Possono il capitano di una nave adibita alla caccia delle sirene e un tritone entrare in contatto e scoprire che esiste altro, al di fuori della fame di ricchezza e della sete di sangue? Scoprire che certi sentimenti vanno oltre la differenza di specie che intercorre tra di loro?
Forse sarebbe tutto più bello, tutto più facile.
O forse solamente tutto più doloroso.

La struttura simile al santuario, con il suo tetto e una apertura centrale che fungeva da altare - palesemente inutilizzato da chissà quanto tempo -, sedeva su delle grosse lastre in pietra che sembravano formare una breve scalinata. C’erano inoltre delle tracce di un’antica shimenawa sui lati del piccolo hokura, ma lo scorrere degli anni aveva divorato la corda intrecciata in canapa lasciando solo dei fili ammuffiti che pendevano tristi sulle pareti esterne.
Erba e muschio avevano ormai preso possesso della struttura votiva, rendendo quasi impossibile per Rengoku individuare eventuali iscrizioni.
Un altro dettaglio, tanto affascinante quanto singolare, era la presenza di due statue ai lati del piccolo santuario: dei komainu.

{Questa raccolta di drabble e flash partecipa al Writober di fanwriter.it!}
Lo smalto rosso e arancione si alternava sulle unghie della ragazza, come se brillasse di luce propria.
Obanai avrebbe voluto prenderle entrambe le mani e dirle che quei colori le donavano tantissimo, ma non voleva certo rovinare lo smalto che ancora non si era asciugato.
«Sono davvero graziose e penso che il rosso non sia esagerato.»
E tu sei sempre bellissima.
{obamitsu; obanai/mitsuri}

{Questa raccolta di drabble e flash partecipa al Writober di fanwriter.it!}
«So che ti piace cucinare, ma… Stai attento con quei coltelli, okay?»
«D'accordo. Giyuu…»
«Sì?»
Tanjirou poggiò le labbra sulle sue.
«Grazie.»
{giyutan; giyuu/tanjirou}

'L’avevano sconfitto, avevano vinto la guerra.
Muzan e tutti i demoni del cazzo erano morti, era tutto finito.
Potevano seppellire e piangere i morti, chi aveva le lacrime per farlo.
Potevano... potevano cosa?
Cosa diavolo rimaneva, ora, dopo aver dedicato una vita intera a quello?'
La guerra è finita, i demoni sono stati abbattuti e i cacciatori hanno vinto, ma pochi sono rimasti in vita e non quelli che speravano di sopravvivere. Cosa faranno ora Sanemi e Giyu di quella vita che gli è rimasta fra le mani? Forse mettendo insieme le loro paure potrebbero riuscire a risalire in superficie e assaporare il sole per la prima volta.

Possibile che non ci siano fiumi di fic sull'adorabile pilastro della nebbia? Bisogna rimediare!
Muichiro Tokito ha appena recuperato i suoi ricordi e si appresta a riprendere il combattimento contro la quinta luna crescente.
La storia si colloca esattamente sul finale dell'ottavo episodio dell'arco del villaggio dei forgiatori ed esplora il rapporto tra Muichiro e i due forgiatori che hanno interagito con lui, analizzando i sentimenti di Tokito, sia dall'interno che dal punto di vista degli altri.

Un tramonto di fuoco dipingeva la strada del ritorno: appesantiti dagli zaini pieni di libri, Toujurou e Sumihiko camminavano con calma.
[Drabble partecipante alla Corsa delle 24 ore - XI Edizione indetta dal forum Torre di Carta.]

Ipocrita.
Rengoku Kyojuro era un maledetto ipocrita e Akaza non riusciva a darsi pace di fronte a quella dura e cruda realtà dei fatti.
Con lo smartphone ancora stretto nella mano destra e quella immagine impressa a fuoco nella mente - oltre che ben conservata all'interno della galleria del telefono -, Akaza varcò la soglia di casa come una furia, sbattendo la porta con rabbia cieca.
Fu proprio in quel momento, con quel pensiero persistente, che un'idea prese forma. Sussurrandogli all'orecchio come un serpente tentatore, con la stessa intonazione del canto ammaliante di una sirena, Akaza si lasciò pervadere dal dolce richiamo della vendetta.

Spoiler del manga
“-Hai dei ripensamenti?- Sussurrò Kagaya.
Amane Ubuyashiki guardò il proprio marito, ricoperto di bende e sdraiato sul futon.”
Missing moment fra Kagaya e la compagna prima della battaglia finale.

[Piccola raccolta drabble&flashfic]
1. Muichirou (& Yuichirou) - Perso nella nebbia che li unisce | Per qualche strana ragione che non poteva semplicemente essere espressa a parole, Muichirou Tokitou riteneva la nebbia come un elemento insondabile che faceva parte non della sua natura, ma di quella del suo gemello Yuichirou.
{Scritta per la seconda edizione della «Halloween Haunted Run» indetta sul forum Torre di Carta}
2. Senjuro (& Kyoujurou) - Bugia
3. Tanjirou & Nezuko - Fagioli
4. Genya & Sanemi - Il conforto del vento
{Scritte per alcune iniziative indette sul forum Torre di Carta}

{Omegaverse}
[RenKaza o AkaRen]
- Continuo di "Your scent drives me crazy" -
Le lunghe e assolate giornate non erano mai state davvero un problema, per Akaza. Eppure il forte presentimento che qualcosa stava per cambiare non aveva fatto altro che renderlo irrequieto.
Il ricordo di ciò che era accaduto l'ultima volta in cui si era trovato ad affrontare uno spadaccino Alpha - il suo Alpha - lo travolse con forza, facendolo rabbrividire in maniera incontrollata. Portò istintivamente le dita contro la nuca, sfiorando con i polpastrelli il segno del marchio che Kyojuro aveva lasciato su di lui, e sospirò sommessamente.
L'insensato desiderio di lasciare il suo rifugio temporaneo per correre dritto tra le braccia dell'ammazzademoni si presentò improvviso e persistente, anche se il sole era ancora alto e cocente nel cielo.

Il trentenne Zenitsu ripensa ad un ricordo doloroso, una spina del cuore che ogni tanto riprende a sanguinare: suo fratello Kaigaku, la Sesta Luna Crescente che lui stesso ha ucciso.

Quanto sarebbe piaciuto ad Akaza, avere Kyojuro al posto dell'odiato Doma...

[RenKaza | Rengoku Lives | Found Family]
Riaprì le mani chiuse a pugno, provando a lasciar scivolare via la tensione, e prese infine un profondo respiro.
Il fischio che lo aveva reso sordo fino a quell'istante svanì lentamente, permettendogli di sentire il silenzio della casa spezzato da un nuovo rumore, improvviso e inaspettato.
Akaza si irrigidì e il suo sguardo si puntò subito verso il fusuma che fungeva da ripostiglio della camera, e dal quale erano ormai udibili dei versi soffocati.
Si accostò all’anta scorrevole e, con attenzione, la aprì. Un piccolo ammasso di lenzuola si mosse sotto il suo sguardo - ormai più incuriosito che arrabbiato come qualche momento prima -, e infine un forte pianto iniziò a riempire la stanza.
Un neonato.

Rifiutare qualcosa a Rengoku era difficile per chiunque.
La gente solitamente assumeva che per Tomioka fosse estremamente facile dato il suo carattere glaciale ignorando quanto, invece, gli occhi di Kyojuro posati su di lui lo mettessero in soggezione.
Gli piaceva il modo in cui gli parlava: rispetto agli altri Pilastri, Rengoku non si lasciava mai scoraggiare dai suoi silenzi, né sospirava seccato quando lo trovava a rimuginare. Non cercava di strappargli più parole di quante lui non si sentisse di dire e, anzi, a volte difendeva le sue elucubrazioni sostenendo che non fosse giusto forzarlo a condividerle.
Il suo sguardo, comunque, non avrebbe mai tradito alcuna emozione. Come sempre.
E infatti, alla fine, aveva acconsentito alla sua richiesta e ora il piccolo Senjuro era seduto sul suo divano.
Aveva acconsentito ma, a conti fatti, non aveva idea di cosa fare.
[Rengiyuu per Ross e Betta ♥]