Shu accarezza dolcemente il suo viso, conducendolo poi in avanti per farlo incontrare col proprio: un bacio soffice li unisce per diversi secondi, un ritrovarsi piacevole e caldo. Quando il vento scompiglia i capelli lunghi di Leo, Shu porta le dita al suo laccio e glieli scioglie, in modo tale che cadano liberamente sulle sue spalle – è il loro segnale convenuto, e Leo sorride con le guance arrossate: anche se diversi mesi li hanno separati e mezzo mondo li ha divisi, certe cose non sono cambiate.
[Storia partecipante alla 14° edizione del P0rnFest di LandeDiFandom]

-Dovremmo riposare dopo lo spettacolo…
-Voglio fare l’amore con te, stasera. Non sono stanco per nulla. Tu?
Si voltò verso di lui: il fidanzato aveva già le guance rosse e gli occhi languidi, pieni di desiderio. Ricambiò il suo abbracciò e lo baciò con dolcezza, per rassicurarlo.
-Neanche io sono stanco…
Kanata sorrise appena, così felice.
Allora Chiaki non reagì quando lui sciolse il suo accappatoio e poi il proprio, permettendo ai loro corpi di sfiorarsi e di toccarsi, accarezzarsi. Come in una danza, arrivarono uniti al letto e vi si stesero, senza mai separarsi neanche di un centimetro. Kanata gli baciò anche il collo e le spalle, mentre Chiaki gli spettinava i capelli e annusava il suo profumo buonissimo.
[Partecipante alla 14° Edizione del P0rnFest di LandeDiFandom]

Il primo fiocco di neve gli cadde delicato sulla spalla: Shu alzò lo sguardo al cielo della notte, dove lo spicchio di una pallida luna fuoriusciva dalle nubi cariche di gelo. Soffiò il vento che fece danzare i lembi del suo lungo mantello.
Con calma misurata, il custode del cimitero si abbassò verso il terreno. Sfiorò con le dita i petali di un giglio bianco – luminoso quanto una stella – e ne prese due soltanto; si sporse ancora e prese altri da un secondo fiore, continuando così fino a quando non ne ebbe il cesto pieno. Solo a quel punto si alzò e proseguì verso il proprio rifugio.
[Guardian!Kuro, Gravekeeper!Shu]

-Chiaki, apri gli occhi.
Spalancò le palpebre all’improvviso e il suo busto ebbe persino un balzo all’indietro: Kanata lo stava fissando con espressione corrucciata, le guance appena gonfie. Lui balbettò, non troppo convinto.
-Aprire gli occhi? M-ma è valido-?
-Certo! Altrimenti come fai a fermarti in tempo?
Fissò stranito il ragazzo con i capelli celesti, e poi il pocky che aveva tra le dita – ripetendo il gesto qualche volta, finché non fu sicuro che l’altro non volesse ritrattare in qualche modo.
[PockyGame per il PockyDay!]

La risata di Rei rimbomba nelle orecchie di Kaoru, al di sopra di ogni rumore della stanza; non perché sia forte o penetrante, ma perché il ragazzo biondo ci presta una tale attenzione che tutto il resto pare scomparire a intervalli, così da rendere netta la visione e la sensazione di lui.
Probabilmente, è colpa dell’alcool – anzi, dev’essere per forza così: Kaoru non ha più dubbi. Prende la bottiglia mezza vuota della birra, dal tavolino, e la svuota nella propria bocca con un solo sorso.
Rei ride ancora, però gli appoggia una mano sulla spalla e lo spinge contro lo schienale del divanetto.
-Vacci piano con quella roba, Kaoru-kun. Lo sappiamo entrambi che non reggi molto l’alcool.

-Come mai questo cibo costoso? Oggi è un giorno speciale?
Anche Kuro fu perplesso delle sue domande, inaspettate per lui.
Fu però la sorella a rispondere, prima che il silenzio si prolungasse e diventasse inutilmente imbarazzante – tagliò la testa dell’ultimo baccello, per liberare i semi di soia stufati.
-Dodici lune fa sei arrivato qui da noi, per questo oggi festeggiamo.
Dall’esterno, entrò di corsa anche Mika. Scosse la lunga criniera e la lunga coda, per poi saltellare per tutto il pavimento; gli zoccoli dei suoi piedi facevano un rumore vivace, secco e molto diverso dai passi umani, che metteva quasi allegria.
Shu era arrossito, avendo compreso che tutto quello che i tre stavano preparando era per lui. Abbassò gli occhi per qualche istante, concentrandosi nuovamente sulla pentola che bolliva.
Spin off di "Stairway to Heaven" (L)

Un suono acuto, ripetuto a intervalli regolari: una macchina bianca e fredda che dava voce a una vita testarda.
Chiaki si svegliò all’improvviso, prendendo un profondo respiro di ossigeno puro dal respiratore attaccato alla sua bocca. Il suo corpo tremò e la sua testa divenne pesante, il cuore si fece più veloce nel petto.
Richiamati dall’allarme della macchina, accorsero attorno al suo lettino bianco prima un paio di infermieri in camice, poi persino un dottore. Chiaki cercò di muovere le braccia per afferrare qualcosa, in un gesto che gli era rimasto impresso nella memoria – c’era qualcuno da salvare, qualcuno da proteggere, ma non ricordava chi.
Quando l’allarme rientrò e i parametri si ristabilizzarono di un poco, il medico si fece avanti e nel silenzio della stanza si sporse oltre la barriera di ferro del letto e gli sorrise.
-Signor Ryu Red, mi sente?
Partecipante al Contest «I don’t want to lose hope: I’ll be a hero!», indetto su Torre di Carta da Rinalamisteriosa

-Lo odiavi così tanto, quest’uomo?
Davanti alla luce della fiammella, Kaoru fissò gli occhi spenti del signor Kunugi. Non comunicavano più nulla ormai, neppure in punto di morte sembrava avesse provato dolore, e la cosa lo infastidì un po’.
-Ho incontrato di peggio. Questo posto è pieno di gente come lui, arroganti e ipocriti.
Chiuse gli occhi, ricordandolo vivo in immagini nitide che erano impresse nella sua memoria. Quella brutta faccenda con Narukami, di qualche mese prima, doveva essere messa a tacere in qualche modo – altrimenti la reputazione di Arashi, una tra le sue ragazze migliori, sarebbe stata inghiottita da uno scandalo assolutamente intollerabile.
Rei rise, riportandolo alla realtà.
-Il sapore del peccato è più delizioso di quello dell’innocenza.
-Mi domando allora quale sarebbe il mio sapore.
-Oh, Kaoru-kun! Io non ti mangerò! Sei troppo prezioso! Mi dai una copertura, e tutto questo buon cibo… sei davvero troppo, troppo prezioso.
Rei fece un sorriso da demone e i suoi occhi rossi rivelarono un numero, qualcosa di cui Kaoru non aveva mai davvero chiesto ragione – non gliene serviva.
[FanFic partecipante alla decima edizione del BigBang Italia!]

Il primo dei loro abbracci fu decisamente bagnato.
In riva a un mare benigno e maligno allo stesso tempo, Chiaki aveva dato il primo vero contatto umano a Kanata, quel qualcosa che gli aveva rivelato la dimensione dei propri stessi sensi.
Era stato un poco doloroso: il ragazzo aveva provato la sensazione di un calore capace di sciogliere quella barriera che si era creato attorno – o che qualcuno lo aveva indotto a creare.
Non era stata sgradevole, aveva detto, ed era stato vero.
Chiaki era sempre stato così, capace di fare le più grandi cose spontaneamente, meraviglie che solo un uomo come lui avrebbe potuto compiere. E Kanata lo ha amato, lo ama per questo motivo.
Quel loro primo abbraccio aveva sancito l’inizio di ogni cosa. Per loro come persone, per loro come compagni, per loro come amanti.
[FanFic partecipante alla decima edizione del BigBang Italia!]

Disteso sul suo ventre con la schiena, si aggrappava a lui con tutte le proprie forze. Kuro gli voltò la testa per baciarlo, mentre gli osservava il petto privo di vestiti belli e leziosi che si alzava e si abbassava a un ritmo folle: le pieghe della sua carne lo incantavano, meravigliose.
[Questa raccolta partecipa a "Edizione Speciale: Corsa delle 24 ore" indetto da Torre di Carta]

Si sveglia cogliendo un rumore, con la guancia e il profilo del viso ancora schiacciati contro il petto di lui – forse ha sentito il cuore di Chiaki battere più velocemente, forse era soltanto un sogno.
La televisione è ancora accesa e manda segnali senza importanza; Kanata allunga le gambe sul divano e alza il viso, proprio quando l’altro uomo tenta di asciugarsi velocemente gli occhi con la mano libera. Imbarazzato, sta guardando nella direzione della porta d’ingresso, senza un reale perché.
Le braccia di Kanata sono alla sua vita, perché prima di appisolarsi era già addossato a lui, così gli è facile stringerlo nuovamente e chiamarlo con voce soffice.

La sua bocca sapeva di lucidalabbra alla fragola, e la sua pelle aveva un retrogusto di cipria chiara ma, nonostante questo, Mika continuò a baciarla su tutta la superficie del suo viso, ripetendole quanto fosse bella tra uno schiocco e l’altro.