La notte ormai era calata ma non riuscivo a dormire.
Andai verso la cucina e sentii dei gemiti.
A quest'ora chi poteva essere, le mie dee non potevano di certo tradirmi, se fossero quei rozzi dei miei compagni?

Finalmente siamo riuniti, dopo due anni di lontananza.
Mi sono mancati tutti, da Robin a Sanji con le sue moine.
Perfino le litigate con Zoro.
Lo vedo, il cuore si è fermato appena mi è passato accanto, per poi ripartire a tutto ritmo.
In quei due anni di lontananza avevo capito quanto era importante per me.
Mi passa e sento il suo profumo di alcol e sale.
Lui invece non mi degna di uno sguardo.
Inutile, ha in mente solo i suoi allenamenti, la sua promessa e per l'amore non c'è spazio.

Erano passati quattro giorni da quella fottuta scommessa.
Nata un po' per gioco e un po' per sfida.
Io e lo spadaccino avevamo deciso, a discapito della mia dea.

Queste nuove sensazioni mi fecero sentire strano, eppure avevo controllato la febbre, la pressione e qualsiasi altro esame che mi sia uscito dalla testa.

Era notte fonda e toccava a me a fare il turno di vedetta, faceva freddo e mi diressi all'interno della Sunny, quando passai davanti alla camera delle ragazze e sentii dei gemiti.

Eravamo appena sbarcati su un'isola, il nostro capitano aveva per l'ennesima volta svuotato le provviste di interi mesi.

Per quanto posso amarla, per quanto posso proteggerla, non sarò mai in grado di farlo fino in fondo.
Finché non realizzerò il mio sogno, finché non diventerò il miglior spadaccino del mondo, non riuscirò mai a dimostrare quanto posso amarla.

Finalmente avrei rivisto i miei compagni, finalmente avrei continuato il mio viaggio con loro, finalmente avrei rivisto lei.
Quei due anni passati ad allenarmi con Mihawk erano stati i più duri che avevo mai affrontato, non per i continui allenamenti né per Perona, quella insopportabile ragazzina, erano stati duri perché ero separato da lei, da Nami, non potevo difenderla, aiutarla o starle semplicemente accanto.
Appena raggiunta la Sunny notai subito qualcosa che non quadrava, uno strano tipo, diceva di essere il ragazzo di Nami, noi tutti non volevamo crederci, io specialmente, visto che la sera prima della nostra separazione ci eravamo dichiarati e avevamo passato la notte insieme.

Tutto iniziò con il loro matrimonio, ero il testimone di nozze del mio migliore amico, Rufy.
Era un ragazzo sempre allegro, con una vivacità che ti contagiava, avevamo passato tutta la vita insieme.
Una sera come tante trascorsa con i nostri più fidati amici la vide, la ragazza più bella di tutto il mondo secondo i suoi occhi, la sua regina, si precipitò da lei e subito fu primo amore.
I mesi passarono e oltre a Nico Robin, la ragazza di Rufy, si aggiunse anche una strana ragazza, Nami era il suo nome.
La più bella e stronza donna che i miei occhi videro in tutta la vita, lei sapeva già cosa voleva dalla vita, un marito ricco, fare soldi a palate con il suo frutteto di mandarini e avere dei bambini.

Ero li, in quella stessa stazione, dove conobbi una donna.
Era una bellissima la più bella che il mio occhio abbia mai viso.
Capelli rossi, alta, corpo perfetto da quello che potevo vedere dal vestito.
Era diretta ai binari, piangeva, in mano aveva un biglietto.
"Mi dispiace"
Riuscì a leggerlo, corsi verso di lei, avevo capito cosa voleva fare.
La vocina della stazione annunciava l'arrivo del treno ad alta velocità.
Mi alzai e come un pazzo corsi da lei.

Ci sono riuscito, ho convinto la mocciosa a fare l'amore in cucina, era da Skypea che insistevo e la mocciosa finalmente aveva organizzato tutto.

Ecco lo sapevo ogni volta che Rufy combina qualcosa noi dobbiamo subirne le conseguenze.
Non che mi dispiaccia, ma già i marmocchi non li sopporto, pensare che siamo in un parco giochi per bambini dice tutto.
Era iniziata come una giornata normale, sbarcati su un isola estiva, Maggiolina si chiamava.

Siamo appena tornati da Skypea, quante volte ho rischiato la vita?? ormai non tengo più il conto.
Quel dannato Ener ci ha fatto patire le pene dell'inferno e chissà ancora quante volte, avversari così, dovremmo incontrare.
Non ho mai avuto paura, né quando i sacerdoti mi avevano attaccato né quando Ener mi aveva quasi ammazzato, ma nel momento in cui la mocciosa aveva detto che avrebbe seguito quello squilibrato mi era preso il panico.

Ho deciso, realizzerò il tuo sogno, disegnare le cartine di tutto il mondo.
Non sarò bravo quanto te, anzi a malapena mi ricordo come si tiene una matita, ma devo continuare il tuo sogno.
In questi anni insieme mi hai regalato la cosa più bella che un uomo possa ricevere da una donna, il suo cuore.

E se lo spadaccino e la navigatrice si fossero già conosciuti prima della loro entrata in ciurma?