«Atobe, non posso più fare a meno di te»

“Un giorno dirai di amarmi, vero Tezuka?”

Tutto quello non gli bastava e probabilmente mai gli sarebbe bastato, ma era un sacrificio che doveva fare. Era per il bene delle loro carriere.

Questo in qualche modo ti basta, o almeno hai intenzione di provarci.

Atobe aveva finito di testare sia la webcam che il microfono del suo nuovo portatile e, una volta costatato che tutto funzionasse a dovere, avrebbe solamente dovuto avviare la videochiamata in modo da collegarsi finalmente in Germania.

Atobe quasi non riusciva a credere di sentirsi così attratto d Tezuka. Com’era possibile? Era un ragazzo, aveva il suo stesso sesso ed era assurdo che potesse suscitargli un’attrazione così veemente.

La forza di Kunimi è messa a dura prova da un Atobe ostinato, ma potrà resistere?

Nell’aria erano ancora intrisi gli odori delle pietanze che avevano gustato...
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In fondo non desiderava altro che sconfiggerlo, dimostrargli che la sua magnificenza fosse in grado di abbattere la sua mente.

Come avrebbe potuto fare a meno di Tezuka? Come avrebbe potuto rinunciare a lui?
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Come non poteva amare quella mentalità?

Era per quello che l’amava, no? Per quella forza che gli impediva di farlo completamente suo, alla fine era così difficile da far sciogliere la Sua mente.

Alla fine era solamente un semplice uomo...
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“Quando mi ha proposto il massaggio, doveva avere altro in mente!” disse fra sé e sé il tennista ritornato a Tokyo per passare le vacanze natalizie per poi volare nuovamente in Germania doveva viveva da oltre tre anni.
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«Questo è un pareggio, Tezuka, ma stai certo che la prossima volta ti batterò».