«C'era una volta una principessina sotto il nome di Maria Pia, nome lungo per una persona tanto piccola, così decise di farsi chiamare da tutti Mery. Viveva in un castello in cui si sentiva perennemente oppressa dal giudizio dei suoi castellani e giullari che pensava si prendessero gioco di lei. Un giorno, però, decise che non sarebbe più stato così. Scappò nei boschi e incontrò due fatine, Camilla e Chiara, che decisero di prendersi cura di lei. Le fatine ogni sera, prima di andare a dormire, le leggevano favole di castelli incantati, principi azzurri e unicorni ballerini. Forse fu proprio per questa ragione che l'immaginazione della bimba crebbe sempre di più fino a diventare sfrenata. Non la si poteva lasciare un attimo da sola che riempiva i muri di scritti narranti storie diverse, finché un giorno una brutta strega cattiva le preparò una torta caprese che la ragazza mangiò ingordamente. Due notti dopo, però, la ragazza dormiva ancora tranquillamente nel suo lettino quando le sue fatine iniziarono a preoccuparsi. Chiamarono tremila principi da tutto il mondo finché non arrivò quello giusto. Aveva occhi cristallini e capelli corvini. Posò le sue labbra su quelle della ragazza dagli scuri capelli e quando lei aprì gli occhi capì cos'era stata a farla svegliare. L'amore vero. I due si sposarono con le fatine della ragazza a fare da damigelle d'onore e vissero tutti felici e contenti.»
— Camilla, _thegirlwhowasneverenough.

"Lei era Mery. La ragazza dai capelli castani, il sorriso aperto e gli occhi più abituati ad osservare i sogni che la realtà. Sapeva quanto fosse pericoloso, vivere più di fantasia che di Nutella, ma sapeva anche quanto più difficile fosse vivere delle delusioni della realtà invece che delle valide promesse di una fantasticheria. Per questo continuava a rifugiarsi dentro quel mondo pieno di colore e vita, quel mondo che difficilmente sarebbe stato visto da altri, invece che in quell’universo parallelo fatto di scale di grigi e vuoti momenti che duravano poco più di un sospiro. Sognava, forse troppo, ma era l’unica cosa che potesse aiutarla. Era la ragazza che amava sognare: lo è tutt’oggi."
—Chiara, Goodbye Alaska.

Dopo queste due fantastiche descrizioni, aggiungo solo:
Ho diciannove anni, ho un cagnolino di nome Kira, tutta la vita davanti, e un carattere del tutto disastroso.
Il mio umore varia da un minuto all'altro, ed odio da morire questa parte di me.
L'unica cosa che spicca in tutto e per tutto è il mio sorriso:  sorrido sempre, anche quando dentro di me c'è il veleno peggiore e sento di dover lasciare tutto e tutti. Adoro sorride e dimostrare a tutti che sto bene, sono forte e riuscirò a cavarmela, nonostante tutto.

Desidero solo un futuro perfetto, e so che è chiedere troppo.

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