Finnick PoV | Finnick/Annie | 65th and 70th Hunger Games
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Finnick Odair ha giocato tre volte: alla sua Edizione, a quella di Annie, a quella della Memoria.
Questa storia parla delle prime due.
Del quattordicenne che vinse i sessantacinquesimi Hunger Games e del giovane Mentore che salvò Annie.
Di come si conobbero, di come divennero amici. Di come arrivarono a sposarsi.
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Dal capitolo XI:
Aveva sempre sperato – anche creduto, in fondo – che gli Hunger Games in realtà fossero una gran bufala, che i Tributi venissero feriti e, con la scusa di rimuovere i cadaveri, guariti da Capitol City e impiegati come Senzavoce, magari, ma vivi. In quel momento capì che si sbagliava. La ragazza era morta.

Una ferita genera un dolore immediato, effimero nella sua atrocità. La conseguente cicatrice, invece, lo ricorderà per tutta la vita, un'eterna stigma impossibile da cancellare dalla propria anima.
La si può nascondere negli affetti e nella realtà quotidiana, fingendone la non-sussistenza, finché un passo falso, una disgrazia fortuita, la farà ritornare a bruciare, travolgendone il proprietario e chi lo circonda.
E ad essa o si soccombe o si colpisce a sua volta.
Più forte.
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[HashiMada; IzuTobi; altre ...]

Konoha è in pace e qualsiasi cosa (un profumo, un'emozione, un'immagine) presente al villaggio evoca un ricordo.
Sono i fiori, una brezza calda, le foglie dell'autunno, o una sciarpa che prende forma sotto il movimento dei ferri che danno quel senso di tranquillità agli abitanti del villaggio.
C'è un dinamismo tranquillo nelle vite di Sasuke, Sakura, Naruto e Hinata. Che li porta ad aspettare il domani - la stagione che arriverà - piacevolmente. Tanto c'è tempo per fare tutto. C'è tempo per recuperare quello perso, per stare accanto alle persone che contano davvero.
Ormai il passato è solo un ricordo e ora - con le nuove stagioni nate dalla guerra e dal dolore - a loro spetta solo un po' di riposo e di amore.
•「PROLOGO」― una stagione racchiuda tutte le altre.
•「春 – HARU」― quello che la primavera fa con i ciliegi.
•「夏 – NATSU」― il grido instancabile delle cicale.
•「秋 – AKI」― sembra solo acqua ed invece è ricordo.
•「冬 – FUYU」― voci così belle come quelle di una sera d’inverno.

Erano le sue mani nei miei capelli, le sue mani nelle mie, le sue mani ovunque che mi cercavano per paura, tristezza, angoscia – e anche felicità. Annie rideva quando c’ero io e il Distretto credeva che fosse una sirena a farlo, ai confini del nostro mare.
Il lettino mi avvolge in un abbraccio morbido ma non umano. È un caldo che fa sudare e piangere allo stesso tempo. L’immagine di Annie è accompagnata da una canzone triste che ricorda i disegni delle barche nel cielo di notte. Sono debole e stanco e l’unica cosa che riesco a fare è piangere e pensarla. Pensarla mentre si lascia baciare sulle guance e sulla fronte e sulle labbra, mentre le accarezzo i capelli o sgranocchia un biscotto. La penso che si rigira nelle coperte o che guarda una conchiglia caduta dal tavolo, andata in mille pezzi, e si rivede in quei cocci cadendo a terra anche lei. Piange, Annie, quando qualcosa crolla. Si abbraccia come se volesse rimanere intatta, per non perdersi, poi mi chiama – Finnick – è un sussurro.
• Long-fic ambientata durante gli avvenimenti di MJ con il focus sull'introspezione di Finnick ed Annie.
• Il rating potrebbe salire.

Tokyo, giorni nostri. La vita di due giovani è unita dal filo rosso del destino che li tiene avvinti nel mondo della prostituzione. Uno di loro vi è invischiato per garantire la salvezza della famiglia ormai caduta nella disgrazia e soprattutto per impedire che il fratello minore faccia la sua stessa fine. Ma la parola di un mafioso come Madara Uchiha quanto può valere? E lui, Itachi, sarà capace di lottare per la propria esistenza e scappare così alla prospettiva di una vita vuota e completamente votata alla distruzione?
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Dall'epilogo:
« Quella è stata la notte più bella della mia vita… » La voce di Itachi si era fatta sommessa, roca. « Era una notte sospesa tra la vigilia e Natale, e mi persi in te. Ti ho tenuta tra le mie braccia, ti ho baciata, accarezzata, soltanto per ricevere un po’ di amore in quel giorno importante. E tu me l’hai offerto, tu che hai aperto il tuo cuore per me, tu che mi hai amato veramente… »
« Io ti ho amato con tutta me stessa. Sei stato il mio primo e vero amore, e dopo di te non c’è stato nessun altro. »
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[ItaKonan]

A Natale siam tutti più buoni, si sa. Stranamente, questa regola è valida anche in casa Uchiha.
E se un certo bambino ha scritto nella letterina di voler incontrare Babbo Natale, lo spirito natalizio sarà abbastanza forte per veder realizzato quel suo desiderio?

Non poteva rifiutarsi, la moglie lo avrebbe odiato per questo ed infondo cos'era una settimana? Nulla, peccato che ci volesse un nulla per compromettere la sua incolumità.
Una settimana con loro? Sbuffò, ma alla fine si convinse ad andare, era annoiato e si sarebbe divertito ad irritare l'uomo-boccia.

Di Sasuke e di Itachi, perché anche loro hanno avuto il loro fluff.
...
XXXI. Cinque [Drabble] Itachi ama particolarmente le cinque del pomeriggio.
XXXII. Soldi [Drabble] Shisui pensava semplicemente che Uchiha Itachi fosse uno spilorcio di prima scelta
XXXIII. Presente e futuro [Drabble] Uchiha Sasuke vive presente e futuro per il passato. Fondamentalmente vive per i morti.
XXXIV. Ricordo [Flashfic] "Dici che Sasuke mi dimenticherà? Vado via per così tanto tempo e lui è così piccolo per ricordarmi...".
XXXV. Neve e ghiaccio [Flashfic] "Sono un Uchiha, niisan, non mi accadrà nien-"
XXXVI. Grande [Drabble] Uchiha Sasuke era, finalmente, diventato un uomo
XXXVII. Presa [Drabble] Si avvicina al letto con circospezione e allunga un dito per sfiorare quella pelle così bianca e vellutata
XXXVIII. Luoghi [Drabble] C'erano tanti posti nei quali Sasuke amava sonnecchiare.

Lui sa che lei non sa.
«Orsù, compari, dovrete convenire con me che gli scrittori avevano un certo culo nelle faccende amorose».
Lei non sa che lui sa.
«Chi mai potrebbe mandarti questi telegrafici post-it anonimi, Lily? Sicura che non sia una trovata di “Vanity Witch”?»
Lui sa e non ci sta.
«Violeresti la legge numero 15: Uso improprio dei gufi».
Lui sa ma non ce la fa.
«Compare, tu stai cercando di dirmi che tenterai di conquistare la Bertuccia con biglietti anonimi? Ti prego, ti prego, lasciami qui a morire dal ridere fino a che non mi si torceranno le budella in gola».
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Dal capitolo 2: PS: La tua fantasia è come te: imbarazzante.
Dal capitolo 4: «Il prezzo. Ho scordato di staccare il cartellino col prezzo dal regalo per Evans».
Dal capitolo 5: Da quel giorno, la sessualità di Sirius Black venne ampiamente messa in discussione.
Dal capitolo 8: «Puoi evitare di svenire? Ho bisogno di conforto».
Dal capitolo 9: «Vuoi complimentarti per la mia ragazza-procione?»

Estratto dal capitolo 1~
Kate- la fronte inondata di sudore- spingeva e gridava; percepiva i movimenti del bambino che si faceva strada nel canale del parto. Si augurò che andasse tutto bene e che finisse in fretta; si sentiva come una bambina spaventata anche se ormai, a venticinque anni e con due gemelli in arrivo più che imminente, una bambina non era più.
Sapeva che quella nascita stava presentando complicazioni: i dottori le stavano dicendo che il primo dei due bambini non riusciva a uscire e che di conseguenza l’altro stava soffrendo.
Ho fatto una scelta originale, narrando la storia dei due protagonisti a partire da un punto che in genere non viene scelto. Spero, davvero, di non doverla pagare troppo cara questa mia originalità :) ~ Blusshi

Raccolta di Drabble, lunghezza varia sulla movimentata vita di C-18.
Sono ormai innamorata del suo personaggio e dei suoi fratelli cyborg, dateci un occhiatina se vi va ;)
[Estratto:
«Chi siamo?»chiese 18 lentamente, soppesando ogni parola.
La luna pareva immensa dalle montagne. Allungò la mano, senza volere, voleva, per una volta, riuscire a toccarla.]

[La prima flash fic di questa raccolta si è classificata ottava al Flash Contest - Il contest in cui la parola "Flash" è d'obbligo!, indetto da Domi_chan]
Sakura si era innamorata di un caso patologicamente instabile, con manie tendenzialmente drastiche, che l’aveva portata a compiere le più grandi pazzie della sua vita.
Era arrivata quasi al punto di ucciderlo, poi le cose erano leggermente degenerate e stava per rimetterci le penne lei, ma niente di così irreparabile.
In fondo non si fa tutto per amore?
In un modo o nell’altro, comunque, quelle piccole ‘divergenze’, se così le vogliamo definire – c’è chi le definirebbe più catastrofi fatali, ma erano punti di vista – si erano appianate e Sakura aveva raggiunto ciò che tanto aveva agognato, che in termini spicci altro non era che Sasuke Uchiha.
Sakura aveva immaginato in mille modi diversi, quando era ancora una dodicenne spensierata e che non sapeva cosa realmente era la vita di un Ninja, come sarebbe potuto essere il suo risveglio al fianco del ragazzo che aveva anelato per anni.
Sasuke/Sakura

Senza nessun sigillo per le tecniche a dividerli, senza nessuna vendetta da compiere ed eroici sacrifici da affrontare, forse avrebbero potuto tornare ad essere Sasuke ed Itachi. Forse. Dal terzo capitolo. Questa storia è un piccolo esperimento: per immaginare ancora Sasuke e Itachi vicini, non solo come nemici, e per sognare ancora un futuro insieme per Sasuke e Sakura.

Questa è una storia che parla di amicizie che hanno superato qualunque ostacolo ma che forse non potranno comunque avere una lunga vita; parla di amori, un amore rassegnato che sa di non essere ricambiato, un amore sbocciato lentamente e un altro che è sempre stato quasi impossibile e ora forse lo è del tutto; parla di tragedie, perché nel momento in cui la guerra è finita tutti hanno creduto che finalmente avrebbero respirato un po' di serenità, ma non hanno pensato alle conseguenze di ciò che era accaduto, e questa storia parla di pazzia, dello stare su un filo sopra un baratro, di addii sfiorati, di persone il cui mondo è cambiato. In questa storia si parla di sorrisi, di pianti, di sangue, di un team che sta per andare in pezzi un'altra volta e di tutti gli altri che orbitano attorno a esso tentando di tenere insieme i cocci prima che anche l'eroe di tutti crolli. In questa storia di parla della vita.
Se chiederete a loro, comunque, vi diranno che va tutto bene, di non badare alle grida nella notte o al sangue. Va tutto benissimo.

*Non andava bene.
Non andava bene per niente. Kami solo sapeva cosa ne sarebbe scaturito.
Deidara si ravviò la chioma bionda sulle spalle, fissando nervoso la coppia di studenti appena formata al primo banco: no, non andava per niente bene che Kisame Hoshigaki fosse stato costretto da un professore ormai stufo a sedersi accanto alla silenziosa figura di Itachi Uchiha: uno, perché in quel modo metà della sua visuale della lavagna andava beatamente a farsi fottere; due, e non meno importante, perché da quella convivenza forzata non ne sarebbe nato un bel niente di buono, se lo sentiva. Oh, se lo sentiva.*
Itachi Uchiha, famiglia importante, un cervello geniale, una vita sociale inesistente, un segreto celato dietro due lenti di occhiali.
Kisame Hoshigaki, famiglia disastrata, impegno scolastico scadente, vita sociale sull'orlo della criminalità, un coraggio aggressivo ad infrangere gli specchi nel silenzio.
Una storia come tante, come dei compagni di banco qualunque. O forse no.
[seconda classificata ex aequo allo "scolastic yaoi contest" di rei murai e iaia86, vincitrice premio Ic personaggi]