Rufy vuole truccarsi ad ogni costo, riusciranno a fargli cambiare idea?
*panda day*

Dal testo:
Non potevo crederci mio figlio che giocava con le bambole!
Avere avuto i figli insieme ad un'altra coppia prima mi sembrava una cosa magnifica ma, guardando mio figlio con 'Sbrodolina', la bambola di Perla, la figlia di Rufy e Robin, maledissi Nami.
"Devi giocare con queste"
E togliendogli la bambola dalle mani gli davo da prendere le spade.
*panda day*

Ero geloso del suo cuore, l'ho protetto dal male del mondo.
Quando appoggiava la testa sul mio petto, il dolore taceva.
Ogni dubbio svaniva se mi accarezzava e ogni paura se ne andava se lei mi baciava.

Passeggiavo apparentemente calmo nelle vie del centro.
Nami mi aveva costretto a far compere e mai mettersi contro il suo volere.
Mentre camminavamo, notai quanto attirava gli sguardi degli uomini.
E un'insana voglia di uccidere si propagò nel mio corpo.
La caricai sulle spalle e corsi sulla Sunny.
"Zoro lasciami! Lasciami ho detto lasciami!"
Poteva urlare in mille modi ma ormai dovevo metter le cose in chiaro.
*panda day*

Il perché si fosse trovato il quella situazione ancora non voleva accettarlo.
Zoro, l'ex cacciatore di pirati, era vestito da donna.
"Dai Zoro non è colpa nostra... hai tirato su te il bastoncino più corto..."
La povera Nami era ammalata ma voleva assolutamente avere il tesoro incustodito di qualche antico regno e in quell'isola proprio la sera che erano arrivati c'era un ballo e l'organizzatore ne possedeva proprio uno.
Ma c'era una sola regola...

Scaricato.
Per l'ennesima volta ero stato scaricato.
"Non ti impegni abbastanza..."
Erano state le sue parole, eppure avevo fatto tutto quello che voleva lei.
E ora ero senza una casa e una fidanzata.
*panda day*

Come aveva fatto a dividere l'appartamento con quello zotico di Zoro? Sanji ancora se lo stava chiedendo.
Aveva bisogno di un aiuto con l'affitto visto che era uno studente della famosa scuola di cucina.
Aveva trovato e accettato lavoro in un bar in centro città nonostante fosse lontano da dove abitava ma non gli importava perche avrebbe fatto di tutto per vedere quella dea di Nami, la proprietaria della casa.
*Panda Day*

"Aaaaiuuuutoooooo!!!"
Rufy urlava come un dannato.
"Cosa mi sta succedendooooo!!! Morirò?!?"
Zoro si risvegliò dal suo sonno e il cuoco corse nella palestra a sentire cosa mai fosse successo.

Tornavo a scuola ogni volta sempre più arrabbiata.
Ormai Genzo, mio padre, aveva capito qualcosa ma non volevo che prendesse le mie difese. Ero grande, almeno credevo.
"Tesoro c'è qualcosa che non va alla nuova scuola?"
"No no tutto ok..."
Avevo conosciuto delle persone fantastiche ma quelle due proprio non le sopportavo.
Andai in camera mia a sfogare la mia rabbia, quando entrò la mia sorellona Nojiko.

Ahia.
Mi svegliai con un forte mal di testa. La serata passata a festeggiare il pesce più grosso che Rufy avesse mai pescato avevo bevuto come non mai.
Il sole era già alto, lo notai dall'inclinazione che avevano le ombre dei miei strumenti.
Addormentata e coi postumi di una sbornia eclatante strisciai fino al bagno.
Lavandomi mi accorsi di una macchia sul seno, cercai di levarla via ma niente, quella macchia viola non voleva andarsene.

Finito.
Finalmente avevo finito l'estenuante turno di lavoro.
Odiavo stare in ufficio, preferivo uscire con il mio partner Rufy e controllare le strade della città ma, quella sera, non c'era stata neanche una stupida chiamata.
Assonnato e sfinito aprii la porta della caserma di polizia.
Sbang!

Che stupida sono stata, pensare che lui scegliesse me al posto suo.
"Nami fermati! NAMI!"
Correvo più che potevo, correvo così forte da farmi male perfino con l'aria che respiravo.

Sto girando con il cucchiaino la fetta d'arancia e il bastoncino di cannella che galleggiano nel vin brulé quando la sedia davanti alla mia scorre sul pavimento.
"Questo posto è libero?"
Alzo lo sguardo. Il cucchiaino mi cade di mano.
"Là fuori c'è un tempo da lupi che neanche a Water Seven, non ti sembra? Mi sono dimenticato quanto può piovere qui."
Continuo a fissare inebetita Zoro che posa il cappotto sullo schienale della sedia.

Non sono insensibile, non sono freddo.
Ho sempre dimostrato onore e ho voluto bene a questa banda di matti dal primo giorno.
Non ho mai detto o fatto moine come il cuocastro.

Perché avere un uomo se poi non lo puoi ricattare?
Ricatti per così dire, notti senza sesso o debiti aumentati.
Ma almeno posso far shopping e avere le mani libere senza caricarmi di borse.
Oggi, però, non c'è modo di svegliare la testa d'alga.