Granelli

di Rosmary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Erano nei silenzi ***
Capitolo 2: *** Graffiati ***
Capitolo 3: *** (In)conosciuto ***
Capitolo 4: *** Maschere ***
Capitolo 5: *** Se scosti le foglie dagli occhi ***
Capitolo 6: *** Sentieri di crepe ***



Capitolo 1
*** Erano nei silenzi ***


Nei racconti sono presenti spoiler di alcune dinamiche di Paradiso perduto, consiglio la lettura a chi è in pari con la long.
 


Erano nei silenzi
 
 
 
Ti ricordi di me gli aveva chiesto – No.

Isabelle aveva un sorriso incapace di illuminarle lo sguardo e dita che lasciavano solchi se accarezzavano – Louis l’aveva osservata a lungo, rapito.
Non era ancora l’alba nonostante il tramonto fosse svanito da un pezzo quando Isabelle aveva spinto Louis nella sabbia, graffiandogli la schiena con unghie e granelli.
S’erano baciati al buio, anneriti da un cielo carico di pianto, e avevano dimenticato persino chi era lui, chi era lei, tutto quello che non erano.

E tu, tu mi ricordavi le aveva chiesto – Sì.
 
Louis aveva un sorriso capace di illuminare le nubi e dita che disegnavano piane se accarezzavano – Isabelle l’aveva osservato di sfuggita, consapevole.
Era un nuovo tramonto svanito nell’alba quando Louis aveva stretto Isabelle sulla sabbia, sfiorandole il ventre con labbra e granelli.
S’erano scoperti al buio, anneriti da occhi offuscati di emozioni, e avevano ripetuto sottovoce chi era lei, chi era lui, tutto quello che potevano essere.

 
L’estate dura poco, lo sai gli aveva chiesto – No.

Isabelle amava il fragore delle onde contro gli scogli e l’odore di salsedine che ne scaturiva – diceva fagocitassero tutti i pensieri, incastrandoli chissà dove.
Louis l’ascoltava senza capirla davvero, eppure s’illudeva del contrario, reo di aver ceduto il senno a labbra mute e iridi trasparenti.
E mentre i giorni s’accumulavano rapidi erano intense le ore trascorse a non dirsi più chi erano loro e tutto quello che non erano e tutto quello che potevano essere.

E a te, a te questo importa le aveva chiesto – Sì.

Louis amava il fruscio delle onde addormentate sulla costa e il ristoro della spiaggia umidiccia – diceva rallegrassero tutti i pensieri, mettendoli a soqquadro.
Isabelle l’ascoltava capendolo sino in fondo, eppure l’ingannava del contrario, rea di aver desiderato la vivacità di labbra piene e iridi d’acquamarina.
E mentre i giorni volgevano al termine erano scottanti le ore trascorse a ignorare il futuro che s’affacciava impietoso su castelli arroccati in riva.

Ciao, Louis gli aveva detto – È finita le aveva chiesto.

Isabelle era sguardi vuoti, silenzi barricati e andava ricoperta di malinconia – Louis non era riuscito a oltrepassarne la maschera e serbava in sé il rancore di un amore spezzato.
Se solo l’avesse guardata, guardata davvero, avrebbe visto ombre strizzarla e allontanare da lei ogni sprazzo di colore, rendendola ruvida come sabbia bagnata.

Cos’è finita gli aveva chiesto – Non importa le aveva detto.

Louis era sguardi pieni, parole strabordanti e andava ricoperto di sogni – Isabelle era riuscita a oltrepassarne l’involucro e serbava in sé il peso di un amore incompreso.
Se solo non l’avesse guardato, guardato davvero, non avrebbe visto fragilità sopite figlie della solitudine più intima spingerlo in basso, rendendolo duro come scogli essiccati.

*

Era stato sufficiente uno sguardo a far tremare i polsi e scalpitare il cuore, ma lui era ostile al presente e lei era solo nel presente – insieme non erano niente, non potevano esserlo.

~

“Spero di non rivederti.”
“Lo so.”
“Ti dimenticherò.”
“Sì, lo farai.”





 
Note dell’autrice: Granelli si compone di sei flashfic, che considero dei missing moments più emotivi che narrativi di Paradiso perduto – non troverete grossi spoiler di trama, bensì di alcune dinamiche tra personaggi e soprattutto di emozioni. Così come è accaduto con Perduti, anche questa raccolta si è rivelata essere un’occasione per sperimentare varie scelte stilistiche, quindi ogni flashfic ha una struttura diversa dalle altre.
Avrei infinite cose da dire su questo breve racconto e su Isabelle – ad esempio che prima o poi mi deciderò a pubblicare il vero missing moments su lei e Louis –, ma non riesco a dilungarmi, lei è un personaggio cui tengo in maniera particolare. Non so quanto sia riuscita a far emergere di questa figura sino ad ora enigmatica né quanto sia emerso del legame tra lei e Louis, posso però dire che quanto narrato qui è un primo tassello.
Non vi annoio oltre e ringrazio chiunque sia giunto sino a qui, spero abbiate voglia di seguirmi in questa piccola avventura.
Un abbraccio. ❤

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Capitolo 2
*** Graffiati ***


Graffiati


Illusi, avevano creduto di poter ingannare loro stessi.

~

Forse s’erano detti qualcosa prima di appartarsi nello sgabuzzino carico di cianfrusaglie, forse s’erano persino sbirciati prima di avventarsi l’una sulle labbra dell’altro – forse.
Non aveva importanza.
Era rincorrere il tempo a interessarli, affrettarsi per allontanarsi senza guardarsi indietro, senza illudersi – lui – che il rosso di quei capelli s’incupisse nel ramato, senza illudersi – lei – che il castano di quegli occhi s’addolcisse nell’ambra.
Lorcan la baciava senza guardarla.
E cercava altre labbra, altri occhi, un profumo venato di rame e cielo mentre i minuti scorrevano lenti e l’eco di solitudine s’ingigantiva a ogni frizione di corpi.
Molly lo baciava senza guardarlo.
E cercava altre mani, altre intese, dei sussurri svaniti in abbracci e tenerezze mentre i minuti acceleravano improvvisi e l’eco di sollievo s’imponeva assieme all’orgasmo.

 
Via via – senza sfiorarsi.

Lorcan Scamander è un sentimentale chiedeva lei, pressante il desiderio di non annegare del tutto nello squallore. Ma Rivestiti, non abbiamo più niente da dirci rispondeva lui, pressante il desiderio di imprimersi lo squallore dentro per non dimenticarlo.

Via via – senza inganni.

Quella sera Molly aveva fatto ritorno a Hogwarts a capo basso e con addosso la necessità di lavare via una ripicca che aveva solo saputo svuotarla – a ogni passo, i pensieri indugiavano lontani, su parole sfuggite giorni addietro, pregne di provocazione prima e vergogna poi.
 
Se a te va, a me va.”
Stai scherzando.”
Forse sì... forse no.”
Non ci baceremo.”

Leonard era stato brutale senza rendersene conto e lei l’aveva punito in un pomeriggio di noia e livore.
Però.
Ora le mancava finanche il coraggio di ammettere a se stessa di essersi lasciata toccare da un ragazzo che disprezzava al solo scopo di mortificarne un altro che l’aveva ferita.

Tacevano sempre, alle fine, le ingannatrici illuse.

Quella sera Lorcan aveva fatto ritorno a Hogwarts con il raziocinio affievolito dall’alcol e occhi affogati nella rabbia per se stesso – a ogni passo, le emozioni indugiavano lontane, su una gelosia feroce che non avrebbe dovuto esistere, non scavata dentro lui, non per lei.

Rosie ha la febbre.”
Resti con lei?”
La saluto anche da parte tua.”
Va bene.”

James era stato brutale senza volerlo e lui s’era sentito sbagliatissimo nel sentire le dita schiave di un formicolio sinistro, da ammansire.
Però.
Ora gli mancava finanche il coraggio di tornare in sé, accorgersi che cercarla in altri sguardi e labbra aveva solo reso le sensazioni catastrofiche più forti.

 
Crollavano sempre, alla fine, gli illusi ingannatori.

*

L’alba è trascorsa da poche ore quando rivedi Leonard, gli occhi d’ambra e il sorriso rassicurante – gli sei mancata, te lo dice senza alcun filtro, e tu, gli occhi macchiati di colpa, gli baci la guancia.
 
Stiamo insieme, oggi?”
Se tu vuoi...”
Sì.”

Il tramonto è trascorso da troppe ore quando rivedi Rose, gli occhi vivaci e il sorriso furbo – le sei mancato, te lo dice scompigliandoti i capelli, e tu, gli occhi affogati nelle emozioni, la stringi a te.
 
Mi hai pensata un po’?”
Sempre.”
Anch’io.”







 
Note dell’autrice: in primo luogo, un grazie enorme a chi ha recensito lo scorso capitolo (rispondo al più presto!) e a chi ha deciso di seguirmi in questa breve avventura.
Che Lorcan e Molly abbiano condiviso un momento dimenticato in fretta da entrambi è reso noto da Molly nel Capitolo Cinque della long, in questa flashfic ne ho ripercorso il retroscena.
Spero che il racconto abbia meritato il tempo della lettura.
Un abbraccio! ❤

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Capitolo 3
*** (In)conosciuto ***


(In)conosciuto


 
Un sentimento è una strana creatura: ti stravolge, t’assilla e solo infine si rende conoscibile.

~

Le sorridi mentre le parli, la guardi mentre la sfiori, la stringi mentre la baci, eppure hai qualcosa sottopelle che preme preme preme per venire fuori, qualcosa che sa di marcio.
È un’emozione.
Tremi a questa consapevolezza e per un istante tutto s’adombra attorno a te, non distingui più il dormitorio Grifondoro, il tuo letto sfatto e calpestato, Eve con le dita svanite nei tuoi capelli e gli occhi scuri che t’inseguono.

 
James, allora resti qui?”
Se faccio presto vi raggiungo.”
Siamo alla Testa di Porco.”
Tu, Lorcan e quello?”

Sbatacchi le ciglia per scacciare un ricordo ingombrante, vecchio di poche ore, fuori luogo mentre percorri altre labbra e incroci iridi che sanno di terra, non di cielo.
È insistente.
Troppo per permetterti di essere fagocitato dal presente, troppo perché la razionalità ti abbandoni del tutto e ti regali agli impulsi più vivi e istintivi.

 
Si chiama Dave.”
Lo so.”
Lo so che lo sai.”
Non mi piace.”

Sono gemiti accartocciati nel nulla a rincorrere il tuo udito e cibare l’inspiegabile impazienza che seguita a trascinare i pensieri fuori da questa stanza, sino a un angolo di Hogsmeade.
Ti manca.
C’è qualcosa che ti manca, eppure non riesci a capire cosa sia, che volto abbia, se sappia parlarti e rivelarti tutti i segreti che non riesci a decifrare e in cui senti di annaspare.

 
Non deve piacere a te.”
Posso dire quello che penso, però.”
Pensa a Eve Steeval, tu.”
Non ti piace.”

La baci un’ultima volta con un trasporto bugiardo, sei euforico e ti sfugge se sia per quanto appena vissuto o per la consapevolezza che appartenga già al passato.
Domani ci vediamo.
Eve lo afferma sicura e tu annuisci senza riflettere, mosso dalla necessità di frapporre una distanza fisica e rapida tra voi.

 
Non deve piacere a me, giusto?”
A differenza tua, accetto consigli.”
I miei soprattutto?”
Sempre sfacciata, Rosie.”

Un sorriso entusiasta ti anima non appena sbuchi in Sala Comune, la tua sfacciataggine è tutta lì, seduta su un divano, impegnata a fissare il soffitto.
È bellissima.
Un pensiero che mordi in fretta e incateni nell’angolo più buio della tua mente, certo che così nascosto nessuno potrà sbirciarlo, neanche tu.

 
Devo andare, James.”
Devi proprio?”
Ci vediamo dopo?”
Ci vediamo dopo.”

“Sei tornata.”
“Tu dov’eri?”
“In camera mia.”
“Con Eve Steeval?”
La sua voce è sporca di fastidio e in qualche modo questo riesce a rallegrarti e a scacciare l’emozione marcia che ha premuto premuto premuto sino a pochi secondi fa.
Le parli – e t’ammutolisci – mentre sottopelle pulsa la certezza di averne sofferto la lontananza in maniera nuova e diversa.
Forse significa qualcosa.
Forse niente.
Forse.

 
*

C’era una volta un innamorato col cuore aggrovigliato in un velo, aveva occhi fissi sulla terra per non smarrirsi nelle voragini del cielo.
Un giorno la Consapevolezza avrebbe bussato alla sua porta, e forse sarebbe stato un sogno e forse un incubo.

*

“Rosie, guardami.”







 
Note dell’autrice: questa flashfic tutta dal punto di vista di James è il suo retroscena del missing moments Di appuntamenti e confusioni, da cui è tratto il breve dialogo di James e Rose ambientato nel presente del racconto e in cui è citata Eve Steeval, che è una mia OC. Credo sia comunque leggibile anche da chi non ha letto il racconto citato.
Il titolo è un richiamo all’amore di James per Rose – ho scelto consapevolmente un termine raro e desueto, perdonate la piccola licenza.
Se siete giunti sin qui, grazie della lettura, spero che questo progetto seguiti a interessarvi.
Un abbraccio! ❤

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Capitolo 4
*** Maschere ***


Maschere

 
Sei mai stato innamorato?”

Se le avessero chiesto come fosse accaduto, avrebbe potuto rispondere solo con l’ignoranza – i sentimenti, in fondo, non sempre hanno una spiegazione, i suoi di certo non ne avevano, sapevano però essere irritanti nella loro insistenza.
Sei mai stato innamorato.
Leonard aveva tentennato, balbettato, fuggito il suo viso a quella domanda invadente, Molly non aveva saputo interpretarne l’imbarazzo e s’era convinta che il cuore dell’amico fosse già stato invaso e depredato da un’altra.

 
Quante ragazze hai baciato? Lo sai?”

Era certa che Leonard non meritasse la provocazione spicciola, quella sporca di sarcasmo e derisione, ma Molly s’era sentita ferita dall’assenza di risposte e aveva camuffato le crepe nel solo modo che conosceva.
Lo sai.
Un sorriso sporco di bugiarda indifferenza aveva incalzato la domanda, e poi occhi che correvano altrove per seminare sguardi tinti di malizia a uno e nessuno – e se Leonard aveva ingoiato rabbia, lei non aveva saputo capirlo.

 
Mi baceresti?”

La ronda era terminata da un pezzo quando s’era avvicinata a lui con labbra morse da desideri agitati – ma erano soli, era notte, parlavano da così tanto che era parso non esistere altro al di fuori di loro due.
Mi baceresti.
Leonard aveva sbarrato gli occhi e riso di imbarazzo, ma il tarlo figlio della diffidenza lo aveva allertato e l’aveva convinto che Molly non avrebbe distinto il castano chiaro dei suoi occhi da quello di chiunque altro.

 
Va’ a dormire, Leo, è tardi.”

Sarcasmo e derisione, ancora – il senso di colpa forse l’aveva sfiorata, ma l’aveva scacciato in fretta, troppo sorda per leggere rabbia e amarezza nel diniego di Leonard, troppo ferita per capire che i teneri abbracci nascondevano morse roventi.
È tardi.
Molly l’aveva pronunciato incollerita, lui s’era sentito accartocciare dalla mortificazione. Per un solo istante aveva creduto di riuscire a mettere da parte il sentirsi uno dei tanti, i sentimenti strabordanti per lei, e dimostrarle di saperla stringere, baciare, amare – s’era ammonito: non avrebbe calpestato il cuore per orgoglio.

 
*

Trascorsero albe tramonti ore mesi
lei muta, lui altrettanto
Ma i sorrisi li tradivano
s’intrecciavano
mentre dita fuggivano
e labbra negavano

*

Se le avessero chiesto come fosse accaduto, avrebbe saputo dire che un giorno aveva provato gelosia e un giorno attrazione e un giorno paura e un giorno euforia e un giorno lui l’aveva chiusa in un abbraccio e una stranissima sensazione le aveva graffiato lo stomaco.
Sei mai stato innamorato.
Leonard aveva smesso di tentennare, balbettare, fuggire il viso a quella domanda invadente quand’era riuscito a mettere da parte i timori – invadere e lasciarsi invadere –, confessando emozioni vecchie di anni, cresciute assieme a loro.

 
~

Allontanati da spine d’insicurezza, s’erano ritrovati quand’erano vestiti di maschere, quando dita, labbra, occhi non erano i loro – ma i sentimenti, quelli sì.






 
Note dell’autrice: questa flashfic rappresenta un retroscena molto emotivo dell’evoluzione del legame tra Molly e Leonard – il riferimento alle maschere è metafora della circostanza che li porta a baciarsi per la prima volta –, spero sia piaciuto a chiunque l’abbia letto.
Se siete qui, grazie (come al solito sono in ritardo con le risposte alle recensioni, ma sappiate che vi leggo sempre con grande gioia e sia pure a passi da lumaca le risposte arriveranno).
Un abbraccio! ❤

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Capitolo 5
*** Se scosti le foglie dagli occhi ***


Se scosti le foglie dagli occhi
 
 
 
Tra mente e cuore esistono cinque passi di distanza percorrerli è la scelta più grande tra tutte.
 
~
 
Un passo
 
Dicono che l’amore acuisca i sensi e rafforzi la memoria, ma non credi sia così – quanta importanza potrà mai avere non ricordare il vostro primo incontro, e il secondo e il terzo e il quarto, o non avvertire la differenza tra il suo profumo e quello di chiunque altro? Nessuna, non esiste altra risposta plausibile per te.
Albus ti piace.
Ne sei certa, perché ne cerchi la compagnia e la voce e lo sguardo – sei serena quando sei con lui, nessun ronzio a inquietarti l’animo.
 
Due passi
 
Non credevi che lo scorrere del tempo potesse rallentare sino a fermarsi, eppure temi sia accaduto, che il tuo quinto anno svegliatosi all’ombra di conosciute foglie verdi abbia immobilizzato i granelli di sabbia delle clessidre per costringerti a riflettere troppo su ogni dettaglio di quelle foglie, inducendoti a chiederti se le conoscessi davvero, se le avessi mai realmente guardate e non solo riprodotte nello spazio immenso della tua immaginazione.
Il tempo inganna.
Ne sei certa, perché incespichi nei troppi minuti e ore e giorni – sei agitata quando sei con te stessa, la compagnia ti quieta l’animo.
 
Tre passi
 
L’universo si compone delle più diverse sensazioni, ognuna delle quali si compone a sua volta di infinite sfumature, saperle distinguere è una qualità che sei convinta di possedere.
Tensione.
È tra le più subdoli e ingannevoli, eppure hai imparato in fretta a distinguere tra tensione irritata ed emozionata – e se quando c’è lui a imbrattarti è sempre un’emozione sporca di irritazione è solo perché non è solo, non lo siete mai voi due.
Albus hai chiesto un giorno, ti va di studiare insieme, io e te? Ti ha sorriso mite e vi siete appartati, il vuoto allora ti ha morso lo stomaco, l’hai giudicato figlio dell’imbarazzo carico di aspettativa.
 
Quattro passi
 
Dove vuoi andare ti ha chiesto, Facciamo una passeggiata l’hai interrogato a tua volta, d’improvviso troppo insicura anche solo per scegliere una locanda o un negozio in cui cercare riparo.
Avverti qualcosa di strano agitarsi dentro mentre gli cammini accanto, una pesantezza insolita che sembra suggerirti di aver imboccato il sentiero sbagliato – hai immaginato spesso questo momento e in nessuna delle tue fantasie aveva questo tanfo.
Errore.
Deve esserci stato, ma quale sia proprio non lo capisci. Tutto ciò che sai è di aver abbandonato la Testa di Porco con la nostalgia stretta nelle mani.
 
Cinque passi
 
La prima volta che hai incrociato davvero gli occhi di Albus è stato a seguito della goffa passeggiata: le sue labbra hanno pronunciato un nome e quel nome ha evocato in te altri sguardi, labbra, sorrisi – se la terra ha tremato, non l’ha fatto per foglie verdi.
No.
Giunge opprimente la consapevolezza di non saper distinguere le sensazioni che compongono l’universo né quelle che ti animano – la memoria piena di immagini che ignoravi di possedere.
 
*
 
“Non capisco perché io devo essere Zabini.”
Perché tu terremoti il mondo.
 
 
 




 
Note dell’autrice: immagino che nessuno si aspettasse un racconto dedicato interamente ad Allison e a ciò che ha creduto di provare per Albus, ma è da tempo che voglio dedicare qualche pagina in più alla mia AllyKatty e iniziare dai suoi sentimenti mi è parso un buon punto di partenza. Non so quanto sia riuscita a far emergere di lei e di ciò che prova, mi rendo conto che le flashfic di Granelli possano risultare “introverse” nella loro forte emotività, spero comunque sia piaciuta a chiunque l’abbia letta.
Il quarto e il quinto passo si riferiscono al pomeriggio che Allison, Rose e Roxanne trascorrono in compagnia di Albus, Basile e Scorpius – la stessa battuta di Basile “Non capisco perché io devo essere Zabini.” proviene dal Capitolo Nove (leggermente modificata).
Nel caso qualcuno possa trovare familiari questi cinque passi, specifico che provengono da una mia vecchia Fred/Hermione che si intitola proprio Cinque passi.
Un grazie enorme a chi mi sta accompagnando in questa piccola avventura.
Un abbraccio! ❤

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Capitolo 6
*** Sentieri di crepe ***


Sentieri di crepe

 
S’erano incontrati tra la folla, e se lui aveva guardato oltre lei se l’era impresso dentro.
 
*
 
Amanda era cresciuta nelle spaccature, occhi allenati a fiutare e oltrepassare indenne le crepe – poi.
 
E così sei la figlia di Oliver Baston.”
Siamo tutti figli di qualcuno.”
Roxanne dice che giochi a Quidditch.”
In giro dicono che lo fai anche tu.”
 
Louis aveva le sembianze di un sentiero senza incrinature, Amanda lo aveva osservato con attenzione – e.
 
Tuo cugino mi ha presa in squadra.”
Sei la migliore, Baston.”
Ha preso anche te, Weasley.”
Sono il migliore, infatti.
 
Era una giornata come tutte le altre quando Amanda aveva sbirciato oltre la superficie di Louis, avrebbe dovuto oltrepassarlo all’istante – ma.
 
L’allenamento è finito, che ci fai ancora qui?”
Facciamo due tiri insieme, Capitano?”
Amanda, non ho voglia.”
Ma io sì, ti aspetto in Campo.”
 
Amanda era convinta che l’amore non fosse altro che spaccature capaci di seminare schegge ovunque e s’era accorta troppo tardi di un frammento acuminato conficcato nel cuore – avrebbe potuto percorrere qualsiasi strada piana, nessuna sarebbe stata dolorosa quanto il sentiero dalle iridi annegate nelle crepe e le verità taciute nella bocca.
Eppure.
Era pronta a smarrirsi pur di indurlo a capire di avere dinanzi una superficie pregna delle stesse insidie – era certa che se solo l’avesse guardata, guardata davvero, di lei avrebbe desiderato finanche i respiri.
Invece.
Louis seguitava a negarsi e a ignorarla e a disilluderla, ferendola come nessun altro, e Amanda alle volte imponeva a se stessa di oltrepassarlo una volta e per sempre, e deriderlo e ignorarlo e sminuirlo – ma… E poi non restava niente, mai niente, se non l’assenza.
 
So che non vuoi vedere nessuno, non qui.”
Il San Mungo non è Villa Conchiglia.”
Ho avuto molta paura, Louis.”
Sto bene, e sono felice di vederti.”
 
Era una giornata come tutte le altre quando Louis aveva sbirciato oltre la superficie di Amanda, aveva dovuto oltrepassarla all’istante – ma.
 
Come va col bambolotto di rappresentanza?”
E a te che importa?”
Mi chiedevo se almeno lui ce l’avesse nelle mutande.”
Capitano, non ti sarai offeso.”
 
Amanda aveva le sembianze di un sentiero zeppo di incrinature, Louis l’aveva osservata un istante – e.
 
In giro dicono che le foto con Rose sono false.”
Potevi arrivarci da sola, ti facevo più sveglia.”
Però alla Paciock l’hai spiegato tu.”
Non sono affari tuoi, e non mi seccare.”
 
Louis aveva occhi allenati a fiutare e oltrepassare indenne le crepe, era cresciuto senza spaccature – poi.
 
~
 
Vai via.”
Rintanarti qui da solo ti farà solo sentire peggio.”
Ma che t’importa?”
M’importa. M’importa di te, non fingere di non saperlo.”
 
~
 
«Scriverti non ha senso, ma pensare fa più male e allora forse è meglio scrivere, come non faccio mai. Tu forse sai tutto di me e io niente di te, forse hai ragione tu e non siamo che amici destinati a restare amici. Ma un giorno te lo dirò, quando ti sveglierai lo farò… Io ti amo, Louis. Ti amo. Anche se non lo meriti.
Amanda»
 
 




 
Note dell’autrice: eccoci arrivati all’ultimo granello. Ho scelto una dinamica che ha ancora zone d’ombra e per questo motivo è probabile che questa flashfic conclusiva possa apparirvi incompiuta – in fondo lo è, perché a essere ancora incompiuti sono i personaggi. Forse c’è uno spoiler in queste righe, forse no, per ora non mi sbilancio (preciso però che l’ultimo dialogo, quello allineato al centro, è tratto leggermente modificato dal Capitolo Venti).
Questo viaggio in sei granelli per me è stato molto intenso e stimolante, spero lo sia stato anche per chiunque abbia dedicato del tempo anche a uno solo di questi istanti emotivi. Dunque grazie a chi ha letto, recensito, seguito, ricordato, preferito, grazie una volta ancora di tutto, siete sempre preziosi.
Un abbraccio! ❤

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