Sousuke è un pirata maledetto, che naufraga su un'isola abitata dalle sirene. Haruka è una sirena piuttosto curiosa, che si prende cura di lui e lo aiuta a sopravvivere in quel posto isolato dal mondo
[PRIMA CLASSIFICATA al contest "Di AU, OTP, Future!Fic e tante belle cose" indetto da aturiel sul forum di EFP e SECONDA CLASSIFICATA al contest "Spokon in Au" indetto da nacchan e Shichan sul forum di EFP]

Saga ne era certo, lui ne avrebbe sofferto, più di tutti gli altri, e al solo pensarci si sentiva come se l’acuminata lama di un pugnale gli straziasse il cuore, perché l’aveva capito, aveva capito che, nonostante tutto quel che era accaduto, nonostante tutto il dolore che lo stesso Saga gli aveva inferto, Aiolos lo amava. Saga ricambiava quel sentimento, lo ricambiava eccome, ma era pienamente consapevole di non meritarselo, di esserne completamente e assolutamente indegno.
[Saga/Aiolos | resurrection!what if?]

Il ragazzo parve accorgersi di lui qualche istante più tardi; aveva un'espressione incolore, come se non gli importasse davvero di essere lì. Non era sporco, ma non era neppure adatto, al momento attuale, per sostare nell'harem.
«Come ti chiami?»
«Haruka.»
«Bene, Haruka. Vieni con me.» gli disse, facendogli un cenno secco. Il suo atteggiamento parve in qualche modo più duro e gretto del normale, proprio per via dei sentimenti che gli si stavano rimescolavano dentro, in modo irreversibile e incontrollabile.
[Sousuke/Haruka]

Dylan ascolta da sempre Taylor Swift e rivive la sua storia con Tyler attraverso le sue canzoni.
"L'inizio era stato Sparks Fly, perché andiamo, se ti innamori di qualcuno con gli occhi verdi è quella la vostra canzone. Era la canzone di Dylan che guardava Tyler dimenticandosi di tutto ciò che aveva intorno, era la canzone del sorriso di Tyler che gli faceva davvero vedere i fuochi d'artificio e dimenticare ogni preoccupazione, era la canzone che gli faceva sognare baci sotto la pioggia che non c'erano mai stati. "

«Allora continuerò a venire qui.»
Aveva usato un tono diretto e insinuante, sporgendosi appena verso di lui. Non era la prima volta che si provocavano; Haruka non sembrava così infastidito, sebbene la sua espressione sembrasse non tradire davvero nulla dei suoi pensieri.
«Va bene.»
Era bastata quella frase, quella risposta diretta a una provocazione, per far sì che Sousuke osasse.
[Sousuke/Haruka]

Il signore Oscuro continua a leggere nella mente di Harry tutte le sue mosse e toccherà a Severus insegnargli l'arte dell'Occlumanzia.
Ma in una delle lezioni private fra i due, Harry scruterà i ricordi del professore, facendolo successivamente arrabbiare.
§
2090 parole.

Partecipante al Contest "Progetto Ripopola Fandom - Seconda Edizione" indetto da __Bad Apple__ sul Forum EFP.
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Parings: AKAKURO - MayuMibu - MidoTaka - AoKise - AlexMomo.
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Dal prologo: Che cosa doveva fare?! Una parte di lui voleva chiamare Akashi e dirgli tutto, ma la sua mente gli urlava che in quella storia Seijuro non aveva proprio colpa. Era solo lui che aveva deciso di tenergli segreto quel piccolo particolare della sua vita quando si erano messi insieme per la prima volta alle medie, e poi di non dirglielo nemmeno alle superiori nonostante fossero una coppia ormai da due anni; il rosso non meritava di essere tirato in mezzo per la sua sola stupidità.
“Kami-sama, ti prego…” scivolò fuori dalle sue labbra prima che potesse fermarsi, “Ti prego…!”
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Dal primo capitolo: Kuroko pianse ininterrottamente per i successivi tre giorni, con le mani saldamente strette al suo ventre lievemente arrotondato, ma non venne meno alla sua decisione.
Akashi non richiamò.
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ATTENZIONE: M-PREG! e Transgender!Character. Non piace, non leggete. v.v

[…] Le geisha appartengono a loro stesse, all’okiya, alla madre e, con i loro debiti, sono incastonate in un mondo privo di amore ove dimora frivolezza e chiacchiericcio. […]
Per un errore che non è propriamente tale, Haruka abita a Gion, in una casa di sole donne; tuttavia è impensabile che un ragazzo possa ricoprire un ruolo simile a quello degli altri fiori dell’hanamachi, ma non per tutti: è un incontro improvviso che, con parole taglienti e finto disinteresse, ne segna il destino.
[ principalmente RinHaru; accenni SouRin, MakoHaru e SouHaru; varie ed eventuali OT3 ]
Dal testo: Le ginocchia, come un cardine non oliato, cigolano su loro stesse, e i denti si serrano nell’attesa quando, per qualche istante, perfino le dita non riescono a fare a meno di stringere i lembi delle maniche leggere dello yukata. Allora mi sento afferrare per le spalle e, rinchiuso in una gabbia dorata che sa di sandalo e primavera, perdo un battito: mi sembra di morire anche solo percependo il suo respiro sul collo; e le sue mani scivolano dalle spalle alle braccia, carezzando la scia della stoffa color corallo.
«Stai tremando», soffia, solleticandomi il lobo dell’orecchio con la punta del naso.

Questa storia ha partecipato al contest "Di Omega!Verse, fluff e OTP" indetto da ContessaDeWinter sul forum di efp e si é classificata seconda.
Questa ff è una OMEGA!VERSE, don't like, don't read.
- Intro:
Elle è un Omega che non vuole il Legame.
Tentando in tutto i modi di contrastare il calore, quello stupido sbalzo ormonale per cui la ricerca di un compagno influenza qualunque lavoro stia svolgendo, si rifugia dietro una lettera su un monitor nel tentativo di non avere contatti con il mondo. Ma il suo caso più importante - quello che in un universo parallelo sarebbe stato l'ultimo - lo spinge ad interagire con altre persone. E il suo caso più importante potrebbe diventare il suo unico caso irrisolto.
Light non é Kira. Anzi, se lo fosse sarebbe un bel problema per me. Perché Light...é il mio primo amico.
Amico. No, non erano amici. Non si sospetta di omicidio seriale un amico. Non lo si rinchiude, legato, in una cella per quasi un mese. Non gli si inscena un teatrino in cui lo si convince che il padre lo voglia uccidere. Non si va a letto con un amico.

Un soprannome scelto da qualcun altro è espressione di come qual qualcun altro ci vede, di cosa siamo per lui e di cosa rappresentiamo.
E saremo sempre quella cosa. Che ci piaccia o meno.
Post Hades con Gold, Silver e Bronze vivi e vegeti.

Per zombie-chan! ^.^
Numero indefinito di drabble sulla famiglia Namikaze (in particolare Minato e Naruto). La maggior parte saranno fluff.
Può capitare qualche AU.
[...]
#91. Svegliarlo;
#92. Due [Due anni di "MinaNaru"];
#93. Gita;
#94. Voglio una mamma e un papà;
#95. Affetto;
#96. … o’ccoato;
#97. Domande;
#98. Concessioni;
#99. Freddo;
#100. Saluti;
[Completa ♥]

La luce intermittente di un lampione illumina la figura di un ragazzo. La prima cosa che mi salta agli occhi è il sangue ai bordi della bocca. Immediatamente mi precipito da lui.
- Cos’hai? Stai male? -
Gli scosto i capelli dalla fronte e gli alzo delicatamente il viso per guardarlo meglio. Ha un livido violaceo sulla guancia destra e un taglio sul labbro superiore.
Nella borsa dovrei avere un fazzoletto di stoffa. Frugo in tutte le tasche e non appena lo trovo, corro a bagnarlo sotto il getto d’acqua di una fontanella lì accanto. Quando torno dal ragazzo, noto che mi sta fissando. Gli sorrido mentre gli tampono delicatamente le labbra con la stoffa umida.
- Lo sai vero che non è prudente per una ragazza andare in giro da sola a quest’ora? -
- Ma allora parli anche tu! Credevo che ti avessero mangiato la lingua! -
Lui ridacchia divertito.
- Non dovresti aiutarmi. Ho fatto a botte! Sono un bambino cattivo, io! -
- Ah si? -
- E già! In genere la fatina buona non aiuta i monelli come me! -

Cit "Perché per ammettere che ti amo sono dovuto arrivare al punto di perderti, al punto di separarmi da te?" Roberto sta per andare ad allenare la Nazionale under 19 e dovrà dire nuovamente addio a Tsubasa. Riuscirà ad ammettere i propri sentimenti? Ed è davvero troppo tardi o c'è ancora una speranza?
Song fiction ispirata alla canzone "Cielo e Terra" di Nek

Un ragazzo combatte per salvare quel che ha di più caro. Parla la catenina di Karl-Heinz Schneider.
«Oggetti come questi non rappresentano niente di per sé; se valgono qualcosa, se li regaliamo a qualcuno che amiamo, se è difficile separarcene, se li passiamo ai nostri figli e nipoti, è perché custodiscono la nostra memoria. Non la ragione né il linguaggio articolato ci distinguono da altre creature, ma la memoria e la speranza».