"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".

[storia scritta a quattro mani da blu992 e pampu] [textfic!]
“Non ho bucato la pelle… sono denti umani, ma c'è il segno…”
“Vieni qua, ho sonno.”
“E se la prossima volta non andrà così bene? Se ti mordessi con le zanne e il morso non… se tu… non voglio.”
“No Derek, non ci provare. Ora tu ti corichi vicino a me e, domani mattina, quando aprirò gli occhi, sarai ancora qua. Perché io mi fido di te, mi fido totalmente di te e sono certo che non mi farai mai del male.”
“Non stai mentendo.”
“Mi hai detto di essere il solito Stiles, parlarti e spiegarti quello che sento, perché dovrei mentirti?”

“Che bocca grande che hai, nonnina!” gli urlò dietro Scott, benché si trovassero in una biblioteca. Già, davvero non aveva tempo di dedicarsi ad altro. Doveva occuparsi di un ciclone di sei anni.
Seppe per certo di essere nei guai quando Stiles si voltò con un sorriso, un occhiolino e gli rispose: “È per raccontare meglio!”
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Stiles è un bibliotecario che si occupa dell'ora della favola nella sezione per bambini; Derek è il papà adottivo di Scott. A Stiles piace raccontare una versione propria delle favole più note, a Scott piacciono i lupi e Derek tenta di ignorare quanto gli piaccia il viso di Stiles con quegli occhiali addosso.
O qualcosa di simile.
[AU Sterek tradotta da LaGrenouille]

Guardandolo, probabilmente, nessuno avrebbe mai detto che il dolce e premuroso Makoto Tachibana fosse un amante virile e, talvolta, anche violento; lui per primo non ne aveva avuto coscienza, non fino a quando non si erano ritrovati in intimità la prima volta.
[Makoto/Haruka]

Derek sorprese Stiles un venerdì pomeriggio un mese dopo che lui era rientrato a Palo Alto, aspettandolo di fronte all'edificio dove si teneva la sua ultima lezione della giornata (grazie, Scott). Si appoggiò alla fiancata della Camaro illegalmente parcheggiata, le mani nelle tasche della giacca di pelle, con addosso gli occhiali da sole nonostante il cielo fosse nuvoloso e quasi buio. Derek era venuto a prenderlo al lavoro così un paio di volte quell'estate – dopo che avevano smesso di fare gli idioti e si erano finalmente confessati i loro sentimenti – e nonostante avesse preso in giro Derek senza pietà per essere un cliché vivente Stiles aveva ammesso che aveva un debole per il look da cattivo ragazzo.

“Porco cazzo,” sussurrò Derek quando finalmente vide il cazzo di Stiles. Era stupendo, lungo e grosso con una grossa cappella, piercata, la punta scintillante e bagnata. Se lo sarebbe davvero dovuto aspettare, il piercing, un prince albert gli pareva si chiamasse, non ne era sicuro perché non ne aveva mai visto uno, non aveva mai immaginato quanto fottutamente eccitante potesse essere. Aveva due sfere metalliche come quello nella lingua di Stiles, una infilata nella piccola fessura sulla punta, l'altra annidata alla base della cappella, unite da una barra leggermente curva sotto la pelle. Derek inghiottì forte e la sua bocca si rempì di saliva bollente, una sua mano che andò sul proprio cazzo, abbassando i suoi boxer lungo le sue cosce di corsa. Avrebbe voluto toccarsi, ma il pensiero di quel piercing sulla sua lingua, contro la sua gola, cazzo, dentro di lui, l'aveva portato pericolosamente vicino a venire senza toccarsi, perciò invece si afferrò stretta la base, bloccandosi.
Stiles miagolò. “Hai visto qualcosa che ti piace, ragazzone?”

In piedi vicino al non-Derek – whoa, stringendo la mano del non-Derek? – c'era qualcuno assolutamente identico a Stiles. Che era Stiles, o almeno una versione leggermente diversa, come quello accanto a lui era, e contemporaneamente non era, Derek.
Non era come guardare in uno specchio – primo, perché guardare in uno specchio aveva almeno vagamente senso, secondo, perché anche il non-Stiles appariva più vecchio, probabilmente sui venticinque. E cosa cazzo?
“Viaggio nel tempo…” chiese, abbastanza sconvolto. Da qualche parte nel retro della sua testa, sentiva suo padre ridere
“Non esattamente,” disse il non-Derek e, merda, persino la sua voce era identica, solo sconcertantemente gentile. Indicò dietro di sé e Stiles guardò oltre la sua spalla dove c'erano... ancora più Derek e più Stiles.
Quattordici in totale compresi i due alla porta registrò distrattamente, sentendo gli occhi minacciare di uscirgli dalle orbite da quanto li aveva spalancati.
Sette altri Derek. E sette altri Stiles.
Sette altre coppie di Stiles e Derek.

Pirate!AU con qualche accenno alla storia di Peter Pan
*
Il ragazzo gli siede in braccio. Fa aderire i bacini, premurandosi di strusciarsi un po’, anche se ci sono ancora troppi strati di tessuto a dividere i loro corpi. Gli afferra l’uncino e se lo porta alle labbra. Lo lecca, lentamente.
Ci sono tante storie riguardo al come il pirata Yamazaki abbia perso la mano destra: un ufficiale di Marina è riuscito a tagliargliela durante uno scontro in mare; incatenato, il pirata ha deciso di mozzarsela da solo per scappare da una nave che stava colando a picco; addirittura, alcuni credono che, rimasto imprigionato in una grotta dopo una frana, Yamazaki se ne sia cibato. La storia più comune, invece, recita che un rivale misterioso, un ragazzino persino, gliel’abbia troncata di netto con un pugnale per gettarla in pasto ad un coccodrillo per beffa.
È la versione più vicina alla realtà, ma l’unica parte vera riguarda solo la presenza del coccodrillo, il resto è pura leggenda.

Arthur Pendragon è ciò che il dizionario definisce come il perfetto Alpha, a parte per un piccolo particolare: odia gli Omega e non ha alcuna intenzione di averne uno come compagno. Merlyn Emrys è un Omega assolutamente sui generis: odia gli Alpha e non ci pensa nemmeno lontanamente a piegare la sua esistenza alla volontà boriosa ed arrogante della razza dominante. !ATTENZIONE AU OMEGAVERSE!
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...L'imprinting funzionava tipo “colpo di fulmine”: dopo quello niente diventava più importante di stare con il proprio compagno, cercarlo, volerlo in maniera quasi ossessiva.
Era come innamorarsi ma a dieci volte la velocità. Un appartenersi rendendosi conto di potersi trasformare in tutto ciò di cui l’altro aveva bisogno: un protettore, un fratello, un amico o un amante.
Non c’erano soppressori che tenevano: la chimica industriale era sconfitta dalla più forte chimica tra le Specie. Il desiderio diventava bisogno, che a sua volta diventava dominio.
Se avesse rivisto Arthur era quasi certo, vista la reazione ormonale dei loro corpi al loro primo incontro, che l’imprinting sarebbe seguito a breve ed a quello il Legame.
L’unica cosa che Merlin non voleva.
In nessun dannatissimo caso...

Dieci minuti.
Dieci minuti per toccare il paradiso e per precipitare all'inferno.
Dieci minuti per perdersi e poi ritrovarsi ancora, ed ancora.
Dieci minuti per abbandonare il mondo fuori e trovarne uno all'interno.
Dieci minuti per chiudere una porta e per aprirne un'altra: quella del cuore di Hikaru.
Una piccola parte del cuore di Hikaru si era appena dischiusa per Kaoru; e lo stesso Kaoru non avrebbe approfittato di quel momento per sbirciare all'interno, per placare la sua sete di risposte, ma invece si sarebbe seduto, in paziente attesa, aspettando che fosse direttamente Hikaru a consegnargli la chiave per entrare nel suo mondo.

Eva è una dolcissima pazza scatenata che fa tremare le amiche con le sue continue trovate semi suicide! Fa la chimica e ha l’hobby dei veleni che prepara personalmente ‘dovessero mai servire.’
Eva ha un difetto solo: ha un odio patologico per gli uomini e qualsiasi cosa sia fornito di cromosoma Y che le provoca fortissime allergie! Ora che è arrivato il nuovo responsabile e capo in direttissima, Julian, ritratto del malumore e della scortesia, schiavista, misogino e arrivista, Eva ha un nuovo obiettivo nella vita: cercare di avvelenarlo prima di soccombere all'orticaria!
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