La futura moglie di mio fratello ... ♥ di Shinalia (/viewuser.php?uid=68696)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** IV ***
Capitolo 6: *** V ***
Capitolo 7: *** VI ***
Capitolo 8: *** VII ***
Capitolo 9: *** VIII ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***
Capitolo 11: *** Extra - Pov Bella ***
Capitolo 12: *** Extra - Pov Bella ***
Capitolo 13: *** Extra - Pov Bella ***
Capitolo 14: *** Extra - Pov Bella ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Voi
direte, ma stai ancora quì??
Ebbene si, sono una
persecuzione! Questa è una storiella che durerà ben poco e che sto
scrivendo solo perchè in questo momento ho un gran mal di testa e non
riuscivo a fare nulla! O.o
Bhe adesso vi lascio alla
lettura, questo è solo un prologo! Spero di leggere i vostri commenti!
____________________________________________♥
“Edward!” le
urla di mia cugina Alice si diffusero
per la casa come la più atroce delle melodie storpiate.
“Maledizione!”
imprecai inviperito. Possibile non potessi
trascorrere dieci minuti senza che quella pulce con manie ossessivo
compulsive
non pensasse di darmi il tormento?
La porta si
spalancò rivelandomi la sua esile
figura. I capelli neri le incorniciavano il viso, su cui era
costantemente
impresso un sorriso malandrino. Gli
occhi
verdi, eredità di famiglia, erano abbastanza grandi e vispi, talvolta
mi davano
l’impressione di essere leggermente spiritati.
Sarà
pazza? Tale dubbio era stato dissipato anni prima quando, in uno dei
suoi
momenti di folle entusiasmo, aveva tentato di annegare il mio povero
gatto. Nella
vana convinzione che quest’ultimo gradisse l’idea di pescare i
pesciolini rossi
che lei aveva preventivamente gettato in piscina.
“Che vuoi?”
mormorai laconico, mentre sistemavo i
miei cd in ordine di gusti e data.
Ok,
sono un tantino ossessivo anche io! Sarà un vizio di famiglia.
Mise su un
tenero broncio tentando di intenerirmi. Peccato
per lei che ormai dopo venticinque anni di assidua frequentazione i
suoi metodi
persuasivi avevano perso su di me ogni possibilità di riuscita.
“Sbrigati!”
continuai rivolgendole uno sguardo
fugace, prima di prestare nuovamente attenzione alla mia attività.
Notando i suoi
tentativi fallire miseramente si
avvicinò verso il mio ampio letto,
accomodandosi docilmente.
Idiota
io che le avevo dato le chiavi di casa.
“Stasera andremo
tutti a cena!” mi comunicò senza
giri di parole.
Alzai gli occhi
al cielo esasperato. “E per quale
motivo ciò implicherebbe la mia presenza?”
Parve soppesare
le mie parole, conscia probabilmente
che la mia reazione non sarebbe stata delle migliori. “Perché Emmett ci
presenterà la sua nuova fidanzata” annunciò
entusiasta, sebbene io non riuscissi
a comprenderne il motivo. Mio fratello cambiava ragazza ogni dieci
giorni. Si professava
follemente innamorato di tutte, benché la sua relazione più duratura
fosse
stata al liceo, per ben due mesi.
Un
record!
Sbuffai
esasperato“Un’altra?”
Poteva almeno
smetterla di presentarcele. Era noioso
intraprendere futili conversazioni per l’intera durata della cena,
stando
attenti ad utilizzare un linguaggio il meno forbito possibile.
L’ultima
non conosceva nemmeno il significato della parola “forbito”. Anzi ero
quasi
certo avesse seri problemi anche a ricordare il suo nome.
Il sorriso che
nacque sul viso della mia cuginetta
non prometteva nulla di buono. Tendenzialmente preannunciava qualche
notizia
sconvolgente.
Rabbrividii
leggermente terrorizzato. “Parla!”
ordinai perentorio.
“Si sposano!”
Sgranai gli
occhi in un’espressione di eloquente
stupore .
“C .. che?”
balbettai sperando di aver interpretato
male le sue parole.
No,
Emmett no.
Alice sbuffò
tirando fuori dalla sua borsa una busta
bianca con tenui decorazioni azzurre. “L’invito!” indicò sventolandolo
divertita.
Oddio,
la fine del mondo è vicina!
|
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Capitolo 2 *** I ***
Ed eccomi con il
primo capitolo di questa storia! me lo sono scritto durante la nottata,
insieme ai due successivi! XD
Wow ho notato i 6
commenti e sono rimasta sbalordita *____* grazieeee ... per non parlare
dei 14 preferiti e 16 seguiti!
ed
è proprio per ringraziarvi che ho deciso di postare velocemente il
nuovo capitolo!
♥
Spero di leggere
altri commenti ... kiss kiss
Betato by Ronnie8437
I
Successivamente
alla
scioccante rivelazione, Alice si era premurata di scavare a fondo nel
mio
armadio alla ricerca di un vestito adatto per la clamorosa occasione.
Dal canto
mio, ero troppo sconvolto anche solo per parlare o per insultare le sue
assidue
intromissioni.
Mio
fratello si
sposa!
La
mia mente vagliava le più
assurde possibilità. Che una donna fosse riuscita ad irretire mio
fratello era
già di per se strabiliante, ma ciò che realmente temevo era il “tipo”
di donna
che aveva compiuto una tale impresa.
I
gusti di Emmett erano ben
noti a tutta la famiglia, e gli sguardi eloquenti dei miei genitori
quando
giunsero al ristorante rispecchiavano la mia stessa preoccupazione.
Con
chi diamine
si presenterà quel rincitrullito scapestrato di mio fratello?
“Qualunque
cosa accada, noi
sosterremo Emmett!” esclamò mio padre lanciandomi un’occhiata di
ammonimento.
Probabilmente temeva una delle mie solite reazioni. Non avevo mai
adorato le
ragazze che si ostinava a presentarci.
Mio
fratello non era uno
stolto, eppure le sue scelte in fatto di donne si limitavano
semplicemente
all’apparenza, optando per bamboline senza un briciolo di personalità o
di
acume.
Bellissime,
su questo non
c’era alcun dubbio. Ma incapaci di protrarre una conversazione che non
fosse
semplicemente incentrata sui nuovi abiti di Dior o Versace.
Spaventosamente
inquietanti.
Era
mio desiderio poter
vedere mio fratello sistemato con una ragazza che potesse essere alla
sua
altezza. Di certo non un’amante della cultura, che avrebbe rispecchiato
per lo
più i miei canoni.
Infatti
i miei gusti erano
ben altri. Ciò che ricercavo in una donna non era la semplice bellezza
estetica, soprattutto contraffatta da mediocri interventi chirurgici.
Non
negavo che l’aspetto fisico fosse un dettaglio non trascurabile, ma
volevo avere
accanto una donna con cui poter condividere opinioni e passioni.
Qualcuno che
mi comprendesse, e non si limitasse al mio aspetto esteriore. Una
persona
elegante ed interessante.
Un’ardua
impresa,
considerando il livello di intelligenza che avevo riscontrato nelle mie
fugaci
“relazioni”.
Nei
miei venticinque anni,
non avevo mai incontrato nessuno che si avvicinasse anche minimamente a
questi
miei canoni, e ciò mi rendeva non poco frustrato. Avevo disperatamente
cercato
qualcuno con cui condividere una storia che non fosse solo di una
notte, fino a
quando non mi ero arreso all’evidenza.
Se
accadrà sarò
qui ad aspettarla, ma cercare invano era da escludere.
“Non
fiaterò, lo giuro”
mormorai accasciandomi stancamente sulla sedia, contemplando irritato
l’orologio.
Odio
i
ritardatari!
Jasper
mi fissò scuotendo il
capo divertito. Era da sempre il mio migliore amico, nonché fidanzato
ufficiale
di Alice. Si erano conosciuti un pomeriggio a casa mia, e da allora
erano
praticamente inseparabili.
Non
potevo negare di aver
spesso invidiato il loro rapporto così profondo, benché mi fossi sempre
stupido
delle palesi differenze tra di loro.
Jasper
era un soggetto
pragmatico e tendenzialmente serio e tranquillo. Alice era l’esatto
opposto,
l’emblema dell’eccentricità e dell’esuberanza.
Si
dice che gli
opposti si attraggono e, osservando loro, non posso affermare il
contrario.
Dei
passi pesanti ci
preannunciarono l’arrivo di Emmett. Mi voltai svogliatamente verso di
lui,
sorpreso dalla sobrietà e dall’eleganza del suo vestito gessato.
Che
diamine è
successo a mio fratello?
Emmett
non era mai stato
tipo da abiti eleganti e, sebbene si fosse trasferito a New York da due
anni,
ero certo che in questo non fosse cambiato. Nelle sue visite
precedenti, il suo
abbigliamento non era mutato minimamente ed osservarlo in quel modo mi
sorprese
non poco.
Che
fosse semplicemente a
causa dell’occasione e dell’annuncio che si apprestava a fare?
Sperai
vivamente fosse
quello il motivo. Quell’alone di serietà stonava completamente con il
suo
carattere ilare e canzonatore. Adorava sbeffeggiare chiunque con le sue
battute, molto spesso inopportune. A prima vista poteva incutere un
certo
timore a causa della stazza, eppure era una delle persone più affabili
che
avessi mai conosciuto.
“Famiglia!”
salutò in tono
allegro, ma estremamente contenuto rispetto ai suoi canoni.
Tese
una mano ad una figura
minuta alle sue spalle facendole segno di avanzare, ostentando una
dolcezza ed
una premura che non gli era mai stata propria.
“Ragazzi,
vi presento la mia
Bella!” mormorò accarezzando con la voce il suo nome .
Lo
stupore si diffuse,
palesandosi sui volti dei presenti.
Dov’è
la bionda
ossigenata che ci aspettavamo?
Esme
fu la prima a
riprendersi dallo stato di trans, notando l’espressione accigliata ed
imbarazzata di Bella che si mordeva nervosamente le labbra.
Probabilmente i
nostri sguardi allucinati dovevano averle creato soggezione.
“Cara,
piacere di conoscerti
– sorrise sincera. – io sono Esme , la madre di Emmett!” si presentò,
intenerita dall’espressione impacciata della ragazza.
Lei
rispose abbozzando un
sorriso timido, presentandosi agli altri componenti della famiglia,
almeno sino
a quando il cameriere non giunse a richiedere le ordinazioni.
Io
non proferii parola,
iniziando a far scorrere il mio sguardo su di lei. Conoscendo i gusti
di mio
fratello, mi sarei aspettato la solita bambolona ossigenata, con labbra
e seno
rifatti. Invece, la figura dinanzi a me era di tutt’altro genere. Certo
non si
poteva non definirla bella, ma ostentava una bellezza nel suo complesso
semplice.
Labbra piene, viso a cuore, capelli castani ed ondulati che ricadevano
morbidi
sulla schiena.
La
pelle color alabastro
era segnata da
un leggerissimo velo di trucco, e le guance avevano assunto un naturale
quanto
tenue sfumatura di rosso.
Deliziosa.
Ecco
l’unica parola con la
quale la si poteva definire … davvero.
Un
calcio allo stinco mi
fece sobbalzare, distraendomi dai miei pensieri. Mi voltai con uno
sguardo
inferocito verso Alice al mio fianco. “Che diamine fai? Hai perso il
senno?”
borbottai indispettito.
“Cazzo
Ed, te la stavi
mangiando con gli occhi!” mi ammonì bisbigliando, attenta a celare la
nostra
conversazione ai presenti.
“Ah!”
fu ciò che riuscii a
dire, prima di chinare il capo imbarazzato.
Ok,
stavo
fissando la futura moglie di mio fratello con un’espressione
probabilmente da
maniaco. Che sarà mai? pensai
ironicamente.
Sperai
vivamente che nessuno
avesse notato la mia défaillance e, onde evitare ulteriori imbarazzanti
situazioni, decisi di prestare attenzione al piatto di tagliatelle al
ragù che
faceva bella mostra davanti a me.
“Bella,
che lavoro fai?”
udii la domanda di Alice sinceramente interessato.
“La
giornalista, per un
giornale locale! - rispose
in un
sussurro. – io ed Emmett ci siamo conosciuti a lavoro. Lo stavo
intervistando!”
terminò sorridendogli teneramente.
“Wow
– esclamò mia cugina
emozionata. – Ed è stato un colpo di fulmine?”
Il
sorriso divertito che
passò sui volti di entrambi non mi sfuggì, ma non seppi interpretarlo.
Mio
fratello Emmett era l’allenatore di una famosa squadra di football nei
pressi
della Grande Mela. Veniva considerato uno degli scapoli più ambiti del
luogo a
causa del suo lavoro e delle ottime condizioni economiche di cui
disponeva. Era
stato intervistato spesso da giornali locali che sottolineavano la sua
tendenza
al libertinaggio e il suo amore per la bella vita.
Mi
domandai se il giornale
di Bella fosse di quel tipo! Ovvero dedito al semplice gossip.
“Di
che giornale si tratta?”
domandai dando voce ai miei pensieri.
Quella
strana ragazza mi
incuriosiva non poco.
Lei
parve sorpresa di udire
la mia voce, e per quelli che mi parvero interminabili istanti mi fissò
come
imbambolata.
“Bhe,
è un quotidiano –
balbettò, torcendosi nervosamente le mani – io mi occupo degli
argomenti
relativi allo sport e, talvolta, di qualche episodio di cronaca!”
Il
braccio di Emmett le
avvolse le spalle attirandola a sé. Non riuscii ad udire ciò che le
bisbigliò
all’orecchio, ma il suo rossore fece presupporre fosse qualcosa di non
propriamente casto. Ciò che sorprese tutti noi fu il controllo mostrato
da mio
fratello. Non si era mai posto alcun problema ad esternare i suoi
pensieri
liberamente, sebbene ciò potesse talvolta creare imbarazzo.
Dev’essere
davvero innamorato.
La
cena proseguì tranquilla,
così come le incessanti e pressanti domande che Alice poneva
ininterrottamente
alla nostra ospite. Lei non ne parve infastidita, al contrario sembrava
divertita dall’esuberanza di Alice. Non potei non notare il sorriso
tenero che
le rivolgeva.
Scoprimmo
molte cose di lei
quella sera, notando ancor più la palese differenza con le usuali
fiamme di
Emmett. Era una ragazza intelligente, estremamente dolce e riservata e
per
nulla volgare.
Come
faccia a
stare con mio fratello, proprio non me lo spiego!
Avvertii
un vago senso di
invidia nei suoi confronti. Quella che avevo davanti a me era una
ragazza
davvero interessante.
Beato
il mio
fratellino …
“Bene,
credo sia ora di
andare a riporre i bagagli - annunciò mio fratello soddisfatto. – Eddy,
carichiamo tutto nella tua macchina?” domandò pacato mentre aiutava
Bella ad
alzarsi, scostando leggermente la sedia.
Lo
fissai con un cipiglio in
volto, ma acconsentii tranquillamente.
“Ehm,
Eddy?” Alice reclamò
la mia attenzione, esitante. Giocava nervosamente con una ciocca di
capelli.
È
nervosa,
cattivo segno!
“Dimmi
…” borbottai
esitante, non propriamente convinto di voler ascoltare ciò che la sua
mente
aveva congeniato.
Generalmente
non
era mai qualcosa di vagamente positivo. Almeno per il sottoscritto.
“Oggi
ho dimenticato di accennarti
un piccolo dettaglio – sussurrò aggrappandosi a Jasper, dopo aver
notato la mia
espressione tutt’altro che benevola. – Emmett e Bella sono ospiti a
casa tua!”
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Capitolo 3 *** II ***
Stamattina mi sono
svegliata e ho visto i commenti= 14 ... wow
grazieeee ... non so
proprio che dire ... sono felicissima che la storia vi stia piacendo!
mi appresto a postare il nuovo capitolo!!!! Devo ammettere che tutti
questi commenti mi hanno farto venire voglia di postare + velocemente,
quindiiii vi ringraziooo super immensamente!!! tanto i capitoli sono
pronti!! hihiihi
Betato
by Ronnie8437
“Come
scusa?” la mia voce
assunse delle tonalità più alte del normale.
Alice
mi fece cenno di
tacere. “Eddy, casa tua è ampia, e ci vivi da solo. Non possiamo farli
dormire
in albergo per le prossime settimane!” mi ammonì nervosamente.
“Avresti
dovuto chiedermelo”
ribattei acido.
Non
avevo alcuna intenzione
di ospitarli a casa mia. Non sopportavo l’idea di dover condividere la
casa con
una coppia di neo sposini, ma soprattutto conscio del disagio che avrei
provato
con quella sconosciuta per casa che mi attraeva non poco.
Mi
erano bastati gli sguardi
poco consoni che le avevo rivolto a ristorante, rischiando di irritare
a morte
mio fratello.
“Eddy
… - piagnucolò
agitandosi come una bambina. –
Emmett si offenderà!”
Sarà
un
disastro. Un fottutissimo disastro!
Passai
stancamente le mani
sul volto “Tu mi vuoi morto …” biascicai pensando a ciò che avrebbe
implicato
la mia scelta. Ma come potevo scalfire la gioia di mio fratello con un
gesto
tanto assurdo? Lui non mi avrebbe mai rifiutato nulla, ed io non potevo
permettermi di essere da meno.
Asserii
con il capo,
cercando di non soffermarmi sull’espressione vittoriosa ed esultante di
Alice.
Quella piccola, quanto sadica creatura, sapeva sempre come raggirarmi,
e la
soddisfazione che ne traeva era incommensurabile.
Prima
o poi mi
vendicherò.
________________________________
Erano
trascorsi due giorni.
Due interminabili e tremendi giorni nei quali avevo avuto modo di
approfondire
la mia conoscenza con Bella. La prima mattina dopo il loro arrivo, ero
stato
svegliato da un’invitante profumino che mi aveva attratto fino alla
cucina.
La
quantità di cibo con il
quale la tavola era imbandita sarebbe bastato a sfamare un esercito. Mi
stropicciai gli occhi con vigore, credendo di essere ancora immerso nel
mondo
dei sogni, fino a quando una voce non mi riscosse.
“Buongiorno
Edward!”
Timida
ed insicura, mi aveva
salutato per poi riprendere posto ai fornelli. Mi domandai dove avesse
reperito
una tale quantità di ingredienti, considerando la mia dispensa vuota.
“Hai
cucinato tutto tu?”
chiesi avvicinandomi alla macchinetta del caffè, per trovare ristoro in
quel
nettare delizioso.
Domanda
più
stupida non avrei potuto farla.
Lei
sorrise comprensiva ed
annuii. “Spero non ti abbia creato disturbo! Volevo sdebitarmi per
l’accoglienza che ci hai offerto” mormorò mordendosi nervosamente le
labbra.
Scossi
il capo in senso di
diniego. “Tutt’altro, credo di non aver mai avuto un simile risveglio
da quando
mi sono trasferito in questa casa!” risposi onesto. Mi erano mancati i
manicaretti di mia madre, e quell’odore dolce che aveva invaso la casa
mi dava
un vago senso di sicurezza.
Il
sorriso sincero che le
illuminò il volto mi fece irrigidire.
Dannazione,
quanto è bella?!
“Eddino!”
la voce profonda
di mio fratello mi fece sobbalzare.
Che
mi avesse visto fissare
la sua futura moglie con la bava alla bocca? Sperai sinceramente di no!
“Bells,
quante cose buone!”
esclamò mio fratello mentre i suoi occhi brillavano, posandosi sulla
tavola
imbandita a festa.
“Ci
sono anche le frittelle,
come piacciono a te.” Affermò ridendo divertita dell’entusiasmo di
Emmett.
Lui
si fiondò sulle pietanze come
un assetato perso da giorni in un deserto che avvista un’oasi. La
quantità di
cibo che riuscii ad ingurgitare fu eclatante, considerando anche
l’abbondante
cena della sera precedente.
“Ecco
spiegata la smisurata
quantità di cibo che hai preparato …” mormorai scuotendo il capo
divertito,
mentre cercavo di salvare qualche frittella dalle sue fauci.
“La
cucina di Bells è la
migliore! - si giustificò lui ghignando – è proprio una donna da
sposare. Ha
tantissime doti” terminò in tono malizioso, provocando un immediato
rossore sul
viso della sua compagna.
Gli
scoccai un’occhiata
truce. Emmett non era affatto cambiato.
Mangiammo
tranquillamente,
godendoci quel cibo squisito sino a quando il mio cellulare non prese a
suonare
insistentemente.
Sbuffai
contrariato,
immaginando perfettamente chi fosse a disturbare la mia quiete.
“Tanya!”
dissi a mo di
saluto, malcelando la mia irritazione.
Tanya
era la mia “amica di
giochi”, se così si può definire. Da quando avevo rinunciato all’idea
di
trovare una donna in grado di soddisfare il mio intelletto, oltre che
il mio
diletto fisico, avevo iniziato a frequentarla. Come me era inserita nel
mondo
della musica. Io lavoravo come pianista in uno dei teatri di maggiore
importanza della città, lei come violoncellista.
Inizialmente
avevo sperato
che quella passione comune potesse rivelarsi un ottimo punto di
partenza per
una relazione stabile, ma con mio disappunto il suo carattere non si
conciliava
affatto con il mio.
Ma
sono pur
sempre un uomo, ed il suo corpo non è certo da sottovalutare. Peccato
per il
fastidioso gracchiare della sua voce.
“Edward,
stasera
sarò da te alle otto!” annunciò,
rammentandomi della cena che avevamo programmato per la sera.
“Maledizione”
farfugliai
considerando la presenza di Emmett e della sua futura sposa. Non potevo
certo
cacciarli di casa?!
“Credo
dovremmo rimandare,
ho come ospiti a casa mio fratello e la sua fidanzata!” mi giustificai
prontamente.
La
sentii sbuffare
contrariata ma non ribatté ulteriormente, interrompendo frettolosa la
telefonata.
Riagganciai
leggermente
irritato, mentre mio fratello mi fissava con un’espressione mortificata.
“Mi
dispiace Ed, ma se vuoi
possiamo passare la serata da qualche altra parte!”
Scossi
il capo con fare
tranquillo. “Non era nulla di importante!” mormorai dirigendomi verso
la mia
stanza. Quel giorno avevo in programma di esercitarmi con le melodie
per il
nuovo concerto. Era previsto da mesi, ma purtroppo non ero ancora
riuscito a
scrivere qualcosa di nuovo che potesse essere la degna conclusione
dell’esecuzione. Tutti i brani che la mia mente aveva partorito
nell’ultimo
periodo non mi
parevano appropriati. Eccessivamente
frettolosi e poco comunicativi.
Con
un’espressione colma di
disgusto, gettai in terra i fogli che erano stati ordinatamente riposti
sul
pianoforte.
“Dannata
ispirazione!”
Le
ore successive le
trascorsi rinchiuso nella stanza, davanti ad uno spartito bianco.
Neanche una
nota prese forma dalle miei mani tremolanti.
Nada,
nisba,
nulla!
Sbuffai,
arrendendomi
all’evidenza. Decisi di abbandonare quella stanza, sperando che l’aria
fresca
potesse sbloccarmi. Avrei passeggiato nel parco vicino casa, lì avevo
individuato una piccola radura isolata dove trascorrere il tempo senza
essere
disturbato da bambini molesti e i loro palloni.
Feci
una doccia veloce e
recuperai dei vestiti molto semplici dall’armadio. Alice non avrebbe
affatto
gradito la mia scelta. Anzi, mi domandai come avesse potuto non
notarli.
Normalmente, una volta ogni due settimane circa, si dedicava ad un
retaggio nel
mio povero armadio per disfarsi di quei capi che le parevano poco
consoni
oppure antiquati e di passate mode.
Una
spina nel
fianco
… ero stato costretto a
nascondere gran parte di quei capi che desideravo salvare dalle sue
intrusioni.
Possibile
che io
sia costretto a possedere un doppio armadio a causa di quella psicotica
con
disturbo della personalità ed evidente schizofrenia?
Uscii
dalla mia camera
sospirando. L’assenza di rumori mi fece presupporre che la casa fosse
vuota, e
fui sorpreso di notare l’esile figura di Isabella rannicchiata sulla
poltroncina, intenta a leggere un libro.
I
flebili raggi solari
penetravano dalla finestra illuminandole debolmente il viso, dandole un
aspetto
ancor più innocente. Mi soffermai a guardarla ammirato ed incuriosito
da ciò
che poteva aver catturato tanto la sua attenzione.
Una
serie di espressioni
buffe si disegnavano sul suo volto con il passare dei minuti,
probabilmente
causate dalle scene che si susseguivano velocemente nel libro.
Tanto
era presa da non aver
notato la mia presenza della sala, almeno sino a quando con un leggero
colpo di
tosse non attirai la sua attenzione.
Spiarla
come un dodicenne
non era proprio consono, soprattutto considerando l’attuale situazione.
Edward,
per
carità ricordati che tra qualche settimana lei si sposerà con tuo
fratello.
“Ehm
… Emmett?” chiesi
incuriosito.
Parve
allarmarsi alla mia
domanda. “E’ andato a chiedere la disponibilità per la Chiesa!” ripose
prontamente.
Annuii
distrattamente. Sebbene
desiderassi approfondire l’argomento, non indugiai oltre. Mi avviai
verso il
frigorifero per recuperare un piccola bottiglietta d’acqua da portare
con me,
riponendola nello zaino.
“Io
esco! - esclamai aprendo
la porta, quando un’idea malsana mi balenò nella mente. -Ti và di
venire con me?”
chiesi esitante.
Ero
conscio che fosse
rischioso voler trascorrere con lei del tempo, considerando le strane
reazioni
che avevo in sua presenza. Ma, considerando che sarebbe diventata a
breve mia
cognata, dovevo tentare in ogni modo di limitare quell’interessamento
malsano
verso di lei. Così sperai vivamente che una conversazione potesse far
scemare
l’attrazione.
Lei
parve soppesare le mie
parole. “Dove?”
Mi
diedi mentalmente dello
stupido per la mancata precisazione. “Il parco. È un luogo tranquillo,
ed è
molto piacevole stare lì a leggere” spiegai noncurante.
Certo,
avrei mandato
all’aria i miei piani, rinunciando all’idea di creare qualche melodia
adeguata.
Ma il pressante disagio che provavo in sua compagnia appariva ai miei
occhi con
maggiore urgenza.
Bella
annuì e, recuperando
il suo libro, mi raggiunse alla porta.
Bene,
entro oggi
questa incresciosa situazione sarà risolta!
|
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Capitolo 4 *** III ***
Salveeee
sto saltellando di
gioia per tutti i vostri bellissimi commenti! wow sono
contentissimaaaaaaaaa ... mi state facendo super
felice! é gratificante vedere che la storia viene apprezzata
e
proprio per ringraziarvi eccovi il nuovo capitolo ...
sto
seguendo tempi di inserimento dei capitoli : record XD. Praticamente
uno al giorno!!
Mi
dispiace non poter risp ad uno ad uno, ma è tardi e stavo
scrivendo il capitolo 6 di questa storia (se voglio continuare con
questi ritmi devo anche trovare il tempo di scrivere XD ...ardua
impresa!!!)
Cmq
dedico questo capitolo a JustCrazy
ahahahahahha ( sei <_genio_> del forum
Twilight lovers???)
Betato by Ronnie8437
é
é
______________________________________
♥
é
I
miei piani andarono a farsi benedire molto presto,
quando mi resi conto che le mie supposizioni non potessero essere
così distanti
dalla realtà dei fatti.
Quel
giorno scoprii in Bella molto di più di quello
che avrei mai immaginato, ma soprattutto desiderato. Il suo carattere
timido e
riservato celava una personalità brillante ed interessante.
Davanti
a me avevo la donna perfetta, quella che
avevo cercato per anni senza incontrarla. Quella con cui avrei
desiderato
intraprendere una relazione … quella che stava per sposare
mio fratello.
Se
questa non è sfiga!?
“Quindi
ti interessa la letteratura classica?”
domandai, notando il libro che stringeva tra le mani. “Emma”
di Jane Austen.
Lei
annuì ed i suoi occhi furono attraversati da una
strana luce. “Si, adoro i romanzi della Auten …
trovo che i classici
rispecchino un mondo che, benché possa apparire tanto
distinto dal nostro, a
causa delle convenzioni sociali che lo muovevano, si prospetta invece
più
simile di quello che crediamo. I suoi personaggi sono così
veri, con i loro
vizi e le loro virtù. Peccano talvolta di ignoranza e
superbia, ma nonostante
ciò, alla fine si abbandonano ai sentimenti. Tutto cade
davanti all’amore, che
siano le differenze di ceto o i pregiudizi, oppure quelle convinzioni e
quelle
certezze a cui si erano attaccati con tanto ardore. – prese
fiato. – la
galanteria dei gesti, quell’accuratezza di linguaggio. Per
non parlare della
capacità della Austen di proiettarti nella sua epoca. Tutto
è descritto in modo
tanto vivido da trasmetterti ad ogni parola le emozioni dei suoi
personaggi, le
loro paure e le loro gioie diventano le tue ….”
La
passione di cui quelle parole erano intrise
mentre si abbandonava alla sua esposizione mi incantarono. Mi trovai a
pendere
completamente dalle sue labbra. La veemenza con cui si
soffermò successivamente
sul rapporto di Elisabeth e Darcy,
sull’incontrollabilità di ciò che
l’amore
impone.
Rimasi
immobile ed incantato ad ascoltarla, sino a
quando il suo viso non assunse particolari colorazioni purpuree e
balbettò
qualche scusa sconnessa riguardo il suo sproloquio.
La
rincuorai, ammettendo di aver gradito non poco il
suo pensiero, non troppo dissimile dal mio. Come lei, ero un estimatore
delle
opere classiche.
“Sono
incorreggibile, quando qualcosa mi appassiona
non sono in grado di frenare il mio entusiasmo” ammise per
l’ennesima volta,
rigirandosi il libro tra le mani, ostentando un’espressione
imbronciata
estremamente deliziosa.
Sorrisi
incoraggiante. “Credo sia normale. Se così
non fosse, non sarebbe realmente una passione.”
Annuì
vistosamente“Già. Tu però eri venuto
qui per
rilassarti, ed invece hai subito i miei vaneggiamenti!”
asserì increspando le
labbra.
Scossi
il capo divertito. “In realtà ero venuto qui
per distrarmi e cercare di riacquistare un minimo di
ispirazione” ammisi in
tono contrito.
Arcuò
le sue sopracciglia perfette. “Ispirazione? –
domandò curiosa. – credo di non averti chiesto
quale sia il tuo lavoro!”
“Sono
un pianista!”
Lei
sgranò gli occhi sorpresa. “Davvero?- domandò
entusiasta. – cosa suoni di preciso?”
“Mie
composizioni, sul genere classico. Se vuoi
posso procurarti un biglietto per il prossimo concerto, che si
terrà tra pochi
giorni!” proposi nervosamente.
Contrariamente
ai miei propositi, mi sentii
veramente ansioso di udire la sua risposta. Desideravo farle ascoltare
la mia
musica, sperando che l’apprezzasse.
Le
sue labbra si stesero in un sorriso elettrizzato
che contagiò inevitabilmente anche il sottoscritto.
“Mi
piacerebbe tantissimo! - esclamò – ti
ringrazio!”
Stavo
per risponderle quando la suoneria del suo
cellulare riempì il silenzio.
“Claire
de Lune”
Oh
mio dio … ama anche la musica
classica?
Destino
infausto, perché mi stai
punendo? Cosa ho fatto di così terribile ed atroce per
meritare un simile
trattamento?
Tentai
di celare il mio sbigottimento ed il moto di
delusione che ne conseguii quando intuii chi fosse il suo
interlocutore. Il
tono di voce che utilizzava con Emmett era inconfondibile. Tanto simile
a
quello di una mamma con il proprio bambino, intriso di dolcezza e
tenerezza.
Devono
amarsi molto …
Mi
accasciai malamente sul prato, chiudendo gli
occhi e godendomi i caldi raggi solari che inondavano il parchetto.
Udii un
sospiro sommesso di Bella, ma non proferii parola cercando di
distogliere la
mia attenzione dalla conversazione che stava avvenendo tra loro. A
quanto
pareva, Emmett si era preoccupato non trovandola a casa.
Mi
sorprendeva poter ammirare tali premure da parte
di mio fratello. Ero sempre stato contrario alle sue precedenti
relazioni, conscio
di quanto quelle ragazze non fossero al suo livello. Ed ora che aveva
incontrato una donna meravigliosa non riuscivo a gioire per lui.
In
quegli istanti mi sentii un mostro.
Maledizione
Edward, cosa cercavi di
fare? È la fidanzata di tuo fratello …
Eppure
sono così diversi?
Ciò
non toglie che non siano innamorati.
Anche Alice e Jasper non hanno granché in comune, eppure la
loro è una
relazione più che felice, che si protrae da anni!
Sbuffai
esasperato dai miei stessi pensieri.
“Edward,
tutto bene?” la sentii mormorare. Istintivamente
aprii gli occhi, trovando il suo viso più vicino del
previsto.
Il
mio cuore perse un battito e rimasi incantato a
fissare due enormi occhi color cioccolato.
Deglutii
a fatica, riuscendo a biascicare un flebile
“si”, prima di scattare in piedi allontanandomi da
lei. Quella vicinanza non
era affatto salutare per il mio stato mentale. L’odore di
fresie che mi avvolse
mi fece inevitabilmente fremere.
“Credo
sia il caso di andare, non credo sia opportuno
far preoccupare lo sposino!” affermai ironico, passandomi
stancamente le mani
sul volto.
Lei
asserì con il capo ed insieme ci dirigemmo verso
casa, mentre la mia mente veniva invasa dall’inquietudine per
quella situazione
a cui non trovavo alcuna soluzione. Non potevo che sperare che la loro
permanenza fosse la più breve possibile, e che tornassero a
New York una volta
celebrate le nozze.
Solo
la lontananza mi avrebbe permesso di reprimere
quelle sensazioni e quei sentimenti che ormai stavano scuotendo il mio
animo
dal primo istante in cui i miei occhi si erano posati su di lei.
___________________
Giungemmo
a casa in pochi minuti, mantenendo un
reverenziale silenzio, ognuno assorbito dai propri pensieri. Sebbene il
desiderio di poter comprendere cosa le provocasse
quell’espressione imbronciata
mi tormentò non poco.
Temevo
avesse compreso il mio interessamento nei
suoi confronti, e non potevo negare di essere tremendamente a disagio
presupponendo ciò.
Mio
fratello ci accolse sulla porta con un sorriso
gaio stampato in volto. Avrebbe potuto illuminare l’intera
cittadina di Forks.
Trasudava gioia da ogni poro!
Beh,
con una ragazza come lei non
potrebbe essere altrimenti!
Bella
si congedò poco dopo, esternando il suo
desiderio di concedersi una doccia rilassante. Io ed Emmett restammo in
cucina
a chiacchierare, come ai bei vecchi tempi.
Quando
gli fu offerto quel lavoro a New York, non
ero stato affatto entusiasta. Benché fosse per lui una
grande opportunità, il
pensiero di separarmi dal mio fratellone mi aveva non poco afflitto. La
nostra
era sempre stata una famiglia molto unita ed affiatata.
“Ehi
Ed, che ne pensi della mia futura mogliettina?”
domandò Emmett euforico, distogliendomi dai miei pensieri.
Deglutii
rumorosamente, ancora imbarazzato per
quello che era accaduto durante quei giorni, per non parlare dei miei
sproloqui
mentali al parco. L’espressione di Emmett mi permise di
intuire che non si era
accorto delle mie esitazioni, e ciò in parte mi
rincuorò.
“Carina!”
mormorai con fare indifferente, scrollando
appena le spalle.
Recuperai
distrattamente il telecomando, iniziando a
fare zapping tra i canali sperando di trovare qualcosa che attirasse la
sua
attenzione, distogliendolo da quella conversazione tutt’altro
che piacevole.
Un
incontro di wrestling, donne che
lottano nel fango
… qualsiasi cosa potesse essere
funzionale al mio scopo.
Lo
vidi arcuare un sopracciglio in una posa alquanto
scettica. “Carina? – mormorò perplesso.
– ma l’hai vista?”
Cazzo,
si che l’ho vista. Ed è proprio
questo il problema.
Ostentai
una tranquillità non mia, fingendo totale
disinteresse per quella meravigliosa creatura che, in quel momento, si
godeva
una bella doccia.
Dovetti
fare forza su me stesso per non immaginarla.
Oh
mio Dio …
Edward
per carità, no! Pensa ad altro …
pensa alla dentiera di zia Margaret, oppure alle verruche di nonna Peg!
“Dove
vi siete conosciuti?” domandai nel vano
tentativo di sviare il discorso su qualcosa di meno pericoloso.
Oltretutto, ero
sinceramente curioso di comprendere come due persone tanto diverse
avessero
istaurato un rapporto d’amore tanto solido da aver spinto mio
fratello ad
aspirare al matrimonio.
Lui,
il libertino per eccellenza.
“Al
campo di basket per l’intervista … ma
lì non
accadde nulla! C’era troppa gente –
spiegò rigirandosi una penna tra le mani. –
fortunatamente ho avuto modo di incontrarla nuovamente”
“Dove?”
Bella non mi pareva essere tipo da
discoteca. Troppo timida ed impacciata per scatenarsi in un simile
ambiente.
“In
biblioteca!” rispose mesto, sorridendo
sardonico.
Corrugai
la fronte in un’eloquente espressione
dubbiosa. “Tu, in biblioteca?” chiesi ironico.
Emmett
considerava i libri come una semplice
appendice dell’arredamento. Qualcosa da osservare a distanza.
Ero certo che le
sue letture fossero tendenzialmente limitate ai giornaletti
“hot” che da
adolescente nascondeva nell’armadio, almeno sino a quando
Alice non li scovò.
All’epoca, io e la piccola peste avevamo appena nove anni.
Ricordo ancora lo
sbigottimento e l’imbarazzo dei miei genitori e di mio
fratello che tentavano
di sviare – con scarso successo – le nostre
pressanti curiosità.
Una
scena esilarante, almeno per me!
“Cosa
ci trovi di strano?” domandò rivolgendomi uno
sguardo torvo ed imbronciato.
Alzai
le mani ghignando. “Nulla … figurati”
biascicai tentando invano di reprimere le risa incontrollate.
Ridemmo
insieme, rammentando la nostra infanzia e
scherzando come allora. In quel momento compresi ciò che
avrei dovuto fare. Non
avrei mai arrecato alcun dispiacere a mio fratello, non gli avrei
permesso di
notare la mia infatuazione per la sua ragazza … sarei stato
lontano da lei,
da loro.
Nessuna
alternativa …
|
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Capitolo 5 *** IV ***
Salve!!! Eccomi con
il nuovo capitolo!
Grazie per i bellissimi commenti .. sono felicissima che la storia vi
stia piacendo ... e come ho già detto è
gratificante poter leggere i vostri commenti! ^________^
Vi lascio immediatamente al capitolo, purtroppo stamattina ho avuto un
pò di analisi da fare e non mi sento granché bene!
Un bacio!
Manu
Capitolo dedicato a Ronnie8437
(che sopporta i miei scleri e corregge i miei erroracci XD!!!)
______________________________________________♥
Trascorsero
due settimane,
due orribili settimane in cui non feci che evitare categoricamente
Isabella.
L’unico istante in cui mi concedevo di bearmi della vista del
suo viso o della
sua voce era durante le colazioni, sebbene io restassi nel
più totale mutismo.
Inizialmente avevo previsto di allontanarmi il mattino presto, onde
evitare di
incrociare anche solo i suoi occhi. Ma la sua sveglia suonava ad
un’ora
decisamente improponibile.
E
non mi pareva
il caso di trascinarmi in versione zombie per il resto della giornata a
causa
della scarsità del sonno!
Mi
bastava
l’attuale versione Edward - faccia da pesce lesso/disperato
Cullen. Appellativo
generosamente attribuitomi da Alice.
Alle
sei Bella era già in
piedi, intenta a preparare la colazione e a lavorare agli articoli
tramite il
suo portatile. Alla fine mi ero arreso all’evidenza,
decidendo di godermi i
suoi deliziosi manicheretti.
Con
mio disappunto, la mia
infatuazione per lei non era affatto migliorata. La
loquacità di mio fratello
mi aveva permesso di apprendere numerose informazioni su Isabella e
sulla sua
vita.
Che
il destino
infierisca su di me non vi è alcun dubbio! Mi odia!
Emmett
non perdeva occasione
per elogiare le sue doti, che fossero culinarie o intellettive non
importava.
Continuava a lodarla facendo aumentare a dismisura il colore rosso del
suo
volto.
Sembrava
quasi
stesse cercando di convincermi a sposarla … cosa che non
sarebbe stata
assolutamente necessaria! Bastava la mia mente a perpetuare sciocchi
desideri
in proposito.
Anche
quella mattina si
stava ripetendo la medesima scena. Almeno sino a quando mio fratello
non decise
di conferire con me in privato, facendo irruzione nella mia stanza
mentre mi
cambiavo.
“Emmett,
è buona educazione
bussare!” lo ammonii, recuperando un paio di jeans scoloriti
dall’armadio.
“Edward,
ti devo parlare!”
affermò in tono serio. Decisamente troppo serio …
Deglutii
a fatica,
immaginando il motivo della conversazione. Doveva aver intuito i miei
sentimenti per Bella, e naturalmente non doveva aver gradito la cosa.
Certo,
io non la
prenderei con maggiore filosofia. Potrei spaccare la faccia a chiunque
osasse
posare il suo sguardo su di lei!
Un
pungo di
Emmett farebbe decisamente male …
Sospirai
sommessamente,
tentando di non incrociare il suo sguardo.“Dimmi!”
“Fratello,
se sei
infastidito dalla nostra presenza credo sarebbe più
opportuno che ne parlassimo.
Io e Bella potremmo andare in albergo!” spiegò in
tono accorato.
Mi
voltai verso di lui con
un’espressione corrucciata. “Che?”
Avevo
dimenticato quanto fosse scarso l’acume di mio fratello
… ha l’intuito di un
bradipo!
“Edward,
non fare il finto
tonto! - bofonchiò malcelando la sua irritazione.
– ormai non passi a casa più
di dodici ore e, considerando che generalmente sono durante la notte,
posso
presupporre che tu non voglia incontrarci …”
asserì convinto, scuotendo il capo
con un certo rammarico.
Bhe,
forse non è
totalmente stolto … almeno qualcosa lo ha capito!
Peccato
gli
abbia attribuito un distorto significato …
“Se
ho deciso di trasferirmi
da te, per questi giorni, è stato semplicemente
perché volevo trascorrere un
po’ di tempo con il mio fratellino e permettergli di
conoscere Bella! Sai che
tengo molto al tuo giudizio!” continuò
imperterrito, facendomi sprofondare
nella vergogna.
Se
solo sapesse
che lo faccio per lui …
Sospirai
tentando di
giustificarmi. “Non è come credi. Sono sotto
pressione a causa del concerto e
passo le mie giornate in teatro a provare!”
Il
che non era proprio una
menzogna. Era lì che trascorrevo il mio tempo, dedicandomi
al pianoforte. Le
forti emozioni dell’ultimo periodo avevano prodotto un esito
lato positivo –
per quanto blando, considerando l’esasperazione che mi
stavano provocando.
L’ispirazione
era tornata, e
ormai componevo nuove melodie come non era mai accaduto. Nella musica
stavo
riversando la mia immensa frustrazione e il mio disappunto per
ciò che era
accaduto. Ero certo di non essere ancora innamorato di Bella ma, allo
stesso
tempo, ero conscio che quel passo non fosse poi troppo distante.
Ogniqualvolta
incrociavo il
suo sguardo, osservavo il suo sorriso, avvertivo una sensazione di
calore mai
provata.
Una
sera sono rincasato
prima del previsto, trovando la sua figura beatamente addormentata sul
divano …
quella notte avevo composto la sua melodia.
Una
ninna nanna che potevo
considerare l’apoteosi del mio percorso creativo. Le note si
susseguivano
dolcemente creando una lenta armonia dal suono morbido e vellutato.
Tendenzialmente più semplice delle melodie che ero solito
comporre, ma
meravigliosa proprio nella sua semplicità. Quella
caratteristica che tra tutte
avevo sempre apprezzato in Bella, proprio come la dolcezza
Non
esiste
creatura che abbia saputo destare in me un tale interesse da permeare
con il
suo ricordo anche la mia musica.
“Edward?”
avvertii il tono
irritato di Emmett, ridestandomi dai miei pensieri.
“Cosa?”
domandai celando
appena il mio stato confusionale.
Possibile
che
ogni qualvolta si parli di Bella il mio cervello vada in cortocircuito?
Starò
impazzendo
…
Sbuffò
spazientito,
rivolgendomi uno sguardo non poco contrariato “ Dicevo
– esitò - oggi
l’accompagnerai a fare un giro turistico per Forks!”
Strabuzzai
gli occhi
sconvolto, sperando di essere realmente pazzo e preda di qualche
scomoda
allucinazione. Perché, per quanto allettante fosse la
proposta, mi avrebbe
posto in una posizione alquanto scomoda!
No
ti prego …
non può chiedermi questo!
Non
solo perché pensare ad
un giro turistico per quella città dimenticata da Dio
potesse essere solo
frutto di una mente seriamente disturbata.
E
ciò non può
che farmi supporre l’esistenza di una malattia congenita:
pazza Alice, pazzo io, pazzo Emmett … adesso mi
manca solo
sapere che mio padre si crede un vampiro per completare il quadro della
disperazione.
Ma
soprattutto considerando
che avrei dovuto essere il cicisbeo di colei che avrei dovuto in ogni
modo
evitare.
Situazione
a
tratti esilarante oserei dire.
…
Sono
rovinato …
l’inferno si sta scatenando su di me con la sua ira funesta.
“Edward,
per favore!”
insistette in tono supplichevole, notando la mia palese esitazione.
Oh
destino
immondo ed infame … e adesso?
“D’accordo
…” mormorai non
propriamente convinto.
Percepisco
la
punta della spada di Damocle sul mio capo … e non
è affatto una bella
sensazione.
La
sua espressione esultante
non mi rallegrò affatto. Mi stava costringendo alla
più atroce delle torture.
Poterla
osservare
nella consapevolezza di non poterla avere …
Che
Dio mi aiuti.
|
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Capitolo 6 *** V ***
Salve, chiedo venia.
ieri avrei voluto postare ma stavo decisamente con la testa altrove ...
il mio ragazzo si è beccato la nuova influenza che gira e
ero un tantinello preoccupata! Uff ... sono ansiosa!
Comunque passo per un aggiornamento veloce mentre sono in pausa dallo
studio ...VI RINGRAZIO
IMMENSAMENTE PER I VOSTRI COMMENTI, AD OGNI VOSTRA RECENSIONE FINISCO
PER GONGOLARE COME UNA BAMBINA!!
SONO IN UN BRODO DI
GIUGGIOLE! cmq vi avviso che ho scritto il terzultimo
capitolo di questa storia hihihihihi kiss ♥
_____________________________________________♥
Quella
notte i miei pensieri
furono tutti rivolti al supplizio che mi attendeva. Avrei trascorso la
giornata
in compagnia di Isabella, girando per i luoghi di questa infima
cittadina.
Come
mio fratello avesse
potuto ponderare una simile idea proprio non lo comprendevo. Ma Emmett
era
sempre stato un soggetto alquanto particolare, piuttosto impulsivo.
Non
sarebbe più
giusto che fosse lui a mostrarle Forks?
Naturalmente
non dormii
affatto, e la mattina seguente due segni violacei facevano bella mostra
sotto i
miei occhi.
Mancavano
solo
le occhiaie ...
Sbuffai
contrariato, notando
la mia immagine riflessa nello specchio. Ma non me ne curai, uscendo
velocemente dalla mia stanza, attratto come al solito
dall’invitante profumo.
Il
borbottio del mio stomaco
mi fece accelerare il passo verso quelle delizie culinarie.
“Buongiorno!”
esclamai,
notando la figura di Bella seduta al tavolo della cucina.
Sobbalzò
spaventata,
portandosi una mano al petto.
Diamine
… la mia
versione zombie deve essere davvero terrorizzante.
“Buongiorno
Edward” biascicò
con voce tremula.
Sospirai
sommessamente
recuperando le frittelle, notando la quantità di cibo
piuttosto insolita. Feci
scorrere lo sguardo sul tavolo.
“Emmett?”
domandai con viva
curiosità.
Lei
si morse il labbro
tenendo lo sguardo basso. “E’ uscito presto
… - mormorò, e non so per quale
motivo mi parve stesse mentendo. –
Senti
Edward, mi dispiace che Em ti abbia imposto di farmi da cicerone per le
vie di
Forks!” disse tutt’un tratto lasciandomi sorpreso.
Provai
a giustificarmi ma
non me lo permise.
“Involontariamente
ho
ascoltato la vostra conversazione!” ammise mentre un notevole
rossore le
imporporava il viso.
“Ah
..”
Bravo
Ed,
loquace ed intelligente come al solito. Ti meriti proprio un applauso.
“Fingiamo
che tu mi abbia
scortato per Forks – propose tenendo il capo chino.
– Non lo saprà mai, e sarà
ugualmente soddisfatto!”
Ponderai
seriamente la sua
proposta che si poneva essere il perfetto rimedio
all’incresciosa situazione. Eppure,
nonostante mi fossi dannato per evitarlo, sentii crescere in me un moto
di
delusione a tale idea.
“Non
mi disturba mostrarti
Forks!” affermai laconico, fissandola serio.
Dannazione
Ed,
che combini? Non volevi liberarti di questo supplizio?
Ma
lei è così bella
...
Devo
ricordarti
che hai passato la notte ad ideare plausibili scuse .. rinuncia a
questa
balorda idea
No
decretai, ponendo fine alla mia controversia mentale.
Per
quanto potesse apparire
assurdo, l’idea di condividere con lei anche qualche ora mi
era gradita più del
lecito. Ero certo che, con una buona dose di autocontrollo, non avrei
compiuto
alcuna azione sciocca. Mi sarei limitato a bearmi della sua
interessante
compagnia.
Mi
sarei dovuto
accontentare di ciò che la situazione poteva offrirmi ...
Isabella
era una
meravigliosa persona, quella che a breve avrebbe sposato mio fratello,
entrando
inevitabilmente nella mia vita. Per quanto avrei potuto ignorarla? Per
quanto
sarei riuscito a starle lontano?
Fingere
indifferenza sarebbe
divenuto troppo complicato. Sarei stato costretto ad incontrarla ad
ogni festa
di famiglia, durante le vacanze ...
Ok,
tutto ciò
non porterà nulla di buono!
In
questo
momento l’opzione più accreditata è
quella di un precoce ricovero in manicomio.
Sono certo che Alice sarà più che contenta di
farmi compagnia ...
Con
la sua
follia farebbe felici molti medici. Avrebbero parecchio su cui lavorare
...
“Edward?
Allora?” la vocina
delicata di Isabella mi riscosse.
Oddio,
che avrà
detto?
La
fissai con uno sguardo
colpevole, sperando di farle intendere la mia momentanea distrazione.
La
vidi accennare un sorriso
estremamente tenero. “Dicevo, potremmo dedicarci ad un giro
veloce, occupando
solo la mattina …”
Annuii
mesto, ancora
indeciso sul da farsi. Che male avrebbero potuto causare solo poche
misere ore?
Meglio
non
pensarci ...
Dopo
un’oretta, uscimmo di
casa entrambi un po’ impacciati. Non compresi il motivo
dell’assenza di Emmett,
ma a quanto pareva trascorreva gran parte del suo tempo fuori casa.
Avevo
chiesto ad Isabella informazioni a riguardo ma, notando
l’espressione
corrucciata ed ansiosa sul suo volto, avevo finito per accantonare la
mia
curiosità.
Eppure,
in tutta quella
storia ero certo qualcosa mi sfuggisse. E non solo per le palesi
differenze tra
i neo fidanzati. Una ragazza intelligente e timida come Bella stonava
non poco
accanto al mio gioioso e folle fratello, soprattutto per il rapporto
strano che
avevo avuto modo di osservare.
La
mancanza di effusioni che
andassero oltre qualche semplice sfiorarsi delle labbra, la dolcezza
quasi
fraterna con la quale si rivolgeva a lei. Potetti evincere le medesime
conclusioni anche dai racconti di Isabella, che avevo scoperto essere
più
loquace di quanto avessi immaginato.
Avevamo
vagato per le strade
di quel paesino sperduto dove non vi era nulla di realmente eclatante
da
visitare, ed inevitabilmente il quotidiano era divenuto argomento di
conversazione.
Dalla
panetteria sotto casa
loro a New Yorks, alle loro conversazioni sulla famiglia. Emmett le
aveva
raccontato di tutti noi, elogiandoci tanto da intimorirla. Mi aveva
confessato
di essere stata non poco terrorizzata all’idea di
quell’incontro e questo,
misto alla sua timidezza, l’aveva portata a parlare ben poco.
Naturalmente
mio fratello
aveva omesso dettagli significativi, mascherando la follia di Alice
dietro una
lieve esuberanza, oppure il mio carattere spesso scorbutico e
leggermente
misogino dietro la riservatezza. Eppure, ciò non aveva
minimamente scalfito
l’adorazione di Bella per la mia famiglia. Era rimasta
incantata da Esme e
dalla sua dolcezza, così come da Alice e …
addirittura da me.
Era
stata piacevolmente
sorpresa dall’affinità dei nostri gusti, e quando
mi propose di divenire amici
quasi mi strozzai con la bibita che stavo placidamente bevendo.
Il
suo volto assunse una
colorazione violacea. “Scusa, immagino ti sembri strana la
mia proposta .. io
.. ecco …” iniziò a balbettare frasi
sconnesse ed incoerenti che
inevitabilmente mi portarono a scoppiare in una fragorosa risata.
Si
può essere
tanto dolci ed innocenti?
Il
broncio che si dipinse
sulle sue labbra non fece che peggiorare la situazione, e mi ritrovai
accasciato sulla sedia, ansante per le troppe risa.
Rido
per non
piangere …
Quella
ragazzina dagli occhi
color cioccolato mi aveva inevitabilmente stregato e, per quanto mi
fosse
difficile ammetterlo, non potevo non comprendere di essermene
innamorato.
E
allora perché
sono qui come un coglione a ridere?
Lapalissiano
…
se mi soffermassi a pensare seriamente alla sua proposta di amicizia,
non credo
riuscirei a contenere la frustrazione e la delusione.
Maledizione,devo
smetterla di parlare da solo ..
“Edward,
non deridermi!”
pigolò lei, mentre io cercavo di riprendere un po’
di contegno.
“Mi
dispiace Bella, ma la
tua espressione era buffissima!” continuai.
Imbronciata
e leggermente
irritata, si alzò velocemente dalla panchina.
Un
pò troppo velocemente!
Vidi
il suo corpo
sbilanciarsi in avanti e, preso alla sprovvista, scattai afferrandole
la vita e
trascinandola verso di me. La sua schiena si scontrò con il
mio torace, ma
riuscii ad evitarle una brutta caduta.
Purtroppo,
non avevo
assolutamente meditato sulle conseguenze che avrebbe comportato il mio
gesto.
Il
calore del suo corpo,
misto a quel meraviglioso profumo di fresie, rischiò di
darmi alla testa. Non
mi mossi, incapace di riflettere coerentemente e la mia stretta si fece
involontariamente
più salda.
Lei
come me rimase immobile,
probabilmente in attesa che mi decidessi a lasciarla. Peccato che
quella non
rientrasse assolutamente nelle mie intenzioni.
La
sua testolina castana
arrivava poco sotto il mio mento, e i suoi capelli mi solleticavano
involontariamente il volto.
Che
buon profumo
...
Inevitabilmente
mi ritrovai
ad inspirare quell’odore sublime.
“E
.. Edward?” il suo
balbettio sconnesso era poco più che un sussurro, ma
bastò per donarmi quel
minimo di lucidità che mi permise di sciogliere la presa
dalla sua vita.
Che
diamine
stavo facendo?
“Stai
bene?” domandai con
voce roca.
Lei
si limitò ad annuire,
stando attenta a non incrociare il mio sguardo. “Credo sia
ora di tornare a
casa – biascicò – non vorrei che Emmett
si preoccupasse”
Concordai
a malavoglia e,
ancora scossi, ci avviammo verso casa.
Cosa
avevo
intenzione di fare? Mi sono per caso fritto il cervello?
Credo
che
l’unica soluzione sia di buttarmi da una torre, sperando sia
più alta possibile
...
|
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Capitolo 7 *** VI ***
Eccomi con il
mio aggiornamento giornaliero!! Sono brava vero!? ahahahahahah
Credo
però che il prossimo arriverà direttamente lunedi
mattina ... ma non è certo, devo ancora decidere ... dipende
se riesco a terminare l'ultimo capitolo!
Per rispondere
alle domande vi dico che questa storia è composta da 8
capitoli ... quindi ne restano
altri 2 da postare ed io devo solo scrivere l'ultimo che
però è un pò complicato
ç_ç
spero di
riuscirci!! sigh ... vi ringrazio per i commenti e per gli in bocca al
lupo per il mio ragazzo, che sta decisamente meglo, sebbene sia finito
in quarantena >.<'''
Spero
tanto di leggere i vostri commenti!!!
Betato
by Ronnie8437
Capitolo
dedicato a Samy88
(ho
apprezzato tantissimo i tuoi commenti, anche perchè adoro la
tua storia, scrivi benissimo ♥ ps: posta prestissimo)
__________________________________________________________♥
Ero
rintanato nella mia stanza da quasi tre ore. Io
e Bella eravamo tornati a casa restando in religioso silenzio per
l’intero
tragitto e, non appena fatto il nostro ingresso, ci eravamo dileguati
entrambi
nelle nostre camere.
Un’ora
dopo, avevo udito i suoi passi incerti
dirigersi verso la cucina. Dai rumori delle pentole, potevo dedurre
fosse
intenta a preparare qualcosa.
La immaginavo
camminare in punta di piedi,
terrorizzata dall’idea di incontrarmi.
Sospirai
sommessamente, avvilito dai miei stessi
pensieri.
Di Emmett non
c’era traccia. Era svanito da quella
mattina e, stranamente, durante il tempo trascorso con Bella non si era
premurato di telefonarle.
Che strano.
Dal canto mio
non avevo indagato, troppo distratto
da ciò che stava accadendo. Il pomeriggio era trascorso
velocemente - forse
troppo – ma ciò che in quel momento mi
turbava era il pensiero di lei stretta tra le mie braccia.
Come avevo solo
potuto abbandonarmi a
pensieri poco consoni su di lei?
Non potevo non
percepire disgusto per me stesso.
Eppure in quell’istante, tutto era avvolto da uno strano
torpore. Il suo corpo
caldo e morbido, i nostri respiri pesanti e accelerati ...
perché si, anche il
suo respiro era tutt’altro che regolare.
Che avvertisse
anche lei quelle sensazioni? Che
fosse solo imbarazzo?
Nella mia mente
vagliavo ogni ipotesi, attaccandomi
spesso ad appigli assurdi. Desideravo non averla incontrata, desideravo
riavere
quel fratello burlone e libertino che non prendeva alcuna ragazza
seriamente.
Come? Come era
potuto accadere? Perchè
proprio lei?
Tutte le
sensazioni che invadevano il mio corpo
erano nuove, mai avevo sperimentato una tale adorazione. Mai un simile
bisogno
per una persona che non fossi io.
Ero sempre
bastato a me stesso, e credevo che nessuno
avrebbe potuto mutare questa mia natura.
Bella fregatura,
tra tutte le persone di cui è pieno
il mondo proprio di Bella dovevo innamorarmi.
Dio mi odia?
… si, decisamente si.
Il
perché? Non ne ho la minima idea,
sono sempre stato un bravo ragazzo, forse un po’ strano
… ma non ho mai fatto
male ad una mosca. Al massimo al cane di Alice, dopo che lei aveva
tentato di
annegare il mio gatto …
Ma su, era solo
un’innocente vendetta!
“Che
vita assurda …” bisbigliai tra me e me.
Maledizione ...
Avvertii la
porta di casa aprirsi, ed
involontariamente trattenni il respiro quando il vocione di Emmett si
propagò
per la casa.
“Bellinaa!”
– urlò in tono concitato.
Non riuscii ad
udire altro della loro conversazione,
ma la risata cristallina di Isabella non mi sfuggì. Quel
suono tanto delizioso
mi aveva incantato per l’intero pomeriggio.
Sentivo il
bisogno di ascoltarla, di osservarla ...
di bearmi di quell’innocenza racchiusa nei suoi occhi. Della
sua dolcezza e
passione anche per le piccole cose.
Diamine, sembro
un quindicenne alla sua
prima cotta!
Stanco della mia
reclusione, e conscio della
presenza di Emmett, decisi di affrontare il probabile sguardo
inquisitore di
Bella ed abbandonare la mia stanza.
La vita da
recluso non mi si addice … e
non ho certo intenzione di morire di fame!
Oltretutto,
ipotizzai non avesse parlato a mio
fratello di quello che era accaduto, oppure avrei avuto un uomo dalla
stazza di
un orso con manie omicide da gestire.
Emmett sa essere
molto violento. Durante
l’infanzia spesso giocavano ad imitare i lottatori in tv, e
naturalmente io ne
ricavavo sempre un occhio nero, un pugno nello stomaco oppure un
tentato
annegamento in piscina …. Mio fratello aveva la leggera
tendenza ad esagerare.
Leggerissima… non aveva ipotizzato che
il suo fratellino di
cinque anni, il sottoscritto, non fosse in grado di nuotare.
Rabbrividii
pensando alla mia infanzia traumatica.
“Bentornato!”
mormorai salutando mio fratello,
sebbene una lieve nota ironica sfuggì al mio controllo.
“Eddino
– urlò lui. Quel giorno pareva ancor
più
allegro del solito. – ho saputo della gita!”
Mi irrigidii e
voltai il capo verso Isabella, il cui
volto aveva assunto colorazioni intense. Ciò che mi sorprese
fu non notare in
lei alcuna traccia di irritazione o sdegno.
“Già
– replicai mesto. – una giornata
interessante!”
Lui non parve
notare il mio sguardo sfuggente, e
continuò a ciarlare incessantemente delle meraviglie che
Forks nasconde. O
qualcosa di simile …
Certo che mio
fratello è più tonto di un
orso nella stagione del letargo!
Sono seriamente
avvilito per lui …
“Bene
adesso il vostro uomo preferito si concederà
una doccia rilassante – ghignò sotto il mio
sguardo perplesso. Iniziavo a
sospettare avesse fatto uso di qualche sostanza particolare,
perché sul suo
volto era dipinta un’espressione indecifrabile. Estasiata
oserei dire. – quindi
mi congedo!” terminò con un teatrale inchino.
Ok, lo abbiamo
perso!
Arcuai un
sopracciglio, seguendolo con lo sguardo
mentre spariva oltre la porta della sua stanza. Bella ridacchiava
divertita,
scuotendo il capo.
“Non
farci caso …” mormorò sorridendomi
dolcemente,
sebbene il rossore non si fosse totalmente dissolto.
Ti prego
smettila di sorridermi in quel
modo, stai attentando alla mia salute mentale …
Ricambiai con un
sorriso incerto, non riuscivo a
comprendere il significato di quel suo comportamento. Che non si fosse
resa
conto del mio interessamento era da escludere. Sarebbe stato palese
anche ad un
cieco … forse non ad Emmett, ma a qualsiasi persona con un
minimo di acume si.
L’unica
spiegazione plausibile era che tentasse di
ignorarmi per non creare situazioni incresciose, benché a
parer mio fosse tutto
degenerato ormai da tempo.
Il silenzio
calò inevitabilmente, ed io non ebbi il
coraggio di colmarlo con parole vuote ed inutili. Mi accomodai al
tavolo
spezzettando una fettina di pane con le dita.
A completare il
quadro di quella bizzarra situazione
c’era il vocione di Emmett che intonava le parole di
“Power of Love” di Celin
Dion.
____________________________________
Ostentando una
falsa indifferenza, trascorrevo i
giorni scambiando con Bella ed Emmett futili convenevoli. Lo stretto
necessario
per celare lo strazio del mio cuore.
Divertente?
No, per nulla!
Utile?
Forse per gli
altri …
Per me la
situazione era angosciante.
Sbuffai
sommessamente, mentre tentavo di recuperare
la chiave di casa che si era impigliata nella tasca.
Giornata
grandiosa … e non avevo visto
ancora nulla!
Avessi saputo
che il peggio era dietro l’angolo,
sarei fuggito a gambe levate. Proprio come Alice dinanzi ad un negozio
di
marche sconosciute.
Una volta
recuperato l’arnese infernale, la girai
svogliatamente nella toppa aprendo pigramente la porta. Ma
ciò che i miei occhi
misero a fuoco fu devastante.
Il corpo di mio
fratello in versione “senza veli”
sovrastava quello di una ragazza … sul divano
bianco di casa mia.
Oh porca miseria
…
Mi
sentii sprofondare. Il pensiero di Bella tra le sue braccia mi aveva a
lungo
tormentato. Ma vederlo … bhe quella era tutt’altra
cosa.
Non si
erano accorti di me e continuavano imperterriti nella loro
attività sotto il
mio sguardo sbalordito. Desideravo fuggire e dimenticare quella scena
che
probabilmente avrebbe invaso i miei incubi per molto tempo. Ma ero
impietrito.
La
chioma bionda della ragazza ricadeva sul pavimento mentre la stanza era
colma
di ansiti.
Aspetta
… chioma bionda?
I miei
occhi saettarono immediatamente sui capelli biondo cenere
così diversi da
quelli di Bella.
“Oh
mio
Dio!” un’esclamazione di stupore mista a sdegno si
levò nella stanza attirando
l’attenzione dei due amanti.
Mio
fratello sgranò gli occhi con aria terrorizzata notando la
mia figura
appoggiata allo stipite della porta, mentre la ragazza, arrossendo
vergognosamente, tentava di coprire le sue grazie.
Con scarso
risultato oserei
precisare.
“E..
emmett?!” balbettai mentre il mio
cervello era in uno stato di totale black-out.
“Non
è
come credi!” borbottò lui rosso come un gambero,
mentre il suo sguardo saettava
per la stanza alla ricerca dei suoi pantaloni.
Non
è Bella!
All’iniziale
sensazione di gioia un moto d’ira venne sostituito,
comprendendo a pieno quella
scena. Lui, mio fratello stava tradendo Bella. Lui che a breve
l’avrebbe
sposata … lui che aveva accanto una donna meravigliosa ..
La mia
angoscia ed i miei sensi di colpa mi parvero totalmente folli ed
inadeguati.
Avevo temuto di farlo soffrire innamorandomi di Isabella. Avevo
represso i miei
sentimenti per lei, affliggendomi maledettamente pur di non fargli
torto.
Lui
aveva la donna dei miei sogni … e non la meritava, ed io non
avrei indugiato
oltre.
|
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Capitolo 8 *** VII ***
Salveeeee
.. ed eccomi a postare il nuovo capitolo!!! Ho anche un piccolo avviso
da fare ... la storia sarà composta da 8 capitoli + l'epilogo
volevo
terminarla ad 8, ma purtroppo necessitavo di spazio per la fine e ho
dovuto ricorrere necessariamente ad un epilogo!1 lo so lo so ... non so
mai contenermi ... ma almeno questa storia non è arrivata ai
miei soliti 40 capitoli ahahahahahahaha
*capacità
di sintesi di manu=0*
Bene,
tento di porre fine al mio delirio (tutto causato dallo studio delle
tecniche di preservazione dei bambini del 18 secolo ... mi stanno
traviando ... brrrr)
Vi
ringrazio immensamente per i vostri bellissimi commenti, non sapete
come mi fanno piacere!! Per il prossimo aggiornamento credo che
aspetterò di dare il tempo a tutti di leggerlo! kiss
_________________________________________________♥
Con
espressione stravolta
alternavo lo sguardo sulle due figure dinanzi a me.
Credo
sia il
caso di bruciare quel divano …
In
una tale
situazione è normale che io pensi al divano?
Mha
… Sarà lo
schock …
“Emmett
ma cosa hai fatto?”
… ci deve essere un malinteso. È ovvio!
“Non
è come può sembrare!”
sussurrò lui grattandosi imbarazzato il capo.
Non
riuscivo a credere che
mio fratello avesse potuto compiere un atto tanto meschino. Per quanto
fosse
sempre prevalso in lui un lato libertino, lo avevo sempre ritenuto un
ragazzo
buono e dai sani principi.
Quelle
parole furono la
classica “goccia che fa traboccare il vaso”.
Non
mentirmi …
non a me che sono tuo fratello!
“Sono
disgustato!” ammisi
con voce tremula dalla rabbia, prima di sbattere ferocemente la porta
allontanandomi.
È
tutto assurdo
… non può essere.
Vagai
per ore attraverso le
stradine della città senza realmente veder nulla. Tutto
appariva sfocato mentre
nella mia mente le scene a cui avevo assistito si susseguivano
incessantemente.
Impossibile
mi
ripetevo come un mantra.
Avvertivo
un senso di
delusione perforarmi l’anima. Emmett non era mai stato un
grande esempio a cui
ispirarmi. Certo gli volevo bene, ma ero conscio che la sua
impulsività lo
conduceva a compiere azioni non propriamente appropriate.
Ma,
nonostante tutto, lo
avevo sempre e comunque rispettato …
E
a ciò non poteva non
sommarsi la pena per Isabella, che aveva trascorso l’intera
giornata nelle
grinfie di Alice per le prove del suo vestito da sposa.
Maledizione
…
maledizione!
Come
poteva farla soffrire?
Con quale coraggio osava compiere un’azione tanto immonda
contro una creatura
tanto docile e premurosa. Ed io?
Come
avrei potuto
permettergli di protrarre quell’insulsa farsa?
In
quell’istante mi
arrestai.
Non
potevo fingere? Non
avevo motivo per farlo … Isabella avrebbe potuto trovare
qualcuno in grado di
amarla realmente e donarle tutto se stesso senza intrusioni esterne.
Senza
alcuna donna bionda e formosa a reclamare le attenzioni di suo marito.
Non
si merita di
essere schernita in tal modo!
“Al
diavolo Emmett!” sbottai
attirando su di me lo sguardo perplesso dei passanti.
Non
mi curai di nulla,
riprendendo la mia corsa con un nuovo obiettivo: casa di Alice.
Non
avrei esitato oltre, non
avrei retto quella sciocca farsa che non mi aveva portato che angosce
ed
inutili sensi di colpa.
Al
diavolo tutte
le pare mentali che mi sono costruito … vada tutto a puttane!
Come
avrei potuto lasciarla
nelle sue mani, conscio di quanto non la meritasse. La tradiva ed io
non le
avrei permesso di compiere un passo tanto importante con un uomo non
degno di
lei.
Maledizione,
io
la amo e non le farei mai un simile torto!
In
quel momento i miei
sentimenti nei suoi confronti mi soggiogarono tanto da portarmi a
compiere un
atto folle e meschino verso mio fratello, ma non diedi peso alla mia
coscienza.
Proprio come lui!
La
mia Volvo sfrecciava
attraverso le strade della piccola Forks ad una velocità
tutt’altro che
consentita, ma non me ne curai. Il mio solo pensiero era rivolto a
lei…
Lei
che mi aveva
inevitabilmente stregato … lei che desideravo ardentemente!
Pochi
minuti dopo mi trovavo
dinanzi alla lussuosa casa di mia sorella. Possibile che quel folletto
avesse
tali manie di grandezza? Avevo sempre sospettato fosse a causa della
sua
statura, un vero e proprio complesso di compensazione.
Tanto
ormai è
assodato sia pazza…
Bussai
il campanello con
eccessiva irruenza, tanto che la voce di Alice mi giunse non poco
stizzita.
“Chi è?” urlò con una grazia
poco appropriata al suo esile e minuto corpo.
“Sono
io!” bofonchiai senza
nemmeno specificare il mio nome. Ero certo avesse riconosciuto la mia
voce,
anche se stravolta dall’ira.
Lei
sbuffò sonoramente e
aprì il portoncino, permettendomi di entrare. In poche
falcate mi trovavo già
fuori la porta con il volto livido di rabbia, pronto a sfogare la
frustrazione
repressa per troppo tempo.
Alice
mi scrutò sconcertata.
“Edward? Che hai?” biascicò con voce
tremula.
Che
tuo cugino è
un bastardo … ecco cos’ho!
Scossi
il capo nervosamente
senza degnarle di una risposta. “Dov’è
Isabella?” domandai laconico.
Corrugò
le sopracciglia, non
particolarmente convinta. Ma notando il mio stato d’animo
tutt’altro che
propenso alle pacifiche conversazioni, decise di accontentarmi
accompagnandomi
nella sala da pranzo della sua immensa casa.
Bene,
adesso le
dirò quello che ho visto. Il suo quasi marito che si
dilettava in giochini
erotici con una bionda prosperosa.
Magari
potrei
essere meno brusco.
No,
tergiversare
è inutile.
…
Devo
smetterla
di conversare da solo, inizio ad inquietarmi.
Presi
un profondo respiro
prima di avventarmi sulla maniglia in ottone, e ciò che vidi
mi mozzò il fiato.
Bella era in piedi, dinanzi ad un immenso specchio in legno, avvolta
nel suo
candido abito bianco.
Il
tessuto le cadeva morbido
sulle curve sottolineando il suo corpo a dir poco favoloso e terminando
in un
piccolo strascico. Il modello rispecchiava a pieno la sua
semplicità, privo di
quei soliti fronzoli e decorazioni vaporose.
Wow
…
Probabilmente
la mia
espressione doveva essere eloquente perché Alice mi
colpì con uno scappellotto
per ridestarmi dal mio stato di trans, l’occhiata truce che
mi rivolse non mi
sfuggì.
Ehi,
non sono io
quello che tradisce la moglie! Sto solo spogliando con gli occhi la
quasi
moglie di mio fratello …
Non
so quale
delle due situazioni si possa definire meno ributtante.
Sorrisi
amaramente per i
miei stessi pensieri, e tossì leggermente per palesare la
mia presenza a Bella
che, intenta ad acconciare il vestito, non aveva avvertito i miei
passi.
Si
voltò incuriosita
incrociando il mio sguardo.
È
… raggiante.
Il
suo volto esprimeva una
totale felicità ed euforia che mi sentii mancare.
Avrei
infranto i sogni di
una giovane sposa, rivelandole del tradimento del suo compagno? Avrei
avuto il
coraggio di essere complice di colui che avrebbe provocato il suo
dolore?
Io
causa del suo
male?
Il
mio gesto vantava un
altruismo apparente, non le avrei rivelato quella scomoda
verità per il suo
bene … ma semplicemente per il mio.
Per
quel desiderio di
vederla libera da quell’impegno che mi avrebbe privato per
sempre anche solo
dell’infima possibilità di avere il suo amore.
Sono
un egoista!
Mi
nascondo
dietro belle parole e buoni propositi che in realtà non mi
appartengono.
Non
sono che un
vigliacco che si traveste da paladino …
“Edward,
tutto bene?” la
voce melodiosa di Isabella mi riscosse.
“Sei
bellissima!” ammisi con
un sorriso amaro, prima di allontanarmi sotto lo sguardo sconvolto di
Alice.
Mia
cugina ha
compreso …
______________________
La
settimana era trascorsa,
ed era giunto il giorno della cena di prova del matrimonio.
L’apatia mi aveva
totalmente attanagliato.
Gli
eventi mi
trascinano, mi limito ad osservarli come uno spettatore esterno che
ammira la
sua tragedia preferita.
I
tentativi di Emmett di
spiegarmi la situazione erano caduti nel vuoto, ma avevo tenuto fede al
mio
proposito. Non avevo rivelato nulla a Bella …
In
casa non trascorrevo che
poche ore. Le notti con Tanya erano state una costante, e non sapevo se
per
cercare nelle sue braccia una sorta di consolazione o distrazione da
ciò che il
destino mi stava infliggendo oppure per il semplice bisogno di sfuggire
alle
occhiate innamorate dei quasi neo sposini.
Sinceramente,
non so cosa sia peggio.
Mi
piego al
volere di questo destino ingrato. Sono sempre stato un fatalista, ma
mai ho
provato una tale difficoltà ad arrendermi a ciò
che è stato scritto per me.
Ed
adesso eccomi in questo
ristorantino di Port Angeles a festeggiare con vino e cibo di alta
qualità un
matrimonio che si fonda su false premesse.
La
fedeltà … è
poi così importante?
Quante
persone vivono
nell’incoscienza della seconda vita che i propri partner
intrattengono. Quante
unioni felici si fondano su innocue bugie?
Sospiro
accasciandomi sulla
sedia, mentre il mio sguardo vacuo resta nel vuoto.
Non
voglio
vedere perché non potrei mai condividere la loro
felicità … perché tutto ciò
mi
fa male. Mi affligge e mi dilania.
Nonostante
tutto, avvertivo
lo sguardo preoccupato di Alice su di me. Anche lei in questi giorni
aveva
provato a parlarmi.
Ha
compreso
quello che è accaduto, e si è ripetutamente
scusata per aver proposto la folle
idea di ospitarli nella mia casa.
Eppure,
come avrei potuto
portare rancore verso la mia piccola cuginetta che innocentemente aveva
fatto
affidamento sul mio buon cuore? Non poteva certo sospettare che io
fossi
quell’essere immondo che si era miserabilmente innamorato
della donna
sbagliata.
La
moglie di mio
fratello …
Non
sono migliore
di lui!
“Edward,
se vuoi potremmo tornare a casa!” mi suggerì Alice
in un sussurro sommesso.
Le
feci segno di diniego.
Non l’avrei mai privata della gioia di quel matrimonio tanto
auspicabile. Lei
adorava Bella, la trovava graziosa ed intelligente, la perfetta
compagna per
Emmett.
Si
compensano
con le loro evidenti differenze.
Quando
mi ha interrogato sul
motivo della mia irruzione nella sua casa ho mentito.
Lei
non è
consapevole di ciò che appare dietro questa parvenza di
perfezione.
“Goditi
la festa, io ho
bisogno di un po’ d’aria” mormorai in
tono dolente prima di allontanarmi. Notai
lo sguardo preoccupato di mia madre, ma stranamente non me ne curai.
Non
ora …
Purtroppo
la sfortuna pareva
essersi accanita sulla mia persona, perché
nell’immenso giardino disposto
all’esterno della sala, i due festeggiati erano intenti ad
accogliere dei nuovi
ospiti.
Rivolsi
uno sguardo truce ad
Emmett che mi fissava tristemente imbronciato. Sembrava quasi offeso
delle mie
constatazioni e degli insulti che gli avevo rivolto ad ogni nostro
incontro.
Assurdo
…
Una
risata gioiosa attirò la
mia attenzione. La sua risata.
Inevitabilmente
feci qualche
passo verso di loro, richiamato da Jasper che aveva notato la mia
presenza
nell’angolo.
Sbuffai
contrariato eppure
non mi opposi.
Bella
si avvicinò con passo
saltellante ad una ragazza bionda dall’aria familiare,
abbracciandola di
slancio.
“Rose!!”
urlò in tono
concitato.
Fissai
la nuova arrivata per
qualche istante, non curandomi dei bisbigli di Jasper al mio fianco che
aveva
mal interpretato il mio interessamento.
Sono
certo di
averla già vista …
“Bella,
auguri!” esclamò lei
in risposta sorridendo sorniona.
Fu
allora che la riconobbi.
Spalancai
la bocca allibito,
portando il mio sguardo su Emmett che mi osservava con
un’espressione
indecifrabile.
“La
conosci?” domandai a
Bella, tentando in ogni modo di reprimere il senso di nausea che mi
stava
attanagliando.
Non
è possibile,
sarà qui per caso. Una coincidenza!
Eppure
l’entusiasmo nel suo saluto …
“Certo
– esclamò lei
sorridendo gioiosa – è la mia migliore
amica!”
Un
moto d’indignazione mi
pervase e mi voltai verso Emmett, fissandolo infervorato.
“Sei
un mostro!” borbottai
prima di assestargli un pugno in pieno volto.
In
quell’istante rimossi i
miei timori, dimenticai ogni cosa. Ignorai gli sguardi allibiti dei
presenti e
le mie intenzioni di soprassedere su ciò che era accaduto
giorni addietro nella
mia casa.
Vadano
tutti al
diavolo!
“Edward”
avvertii appena la sua
voce chiamarmi in lontananza mentre mi allontanavo a passo svelto dal
mio
inferno, ma non mi voltai.
|
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Capitolo 9 *** VIII ***
Salve,
eccomi qui a postare velocemente l'ultimo capitolo di questa storia
...a cui seguirà poi l'epilogo!
hihihihihihihi XD
qui
capirete le motivazioni del povero Emmy ahahahahahahahahah ... XD nei
commenti ho notato una certa avversione per il nostro povero orso!
hihihihi
cmq
vi ringrazio immensamente per le vostre stupende recensioni
*_______________* ho anche notato che c'erano persone nuove a recesire
e leggere la storia e vi ringrazio tantissimissimo! Mi duole non
riuscire a rispondere ad ognuno ma sono in un pessimo periodo, sommersa
dallo studio e la salute da i numeri XD di bene in meglio!
vabbè
vi lascio al capitolo ... Un enorme bacio a tutti!!!!
______________________________________♥
Fuggii. Come un
bambino che ha compreso di aver
compiuto uno sbaglio dettato dall’impulsività.
Fuggii per non affrontare i
volti sconvolti e contrariati …ma soprattutto, per
allontanarmi dallo sguardo
di Bella.
Nonostante
tutto, non avrei provato ad imporle
quella scomoda verità ad un giorno dalle nozze. E non
perché non l’amassi, ma
perché ero più che conscio non fosse un mio
compito. Una tale azione sarebbe
stata solo il frutto del mio desiderio di averla …
Egoista
…
Con uno scatto
fulmineo montai sulla mia Volvo,
sgommando per le stradine di Port Angeles che mi avrebbero ricondotto a
Forks.
Guidaii per ore senza una precisa meta, conscio di non aver recuperato
la lucidità
necessaria per discorrere con Emmett in modo civile. Ero certo che in
quei
momenti sarei stato solo in grado di scagliarmi contro di lui.
Sono un idiota!
Alla fine decisi
di recarmi nell’unico luogo che in
quel momento avrebbe potuto placare il mio nervosismo. Quel posto
intriso di
quei piccoli e piacevoli ricordi che mi avrebbero cullato, sino a
quando non
avrei ritenuto opportuno rincasare.
Non basterebbe
una notte …
____________________________________
Avevo raggiunto
il piccolo parchetto dove qualche
giorno prima avevo stretto Bella tra le mie braccia.
Patetico vero?
Mi aggrappo a queste
assurde inezie …
Non so quanto
trascorsi in quello stato di semi
incoscienza, riflettendo sui cambiamenti apportati nella mia vita dal
suo
arrivo. Fatto sta che, dopo qualche tempo, avvertii il cellulare nella
mia
tasca vibrare incessantemente. Annoiato, lo tirai fuori notando il
mittente: Alice.
E figurarsi se
quella piccoletta dalle
fattezze di un folletto non decide di intromettersi!?
È
come chiedere ad un cane di non
abbaiare oppure ad Emmett di sposarsi …
Identico!
Mi decisi a
risponderle, sebbene la voglia di
gettare il cellulare nelle ortiche non mi fosse affatto sgradita.
“Dove
sei?” la voce adirata di Alice mi colpì in
pieno.
Forse ho
esagerato … penseranno tutti
che io sia matto.
Sai che
novità..?!
“Potresti
dedicarti a qualcosa che non sia la mia
vita?”
La sentii
sbuffare spazientita. “Voglio sapere cosa
ti è preso – esitò per enfatizzare le
sue parole – in verità vorrebbero saperlo
tutti!” si corresse mesta.
Sospirai
rumorosamente. Non avevo assolutamente
pensato alle conseguenze che avrebbe comportato il mio gesto. Avrei
dovuto
delle spiegazioni ….
Eppure non era
tutta colpa mia!
“Chiedilo
al maritino premuroso. Sono certo lui
sappia il motivo del mio gancio!” replicai stizzito.
Non ero certo io
ad aver tradito la mia quasi
moglie, con la sua migliore amica per giunta!
“Per
favore dimmi dove sei!” domandò nuovamente
addolcendo il tono.
Era conscia
fosse difficile negarle qualcosa quando
sul suo visino si disegnava quel tenero broncio che accompagnava quella
vocina
accorata. Ed ero più che certo che in
quell’istante ostentasse la sua
espressione da “cucciolo di cocker abbandonato”.
“Al
parco!” risposi laconico.
Tanto non
avrebbe demorso sino a quando
non avessi placato la sua morbosa curiosità.
Sospirò
pesantemente. “Bene cuginetto, cerca di non
guidare fino a quando ti sentirai più tranquillo.
– mormorò in tono dolente. –
Restatene lì, l’aria fresca ti
schiarirà le idee!” ordinò perentoria.
Sbuffai
leggermente infastidito, ma non obiettai.
Non avevo alcuna intenzione di lasciare quel luogo.
Ho bisogno di
riflettere … di capire
cosa fare!
Alice comprese
il mio stato d’animo e, dopo un
flebile saluto, concluse la comunicazione, lasciandomi nuovamente ai
miei
pensieri.
Forse dovrei
accettare quella proposta
di lavoro …
La settimana
precedente ero stato contattato da un
importante conservatorio dell’Alaska, in cui mi era stata
proposta una cattedra
di insegnante di pianoforte. L’idea mi aggradava non poco,
ma, conscio della
tristezza che avrei arrecato a mia madre e alla mia famiglia
allontanandomi,
avevo ponderato l’idea di rifiutare.
Ma, ora come
ora, forse un cambiamento
potrebbe essere opportuno …
____________________________________________________
Inevitabilmente
i miei pensieri erano tornati su di
lei, su Bella.
Probabilmente mi
avrebbe odiato per aver rovinato la
sua cena di prova prendendo a pugni lo sposo.
Non che lui non
lo meritasse … affatto!
Sono certo che, se fosse a conoscenza della verità, non
esiterebbe a fare
altrettanto.
Peccato non
sappia nulla …
“C’è
stato un malinteso” un mormorio sommesso
proveniente dalle mie spalle mi fece sobbalzare.
Chi diamine gira
per i parchi alle
quattro di notte, oltre ai depressi assalitori di fratelli?
Aprii gli occhi
di scatto, annegando il quel mare di
cioccolato del suo sguardo.
Maledizione,
credo di non aver mai avuto
la possibilità di incrociare occhi tanto espressivi
… sono meravigliosi. Potrei
stare qui a fissarla in eterno senza stancarmene!
Un lieve rossore
imporporò le sue guance e distolse
immediatamente lo sguardo.
“Emmett
non mi stava tradendo!” Continuò iniziando a
fissare un pioppo poco distante da noi.
La sua frase mi
riscosse dal mio stato di
contemplazione tutt’altro che discreta.
Cribbio, si
sarà accorta che la fissavo
adorante?
“Come
scusa?” ribattei in tono leggermente acido,
comprendendo il significato delle sue parole.
Certo .. lui
avrà assicurato della sua
buona fede e del suo amore!
E magari
confessandole che prima di lei
era addirittura vergine … si sarà dimenticano
della cinquantina di biondone
alias galline ossigenate che si era strapazzato per anni.
“Non
mi stava tradendo!” ripeté scandendo ogni
sillaba con studiata lentezza.
Certo
… e magari il pazzo visionario
sono io!
“Già”
replicai atono richiudendo gli occhi.
La sentii
sospirare sommessamente. “Se solo lo
avessi saputo, gli avrei chiesto di raccontarti la verità.
Ma quel caprone di
tuo fratello è troppo apprensivo!”
confessò in un flebile sussurro.
Socchiusi un
occhio volgendo la mia attenzione alla
sua figura seduta accanto alla mia. Rannicchiata con le ginocchia al
petto
ostentava un’aria serena e tranquilla.
Possibile non
sospetti nulla?
Decisi di non
rispondere, fingendo
indifferenza,indignato ed offeso per non essere stato creduto.
Cosa ti
aspettavi sciocco? Lui è l’uomo
che ama e tu sei un perfetto sconosciuto!
“Emmett
è un grande amico – mormorò
stancamente. – è
stato un enorme supporto negli ultimi quattro anni!”
Già,
bravo il mio dolce fratellone
traditore … negli ultimi quattro anni …
Aspetta
…
Ha detto quattro
anni?
Quella frase
canalizzò immediatamente la mia
attenzione su di lei, e non potei evitare di scattare a sedermi in
attesa di un
ulteriore delucidazione.
Credo di essermi
perso qualcosa!
La mia
espressione dovette essere eloquente perché,
accennando un sorriso, riprese a parlare lesta.
“Emmett
è il mio vicino di casa – spiegò
pacata. – è
la prima persona che ho incontrato quando sono arrivata
dall’Italia.”
Stavo per
interromperla ma lei mi bloccò
prontamente, facendomi segno di ascoltare.
Le sue dita
presero a giocare nervosamente con una
ciocca. “Vedi, il mio visto di soggiorno scadrà
esattamente tra nove mesi, e
tuo fratello mi sta dando la possibilità di non lasciare
questa terra
meravigliosa!” annunciò con evidente
difficoltà.
Strabuzzai gli
occhi sconvolto.
Quel genio di
mio fratello si sta dando
alla frode?
Oh mio Dio
… deve essere impazzito!
Aspetta
… qui c’è un dettaglio più
importante da approfondire.
Ragiona Ed, ha
detto che sono solo amici?
Inevitabilmente
le posi domande a raffica, bisognoso
di comprendere i motivi che li avevano spinti a compiere un simile
gesto,
inscenando delle nozze che sarebbero terminate l’anno
successivo con un
divorzio consenziente da entrambe le parti.
Isabella mi
spiegò ogni cosa. A quanto pareva, si
erano conosciuti il giorno del suo arrivo e mio fratello da gentiluomo
si era
immediatamente offerto di aiutarle a trasportare gli innumerevoli
scatoloni.
Naturalmente non aveva esitato a corteggiarla, ma dopo bene poco si era
reso
conto che Bella non era il genere di ragazza da una sola notte ed aveva
demorso. Ciò però era stato l’esordio
di una profonda amicizia. Mio fratello
era stato conquistato dalle doti culinarie di Bella che lo viziava con
i suoi
manicaretti, e lei dalla gentilezza di quel ragazzone
dall’aspetto di un orso
ed il cuore di zucchero.
Si aiutavano
vicendevolmente istaurando un rapporto
quasi fraterno, ed Emmett si era addirittura eletto a suo protettore da
tutti
coloro che usavano turbare l’animo della sua avvenente
sorellina minore.
Decisione
arbitraria quella di prenderla
sotto la sua ala. Ma in fondo, come si fa a negare qualcosa a
quell’eterno
bambino?
A detta di
Bella, mio fratello aveva terrorizzato a
morte un suo collega di lavoro solo perché aveva osato
rivolgersi a lei in modo
che aveva considerato poco consono. Il povero malcapitato non aveva
avuto più
nemmeno il coraggio di incrociare il suo sguardo.
Emmett deve
sempre esagerare …non
conosce la moderazione o la razionalità. Agisce di impulso.
Bhe, non
è che io mi sia comportato
diversamente in questo periodo!
Lo scorso anno,
a Bella era pervenuto un documento
che attestava la mancata validità del suo visto e che, di
conseguenza, le
annunciava che era costretta a tornare in Italia entro la data
prestabilita. Saputa
la notizia, mio
fratello si era impersonato nel ruolo di frodatore professionista.
Io mi domando
come può averlo solo
pensato, considerando che non è nemmeno in grado di mentire
al commesso del
negozio di dolciumi. Tutta colpa della sua smodata passione per quelle
caramelle gommose che si ostina a fingere di comprare per la sua
nipotina.
Nipotina
inesistente per giunta!
…
Intanto
è riuscito a raggirare tutti
noi, con questa storia del matrimonio!
Bhe …
E io vivevo
anche con loro …
Forse in quanto
ad acume posso far degna
concorrenza ad Emmett.
Ammisi,
avvilito, la cruda realtà. Ero stato
raggirato come un pollo e avevo sferrato un pugno a mio fratello che,
nonostante tutto, stava cercando di compiere una buona azione ed
aiutare una
sua amica.
Certo che sono
proprio un genio!
Sospirai
sommessamente una volta che Bella ebbe
terminato il suo racconto. Avevo frainteso ogni cosa e mi sentivo non
poco
mortificato per il comportamento che avevo ostentato.
Bella mi sorrise
comprensiva, forse comprendendo i
pensieri che si alternavano confusamente nella mia mente
bacata.“Ti ringrazio
per aver preso le mie difese!” mormorò chinando il
capo imbarazzata.
Non
smetterò mai di pensare che quel
rossore le dona tremendamente! È bellissima …
“Prego!
– sussurrai. In quell’istante mi premeva
porle una domanda che reputavo “vitale” –
domani vi sposerete?”
Diedi voce ai
miei pensieri. Sebbene comprendessi a
pieno le sue motivazioni e non potessi biasimare mio fratello per la
sua
scelta, l’idea che fossero legati da un simile vincolo mi
infastidiva non poco.
Che effetto mi
fai!? Mi stai portando
inconsapevolmente sull’orlo della follia … eppure,
se ciò significa starti
accanto e poterti ammirare non mi importa affatto!
La vidi
scrollare le spalle. “No – replicò mesta
abbozzando un sorriso triste. – questa storia ha causato fin
troppi disagi alla
tua famiglia, e non credo sia giusto prenderci gioco di
tutti!” ammise in tono
ora più risoluto.
Involontariamente
emisi un sospiro di sollievo.
Una risatina
divertita proruppe dalle sue labbra
piene e non potei non rivolgerle uno sguardo perplesso.
Che soffra di
sbalzi d’umore?
…
inizio a sospettare che la pazzia dei
Cullen sia trasmissibile.
“E poi
sono certa di una cosa – bisbigliò in tono
cospiratore. – che Emmett voglia chiedere a Rosalie di
sposarlo!”
Un’altra
volta? Da quando uno che considerava il
matrimonio un inutile fandonia in cui gli solo gli uomini sciocchi
cadevano, si
ritrovava con due donne da voler sposare!?
Wow ..
Dovette notare
la mia eloquente espressione di
stupore.
“Questa
volta per davvero!” continuò, scoppiando in
una melodiosa risata.
“Ma da
quanto stanno insieme?” chiesi incuriosito da
quella faccenda che mi risultava tutt’altro che nota.
Lei parve
pensarci. Come ogniqualvolta che si
perdeva nella sue riflessioni, si disegnò una piccola ruga
tra le sopracciglia.
Ha
un’aria così buffa e tenera!
“Un
anno credo – ribatté insicura - la conobbe ad
una cena a casa mia!”
Un dubbio mi
assalì. Possibile che questa Rose
avesse permesso una simile follia?
“E lei
non ha contestato la balorda idea di Emmett?”
Bella scosse il
capo mestamente. “Mi confessò che
non voleva partissi e che, se quella era l’unica soluzione,
non si sarebbe
opposta – increspò le labbra in un leggero ghigno.
– e poi sarebbe stato
impossibile fermare Emmett che era già corso su internet ad
informarsi su di un
sito “matrimonio da principesse!”
Scoppiammo a
ridere entrambi, immaginando
quell’omone dalla stazza di un orso che organizzava il
matrimonio dei suoi
sogni.
“Emmett
è molto più romantico di quello che si possa
immaginare!” mi confidò lei, sfoggiando quel
sorriso dolcissimo per cui avrei
ceduto a qualsiasi richiesta.
Anche prendere a
pugni mio fratello nel
bel mezzo della sua festa di prova del matrimonio.
Ah no, questo
l’ho già fatto!
“Infatti
ad ogni contestazione mia e di Rose, che
non abbiamo esitato a mettere in dubbio la sua virilità, si
limitava a
replicare che doveva dare sfogo alla sua vena romantica repressa troppo
a
lungo…”
Alzai gli occhi
al cielo con fare esasperato. Non
cambierà mai …
“Bhe,
sono contenta tu mi abbia ascoltata!” esclamò
Bella con tono entusiasta.
Già,
ma io ho devo assolutamente
rimediare …
“Credo
di dovere delle scuse a mio fratello!” ammisi
con rimorso.
Bella scosse il
capo energicamente “Emmett non vuole
le tue scuse … ma solo che tu torni a considerarlo il tuo
fratellone con
qualche rotella fuori posto!”
… il mio
fratellone!
|
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Capitolo 10 *** Epilogo ***
Salveeeeeeeeeeeeeeeeeee
ed eccomi a postare l'ultimo capitolo, l'epilogo, di questa
ff!!! Vi voglio ringraziare per il vostro sostegno e le vostre stupende
recensioni che mi hanno invogliato a scriverla e postarla
super velocemente XD
Non
potete immaginare quanto abbia gongolato ... grazie grazie mille!!!
questo è stato un piccolo esperimento ... ho
sempre scritto ff lunghissime (oltre i 40 capitoli) e questa volta
volevo scrivere qualcosa con un ritmo + veloce ...
Spero
vivamente che vi piaccia questa fine e spero ti conoscere un vostro
parere in merito (bello o brutto che sia) !!!!
Bhe
che dire ... GRAZIE INFINITAMENTE! ♥
(Si
lo so, sono ripetitiva)
ps: se vi interessa, nel mio profilo potrete trovare altre mie storie!!
XD
kiss
CAPITOLO
DEDICATO A vampyromantica
(gemeeeeeeeee
chiedo perdonooooo ... non volevo dimenticarmi di avvisartiiii!! In
compenso ti dedico il capitolo di questa mia ultima storiaaa kiss)
BETATO
BY RONNIE8437
____________________________________
EPILOGO ♥
Pov
Bella
Erano
trascorsi due mesi dal
mio tentato finto matrimonio. Avevo dissuaso Emmett dal continuare
quella folle
farsa, ed il giorno successivo ero fuggita a New York. Mi vergognavo
per ciò
che era accaduto, ma non era il solo motivo della mia fuga.
Durante
la mia permanenza a
Forks avevo avuto modo di conoscere Edward. Emmett me ne aveva parlato
spesso,
lo elogiava di continuo e mi aveva turbata non poco aver rischiato di
incrinare
il loro rapporto.
Ma
il problema maggiore era
un altro, avevo compreso di provare qualcosa per lui.
Qualcosa
al di la della
semplice ammirazione o dell’amicizia.
Un
tonfo sordo mi fece
sobbalzare e mi voltai con sguardo risentito verso la mia gatta.
“Briciola,
smettila di
saltare sui mobili” l’ammonii raccogliendo i cocci
del vaso infranto, mentre
lei sgattaiolava allegramente verso il balcone.
Bhe
una cosa in
meno da portare.
Ero
intenta a terminare di
riempire gli scatoloni da inviare in Italia. Il mio visto sarebbe
scaduto tra
qualche mese, ed era sempre mia abitudine non indugiare troppo. Sarei
partita
la prossima settimana, abbandonando la Grande Mela per tornare a
Volterra.
Restare in America avrebbe comportato solo mesi e mesi di rimpianti su
ciò che
avrei voluto fare, o preda del timore di ciò che sarebbe
accaduto con il mio
trasferimento.
Un
taglio netto
è più opportuno.
Il
campanello della porta
attirò la mia attenzione, ed incuriosita mi diressi verso lo
spioncino. Non
attendevo visite per quella giornata, il camion dei trasporti sarebbe
passato
la mattina seguente.
Osservai
la figura
dall’altro capo della porta e per poco il respiro non mi si
mozzò in gola. Un
ragazzo dai capelli ramati e gli occhi di un intenso verde fissava la
porta con
aria ansiosa.
Oh
mio Dio. Cosa
ci fa Edward qui?
Non
lo vedevo dalla sera
della mia presunta festa di prova. Avevamo trascorso quasi tutta la
notte al
parco e gli avevo spiegato ciò che legava me ed Emmett. Ero
stata sorpresa di
notare quanto a cuore avesse preso la mia situazione, tanto da colpire
suo
fratello per avermi tradita.
Non
potevo non sentirmi
lusingata da ciò. Ma ero ben conscia che un ragazzo come
lui, con i suoi saldi
principi morali, era stato spinto verso un simile atto solo
perché contrariato
dall’azione ripugnante di suo fratello.
Benché
Emmett fosse
totalmente innocente .
“Bella?”
sussurrò forse
udendo il mio respiro pesante.
E
adesso che
faccio? Mi ha sentita, non posso scappare.
E
perché
dovresti scappare? Non hai fatto nulla di male …
Ma
non comprendo
il motivo per il quale sia qui, fuori dalla mia porta!
Che
sia successo
qualcosa ad Emmett?
Leggermente
ansiosa per le
conclusioni a cui ero giunta, mi apprestai ad aprire la porta.
“Edward!”
lo salutai
palesando il mio stupore.
Lui
si limitò ad un cenno
del capo torcendosi nervosamente le mani.
Adesso
inizio a
preoccuparmi …
“Posso
entrare?” domandò
tenendo gli occhi bassi.
Annuii
e gli feci spazio,
richiudendo poi la porta dietro di me. Fui sorpresa di notare il suo
abbigliamento piuttosto elegante.
“Edward,
mi stai facendo
preoccupare!” bisbigliai reprimendo il mio imbarazzo, sebbene
fossi certa che
le mie guance normalmente ceree avessero assunto un colorito purpureo.
Lui
alzò lo sguardo
fissandomi intensamente e lesto si pose in ginocchio dinanzi a me
porgendomi
una scatolina di velluto blu. “Isabella, vuoi diventare mia
moglie?”
…
…
Eh?
Oh
mio Dio, non
può averlo detto davvero? Mi ha chiesto di diventare sua
moglie?
Lui?
Io?
Me?
…
Aspetta,
ragioniamo. Noi nemmeno ci conosciamo. Le settimane che abbiamo
trascorso
assieme non sono certo un tempo valido per una proposta di matrimonio.
E
soprattutto tra noi non c’è nulla!
Uhm
… questo
vuol dire solo una cosa … Emmett!
Fissai
Edward con evidente
stupore senza riuscire a reprimere un certo disappunto. Era
un’idea folle. Come
potevano aver anche solo pensato ad una simile opzione. Questa farsa
aveva
rischiato di mandare in frantumi la famiglia Cullen e non avrei certo
commesso
lo stesso errore, soprattutto considerando la mia attrazione per Edward.
Si
certo,
chiamiamola attrazione. Sminuiamo questa ossessione che ho nei suoi
confronti …
“Emmett deve essere impazzito.
Come ha potuto
convincerti a fare questo? – biascicai avvilita e preda di un
folle imbarazzo.
Possibile che il mio fratellone avesse perso il senno? – mi
dispiace Edward,
sono mortificata …”
Stavo
per prodigarmi in
mille scuse per ciò che era accaduto, ma fui prontamente
interrotta da lui che
mi osservava con un’espressione corrucciata.
“Emmett
non sa nulla! -
affermò risoluto fissandomi intensamente – tu mi
piaci. Mi piaci moltissimo sin
da quando ti ho vista alla cena di presentazione. I tuoi modi sobri e
dolci, i
tuoi gusti e le tue passioni così simili alle mie. Il tuo
viso, le tue
espressioni … tutto!” ammise rosso in
volto.
Lo
osservai non poco
perplessa, non comprendendo cosa potesse trovare in me di tanto
interessante.
Lui, un ragazzo stupendo ed interessante, dotato di grande intelligenza
… cioè
lui aveva tutto e questo era innegabile.
Ed
io? Nulla più che una semplice ragazzetta goffa e sbadata.
“Bella,
io sono innamorato
di te! – confessò. – Sposami!”
“Non
posso … “
Questa
fu la mia unica
risposta.
__________________________________________
Pov
Edward.
Erano
trascorsi ben cinque
anni da quando avevo lasciato l’America chiudendo una fase
della mia vita e
dando inizio ad una decisamente migliore.
“Delia?
– urlai attirando
l’attenzione della piccola bambina che trotterellava per la
stanza rincorrendo
il nostro povero gatto. – delle volte sei peggio di tua zia
Alice!” mormorai
scuotendo il capo mentre smontavo l’ennesimo lampadario.
Ed
era vero. La piccolo
Delia mi ricordava sempre più spesso la mia folle cuginetta,
soprattutto per la
sua passione smodata per il gatticidio.
Meno
male che
non abbiamo piscine.
“Papiii,
quando torna
mamma?” biascicò mettendo su un delizioso broncio.
Ridacchiai
prendendola in
braccio ed accompagnandola nella sua stanzetta, dove gli ultimi
vestitini
giacevano sul letto in attesa di essere riposti negli scatoloni.
Cinque
anni prima avevo
proposto a Bella di sposarmi, ma con mio disappunto mi aveva rifiutato.
Aveva
compreso quanto la mia idea fosse folle e personalmente, ripensandoci
ora, non
potevo darle torto. Avevo agito in modo impulsivo. Quando lei era
fuggita da
Forks avevo sofferto tremendamente. La volevo, ed ero più
che certo di amarla.
Così, sotto le pressioni di Alice, mi ero deciso a
raggiungerla a New York
offrendole io stesso la possibilità di non abbandonare
l’America.
Naturalmente
riteneva
impensabile sposare una persona che, per quanto amasse, non conosceva
abbastanza. Desiderava avere un vero matrimonio, e non uno ordinato
dagli
eventi e dalla sua imminente partenza. Così mi aveva
rifiutato annunciandomi
che sarebbe partita per l’Italia la settimana seguente.
Ma
non partii da sola!
La
seguii nel suo paese
natale, dando inizio alla nostra storia da cui tre anni fa è
nata la piccola
Delia e la sua gemella Renesme. Due bambine adorabili.
Delia
era la perfetta copia
di sua madre con i capelli castani e gli occhi color cioccolato, mentre
i
tratti somatici di Renesmee erano molto più simili ai miei,
così come il colore
dei capelli, mentre gli occhi li aveva ereditati da sua madre.
La
mia famiglia!
Sorrisi
come un ebete,
mostrando un’espressione adorante alla mia piccina che aveva
recuperato la sua
bambola formato gigante trascinandola per i capelli nella stanza della
sorella.
“Amore?”
La
voce di Bella mi riscosse
e mi precipitai all’entrata per aiutarla con la miriade di
pacchi che era
andata a recuperare. Le baciai delicatamente le labbra, sorridendo del
suo
aspetto buffo. I capelli arruffati le ricadevano sulle spalle e le gote
rossissime davano al suo viso un aspetto dolcissimo.
“Piccola,
ti avevo detto che
non era il caso di affaticarti!” l’ammonii
leggermente contrariato. La mia
adorata mogliettina non riusciva a star buona nemmeno durante la
gravidanza.
Ebbene
si, era in arrivo il
nostro terzo pargolo. Un maschietto.
Lei
alzò gli occhi al cielo,
ignorandomi bellamente. “Dobbiamo sbrigarci, tra sei ore i
trasportatori
verranno a recuperare gli ultimi pacchi e tua cugina ci ha prenotato i
biglietti per domani mattina!” mi comunicò.
“Non
avremmo dovuto
affidarci a lei – soffiai incrociando le braccia. –
come al solito ci ha
costretti a far tutto di fretta!”
Sul
suo volto si disegnò un
sorriso comprensivo. “Vuole rivedere le sue nipotine, mi
sembra giusto!”
Alzai
le braccia al cielo,
esasperato. “Non vedo il motivo di tutta questa fretta.
Stiamo tornando a
vivere in America, adesso potrà deviare le mie bambine con
la sua mania dello
shopping!”
Sospirò
sommessamente.
“Credo che Delia sia sulla buona strada
…” mormorò scuotendo il capo e
riponendo gli ultimi libri nello scatolone!”
Mi
avvicinai lentamente,
poggiando le mani sull’evidente pancione sorridendo e
beandomi dei piccoli
movimenti del mio bambino, sotto le carezze della mia Bella.
Avevo
finalmente la mia
famiglia felice!
Fine!
|
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Capitolo 11 *** Extra - Pov Bella ***
Salve!
Immagino sarete sorpresi di leggere un aggiornamento di questa storia
che ormai era stata terminata da tempo!
Bhe, ho deciso di ampliarla inserendo i POV Bella della storia XD, ho
notato che ci sono parecchi vuoti quindi ho pensato di colmarli, anche
perchè questa ff mi ha sempre divertita parecchio!
Ok, smetto di blaterare e vi lascio al chappy
Per gli spoiler dei capitoli delle varie storie che ho in corso e per
info varie potrete visitare il mio blog!
Un bacione a tutte! ^^
«
Emmett, sei sicuro sia una buona idea? »
mormorai per l’ennesima volta, agitandomi nervosamente sul
sedile del taxi.
Ci
stavamo dirigendo al ristorante dove avrei avuto
l’opportunità di conoscere la sua famiglia, a cui
mi avrebbe presentata come la
sua fidanzata.
Peccato
la situazione fosse ben diversa.
La
sua proposta inaspettata era sopraggiunta in seguito
all’ordine di espulsione dal paese a mio danno, a causa del
quale sarei dovuta ritornare
in patria, entro i prossimi mesi. Così, Emmett, mio vicino
di casa ed amico, si
era proposto per una messa in scena che mi avrebbe permesso di non
lasciare l’America.
Folle?
Decisamente…
Allora
per quale
motivo avevo accettato?
In
merito non avevo ancora una spiegazione che potessi
definire plausibile; avevamo annunciato a tutti la nostra intenzione di
sposarci e, senza esplicitare le reali ragioni della decisione, ci
apprestavamo
a convolare a nozze, dinanzi a parenti ed amici.
«
Ti
adoreranno! »
esclamò, sorridendo
sornione.
Mi
aveva parlato
spesso della sua famiglia, durante le serate trascorse davanti alla tv,
muniti
della consueta vaschetta di gelato. Era seriamente affezionato a tutti
loro e
quando narrava le epiche disavventure di suo fratello Edward e della
pestifera
Alice, sua cugina, il senso di calore che trasmetteva era inaudito.
Emmett era
una persona meravigliosa. Un ragazzo estremamente dolce che tentava di
nascondere quel suo lato tenero dietro l’ilarità,
talvolta inappropriata.
Rammentavo
ancora le
imbarazzanti conversazioni avute sul mio pianerottolo dopo il suo
trasferimento, per non parlare del timore che mi aveva procurato la sua
stazza.
Aveva una corporatura tutt’altro che discreta, nel suo metro
e novantanove
sembrava quasi una montagna, per non parlare delle spalle larghe e
degli enormi
bicipiti.
Si,
al nostro primo incontro il mio unico pensiero era quello
di fuggire a gambe levate!
A
suo confronto io
apparivo ancora più minuta, non che ci volesse molto, ma era
ugualmente
inquietante camminare al suo fianco. Mi sentivo quasi una bambina e
forse era
anche per quello che la sua presenza mi conferiva una sicurezza ed un
senso di
protezione che non provavo ormai da anni.
Mi
ero trasferita in
America lasciando la mia casa ed i miei affetti per intraprendere la
carriera
di giornalista ed una parte di me, di tanto in tanto, rimpiangeva quei
sacrifici. Non potevo negare che in quel tempo la mia famiglia mi era
mancata.
Emmett,
però, in
qualche modo era riuscito a colmare quel mio vuoto.
Era
quella persona
vera e sempre sincera su cui sapevo di poter contare in ogni momento ed
in ogni
occasione, anche solo per chiacchierare. Rosalie sarebbe stata
fortunata a
sposarlo…
Già,
a complicare la
situazione già di per sé inconsueta
c’era la sua fidanzata, nonché mia migliore
amica, che per qualche oscuro motivo si era prestata alla nostra farsa,
rimandando il loro matrimonio di qualche anno.
Sospirai
sommessamente.
«
Ci stiamo beffando di loro. »
puntualizzai indispettita.
Alzò
gli occhi al cielo reprimendo uno sbuffo contrariato.
«
Lavori
qui, hai una bella casa ed una bella vita, perché rinunciare
a tutto questo
quando io posso offrirti l’opportunità di
rimediare? »
Corrugai
la fronte. «
Ancora
non comprendo come Rose possa sopportare questa situazione, al suo
posto
impazzirei. »
Scrollò
le spalle con
disinvoltura. «
Se ci siamo conosciuti è merito tuo e poi sai
benissimo che ti adora! –
sentenziò pacato. – Oltretutto sa che non
c’è mai stata alcuna malizia nella
mia proposta. »
«
Questo è ovvio! » asserii
imbarazzata.
Tentò
di mascherare
un sorriso, increspando le labbra in un finto broncio. «
Così mi ferisci. –
sbottò, portando teatralmente la mano al petto. –
Sono tanto brutto da non
destare in te la benché minima attrazione? »
Ridacchia,
dandogli
un buffetto sulla spalle e scuotendo il capo rassegnata. Emmett non
sarebbe mai
cambiato… forse per questo lo adoravo indiscutibilmente. Per
me era quel
fratello maggiore che non avevo mai avuto, ma che avevo sempre
desiderato. Ricordavo
i suoi tentativi di difendermi da qualsiasi ragazzo non riteneva alla
mia
altezza…
Forse
è per questo che
non frequento nessuno da un bel po’, con lui accanto nessuno
si era mostrato
tanto temerario da corteggiarmi!
Sbuffai
contrariata. «
Smettila di fare il buffone. – lo ammonii, prendendo un
profondo respiro. –
Siamo quasi arrivati e noi dobbiamo ancora finire di concordare la
nostra
storia. » gli rammentai caustica e tremendamente tesa.
Non
ero mai stata un’ottima
bugiarda e la recitazione non era di certo la mia arte. Come sarei
riuscita a
resistere le prossime settimane mentendo spudoratamente ai Cullen,
alloggiando
addirittura da uno di loro?
Non
si prospetta affatto bene!
«
Dobbiamo tenere un
basso profilo ed eludere gli argomenti pericolosi! »
sentenziai, massaggiandomi
le tempie per far scemare la tensione.
«
Siamo i futuri
sposi… è inevitabile che saremo al centro
dell’attenzione. » puntualizzò con
ovvietà, fissandomi di sbieco.
Il
lamento che sfuggì
alle mie labbra fu più che eloquente.
«
Bella, non vedo
dove sia il problema. – sospirò esausto. - Siamo
innamorati e stiamo per
sposarci. Ci siamo conosciuti grazie ad un intervista fatta dal tuo
giornale.
Il resto sono tutte cose vere, quindi non dovrai mentire su altro! »
Annuii
svogliatamente.
« Omettendo il fatto che tu sei fidanzato con
un’altra, che poi è la mia
migliore amica e che convivete insieme da quasi sei mesi. »
«
Pignola! »
«
Ammettilo, questa
situazione ti diverte! » soffiai irritata.
Ghignò
sfrontatamente.
« Minimo! – esclamò esaltato.
– Già immagino le loro facce quando ti vedranno.
»
sentenziò, scoppiando a ridere senza ritegno, lasciandomi
spaesata.
Eh?
Ho la sensazione di essermi persa
qualcosa…
«
Perché? » mormorai
allarmata, recuperando uno specchietto dalla borsetta, alla ricerca
dell’imperfezione
che poteva aver destato le sue risa incontrollate.
A
meno che io non abbia disegnato in
volto una scimmia che balla la samba credo che nulla possa giustificare
le sue
risate!
Si
asciugò le
lacrime, tentando di ricomporsi, sebbene con scarso risultato.
« Diciamo che
non sei propriamente il mio tipo! »
Corrugai
la fronte,
fissandolo perplessa. Non ero una grande bellezza, di questo ahimé ne ero ben consapevole,
ma non mi
pareva cortese esternare il suo pensiero con una tale non curanza.
«
Ah… »
«
Cosa hai capito? –
si affrettò a spiegare forse notando la mia espressione
corrucciata e si… anche
leggermente offesa. Sono pur sempre una
donna! – intendevo che
sei molto intelligente, colta e timida. »
Arcuai
un sopracciglio,
irritata dal suo palese tentativo di rimediare alla sua constatazione.
«
Rosalie è intelligente e colta! » ribattei mesta.
«
Ma non timida e ha
un carattere forte ed estremamente altezzoso. »
precisò lui, sorridendo
compiaciuto.
Mi
lasciai scappare
un risolino, notando la sua espressione quasi venerante. Rose
probabilmente era
l’unica persona in grado di tener realmente testa ad Emmett,
l’unica capace di
piegarlo e raggirarlo a suo piacimento. Erano una coppia decisamente
bizzarra
ma molto affiatata.
Lei
era sempre stata
tremendamente orgogliosa, era impossibile arrecarle offesa senza
destare la sua
ira e, la sua fermezza e la sua risolutezza, erano qualcosa che con il
tempo le
avevo spesso invidiato.
«
È molto sicura di sé.
» rimuginai, sottolineando l’ennesima differenza
tra noi due. Talvolta ancora
mi chiedevo cosa avesse permesso alla nostra amicizia di nascere,
avendo ben
poco in comune.
« Appunto! Avresti
dovuto vedere le ragazze
con cui spesso mi sono presentato dai miei! »
Lo
fissai perplessa,
invitandolo a continuare, benché una parte di me non fosse
totalmente certa di
voler entrare nel dettaglio. La mente di Emmett si era rivelata spesso
machiavellica.
«
Oche senza cervello,
ma dal corpo da sballo. » spiegò candidamente,
lasciandomi esterrefatta.
«
Che? – biascicai esterrefatta.
- Non ti ci vedo per nulla… » affermai, mal
celando la mia sorpresa.
Che
fosse affascinato
dalle donne particolarmente belle non era un mistero, la stessa Rosalie
con la
sua corporatura statuaria ed i suoi capelli biondo cenere era stata
definita da
molti miei colleghi e amici una “vera bellezza per gli
occhi!”, ed io non
potevo che concordare. Ma Emmett non mi pareva il tipo interessato
semplicemente all’aspetto esteriore, era sin troppo
intelligente per sminuirsi
in tal modo. Se le presentava alla sua famiglia doveva di sicuro essere
interessato a loro per più di una semplice ed innocua
scappatella!
Possibile
che quelli
fossero stati realmente i suoi gusti? In quel momento mi appariva
improbabile,
eppure…
Non
potei impedire ad
una certa delusione di farsi strada dentro di me.
Scosse
il capo
avvicinandosi con fare cospiratore. « Diciamo che
approfittavo delle suddette
fanciulle per deridere mio fratello per la sua espressione indignata!
»
«
Ma sei un mostro! »
esclamai sdegnata.
Razza
di bastardo manipolatore!
«
Se tu avessi avuto
un fratello come Edward e la sua moralità avresti ritenuto
divertente il mio
scherzo! » contestò evidentemente frustrato dalla
mia reazione.
Sperava
davvero che
appoggiassi una tale follia?
«
E quelle povere
ragazze? Sapevano dei tuoi raggiri? »
Scrollò
le spalle
disinteressato. « A loro bastava farsi vedere in giro con me
e divertirsi, il
resto contava ben poco. »
«
Prima dell’arrivo
di Rosalie dovevi divertirti parecchio. » mormorai caustica.
«
Gelosa? » ribatté.
Alzai
gli occhi al
cielo, esasperata. « Si amore, gelosissima! - esclamai
fintamente accorata. –
Per non parlare di quanto mi
lusinghi
sapere di essere l’ultima delle prese in giro alla tua
famiglia! »
«
Chiuderò in
bellezza! »
«
Idiota. » sibilai,
stringendomi le braccia al petto.
Quella
situazione si
prospettava più complessa ed inquietante di quanto avessi
mai potuto
immaginare.
|
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Capitolo 12 *** Extra - Pov Bella ***
Buon
fine settimana! Eccomi con il secondo capitolo del Pov Bella! Credo si
noterà che adoro infinitamente Emmett, lo ammetto,
è uno dei miei personaggi preferiti. Bhe, vi ringrazio per i
divertentissimi commenti, mi hanno fatto seriamente piacere, e anche
per chi ha inserito questa storia tra preferiti e seguiti. Non posso
che esserne lusingata ahahah XD GraZie Grazie!
Troverete a fine pagina le
risposte ai commenti, nel blog invece ci saranno gli
spoiler... sarà costantemente aggiornato ^^
Che
altro dire... ora come ora non mi viene in mente nulla, quindi mi
limito a salutarvi!! Un bacione
Manu
_______________________________________________
♥
Giungemmo
finalmente
al ristorante in centro, scelto da Emmett appositamente per
l’occasione. A
quanto pareva voleva fare le cose in grande, benchè il
nostro matrimonio fosse
fasullo. Quando gli avevo domandato perché sprecare una tale
quantità di denaro
si era limitato ad asserire che quello, con grande
probabilità, sarebbe stato
il mio unico matrimonio e che voleva donare a me, futura zitella acida,
un
lieto giorno.
Bastardo!
Bhe,
mi ero
adeguatamente vendicata, rifiutandomi di preparargli la cena per
un’intera
settimana. Purtroppo per lui le sue doti culinarie erano catastrofiche,
quasi
quanto quelle di Rosalie.
Scossi
il capo
angustiata, i loro futuri figli sarebbero morti di fame, poveri pargoli.
«
Scendiamo? » mi
porse gentilmente la mano, evitando ogni tipo di commento sarcastico,
presumibilmente
impietosito dalla mia espressione avvilita.
Una
vera e propria
novità, quel burlone era solito non notare mai determinati
dettagli e quando
ciò accadeva si divertiva infinitamente ad infierire.
Ho
già detto che è un bastardo?
La
sensibilità non
era certo il suo forte.
« E se tornassimo
a casa? – mormorai
speranzosa. – Ti preparerei una squisita piccata di maiale!
» proposi, facendo
leva sul suo viscerale amore per il cibo.
Emmett
era
estremamente goloso. Prediligeva i dolci, ma non disdegnava un buon
piatto di
pasta o qualche altra prelibatezza. Personalmente ero più
selettiva, ma dovevo
ammettere che cucinare per lui era estremamente gratificante, anche se
faticoso. Sfamarlo non era mai cosa da poco…
Ha
messo su un po’ di grasso,
ultimamente! Constatai
fissando il suo profilo, avvolto in un magnifico e costoso completo
gessato,
ben lungi da comunicargli la mia osservazione.
Un
altro dei suoi
difetti… era estremamente narcisista.
«
In questo
ristorante preparano dei piatti italiani favolosi, dovresti offrirmi
ben altro
per destare la mia attenzione da quello che intendo divorare.
» replicò,
sfregandosi le mani con entusiasmo.
«
Uhm…» mugugnai con
lieve preoccupazione.
Spero
solo che non dovremmo ricorrere
ad una lavanda gastrica, stasera…
«
Muoviamoci!
» esclamai, tentando di porre fine alle mie
elucubrazioni.
Il
pensiero di ciò
che mi attendeva mi stava decisamente esasperando ed a peggiorare la
situazione
c’erano i sensi di colpa per le menzogne che avremmo
raccontato alla sua
famiglia. Ancora non comprendevo come lui potesse protrarre una tale
farsa
senza esserne minimamente toccato.
Il
suo senso dell’umorismo è
decisamente preoccupante…
Sbuffai
contrariata,
stirando nervosamente il vestito, per eliminare le pieghe formatesi nel
viaggio. Il minimo che potessi fare era apparire decente agli occhi di
coloro
che sarebbero diventati a loro, anche se, in fin dei conti nemmeno
avrei dovuto
provare tutta quell’ansia… quelle persone
sarebbero ben presto uscite dalla mia
vita, successivamente al divorzio.
Il
matrimonio sarebbe
durato lo stretto necessario per assicurarmi la cittadinanza. Di
ciò che
sarebbe accaduto, successivamente alla separazione, non avevamo ancora
discusso,
per il momento ci limitavamo a tentar di convolare a nozze. Al resto
avremmo
pensato in seguito…
Certo,
avremmo diviso
l’appartamento con Rosalie, malgrado potesse apparire
inusuale per una coppia
di giovani sposi avremmo giustificato la convivenza come un favore ad
un’amica.
…
bhe, non era poi
del tutto una bugia! Sebbene non fosse Rose la reale beneficiaria
dell’azione
caritatevole!
Scossi
il capo
esasperata. Era tutto eccessivamente contorto e temevo che il nostro
castello
di carte potesse cadere da un momento all’altro,
trascinandoci nel caos delle
nostre frottole!
Emmett
mi fissò,
accigliato. « Tranquillizzati se non vuoi destare sospetti.
»
Mi
esortò con lo
sguardo a inoltrarci nella folla al di fuori della costruzione. Per lui
quella
situazione era ormai ben nota, non osavo immaginare quante ragazze
avesse
condotto lì, presentandole come sue fidanzate, magari
rammentando a stento i
loro nomi. Delle volte mi sarebbe piaciuto poter scrutare nei meandri
di quel
poco di materia grigia che possedeva, non mi sarei sorpresa di trovarvi
qualche
inconsueta anomalia. Il suo modo di pensare era quasi sempre al di
fuori di
ogni schema logico e razionale.
Ma
ormai siamo in ballo…
«Certo,
genio della
truffa, per te è facile! - sbottai caustica. –
Spero solo che tu sappia come
sopperire alla mia incapacità nel mentire. »
brontolai, seguendolo riluttante
all’interno del ristorante, ben attenta a celare la mia
figura dietro la sua
imponenza. In tal modo speravo di poter gettare una veloce occhiata al
tavolo
prima di essere scorta, preparandomi psicologicamente a ciò
che avrei dovuto
affrontare.
Durante
gli anni di
amicizia, Emmett mi aveva spesso mostrato le foto della sua famiglia,
soprattutto alcune risalenti alla sua infanzia. Talvolta mi aveva anche
proposto di trascorrere a Forks le vacanze, progetto che avevo sempre
cordialmente rifiutato. L’idea di passare con dei perfetti
estranei il Nuovo
Anno mi intimoriva e non mi aggradava affatto, malgrado la presenza del
mio
amico… in quel momento invece mi apprestavo addirittura
a soggiornare da uno di loro e a presentarmi come la perfetta
fidanzatina.
Se
almeno avessimo
optato per un albergo…
Em
si era lasciato
convincere da Alice ad alloggiare da Edward, affermando che in una casa
avremmo
potuto usufruire di maggiori comfort ed agi. Non aveva tutti i torti,
ma in un
certo senso rendeva la farsa ancor più complessa, in quanto
saremmo stati
costretti a fingere costantemente.
Giorno
dopo giorno dopo giorno…
«
Buona sera, signori. » Un cameriere ci accolse
all’entrata,
dai suoi salamelecchi e dalla sfarzosità della sala potei
supporre fosse un
ristorante di lusso. Emmett come al solito non era in grado di
contenersi, ma
qualcosa mi suggeriva che in fin dei conti la sua famiglia non era poi
tanto
diversa. Da ciò che mi aveva raccontato suo padre era un
medico piuttosto
famoso e sua madre un’arredatrice di interni. Il denaro di
certo non mancava e
non parevano preoccuparsi di darne sfoggio.
Io
provenivo da una
famiglia ben più modesta ed ancora non riuscivo ad abituarmi
ai modi del mio
amico, benché ci conoscessimo ormai da anni.
«
Cullen, ci stanno
aspettando! » esclamò, drizzandosi ed ostentando
un’espressione cordialmente
studiata.
Personalmente
abituata ai suoi modi rozzi, in occasioni come quelle trovavo difficile
trattenere le risa, sembravo sempre dimenticare la sua
versatilità.
«
Seguitemi. »
Il
cameriere ci
scortò gentilmente al tavolo prenotato, a quanto pareva
eravamo gli ultimi
arrivati. Ne fui sorpresa, in fin dei conti eravamo in netto anticipo.
A
meno che…
Uno
strano sospetto
mi attraversò la mente.
«
Emmett… - mi
lagnai. – A che ora era l’appuntamento? »
Scrollò
le spalle e
non potei notare l’espressione sul suo viso, malgrado fossi
certa del sorriso
scaltro che piegava le sue labbra.
«
Ti prego, non dirmi
che hai progettato la tua entrata in scena e che siamo in ritardo.
»
«
Ok! » replicò
mesto, senza aggiungere altro.
«
Ok, cosa? »
«
Non ti dico quello
che non vuoi sentire. »
«
Emmett! - sibilai
irritata. – eravamo pronti da quasi mezz’ora quando
hai chiamato il taxi,
abbiamo addirittura terminato di vedere la puntata dei Simpson!
»
«
Volevo vedere la
fine… » si giustificò pacato.
Certo…
«
Ma se le conosci
tutte a memoria, razza di beot…
»
Fui
bruscamente
interrotta dalla voce del cameriere che ci indicava un tavolo
più avanti, prima
di allontanarsi per recuperare i menù. Ancora nascosta
dietro l’enorme figura
di Emmett mi sporsi leggermente, fissando il tavolo occupato dalla
famiglia
Cullen.
“Maledizione!”
Quell’esclamazione
silenziosa, di eloquente stupore, fu il mio primo pensiero. Dinanzi a
me quelle
persone che avevo avuto modo di vedere solo il foto si ergevano nella
loro
inquietante perfezione. Finalmente comprendevo il perché del
fascino di Emmett,
la sua famiglia non era certamente da meno. I suoi genitori, seduti
all’angolo
destro, erano vestiti distintamente. Entrambi non mostravano affatto la
loro
età e solo per qualche ruga e da una maggiore
maturità dei loro tratti
differivano dalle immagini raffigurate nelle foto, che spesso avevo
ammirato.
Non
avevano notato
ancora il nostro ingresso e tranquillamente continuavano ad attendere
il nostro
arrivo, senza alcun cenno di impazienza. Forse erano abituati alle
entrate
teatrali di Emmett e la
cosa non mi
avrebbe affatto sorpresa.
Volsi
lo sguardo
verso l’altra coppia presente, teneramente abbracciata. La
piccoletta
dall’aspetto vispo e dai capelli corvini, sogghignava
divertita, stringendosi
ad un biondino decisamente avvenente e gesticolando concitata
verso…
Oh
Porca Miseria!
…
Mortalmente
pallido e
tremendamente bello, un ragazzo dai capelli bronzei fissava Emmett con
un’espressione tra la noia e l’irritazione.
Dedussi, notando i suoi tratti e il
caratteristico colore della sua chioma, fosse Edward, il minore dei
Cullen.
Bhe,
gran bel pezzo di fratellino devo
dire.
Mi
diedi mentalmente
della stupida e riuscii a stento a ricompormi prima che il mio
finto-futuro
marito attirasse su di me l’attenzione di tutti. Quando i
loro occhi si
convogliarono sulla mia figura avvertii il mio volto prendere fuoco e,
a capo
chino, avanzai allungando la mano per stringere quella di Emmett in
cerca di
conforto.
Già,
proprio come un topo che si offre spontaneamente ad un
gatto. Una mossa
geniale…
«
Ragazzi, mi
presento la mia Bella. » Inizia lo
spettacolo…
Alzai
lo sguardo con
estrema riluttanza.
Oddio…
perché mi fissano in quel modo? Notai
a malincuore le espressioni
stralunate dei presenti.
Sorrisi,
tentando di
nascondere il disagio, mentre Emmett era sul punto di spanciarsi dal
ridere. In
quel momento non ero sicura se la fonte della sua ilarità
fossi io o la sua
famiglia che, inebetita, continuava a scrutarmi come una donnola su di
un campo
da golf.
Strano
paragone? Tutta colpa del nervosismo
che mi fa straparlare… Per
mia fortuna quella sera avevo intenzione di spiccicare parola lo
stretto
necessario, lasciando ad Em l’incombenza di mentire al mio
posto.
“Cara,
piacere di
conoscerti – la donna dai capelli color caramello mi rivolse
un sorriso a dir
poco radioso, che non potei fare a meno di ammirare. – io
sono Esme , la madre
di Emmett!” si presentò,
infrangendo l’imbarazzante silenzio
creatosi.
Sbattei
le palpebre,
ritrovandomi inconsciamente a sorriderle. La dolcezza del suo sguardo
però fece
riaffiorare i sensi di colpa momentaneamente sopiti. Sebbene per una
buona
causa stavamo ingannato quelle povere persone, fingendo qualcosa di
inesistente.
Volsi
uno sguardo ad
Emmett, tentando di trasmettergli la mia inquietudine e forse comprese
realmente il mio stato d’animo, perché la sua
presa sulla mia mano si rafforzò,
confortandomi.
Andrà
tutto per il meglio, andrà tutto
per il meglio…
«
Piacere mio,
signora. » bisbigliai, giocando nervosamente con il solitario
che faceva bella
mostra sulla mia mano. Ebbene si, Em si era premurato di consegnarmi un
meraviglioso anello, il ricordo di una proposta di matrimonio fallita,
svariati
anni prima.
Dai
suoi racconti
sull’argomento avevo compreso ben poco, perché
appariva stranamente restio a
parlarne. Ciò che però avevo avuto modo di
scoprire era che dopo un paio di
anni di fidanzamento, con una ragazza di Forks, al termine della scuola
superiore era giunto a formularle l’assurda proposta che
l’aveva indotta a
scappare.
Spaventata
lo aveva
lasciato e lui, ferito dal rifiuto, si era trasferito a New York, per
scappare
dai ricordi ed iniziare una nuova vita. Nella grande mela aveva poi
trovato
fortuna, sia in ambito lavorativo, e recentemente anche in amore,
incontrando
Rose.
Sospirai
sommessamente,
probabilmente quell’evento aveva inciso sui suoi strani
comportamenti. Comunque
ponendo da parte i
sensi di colpa mi presentai, tentando in
ogni modo possibile di indugiare poco sulla figura di Edward, onde
evitare
spiacevoli disagi. Farmi cogliere in flagrante a fissare il fratello
del mio
“futuro” marito, non era un’ottima
presentazione. Fortunatamente – o forse no.
– Alice monopolizzò completamente la mia
attenzione rivolgendomi le più
disparate domande su di me e sulla mia vita. Avevo sempre detestato
questo
genere di conversazioni, ma dovevo ammettere che la ragazza dinanzi a
me non mi
permetteva neanche di meditare sull’imbarazzo, tanto veloce
era il suo ciarlare.
Ma
è una macchinetta… diamine!
Ciò
nonostante alla
fine lei si rivelò essere una persona estremamente
piacevole, pareva realmente
interessata ad ascoltare di me e di Emmett e la cena si
rivelò un gradevole evento.
Mi narrano divertenti aneddoti dell’infanzia del mio futuro
sposo e qualcosa su
degli attentati ad un certo gatto, in una piscina. Non compresi appieno
a cosa
si riferissero ma preferii non approfondire. Alice per certi versi mi
spaventava, con la sua esuberanza incontrollata.
«
Allora? »
Osservai
la sua
espressione corrucciata, non intuendo a cosa si riferisse.
Credo
di essermi persa qualcosa.
Possibile io riesca ad estraniarmi nei
momenti meno opportuni? Mi ammonii mentalmente, per la mia
disattenzione
patologica, tentando in qualche modo di risolvere quella imbarazzante
circostanza.
«
Io… » tentennai,
rigirando la forchetta nelle tagliatelle al ragù.
«
Bella, che lavoro
fai? » chiese nuovamente, ridacchiando divertita per la mia
disattenzione, per
nulla risentita.
Meno
male…
« La giornalista,
per un giornale locale!
- risposi in un
sussurro, rammentando la
bugia studiata in precedenza. – io ed Emmett ci siamo
conosciuti a lavoro. Lo
stavo intervistando! »
In
realtà pur essendo
una giornalista non avevo mai avuto modo di intervistare Emmett, in
primo luogo
perché lo sport non era assolutamente il mio campo, ma
soprattutto perché il
mio futuro sposo era rinominato tra noi del mestiere per le baggianate
che si
divertiva a raccontare, generando la più totale confusione
in chiunque non
fosse realmente ferrato sull’argomento.
La
sua personalità
piuttosto eccentrica però dava ancora maggiore risalto alla
sua figura,
attirando grande attenzione su quel giovane allenatore che in ben pochi
anni
aveva raggiunto una posizione di grande prestigio.
«
Wow – esclamò Alice
emozionata, sfoderando uno sguardo sognante.. – Ed
è stato un colpo di fulmine?
»
Colpo
di fulmine?
Considerando
il terrore provato, la prima volta alla sua vista, direi qualcosa
più vicino ad
un colpo apoplettico.
…
Ma
questi in fin dei conti sono solo
dettagli!
Le
sorrisi, tentando
di mascherare il nervosismo, cercando negli occhi di Em la conferma
alle mie
parole, temendo di non essere stata abbastanza convincente.
L’espressione
scaltra che sfoderò mi rassicurò ben poco,
lasciandomi presagire che da lì a
poco avrebbe dato sfoggio della sua solita indelicatezza, sciorinando
dettagli
sessuali sulla nostra coppia.
Secondo
lui avrebbero
corroborato la nostra tesi, secondo me sarebbero stati esclusivamente
fonte di
imbarazzo. Purtroppo per la sottoscritta, lui era ben consapevole che
non avrei
avuto il coraggio per obiettare o strapazzarlo dinanzi alla sua
famiglia e ciò
gli rendeva ancor più allettante la situazione. Naturalmente
mi sarei
ampiamente vendicata in privato… ma lui non pareva temere
neanche le ripercussioni.
Perché
ho accettato la sua proposta?
Perché
amo l’America, la mia casa e il
mio lavoro…
Purtroppo
inizio a sospettare che tutto
ciò non valga la mia ulcera.
Gli
rivolsi
un’occhiata torva, accompagnando la mia minaccia ad un colpo
ben assestato al
suo fianco. Sciaguratamente quest’ultimo si rivelò
controproducente,
provocandomi quasi certamente un enorme livido sul gomito.
Di
bene in meglio…
«
Di che giornale si
tratta? »
Mi
voltai sorpresa
verso la fonte di quella domanda, stupita mi avesse rivolto la parola.
Dagli
sguardi che mi aveva rivolto durante la cena ero quasi certa mi
detestasse, il
che non mi appariva tanto strano considerando i racconti di Emmett. A
quanto
pareva i moralismi di Edward erano la sua massima fonte di divertimento
quando
presentava le sue compagne in famiglia. Forse mi riteneva
l’ennesima ochetta
che con un pizzico di fortuna in più aveva conquistato il
buon partito.
«
Bhe, è un quotidiano
– balbettai nervosamente, intimorita al contempo dal suo
sguardo curioso e dall’intensità
con cui mi stava fissando. – Io
mi occupo degli argomenti relativi allo sport e, talvolta, di qualche
episodio
di cronaca. »
Certo
Bella, balbetta, dai conferma ai
suoi dubbi sulla tua inadeguatezza!
Un
cenno di assenso
con il capo fu tutto ciò che ottenni come risposta e non
potei evitare di
incupirmi lievemente.
Penserà
che sono una sciocca.
Distolsi
lo sguardo
da lui nello stesso momento in cui Emmett mi avvolse le spalle,
attirandomi a sé
in un abbraccio. Avvertii il suo respiro sul mio collo ed in principio
pensai
volesse darmi un bacio per mostrare una certa intimità tra
noi, invece con mia
somma sorpresa si avvicinò all’orecchio,
bisbigliando.
«
Sbaglio o la mia
futura mogliettina è rimasta affascinata dal piccolo Cullen?
»
Arrossii
vistosamente, riuscendo a stento a non spalancare la bocca per lo
stupore. Emmett
non era noto per il suo acume e se lui era riuscito a comprendere la
cosa, con
una tale facilità, probabilmente
gli
altri avevano notato la mia inconsueta attrazione.
Mi
osservai attorno,
sperando che nessuno avesse udito la sua insinuazione, constatando che
fortunatamente gli altri sembravano assorti in una qualche
conversazione, forse
per lasciarci la nostra privacy.
Sospirai
leggermente
rincuorata. Non ero solita invaghirmi di un uomo facilmente, ma
l’attrazione
fisica, quando si presenta, è ben difficile da ostacolare.
Non
era certo una mia
colpa se suo fratello era uno degli uomini più affascinanti
che avessi mai
avuto modo di incontrare! Confidavo però nel fatto che non
fosse una persona
particolarmente interessante, in fin dei conti aveva spiccicato poche
parole
durante la cena e, sebbene potesse essere giustificato dal leggero
astio verso
la mia posizione, quel suo comportamento non poteva dirsi adeguato.
Sarà
il solito spocchioso benestante,
moralista.
Mi dissi, lasciando
che la massa dei miei capelli scuri celasse in parte il mio volto, ai
presenti.
Fingendo
di non aver
udito e tentando di evitare l’argomento almeno sino a quando
sarebbe stato
possibile, rivolsi nuovamente la mia attenzione ad Alice. Ovviamente
non mi
sfuggì l’occhiata beffarda che mi rivolse Emmett,
e la certezza del terzo grado
che mi attendeva quella notte mi fece gemere lievemente.
Sono
rovinata! Mi deriderà per il resto
dei miei giorni…
E
le battute…
Non
osavo immaginare
il numero di battutacce a cui si sarebbe abbandonato anche dinanzi ad
Edward.
Sono
rovinata…
totalmente e assolutamente rovinata!
barbyemarco [Contatta] |
Segnala
violazione
|
26/03/10,
ore 21:17 - Capitolo 11: Pov
Bella - I capitolo |
Ciauuu!!
ahahahah ho intenzione di ripercorrere i tratti salienti della storia,
non saranno molti capitoli extra... ahahah ma ho qualche ideuccia su di
un paio di cose che nei pov Ed non sono state dette! hihihi XD spero ne
venga fuori qualcosa di decente??
Cmq purtroppo non sono babbo natale XD sto malissimo con la barba! hihi
non mi dona per nulla
|
|
Eli87 [Contatta] |
Segnala
violazione
|
26/03/10,
ore 13:01 - Capitolo 11: Pov
Bella - I capitolo |
Ciaoooo!
Mi fa piacere ahah non sono molto pratica nel ripercorrere gli eventi
di ff già concluse, ma in questa le parti mancanti erano fin
troppe, così mi sono convinta a tentare XD
Poi devo ammettere che voglio soffermarmi un pokino in + sulla figura
di Emmett ♥ personalmente lo adoro! ahahah mi fa morire dal
ridere!
Un bacioneee
|
|
fallsofarc [Contatta] |
Segnala
violazione
|
25/03/10,
ore 23:12 - Capitolo 11: Pov
Bella - I capitolo |
Ciauu
Chiara,
XD grazieee ahahah è stata un'idea improvvisa, che poi
considerando che io non ho il tempo per fare quasi nulla è
stata una follia quella di riproporre anche questa storia.
sono un vero disastro.
come vedrai i sentimenti di bella sono abbastanza contrastanti, nei
riguardi di Edward hihihi
|
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Bella_kristen [Contatta] |
Segnala
violazione
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24/03/10,
ore 14:56 - Capitolo 11: Pov
Bella - I capitolo |
Ciauuuuuuz!
Aahhahahah ormai sono diventata una persecuzione, sto sempre a rompere
le scatole in questo fandom!
tra un pò qualcuno verrà a casa mia a prendere a
martellate il mio pc XD per impedirmi di proseguire hihihihi
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|
Mr
Darcy [Contatta] |
Segnala
violazione
|
24/03/10,
ore 00:13 - Capitolo 11: Pov
Bella - I capitolo |
Ciaoooo!
ahahahahah
molte persone non capivano cosa fosse successo ahahahahah, del
perchè era comprarso questo capitolo dal nulla in una storia
ormai conclusa ahahaha
la risposta è che io sono una piaga XD lo ammetto.
Questa storia era stata piacevole da scrivere e mi faceva piacere
riempire un pò i buchi lasciati nella prima versione. XD
Ti ringrazio tantissimissimo per i complimenti!!!
By Manu
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simo87 [Contatta] |
Segnala
violazione
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23/03/10,
ore 21:48 - Capitolo 11: Pov
Bella - I capitolo |
Simo,
ciauuu!! XD
Per ora mi sto concentrando soprattutto sul rapporto di Bella ed
Emmett, anche perchè io adoro il personaggio di Em
lo vorrei anche io un amico come lui hihihihi
sarebbe un anti-noia!
.... anche se in questo momento mi stanno venendo in mente quelle img
che giravano su fb... ricordi? XD ahahhaah
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ChiaraBella [Contatta] |
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23/03/10,
ore 21:13 - Capitolo 11: Pov
Bella - I capitolo |
Ciao
Chiara,
piacere, io sono Manuela XD
ahahah in primo luogo ti ringrazio per tutti i tuoi complimenti, ti
assicuro che mi fanno super piacere !XD
ti voglio anche consolare sul fatto che non sei l'unica che all'inizio
non comprendeva da dove fosse sbucato quel capitolo ahahahh
effettivamente la storia era ormai conclusa da tempo, purtroppo la mia
mente è piuttosto contorta e di tanto in tanto faccio
qualcosa di insensato XD
almeno fino a quando la neuro non verrà a prelevarmi con la
forza... O,o
Ciauuuu
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ClaudiaSv16 [Contatta] |
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violazione
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23/03/10,
ore 20:45 - Capitolo 11: Pov
Bella - I capitolo |
Hihihi anche io adoro Emmy, è folle e burlone all'ennesima
potenza
ahahahh
e poi mi diverto a scrivere del suo rapporto con Bella hihihi
Grazie per i complimenti, sono felice che questa storia ti sia piaciuta
XD anche se l'idea di continuarla è alquanto bizzarra!
ciauuz
bacioni
manu
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Capitolo 13 *** Extra - Pov Bella ***
Buongiorno!
come vedete non sono scappata ad Honolulu (non ancora almeno U,U , ho
intenzione di raggiungere presto mago Merlino)! coff coff, *Manu
interrompe il suo inutile tergiversare*... Che dire... finalmente mi
sono degnata di aggiornare questa storia, ammetto che la mia
priorità và sempre e comunque a "Tradimenti
& Bugie".... il resto delle ff e storie che posto le uso + che
altro quando l'ispirazione per quella manca. XD
Cmq a fine capitolo
troverete le risposte alle recensioni *_____* Vi
ringrazio per i bellissimi commenti e per tutte le persone che
ultimamente hanno aggiunto questa storia nei preferiti, seguite e
ricordate. Grazie infinite ♥
Edward
ci scortò
gentilmente fino a casa sua, una graziosa struttura arredata in stile
moderno.
Durante il viaggio in auto Emmett non perse occasione per lanciare
distrattamente qualche commento fuori luogo, con insinuazione che,
fortunatamente per me, suo fratello parve non cogliere. Fissava la
strada
tentando di ignorare le sue parole, ben attento a parlare il meno
possibile o
anche solo a rivolgerci uno sguardo.
Osservai
sorpresa la
sua mascella contratta, durante quel viaggio in macchina che mi parve
il più
lungo di tutta la mia giovane vita. Tutta la famiglia Cullen quella
sera si era
rivelata ben al di sopra delle mie aspettative. Le gentilezze e le
premure che
mi avevano riservato avevano ampliato a dismisura il mio senso di colpa
ma, se
non fosse stato per questo, mi avrebbero rasserenata non poco.
L’unico
che non aveva
assolutamente dissimulato la sua ostilità era Edward,
malgrado le continue
occhiatacce di Alice e gli ammonimenti velati di sua madre. Malgrado
ciò Emmett
non pareva esserne sorpreso e questo mi permetteva di comprendere che
non fosse
la prima volta.
Forse
possedeva
realmente un caratteraccio.
Nonostante
ciò, quel
suo atteggiamento mi irritò alquanto, conscia che
quell’astio fosse diretto
alla sottoscritta. Durante la cena mi ero premurata di mostrarmi il
più
cordiale e garbata possibile, a dispetto delle continue allusioni di
Emmett, che
avevano più volte rischiato di far cadere la mia maschera di
compostezza.
Assurdo!
«
Uno spasso. – sospirai
sommessamente udendo quel commento divertito, non concordando affatto
con
quell’osservazione. – un vero spasso, davvero.
»
«
Certo, razza di
beota, ridi delle mie disgrazie. » sbottai caustica, non
risparmiandogli
un’occhiata truce.
Mi
recai nella stanza
da bagno attigua, munita di pigiama e accessori da bagno, sperando di
porre
fine a quella serata esasperante, trovando conforto nel calore del
letto.
«
Guarda che quello
indignato dovrei essere io. – mugugnò, scuotendo
il capo teatralmente - se
fossimo stati realmente in procinto di sposarci sarei stato offeso
dallo
sguardo languido che hai rivolto a mio fratello. »
Già…
la mia unica
speranza era che nessun altro avesse notato il mio interesse. A quanto
pareva
non ero stata in grado di dissimularlo adeguatamente, come potevano
credere
realmente che io ed Emmett fossimo fidanzati, per me era un mistero.
«
Io e te non siamo
realmente fidanzati. » asserii, scrutando adirata la mia
immagine allo
specchio.
La
sua testa sbucò
nella stanza da bagno, ostentando quel ghigno sardonico che avevo
imparato a
detestare, in quegli anni di amicizia. « Questo è
relativo… »
«
Allora farai bene a
non presentarlo a Rose. » bofonchiai, indispettita, tentando
di nascondere il
rossore del mio volto. Il perché desiderasse ribadire di
continuo
quell’episodio mi era oscuro, non ero già
abbastanza avvilita?
Corrugò
la fronte,
fissandomi scettico. « Quel mingherlino non rientrerebbe mai
nei suoi gusti. »
Nonostante
la sua
espressione non mostrasse alcun turbamento, notai la
tonalità leggermente più
acuta della sua voce.
Bingo!
Scrollai
le spalle,
mentre lasciavo scorrere il batuffolo di ovatta, impregnato di latte
detergente,
sugli occhi. « Non è assolutamente mingherlino.
– constatai, rammentando
perfettamente come la camicia bianca aderiva al suo torace. –
Oltretutto lei ha
sempre avuto un debole per gli occhi verdi e vorrei ricordarti che i
tuoi non
lo sono. »
«
Occhi verdi? E da
quando? »
Oh
mio caro Emmett, mai mettersi contro
una donna risentita.
Soffocai
una risata. «
Ti ricordo che lei è la mia migliore amica e, vorrei
sottolineare il fatto che,
più di una volta mi ha ribadito come Daniel fosse il suo
ideale d’uomo. »
«
Quello sbruffone
platinato? » emise un grugnito di disapprovazione, forse
ricordando le foto che
gli avevo mostrato qualche mese prima, dopo che mi aveva scongiurato di
poter
scrutare l’aspetto di quell’uomo di cui la sua Rose
parlava spesso.
Corrugai
la fronte,
ostentando la migliore espressione scettica del mio repertorio. La sua
gelosia
non era assolutamente una novità, ma era raro che io mi
arrischiassi a fomentarla
in un simile modo, soprattutto consapevole delle conseguenze. Ma,
rammentando i
suoi modi rozzi e le continue insinuazioni durante la cena, quella mi
pareva la
più adeguata punizione.
«
Guarda che se hai
avuto la possibilità di provarci con la mia amica
è solo perché lui ha vinto
una borsa di studio per la Francia, oppure sarebbero già
sposati da un pezzo. »
Più
o meno…
In
realtà Daniel
aveva accettato quell’opportunità proprio per
allontanarsi da lei. Il loro
rapporto si era raffreddato da tempo, pregiudicato da una scappatella
di Rose,
con il suo manager.
Di
questo
naturalmente Emmett non era a conoscenza, se avesse saputo che la sua
adorata
frequentava costantemente un uomo con cui era stata, nulla lo avrebbe
distolto
dall’idea di seguirla ovunque.
Con
la sua statura sarebbe una guardia
del corpo perfetta.
«
Strega. » sibilò, recuperando
il cellulare dal comodino e dirigendosi nel bagno, per avere un
po’ di privacy.
Pollo!
Scoppiai
in una
fragorosa risata, immaginando i mugugni esasperanti di
quell’immenso omaccione,
mentre si accertava dell’amore della sua Rose. Probabilmente
lei mi avrebbe
maledetta per il resto dei miei giorni, costretta com’era a
sedare i timori del
suo fidanzato, ma se non fossi ricorsa a quel trucchetto sarei stata
costretta
a fornirgli spiegazioni sul mio comportamento.
Sbuffai,
mentre
riponevo gli orecchini sul comò.
Non
potevo negare che
Edward fosse avvenente, ma il suo atteggiamento altezzoso era qualcosa
di
decisamente irritante e, pareva ben ovvio, che non fosse affatto
contento di
ospitarci fino al matrimonio. Non che non potessi comprenderlo, avevamo
invaso la
sua casa, senza alcun avvertimento.
La
piccola Alice non
si era premurata di informarlo, in seguito alla sua proposta e lui si
era visto
costretto ad accettare, senza poterlo evitare.
Non
lo invidiavo
affatto!
Sospirai
sdraiandomi
sul letto, godendomi la morbidezza e l’odore delle lenzuola
fresche di bucato.
Decisamente
meglio di
un albergo.
Eppure
la tensione
che si era creata mi disturbava. Già l’idea di
invadere il suo spazio mi creava
estremo disagio, il sapere poi di essergli anche sgradita mi induceva a
desiderare una vera e propria fuga.
Cosa
posso fare? Come posso rimediare?
Rimuginai
giocando
nervosamente con una ciocca di capelli, attorcigliandola svogliatamente
attorno
alle dita.
Come
si può ammorbidire un uomo?
…
Volsi
lo sguardo
verso la porta del bagno, rammentando che Emmett ed Edward erano
fratelli ed in
quanto tale dovevano pur avere qualcosa in comune. Se questo era vero
la
risposta al mio dilemma era una sola.
Cibo!
Quale
uomo non avrebbe
ceduto dinanzi ad un lauto
banchetto?
Decisi
che il mattino
seguente mi sarei fatta perdonare, per l’intrusione,
preparando una buona
colazione. Mi sarei alzata di buon’ora, recandomi al
supermercato più vicino,
usufruendo della mia discreta abilità ai fornelli.
La
cucina era stata
da sempre la mia passione, nonché un ottimo sfogo per il
nervosismo.
Due
piccioni con una fava.
«
Strega. » ribadì il
mio amico rientrando nella stanza, rivolgendomi uno sguardo ostile.
«
Non è colpa mia se
tu sei ipersensibile. »ghignai, conscia di quanto detestasse
quella parte del
suo carattere. In fin dei conti in amore era estremamente insicuro, e
quel suo
lato tenero cozzava non poco con l’immagine che tentava di
ostentare.
L’uomo
duro e tutto
d’un pezzo.
Peccato
che quella
fosse solo una facciata ben costruita.
Emmett
era uno degli
uomini più gentili ed altruisti che avessi mai avuto modo di
conoscere.
Malgrado la sua tendenza ad ironizzare, anche in contesti inadeguati,
era
difficile avere di lui una cattiva opinione.
Un
giorno mi sarebbe
piaciuto trovare un uomo simile. Una persona dolce
all’occorrenza, ma su quale
avrei avuto sempre la certezza di poter contare.
Purtroppo
non ero mai
stata particolarmente fortunata con gli uomini. Sospirai amaramente,
sarei
morta sola in una casa piena di gatti.
«
Fatti più in là
moscerino. » sbottò, strattonando le lenzuola,
prima di accomodarsi.
Alzai
gli occhi al
cielo facendogli posto. Per quanto potesse apparire strano non avevo
alcun
problema a dividere il letto con lui e non era la prima volta che
questo
accadeva. A causa di un’infiltrazione d’acqua nella
sua casa era stato
costretto a dormire da me per qualche tempo e, considerando la sua
mole, il mio
divano non avrebbe mai potuto essere una buona sistemazione.
In
realtà non rammentavo
come giungemmo alla conclusione di dormire nello stesso letto, forse
perché le
alternative erano poche o, con maggiore probabilità
perché l’affetto fraterno
tra noi creava meno imbarazzi di quelli che avrebbero dovuto sorgere
anche tra
due amici.
Chissà.
«
Non sarai
arrabbiato con me, spero. »
«
Certo che lo sono…
- bofonchiò, sprofondando nel materasso. – Non
è carino farmi preoccupare. »
Ridacchiai
divertita
cercando di rassicurarlo in merito al suo rapporto con Rose e, alla
fine, trascorremmo
gran parte della serata a chiacchierare. Parlammo della sua famiglia e
dell’esito positivo della cena. Alice si era detta disposta
ad aiutarci per il
matrimonio e lui si era visto costretto ad accettare, nonostante le
idee
piuttosto stravaganti della cugina.
Aveva
anche già
scelto un abito da sposa che riteneva perfetto; il che era
comprensibilmente
scioccante considerando che mi aveva vista per la prima volta solo
quella sera.
Una
famiglia decisamente bizzarra… e
fu proprio con quel pensiero di
cadere tra le braccia di Morfeo.
___________________
Mugugnai
indispettita
udendo il trillo fastidioso della sveglia, affrettandomi ad allungare
la mano
prima che Emmett potesse iniziare ad inveire sgarbatamente. Se
c’era una cosa
che odiava era alzarsi alla buon’ora, soprattutto quando non
ve ne era motivo.
Sbuffando
mi voltai
sbirciando la sua figura rannicchiata sotto le lenzuola in posizione
fetale,
faceva quasi tenerezza, sebbene fosse uno spettacolo insolito
considerando la
sua mole.
Povero
il mio fratellone.
Era
assurdo per me
recitare la parte della sua fidanzata, e non solo per Rose, ma
soprattutto perché
nella mia mente lui era qualcosa di asessuato.
Che
cosa bizzarra…
di certo lui non avrebbe apprezzato il
mio pensiero.
Ridacchiando
mi alzai
e, recuperati i vestiti, mi dedicai ad una veloce preparazione. Secondo
internet il supermercato più vicino era a pochi isolati da
lì e mi sarebbero
bastati pochi minuti a piedi per raggiungerlo. La sera precedente mi
ero
premurata di stilare una lista adeguata, onde evitare di dimenticare
qualche
ingrediente fondamentale a causa della fretta e, considerando le
richieste d
Emmett, la cosa era tutt’altro che improbabile.
Per
soddisfarlo
sarebbe stato necessario un camion per trasportare tutto.
Dannato
ingordo.
Agguantato
il mazzo
di chiavi che Edward ci aveva gentilmente fornito, uscii
silenziosamente dalla
stanza. L’assenza di rumori mi lasciava presupporre che anche
lui fosse ancora
immerso nel sonno e sperai vivamente non uscisse di casa prima del mio
ritorno,
oppure il mio blando tentativo di ingraziarmi il piccolo Cullen sarebbe
stato
superfluo. Considerando che avrei trascorso in quella casa le prossime
settimane era necessario istaurare con lui un rapporto quanto meno
pacifico.
La
speranza è l’ultima a morire…
Come
previsto trovare
il supermercato non fu difficile e potei felicemente appurare fosse ben
fornito.
Scrutai
nuovamente la
lista.
Latte,
uova, cacao, panna, preparato
per frittelle, miele, sciroppo d’acero,
caffè… bicarbonato?
Ma
che razza di intenzioni ha Emmett?
Sospirai
scuotendo il
capo rassegnata, in assenza di Rose la sua fame aumentava a dismisura;
probabilmente con il cibo tentava di sopperire il suo desiderio
sessuale
insoddisfatto.
Meglio
non indagare.
Con
un po’ di buona
volontà riuscii a recuperare tutto il necessario in un tempo
record, pagando il
conto esorbitante, considerando che quegli ingredienti erano solo per
la
colazione.
Non
sono convinta di riuscire a
cucinare tutto in poche ore.
Alla
fine, carica di
borse e sfiancata, tornai a casa Cullen con tutto
l’occorrente per sfamare un
esercito, o al massimo tre Emmett.
Inserii
lentamente la
chiave nella toppa, evitando eccessivi rumori, ed entrando in punta di
piedi.
Il silenzio, infranto solo dal ronfo sordo di Em, mi lasciò
ben presagire, così
mi affrettai a riporre le buste sul tavolo e a procurarmi le stoviglie.
Mi
persi nelle mie
elucubrazioni, mentre le mie mani si muovevano abilmente tra le pentole
e gli
ingredienti, abituata com’ero a preparare la colazione per
Emmett e, talvolta
per Rose.
Qualcuno
doveva pur
sfamarli…
Non
mi stupii nel
constatare il perfetto stato della cucina. Di rado uno scapolo
trascorreva una
quantità di tempo ingente in quella zona della casa. Con
grande probabilità
Edward cenava della sua ragazza o forse dai genitori.
Chissà
se è fidanzato!?
Considerando
la sua avvenenza la cosa
non mi stupirebbe.
Eppure il suo comportamento sprezzate lasciava
presupporre il contrario. Ancora rammentavo l’occhiataccia
che aveva rivolto
alla cameriera un po’ troppo esuberante, per non parlare
dell’atteggiamento nei
miei confronti.
Forse
è gay!
Sarebbe
veramente un tremendo spreco… rimuginai
terminando di impastare la
crema per farcire la torta al cioccolato, la preferita di Emmett.
Sobbalzai
udendo una
porta aprirsi alle mie spalle, vergognandomi dei miei pensieri e della
mia
curiosità che, come di consueto, mi aveva assorbita ed
indotta a fare sciocche
supposizioni.
Facendo
leva sul mio
coraggio mi voltai, tentando invano di reprimere l’agitazione
che mi
attanagliava lo stomaco come una morsa. C’era qualcosa in lui
che mi
terrorizzava e non solo i suoi modi rozzi, quanto quello sguardo
penetrante con
cui pareva scrutarmi e valutarmi. Questo in fin dei conti non avrebbe
dovuto
sorprendermi, essendo in procinto di sposare suo fratello, ma
l’intensità con
cui mi fissava aveva qualcosa di quantomeno agghiacciante.
«
Buongiorno Edward.
»bisbigliai, dirigendo immediatamente la mia attenzione alla
cucina, temendo
che il mio rossore potesse rivelare troppo.
Affinando
l’udito
seguii i suoi passi, trattenendomi a stento dal voltarmi e fissarlo.
Non
ha neanche risposto al mio saluto. Constatai
amaramente, offesa da quel
comportamento inconsueto. Era raro che qualcuno mostrasse una tale
ostilità nei
miei confronti, il mio carattere mite e accondiscendente di rado
attirava le
ire di qualcuno e, quando ciò avveniva, mi prodigavo in
mille modi per
risolvere gli screzi.
Eppure,
qualcosa mi
diceva che con Edward nessuno sforzo sarebbe valso ad ottenere un suo
giudizio
positivo.
I
miei sorrisi e la
mia cortesia caddero nel vuoto e, nuovamente, mi ritrovai dinanzi al
suo
sguardo perforante, incapace di comprendere il motivo di un tale astio
nei miei
confronti. Non poteva essere semplicemente la mia posizione ad
irritarlo, era
logico che una tale animosità dovesse essere indirizzata a
me, quanto persona.
Ma
per quale motivo?
Fortunatamente
Emmett,
con mia somma sorpresa, non si fece attendere oltre, giungendo in
cucina
attratto dal profumo di cioccolato e di caffè che
condensavano l’aria. Fu un
sollievo poter scostare lo sguardo sul suo volto allegro e riconoscente.
Il
mio unico sostegno in questa sciocca
farsa.
_______________________
La
colazione terminò
grazie allo squillo del cellulare di Edward, che richiamò la
sua attenzione,
sciogliendo finalmente la tensione che permeava l’aria.
Fu
meraviglioso poter
tirare finalmente un sospiro di sollievo, vedendo la sua figura
allontanarsi.
«
Non hai mangiato
nulla. » constatò, il mio amico, accigliandosi.
Scrollai
le spalle, indolenzite.
« Non ho particolare fame. »
Ed
era vero. L’agitazione
aveva messo in subbuglio il mio povero stomaco, impedendomi di
accostarmi al
cibo senza rigettare.
Una
semplice reazione
psicosomatica; mi capitava ogniqualvolta il nervosismo prendeva il
sopravvento
e di questo anche Emmett era pienamente consapevole.
Vidi
il suo volto
adombrarsi, mentre lasciava scorrere lo sguardo sulla stanza,
soffermandosi
sulla figura di suo fratello.
A
quanto pareva aveva
compreso il motivo del mio disagio e non sembrava affatto contento.
Sospirai sommessamente,
non intendevo affliggerlo con ulteriori preoccupazione. Lui, che si
stava
prodigando in mille modi pur di aiutarmi, costringendosi a fingere,
anche con
la sua famiglia, un matrimonio inesistente.
Per
non parlare di
Rose, costretta a sopportare tutto ciò.
Possibile
che io sia tanto egoista da
accettare simili sforzi dai miei amici, più cari?
Dannazione.
Posai
una mano sul
suo braccio. « Non preoccuparti. – lo rassicurai,
ostentando un sorriso
forzato. – Non è nulla di grave. »
«
Bells. – mi ammonì,
spalmando altro sciroppo d’acero sulle frittelle. –
Edward non ha nulla contro
di te, diciamo solo che non ha un carattere perfettamente affabile.
»
«
Lo avevo notato. »
mi lasciai sfuggire, rammaricata.
«
Non che sia
cattivo. – lo giustificò prontamente, vagamente
imbarazzato. – Solo che non
sopporta le sciocchezze o perdere tempo. È sempre molto
impegnato e sembra che
non sia per nulla interessato ad innamorarsi? »
«
Ha avuto qualche
brutta esperienza? »
Aggrottò
la fronte,
perplesso. « No. – ribatté candidamente.
– Solo che non crede di poter trovare
qualcuno di abbastanza interessante da coinvolgerlo. »
«
Un po’ presuntuosa
come affermazione. »
Scrollò
le spalle,
addentando la frittella. « Non ho mai detto non lo fosse.
»
Perplessa
e
sinceramente delusa mi alzai dirigendomi verso il lavello, per ripulire
il
macello combinato da quella colazione improvvisata. Possibile che quel
ragazzo
potesse essere tanto altezzoso e superficiale? La sua famiglia,
nonostante l’eleganza
e il buon nome, non parevano affatto peccare di superbia, ma lo stesso
non
poteva dirsi di lui.
Perché?
L’ondata
di amarezza che
mi investì mi creò non poca
perplessità.
Perché
mi sorprendo tanto? Nemmeno lo
conosco… oltretutto io ed Emmett siamo solo amici, quindi i
suoi rapporti con
suo fratello termineranno ben presto.
Una volta lasciata quella cittadina sperduta, probabilmente non avrei
avuto
modo di rivederlo.
Sbuffai,
esasperata
dai miei stessi pensieri.
D’un
tratto una
strana melodia si diffuse al di là della porta, nella quale
Edward si era
diretto, riempiendo il silenzio calato nella casa.
Mi
voltai verso
Emmett tentando di dissimulare la mia sorpresa, pronta a chiedere
spiegazioni. Da
quel che potevo udire era un suono prodotto da un pianoforte, ma le
varie
interruzioni lasciavano presupporre non fosse una registrazione.
Possibile
che…
«
Mio fratello è un
pianista, questa dovrebbe essere una delle sue composizioni.
» mormorò,
tornando a sfogliare le pagine del quotidiano, che avevo acquistato
quella
mattina, memore della sue abitudini.
Socchiusi
le palpebre
perplessa, poggiandomi al lavello, per assaporare quella magnifica
melodia. Quelle
note, prodotte da mani esperte, si susseguivano in un malinconico
vortice,
riproducendo qualcosa di estremamente triste, ma al contempo
meravigliosamente
delicato.
Nonostante
gli attimi
di esitazione del pianista, che più volte pareva bloccarsi
nella sua
esecuzione, non potei non stupirmi della sua bravura.
Edward
quindi era un
compositore… Assurdo.
Possibile
che una
persona capace di comporre qualcosa di tanto stupefacente possedesse un
cuore
tanto arido?
Stranamente,
iniziai
a dubitarne…
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simo87 [Contatta] |
Segnala
violazione
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30/03/10,
ore 22:52 - Capitolo 12: Pov
Bella - II capitolo |
io
adoro Emmett ahahhaha è sempre uno dei miei personaggi
preferiti...
forse perchè lo vedo molto infantile e molto tenero, dietro
quella sua imponenza.
Non so XD mi diverte parecchio scrivere di lui... infatti prima o poi
vorrei tentare di scrivere una one-shot su di lui ♥
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Bella_kristen [Contatta] |
Segnala
violazione
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28/03/10,
ore 09:48 - Capitolo 12: Pov
Bella - II capitolo |
Davvero?
Io questi capitoli pov Bella li vedo parecchio insipidi...
anche se ho saltato davvero un sacco di pezzi quando ho scritto i pov
Edward. XD
Bhe poi inserirò pure il pezzo quando lui decide di andare a
farle la proposta... hihihi
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grepattz [Contatta] |
Segnala
violazione
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28/03/10,
ore 01:17 - Capitolo 12: Pov
Bella - II capitolo |
ahahahahahah
infatti è stata un'improvvisata
ahahah non intendevo continuarla all'inzio, ma mi sono lasciata
trasportare notando di aver saltato parecchi pezzi O.o
quindi quì tento di colmare le lacune, soffermandomi su
Emmett e Bella XD una coppia che adoro ahahahh
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barbyemarco [Contatta] |
Segnala
violazione
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27/03/10,
ore 18:56 - Capitolo 12: Pov
Bella - II capitolo |
Graziee
ahahahah diciamo che essendo lei molto insicura non riesce a vedere i
suoi sguardi nella giusta prospettiva
e poi Edward, per tentare di dissimulare il suo interesse finisce per
farle credere il contrario XD non lo biasimo il poveretto, essendo
convinto che lei stia per sposare suo fratello ahahahah
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fallsofarc [Contatta] |
Segnala
violazione
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27/03/10,
ore 18:51 - Capitolo 12: Pov
Bella - II capitolo |
Ciauuu
Chiaraaaa *___* Grazieee sono felice ti stia piacendo anche questa
seconda parte ahaahh
è un pò bizzarro scriverla, perchè non
sono mai capace di scrivere i pov di storie già terminate...
forse perchè lo vedo come qualcosa di troppo costrittivo...
in questo caso però i vuoti della prima versione erano
tantissimissi8mi XD quindi ho ritenuto necessario rimediare hihihi
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ChiaraBella [Contatta] |
Segnala
violazione
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27/03/10,
ore 14:22 - Capitolo 12: Pov
Bella - II capitolo |
ahahahahhaha
Grazie!! ahahah quindi andiamo entambe alla neuro? ahahah
che bello! avrò compagnia XD
cmq per quanto riguarda l'interesse velato di Bella... bhe, come darle
torto.. cribbio XD edward è pur sempre Edward.
sarebbe assurdo il contrario ahahahha
anche se adoro indiscutibilmente Emmett ♥ lo trovo
adorabilmente spassoso ahahhahaha
Un bacio
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Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Extra - Pov Bella ***
Salveeee!!
Eccomi qui
con l’ultimo extra previsto per questa storia! Olè.
Come
vedrete aggiunge
un po’ di cose, compresa la reazione di Bella ed Alice allo
strano
comportamento tenuto da Edward, dopo aver scoperto Rosalie ed Emmett a
divertirsi sul suo divano. Bhe, che altro dire… non posso
che ringraziarvi per
il sostegno mostratomi con questa storia e spero di aver colmato i
vuoti della
versione pov Edward.
Troverete
le risposte alle recensioni a fine capitolo, ne approfitto
però per fare alcuni avvisi:
1.
1)Ho
aperto
un piccolo gruppo su fb, per le mie storie. Link
Gruppo
2.
2)Ho
appena
iniziato a scrivere una Serie di mini-ff, con il titolo
“Essere Genitori” : Diventare
genitori
3.
3)Vi lascio il link della ff che sto
scrivendo
da un po’ e a cui sto dedicando maggiormente le mie
attenzioni. Tradimenti
& Bugie (Rainting rosso)
Un
bacioneee ♥
Extra
Bella
Ero
impegnata nella prova per il mio abito
per la cerimonia, mentre Alice apportava le ultime modifiche al
corpetto e allo
strascico. Avevo potuto constatare sulla mia mente quanto la sua
tendenza al
perfezionismo potesse essere asfissiante, ma non osavo lamentarmi,
temendo
ulteriori ripercussioni.
Emmett
era stato chiarissimo: Mai far infuriare la
nanetta; è vendicativa
per natura!
Personalmente
accettavo sempre di buon
grado i consigli.
Comunque
quella mattina ero piuttosto
tranquilla, Rose ci aveva raggiunti qui a Forks, ed in quel momento ero
certa
che lei ed Emmett stessero recuperando il tempo perso.
Certo…
ogni scusa è buona per comportarsi come gatti
in calore.
Essendo
la mia migliore amica la sua
presenza era di gran conforto, sebbene mi turbasse il pensiero che
fosse
costretta ad assistere a quella assurda finzione. Cosa avrebbe pensato
vedendo
il suo ragazzo all’altare con un’altra?
Sospirai
sommessamente, attenta a non
attirare le attenzioni del piccolo dispotico generale in gonnella.
I
sensi di colpa non parevano volersi
alleviare.
Il
trillo stridulo del campanello mi fece
sobbalzare per lo spavento. « Ahi!» esclamai
dolorante, avvertendo la punta
dell’ago incidere la mia pelle.
«
Ti ho detto di non muoverti. – mi ammonì
Alice, pacata. – Possibile tu sia sempre con la testa tra le
nuvole? »
Aggrottai
la fronte, senza ribattere. In fin
dei conti anche una donna realmente in procinto di sposarsi sarebbe
stata
altrettanto tesa e sovrappensiero.
Il
suono assordante del campanello,
premuto con una certa insistenza, costrinse Alice ad abbandonare
momentaneamente il suo lavoro, imprecando contro Jasper che
probabilmente,
ancora immerso nel sonno, non si premurava di aprire la porta.
«
Ma chi diamine è così isterico così di
buon ora? »sbottò, alzando le mani al cielo con
fare teatrale.
Ridacchiai
osservandola muoversi a passo
di carica verso la persona che malauguratamente aveva alterato il suo
stato di
calma. Non avrei mai voluto essere nei suoi panni.
Scossi
il capo divertita, voltandomi verso
il divano, che con la sua morbidezza calamitava la mia attenzione. Ero
costretta,
in piedi, su quello sgabello, da oltre un’ora e,
l’indolenzimento ai piedi e
alle gambe iniziava a farsi sentire.
Peccato
che Alice non mi avrebbe mai
permesso di rovinare il suo lavoro, osando sedermi.
Sbuffai
contrariata, cercando qualcosa che
potesse distrarmi in attesa del suo arrivo.
Il
tonfo della porta e delle voci
distanti, piuttosto animate, mi lasciarono supporre chela conversazione
si
sarebbe protratta ancora a lungo così, contravvenendo agli
ordini di Alice, mi
avviai verso lo specchio per ammirare il suo lavoro.
Ma…
wow.
Le
mie labbra si aprirono in una o muta,
palesando il mio stupore. Era meraviglioso, un abito semplice dal
corpetto
stretto, decorato finemente, e dalla gonna di raso, morbida e
avvolgente. E lo
strascico… stupendo!
Sospirai,
lasciando scorrere la mano sul tessuto,
lisciandolo quasi con reverenza. In apparenza sembravo realmente una
sposa… una
donna pronta al grande passo, accanto al suo uomo, circondata dalla sua
famiglia e dai suoi amici.
Tutta
una finzione.
«
Edward. » la voce piccata di Alice mi
costrinse a voltarmi sulla porta, incontrando due occhi sgranati che mi
fissavano con una strana espressione, che non fui in grado di
identificare.
Sembrava
quasi… ammirazione?
Possibile?
Mi
schiarii la voce, cercando di scacciare
quegli assurdi pensieri dalla mia mente. « Edward, tutto
bene? » chiesi, colmando
lo strano silenzio calato tra di noi.
Che
diamine succede?
Volsi
lo sguardo verso Alice, sperando di
ottenere qualche risposta per quella strana quanto improvvisa
apparizione. Non che
fosse sgradita, tutt’altro, ma la presenza di Edward mi
incuteva sempre una
certa soggezione, data dal timore di incorrere in qualche tremenda
gaffe e
mandare a monte il matrimonio.
«
Sei bellissima! »
Fu
un sussurro, solo un roco sussurro,
prima che lui si allontanasse di fretta da quella stanza.
Cosa?
Arrossii,
tentando di non mostrarmi compiaciuta
per quel complimento, chinando il capo imbarazzata.
Bellissima?
Lo ha detto davvero? Era ironico? Scherzava….?
Respirai
a fondo, tentando di recuperare
il mio contegno, cercando di scacciare quelle parole dalla mia mente e
l’effetto
che avevano su di me.
«
Cosa è successo? » bisbiglia, tentando
di distrarmi.
«
Quel ragazzo è matto. » soffiò Alice,
eppure potei cogliere nel suo tono un’evidente apprensione.
Perché?
Riportai
nuovamente il mio sguardo sulla
porta, accigliandomi, mentre una strana desolazione si faceva largo nel
mio
cuore.
Edward…
_______________
Alice
tentò invano di rintracciare suo
cugino, per chiedergli opportune spiegazioni. A parer suo qualcosa
doveva
averlo sconvolto, visto il suo stato scapigliato ed il suo viso smorto.
Ciò
che non comprendeva era cosa potesse
averlo ridotto in quel modo. Lui, che era sempre stato noto per il suo
contegno
e la sua imperturbabilità, quella mattina sembrava il
protagonista di un film
horror perseguitato da un assassino armato di motosega.
Almeno
così lo avevo definito lei… Io mi
ero limitata a constatarne l’evidente agitazione. Malgrado
tutto però il motivo
di quell’irruzione restava oscuro.
«
Vorrei tanto sapere cosa passa per la
testa. » sospirò Alice, per l’ennesima
volta, sistemando lo strascico del mio
vestito.
«
Forse voleva
parlarti ed è stato infastidito dalla mia presenza.
» ipotizzai sconsolata,
attirando su di me l’occhiata incuriosita della mia
interlocutrice.
«
Non credo… -
bofonchiò, leggermente a disagio. – Comunque il
vestito è terminato, puoi
guardarti allo specchio. » sentenziò esultante,
fissandomi dal basso all’alto.
Almeno
qualcuno è felice.
Rivolgendole
un
sorriso stentato mi avvicinai nuovamente allo specchio, posto
appositamente
nell’angolo, inquadrando la mia figura avvolta nel bellissimo
abito bianco,
confezionato apposta per me.
È
bellissimo, non c’è che dire.
Eppure…
maledizione, non era ciò che volevo,
tutto quello che stavo facendo era un enorme errore ed io ne ero
pienamente
consapevole, ma non mi premuravo di porvi rimedio. Non era
così che avevo
immaginato il mio
matrimonio… non una
finzione a danno dello Stato, per poter vivere in America.
«
Non ti piace. »
Scossi
il capo in
senso di diniego. « È meraviglioso. » la
rassicurai mesta.
«
Allora mi spieghi
perché hai quella faccia? Sembri un condannato a morte.
– sbuffò oscurandosi,
forse offesa per il poco entusiasmo mostrato nei confronti
dell’abito. - Ci
stai ripensando? »
Corrugai
la fronte,
lasciando scivolare lo sguardo da Alice allo specchio.
E
se ci ripensassi davvero? E se
mandassi tutto a monte prima concludere questa follia?
Potrebbe
essere la giusta soluzione.
Emmett potrebbe anticipare le nozze con Rosalie, senza essere costretto
ad
attendere, ed io smetterei di comportarmi da guastafeste.
«
Perché lo state
facendo? » continuò, colmando il silenzio teso
calato nella stanza.
La
tensione era
palpabile.
Sbattei
le palpebre, non
comprendendo l’origine di quella domanda. « Cosa?
»
«
Fingere un
matrimonio in cui ovviamente nessuno dei due crede. »
Sobbalzai
avvampando,
tentando invano di regolarizzare il battito furioso del mio cuore. Le
pulsazione
accelerate sembravano quasi rimbombare nelle mie orecchie e mi chiesi
se anche
Alice fosse in grado di udirle, lì, a poca distanza da me. « Ma…
come puoi pensare… noi. »balbettai
incoerentemente, alla ricerca una spiegazione plausibile per stroncare
le sue
supposizione.
Supposizione?
Cruda
realtà vorrai dire…
Ormai
è tempo di concludere questa
follia… forse questo è il segno che aspettavo.
«
Bella, per favore,
si vede lontano un miglio che tu non sei innamorata di lui e lo stesso
vale per
mio cugino. – predicò. Rivolse la sua attenzione
alla scatolina di legno sul
tavolo, iniziando a riporre gli spilli al loro posto. -
Ti tratta e ti parla allo stesso modo in cui
si rivolge a me. »
Annuii
stancamente,
comprendendo quanto fosse inutile negare l’ovvio. «
Da quanto lo hai capito? »
Scrollò
le spalle,
con disinvoltura. « Diciamo che mi avete ingannata nei primi
giorni. – ghignò
sfrontata. – avevo qualche dubbio, ma ho avuto la conferma
quando abbiamo
cenato tutti a casa di Edward. »
Chinai
il capo,
rivolgendole un’occhiata perplessa. « Cosa abbiamo
fatto? Ci siamo comportati
normalmente… »
mormorai, chiedendomi se
anche gli altri fossero giunti alle sue stesse conclusioni. Forse era
quello il
motivo per cui Edward mi rivolgeva quegli strani sguardi.
Che
anche lui
sapesse?
«
Perché ho visto
dell’interesse malcelato nel tuo sguardo. –
spiegò, voltandosi verso di me e
scrutandomi attentamente. – E non era rivolto ad Emmett.
»
Avvampai,
colta in
fallo. «
Ah… »
Perfetto…
di bene in meglio!
«
Emmett poi sembrava
oltremodo divertito dalla situazione, il che era assurdo considerando
la sua
indole possessiva. »
«
Lui è un uomo
piuttosto geloso. » confermai.
«
Solo con chi gli
interessa realmente e sono certa che anche con te si mostri abbastanza
possessivo, ma di certo non quando si tratta di suo fratello.
»
«
Non ne ha motivo,
naturalmente. – sospirai gettando un’ultima
occhiata allo specchio, pronta a
sfilarmi il vestito. – questa faccenda è tutta una
follia. »
Lei
parve sorpresa
dal mio tono astioso. « Quello che non ho ancora capito
è il motivo di questa
buffonata. – sospirò, fissandomi con interesse.
– Mio cugino è un burlone e
negli anni ha palesato il suo divertimento nello sconvolgere la
famiglia con
fidanzamenti tanto assurdi quanto fasulli. Ma tu, tu non sembri certo
una a cui
piace creare scompiglio, eppure ti ostini a reggere il suo gioco. »
Chinai
il capo
mortificata, pronta ad ammettere la verità. « In
realtà è lui che aiuta me. »
Fu
quasi una
liberazione poter confessare ciò che era accaduto. Sotto il
suo sguardi
incredulo le illustrai il mio problema e la proposta folle di Emmett.
Le
confessai i miei dubbi e i timori, anche riguardando Edward, e la
strana
attrazione nata nei suoi confronti. Avevo scoperto in lui qualcosa di
più del
borioso belloccio che credevo inizialmente e questo mi aveva
destabilizzata
ulteriormente. La confusione che regnava sovrana nella mia mente si
riversò
nelle mie parole, ma Alice ascoltò ogni cosa, lasciandomi
sfogare e dedicandomi
di tanto in tanto qualche parola di conforto.
Il
peso sul mio cuore
si alleggerì, man mano che le parole scivolavano via,
lasciandomi, alla fine,
quasi svuotata.
Come
diamine ho potuto combinare tutto
questo?
«
Em ha un cuore
d’oro. - sentenziò
infine, sprofondando
nel divano con aria meditabonda. -
Ma
credo che dovresti approfittare dell’opportunità
che ti sta fornendo. »
Mi
accigliai. «
Nonostante tutto quello che sta succedendo? »
«
Se tu fossi
costretta a partire credo che la situazione peggiorerebbe… -
mormorò, fissando
il soffitto assorta. – Ti vuole bene e vuole rendersi utile,
oltretutto a
questa Rose non credo che dispiacerà attendere ancora un
annetto e tu potrai
conoscere meglio la nostra famiglia. » concluse.
Sospirai
sommessamente. «
Chi vorrebbe conoscere una bugiarda
approfittatrice. »
Abbassò
lo sguardo
verso di me, ostentando un’espressione irritata. «
Non dire sciocchezze! –
sbottò. – Emmett ti adora, Esme è al
settimo cielo e anche il resto della
famiglia. »
«
Semplicemente perché
non sono a conoscenza della realtà dei fatti. » le
rammentai, prendendomi
stancamente il volto tra le mani. Se solo avessero saputo non sarebbero
stati
altrettanto ben disposti verso di me.
Alice
mosse la mano
in un gesto brusco, quasi a voler scacciare le mie parole. «
Un dettaglio
irrilevante. »
Corrugai
la fronte
scettica. « E se domani accadesse qualcosa? E se gli altri
scoprissero la
verità? » domandai apprensiva.
La
sua risatina
divertita risuonò nella sala, alleggerendo
l’atmosfera. « Ti assicuro che
nessuno sospetta nulla! – esclamò, dissipando i
miei sospetti - Domani andrai
alla tua cena di prova e dopodomani raggiungerai l’altare e
sopporterai ancora
per un anno quel caprone di mio cugino. Andrà tutto a
meraviglia. »
Le
ultime parole famose.
Frafra9 [Contatta] |
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27/05/10,
ore 01:30 - Capitolo 13: Extra
- Pov Bella |
Ciauuuuuu!
mi fa piacere che tu l'abbia letta e che ti sei piaciuta. Io adoro il
personaggio di Emmett e di tanto in tanto mi piace scrivere di lui...
mi mette stranamente allegria. Oltretutto le storie in cui i personaggi
sono tutti umani per me sono una novità e mi permettono di
giocare molto d più con la fantasia!!
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Eli87 [Contatta] |
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|
26/05/10,
ore 11:37 - Capitolo 13: Extra
- Pov Bella |
ahahahahah
effettivamente Edward dall'esterno sembra suonato! XD praticamente le
si rivolge in modo brusco ed acido e scappa ogni volta che la vede, per
non cadere in tentazione. Ecco il perchè delle paranoie
della povera Bella, O,o effettivamente anche io mi preoccuperei al
posto suo! cmq finalmente mi sono decisa a completare gli extra di
questa storia XD credo sia durata già abbastanza
così XD |
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Bella_kristen [Contatta] |
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violazione
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22/05/10,
ore 17:15 - Capitolo 13: Extra
- Pov Bella |
XD
icerberg? io dire pazza da legare!
Io uno così lo riempirei di schiaffi se lo incontrassi
ahahahah... peccato che alla fine lui ha quasi un buon motivo per
comportarsi così... O,O anche se è un tantinello
esagerato! Meno male che in tutta questa storia qualcuno si diverte XD
Emmettino se la sta proprio spassando ahahahah
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simo87 [Contatta] |
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violazione
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22/05/10,
ore 15:48 - Capitolo 13: Extra
- Pov Bella |
ahahaha
anche io gli avrei spaccato la faccia... ma pensa che a tutte queste
cose uno non ci pensava quando leggeva la parte pov Edward, ma dal
punto di vista di Bella tutto assume una prospettiva completamente
diversa hihihi
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grepattz [Contatta] |
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violazione
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20/05/10,
ore 15:17 - Capitolo 13: Extra
- Pov Bella |
ahahah
Grazie....! Emmett è l'unico che in tutto quel caos si sta
divertendo
anche se forse anche Alice gli fa degna concorrenza, considerando che
le hanno dato quasi carta bianca per organizzare il matrimonio XD
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Sognatrice85 [Contatta] |
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violazione
|
20/05/10,
ore 13:06 - Capitolo 13: Extra
- Pov Bella |
ahahahah
si si Bella è decisamente tonta, ma questa volta non credo
di poterle fare una colpa della cosa... ahahah eddy si comporta da
psicopatico, non salutando e astento guardandola in faccia... io lo
prenderei a bastonate, ma diciamo che Bella è meno
aggressiva XD |
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