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Autore: kora33    26/02/2012    3 recensioni
Una telefonata all'alba costringe Lisa Cuddy a fare ritorno al Plainsboro, ed ancora una volta sarà l'artefice del destino di House.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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IL PREZZO DEL PARADISO


 

I - Ancora tu

 
 
 
La vibrazione  del cellulare non l’aveva svegliata, erano solo le 5,30am ma Lisa era già sveglia,  indecisa se alzarsi e fare gli esercizi di yoga o restare a letto a poltrire.  Un ‘Pronto’ appena sussurrato per non svegliare la persona che le dormiva accanto. Si spostò velocemente in cucina, sorpresa e preoccupata per l’insolita ora.
-che è successo,  Wilson ?
-scusa l’ora, spero di non averti svegliata - il tono era triste
-ero sveglia, ma che succede?-tagliò corto
-so che hai detto molte volte che non volevi più avere niente a che fare con lui…-il silenzio di Lisa lo convinse a continuare- ma…sta morendo!- concluse
-ha infilato un altro coltello in una presa di corrente? O ha parcheggiato in un altro appartamento?- disse fredda.
-mi spiace, non avrei dovuto chiamarti, ma ho bisogno del tuo aiuto, non dovrai vederlo per forza … è un favore che fai a me e sai che non ti avrei chiamato se non fosse stata una questione di vita o di morte- cercò di convincerla.
-cosa devo fare?- si arrese
-Devi venire al Plainsboro oggi stesso. Ti spiegherò tutto appena arrivi! Grazie- riattaccò senza darle la possibilità di dire altro.
Era arrabbiata, perché si era lasciata convincere o forse solo sorpresa di aver ceduto così facilmente. Farsi coinvolgere dai giochi di Wilson e House, non era stata comunque una buona idea.
-ehi, puoi chiedere al tuo amante di chiamarti quando non ci sono?-scherzo’  l’uomo in boxer sulla soglia della porta. Lisa sorrise sollevando il pollice in segno di approvazione.
Si avvicinò per baciarla.
-era Wilson. Devo andare al Princeton Plainsboro.
-per fare…?-chiese  incuriosito
-c’è un’emergenza medica…House sta male…
Jeff continuava a guardarla senza dire nulla.
-non dovrei andare vero?
-non credo esista nessuno che possa farti fare ciò che non vuoi, quindi mi chiedo perché vuoi andare?
-non lo so. Forse sono solo curiosa.

Jeff non era molto convito della spiegazione ricevuta ma non aveva voglia di discutere, consapevole che Lisa aveva già deciso di andare.
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Dopo essere passata dal suo ufficio in ospedale, sistemato delle pratiche urgenti si era messa in auto e  aveva guidato per tre ore lasciando che i pensieri la riportassero indietro, a quando un giorno di quasi due anni prima era scappata da House, dalla sua pazzia.
-ma che sto facendo- disse ad alta voce e per un attimo pensò di tornare indietro, ma solo per un attimo.
Arrivata al Plainsboro venne accolta calorosamente dall’infermiera Regina, avvicinata e salutata da tutti i suoi ex collaboratori,  l’arrivo di Foreman disperse la piccola folla di persone che si era radunata.
-ti trovo bene dottoressa Cuddy- disse tendendole la mano per salutarla-sapevo che saresti venuta a vederlo-disse in tono serio
-sono qui perché me l’ha chiesto Wilson…ma House è davvero così grave? –chiese preoccupata
Foreman le fece segno di seguirlo in quello che un tempo era il suo ufficio, si erano appena seduti quando la porta dell’ufficio si aprì. Si voltò di scatto aspettandosi di vedere House, ma sulla porta apparve Wilson
-ciao Lisa, grazie per essere venuta- disse
-ehi, hai preso anche tu delle brutte abitudini-scherzò, andandogli incontro per abbracciarlo.
Dal volto provato di Wilson Lisa capì che House era grave davvero.
-come sta?
-il fegato …sta cedendo.- rispose Wilson guardandola con occhi tristi
-è inserito nella lista per i trapianti?
-non ha i requisiti, è una farmaco-dipendente e la causa del danneggiamento è il Vicodin, con la sua storia clinica non hanno nemmeno aperto la pratica.
-un donatore vivo?-propose Lisa
- House non è mai stato molto popolare, aggiungi che è un’operazione rischiosa, Chase si è offerto, per la donazione, ma non è compatibile, io sono il suo unico amico …
-ma tu non puoi farlo perché hai già donato una parte del tuo fegato- continuò Lisa - non ho ancora capito cos’è che vuoi chiedermi.
-autorizzare lo stesso l’intervento, farlo nel tuo ospedale dove non mi conosce nessuno,modificando la mia cartella.
-ma sei impazzito, il trapianto poi servirà a te.
-si, ma io avrò i requisiti per entrare nella lista trapianti, faremo la richiesta dal Plainsboro…
Lisa continuava a fare no con la testa. –un doppio trapianto nel giro di pochi giorni è pura follia, e se il fegato non dovesse arrivare in tempo?  -Wilson non rispose -davvero pensavi che avrei detto di si ?
Wilson si lasciò cadere sulla poltrona incapace di controbattere.
Lo squillo del cellulare di Lisa spezzò il silenzio che riempiva la stanza.
-devo rispondere-disse avviandosi verso la porta.-ciao tesoro, la situazione qui è più complicata del previsto. – l’uomo all’altro capo del telefono era contrariato –si, mi spiace dovevo chiamarti appena arrivata, ma sono stata travolta dagli eventi.- dopo aver raccontato a grandi linee ciò che era accaduto, riattaccò con la promessa di richiamarlo prima di ripartire. Solo adesso, ascoltando il suo stesso resoconto, aveva realizzato che House stava morendo, aveva amato ed odiato quell’uomo con tutta se stessa, non le riuscì di fermare le lacrime che ormai libere scendevano sul suo viso. Dopo essersi sfogata sistemò il trucco ed i capelli Voleva passare a salutare Chase e Taub, ma prima doveva fare un’altra cosa.
 
Lisa aveva bussato alla porta di Wilson ed attese il consenso per entrare. –io devo tornare a casa- disse sulla soglia. Wilson era sorpreso - non passi nemmeno a vederlo? 
-non sono sicura che gli faccia piacere.-si sentiva in colpa ed il  tono di voce tradiva il suo stato d’animo.
-sai bene che non è così e… non è colpa tua.
-lo so, però se tornassi indietro non inizierei una storia che sapevo già dal principio che non sarebbe durata
-non sei responsabile delle sue azioni, e senza di te avrebbe ripreso il vicodin quello stesso giorno che è iniziata la vostra relazione. House è ancora seduto a terra nel suo bagno in attesa che tu vada a salvarlo. Non andare via senza dirgli addio .
 
Wilson l’aveva accompagnata lasciando che entrasse da sola nella stanza. Il corpo sul letto era immobile, chiuse gli occhi fingendo di dormire assaporando il suo profumo, ascoltando il rumore dei  suoi tacchi avvicinarsi a lui. Rimase in piedi a guardarlo,  sembrava un bambino indifeso, vagò con lo sguardo nella stanza alla ricerca di una sedia poi decise di sedersi  sul letto. Il viso smunto e la barba troppo lunga, come al solito. Gli accarezzò il viso, ricordando che l’ultima volta che aveva fatto quel gesto gli aveva detto addio.
House sarebbe rimasto cosi per sempre, inebriato dal suo profumo, coccolato dal tocco della sua pelle, ma proprio non gli riuscì di resistere al desiderio di guardarla.
Indossava un tailleur  gessato blue,  la gonna era lunga ma un ampio spacco, le lasciava scoperte le gambe e la camicia bianca di seta lasciava intravedere  il pizzo del reggiseno.
Esordire con una battuta era quello che avrebbe voluto ma rimase come paralizzato nel vedere che lacrime silenziose scivolavano sul suo viso.
-ciao- disse lei cercando di riprendere il controllo
-ciao- disse di rimando lui. Offrendole un pezzo di lenzuolo per asciugarsi le lacrime.
Lisa sorrise. –come ti senti?
-come uno che sta per morire-
-non stai per morire-mentì- con Wilson stiamo valutando un po’ di opzioni per farti avere il fegato…
-non preoccuparti, ho già prenotato e pagato il mio viaggio per l’inferno. Raccontami di te, della tua vita.
-Lavoro al Mercy di New York…
-intendevo la tua vita privata, sei… sposata?
-no-disse, in realtà era come se lo fosse, ma non voleva parlare di questo con House
House sembrò capire al volo che il no della sua risposta celava altro, ma in fondo,  neanche a lui andava di sentirla parlare del suo nuovo compagno.
-come sta Rachel?- chiese cambiando discorso
-bene. Va a scuola adesso.
Era strano come gli ultimi 2 anni si erano ridotti in poche frasi.
-sei felice?- le chiese distogliendo lo sguardo
-io non lo so,ma… si, mi capita di esserlo – disse Lisa con sincerità
-io ero felice con te.-disse House sfiorandole la mano 

  
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