[COMPLETA]
«Ma adesso rispondi tu a me e dimmi se sei davvero innamorata di mio fratello.»
Gabrielle distolse gli occhi dai suoi, incapace di sostenere il suo sguardo. «Perché vuoi saperlo?»
«Perché sono sicuro che non lo ami. O non saresti qui.»
«E cosa cambierebbe tra noi se ti dicessi che non lo amo?»
«Cambierebbe tutto» sussurrò Craig.
Lei sbuffò un sorrisino sarcastico. «Perché, pensi che non amandolo, adesso correrò a chiedere il divorzio per stare con te? È questo che vuoi?» la voce le tremava e suoi occhi erano inondati dalle lacrime. «Sono la moglie di tuo fratello, hai la minima idea di cosa dovresti affrontare per stare con me? E se un giorno ti rendessi conto che è stato tutto uno sbaglio, che in fondo non tieni a me così tanto per affrontare tutti i problemi che ti pioverebbero addosso per aver pronunciato due stupide parole durante l’orgasmo? Cosa dovrei fare io se dovesse succedere, dopo aver buttato all’aria il mio matrimonio per te? Accettare le tue scuse e amici come prima?»

Storia arrivata ottava all'Erotic Drama Contest indetto da Freya_Melyor sul Forum di Efp e vincitrice del premio "Best Erotic".
Fabio e Ginevra sono perfettamente compatibili. Non lo sono perché un programma online glielo ha detto, né perché i loro segni zodiacali siano perfetti l'uno per l'altro. Loro si capiscono al volo, pensano le stesse cose, sono d'accordo su tutto e si eccitano da morire. Ma si sono incontrati online. La vita amorosa di Ginevra è un disastro e vivono a parecchie centinaia di chilometri di distanza. Eppure, c'è qualcosa ogni volta che si parlano. Ogni volta che fanno non troppo velate allusioni ai rapporti che avrebbero insieme. Per questo decidono di vedersi. Non per fare qualcosa, d'altronde Ginevra è - quasi - impegnata. Vogliono solo capirsi, comprendersi.
Dal testo:
Gli occhi scuri di lui si immergevano nell’azzurro di lei. Una mano sottile della ragazza si spostò verso il viso dell’uomo accarezzandogli una guancia. Lui non riuscì a trattenersi oltre, il desiderio aveva ricominciato a pompargli nelle vene. Abbassò il viso su quello della giovane per catturare le sue labbra carnose con le proprie. [...] Chi mai avrebbe potuto farci l’abitudine?

Dal capitolo uno:
-Bene.- Marcus lanciò uno sguardo alle spalle di Felicity. -Dalle occhiatacce che mi sta lanciando in questo momento Oliver sembra che mi sia proibito anche solo guardarti.- aggiunse, ridacchiando.
Felicity si voltò a sua volta, incontrando lo sguardo di Oliver fisso su di lei dall'altro lato della sala. Nonostante stesse parlando con Laurel, la guardava in modo così intenso che sembrava volesse trapassarla con gli occhi.
Così, cercando di ignorare la morsa che sentiva al cuore, si rivoltò verso Marcus. -Non sono di proprietà di Oliver Queen.- sussurrò.
-E lui lo sa?- Marcus fece un sorriso sghembo, poggiando il bicchiere ormai vuoto sul bancone.
-------------------------------------------------------------------
Dal capitolo due:
-E sappi che ho intenzione di tenerti in questa camera da letto finchè Barry Allen non dimenticherà addirittura il tuo nome.-
-------------------------------------------------------------------
Storia completamente OLICITY...spero vi piaccia!

“sua figlia?” chiese curioso Nicholas, non capendo a cosa l’uomo si stesse riferendo.
Cosa c’entrava la figlia del presidente? ma soprattutto, il presidente aveva una figlia?
“sì. Si trova in India in questo momento, sta frequentando un prestigioso collegio lì, ma ormai non può più starci quindi bisogna riportarla qui, in America” spiegò attentamente l’uomo guardando Nicholas un po’ spaesato.
“e serve il mio aiuto per portarla qui? Non hanno trenta jet privati?” chiese curioso il riccio sarcastico.
“serve il tuo aiuto per essere la sua nuova guardia del corpo” disse John sorridendo al riccio.
Nicholas rimase a bocca aperta.
Era uno scherzo? Il presidente non poteva chiamarlo solo perché aveva bisogno di qualcuno che gli tenesse d’occhio la figlia.
No, non poteva farlo. Nicholas era uno dei più bravi e giovani agenti segreti.
Ancora pochi anni di servizio e sarebbe diventato amministratore della sua compagnia.
Ancora pochi anni e sarebbe diventato vice-capo, e poi ancora capo.
No, stava scherzando, non poteva essere possibile.

Una ragazza comune. Un anonimo letto d'ospedale. Una settimana di tempo.
-
Quando era entrato si era illuminata. Il suo volto si era acceso, un sorriso sincero le era spuntato sul viso e, ai suoi occhi, si fece immediatamente più carina – meno indifesa, meno spaventata, felice, almeno per qualche secondo.