[...] Mi sovvennero quei piccoli sauri che sovente sorprendevo ritemprarsi al sole, immobili sulle pietre roventi, i cui battiti del cuore si scorgevano susseguirsi rapidamente attraverso l'esile strato di pelle squamosa. Creature subdole e indifese, al tempo stesso. Lucertole...
***
Ipotetico Post-Ade narrato dal pov dei personaggi di Lizard Misty e Pisces Aphrodite... I Saint sono stati riportati in vita da Athena ed emergono antichi rancori.
(I personaggi descritti in questa storia non mi appartengono ma sono proprietà di M. Kurumada.)

Improvvisamente la stretta sul suo collo si allentò di colpo per poi svanire del tutto facendola cadere al suolo. Confusa e scossa alzò il viso vedendo lo Specter che prima l'aveva aggredita contorcersi dal dolore. Con stupore notò sul suo braccio sei piccole spaccature sparse, apparentemente sembravano quelle a causargli dolore.
Ma com'era possibile che una cosa così piccola ed apparentemente insignificante potesse abbattere un tipo spaventoso come quello?
Erano solo sei buchetti del resto.
Gli altri due Specter fecero un passo indietro, sui loro volti si dipinse un espressione di puro terrore. La ragazza si girò anche lei, vedendo il ragazzo di poco prima al suo fianco sorridere beffardo, la mano destra con l'unghia rossa rivolta verso lo Specter stramazzante al suolo, la sinistra con una mela scarlatta che non tardò a tirarle nel modo meno brusco che poteva. Ancora scombussolata da ciò che era poco prima accaduto la prese al volo mentre con occhi confusi osservava quello strano tipo rannicchiarsi di fronte a lei.
Perchè era li? Cosa voleva?
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"Eh?"
Che significava ora quella frase?

"Elizabeth aveva visto tanti avvenimenti nei suoi ventiquattro anni di vita.
Aveva visto un re dietro l’altro salire al trono.
Una stirpe estinguersi…
Una religione cadere in ginocchio dinanzi ad un’altra.
Quella religione che, ormai, la gente catalogava come “Antica”…
“Eretica”. [...]
Non poteva più vedere le guardie, armate fino ai denti, setacciare le strade a passo di marcia, pronte soltanto per picchiare a sangue i poveri malcapitati che pregavano le Antiche Divinità per la salvezza.
Aveva visto per troppo tempo i suoi concittadini legati a pali massicci, con la schiena pronta per accogliere le frustate punitive.
Cinque se aveva pronunciato il nome di una delle divinità.
Dieci se aveva detto una preghiera.
Quaranta se aveva raccontato un mito antico...
La morte se non abiurava."
Rating aumentato a causa dei contenuti forti.

Questa oneshot partecipa alla challenge #26promptchallenge indetta dal gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart
Quando uscì dalla Terza Casa, dell'oro che aveva portato con orgoglio fino a quel giorno non c'era rimasto più nulla.
L'uomo che era diventato in quella notte non aveva bisogno di armature.
L'uomo che era diventato in quella notte aveva la forza per prendersi ciò che voleva. E ora lui voleva il Santuario.
L'uomo che era diventato in quella notte non era più solo.
Quella notte era più buia delle altre. Nessuno al Santuario se ne rese conto, ma lui sì.
Quell'oscurità gli apparteneva e abbracciava ogni cosa.

Pisces si approssimò dinanzi al discepolo e materializzò una rosa che comparve nel palmo della sua mano, avvolta dall’aura che pervadeva lui stesso. Annusò il profumo emanato dal fiore per porlo tra i capelli del ragazzo biondo; il quale avvertì, a quel contatto, una repentina sensazione di svuotamento, di liberazione da ogni sentimento negativo che lo abbandonò in luogo di una profonda tristezza.
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(In questa OS, nella quale compaiono Aphrodite e Misty come protagonisti, c'è un nesso con la precedente che ho scritto: “L'angelo della morte”, per chi l'avesse letta)
-Disclaimer: i personaggi e l'universo descritti in questa storia, realizzata senza scopo di lucro, non mi appartengono ma sono proprietà di M.Kurumada.

Misty sollevò la testa, scostando un ciuffo ribelle di capelli davanti agli occhi: la sua attenzione fu catturata da una piccola creatura, un rettile, tanto aggraziato ed elegante, una lucertola. L'osservava guizzare tra le sterpaglie per poi fermarsi, immobile, a crogiolarsi sotto un raggio di sole. Contemplò la grazia dell'animaletto pensando alle parole di Aphrodite, a quando gli aveva suggerito che la bellezza può celarsi ovunque.
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(I personaggi presenti in questa storia, realizzata senza scopo di lucro, non mi appartengono ma sono proprietà di M. Kurumada)

Una costelazione brilla alta nel cielo, sotto di essa una ragazza scrive una lettera a un eroe che purtroppo non potrà mai leggerla, ma si sa i pensieri scorrono fluenti come l'inchiostro della biro in mano alla fanciulla...