Chaya s’incamminò per seguirla quando notò che Spettro non le stava raggiungendo. Si voltò verso di lui che le fece un cenno con la mano:
“Sai che non amo la folla… Torno a Lutie, ho degli affari da sbrigare.”
Sollevò nuovamente lo Scarf che gli celava il viso e sparì in un turbinio magico.
Chaya emise un sospiro rassegnato lasciando cadere le spalle e torno a seguire Onyria che era infine giunta alla sua bottega.
Stava giusto aprendo la pesante porta di legno scuro bloccandola lateralmente con un fermo, per poi sollevare la scintillante tenda di perline multicolori per addentrarsi nel bui dell’edificio.
Onyria era una dei pochi mercanti ad avere il privilegio di possedere un negozio coperto: la maggior parte dei mercanti esercitavano la loro professione in strada, mettendo in mostra le mercanzie su teli di juta coperti da tendoni per riparasi dal sole o direttamente nei carretti che trascinavano con sé. Anche la bio aveva iniziato così, nella lontana città di Payon, dove era nata. Aveva iniziato lì la sua attività, acquistando le frecce dagli altri mercanti e rivendendole nelle faretre che faceva costruire da Jaax, un cupo personaggio che viveva nella stessa cittadina natale di Onyria.
Col tempo aveva allargato i suoi affari, messo da parte parecchi soldi trasferendosi nella capitale e diventando in poco tempo uno dei mercanti più ricchi e famosi di Prontera. Si era sistemata nell’edificio a nord ovest della piazza principale, un piccolo locale in legno con solo un bancone e una finestrella, ampliata poi a divenire un’elegante vetrina in cui esponeva le sue merci più richieste.
Dietro il bancone, un uscio chiuso da una porta di legno munita di oblò in vetro conduceva nel retro bottega, dove la bio teneva le sue scorte e da lì si poteva uscire sul retro dell’edificio attraverso l’uscita di servizio che Onyria aveva fatto aprire dopo aver acquistato l’immobile.
Chaya entrò nella penombra del negozio giusto in tempo per vedere la bio che congedava l’homuncolo, rimandandolo nel suo piano di esistenza affinché si riposasse, dopodiché aggirò il bancone scomparendo nel retro.
La sin si avvicinò al lucido tavolo di legno col piano in vetro che lasciava intravedere i piccoli oggetti esposti nel cassetto sottostante.
Estrasse dalla bisaccia il dye stuff che aveva con sé e lo poggiò delicatamente sul piano, attendendo il ritorno della donna.
“Una volta ripuliti e sistemati quegli oggetti varranno un bel po’. – la donna dai capelli chiari tornò nel locale principale del negozio e subito notò quello che era stato posato sul bancone – Ohhh, ecco il mio dye preferito! Adoro questo colore.” Disse mentre raccoglieva il recipiente con la scintillante polvere turchese.
D’un tratto si fece seria, nascose il dye sotto il banco e fece cenno alla sin di avvicinarsi.
La ragazza oramai conosceva bene quella donna e i suoi repentini sbalzi d’umore non la sorprendevano più. Sapeva che non avrebbe avuto bisogno di chiedere, le risposte alle sue domande sugli eventi di poco prima le stavano per essere rivelati senza che lei chiedesse alcunché.
“Quello che è successo oggi non è bene,Chaya. – iniziò la donna con voce seria e cupa – Quei mostri non avrebbero dovuto trovarsi in città. Le probabilità che l’orda si sia spinta fino a qui da Nameless sono pressoché nulle. L’isola si trova al largo delle coste di Glast Heim e, anche ipotizzando che siano arrivate sulla terraferma via mare, avremmo avuto notizia dell’attacco da lì in primis e successivamente anche da Geffen, che si trova in linea retta tra Glast e Prontera. “
“Credo che la Guardia avrebbe fatto partire gli allarmi immediatamente, ma a quanto ho visto, siete stati colti di sorpresa…”
“Esatto, è come se i mostri si fossero introdotti in città direttamente – continuò Onyria, sottolineando l’ultima parola con un tono più deciso – ma sai anche tu che questo è ipoteticamente impossibile.”
La sin annuì con un cenno del capo, ma ovviamente aveva notato quell’ ipoteticamente.
“L’utilizzo di Dead Branch e Bloody Branch è vietato in città, le guardie sono molto attente a ciò.” Aveva ragione: sorveglianti invisibili si aggiravano sempre tra i mercati, in tutte le città del regno, inibendo con incantesimi gli effetti dei magici rami che consentivano di evocare mostri dal nulla.
Onyria si spostò indietro sbuffando, lasciandosi cadere sul seggio imbottito che aveva dietro di lei.
“Non hai notato niente, svampita? Se non me lo avesse confermato Spettro in persona, dubiterei del fatto che tu sia una sua allieva…”
L’offesa colpì la giovane combattente, che abbassò lo sguardo.
“Hai ragione: tutti i mostri erano originari di Nameless Island, è altamente improbabile che fossero stati tutti evocati tramite Dead Branch. Ma allora come…?” chiese, lasciando la domanda incompleta.
Onyria alzò la testa e prese a fissare il soffitto, poggiando i piedi calzati da alti stivali col tacco sul bordo di legno del bancone.
“L’unica cosa che mi viene in mente è un Warp Portal…” disse in un sussurro la bio, levandosi il largo cappello viola col pennacchio che aveva ancora addosso e lanciandolo con abilità sull’appendiabiti situato nell’angolo accanto all’entrata.
Chaya la imitò slacciandosi il logoro mantello e appendendolo al gancio appeso al muro.
“Sai che è impossibile: i warp consentono i viaggi magici solo alle persone.”
“Hum… diciamo di si – mugugnò la donna seduta, senza spostare lo sguardo dalle travi scure del soffitto – ma!” esclamò improvvisamente risollevandosi con un salto e avvicinando il viso a quello di Chaya, che si era sporta sul bancone. La donna prese a parlare col suo solito tono sbrigativo, pronunciando le parole in maniera tanto rapida che a un orecchio inesperto sarebbero apparse quasi incomprensibili.
“Mettiamo il caso che un Professor abbia trovato il modo di aggirare le regole, che abbia trovato un luogo in cui gli osservatori invisibili non lo seguono, che abbia trovato il modo di sbloccare l’incantesimo Abracadabra e che sia riuscito nell’ardua impresa di modificarne la sostanza, in modo da poter decidere liberamente che tipologia di mostri evocare, e concentrare i propri pensieri sull’isola maledetta per evocarne i mostri… – riprese brevemente fiato, poi proseguì – Se ipotizziamo tutto questo, la cosa diventa fattibile. Oppure…” si fermò inaspettatamente, picchiettandosi un dito sulle labbra e tornando a fissare le travi del soffitto.
Chaya sapeva di essere spettatrice di una delle solite recite della donna e non voleva perdere tempo:
“Oppure…?” chiese, incitandola a proseguire.
La donna rimase immobile per alcuni istanti, lasciò lentamente ricadere le braccia lungo e fianchi e, con lentezza disarmante, spostò nuovamente lo sguardo sulla ragazza che aveva di fronte. Poi, senza più recitare pronunciò la frase che fece gelare il sangue nelle vene della sin.
“Oppure… Satan Morroc sta per tornare.”


Ecco le note di questo capitoletto, spero vi siano utili:
SP: Quantitativo di magia che un personaggio possiede. Ogni incantesimo, abilità o cura ne richiede un tot.
Heal: Incantesimo di cura, prerogativa delle classi discendeti dagli Acoliti e Swordman.
Ampolle Arancioni: Pozioni di cura di media potenza.
Expert Ring: Anello che consente di velocizzare il lancio di incantesimi e abilità.
Sharpened Legbone of Ghoul: Katar di proprietà Undead, arma ad uso esclusivo delle classi Sin e SinX.
Grand Cross: Incantesimo della classe Crusader che reca danno ai mostri di proprietà non-morta e demoniaca.
Pozioni Condensate o Slim Potions: Pozioni modificate create dalla classe Biochemist, più leggere e dal potere curativo maggiore delle pozioni normali.
Wool Scarf: Indumento che conferisce un bonus alla difesa magica del personaggio che lo indossa.
Mess: Letteralmente "rasoio" è un pugnale di discreta potenza.
Lutie: La Città del Natale, perennemente ricoperta di neve e addobbi natalizi.
Scarf: Oggetto molto raro che conferisce un bonus di attacco a chi lo indossa.
Payon: Città boschiva ispirata alle cittadine rurali cinesi.
Jaax: Personaggio non Giocante (PNG) che converte le frecce sfuse in faretre.
Glast Heim: Città disabitata infestata da mostri di medio-alto potere.
Geffen: Altra città del gioco, base di alchimisti e maghi.
Dead Branch e Bloody Branch: Abbreviati in DB e BB, sono oggetti che consentono il richiamo casuale di mostri di qualsiasi livello.
Sorveglianti Invisibili: Espediente da me inventato per giustificare il blocco dei DB e BB all'interno delle città.
Professor: Classe magica derivante dai maghi.
Abracadabra: Incantesimo della classe Professor che simula l'utilizzo di DB e BB.
  
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