La futura moglie di mio fratello ... ♥

di Shinalia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** IV ***
Capitolo 6: *** V ***
Capitolo 7: *** VI ***
Capitolo 8: *** VII ***
Capitolo 9: *** VIII ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***
Capitolo 11: *** Extra - Pov Bella ***
Capitolo 12: *** Extra - Pov Bella ***
Capitolo 13: *** Extra - Pov Bella ***
Capitolo 14: *** Extra - Pov Bella ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Voi direte, ma stai ancora quì??

Ebbene si, sono una persecuzione! Questa è una storiella che durerà ben poco e che sto scrivendo solo perchè in questo momento ho un gran mal di testa e non riuscivo a fare nulla! O.o

Bhe adesso vi lascio alla lettura, questo è solo un prologo! Spero di leggere i vostri commenti!

____________________________________________♥

“Edward!” le urla di mia cugina Alice si diffusero per la casa come la più atroce delle melodie storpiate.

“Maledizione!” imprecai inviperito. Possibile non potessi trascorrere dieci minuti senza che quella pulce con manie ossessivo compulsive non pensasse di darmi il tormento?

La porta si spalancò rivelandomi la sua esile figura. I capelli neri le incorniciavano il viso, su cui era costantemente impresso un sorriso malandrino.  Gli occhi verdi, eredità di famiglia, erano abbastanza grandi e vispi, talvolta mi davano l’impressione di essere leggermente spiritati.

Sarà pazza? Tale dubbio era stato dissipato anni prima quando, in uno dei suoi momenti di folle entusiasmo, aveva tentato di annegare il mio povero gatto. Nella vana convinzione che quest’ultimo gradisse l’idea di pescare i pesciolini rossi che lei aveva preventivamente gettato in piscina.

“Che vuoi?” mormorai laconico, mentre sistemavo i miei cd in ordine di gusti e data.

Ok, sono un tantino ossessivo anche io! Sarà un vizio di famiglia.

Mise su un tenero broncio tentando di intenerirmi. Peccato per lei che ormai dopo venticinque anni di assidua frequentazione i suoi metodi persuasivi avevano perso su di me ogni possibilità di riuscita.

“Sbrigati!” continuai rivolgendole uno sguardo fugace, prima di prestare nuovamente attenzione alla mia attività.

Notando i suoi tentativi fallire miseramente  si avvicinò verso il mio ampio letto, accomodandosi docilmente.

Idiota io che le avevo dato le chiavi di casa.

“Stasera andremo tutti a cena!” mi comunicò senza giri di parole.

Alzai gli occhi al cielo esasperato. “E per quale motivo ciò implicherebbe la mia presenza?”

Parve soppesare le mie parole, conscia probabilmente che la mia reazione non sarebbe stata delle migliori. “Perché Emmett ci presenterà la sua nuova fidanzata”  annunciò entusiasta, sebbene io non riuscissi a comprenderne il motivo. Mio fratello cambiava ragazza ogni dieci giorni. Si professava follemente innamorato di tutte, benché la sua relazione più duratura fosse stata al liceo, per ben due mesi.

Un record!

Sbuffai esasperato“Un’altra?”

Poteva almeno smetterla di presentarcele. Era noioso intraprendere futili conversazioni per l’intera durata della cena, stando attenti ad utilizzare un linguaggio il meno forbito possibile.

L’ultima non conosceva nemmeno il significato della parola “forbito”. Anzi ero quasi certo avesse seri problemi anche a ricordare il suo nome.

Il sorriso che nacque sul viso della mia cuginetta non prometteva nulla di buono. Tendenzialmente preannunciava qualche notizia sconvolgente.

Rabbrividii leggermente terrorizzato. “Parla!” ordinai perentorio.

“Si sposano!”

Sgranai gli occhi in un’espressione di eloquente stupore .

“C .. che?” balbettai sperando di aver interpretato male le sue parole.

No, Emmett no.

Alice sbuffò tirando fuori dalla sua borsa una busta bianca con tenui decorazioni azzurre. “L’invito!” indicò sventolandolo divertita.

Oddio, la fine del mondo è vicina!

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Capitolo 2
*** I ***


Ed eccomi con il primo capitolo di questa storia! me lo sono scritto durante la nottata, insieme ai due successivi! XD
Wow ho notato i 6 commenti e sono rimasta sbalordita *____* grazieeee ... per non parlare dei 14 preferiti e 16 seguiti!
ed è proprio per ringraziarvi che ho deciso di postare velocemente il nuovo capitolo!
Spero di leggere altri commenti ... kiss kiss

Betato by Ronnie8437

I

Successivamente alla scioccante rivelazione, Alice si era premurata di scavare a fondo nel mio armadio alla ricerca di un vestito adatto per la clamorosa occasione. Dal canto mio, ero troppo sconvolto anche solo per parlare o per insultare le sue assidue intromissioni.

Mio fratello si sposa!

La mia mente vagliava le più assurde possibilità. Che una donna fosse riuscita ad irretire mio fratello era già di per se strabiliante, ma ciò che realmente temevo era il “tipo” di donna che aveva compiuto una tale impresa.

I gusti di Emmett erano ben noti a tutta la famiglia, e gli sguardi eloquenti dei miei genitori quando giunsero al ristorante rispecchiavano la mia stessa preoccupazione.

Con chi diamine si presenterà quel rincitrullito scapestrato di mio fratello?

“Qualunque cosa accada, noi sosterremo Emmett!” esclamò mio padre lanciandomi un’occhiata di ammonimento. Probabilmente temeva una delle mie solite reazioni. Non avevo mai adorato le ragazze che si ostinava a presentarci.

Mio fratello non era uno stolto, eppure le sue scelte in fatto di donne si limitavano semplicemente all’apparenza, optando per bamboline senza un briciolo di personalità o di acume.

Bellissime, su questo non c’era alcun dubbio. Ma incapaci di protrarre una conversazione che non fosse semplicemente incentrata sui nuovi abiti di Dior o Versace.

Spaventosamente inquietanti.

Era mio desiderio poter vedere mio fratello sistemato con una ragazza che potesse essere alla sua altezza. Di certo non un’amante della cultura, che avrebbe rispecchiato per lo più i miei canoni.

Infatti i miei gusti erano ben altri. Ciò che ricercavo in una donna non era la semplice bellezza estetica, soprattutto contraffatta da mediocri interventi chirurgici. Non negavo che l’aspetto fisico fosse un dettaglio non trascurabile, ma volevo avere accanto una donna con cui poter condividere opinioni e passioni. Qualcuno che mi comprendesse, e non si limitasse al mio aspetto esteriore. Una persona elegante ed interessante.

Un’ardua impresa, considerando il livello di intelligenza che avevo riscontrato nelle mie fugaci “relazioni”.

Nei miei venticinque anni, non avevo mai incontrato nessuno che si avvicinasse anche minimamente a questi miei canoni, e ciò mi rendeva non poco frustrato. Avevo disperatamente cercato qualcuno con cui condividere una storia che non fosse solo di una notte, fino a quando non mi ero arreso all’evidenza.

Se accadrà sarò qui ad aspettarla, ma cercare invano era da escludere.

“Non fiaterò, lo giuro” mormorai accasciandomi stancamente sulla sedia, contemplando irritato l’orologio.

Odio i ritardatari!

Jasper mi fissò scuotendo il capo divertito. Era da sempre il mio migliore amico, nonché fidanzato ufficiale di Alice. Si erano conosciuti un pomeriggio a casa mia, e da allora erano praticamente inseparabili.  

Non potevo negare di aver spesso invidiato il loro rapporto così profondo, benché mi fossi sempre stupido delle palesi differenze tra di loro.

Jasper era un soggetto pragmatico e tendenzialmente serio e tranquillo. Alice era l’esatto opposto, l’emblema dell’eccentricità e dell’esuberanza.

Si dice che gli opposti si attraggono e, osservando loro, non posso affermare il contrario.

Dei passi pesanti ci preannunciarono l’arrivo di Emmett. Mi voltai svogliatamente verso di lui, sorpreso dalla sobrietà e dall’eleganza del suo vestito gessato.

Che diamine è successo a mio fratello?

Emmett non era mai stato tipo da abiti eleganti e, sebbene si fosse trasferito a New York da due anni, ero certo che in questo non fosse cambiato. Nelle sue visite precedenti, il suo abbigliamento non era mutato minimamente ed osservarlo in quel modo mi sorprese non poco.

Che fosse semplicemente a causa dell’occasione e dell’annuncio che si apprestava a fare?

Sperai vivamente fosse quello il motivo. Quell’alone di serietà stonava completamente con il suo carattere ilare e canzonatore. Adorava sbeffeggiare chiunque con le sue battute, molto spesso inopportune. A prima vista poteva incutere un certo timore a causa della stazza, eppure era una delle persone più affabili che avessi mai conosciuto.

“Famiglia!” salutò in tono allegro, ma estremamente contenuto rispetto ai suoi canoni.

Tese una mano ad una figura minuta alle sue spalle facendole segno di avanzare, ostentando una dolcezza ed una premura che non gli era mai stata propria.

“Ragazzi, vi presento la mia Bella!” mormorò accarezzando con la voce il suo nome .

Lo stupore si diffuse, palesandosi sui volti dei presenti.

Dov’è la bionda ossigenata che ci aspettavamo?

Esme fu la prima a riprendersi dallo stato di trans, notando l’espressione accigliata ed imbarazzata di Bella che si mordeva nervosamente le labbra. Probabilmente i nostri sguardi allucinati dovevano averle creato soggezione.

“Cara, piacere di conoscerti – sorrise sincera. – io sono Esme , la madre di Emmett!” si presentò, intenerita dall’espressione impacciata della ragazza.

Lei rispose abbozzando un sorriso timido, presentandosi agli altri componenti della famiglia, almeno sino a quando il cameriere non giunse a richiedere le ordinazioni.

Io non proferii parola, iniziando a far scorrere il mio sguardo su di lei. Conoscendo i gusti di mio fratello, mi sarei aspettato la solita bambolona ossigenata, con labbra e seno rifatti. Invece, la figura dinanzi a me era di tutt’altro genere. Certo non si poteva non definirla bella, ma ostentava una bellezza nel suo complesso semplice. Labbra piene, viso a cuore, capelli castani ed ondulati che ricadevano morbidi sulla schiena.

La pelle color alabastro era segnata da un leggerissimo velo di trucco, e le guance avevano assunto un naturale quanto tenue sfumatura di rosso.

Deliziosa.

Ecco l’unica parola con la quale la si poteva definire … davvero.

Un calcio allo stinco mi fece sobbalzare, distraendomi dai miei pensieri. Mi voltai con uno sguardo inferocito verso Alice al mio fianco. “Che diamine fai? Hai perso il senno?” borbottai indispettito.

“Cazzo Ed, te la stavi mangiando con gli occhi!” mi ammonì bisbigliando, attenta a celare la nostra conversazione ai presenti.

“Ah!” fu ciò che riuscii a dire, prima di chinare il capo imbarazzato.

Ok, stavo fissando la futura moglie di mio fratello con un’espressione probabilmente da maniaco. Che sarà mai? pensai ironicamente.

Sperai vivamente che nessuno avesse notato la mia défaillance e, onde evitare ulteriori imbarazzanti situazioni, decisi di prestare attenzione al piatto di tagliatelle al ragù che faceva bella mostra davanti a me.

“Bella, che lavoro fai?” udii la domanda di Alice sinceramente interessato.

“La giornalista, per un giornale locale! -  rispose in un sussurro. – io ed Emmett ci siamo conosciuti a lavoro. Lo stavo intervistando!” terminò sorridendogli teneramente.

“Wow – esclamò mia cugina emozionata. – Ed è stato un colpo di fulmine?”

Il sorriso divertito che passò sui volti di entrambi non mi sfuggì, ma non seppi interpretarlo. Mio fratello Emmett era l’allenatore di una famosa squadra di football nei pressi della Grande Mela. Veniva considerato uno degli scapoli più ambiti del luogo a causa del suo lavoro e delle ottime condizioni economiche di cui disponeva. Era stato intervistato spesso da giornali locali che sottolineavano la sua tendenza al libertinaggio e il suo amore per la bella vita.

Mi domandai se il giornale di Bella fosse di quel tipo! Ovvero dedito al semplice gossip.

“Di che giornale si tratta?” domandai dando voce ai miei pensieri.

Quella strana ragazza mi incuriosiva non poco.

Lei parve sorpresa di udire la mia voce, e per quelli che mi parvero interminabili istanti mi fissò come imbambolata.

“Bhe, è un quotidiano – balbettò, torcendosi nervosamente le mani – io mi occupo degli argomenti relativi allo sport e, talvolta, di qualche episodio di cronaca!”

Il braccio di Emmett le avvolse le spalle attirandola a sé. Non riuscii ad udire ciò che le bisbigliò all’orecchio, ma il suo rossore fece presupporre fosse qualcosa di non propriamente casto. Ciò che sorprese tutti noi fu il controllo mostrato da mio fratello. Non si era mai posto alcun problema ad esternare i suoi pensieri liberamente, sebbene ciò potesse talvolta creare imbarazzo.

Dev’essere davvero innamorato.

La cena proseguì tranquilla, così come le incessanti e pressanti domande che Alice poneva ininterrottamente alla nostra ospite. Lei non ne parve infastidita, al contrario sembrava divertita dall’esuberanza di Alice. Non potei non notare il sorriso tenero che le rivolgeva.

Scoprimmo molte cose di lei quella sera, notando ancor più la palese differenza con le usuali fiamme di Emmett. Era una ragazza intelligente, estremamente dolce e riservata e per nulla volgare.

Come faccia a stare con mio fratello, proprio non me lo spiego!

Avvertii un vago senso di invidia nei suoi confronti. Quella che avevo davanti a me era una ragazza davvero interessante.

Beato il mio fratellino …

“Bene, credo sia ora di andare a riporre i bagagli - annunciò mio fratello soddisfatto. – Eddy, carichiamo tutto nella tua macchina?” domandò pacato mentre aiutava Bella ad alzarsi, scostando leggermente la sedia.

Lo fissai con un cipiglio in volto, ma acconsentii tranquillamente.

“Ehm, Eddy?” Alice reclamò la mia attenzione, esitante. Giocava nervosamente con una ciocca di capelli.

È nervosa, cattivo segno!

“Dimmi …” borbottai esitante, non propriamente convinto di voler ascoltare ciò che la sua mente aveva congeniato.

Generalmente non era mai qualcosa di vagamente positivo. Almeno per il sottoscritto.

“Oggi ho dimenticato di accennarti un piccolo dettaglio – sussurrò aggrappandosi a Jasper, dopo aver notato la mia espressione tutt’altro che benevola. – Emmett e Bella sono ospiti a casa tua!”

 

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Capitolo 3
*** II ***


Stamattina mi sono svegliata e ho visto i commenti= 14 ... wow

grazieeee ... non so proprio che dire ... sono felicissima che la storia vi stia piacendo! mi appresto a postare il nuovo capitolo!!!! Devo ammettere che tutti questi commenti mi hanno farto venire voglia di postare + velocemente, quindiiii vi ringraziooo super immensamente!!! tanto i capitoli sono pronti!! hihiihi

Betato by Ronnie8437

“Come scusa?” la mia voce assunse delle tonalità più alte del normale.

Alice mi fece cenno di tacere. “Eddy, casa tua è ampia, e ci vivi da solo. Non possiamo farli dormire in albergo per le prossime settimane!” mi ammonì nervosamente.

“Avresti dovuto chiedermelo” ribattei acido.

Non avevo alcuna intenzione di ospitarli a casa mia. Non sopportavo l’idea di dover condividere la casa con una coppia di neo sposini, ma soprattutto conscio del disagio che avrei provato con quella sconosciuta per casa che mi attraeva non poco.

Mi erano bastati gli sguardi poco consoni che le avevo rivolto a ristorante, rischiando di irritare a morte mio fratello.

“Eddy … - piagnucolò agitandosi come una bambina. – Emmett si offenderà!”

Sarà un disastro. Un fottutissimo disastro!

Passai stancamente le mani sul volto “Tu mi vuoi morto …” biascicai pensando a ciò che avrebbe implicato la mia scelta. Ma come potevo scalfire la gioia di mio fratello con un gesto tanto assurdo? Lui non mi avrebbe mai rifiutato nulla, ed io non potevo permettermi di essere da meno.

Asserii con il capo, cercando di non soffermarmi sull’espressione vittoriosa ed esultante di Alice. Quella piccola, quanto sadica creatura, sapeva sempre come raggirarmi, e la soddisfazione che ne traeva era incommensurabile.

Prima o poi mi vendicherò.

________________________________

Erano trascorsi due giorni. Due interminabili e tremendi giorni nei quali avevo avuto modo di approfondire la mia conoscenza con Bella. La prima mattina dopo il loro arrivo, ero stato svegliato da un’invitante profumino che mi aveva attratto fino alla cucina.

La quantità di cibo con il quale la tavola era imbandita sarebbe bastato a sfamare un esercito. Mi stropicciai gli occhi con vigore, credendo di essere ancora immerso nel mondo dei sogni, fino a quando una voce non mi riscosse.

“Buongiorno Edward!”

Timida ed insicura, mi aveva salutato per poi riprendere posto ai fornelli. Mi domandai dove avesse reperito una tale quantità di ingredienti, considerando la mia dispensa vuota.

“Hai cucinato tutto tu?” chiesi avvicinandomi alla macchinetta del caffè, per trovare ristoro in quel nettare delizioso.

Domanda più stupida non avrei potuto farla.

Lei sorrise comprensiva ed annuii. “Spero non ti abbia creato disturbo! Volevo sdebitarmi per l’accoglienza che ci hai offerto” mormorò mordendosi nervosamente le labbra.

Scossi il capo in senso di diniego. “Tutt’altro, credo di non aver mai avuto un simile risveglio da quando mi sono trasferito in questa casa!” risposi onesto. Mi erano mancati i manicaretti di mia madre, e quell’odore dolce che aveva invaso la casa mi dava un vago senso di sicurezza.

Il sorriso sincero che le illuminò il volto mi fece irrigidire.

Dannazione, quanto è bella?!

“Eddino!” la voce profonda di mio fratello mi fece sobbalzare.

Che mi avesse visto fissare la sua futura moglie con la bava alla bocca? Sperai sinceramente di no!

“Bells, quante cose buone!” esclamò mio fratello mentre i suoi occhi brillavano, posandosi sulla tavola imbandita a festa.

“Ci sono anche le frittelle, come piacciono a te.” Affermò ridendo divertita dell’entusiasmo di Emmett.

Lui si fiondò sulle pietanze come un assetato perso da giorni in un deserto che avvista un’oasi. La quantità di cibo che riuscii ad ingurgitare fu eclatante, considerando anche l’abbondante cena della sera precedente.

“Ecco spiegata la smisurata quantità di cibo che hai preparato …” mormorai scuotendo il capo divertito, mentre cercavo di salvare qualche frittella dalle sue fauci.

“La cucina di Bells è la migliore! - si giustificò lui ghignando – è proprio una donna da sposare. Ha tantissime doti” terminò in tono malizioso, provocando un immediato rossore sul viso della sua compagna.

Gli scoccai un’occhiata truce. Emmett non era affatto cambiato.

Mangiammo tranquillamente, godendoci quel cibo squisito sino a quando il mio cellulare non prese a suonare insistentemente.

Sbuffai contrariato, immaginando perfettamente chi fosse a disturbare la mia quiete.

“Tanya!” dissi a mo di saluto, malcelando la mia irritazione.

Tanya era la mia “amica di giochi”, se così si può definire. Da quando avevo rinunciato all’idea di trovare una donna in grado di soddisfare il mio intelletto, oltre che il mio diletto fisico, avevo iniziato a frequentarla. Come me era inserita nel mondo della musica. Io lavoravo come pianista in uno dei teatri di maggiore importanza della città, lei come violoncellista.

Inizialmente avevo sperato che quella passione comune potesse rivelarsi un ottimo punto di partenza per una relazione stabile, ma con mio disappunto il suo carattere non si conciliava affatto con il mio.

Ma sono pur sempre un uomo, ed il suo corpo non è certo da sottovalutare. Peccato per il fastidioso gracchiare della sua voce.

“Edward, stasera sarò da te alle otto!” annunciò, rammentandomi della cena che avevamo programmato per la sera.

“Maledizione” farfugliai considerando la presenza di Emmett e della sua futura sposa. Non potevo certo cacciarli di casa?!

“Credo dovremmo rimandare, ho come ospiti a casa mio fratello e la sua fidanzata!” mi giustificai prontamente.

La sentii sbuffare contrariata ma non ribatté ulteriormente, interrompendo frettolosa la telefonata.

Riagganciai leggermente irritato, mentre mio fratello mi fissava con un’espressione mortificata.

“Mi dispiace Ed, ma se vuoi possiamo passare la serata da qualche altra parte!”

Scossi il capo con fare tranquillo. “Non era nulla di importante!” mormorai dirigendomi verso la mia stanza. Quel giorno avevo in programma di esercitarmi con le melodie per il nuovo concerto. Era previsto da mesi, ma purtroppo non ero ancora riuscito a scrivere qualcosa di nuovo che potesse essere la degna conclusione dell’esecuzione. Tutti i brani che la mia mente aveva partorito nell’ultimo periodo non mi parevano appropriati. Eccessivamente frettolosi e poco comunicativi.

Con un’espressione colma di disgusto, gettai in terra i fogli che erano stati ordinatamente riposti sul pianoforte.

“Dannata ispirazione!”

Le ore successive le trascorsi rinchiuso nella stanza, davanti ad uno spartito bianco. Neanche una nota prese forma dalle miei mani tremolanti.

Nada, nisba, nulla!

Sbuffai, arrendendomi all’evidenza. Decisi di abbandonare quella stanza, sperando che l’aria fresca potesse sbloccarmi. Avrei passeggiato nel parco vicino casa, lì avevo individuato una piccola radura isolata dove trascorrere il tempo senza essere disturbato da bambini molesti e i loro palloni.

Feci una doccia veloce e recuperai dei vestiti molto semplici dall’armadio. Alice non avrebbe affatto gradito la mia scelta. Anzi, mi domandai come avesse potuto non notarli. Normalmente, una volta ogni due settimane circa, si dedicava ad un retaggio nel mio povero armadio per disfarsi di quei capi che le parevano poco consoni oppure antiquati e di passate mode.

Una spina nel fianco … ero stato costretto a nascondere gran parte di quei capi che desideravo salvare dalle sue intrusioni.

Possibile che io sia costretto a possedere un doppio armadio a causa di quella psicotica con disturbo della personalità ed evidente schizofrenia?

Uscii dalla mia camera sospirando. L’assenza di rumori mi fece presupporre che la casa fosse vuota, e fui sorpreso di notare l’esile figura di Isabella rannicchiata sulla poltroncina, intenta a leggere un libro.

I flebili raggi solari penetravano dalla finestra illuminandole debolmente il viso, dandole un aspetto ancor più innocente. Mi soffermai a guardarla ammirato ed incuriosito da ciò che poteva aver catturato tanto la sua attenzione.

Una serie di espressioni buffe si disegnavano sul suo volto con il passare dei minuti, probabilmente causate dalle scene che si susseguivano velocemente nel libro.

Tanto era presa da non aver notato la mia presenza della sala, almeno sino a quando con un leggero colpo di tosse non attirai la sua attenzione.

Spiarla come un dodicenne non era proprio consono, soprattutto considerando l’attuale situazione.

Edward, per carità ricordati che tra qualche settimana lei si sposerà con tuo fratello.

“Ehm … Emmett?” chiesi incuriosito.

Parve allarmarsi alla mia domanda. “E’ andato a chiedere la disponibilità per la Chiesa!” ripose prontamente.

Annuii distrattamente. Sebbene desiderassi approfondire l’argomento, non indugiai oltre. Mi avviai verso il frigorifero per recuperare un piccola bottiglietta d’acqua da portare con me, riponendola nello zaino.

“Io esco! - esclamai aprendo la porta, quando un’idea malsana mi balenò nella mente. -Ti và di venire con me?” chiesi esitante.

Ero conscio che fosse rischioso voler trascorrere con lei del tempo, considerando le strane reazioni che avevo in sua presenza. Ma, considerando che sarebbe diventata a breve mia cognata, dovevo tentare in ogni modo di limitare quell’interessamento malsano verso di lei. Così sperai vivamente che una conversazione potesse far scemare l’attrazione.

Lei parve soppesare le mie parole. “Dove?”

Mi diedi mentalmente dello stupido per la mancata precisazione. “Il parco. È un luogo tranquillo, ed è molto piacevole stare lì a leggere” spiegai noncurante.

Certo, avrei mandato all’aria i miei piani, rinunciando all’idea di creare qualche melodia adeguata. Ma il pressante disagio che provavo in sua compagnia appariva ai miei occhi con maggiore urgenza.

Bella annuì e, recuperando il suo libro, mi raggiunse alla porta.

Bene, entro oggi questa incresciosa situazione sarà risolta!

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Capitolo 4
*** III ***


Salveeee sto saltellando di gioia per tutti i vostri bellissimi commenti! wow sono contentissimaaaaaaaaa  ... mi state facendo super felice! é gratificante vedere che la storia viene apprezzata

e proprio per ringraziarvi eccovi il nuovo capitolo ...

sto seguendo tempi di inserimento dei capitoli : record XD. Praticamente uno al giorno!! 

Mi dispiace non poter risp ad uno ad uno, ma è tardi e stavo scrivendo il capitolo 6 di questa storia (se voglio continuare con questi ritmi devo anche trovare il tempo di scrivere XD ...ardua impresa!!!)

Cmq dedico questo capitolo a JustCrazy ahahahahahha ( sei <_genio_> del forum Twilight lovers???) 

Betato by Ronnie8437

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I miei piani andarono a farsi benedire molto presto, quando mi resi conto che le mie supposizioni non potessero essere così distanti dalla realtà dei fatti.

Quel giorno scoprii in Bella molto di più di quello che avrei mai immaginato, ma soprattutto desiderato. Il suo carattere timido e riservato celava una personalità brillante ed interessante.

Davanti a me avevo la donna perfetta, quella che avevo cercato per anni senza incontrarla. Quella con cui avrei desiderato intraprendere una relazione … quella che stava per sposare mio fratello.

Se questa non è sfiga!?

“Quindi ti interessa la letteratura classica?” domandai, notando il libro che stringeva tra le mani. “Emma” di Jane Austen.

Lei annuì ed i suoi occhi furono attraversati da una strana luce. “Si, adoro i romanzi della Auten … trovo che i classici rispecchino un mondo che, benché possa apparire tanto distinto dal nostro, a causa delle convenzioni sociali che lo muovevano, si prospetta invece più simile di quello che crediamo. I suoi personaggi sono così veri, con i loro vizi e le loro virtù. Peccano talvolta di ignoranza e superbia, ma nonostante ciò, alla fine si abbandonano ai sentimenti. Tutto cade davanti all’amore, che siano le differenze di ceto o i pregiudizi, oppure quelle convinzioni e quelle certezze a cui si erano attaccati con tanto ardore. – prese fiato. – la galanteria dei gesti, quell’accuratezza di linguaggio. Per non parlare della capacità della Austen di proiettarti nella sua epoca. Tutto è descritto in modo tanto vivido da trasmetterti ad ogni parola le emozioni dei suoi personaggi, le loro paure e le loro gioie diventano le tue ….”

La passione di cui quelle parole erano intrise mentre si abbandonava alla sua esposizione mi incantarono. Mi trovai a pendere completamente dalle sue labbra. La veemenza con cui si soffermò successivamente sul rapporto di Elisabeth e Darcy, sull’incontrollabilità di ciò che l’amore impone.

Rimasi immobile ed incantato ad ascoltarla, sino a quando il suo viso non assunse particolari colorazioni purpuree e balbettò qualche scusa sconnessa riguardo il suo sproloquio.

La rincuorai, ammettendo di aver gradito non poco il suo pensiero, non troppo dissimile dal mio. Come lei, ero un estimatore delle opere classiche.

“Sono incorreggibile, quando qualcosa mi appassiona non sono in grado di frenare il mio entusiasmo” ammise per l’ennesima volta, rigirandosi il libro tra le mani, ostentando un’espressione imbronciata estremamente deliziosa.

Sorrisi incoraggiante. “Credo sia normale. Se così non fosse, non sarebbe realmente una passione.”

Annuì vistosamente“Già. Tu però eri venuto qui per rilassarti, ed invece hai subito i miei vaneggiamenti!” asserì increspando le labbra.

Scossi il capo divertito. “In realtà ero venuto qui per distrarmi e cercare di riacquistare un minimo di ispirazione” ammisi in tono contrito.

Arcuò le sue sopracciglia perfette. “Ispirazione? – domandò curiosa. – credo di non averti chiesto quale sia il tuo lavoro!”

“Sono un pianista!”

Lei sgranò gli occhi sorpresa. “Davvero?-  domandò entusiasta. – cosa suoni di preciso?”

“Mie composizioni, sul genere classico. Se vuoi posso procurarti un biglietto per il prossimo concerto, che si terrà tra pochi giorni!” proposi nervosamente.

Contrariamente ai miei propositi, mi sentii veramente ansioso di udire la sua risposta. Desideravo farle ascoltare la mia musica, sperando che l’apprezzasse.

Le sue labbra si stesero in un sorriso elettrizzato che contagiò inevitabilmente anche il sottoscritto.

“Mi piacerebbe tantissimo! - esclamò – ti ringrazio!”

Stavo per risponderle quando la suoneria del suo cellulare riempì il silenzio.

“Claire de Lune”

Oh mio dio … ama anche la musica classica?

Destino infausto, perché mi stai punendo? Cosa ho fatto di così terribile ed atroce per meritare un simile trattamento?

Tentai di celare il mio sbigottimento ed il moto di delusione che ne conseguii quando intuii chi fosse il suo interlocutore. Il tono di voce che utilizzava con Emmett era inconfondibile. Tanto simile a quello di una mamma con il proprio bambino, intriso di dolcezza e tenerezza.

Devono amarsi molto …

Mi accasciai malamente sul prato, chiudendo gli occhi e godendomi i caldi raggi solari che inondavano il parchetto. Udii un sospiro sommesso di Bella, ma non proferii parola cercando di distogliere la mia attenzione dalla conversazione che stava avvenendo tra loro. A quanto pareva, Emmett si era preoccupato non trovandola a casa.

Mi sorprendeva poter ammirare tali premure da parte di mio fratello. Ero sempre stato contrario alle sue precedenti relazioni, conscio di quanto quelle ragazze non fossero al suo livello. Ed ora che aveva incontrato una donna meravigliosa non riuscivo a gioire per lui.

In quegli istanti mi sentii un mostro.

Maledizione Edward, cosa cercavi di fare? È la fidanzata di tuo fratello …

Eppure sono così diversi?

Ciò non toglie che non siano innamorati. Anche Alice e Jasper non hanno granché in comune, eppure la loro è una relazione più che felice, che si protrae da anni!

Sbuffai esasperato dai miei stessi pensieri. 

“Edward, tutto bene?” la sentii mormorare. Istintivamente aprii gli occhi, trovando il suo viso più vicino del previsto.

Il mio cuore perse un battito e rimasi incantato a fissare due enormi occhi color cioccolato.

Deglutii a fatica, riuscendo a biascicare un flebile “si”, prima di scattare in piedi allontanandomi da lei. Quella vicinanza non era affatto salutare per il mio stato mentale. L’odore di fresie che mi avvolse mi fece inevitabilmente fremere.

“Credo sia il caso di andare, non credo sia opportuno far preoccupare lo sposino!” affermai ironico, passandomi stancamente le mani sul volto.

Lei asserì con il capo ed insieme ci dirigemmo verso casa, mentre la mia mente veniva invasa dall’inquietudine per quella situazione a cui non trovavo alcuna soluzione. Non potevo che sperare che la loro permanenza fosse la più breve possibile, e che tornassero a New York una volta celebrate le nozze.

Solo la lontananza mi avrebbe permesso di reprimere quelle sensazioni e quei sentimenti che ormai stavano scuotendo il mio animo dal primo istante in cui i miei occhi si erano posati su di lei.

___________________

Giungemmo a casa in pochi minuti, mantenendo un reverenziale silenzio, ognuno assorbito dai propri pensieri. Sebbene il desiderio di poter comprendere cosa le provocasse quell’espressione imbronciata mi tormentò non poco.

Temevo avesse compreso il mio interessamento nei suoi confronti, e non potevo negare di essere tremendamente a disagio presupponendo ciò.

Mio fratello ci accolse sulla porta con un sorriso gaio stampato in volto. Avrebbe potuto illuminare l’intera cittadina di Forks. Trasudava gioia da ogni poro!

Beh, con una ragazza come lei non potrebbe essere altrimenti!

Bella si congedò poco dopo, esternando il suo desiderio di concedersi una doccia rilassante. Io ed Emmett restammo in cucina a chiacchierare, come ai bei vecchi tempi.

Quando gli fu offerto quel lavoro a New York, non ero stato affatto entusiasta. Benché fosse per lui una grande opportunità, il pensiero di separarmi dal mio fratellone mi aveva non poco afflitto. La nostra era sempre stata una famiglia molto unita ed affiatata.

“Ehi Ed, che ne pensi della mia futura mogliettina?” domandò Emmett euforico, distogliendomi dai miei pensieri.

Deglutii rumorosamente, ancora imbarazzato per quello che era accaduto durante quei giorni, per non parlare dei miei sproloqui mentali al parco. L’espressione di Emmett mi permise di intuire che non si era accorto delle mie esitazioni, e ciò in parte mi rincuorò.

“Carina!” mormorai con fare indifferente, scrollando appena le spalle.

Recuperai distrattamente il telecomando, iniziando a fare zapping tra i canali sperando di trovare qualcosa che attirasse la sua attenzione, distogliendolo da quella conversazione tutt’altro che piacevole.

Un incontro di wrestling, donne che lottano nel fango … qualsiasi cosa potesse essere funzionale al mio scopo.

Lo vidi arcuare un sopracciglio in una posa alquanto scettica. “Carina? – mormorò perplesso. – ma l’hai vista?”

Cazzo, si che l’ho vista. Ed è proprio questo il problema.

Ostentai una tranquillità non mia, fingendo totale disinteresse per quella meravigliosa creatura che, in quel momento, si godeva una bella doccia.

Dovetti fare forza su me stesso per non immaginarla.

Oh mio Dio …

Edward per carità, no! Pensa ad altro … pensa alla dentiera di zia Margaret, oppure alle verruche di nonna Peg!

“Dove vi siete conosciuti?” domandai nel vano tentativo di sviare il discorso su qualcosa di meno pericoloso. Oltretutto, ero sinceramente curioso di comprendere come due persone tanto diverse avessero istaurato un rapporto d’amore tanto solido da aver spinto mio fratello ad aspirare al matrimonio.

Lui, il libertino per eccellenza.

“Al campo di basket per l’intervista … ma lì non accadde nulla! C’era troppa gente – spiegò rigirandosi una penna tra le mani. – fortunatamente ho avuto modo di incontrarla nuovamente”

“Dove?” Bella non mi pareva essere tipo da discoteca. Troppo timida ed impacciata per scatenarsi in un simile ambiente.

“In biblioteca!” rispose mesto, sorridendo sardonico.

Corrugai la fronte in un’eloquente espressione dubbiosa. “Tu, in biblioteca?” chiesi ironico.

Emmett considerava i libri come una semplice appendice dell’arredamento. Qualcosa da osservare a distanza. Ero certo che le sue letture fossero tendenzialmente limitate ai giornaletti “hot” che da adolescente nascondeva nell’armadio, almeno sino a quando Alice non li scovò. All’epoca, io e la piccola peste avevamo appena nove anni. Ricordo ancora lo sbigottimento e l’imbarazzo dei miei genitori e di mio fratello che tentavano di sviare – con scarso successo – le nostre pressanti curiosità.

Una scena esilarante, almeno per me!

“Cosa ci trovi di strano?” domandò rivolgendomi uno sguardo torvo ed imbronciato.

Alzai le mani ghignando. “Nulla … figurati” biascicai tentando invano di reprimere le risa incontrollate.

Ridemmo insieme, rammentando la nostra infanzia e scherzando come allora. In quel momento compresi ciò che avrei dovuto fare. Non avrei mai arrecato alcun dispiacere a mio fratello, non gli avrei permesso di notare la mia infatuazione per la sua ragazza … sarei stato lontano da lei, da loro.

Nessuna alternativa …

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Capitolo 5
*** IV ***


Salve!!! Eccomi con il nuovo capitolo!
Grazie per i bellissimi commenti .. sono felicissima che la storia vi stia piacendo ... e come ho già detto è gratificante poter leggere i vostri commenti! ^________^
Vi lascio immediatamente al capitolo, purtroppo stamattina ho avuto un pò di analisi da fare e non mi sento granché bene!
Un bacio!
Manu
Capitolo dedicato a Ronnie8437 (che sopporta i miei scleri e corregge i miei erroracci XD!!!)

Betato by Ronnie8437

______________________________________________♥

Trascorsero due settimane, due orribili settimane in cui non feci che evitare categoricamente Isabella. L’unico istante in cui mi concedevo di bearmi della vista del suo viso o della sua voce era durante le colazioni, sebbene io restassi nel più totale mutismo. Inizialmente avevo previsto di allontanarmi il mattino presto, onde evitare di incrociare anche solo i suoi occhi. Ma la sua sveglia suonava ad un’ora decisamente improponibile.

E non mi pareva il caso di trascinarmi in versione zombie per il resto della giornata a causa della scarsità del sonno!

Mi bastava l’attuale versione Edward - faccia da pesce lesso/disperato Cullen. Appellativo generosamente attribuitomi da Alice.

Alle sei Bella era già in piedi, intenta a preparare la colazione e a lavorare agli articoli tramite il suo portatile. Alla fine mi ero arreso all’evidenza, decidendo di godermi i suoi deliziosi manicheretti.

Con mio disappunto, la mia infatuazione per lei non era affatto migliorata. La loquacità di mio fratello mi aveva permesso di apprendere numerose informazioni su Isabella e sulla sua vita.

Che il destino infierisca su di me non vi è alcun dubbio! Mi odia!

Emmett non perdeva occasione per elogiare le sue doti, che fossero culinarie o intellettive non importava. Continuava a lodarla facendo aumentare a dismisura il colore rosso del suo volto.

Sembrava quasi stesse cercando di convincermi a sposarla … cosa che non sarebbe stata assolutamente necessaria! Bastava la mia mente a perpetuare sciocchi desideri in proposito.

Anche quella mattina si stava ripetendo la medesima scena. Almeno sino a quando mio fratello non decise di conferire con me in privato, facendo irruzione nella mia stanza mentre mi cambiavo.

“Emmett, è buona educazione bussare!” lo ammonii, recuperando un paio di jeans scoloriti dall’armadio.

“Edward, ti devo parlare!” affermò in tono serio. Decisamente troppo serio …

Deglutii a fatica, immaginando il motivo della conversazione. Doveva aver intuito i miei sentimenti per Bella, e naturalmente non doveva aver gradito la cosa.

Certo, io non la prenderei con maggiore filosofia. Potrei spaccare la faccia a chiunque osasse posare il suo sguardo su di lei!

Un pungo di Emmett farebbe decisamente male …

Sospirai sommessamente, tentando di non incrociare il suo sguardo.“Dimmi!”

“Fratello, se sei infastidito dalla nostra presenza credo sarebbe più opportuno che ne parlassimo. Io e Bella potremmo andare in albergo!” spiegò in tono accorato.

Mi voltai verso di lui con un’espressione corrucciata. “Che?”

Avevo dimenticato quanto fosse scarso l’acume di mio fratello … ha l’intuito di un bradipo!

“Edward, non fare il finto tonto! - bofonchiò malcelando la sua irritazione. – ormai non passi a casa più di dodici ore e, considerando che generalmente sono durante la notte, posso presupporre che tu non voglia incontrarci …” asserì convinto, scuotendo il capo con un certo rammarico.

Bhe, forse non è totalmente stolto … almeno qualcosa lo ha capito!

Peccato gli abbia attribuito un distorto significato …  

“Se ho deciso di trasferirmi da te, per questi giorni, è stato semplicemente perché volevo trascorrere un po’ di tempo con il mio fratellino e permettergli di conoscere Bella! Sai che tengo molto al tuo giudizio!” continuò imperterrito, facendomi sprofondare nella vergogna.

Se solo sapesse che lo faccio per lui …

Sospirai tentando di giustificarmi. “Non è come credi. Sono sotto pressione a causa del concerto e passo le mie giornate in teatro a provare!”

Il che non era proprio una menzogna. Era lì che trascorrevo il mio tempo, dedicandomi al pianoforte. Le forti emozioni dell’ultimo periodo avevano prodotto un esito lato positivo – per quanto blando, considerando l’esasperazione che mi stavano provocando.

L’ispirazione era tornata, e ormai componevo nuove melodie come non era mai accaduto. Nella musica stavo riversando la mia immensa frustrazione e il mio disappunto per ciò che era accaduto. Ero certo di non essere ancora innamorato di Bella ma, allo stesso tempo, ero conscio che quel passo non fosse poi troppo distante.

Ogniqualvolta incrociavo il suo sguardo, osservavo il suo sorriso, avvertivo una sensazione di calore mai provata.

Una sera sono rincasato prima del previsto, trovando la sua figura beatamente addormentata sul divano … quella notte avevo composto la sua melodia.

Una ninna nanna che potevo considerare l’apoteosi del mio percorso creativo. Le note si susseguivano dolcemente creando una lenta armonia dal suono morbido e vellutato. Tendenzialmente più semplice delle melodie che ero solito comporre, ma meravigliosa proprio nella sua semplicità. Quella caratteristica che tra tutte avevo sempre apprezzato in Bella, proprio come la dolcezza

Non esiste creatura che abbia saputo destare in me un tale interesse da permeare con il suo ricordo anche la mia musica.

“Edward?” avvertii il tono irritato di Emmett, ridestandomi dai miei pensieri.

“Cosa?” domandai celando appena il mio stato confusionale.

Possibile che ogni qualvolta si parli di Bella il mio cervello vada in cortocircuito?

Starò impazzendo …

Sbuffò spazientito, rivolgendomi uno sguardo non poco contrariato “ Dicevo – esitò - oggi l’accompagnerai a fare un giro turistico per Forks!”

Strabuzzai gli occhi sconvolto, sperando di essere realmente pazzo e preda di qualche scomoda allucinazione. Perché, per quanto allettante fosse la proposta, mi avrebbe posto in una posizione alquanto scomoda!

No ti prego … non può chiedermi questo!

Non solo perché pensare ad un giro turistico per quella città dimenticata da Dio potesse essere solo frutto di una mente seriamente disturbata.

E ciò non può che farmi supporre l’esistenza di una malattia congenita: pazza Alice, pazzo io, pazzo Emmett … adesso mi manca solo sapere che mio padre si crede un vampiro per completare il quadro della disperazione.

Ma soprattutto considerando che avrei dovuto essere il cicisbeo di colei che avrei dovuto in ogni modo evitare.

Situazione a tratti esilarante oserei dire.

Sono rovinato … l’inferno si sta scatenando su di me con la sua ira funesta.

“Edward, per favore!” insistette in tono supplichevole, notando la mia palese esitazione.

Oh destino immondo ed infame … e adesso?

“D’accordo …” mormorai non propriamente convinto.

Percepisco la punta della spada di Damocle sul mio capo … e non è affatto una bella sensazione.

La sua espressione esultante non mi rallegrò affatto. Mi stava costringendo alla più atroce delle torture.

Poterla osservare nella consapevolezza di non poterla avere …

Che Dio mi aiuti.

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Capitolo 6
*** V ***


Salve, chiedo venia.
ieri avrei voluto postare ma stavo decisamente con la testa altrove ... il mio ragazzo si è beccato la nuova influenza che gira e ero un tantinello preoccupata! Uff ... sono ansiosa!
Comunque passo per un aggiornamento veloce mentre sono in pausa dallo studio ...VI RINGRAZIO IMMENSAMENTE PER I VOSTRI COMMENTI, AD OGNI VOSTRA RECENSIONE FINISCO PER GONGOLARE COME UNA BAMBINA!!
SONO IN UN BRODO DI GIUGGIOLE! cmq vi avviso che ho scritto il terzultimo capitolo di questa storia hihihihihi kiss ♥
Betato by Ronnie8437

_____________________________________________♥

Quella notte i miei pensieri furono tutti rivolti al supplizio che mi attendeva. Avrei trascorso la giornata in compagnia di Isabella, girando per i luoghi di questa infima cittadina.

Come mio fratello avesse potuto ponderare una simile idea proprio non lo comprendevo. Ma Emmett era sempre stato un soggetto alquanto particolare, piuttosto impulsivo.

Non sarebbe più giusto che fosse lui a mostrarle Forks?

Naturalmente non dormii affatto, e la mattina seguente due segni violacei facevano bella mostra sotto i miei occhi.

Mancavano solo le occhiaie ...

Sbuffai contrariato, notando la mia immagine riflessa nello specchio. Ma non me ne curai, uscendo velocemente dalla mia stanza, attratto come al solito dall’invitante profumo.

Il borbottio del mio stomaco mi fece accelerare il passo verso quelle delizie culinarie.

“Buongiorno!” esclamai, notando la figura di Bella seduta al tavolo della cucina.

Sobbalzò spaventata, portandosi una mano al petto.

Diamine … la mia versione zombie deve essere davvero terrorizzante.

“Buongiorno Edward” biascicò con voce tremula.

Sospirai sommessamente recuperando le frittelle, notando la quantità di cibo piuttosto insolita. Feci scorrere lo sguardo sul tavolo.

“Emmett?” domandai con viva curiosità.

Lei si morse il labbro tenendo lo sguardo basso. “E’ uscito presto … - mormorò, e non so per quale motivo mi parve stesse mentendo. –  Senti Edward, mi dispiace che Em ti abbia imposto di farmi da cicerone per le vie di Forks!” disse tutt’un tratto lasciandomi sorpreso.

Provai a giustificarmi ma non me lo permise.

“Involontariamente ho ascoltato la vostra conversazione!” ammise mentre un notevole rossore le imporporava il viso.

“Ah ..”

Bravo Ed, loquace ed intelligente come al solito. Ti meriti proprio un applauso.

“Fingiamo che tu mi abbia scortato per Forks – propose tenendo il capo chino. – Non lo saprà mai, e sarà ugualmente soddisfatto!”

Ponderai seriamente la sua proposta che si poneva essere il perfetto rimedio all’incresciosa situazione. Eppure, nonostante mi fossi dannato per evitarlo, sentii crescere in me un moto di delusione a tale idea.

“Non mi disturba mostrarti Forks!” affermai laconico, fissandola serio.

Dannazione Ed, che combini? Non volevi liberarti di questo supplizio?

Ma lei è così bella ...

Devo ricordarti che hai passato la notte ad ideare plausibili scuse .. rinuncia a questa balorda idea

No decretai, ponendo fine alla mia controversia mentale.

Per quanto potesse apparire assurdo, l’idea di condividere con lei anche qualche ora mi era gradita più del lecito. Ero certo che, con una buona dose di autocontrollo, non avrei compiuto alcuna azione sciocca. Mi sarei limitato a bearmi della sua interessante compagnia.

Mi sarei dovuto accontentare di ciò che la situazione poteva offrirmi ...

Isabella era una meravigliosa persona, quella che a breve avrebbe sposato mio fratello, entrando inevitabilmente nella mia vita. Per quanto avrei potuto ignorarla? Per quanto sarei riuscito a starle lontano?

Fingere indifferenza sarebbe divenuto troppo complicato. Sarei stato costretto ad incontrarla ad ogni festa di famiglia, durante le vacanze ...

Ok, tutto ciò non porterà nulla di buono!

In questo momento l’opzione più accreditata è quella di un precoce ricovero in manicomio. Sono certo che Alice sarà più che contenta di farmi compagnia ...

Con la sua follia farebbe felici molti medici. Avrebbero parecchio su cui lavorare ...

“Edward? Allora?” la vocina delicata di Isabella mi riscosse.

Oddio, che avrà detto?

La fissai con uno sguardo colpevole, sperando di farle intendere la mia momentanea distrazione.

La vidi accennare un sorriso estremamente tenero. “Dicevo, potremmo dedicarci ad un giro veloce, occupando solo la mattina …”

Annuii mesto, ancora indeciso sul da farsi. Che male avrebbero potuto causare solo poche misere ore?

Meglio non pensarci ...

Dopo un’oretta, uscimmo di casa entrambi un po’ impacciati. Non compresi il motivo dell’assenza di Emmett, ma a quanto pareva trascorreva gran parte del suo tempo fuori casa. Avevo chiesto ad Isabella informazioni a riguardo ma, notando l’espressione corrucciata ed ansiosa sul suo volto, avevo finito per accantonare la mia curiosità.

Eppure, in tutta quella storia ero certo qualcosa mi sfuggisse. E non solo per le palesi differenze tra i neo fidanzati. Una ragazza intelligente e timida come Bella stonava non poco accanto al mio gioioso e folle fratello, soprattutto per il rapporto strano che avevo avuto modo di osservare.

La mancanza di effusioni che andassero oltre qualche semplice sfiorarsi delle labbra, la dolcezza quasi fraterna con la quale si rivolgeva a lei. Potetti evincere le medesime conclusioni anche dai racconti di Isabella, che avevo scoperto essere più loquace di quanto avessi immaginato.

Avevamo vagato per le strade di quel paesino sperduto dove non vi era nulla di realmente eclatante da visitare, ed inevitabilmente il quotidiano era divenuto argomento di conversazione.

Dalla panetteria sotto casa loro a New Yorks, alle loro conversazioni sulla famiglia. Emmett le aveva raccontato di tutti noi, elogiandoci tanto da intimorirla. Mi aveva confessato di essere stata non poco terrorizzata all’idea di quell’incontro e questo, misto alla sua timidezza, l’aveva portata a parlare ben poco.

Naturalmente mio fratello aveva omesso dettagli significativi, mascherando la follia di Alice dietro una lieve esuberanza, oppure il mio carattere spesso scorbutico e leggermente misogino dietro la riservatezza. Eppure, ciò non aveva minimamente scalfito l’adorazione di Bella per la mia famiglia. Era rimasta incantata da Esme e dalla sua dolcezza, così come da Alice e … addirittura da me.

Era stata piacevolmente sorpresa dall’affinità dei nostri gusti, e quando mi propose di divenire amici quasi mi strozzai con la bibita che stavo placidamente bevendo.

Il suo volto assunse una colorazione violacea. “Scusa, immagino ti sembri strana la mia proposta .. io .. ecco …” iniziò a balbettare frasi sconnesse ed incoerenti che inevitabilmente mi portarono a scoppiare in una fragorosa risata.

Si può essere tanto dolci ed innocenti?

Il broncio che si dipinse sulle sue labbra non fece che peggiorare la situazione, e mi ritrovai accasciato sulla sedia, ansante per le troppe risa.

Rido per non piangere …

Quella ragazzina dagli occhi color cioccolato mi aveva inevitabilmente stregato e, per quanto mi fosse difficile ammetterlo, non potevo non comprendere di essermene innamorato.

E allora perché sono qui come un coglione a ridere?

Lapalissiano … se mi soffermassi a pensare seriamente alla sua proposta di amicizia, non credo riuscirei a contenere la frustrazione e la delusione.

Maledizione,devo smetterla di parlare da solo ..

“Edward, non deridermi!” pigolò lei, mentre io cercavo di riprendere un po’ di contegno.

“Mi dispiace Bella, ma la tua espressione era buffissima!” continuai.

Imbronciata e leggermente irritata, si alzò velocemente dalla panchina.

Un pò troppo velocemente!

Vidi il suo corpo sbilanciarsi in avanti e, preso alla sprovvista, scattai afferrandole la vita e trascinandola verso di me. La sua schiena si scontrò con il mio torace, ma riuscii ad evitarle una brutta caduta.

Purtroppo, non avevo assolutamente meditato sulle conseguenze che avrebbe comportato il mio gesto.

Il calore del suo corpo, misto a quel meraviglioso profumo di fresie, rischiò di darmi alla testa. Non mi mossi, incapace di riflettere coerentemente e la mia stretta si fece involontariamente più salda.

Lei come me rimase immobile, probabilmente in attesa che mi decidessi a lasciarla. Peccato che quella non rientrasse assolutamente nelle mie intenzioni.

La sua testolina castana arrivava poco sotto il mio mento, e i suoi capelli mi solleticavano involontariamente il volto.

Che buon profumo ...

Inevitabilmente mi ritrovai ad inspirare quell’odore sublime.

“E .. Edward?” il suo balbettio sconnesso era poco più che un sussurro, ma bastò per donarmi quel minimo di lucidità che mi permise di sciogliere la presa dalla sua vita.

Che diamine stavo facendo?

“Stai bene?” domandai con voce roca.

Lei si limitò ad annuire, stando attenta a non incrociare il mio sguardo. “Credo sia ora di tornare a casa – biascicò – non vorrei che Emmett si preoccupasse”

Concordai a malavoglia e, ancora scossi, ci avviammo verso casa.

Cosa avevo intenzione di fare? Mi sono per caso fritto il cervello?

Credo che l’unica soluzione sia di buttarmi da una torre, sperando sia più alta possibile ...

 

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Capitolo 7
*** VI ***


Eccomi con il mio aggiornamento giornaliero!! Sono brava vero!? ahahahahahah

Credo però che il prossimo arriverà direttamente lunedi mattina ... ma non è certo, devo ancora decidere ... dipende se riesco a terminare l'ultimo capitolo!

Per rispondere alle domande vi dico che questa storia è composta da 8 capitoli ... quindi ne restano altri 2 da postare ed io devo solo scrivere l'ultimo che però è un pò complicato ç_ç

spero di riuscirci!! sigh ... vi ringrazio per i commenti e per gli in bocca al lupo per il mio ragazzo, che sta decisamente meglo, sebbene sia finito in quarantena >.<'''

Spero tanto di leggere i vostri commenti!!!

Betato by Ronnie8437

Capitolo dedicato a Samy88

(ho apprezzato tantissimo i tuoi commenti, anche perchè adoro la tua storia, scrivi benissimo ♥ ps: posta prestissimo)

__________________________________________________________♥

Ero rintanato nella mia stanza da quasi tre ore. Io e Bella eravamo tornati a casa restando in religioso silenzio per l’intero tragitto e, non appena fatto il nostro ingresso, ci eravamo dileguati entrambi nelle nostre camere.

Un’ora dopo, avevo udito i suoi passi incerti dirigersi verso la cucina. Dai rumori delle pentole, potevo dedurre fosse intenta a preparare qualcosa.

La immaginavo camminare in punta di piedi, terrorizzata dall’idea di incontrarmi.

Sospirai sommessamente, avvilito dai miei stessi pensieri.

Di Emmett non c’era traccia. Era svanito da quella mattina e, stranamente, durante il tempo trascorso con Bella non si era premurato di telefonarle.

Che strano.

Dal canto mio non avevo indagato, troppo distratto da ciò che stava accadendo. Il pomeriggio era trascorso velocemente - forse troppo – ma ciò che in quel momento mi turbava era il pensiero di lei stretta tra le mie braccia.

Come avevo solo potuto abbandonarmi a pensieri poco consoni su di lei?

Non potevo non percepire disgusto per me stesso. Eppure in quell’istante, tutto era avvolto da uno strano torpore. Il suo corpo caldo e morbido, i nostri respiri pesanti e accelerati ... perché si, anche il suo respiro era tutt’altro che regolare.

Che avvertisse anche lei quelle sensazioni? Che fosse solo imbarazzo?

Nella mia mente vagliavo ogni ipotesi, attaccandomi spesso ad appigli assurdi. Desideravo non averla incontrata, desideravo riavere quel fratello burlone e libertino che non prendeva alcuna ragazza seriamente.

Come? Come era potuto accadere? Perchè proprio lei?

Tutte le sensazioni che invadevano il mio corpo erano nuove, mai avevo sperimentato una tale adorazione. Mai un simile bisogno per una persona che non fossi io.

Ero sempre bastato a me stesso, e credevo che nessuno avrebbe potuto mutare questa mia natura.

Bella fregatura, tra tutte le persone di cui è pieno il mondo proprio di Bella dovevo innamorarmi.

Dio mi odia? … si, decisamente si.

Il perché? Non ne ho la minima idea, sono sempre stato un bravo ragazzo, forse un po’ strano … ma non ho mai fatto male ad una mosca. Al massimo al cane di Alice, dopo che lei aveva tentato di annegare il mio gatto …

Ma su, era solo un’innocente vendetta!

“Che vita assurda …” bisbigliai tra me e me.

Maledizione ...

Avvertii la porta di casa aprirsi, ed involontariamente trattenni il respiro quando il vocione di Emmett si propagò per la casa.

“Bellinaa!” – urlò in tono concitato.

Non riuscii ad udire altro della loro conversazione, ma la risata cristallina di Isabella non mi sfuggì. Quel suono tanto delizioso mi aveva incantato per l’intero pomeriggio.

Sentivo il bisogno di ascoltarla, di osservarla ... di bearmi di quell’innocenza racchiusa nei suoi occhi. Della sua dolcezza e passione anche per le piccole cose.

Diamine, sembro un quindicenne alla sua prima cotta!

Stanco della mia reclusione, e conscio della presenza di Emmett, decisi di affrontare il probabile sguardo inquisitore di Bella ed abbandonare la mia stanza.

La vita da recluso non mi si addice … e non ho certo intenzione di morire di fame!

Oltretutto, ipotizzai non avesse parlato a mio fratello di quello che era accaduto, oppure avrei avuto un uomo dalla stazza di un orso con manie omicide da gestire.

Emmett sa essere molto violento. Durante l’infanzia spesso giocavano ad imitare i lottatori in tv, e naturalmente io ne ricavavo sempre un occhio nero, un pugno nello stomaco oppure un tentato annegamento in piscina …. Mio fratello aveva la leggera tendenza ad esagerare.

Leggerissima… non aveva ipotizzato che il suo fratellino di cinque anni, il sottoscritto, non fosse in grado di nuotare.

Rabbrividii pensando alla mia infanzia traumatica.

“Bentornato!” mormorai salutando mio fratello, sebbene una lieve nota ironica sfuggì al mio controllo.

“Eddino – urlò lui. Quel giorno pareva ancor più allegro del solito. – ho saputo della gita!”

Mi irrigidii e voltai il capo verso Isabella, il cui volto aveva assunto colorazioni intense. Ciò che mi sorprese fu non notare in lei alcuna traccia di irritazione o sdegno.

“Già – replicai mesto. – una giornata interessante!”

Lui non parve notare il mio sguardo sfuggente, e continuò a ciarlare incessantemente delle meraviglie che Forks nasconde. O qualcosa di simile …

Certo che mio fratello è più tonto di un orso nella stagione del letargo!

Sono seriamente avvilito per lui …

“Bene adesso il vostro uomo preferito si concederà una doccia rilassante – ghignò sotto il mio sguardo perplesso. Iniziavo a sospettare avesse fatto uso di qualche sostanza particolare, perché sul suo volto era dipinta un’espressione indecifrabile. Estasiata oserei dire. – quindi mi congedo!” terminò con un teatrale inchino.

Ok, lo abbiamo perso!

Arcuai un sopracciglio, seguendolo con lo sguardo mentre spariva oltre la porta della sua stanza. Bella ridacchiava divertita, scuotendo il capo.

“Non farci caso …” mormorò sorridendomi dolcemente, sebbene il rossore non si fosse totalmente dissolto.

Ti prego smettila di sorridermi in quel modo, stai attentando alla mia salute mentale …

Ricambiai con un sorriso incerto, non riuscivo a comprendere il significato di quel suo comportamento. Che non si fosse resa conto del mio interessamento era da escludere. Sarebbe stato palese anche ad un cieco … forse non ad Emmett, ma a qualsiasi persona con un minimo di acume si.

L’unica spiegazione plausibile era che tentasse di ignorarmi per non creare situazioni incresciose, benché a parer mio fosse tutto degenerato ormai da tempo.

Il silenzio calò inevitabilmente, ed io non ebbi il coraggio di colmarlo con parole vuote ed inutili. Mi accomodai al tavolo spezzettando una fettina di pane con le dita.

A completare il quadro di quella bizzarra situazione c’era il vocione di Emmett che intonava le parole di “Power of Love” di Celin Dion.

____________________________________

Ostentando una falsa indifferenza, trascorrevo i giorni scambiando con Bella ed Emmett futili convenevoli. Lo stretto necessario per celare lo strazio del mio cuore.

Divertente?

No, per nulla!

Utile?

Forse per gli altri …

Per me la situazione era angosciante.

Sbuffai sommessamente, mentre tentavo di recuperare la chiave di casa che si era impigliata nella tasca.

Giornata grandiosa … e non avevo visto ancora nulla!

Avessi saputo che il peggio era dietro l’angolo, sarei fuggito a gambe levate. Proprio come Alice dinanzi ad un negozio di marche sconosciute.

Una volta recuperato l’arnese infernale, la girai svogliatamente nella toppa aprendo pigramente la porta. Ma ciò che i miei occhi misero a fuoco fu devastante.

Il corpo di mio fratello in versione “senza veli” sovrastava quello di una ragazza … sul divano bianco di casa mia.

Oh porca miseria …

Mi sentii sprofondare. Il pensiero di Bella tra le sue braccia mi aveva a lungo tormentato. Ma vederlo … bhe quella era tutt’altra cosa.

Non si erano accorti di me e continuavano imperterriti nella loro attività sotto il mio sguardo sbalordito. Desideravo fuggire e dimenticare quella scena che probabilmente avrebbe invaso i miei incubi per molto tempo. Ma ero impietrito.

La chioma bionda della ragazza ricadeva sul pavimento mentre la stanza era colma di ansiti.

Aspetta … chioma bionda?

I miei occhi saettarono immediatamente sui capelli biondo cenere così diversi da quelli di Bella.

“Oh mio Dio!” un’esclamazione di stupore mista a sdegno si levò nella stanza attirando l’attenzione dei due amanti.

Mio fratello sgranò gli occhi con aria terrorizzata notando la mia figura appoggiata allo stipite della porta, mentre la ragazza, arrossendo vergognosamente, tentava di coprire le sue grazie.

Con scarso risultato oserei precisare.

 “E.. emmett?!” balbettai mentre il mio cervello era in uno stato di totale black-out.

“Non è come credi!” borbottò lui rosso come un gambero, mentre il suo sguardo saettava per la stanza alla ricerca dei suoi pantaloni.

Non è Bella!

All’iniziale sensazione di gioia un moto d’ira venne sostituito, comprendendo a pieno quella scena. Lui, mio fratello stava tradendo Bella. Lui che a breve l’avrebbe sposata … lui che aveva accanto una donna meravigliosa ..

La mia angoscia ed i miei sensi di colpa mi parvero totalmente folli ed inadeguati. Avevo temuto di farlo soffrire innamorandomi di Isabella. Avevo represso i miei sentimenti per lei, affliggendomi maledettamente pur di non fargli torto.

Lui aveva la donna dei miei sogni … e non la meritava, ed io non avrei indugiato oltre.

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Capitolo 8
*** VII ***


Salveeeee .. ed eccomi a postare il nuovo capitolo!!! Ho anche un piccolo avviso da fare ... la storia sarà composta da 8 capitoli + l'epilogo

volevo terminarla ad 8, ma purtroppo necessitavo di spazio per la fine e ho dovuto ricorrere necessariamente ad un epilogo!1 lo so lo so ... non so mai contenermi ... ma almeno questa storia non è arrivata ai miei soliti 40 capitoli ahahahahahahaha

*capacità di sintesi di manu=0*

Bene, tento di porre fine al mio delirio (tutto causato dallo studio delle tecniche di preservazione dei bambini del 18 secolo ... mi stanno traviando ... brrrr)

Vi ringrazio immensamente per i vostri bellissimi commenti, non sapete come mi fanno piacere!! Per il prossimo aggiornamento credo che aspetterò di dare il tempo a tutti di leggerlo! kiss

_________________________________________________♥

Con espressione stravolta alternavo lo sguardo sulle due figure dinanzi a me.

Credo sia il caso di bruciare quel divano …

In una tale situazione è normale che io pensi al divano?

Mha … Sarà lo schock …

“Emmett ma cosa hai fatto?” … ci deve essere un malinteso. È ovvio!

“Non è come può sembrare!” sussurrò lui grattandosi imbarazzato il capo.

Non riuscivo a credere che mio fratello avesse potuto compiere un atto tanto meschino. Per quanto fosse sempre prevalso in lui un lato libertino, lo avevo sempre ritenuto un ragazzo buono e dai sani principi.

Quelle parole furono la classica “goccia che fa traboccare il vaso”.

Non mentirmi … non a me che sono tuo fratello!

“Sono disgustato!” ammisi con voce tremula dalla rabbia, prima di sbattere ferocemente la porta allontanandomi.

È tutto assurdo … non può essere.

Vagai per ore attraverso le stradine della città senza realmente veder nulla. Tutto appariva sfocato mentre nella mia mente le scene a cui avevo assistito si susseguivano incessantemente.

Impossibile mi ripetevo come un mantra.

Avvertivo un senso di delusione perforarmi l’anima. Emmett non era mai stato un grande esempio a cui ispirarmi. Certo gli volevo bene, ma ero conscio che la sua impulsività lo conduceva a compiere azioni non propriamente appropriate.

Ma, nonostante tutto, lo avevo sempre e comunque rispettato …

E a ciò non poteva non sommarsi la pena per Isabella, che aveva trascorso l’intera giornata nelle grinfie di Alice per le prove del suo vestito da sposa.

Maledizione … maledizione!

Come poteva farla soffrire? Con quale coraggio osava compiere un’azione tanto immonda contro una creatura tanto docile e premurosa. Ed io?

Come avrei potuto permettergli di protrarre quell’insulsa farsa?

In quell’istante mi arrestai.

Non potevo fingere? Non avevo motivo per farlo … Isabella avrebbe potuto trovare qualcuno in grado di amarla realmente e donarle tutto se stesso senza intrusioni esterne. Senza alcuna donna bionda e formosa a reclamare le attenzioni di suo marito.

Non si merita di essere schernita in tal modo!

“Al diavolo Emmett!” sbottai attirando su di me lo sguardo perplesso dei passanti.

Non mi curai di nulla, riprendendo la mia corsa con un nuovo obiettivo: casa di Alice.

Non avrei esitato oltre, non avrei retto quella sciocca farsa che non mi aveva portato che angosce ed inutili sensi di colpa.

Al diavolo tutte le pare mentali che mi sono costruito … vada tutto a puttane!

Come avrei potuto lasciarla nelle sue mani, conscio di quanto non la meritasse. La tradiva ed io non le avrei permesso di compiere un passo tanto importante con un uomo non degno di lei.

Maledizione, io la amo e non le farei mai un simile torto!

In quel momento i miei sentimenti nei suoi confronti mi soggiogarono tanto da portarmi a compiere un atto folle e meschino verso mio fratello, ma non diedi peso alla mia coscienza. Proprio come lui!

La mia Volvo sfrecciava attraverso le strade della piccola Forks ad una velocità tutt’altro che consentita, ma non me ne curai. Il mio solo pensiero era rivolto a lei…

Lei che mi aveva inevitabilmente stregato … lei che desideravo ardentemente!

Pochi minuti dopo mi trovavo dinanzi alla lussuosa casa di mia sorella. Possibile che quel folletto avesse tali manie di grandezza? Avevo sempre sospettato fosse a causa della sua statura, un vero e proprio complesso di compensazione.

Tanto ormai è assodato sia pazza…

Bussai il campanello con eccessiva irruenza, tanto che la voce di Alice mi giunse non poco stizzita. “Chi è?” urlò con una grazia poco appropriata al suo esile e minuto corpo.

“Sono io!” bofonchiai senza nemmeno specificare il mio nome. Ero certo avesse riconosciuto la mia voce, anche se stravolta dall’ira.

Lei sbuffò sonoramente e aprì il portoncino, permettendomi di entrare. In poche falcate mi trovavo già fuori la porta con il volto livido di rabbia, pronto a sfogare la frustrazione repressa per troppo tempo.

Alice mi scrutò sconcertata. “Edward? Che hai?” biascicò con voce tremula.

Che tuo cugino è un bastardo … ecco cos’ho!

Scossi il capo nervosamente senza degnarle di una risposta. “Dov’è Isabella?” domandai laconico.

Corrugò le sopracciglia, non particolarmente convinta. Ma notando il mio stato d’animo tutt’altro che propenso alle pacifiche conversazioni, decise di accontentarmi accompagnandomi nella sala da pranzo della sua immensa casa.

Bene, adesso le dirò quello che ho visto. Il suo quasi marito che si dilettava in giochini erotici con una bionda prosperosa.

Magari potrei essere meno brusco.

No, tergiversare è inutile.

Devo smetterla di conversare da solo, inizio ad inquietarmi.

Presi un profondo respiro prima di avventarmi sulla maniglia in ottone, e ciò che vidi mi mozzò il fiato. Bella era in piedi, dinanzi ad un immenso specchio in legno, avvolta nel suo candido abito bianco.

Il tessuto le cadeva morbido sulle curve sottolineando il suo corpo a dir poco favoloso e terminando in un piccolo strascico. Il modello rispecchiava a pieno la sua semplicità, privo di quei soliti fronzoli e decorazioni vaporose.

Wow …

Probabilmente la mia espressione doveva essere eloquente perché Alice mi colpì con uno scappellotto per ridestarmi dal mio stato di trans, l’occhiata truce che mi rivolse non mi sfuggì.

Ehi, non sono io quello che tradisce la moglie! Sto solo spogliando con gli occhi la quasi moglie di mio fratello …

Non so quale delle due situazioni si possa definire meno ributtante.

Sorrisi amaramente per i miei stessi pensieri, e tossì leggermente per palesare la mia presenza a Bella che, intenta ad acconciare il vestito, non aveva avvertito i miei passi.

Si voltò incuriosita incrociando il mio sguardo.

È … raggiante.

Il suo volto esprimeva una totale felicità ed euforia che mi sentii mancare.

Avrei infranto i sogni di una giovane sposa, rivelandole del tradimento del suo compagno? Avrei avuto il coraggio di essere complice di colui che avrebbe provocato il suo dolore?

Io causa del suo male?

Il mio gesto vantava un altruismo apparente, non le avrei rivelato quella scomoda verità per il suo bene … ma semplicemente per il mio.

Per quel desiderio di vederla libera da quell’impegno che mi avrebbe privato per sempre anche solo dell’infima possibilità di avere il suo amore.

Sono un egoista!

Mi nascondo dietro belle parole e buoni propositi che in realtà non mi appartengono.

Non sono che un vigliacco che si traveste da paladino …

“Edward, tutto bene?” la voce melodiosa di Isabella mi riscosse.

“Sei bellissima!” ammisi con un sorriso amaro, prima di allontanarmi sotto lo sguardo sconvolto di Alice.

Mia cugina ha compreso …

______________________

 

La settimana era trascorsa, ed era giunto il giorno della cena di prova del matrimonio. L’apatia mi aveva totalmente attanagliato.

Gli eventi mi trascinano, mi limito ad osservarli come uno spettatore esterno che ammira la sua tragedia preferita.

I tentativi di Emmett di spiegarmi la situazione erano caduti nel vuoto, ma avevo tenuto fede al mio proposito. Non avevo rivelato nulla a Bella …

In casa non trascorrevo che poche ore. Le notti con Tanya erano state una costante, e non sapevo se per cercare nelle sue braccia una sorta di consolazione o distrazione da ciò che il destino mi stava infliggendo oppure per il semplice bisogno di sfuggire alle occhiate innamorate dei quasi neo sposini.

Sinceramente, non so cosa sia peggio.

Mi piego al volere di questo destino ingrato. Sono sempre stato un fatalista, ma mai ho provato una tale difficoltà ad arrendermi a ciò che è stato scritto per me.

Ed adesso eccomi in questo ristorantino di Port Angeles a festeggiare con vino e cibo di alta qualità un matrimonio che si fonda su false premesse.

La fedeltà … è poi così importante?

Quante persone vivono nell’incoscienza della seconda vita che i propri partner intrattengono. Quante unioni felici si fondano su innocue bugie?

Sospiro accasciandomi sulla sedia, mentre il mio sguardo vacuo resta nel vuoto.

Non voglio vedere perché non potrei mai condividere la loro felicità … perché tutto ciò mi fa male. Mi affligge e mi dilania.

Nonostante tutto, avvertivo lo sguardo preoccupato di Alice su di me. Anche lei in questi giorni aveva provato a parlarmi.

Ha compreso quello che è accaduto, e si è ripetutamente scusata per aver proposto la folle idea di ospitarli nella mia casa.

Eppure, come avrei potuto portare rancore verso la mia piccola cuginetta che innocentemente aveva fatto affidamento sul mio buon cuore? Non poteva certo sospettare che io fossi quell’essere immondo che si era miserabilmente innamorato della donna sbagliata.

La moglie di mio fratello …

Non sono migliore di lui!

Edward, se vuoi potremmo tornare a casa!” mi suggerì Alice in un sussurro sommesso.

Le feci segno di diniego. Non l’avrei mai privata della gioia di quel matrimonio tanto auspicabile. Lei adorava Bella, la trovava graziosa ed intelligente, la perfetta compagna per Emmett.

Si compensano con le loro evidenti differenze.

Quando mi ha interrogato sul motivo della mia irruzione nella sua casa ho mentito.

Lei non è consapevole di ciò che appare dietro questa parvenza di perfezione.

“Goditi la festa, io ho bisogno di un po’ d’aria” mormorai in tono dolente prima di allontanarmi. Notai lo sguardo preoccupato di mia madre, ma stranamente non me ne curai.

Non ora …

Purtroppo la sfortuna pareva essersi accanita sulla mia persona, perché nell’immenso giardino disposto all’esterno della sala, i due festeggiati erano intenti ad accogliere dei nuovi ospiti.

Rivolsi uno sguardo truce ad Emmett che mi fissava tristemente imbronciato. Sembrava quasi offeso delle mie constatazioni e degli insulti che gli avevo rivolto ad ogni nostro incontro.

Assurdo …

Una risata gioiosa attirò la mia attenzione. La sua risata.

Inevitabilmente feci qualche passo verso di loro, richiamato da Jasper che aveva notato la mia presenza nell’angolo.

Sbuffai contrariato eppure non mi opposi.

Bella si avvicinò con passo saltellante ad una ragazza bionda dall’aria familiare, abbracciandola di slancio.

“Rose!!” urlò in tono concitato.

Fissai la nuova arrivata per qualche istante, non curandomi dei bisbigli di Jasper al mio fianco che aveva mal interpretato il mio interessamento.

Sono certo di averla già vista …

“Bella, auguri!” esclamò lei in risposta sorridendo sorniona.

Fu allora che la riconobbi.

Spalancai la bocca allibito, portando il mio sguardo su Emmett che mi osservava con un’espressione indecifrabile.

“La conosci?” domandai a Bella, tentando in ogni modo di reprimere il senso di nausea che mi stava attanagliando.

Non è possibile, sarà qui per caso. Una coincidenza!

Eppure l’entusiasmo nel suo saluto …

“Certo – esclamò lei sorridendo gioiosa – è la mia migliore amica!”

Un moto d’indignazione mi pervase e mi voltai verso Emmett, fissandolo infervorato.

“Sei un mostro!” borbottai prima di assestargli un pugno in pieno volto.

In quell’istante rimossi i miei timori, dimenticai ogni cosa. Ignorai gli sguardi allibiti dei presenti e le mie intenzioni di soprassedere su ciò che era accaduto giorni addietro nella mia casa.

Vadano tutti al diavolo!

“Edward” avvertii appena la sua voce chiamarmi in lontananza mentre mi allontanavo a passo svelto dal mio inferno, ma non mi voltai.

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Capitolo 9
*** VIII ***


Salve, eccomi qui a postare velocemente l'ultimo capitolo di questa storia ...a  cui seguirà poi l'epilogo! hihihihihihihi XD

qui capirete le motivazioni del povero Emmy ahahahahahahahahah ... XD nei commenti ho notato una certa avversione per il nostro povero orso! hihihihi

cmq vi ringrazio immensamente per  le vostre stupende recensioni *_______________* ho anche notato che c'erano persone nuove a recesire e leggere la storia e vi ringrazio tantissimissimo! Mi duole non riuscire a rispondere ad ognuno ma sono in un pessimo periodo, sommersa dallo studio e la salute da i numeri XD di bene in meglio!

vabbè vi lascio al capitolo ... Un enorme bacio a tutti!!!!

______________________________________♥ 

Fuggii. Come un bambino che ha compreso di aver compiuto uno sbaglio dettato dall’impulsività. Fuggii per non affrontare i volti sconvolti e contrariati …ma soprattutto, per allontanarmi dallo sguardo di Bella.

Nonostante tutto, non avrei provato ad imporle quella scomoda verità ad un giorno dalle nozze. E non perché non l’amassi, ma perché ero più che conscio non fosse un mio compito. Una tale azione sarebbe stata solo il frutto del mio desiderio di averla …

Egoista …

Con uno scatto fulmineo montai sulla mia Volvo, sgommando per le stradine di Port Angeles che mi avrebbero ricondotto a Forks. Guidaii per ore senza una precisa meta, conscio di non aver recuperato la lucidità necessaria per discorrere con Emmett in modo civile. Ero certo che in quei momenti sarei stato solo in grado di scagliarmi contro di lui.

Sono un idiota!

Alla fine decisi di recarmi nell’unico luogo che in quel momento avrebbe potuto placare il mio nervosismo. Quel posto intriso di quei piccoli e piacevoli ricordi che mi avrebbero cullato, sino a quando non avrei ritenuto opportuno rincasare.

Non basterebbe una notte …

____________________________________

Avevo raggiunto il piccolo parchetto dove qualche giorno prima avevo stretto Bella tra le mie braccia.

Patetico vero? Mi aggrappo a queste assurde inezie …

Non so quanto trascorsi in quello stato di semi incoscienza, riflettendo sui cambiamenti apportati nella mia vita dal suo arrivo. Fatto sta che, dopo qualche tempo, avvertii il cellulare nella mia tasca vibrare incessantemente. Annoiato, lo tirai fuori notando il mittente: Alice.

E figurarsi se quella piccoletta dalle fattezze di un folletto non decide di intromettersi!?

È come chiedere ad un cane di non abbaiare oppure ad Emmett di sposarsi …

Identico!

Mi decisi a risponderle, sebbene la voglia di gettare il cellulare nelle ortiche non mi fosse affatto sgradita.

“Dove sei?” la voce adirata di Alice mi colpì in pieno.

Forse ho esagerato … penseranno tutti che io sia matto.

Sai che novità..?!

“Potresti dedicarti a qualcosa che non sia la mia vita?”

La sentii sbuffare spazientita. “Voglio sapere cosa ti è preso – esitò per enfatizzare le sue parole – in verità vorrebbero saperlo tutti!” si corresse mesta.

Sospirai rumorosamente. Non avevo assolutamente pensato alle conseguenze che avrebbe comportato il mio gesto. Avrei dovuto delle spiegazioni ….

Eppure non era tutta colpa mia!

“Chiedilo al maritino premuroso. Sono certo lui sappia il motivo del mio gancio!” replicai stizzito.

Non ero certo io ad aver tradito la mia quasi moglie, con la sua migliore amica per giunta!

“Per favore dimmi dove sei!” domandò nuovamente addolcendo il tono.

Era conscia fosse difficile negarle qualcosa quando sul suo visino si disegnava quel tenero broncio che accompagnava quella vocina accorata. Ed ero più che certo che in quell’istante ostentasse la sua espressione da “cucciolo di cocker abbandonato”.

“Al parco!” risposi laconico.

Tanto non avrebbe demorso sino a quando non avessi placato la sua morbosa curiosità.

Sospirò pesantemente. “Bene cuginetto, cerca di non guidare fino a quando ti sentirai più tranquillo. – mormorò in tono dolente. – Restatene lì, l’aria fresca ti schiarirà le idee!” ordinò perentoria.

Sbuffai leggermente infastidito, ma non obiettai. Non avevo alcuna intenzione di lasciare quel luogo.

Ho bisogno di riflettere … di capire cosa fare!

Alice comprese il mio stato d’animo e, dopo un flebile saluto, concluse la comunicazione, lasciandomi nuovamente ai miei pensieri.

Forse dovrei accettare quella proposta di lavoro …

La settimana precedente ero stato contattato da un importante conservatorio dell’Alaska, in cui mi era stata proposta una cattedra di insegnante di pianoforte. L’idea mi aggradava non poco, ma, conscio della tristezza che avrei arrecato a mia madre e alla mia famiglia allontanandomi, avevo ponderato l’idea di rifiutare.

Ma, ora come ora, forse un cambiamento potrebbe essere opportuno …

____________________________________________________

Inevitabilmente i miei pensieri erano tornati su di lei, su Bella.

Probabilmente mi avrebbe odiato per aver rovinato la sua cena di prova prendendo a pugni lo sposo.

Non che lui non lo meritasse … affatto! Sono certo che, se fosse a conoscenza della verità, non esiterebbe a fare altrettanto.

Peccato non sappia nulla …

“C’è stato un malinteso” un mormorio sommesso proveniente dalle mie spalle mi fece sobbalzare.

Chi diamine gira per i parchi alle quattro di notte, oltre ai depressi assalitori di fratelli?

Aprii gli occhi di scatto, annegando il quel mare di cioccolato del suo sguardo.

Maledizione, credo di non aver mai avuto la possibilità di incrociare occhi tanto espressivi … sono meravigliosi. Potrei stare qui a fissarla in eterno senza stancarmene!

Un lieve rossore imporporò le sue guance e distolse immediatamente lo sguardo.

“Emmett non mi stava tradendo!” Continuò iniziando a fissare un pioppo poco distante da noi.

La sua frase mi riscosse dal mio stato di contemplazione tutt’altro che discreta.

Cribbio, si sarà accorta che la fissavo adorante?

“Come scusa?” ribattei in tono leggermente acido, comprendendo il significato delle sue parole.

Certo .. lui avrà assicurato della sua buona fede e del suo amore!

E magari confessandole che prima di lei era addirittura vergine … si sarà dimenticano della cinquantina di biondone alias galline ossigenate che si era strapazzato per anni.

“Non mi stava tradendo!” ripeté scandendo ogni sillaba con studiata lentezza.

Certo … e magari il pazzo visionario sono io!

“Già” replicai atono richiudendo gli occhi.

La sentii sospirare sommessamente. “Se solo lo avessi saputo, gli avrei chiesto di raccontarti la verità. Ma quel caprone di tuo fratello è troppo apprensivo!” confessò in un flebile sussurro.

Socchiusi un occhio volgendo la mia attenzione alla sua figura seduta accanto alla mia. Rannicchiata con le ginocchia al petto ostentava un’aria serena e tranquilla.

Possibile non sospetti nulla?

Decisi di non rispondere, fingendo indifferenza,indignato ed offeso per non essere stato creduto.

Cosa ti aspettavi sciocco? Lui è l’uomo che ama e tu sei un perfetto sconosciuto!

“Emmett è un grande amico – mormorò stancamente. – è stato un enorme supporto negli ultimi quattro anni!”

Già, bravo il mio dolce fratellone traditore … negli ultimi quattro anni …

Aspetta …

Ha detto quattro anni?

Quella frase canalizzò immediatamente la mia attenzione su di lei, e non potei evitare di scattare a sedermi in attesa di un ulteriore delucidazione.

Credo di essermi perso qualcosa!

La mia espressione dovette essere eloquente perché, accennando un sorriso, riprese a parlare lesta.

“Emmett è il mio vicino di casa – spiegò pacata. – è la prima persona che ho incontrato quando sono arrivata dall’Italia.”

Stavo per interromperla ma lei mi bloccò prontamente, facendomi segno di ascoltare.

Le sue dita presero a giocare nervosamente con una ciocca. “Vedi, il mio visto di soggiorno scadrà esattamente tra nove mesi, e tuo fratello mi sta dando la possibilità di non lasciare questa terra meravigliosa!” annunciò con evidente difficoltà.

Strabuzzai gli occhi sconvolto.

Quel genio di mio fratello si sta dando alla frode?

Oh mio Dio … deve essere impazzito!

Aspetta … qui c’è un dettaglio più importante da approfondire.

Ragiona Ed, ha detto che sono solo amici?

Inevitabilmente le posi domande a raffica, bisognoso di comprendere i motivi che li avevano spinti a compiere un simile gesto, inscenando delle nozze che sarebbero terminate l’anno successivo con un divorzio consenziente da entrambe le parti.

Isabella mi spiegò ogni cosa. A quanto pareva, si erano conosciuti il giorno del suo arrivo e mio fratello da gentiluomo si era immediatamente offerto di aiutarle a trasportare gli innumerevoli scatoloni. Naturalmente non aveva esitato a corteggiarla, ma dopo bene poco si era reso conto che Bella non era il genere di ragazza da una sola notte ed aveva demorso. Ciò però era stato l’esordio di una profonda amicizia. Mio fratello era stato conquistato dalle doti culinarie di Bella che lo viziava con i suoi manicaretti, e lei dalla gentilezza di quel ragazzone dall’aspetto di un orso ed il cuore di zucchero.

Si aiutavano vicendevolmente istaurando un rapporto quasi fraterno, ed Emmett si era addirittura eletto a suo protettore da tutti coloro che usavano turbare l’animo della sua avvenente sorellina minore.

Decisione arbitraria quella di prenderla sotto la sua ala. Ma in fondo, come si fa a negare qualcosa a quell’eterno bambino?

A detta di Bella, mio fratello aveva terrorizzato a morte un suo collega di lavoro solo perché aveva osato rivolgersi a lei in modo che aveva considerato poco consono. Il povero malcapitato non aveva avuto più nemmeno il coraggio di incrociare il suo sguardo.

Emmett deve sempre esagerare …non conosce la moderazione o la razionalità. Agisce di impulso.

Bhe, non è che io mi sia comportato diversamente in questo periodo!

Lo scorso anno, a Bella era pervenuto un documento che attestava la mancata validità del suo visto e che, di conseguenza, le annunciava che era costretta a tornare in Italia entro la data prestabilita.  Saputa la notizia, mio fratello si era impersonato nel ruolo di frodatore professionista.

Io mi domando come può averlo solo pensato, considerando che non è nemmeno in grado di mentire al commesso del negozio di dolciumi. Tutta colpa della sua smodata passione per quelle caramelle gommose che si ostina a fingere di comprare per la sua nipotina.

Nipotina inesistente per giunta!

Intanto è riuscito a raggirare tutti noi, con questa storia del matrimonio!

Bhe …

E io vivevo anche con loro …

Forse in quanto ad acume posso far degna concorrenza ad Emmett.

Ammisi, avvilito, la cruda realtà. Ero stato raggirato come un pollo e avevo sferrato un pugno a mio fratello che, nonostante tutto, stava cercando di compiere una buona azione ed aiutare una sua amica.

Certo che sono proprio un genio!

Sospirai sommessamente una volta che Bella ebbe terminato il suo racconto. Avevo frainteso ogni cosa e mi sentivo non poco mortificato per il comportamento che avevo ostentato.

Bella mi sorrise comprensiva, forse comprendendo i pensieri che si alternavano confusamente nella mia mente bacata.“Ti ringrazio per aver preso le mie difese!” mormorò chinando il capo imbarazzata.

Non smetterò mai di pensare che quel rossore le dona tremendamente! È bellissima …

“Prego! – sussurrai. In quell’istante mi premeva porle una domanda che reputavo “vitale” – domani vi sposerete?”

Diedi voce ai miei pensieri. Sebbene comprendessi a pieno le sue motivazioni e non potessi biasimare mio fratello per la sua scelta, l’idea che fossero legati da un simile vincolo mi infastidiva non poco.

Che effetto mi fai!? Mi stai portando inconsapevolmente sull’orlo della follia … eppure, se ciò significa starti accanto e poterti ammirare non mi importa affatto!

La vidi scrollare le spalle. “No – replicò mesta abbozzando un sorriso triste. – questa storia ha causato fin troppi disagi alla tua famiglia, e non credo sia giusto prenderci gioco di tutti!” ammise in tono ora più risoluto.

Involontariamente emisi un sospiro di sollievo.

Una risatina divertita proruppe dalle sue labbra piene e non potei non rivolgerle uno sguardo perplesso.

Che soffra di sbalzi d’umore?

… inizio a sospettare che la pazzia dei Cullen sia trasmissibile.

“E poi sono certa di una cosa – bisbigliò in tono cospiratore. – che Emmett voglia chiedere a Rosalie di sposarlo!”

Un’altra volta? Da quando uno che considerava il matrimonio un inutile fandonia in cui gli solo gli uomini sciocchi cadevano, si ritrovava con due donne da voler sposare!?

Wow ..

Dovette notare la mia eloquente espressione di stupore.

“Questa volta per davvero!” continuò, scoppiando in una melodiosa risata.

“Ma da quanto stanno insieme?” chiesi incuriosito da quella faccenda che mi risultava tutt’altro che nota.

Lei parve pensarci. Come ogniqualvolta che si perdeva nella sue riflessioni, si disegnò una piccola ruga tra le sopracciglia.

Ha un’aria così buffa e tenera!

“Un anno credo – ribatté insicura - la conobbe ad una cena a casa mia!”

Un dubbio mi assalì. Possibile che questa Rose avesse permesso una simile follia?

“E lei non ha contestato la balorda idea di Emmett?”

Bella scosse il capo mestamente. “Mi confessò che non voleva partissi e che, se quella era l’unica soluzione, non si sarebbe opposta – increspò le labbra in un leggero ghigno. – e poi sarebbe stato impossibile fermare Emmett che era già corso su internet ad informarsi su di un sito “matrimonio da principesse!”

Scoppiammo a ridere entrambi, immaginando quell’omone dalla stazza di un orso che organizzava il matrimonio dei suoi sogni.

“Emmett è molto più romantico di quello che si possa immaginare!” mi confidò lei, sfoggiando quel sorriso dolcissimo per cui avrei ceduto a qualsiasi richiesta.

Anche prendere a pugni mio fratello nel bel mezzo della sua festa di prova del matrimonio.

Ah no, questo l’ho già fatto!

“Infatti ad ogni contestazione mia e di Rose, che non abbiamo esitato a mettere in dubbio la sua virilità, si limitava a replicare che doveva dare sfogo alla sua vena romantica repressa troppo a lungo…”

Alzai gli occhi al cielo con fare esasperato. Non cambierà mai …

“Bhe, sono contenta tu mi abbia ascoltata!” esclamò Bella con tono entusiasta.

Già, ma io ho devo assolutamente rimediare …

“Credo di dovere delle scuse a mio fratello!” ammisi con rimorso.

Bella scosse il capo energicamente “Emmett non vuole le tue scuse … ma solo che tu torni a considerarlo il tuo fratellone con qualche rotella fuori posto!”

… il mio fratellone!

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


Salveeeeeeeeeeeeeeeeeee ed  eccomi a postare l'ultimo capitolo, l'epilogo, di questa ff!!! Vi voglio ringraziare per il vostro sostegno e le vostre stupende recensioni  che mi hanno invogliato a scriverla e postarla super velocemente XD
Non potete immaginare quanto abbia gongolato ... grazie grazie mille!!!  questo è stato un piccolo esperimento ... ho sempre scritto ff lunghissime (oltre i 40 capitoli) e questa volta volevo scrivere qualcosa con un ritmo + veloce ...
Spero vivamente che vi piaccia questa fine e spero ti conoscere un vostro parere in merito (bello o brutto che sia) !!!!
Bhe che dire ... GRAZIE INFINITAMENTE! ♥
(Si lo so, sono ripetitiva)
ps: se vi interessa, nel mio profilo potrete trovare altre mie storie!! XD
kiss
CAPITOLO DEDICATO A   vampyromantica
(gemeeeeeeeee chiedo perdonooooo ... non volevo dimenticarmi di avvisartiiii!! In compenso ti dedico il capitolo di questa mia ultima storiaaa kiss)

BETATO BY RONNIE8437

____________________________________ EPILOGO ♥

Pov Bella

Erano trascorsi due mesi dal mio tentato finto matrimonio. Avevo dissuaso Emmett dal continuare quella folle farsa, ed il giorno successivo ero fuggita a New York. Mi vergognavo per ciò che era accaduto, ma non era il solo motivo della mia fuga.

Durante la mia permanenza a Forks avevo avuto modo di conoscere Edward. Emmett me ne aveva parlato spesso, lo elogiava di continuo e mi aveva turbata non poco aver rischiato di incrinare il loro rapporto.

Ma il problema maggiore era un altro, avevo compreso di provare qualcosa per lui.

Qualcosa al di la della semplice ammirazione o dell’amicizia.

Un tonfo sordo mi fece sobbalzare e mi voltai con sguardo risentito verso la mia gatta.

“Briciola, smettila di saltare sui mobili” l’ammonii raccogliendo i cocci del vaso infranto, mentre lei sgattaiolava allegramente verso il balcone.

Bhe una cosa in meno da portare.

Ero intenta a terminare di riempire gli scatoloni da inviare in Italia. Il mio visto sarebbe scaduto tra qualche mese, ed era sempre mia abitudine non indugiare troppo. Sarei partita la prossima settimana, abbandonando la Grande Mela per tornare a Volterra. Restare in America avrebbe comportato solo mesi e mesi di rimpianti su ciò che avrei voluto fare, o preda del timore di ciò che sarebbe accaduto con il mio trasferimento.

Un taglio netto è più opportuno.

Il campanello della porta attirò la mia attenzione, ed incuriosita mi diressi verso lo spioncino. Non attendevo visite per quella giornata, il camion dei trasporti sarebbe passato la mattina seguente.

Osservai la figura dall’altro capo della porta e per poco il respiro non mi si mozzò in gola. Un ragazzo dai capelli ramati e gli occhi di un intenso verde fissava la porta con aria ansiosa.

Oh mio Dio. Cosa ci fa Edward qui?

Non lo vedevo dalla sera della mia presunta festa di prova. Avevamo trascorso quasi tutta la notte al parco e gli avevo spiegato ciò che legava me ed Emmett. Ero stata sorpresa di notare quanto a cuore avesse preso la mia situazione, tanto da colpire suo fratello per avermi tradita.

Non potevo non sentirmi lusingata da ciò. Ma ero ben conscia che un ragazzo come lui, con i suoi saldi principi morali, era stato spinto verso un simile atto solo perché contrariato dall’azione ripugnante di suo fratello.

Benché Emmett fosse totalmente innocente .

“Bella?” sussurrò forse udendo il mio respiro pesante.

E adesso che faccio? Mi ha sentita, non posso scappare.

E perché dovresti scappare? Non hai fatto nulla di male …

Ma non comprendo il motivo per il quale sia qui, fuori dalla mia porta!

Che sia successo qualcosa ad Emmett?

Leggermente ansiosa per le conclusioni a cui ero giunta, mi apprestai ad aprire la porta.

“Edward!” lo salutai palesando il mio stupore.

Lui si limitò ad un cenno del capo torcendosi nervosamente le mani.

Adesso inizio a preoccuparmi …

“Posso entrare?” domandò tenendo gli occhi bassi.

Annuii e gli feci spazio, richiudendo poi la porta dietro di me. Fui sorpresa di notare il suo abbigliamento piuttosto elegante.

“Edward, mi stai facendo preoccupare!” bisbigliai reprimendo il mio imbarazzo, sebbene fossi certa che le mie guance normalmente ceree avessero assunto un colorito purpureo.

Lui alzò lo sguardo fissandomi intensamente e lesto si pose in ginocchio dinanzi a me porgendomi una scatolina di velluto blu. “Isabella, vuoi diventare mia moglie?”

Eh?

Oh mio Dio, non può averlo detto davvero? Mi ha chiesto di diventare sua moglie?

Lui?

Io?

Me?

Aspetta, ragioniamo. Noi nemmeno ci conosciamo. Le settimane che abbiamo trascorso assieme non sono certo un tempo valido per una proposta di matrimonio. E soprattutto tra noi non c’è nulla!

Uhm … questo vuol dire solo una cosa … Emmett!

Fissai Edward con evidente stupore senza riuscire a reprimere un certo disappunto. Era un’idea folle. Come potevano aver anche solo pensato ad una simile opzione. Questa farsa aveva rischiato di mandare in frantumi la famiglia Cullen e non avrei certo commesso lo stesso errore, soprattutto considerando la mia attrazione per Edward.

Si certo, chiamiamola attrazione. Sminuiamo questa ossessione che ho nei suoi confronti …

“Emmett  deve essere impazzito. Come ha potuto convincerti a fare questo? – biascicai avvilita e preda di un folle imbarazzo. Possibile che il mio fratellone avesse perso il senno? – mi dispiace Edward, sono mortificata …”

Stavo per prodigarmi in mille scuse per ciò che era accaduto, ma fui prontamente interrotta da lui che mi osservava con un’espressione corrucciata.

“Emmett non sa nulla! - affermò risoluto fissandomi intensamente – tu mi piaci. Mi piaci moltissimo sin da quando ti ho vista alla cena di presentazione. I tuoi modi sobri e dolci, i tuoi gusti e le tue passioni così simili alle mie. Il tuo viso, le tue espressioni … tutto!” ammise rosso in  volto.

Lo osservai non poco perplessa, non comprendendo cosa potesse trovare in me di tanto interessante. Lui, un ragazzo stupendo ed interessante, dotato di grande intelligenza … cioè lui aveva tutto e questo era innegabile.

Ed io? Nulla più che una semplice ragazzetta goffa e sbadata.        

“Bella, io sono innamorato di te! – confessò. – Sposami!”

“Non posso … “

Questa fu la mia unica risposta.

__________________________________________

Pov Edward.

 

Erano trascorsi ben cinque anni da quando avevo lasciato l’America chiudendo una fase della mia vita e dando inizio ad una decisamente migliore.

“Delia? – urlai attirando l’attenzione della piccola bambina che trotterellava per la stanza rincorrendo il nostro povero gatto. – delle volte sei peggio di tua zia Alice!” mormorai scuotendo il capo mentre smontavo l’ennesimo lampadario.

Ed era vero. La piccolo Delia mi ricordava sempre più spesso la mia folle cuginetta, soprattutto per la sua passione smodata per il gatticidio.

Meno male che non abbiamo piscine.

“Papiii, quando torna mamma?” biascicò mettendo su un delizioso broncio.

Ridacchiai prendendola in braccio ed accompagnandola nella sua stanzetta, dove gli ultimi vestitini giacevano sul letto in attesa di essere riposti negli scatoloni.

Cinque anni prima avevo proposto a Bella di sposarmi, ma con mio disappunto mi aveva rifiutato. Aveva compreso quanto la mia idea fosse folle e personalmente, ripensandoci ora, non potevo darle torto. Avevo agito in modo impulsivo. Quando lei era fuggita da Forks avevo sofferto tremendamente. La volevo, ed ero più che certo di amarla. Così, sotto le pressioni di Alice, mi ero deciso a raggiungerla a New York offrendole io stesso la possibilità di non abbandonare l’America.

Naturalmente riteneva impensabile sposare una persona che, per quanto amasse, non conosceva abbastanza. Desiderava avere un vero matrimonio, e non uno ordinato dagli eventi e dalla sua imminente partenza. Così mi aveva rifiutato annunciandomi che sarebbe partita per l’Italia la settimana seguente.

Ma non partii da sola!

La seguii nel suo paese natale, dando inizio alla nostra storia da cui tre anni fa è nata la piccola Delia e la sua gemella Renesme. Due bambine adorabili.

Delia era la perfetta copia di sua madre con i capelli castani e gli occhi color cioccolato, mentre i tratti somatici di Renesmee erano molto più simili ai miei, così come il colore dei capelli, mentre gli occhi li aveva ereditati da sua madre.

La mia famiglia!

Sorrisi come un ebete, mostrando un’espressione adorante alla mia piccina che aveva recuperato la sua bambola formato gigante trascinandola per i capelli nella stanza della sorella.

“Amore?”

La voce di Bella mi riscosse e mi precipitai all’entrata per aiutarla con la miriade di pacchi che era andata a recuperare. Le baciai delicatamente le labbra, sorridendo del suo aspetto buffo. I capelli arruffati le ricadevano sulle spalle e le gote rossissime davano al suo viso un aspetto dolcissimo.

“Piccola, ti avevo detto che non era il caso di affaticarti!” l’ammonii leggermente contrariato. La mia adorata mogliettina non riusciva a star buona nemmeno durante la gravidanza.

Ebbene si, era in arrivo il nostro terzo pargolo. Un maschietto.

Lei alzò gli occhi al cielo, ignorandomi bellamente. “Dobbiamo sbrigarci, tra sei ore i trasportatori verranno a recuperare gli ultimi pacchi e tua cugina ci ha prenotato i biglietti per domani mattina!” mi comunicò.

“Non avremmo dovuto affidarci a lei – soffiai incrociando le braccia. – come al solito ci ha costretti a far tutto di fretta!”

Sul suo volto si disegnò un sorriso comprensivo. “Vuole rivedere le sue nipotine, mi sembra giusto!”

Alzai le braccia al cielo, esasperato. “Non vedo il motivo di tutta questa fretta. Stiamo tornando a vivere in America, adesso potrà deviare le mie bambine con la sua mania dello shopping!”

Sospirò sommessamente. “Credo che Delia sia sulla buona strada …” mormorò scuotendo il capo e riponendo gli ultimi libri nello scatolone!”

Mi avvicinai lentamente, poggiando le mani sull’evidente pancione sorridendo e beandomi dei piccoli movimenti del mio bambino, sotto le carezze della mia Bella.

Avevo finalmente la mia famiglia felice!

 

Fine!


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Capitolo 11
*** Extra - Pov Bella ***


Salve!
Immagino sarete sorpresi di leggere un aggiornamento di questa storia che ormai era stata terminata da tempo!
Bhe, ho deciso di ampliarla inserendo i POV Bella della storia XD, ho notato che ci sono parecchi vuoti quindi ho pensato di colmarli, anche perchè questa ff mi ha sempre divertita parecchio!
Ok, smetto di blaterare e vi lascio al chappy
Per gli spoiler dei capitoli delle varie storie che ho in corso e per info varie potrete visitare il mio blog!
Un bacione a tutte! ^^

« Emmett, sei sicuro sia una buona idea? » mormorai per l’ennesima volta, agitandomi nervosamente sul sedile del taxi.

Ci stavamo dirigendo al ristorante dove avrei avuto l’opportunità di conoscere la sua famiglia, a cui mi avrebbe presentata come la sua fidanzata.

Peccato la situazione fosse ben diversa.

La sua proposta inaspettata era sopraggiunta in seguito all’ordine di espulsione dal paese a mio danno, a causa del quale sarei dovuta ritornare in patria, entro i prossimi mesi. Così, Emmett, mio vicino di casa ed amico, si era proposto per una messa in scena che mi avrebbe permesso di non lasciare l’America.

Folle?

Decisamente…

Allora per quale motivo avevo accettato?

In merito non avevo ancora una spiegazione che potessi definire plausibile; avevamo annunciato a tutti la nostra intenzione di sposarci e, senza esplicitare le reali ragioni della decisione, ci apprestavamo a convolare a nozze, dinanzi a parenti ed amici.

« Ti adoreranno! » esclamò, sorridendo sornione.

Mi aveva parlato spesso della sua famiglia, durante le serate trascorse davanti alla tv, muniti della consueta vaschetta di gelato. Era seriamente affezionato a tutti loro e quando narrava le epiche disavventure di suo fratello Edward e della pestifera Alice, sua cugina, il senso di calore che trasmetteva era inaudito. Emmett era una persona meravigliosa. Un ragazzo estremamente dolce che tentava di nascondere quel suo lato tenero dietro l’ilarità, talvolta inappropriata.

Rammentavo ancora le imbarazzanti conversazioni avute sul mio pianerottolo dopo il suo trasferimento, per non parlare del timore che mi aveva procurato la sua stazza. Aveva una corporatura tutt’altro che discreta, nel suo metro e novantanove sembrava quasi una montagna, per non parlare delle spalle larghe e degli enormi bicipiti.

Si, al nostro primo incontro il mio unico pensiero era quello di fuggire a gambe levate!

A suo confronto io apparivo ancora più minuta, non che ci volesse molto, ma era ugualmente inquietante camminare al suo fianco. Mi sentivo quasi una bambina e forse era anche per quello che la sua presenza mi conferiva una sicurezza ed un senso di protezione che non provavo ormai da anni.

Mi ero trasferita in America lasciando la mia casa ed i miei affetti per intraprendere la carriera di giornalista ed una parte di me, di tanto in tanto, rimpiangeva quei sacrifici. Non potevo negare che in quel tempo la mia famiglia mi era mancata.

Emmett, però, in qualche modo era riuscito a colmare quel mio vuoto.

Era quella persona vera e sempre sincera su cui sapevo di poter contare in ogni momento ed in ogni occasione, anche solo per chiacchierare. Rosalie sarebbe stata fortunata a sposarlo…

Già, a complicare la situazione già di per sé inconsueta c’era la sua fidanzata, nonché mia migliore amica, che per qualche oscuro motivo si era prestata alla nostra farsa, rimandando il loro matrimonio di qualche anno.

Sospirai sommessamente. « Ci stiamo beffando di loro. » puntualizzai indispettita.

Alzò gli occhi al cielo reprimendo uno sbuffo contrariato.

« Lavori qui, hai una bella casa ed una bella vita, perché rinunciare a tutto questo quando io posso offrirti l’opportunità di rimediare? »

Corrugai la fronte. « Ancora non comprendo come Rose possa sopportare questa situazione, al suo posto impazzirei. »

Scrollò le spalle con disinvoltura. « Se ci siamo conosciuti è merito tuo e poi sai benissimo che ti adora! – sentenziò pacato. – Oltretutto sa che non c’è mai stata alcuna malizia nella mia proposta. »

« Questo è ovvio! » asserii imbarazzata.

Tentò di mascherare un sorriso, increspando le labbra in un finto broncio. « Così mi ferisci. – sbottò, portando teatralmente la mano al petto. – Sono tanto brutto da non destare in te la benché minima attrazione? »

Ridacchia, dandogli un buffetto sulla spalle e scuotendo il capo rassegnata. Emmett non sarebbe mai cambiato… forse per questo lo adoravo indiscutibilmente. Per me era quel fratello maggiore che non avevo mai avuto, ma che avevo sempre desiderato. Ricordavo i suoi tentativi di difendermi da qualsiasi ragazzo non riteneva alla mia altezza…

Forse è per questo che non frequento nessuno da un bel po’, con lui accanto nessuno si era mostrato tanto temerario da corteggiarmi!

Sbuffai contrariata. « Smettila di fare il buffone. – lo ammonii, prendendo un profondo respiro. – Siamo quasi arrivati e noi dobbiamo ancora finire di concordare la nostra storia. » gli rammentai caustica e tremendamente tesa.

Non ero mai stata un’ottima bugiarda e la recitazione non era di certo la mia arte. Come sarei riuscita a resistere le prossime settimane mentendo spudoratamente ai Cullen, alloggiando addirittura da uno di loro?

Non si prospetta affatto bene!

« Dobbiamo tenere un basso profilo ed eludere gli argomenti pericolosi! » sentenziai, massaggiandomi le tempie per far scemare la tensione.

« Siamo i futuri sposi… è inevitabile che saremo al centro dell’attenzione. » puntualizzò con ovvietà, fissandomi di sbieco.

Il lamento che sfuggì alle mie labbra fu più che eloquente.

« Bella, non vedo dove sia il problema. – sospirò esausto. - Siamo innamorati e stiamo per sposarci. Ci siamo conosciuti grazie ad un intervista fatta dal tuo giornale. Il resto sono tutte cose vere, quindi non dovrai mentire su altro! »

Annuii svogliatamente. « Omettendo il fatto che tu sei fidanzato con un’altra, che poi è la mia migliore amica e che convivete insieme da quasi sei mesi. »

« Pignola! »

« Ammettilo, questa situazione ti diverte! » soffiai irritata.

Ghignò sfrontatamente. « Minimo! – esclamò esaltato. – Già immagino le loro facce quando ti vedranno. » sentenziò, scoppiando a ridere senza ritegno, lasciandomi spaesata.

Eh? Ho la sensazione di essermi persa qualcosa…

« Perché? » mormorai allarmata, recuperando uno specchietto dalla borsetta, alla ricerca dell’imperfezione che poteva aver destato le sue risa incontrollate.

A meno che io non abbia disegnato in volto una scimmia che balla la samba credo che nulla possa giustificare le sue risate!

Si asciugò le lacrime, tentando di ricomporsi, sebbene con scarso risultato. « Diciamo che non sei propriamente il mio tipo! »

Corrugai la fronte, fissandolo perplessa. Non ero una grande bellezza, di questo ahimé ne ero ben consapevole, ma non mi pareva cortese esternare il suo pensiero con una tale non curanza.

« Ah… »

« Cosa hai capito? – si affrettò a spiegare forse notando la mia espressione corrucciata e si… anche leggermente offesa. Sono pur sempre una donna! – intendevo che sei molto intelligente, colta e timida. »

Arcuai un sopracciglio, irritata dal suo palese tentativo di rimediare alla sua constatazione. « Rosalie è intelligente e colta! » ribattei mesta.

« Ma non timida e ha un carattere forte ed estremamente altezzoso. » precisò lui, sorridendo compiaciuto.

Mi lasciai scappare un risolino, notando la sua espressione quasi venerante. Rose probabilmente era l’unica persona in grado di tener realmente testa ad Emmett, l’unica capace di piegarlo e raggirarlo a suo piacimento. Erano una coppia decisamente bizzarra ma molto affiatata.

Lei era sempre stata tremendamente orgogliosa, era impossibile arrecarle offesa senza destare la sua ira e, la sua fermezza e la sua risolutezza, erano qualcosa che con il tempo le avevo spesso invidiato.

« È molto sicura di sé. » rimuginai, sottolineando l’ennesima differenza tra noi due. Talvolta ancora mi chiedevo cosa avesse permesso alla nostra amicizia di nascere, avendo ben poco in comune.

« Appunto! Avresti dovuto vedere le ragazze con cui spesso mi sono presentato dai miei! »

Lo fissai perplessa, invitandolo a continuare, benché una parte di me non fosse totalmente certa di voler entrare nel dettaglio. La mente di Emmett si era rivelata spesso machiavellica.

« Oche senza cervello, ma dal corpo da sballo. » spiegò candidamente, lasciandomi esterrefatta.

« Che? – biascicai esterrefatta. - Non ti ci vedo per nulla… » affermai, mal celando la mia sorpresa.

Che fosse affascinato dalle donne particolarmente belle non era un mistero, la stessa Rosalie con la sua corporatura statuaria ed i suoi capelli biondo cenere era stata definita da molti miei colleghi e amici una “vera bellezza per gli occhi!”, ed io non potevo che concordare. Ma Emmett non mi pareva il tipo interessato semplicemente all’aspetto esteriore, era sin troppo intelligente per sminuirsi in tal modo. Se le presentava alla sua famiglia doveva di sicuro essere interessato a loro per più di una semplice ed innocua scappatella!

Possibile che quelli fossero stati realmente i suoi gusti? In quel momento mi appariva improbabile, eppure…

Non potei impedire ad una certa delusione di farsi strada dentro di me.

Scosse il capo avvicinandosi con fare cospiratore. « Diciamo che approfittavo delle suddette fanciulle per deridere mio fratello per la sua espressione indignata! »

« Ma sei un mostro! » esclamai sdegnata.

Razza di bastardo manipolatore!

« Se tu avessi avuto un fratello come Edward e la sua moralità avresti ritenuto divertente il mio scherzo! » contestò evidentemente frustrato dalla mia reazione.

Sperava davvero che appoggiassi una tale follia?

« E quelle povere ragazze? Sapevano dei tuoi raggiri? »

Scrollò le spalle disinteressato. « A loro bastava farsi vedere in giro con me e divertirsi, il resto contava ben poco. »

« Prima dell’arrivo di Rosalie dovevi divertirti parecchio. » mormorai caustica.

« Gelosa? » ribatté.

Alzai gli occhi al cielo, esasperata. « Si amore, gelosissima! - esclamai fintamente accorata. – Per non parlare di quanto mi lusinghi sapere di essere l’ultima delle prese in giro alla tua famiglia! »

« Chiuderò in bellezza! »

« Idiota. » sibilai, stringendomi le braccia al petto.

Quella situazione si prospettava più complessa ed inquietante di quanto avessi mai potuto immaginare.

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Capitolo 12
*** Extra - Pov Bella ***


Buon fine settimana! Eccomi con il secondo capitolo del Pov Bella! Credo si noterà che adoro infinitamente Emmett, lo ammetto, è uno dei miei personaggi preferiti. Bhe, vi ringrazio per i divertentissimi commenti, mi hanno fatto seriamente piacere, e anche per chi ha inserito questa storia tra preferiti e seguiti. Non posso che esserne lusingata ahahah XD GraZie Grazie!

Troverete a fine pagina le risposte ai commenti, nel blog invece ci saranno gli spoiler... sarà costantemente aggiornato ^^ 

Che altro dire... ora come ora non mi viene in mente nulla, quindi mi limito a salutarvi!! Un bacione 

Manu

_______________________________________________ ♥

Giungemmo finalmente al ristorante in centro, scelto da Emmett appositamente per l’occasione. A quanto pareva voleva fare le cose in grande, benchè il nostro matrimonio fosse fasullo. Quando gli avevo domandato perché sprecare una tale quantità di denaro si era limitato ad asserire che quello, con grande probabilità, sarebbe stato il mio unico matrimonio e che voleva donare a me, futura zitella acida, un lieto giorno.

Bastardo!

Bhe, mi ero adeguatamente vendicata, rifiutandomi di preparargli la cena per un’intera settimana. Purtroppo per lui le sue doti culinarie erano catastrofiche, quasi quanto quelle di Rosalie.

Scossi il capo angustiata, i loro futuri figli sarebbero morti di fame, poveri pargoli.

« Scendiamo? » mi porse gentilmente la mano, evitando ogni tipo di commento sarcastico, presumibilmente impietosito dalla mia espressione avvilita.

Una vera e propria novità, quel burlone era solito non notare mai determinati dettagli e quando ciò accadeva si divertiva infinitamente ad infierire.

Ho già detto che è un bastardo?

La sensibilità non era certo il suo forte.

 « E se tornassimo a casa? – mormorai speranzosa. – Ti preparerei una squisita piccata di maiale! » proposi, facendo leva sul suo viscerale amore per il cibo.

Emmett era estremamente goloso. Prediligeva i dolci, ma non disdegnava un buon piatto di pasta o qualche altra prelibatezza. Personalmente ero più selettiva, ma dovevo ammettere che cucinare per lui era estremamente gratificante, anche se faticoso. Sfamarlo non era mai cosa da poco…

Ha messo su un po’ di grasso, ultimamente! Constatai fissando il suo profilo, avvolto in un magnifico e costoso completo gessato, ben lungi da comunicargli la mia osservazione.

Un altro dei suoi difetti… era estremamente narcisista.

« In questo ristorante preparano dei piatti italiani favolosi, dovresti offrirmi ben altro per destare la mia attenzione da quello che intendo divorare. » replicò, sfregandosi le mani con entusiasmo.

« Uhm…» mugugnai con lieve preoccupazione.

Spero solo che non dovremmo ricorrere ad una lavanda gastrica, stasera…

« Muoviamoci! » esclamai, tentando di porre fine alle mie elucubrazioni.

Il pensiero di ciò che mi attendeva mi stava decisamente esasperando ed a peggiorare la situazione c’erano i sensi di colpa per le menzogne che avremmo raccontato alla sua famiglia. Ancora non comprendevo come lui potesse protrarre una tale farsa senza esserne minimamente toccato.

Il suo senso dell’umorismo è decisamente preoccupante…

Sbuffai contrariata, stirando nervosamente il vestito, per eliminare le pieghe formatesi nel viaggio. Il minimo che potessi fare era apparire decente agli occhi di coloro che sarebbero diventati a loro, anche se, in fin dei conti nemmeno avrei dovuto provare tutta quell’ansia… quelle persone sarebbero ben presto uscite dalla mia vita, successivamente al divorzio.

Il matrimonio sarebbe durato lo stretto necessario per assicurarmi la cittadinanza. Di ciò che sarebbe accaduto, successivamente alla separazione, non avevamo ancora discusso, per il momento ci limitavamo a tentar di convolare a nozze. Al resto avremmo pensato in seguito…

Certo, avremmo diviso l’appartamento con Rosalie, malgrado potesse apparire inusuale per una coppia di giovani sposi avremmo giustificato la convivenza come un favore ad un’amica.

… bhe, non era poi del tutto una bugia! Sebbene non fosse Rose la reale beneficiaria dell’azione caritatevole!

Scossi il capo esasperata. Era tutto eccessivamente contorto e temevo che il nostro castello di carte potesse cadere da un momento all’altro, trascinandoci nel caos delle nostre frottole!

Emmett mi fissò, accigliato. « Tranquillizzati se non vuoi destare sospetti. »

Mi esortò con lo sguardo a inoltrarci nella folla al di fuori della costruzione. Per lui quella situazione era ormai ben nota, non osavo immaginare quante ragazze avesse condotto lì, presentandole come sue fidanzate, magari rammentando a stento i loro nomi. Delle volte mi sarebbe piaciuto poter scrutare nei meandri di quel poco di materia grigia che possedeva, non mi sarei sorpresa di trovarvi qualche inconsueta anomalia. Il suo modo di pensare era quasi sempre al di fuori di ogni schema logico e razionale.

Ma ormai siamo in ballo…

«Certo, genio della truffa, per te è facile! - sbottai caustica. – Spero solo che tu sappia come sopperire alla mia incapacità nel mentire. » brontolai, seguendolo riluttante all’interno del ristorante, ben attenta a celare la mia figura dietro la sua imponenza. In tal modo speravo di poter gettare una veloce occhiata al tavolo prima di essere scorta, preparandomi psicologicamente a ciò che avrei dovuto affrontare.

Durante gli anni di amicizia, Emmett mi aveva spesso mostrato le foto della sua famiglia, soprattutto alcune risalenti alla sua infanzia. Talvolta mi aveva anche proposto di trascorrere a Forks le vacanze, progetto che avevo sempre cordialmente rifiutato. L’idea di passare con dei perfetti estranei il Nuovo Anno mi intimoriva e non mi aggradava affatto, malgrado la presenza del mio amico… in quel momento invece mi apprestavo addirittura a soggiornare da uno di loro e a presentarmi come la perfetta fidanzatina.

Se almeno avessimo optato per un albergo…

Em si era lasciato convincere da Alice ad alloggiare da Edward, affermando che in una casa avremmo potuto usufruire di maggiori comfort ed agi. Non aveva tutti i torti, ma in un certo senso rendeva la farsa ancor più complessa, in quanto saremmo stati costretti a fingere costantemente.

Giorno dopo giorno dopo giorno…

« Buona sera, signori. » Un cameriere ci accolse all’entrata, dai suoi salamelecchi e dalla sfarzosità della sala potei supporre fosse un ristorante di lusso. Emmett come al solito non era in grado di contenersi, ma qualcosa mi suggeriva che in fin dei conti la sua famiglia non era poi tanto diversa. Da ciò che mi aveva raccontato suo padre era un medico piuttosto famoso e sua madre un’arredatrice di interni. Il denaro di certo non mancava e non parevano preoccuparsi di darne sfoggio.

Io provenivo da una famiglia ben più modesta ed ancora non riuscivo ad abituarmi ai modi del mio amico, benché ci conoscessimo ormai da anni.

« Cullen, ci stanno aspettando! » esclamò, drizzandosi ed ostentando un’espressione cordialmente studiata.

Personalmente abituata ai suoi modi rozzi, in occasioni come quelle trovavo difficile trattenere le risa, sembravo sempre dimenticare la sua versatilità.

« Seguitemi. »

Il cameriere ci scortò gentilmente al tavolo prenotato, a quanto pareva eravamo gli ultimi arrivati. Ne fui sorpresa, in fin dei conti eravamo in netto anticipo.

A meno che…

Uno strano sospetto mi attraversò la mente.

« Emmett… - mi lagnai. – A che ora era l’appuntamento? »

Scrollò le spalle e non potei notare l’espressione sul suo viso, malgrado fossi certa del sorriso scaltro che piegava le sue labbra.

« Ti prego, non dirmi che hai progettato la tua entrata in scena e che siamo in ritardo. »

« Ok! » replicò mesto, senza aggiungere altro.

« Ok, cosa? »

« Non ti dico quello che non vuoi sentire. »

« Emmett! - sibilai irritata. – eravamo pronti da quasi mezz’ora quando hai chiamato il taxi, abbiamo addirittura terminato di vedere la puntata dei Simpson! »

« Volevo vedere la fine… » si giustificò pacato.

Certo…

« Ma se le conosci tutte a memoria, razza di beot…  »

Fui bruscamente interrotta dalla voce del cameriere che ci indicava un tavolo più avanti, prima di allontanarsi per recuperare i menù. Ancora nascosta dietro l’enorme figura di Emmett mi sporsi leggermente, fissando il tavolo occupato dalla famiglia Cullen.

“Maledizione!”

Quell’esclamazione silenziosa, di eloquente stupore, fu il mio primo pensiero. Dinanzi a me quelle persone che avevo avuto modo di vedere solo il foto si ergevano nella loro inquietante perfezione. Finalmente comprendevo il perché del fascino di Emmett, la sua famiglia non era certamente da meno. I suoi genitori, seduti all’angolo destro, erano vestiti distintamente. Entrambi non mostravano affatto la loro età e solo per qualche ruga e da una maggiore maturità dei loro tratti differivano dalle immagini raffigurate nelle foto, che spesso avevo ammirato.

Non avevano notato ancora il nostro ingresso e tranquillamente continuavano ad attendere il nostro arrivo, senza alcun cenno di impazienza. Forse erano abituati alle entrate teatrali di Emmett e  la cosa non mi avrebbe affatto sorpresa.

Volsi lo sguardo verso l’altra coppia presente, teneramente abbracciata. La piccoletta dall’aspetto vispo e dai capelli corvini, sogghignava divertita, stringendosi ad un biondino decisamente avvenente e gesticolando concitata verso…

Oh Porca Miseria!

Mortalmente pallido e tremendamente bello, un ragazzo dai capelli bronzei fissava Emmett con un’espressione tra la noia e l’irritazione. Dedussi, notando i suoi tratti e il caratteristico colore della sua chioma, fosse Edward, il minore dei Cullen.

Bhe, gran bel pezzo di fratellino devo dire.

Mi diedi mentalmente della stupida e riuscii a stento a ricompormi prima che il mio finto-futuro marito attirasse su di me l’attenzione di tutti. Quando i loro occhi si convogliarono sulla mia figura avvertii il mio volto prendere fuoco e, a capo chino, avanzai allungando la mano per stringere quella di Emmett in cerca di conforto.

Già,  proprio come un topo che si offre spontaneamente ad un gatto. Una mossa geniale…

« Ragazzi, mi presento la mia Bella. »  Inizia lo spettacolo…

Alzai lo sguardo con estrema riluttanza.

Oddio… perché mi fissano in quel modo? Notai a malincuore le espressioni stralunate dei presenti.

Sorrisi, tentando di nascondere il disagio, mentre Emmett era sul punto di spanciarsi dal ridere. In quel momento non ero sicura se la fonte della sua ilarità fossi io o la sua famiglia che, inebetita, continuava a scrutarmi come una donnola su di un campo da golf.

Strano paragone? Tutta colpa del nervosismo che mi fa straparlare… Per mia fortuna quella sera avevo intenzione di spiccicare parola lo stretto necessario, lasciando ad Em l’incombenza di mentire al mio posto.

“Cara, piacere di conoscerti – la donna dai capelli color caramello mi rivolse un sorriso a dir poco radioso, che non potei fare a meno di ammirare. – io sono Esme , la madre di Emmett!” si presentò, infrangendo l’imbarazzante silenzio creatosi.

Sbattei le palpebre, ritrovandomi inconsciamente a sorriderle. La dolcezza del suo sguardo però fece riaffiorare i sensi di colpa momentaneamente sopiti. Sebbene per una buona causa stavamo ingannato quelle povere persone, fingendo qualcosa di inesistente.

Volsi uno sguardo ad Emmett, tentando di trasmettergli la mia inquietudine e forse comprese realmente il mio stato d’animo, perché la sua presa sulla mia mano si rafforzò, confortandomi.

Andrà tutto per il meglio, andrà tutto per il meglio…

« Piacere mio, signora. » bisbigliai, giocando nervosamente con il solitario che faceva bella mostra sulla mia mano. Ebbene si, Em si era premurato di consegnarmi un meraviglioso anello, il ricordo di una proposta di matrimonio fallita, svariati anni prima.

Dai suoi racconti sull’argomento avevo compreso ben poco, perché appariva stranamente restio a parlarne. Ciò che però avevo avuto modo di scoprire era che dopo un paio di anni di fidanzamento, con una ragazza di Forks, al termine della scuola superiore era giunto a formularle l’assurda proposta che l’aveva indotta a scappare.

Spaventata lo aveva lasciato e lui, ferito dal rifiuto, si era trasferito a New York, per scappare dai ricordi ed iniziare una nuova vita. Nella grande mela aveva poi trovato fortuna, sia in ambito lavorativo, e recentemente anche in amore, incontrando Rose.

Sospirai sommessamente, probabilmente quell’evento aveva inciso sui suoi strani comportamenti.  Comunque ponendo da parte  i sensi di colpa mi presentai, tentando in ogni modo possibile di indugiare poco sulla figura di Edward, onde evitare spiacevoli disagi. Farmi cogliere in flagrante a fissare il fratello del mio “futuro” marito, non era un’ottima presentazione. Fortunatamente – o forse no. – Alice monopolizzò completamente la mia attenzione rivolgendomi le più disparate domande su di me e sulla mia vita. Avevo sempre detestato questo genere di conversazioni, ma dovevo ammettere che la ragazza dinanzi a me non mi permetteva neanche di meditare sull’imbarazzo, tanto veloce era il suo ciarlare.

Ma è una macchinetta… diamine!

Ciò nonostante alla fine lei si rivelò essere una persona estremamente piacevole, pareva realmente interessata ad ascoltare di me e di Emmett e la cena si rivelò un gradevole evento. Mi narrano divertenti aneddoti dell’infanzia del mio futuro sposo e qualcosa su degli attentati ad un certo gatto, in una piscina. Non compresi appieno a cosa si riferissero ma preferii non approfondire. Alice per certi versi mi spaventava, con la sua esuberanza incontrollata.

« Allora? »

Osservai la sua espressione corrucciata, non intuendo a cosa si riferisse.

Credo di essermi persa qualcosa. Possibile io riesca ad estraniarmi nei momenti meno opportuni? Mi ammonii mentalmente, per la mia disattenzione patologica, tentando in qualche modo di risolvere quella imbarazzante circostanza.

« Io… » tentennai, rigirando la forchetta nelle tagliatelle al ragù.

« Bella, che lavoro fai? » chiese nuovamente, ridacchiando divertita per la mia disattenzione, per nulla risentita.

Meno male…

 « La giornalista, per un giornale locale! -  risposi in un sussurro, rammentando la bugia studiata in precedenza. – io ed Emmett ci siamo conosciuti a lavoro. Lo stavo intervistando! »

In realtà pur essendo una giornalista non avevo mai avuto modo di intervistare Emmett, in primo luogo perché lo sport non era assolutamente il mio campo, ma soprattutto perché il mio futuro sposo era rinominato tra noi del mestiere per le baggianate che si divertiva a raccontare, generando la più totale confusione in chiunque non fosse realmente ferrato sull’argomento.

La sua personalità piuttosto eccentrica però dava ancora maggiore risalto alla sua figura, attirando grande attenzione su quel giovane allenatore che in ben pochi anni aveva raggiunto una posizione di grande prestigio.

« Wow – esclamò Alice emozionata, sfoderando uno sguardo sognante.. – Ed è stato un colpo di fulmine? »

Colpo di fulmine? Considerando il terrore provato, la prima volta alla sua vista, direi qualcosa più vicino ad un colpo apoplettico.

Ma questi in fin dei conti sono solo dettagli!

Le sorrisi, tentando di mascherare il nervosismo, cercando negli occhi di Em la conferma alle mie parole, temendo di non essere stata abbastanza convincente. L’espressione scaltra che sfoderò mi rassicurò ben poco, lasciandomi presagire che da lì a poco avrebbe dato sfoggio della sua solita indelicatezza, sciorinando dettagli sessuali sulla nostra coppia.

Secondo lui avrebbero corroborato la nostra tesi, secondo me sarebbero stati esclusivamente fonte di imbarazzo. Purtroppo per la sottoscritta, lui era ben consapevole che non avrei avuto il coraggio per obiettare o strapazzarlo dinanzi alla sua famiglia e ciò gli rendeva ancor più allettante la situazione. Naturalmente mi sarei ampiamente vendicata in privato… ma lui non pareva temere neanche le ripercussioni.

Perché ho accettato la sua proposta?

Perché amo l’America, la mia casa e il mio lavoro…

Purtroppo inizio a sospettare che tutto ciò non valga la mia ulcera.

Gli rivolsi un’occhiata torva, accompagnando la mia minaccia ad un colpo ben assestato al suo fianco. Sciaguratamente quest’ultimo si rivelò controproducente, provocandomi quasi certamente un enorme livido sul gomito.

Di bene in meglio…

« Di che giornale si tratta? »

Mi voltai sorpresa verso la fonte di quella domanda, stupita mi avesse rivolto la parola. Dagli sguardi che mi aveva rivolto durante la cena ero quasi certa mi detestasse, il che non mi appariva tanto strano considerando i racconti di Emmett. A quanto pareva i moralismi di Edward erano la sua massima fonte di divertimento quando presentava le sue compagne in famiglia. Forse mi riteneva l’ennesima ochetta che con un pizzico di fortuna in più aveva conquistato il buon partito.

« Bhe, è un quotidiano – balbettai nervosamente, intimorita al contempo dal suo sguardo curioso e   dall’intensità con cui mi stava fissando. – Io mi occupo degli argomenti relativi allo sport e, talvolta, di qualche episodio di cronaca. »

Certo Bella, balbetta, dai conferma ai suoi dubbi sulla tua inadeguatezza!

Un cenno di assenso con il capo fu tutto ciò che ottenni come risposta e non potei evitare di incupirmi lievemente.

Penserà che sono una sciocca.

Distolsi lo sguardo da lui nello stesso momento in cui Emmett mi avvolse le spalle, attirandomi a sé in un abbraccio. Avvertii il suo respiro sul mio collo ed in principio pensai volesse darmi un bacio per mostrare una certa intimità tra noi, invece con mia somma sorpresa si avvicinò all’orecchio, bisbigliando.

« Sbaglio o la mia futura mogliettina è rimasta affascinata dal piccolo Cullen? »

Arrossii vistosamente, riuscendo a stento a non spalancare la bocca per lo stupore. Emmett non era noto per il suo acume e se lui era riuscito a comprendere la cosa, con una tale facilità,  probabilmente gli altri avevano notato la mia inconsueta attrazione.

Mi osservai attorno, sperando che nessuno avesse udito la sua insinuazione, constatando che fortunatamente gli altri sembravano assorti in una qualche conversazione, forse per lasciarci la nostra privacy.

Sospirai leggermente rincuorata. Non ero solita invaghirmi di un uomo facilmente, ma l’attrazione fisica, quando si presenta, è ben difficile da ostacolare.

Non era certo una mia colpa se suo fratello era uno degli uomini più affascinanti che avessi mai avuto modo di incontrare! Confidavo però nel fatto che non fosse una persona particolarmente interessante, in fin dei conti aveva spiccicato poche parole durante la cena e, sebbene potesse essere giustificato dal leggero astio verso la mia posizione, quel suo comportamento non poteva dirsi adeguato.

Sarà il solito spocchioso benestante, moralista. Mi dissi, lasciando che la massa dei miei capelli scuri celasse in parte il mio volto, ai presenti.

Fingendo di non aver udito e tentando di evitare l’argomento almeno sino a quando sarebbe stato possibile, rivolsi nuovamente la mia attenzione ad Alice. Ovviamente non mi sfuggì l’occhiata beffarda che mi rivolse Emmett, e la certezza del terzo grado che mi attendeva quella notte mi fece gemere lievemente.

Sono rovinata! Mi deriderà per il resto dei miei giorni…

E le battute…

Non osavo immaginare il numero di battutacce a cui si sarebbe abbandonato anche dinanzi ad Edward.

Sono rovinata… totalmente e assolutamente rovinata!

 barbyemarco [Contatta] Segnala violazione
 26/03/10, ore 21:17 - Capitolo 11: Pov Bella - I capitolo
Ciauuu!! ahahahah ho intenzione di ripercorrere i tratti salienti della storia, non saranno molti capitoli extra... ahahah ma ho qualche ideuccia su di un paio di cose che nei pov Ed non sono state dette! hihihi XD spero ne venga fuori qualcosa di decente??
Cmq purtroppo non sono babbo natale XD sto malissimo con la barba! hihi non mi dona per nulla
 Eli87 [Contatta] Segnala violazione
 26/03/10, ore 13:01 - Capitolo 11: Pov Bella - I capitolo
Ciaoooo!
Mi fa piacere ahah non sono molto pratica nel ripercorrere gli eventi di ff già concluse, ma in questa le parti mancanti erano fin troppe, così mi sono convinta a tentare XD
Poi devo ammettere che voglio soffermarmi un pokino in + sulla figura di Emmett ♥ personalmente lo adoro! ahahah mi fa morire dal ridere!
Un bacioneee
 fallsofarc [Contatta] Segnala violazione
 25/03/10, ore 23:12 - Capitolo 11: Pov Bella - I capitolo
Ciauu Chiara,
XD grazieee ahahah è stata un'idea improvvisa, che poi considerando che io non ho il tempo per fare quasi nulla è stata una follia quella di riproporre anche questa storia.
sono un vero disastro.
come vedrai i sentimenti di bella sono abbastanza contrastanti, nei riguardi di Edward hihihi
 bigia [Contatta] Segnala violazione
 25/03/10, ore 09:47 - Capitolo 11: Pov Bella - I capitolo
Ciauuuuu!!!
Grazieeeeeee *____*
 Bella_kristen [Contatta] Segnala violazione
 24/03/10, ore 14:56 - Capitolo 11: Pov Bella - I capitolo
Ciauuuuuuz!
Aahhahahah ormai sono diventata una persecuzione, sto sempre a rompere le scatole in questo fandom!
tra un pò qualcuno verrà a casa mia a prendere a martellate il mio pc XD per impedirmi di proseguire hihihihi

 Mr Darcy [Contatta] Segnala violazione
 24/03/10, ore 00:13 - Capitolo 11: Pov Bella - I capitolo
Ciaoooo! ahahahahah
molte persone non capivano cosa fosse successo ahahahahah, del perchè era comprarso questo capitolo dal nulla in una storia ormai conclusa ahahaha
la risposta è che io sono una piaga XD lo ammetto.
Questa storia era stata piacevole da scrivere e mi faceva piacere riempire un pò i buchi lasciati nella prima versione. XD
Ti ringrazio tantissimissimo per i complimenti!!!
By Manu
 simo87 [Contatta] Segnala violazione
 23/03/10, ore 21:48 - Capitolo 11: Pov Bella - I capitolo
Simo, ciauuu!! XD
Per ora mi sto concentrando soprattutto sul rapporto di Bella ed Emmett, anche perchè io adoro il personaggio di Em
lo vorrei anche io un amico come lui hihihihi
sarebbe un anti-noia!
.... anche se in questo momento mi stanno venendo in mente quelle img che giravano su fb... ricordi? XD ahahhaah
 ChiaraBella [Contatta] Segnala violazione
 23/03/10, ore 21:13 - Capitolo 11: Pov Bella - I capitolo
Ciao Chiara,
piacere, io sono Manuela XD
ahahah in primo luogo ti ringrazio per tutti i tuoi complimenti, ti assicuro che mi fanno super piacere !XD
ti voglio anche consolare sul fatto che non sei l'unica che all'inizio non comprendeva da dove fosse sbucato quel capitolo ahahahh
effettivamente la storia era ormai conclusa da tempo, purtroppo la mia mente è piuttosto contorta e di tanto in tanto faccio qualcosa di insensato XD
almeno fino a quando la neuro non verrà a prelevarmi con la forza... O,o
Ciauuuu
 ClaudiaSv16 [Contatta] Segnala violazione
 23/03/10, ore 20:45 - Capitolo 11: Pov Bella - I capitolo

Hihihi anche io adoro Emmy, è folle e burlone all'ennesima potenza
ahahahh
e poi mi diverto a scrivere del suo rapporto con Bella hihihi
Grazie per i complimenti, sono felice che questa storia ti sia piaciuta XD anche se l'idea di continuarla è alquanto bizzarra!
ciauuz
bacioni
manu

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Capitolo 13
*** Extra - Pov Bella ***


Buongiorno! come vedete non sono scappata ad Honolulu (non ancora almeno U,U , ho intenzione di raggiungere presto mago Merlino)! coff coff, *Manu interrompe il suo inutile tergiversare*... Che dire... finalmente mi sono degnata di aggiornare questa storia, ammetto che la mia priorità và sempre e comunque a "Tradimenti & Bugie".... il resto delle ff e storie che posto le uso + che altro quando l'ispirazione per quella manca. XD  

Cmq a fine capitolo troverete le risposte alle recensioni *_____* Vi ringrazio per i bellissimi commenti e per tutte le persone che ultimamente hanno aggiunto questa storia nei preferiti, seguite e ricordate. Grazie infinite ♥

 

Edward ci scortò gentilmente fino a casa sua, una graziosa struttura arredata in stile moderno. Durante il viaggio in auto Emmett non perse occasione per lanciare distrattamente qualche commento fuori luogo, con insinuazione che, fortunatamente per me, suo fratello parve non cogliere. Fissava la strada tentando di ignorare le sue parole, ben attento a parlare il meno possibile o anche solo a rivolgerci uno sguardo.

Osservai sorpresa la sua mascella contratta, durante quel viaggio in macchina che mi parve il più lungo di tutta la mia giovane vita. Tutta la famiglia Cullen quella sera si era rivelata ben al di sopra delle mie aspettative. Le gentilezze e le premure che mi avevano riservato avevano ampliato a dismisura il mio senso di colpa ma, se non fosse stato per questo, mi avrebbero rasserenata non poco.

L’unico che non aveva assolutamente dissimulato la sua ostilità era Edward, malgrado le continue occhiatacce di Alice e gli ammonimenti velati di sua madre. Malgrado ciò Emmett non pareva esserne sorpreso e questo mi permetteva di comprendere che non fosse la prima volta.

Forse possedeva realmente un caratteraccio.

Nonostante ciò, quel suo atteggiamento mi irritò alquanto, conscia che quell’astio fosse diretto alla sottoscritta. Durante la cena mi ero premurata di mostrarmi il più cordiale e garbata possibile, a dispetto delle continue allusioni di Emmett, che avevano più volte rischiato di far cadere la mia maschera di compostezza.

Assurdo!

« Uno spasso. – sospirai sommessamente udendo quel commento divertito, non concordando affatto con quell’osservazione. – un vero spasso, davvero. »

« Certo, razza di beota, ridi delle mie disgrazie. » sbottai caustica, non risparmiandogli un’occhiata truce.

Mi recai nella stanza da bagno attigua, munita di pigiama e accessori da bagno, sperando di porre fine a quella serata esasperante, trovando conforto nel calore del letto.

« Guarda che quello indignato dovrei essere io. – mugugnò, scuotendo il capo teatralmente - se fossimo stati realmente in procinto di sposarci sarei stato offeso dallo sguardo languido che hai rivolto a mio fratello. »

Già… la mia unica speranza era che nessun altro avesse notato il mio interesse. A quanto pareva non ero stata in grado di dissimularlo adeguatamente, come potevano credere realmente che io ed Emmett fossimo fidanzati, per me era un mistero.

« Io e te non siamo realmente fidanzati. » asserii, scrutando adirata la mia immagine allo specchio.

La sua testa sbucò nella stanza da bagno, ostentando quel ghigno sardonico che avevo imparato a detestare, in quegli anni di amicizia. « Questo è relativo… »

« Allora farai bene a non presentarlo a Rose. » bofonchiai, indispettita, tentando di nascondere il rossore del mio volto. Il perché desiderasse ribadire di continuo quell’episodio mi era oscuro, non ero già abbastanza avvilita?

Corrugò la fronte, fissandomi scettico. « Quel mingherlino non rientrerebbe mai nei suoi gusti. »

Nonostante la sua espressione non mostrasse alcun turbamento, notai la tonalità leggermente più acuta della sua voce.

Bingo!

Scrollai le spalle, mentre lasciavo scorrere il batuffolo di ovatta, impregnato di latte detergente, sugli occhi. « Non è assolutamente mingherlino. – constatai, rammentando perfettamente come la camicia bianca aderiva al suo torace. – Oltretutto lei ha sempre avuto un debole per gli occhi verdi e vorrei ricordarti che i tuoi non lo sono. »

« Occhi verdi? E da quando? »

Oh mio caro Emmett, mai mettersi contro una donna risentita.

Soffocai una risata. « Ti ricordo che lei è la mia migliore amica e, vorrei sottolineare il fatto che, più di una volta mi ha ribadito come Daniel fosse il suo ideale d’uomo. »

« Quello sbruffone platinato? » emise un grugnito di disapprovazione, forse ricordando le foto che gli avevo mostrato qualche mese prima, dopo che mi aveva scongiurato di poter scrutare l’aspetto di quell’uomo di cui la sua Rose parlava spesso.

Corrugai la fronte, ostentando la migliore espressione scettica del mio repertorio. La sua gelosia non era assolutamente una novità, ma era raro che io mi arrischiassi a fomentarla in un simile modo, soprattutto consapevole delle conseguenze. Ma, rammentando i suoi modi rozzi e le continue insinuazioni durante la cena, quella mi pareva la più adeguata punizione.

« Guarda che se hai avuto la possibilità di provarci con la mia amica è solo perché lui ha vinto una borsa di studio per la Francia, oppure sarebbero già sposati da un pezzo. »

Più o meno…

In realtà Daniel aveva accettato quell’opportunità proprio per allontanarsi da lei. Il loro rapporto si era raffreddato da tempo, pregiudicato da una scappatella di Rose, con il suo manager.

Di questo naturalmente Emmett non era a conoscenza, se avesse saputo che la sua adorata frequentava costantemente un uomo con cui era stata, nulla lo avrebbe distolto dall’idea di seguirla ovunque.

Con la sua statura sarebbe una guardia del corpo perfetta.

« Strega. » sibilò, recuperando il cellulare dal comodino e dirigendosi nel bagno, per avere un po’ di privacy.

Pollo!

Scoppiai in una fragorosa risata, immaginando i mugugni esasperanti di quell’immenso omaccione, mentre si accertava dell’amore della sua Rose. Probabilmente lei mi avrebbe maledetta per il resto dei miei giorni, costretta com’era a sedare i timori del suo fidanzato, ma se non fossi ricorsa a quel trucchetto sarei stata costretta a fornirgli spiegazioni sul mio comportamento.

Sbuffai, mentre riponevo gli orecchini sul comò.

Non potevo negare che Edward fosse avvenente, ma il suo atteggiamento altezzoso era qualcosa di decisamente irritante e, pareva ben ovvio, che non fosse affatto contento di ospitarci fino al matrimonio. Non che non potessi comprenderlo, avevamo invaso la sua casa, senza alcun avvertimento.

La piccola Alice non si era premurata di informarlo, in seguito alla sua proposta e lui si era visto costretto ad accettare, senza poterlo evitare.

Non lo invidiavo affatto!

Sospirai sdraiandomi sul letto, godendomi la morbidezza e l’odore delle lenzuola fresche di bucato.

Decisamente meglio di un albergo.

Eppure la tensione che si era creata mi disturbava. Già l’idea di invadere il suo spazio mi creava estremo disagio, il sapere poi di essergli anche sgradita mi induceva a desiderare una vera e propria fuga.

Cosa posso fare? Come posso rimediare?

Rimuginai giocando nervosamente con una ciocca di capelli, attorcigliandola svogliatamente attorno alle dita.

Come si può ammorbidire un uomo?

Volsi lo sguardo verso la porta del bagno, rammentando che Emmett ed Edward erano fratelli ed in quanto tale dovevano pur avere qualcosa in comune. Se questo era vero la risposta al mio dilemma era una sola.

Cibo!

Quale uomo  non avrebbe ceduto dinanzi ad un lauto banchetto?

Decisi che il mattino seguente mi sarei fatta perdonare, per l’intrusione, preparando una buona colazione. Mi sarei alzata di buon’ora, recandomi al supermercato più vicino, usufruendo della mia discreta abilità ai fornelli.

La cucina era stata da sempre la mia passione, nonché un ottimo sfogo per il nervosismo.

Due piccioni con una fava.

« Strega. » ribadì il mio amico rientrando nella stanza, rivolgendomi uno sguardo ostile.

« Non è colpa mia se tu sei ipersensibile. »ghignai, conscia di quanto detestasse quella parte del suo carattere. In fin dei conti in amore era estremamente insicuro, e quel suo lato tenero cozzava non poco con l’immagine che tentava di ostentare.

L’uomo duro e tutto d’un pezzo.

Peccato che quella fosse solo una facciata ben costruita.

Emmett era uno degli uomini più gentili ed altruisti che avessi mai avuto modo di conoscere. Malgrado la sua tendenza ad ironizzare, anche in contesti inadeguati, era difficile avere di lui una cattiva opinione.

Un giorno mi sarebbe piaciuto trovare un uomo simile. Una persona dolce all’occorrenza, ma su quale avrei avuto sempre la certezza di poter contare.

Purtroppo non ero mai stata particolarmente fortunata con gli uomini. Sospirai amaramente, sarei morta sola in una casa piena di gatti.

« Fatti più in là moscerino. » sbottò, strattonando le lenzuola, prima di accomodarsi.

Alzai gli occhi al cielo facendogli posto. Per quanto potesse apparire strano non avevo alcun problema a dividere il letto con lui e non era la prima volta che questo accadeva. A causa di un’infiltrazione d’acqua nella sua casa era stato costretto a dormire da me per qualche tempo e, considerando la sua mole, il mio divano non avrebbe mai potuto essere una buona sistemazione.

In realtà non rammentavo come giungemmo alla conclusione di dormire nello stesso letto, forse perché le alternative erano poche o, con maggiore probabilità perché l’affetto fraterno tra noi creava meno imbarazzi di quelli che avrebbero dovuto sorgere anche tra due amici.

Chissà.

« Non sarai arrabbiato con me, spero. »

« Certo che lo sono… - bofonchiò, sprofondando nel materasso. – Non è carino farmi preoccupare. »

Ridacchiai divertita cercando di rassicurarlo in merito al suo rapporto con Rose e, alla fine, trascorremmo gran parte della serata a chiacchierare. Parlammo della sua famiglia e dell’esito positivo della cena. Alice si era detta disposta ad aiutarci per il matrimonio e lui si era visto costretto ad accettare, nonostante le idee piuttosto stravaganti della cugina.

Aveva anche già scelto un abito da sposa che riteneva perfetto; il che era comprensibilmente scioccante considerando che mi aveva vista per la prima volta solo quella sera.

Una famiglia decisamente bizzarra… e fu proprio con quel pensiero di cadere tra le braccia di Morfeo.

___________________

 

Mugugnai indispettita udendo il trillo fastidioso della sveglia, affrettandomi ad allungare la mano prima che Emmett potesse iniziare ad inveire sgarbatamente. Se c’era una cosa che odiava era alzarsi alla buon’ora, soprattutto quando non ve ne era motivo.

Sbuffando mi voltai sbirciando la sua figura rannicchiata sotto le lenzuola in posizione fetale, faceva quasi tenerezza, sebbene fosse uno spettacolo insolito considerando la sua mole.

Povero il mio fratellone.

Era assurdo per me recitare la parte della sua fidanzata, e non solo per Rose, ma soprattutto perché nella mia mente lui era qualcosa di asessuato.

Che cosa bizzarra… di certo lui non avrebbe apprezzato il mio pensiero.

Ridacchiando mi alzai e, recuperati i vestiti, mi dedicai ad una veloce preparazione. Secondo internet il supermercato più vicino era a pochi isolati da lì e mi sarebbero bastati pochi minuti a piedi per raggiungerlo. La sera precedente mi ero premurata di stilare una lista adeguata, onde evitare di dimenticare qualche ingrediente fondamentale a causa della fretta e, considerando le richieste d Emmett, la cosa era tutt’altro che improbabile.

Per soddisfarlo sarebbe stato necessario un camion per trasportare tutto.

Dannato ingordo.

Agguantato il mazzo di chiavi che Edward ci aveva gentilmente fornito, uscii silenziosamente dalla stanza. L’assenza di rumori mi lasciava presupporre che anche lui fosse ancora immerso nel sonno e sperai vivamente non uscisse di casa prima del mio ritorno, oppure il mio blando tentativo di ingraziarmi il piccolo Cullen sarebbe stato superfluo. Considerando che avrei trascorso in quella casa le prossime settimane era necessario istaurare con lui un rapporto quanto meno pacifico.

La speranza è l’ultima a morire…

Come previsto trovare il supermercato non fu difficile e potei felicemente appurare fosse ben fornito.

Scrutai nuovamente la lista.

Latte, uova, cacao, panna, preparato per frittelle, miele, sciroppo d’acero, caffè… bicarbonato?

Ma che razza di intenzioni ha Emmett?

Sospirai scuotendo il capo rassegnata, in assenza di Rose la sua fame aumentava a dismisura; probabilmente con il cibo tentava di sopperire il suo desiderio sessuale insoddisfatto.

Meglio non indagare.

Con un po’ di buona volontà riuscii a recuperare tutto il necessario in un tempo record, pagando il conto esorbitante, considerando che quegli ingredienti erano solo per la colazione.

Non sono convinta di riuscire a cucinare tutto in poche ore.

Alla fine, carica di borse e sfiancata, tornai a casa Cullen con tutto l’occorrente per sfamare un esercito, o al massimo tre Emmett.

Inserii lentamente la chiave nella toppa, evitando eccessivi rumori, ed entrando in punta di piedi. Il silenzio, infranto solo dal ronfo sordo di Em, mi lasciò ben presagire, così mi affrettai a riporre le buste sul tavolo e a procurarmi le stoviglie.

Mi persi nelle mie elucubrazioni, mentre le mie mani si muovevano abilmente tra le pentole e gli ingredienti, abituata com’ero a preparare la colazione per Emmett e, talvolta per Rose.

Qualcuno doveva pur sfamarli…

Non mi stupii nel constatare il perfetto stato della cucina. Di rado uno scapolo trascorreva una quantità di tempo ingente in quella zona della casa. Con grande probabilità Edward cenava della sua ragazza o forse dai genitori.

Chissà se è fidanzato!?

Considerando la sua avvenenza la cosa non mi stupirebbe.

Eppure il suo comportamento sprezzate lasciava presupporre il contrario. Ancora rammentavo l’occhiataccia che aveva rivolto alla cameriera un po’ troppo esuberante, per non parlare dell’atteggiamento nei miei confronti.

Forse è gay!

Sarebbe veramente un tremendo spreco… rimuginai terminando di impastare la crema per farcire la torta al cioccolato, la preferita di Emmett.

Sobbalzai udendo una porta aprirsi alle mie spalle, vergognandomi dei miei pensieri e della mia curiosità che, come di consueto, mi aveva assorbita ed indotta a fare sciocche supposizioni.

Facendo leva sul mio coraggio mi voltai, tentando invano di reprimere l’agitazione che mi attanagliava lo stomaco come una morsa. C’era qualcosa in lui che mi terrorizzava e non solo i suoi modi rozzi, quanto quello sguardo penetrante con cui pareva scrutarmi e valutarmi. Questo in fin dei conti non avrebbe dovuto sorprendermi, essendo in procinto di sposare suo fratello, ma l’intensità con cui mi fissava aveva qualcosa di quantomeno agghiacciante.

« Buongiorno Edward. »bisbigliai, dirigendo immediatamente la mia attenzione alla cucina, temendo che il mio rossore potesse rivelare troppo.

Affinando l’udito seguii i suoi passi, trattenendomi a stento dal voltarmi e fissarlo.

Non ha neanche risposto al mio saluto. Constatai amaramente, offesa da quel comportamento inconsueto. Era raro che qualcuno mostrasse una tale ostilità nei miei confronti, il mio carattere mite e accondiscendente di rado attirava le ire di qualcuno e, quando ciò avveniva, mi prodigavo in mille modi per risolvere gli screzi.

Eppure, qualcosa mi diceva che con Edward nessuno sforzo sarebbe valso ad ottenere un suo giudizio positivo.

I miei sorrisi e la mia cortesia caddero nel vuoto e, nuovamente, mi ritrovai dinanzi al suo sguardo perforante, incapace di comprendere il motivo di un tale astio nei miei confronti. Non poteva essere semplicemente la mia posizione ad irritarlo, era logico che una tale animosità dovesse essere indirizzata a me, quanto persona.

Ma per quale motivo?

Fortunatamente Emmett, con mia somma sorpresa, non si fece attendere oltre, giungendo in cucina attratto dal profumo di cioccolato e di caffè che condensavano l’aria. Fu un sollievo poter scostare lo sguardo sul suo volto allegro e riconoscente.

Il mio unico sostegno in questa sciocca farsa.

_______________________

La colazione terminò grazie allo squillo del cellulare di Edward, che richiamò la sua attenzione, sciogliendo finalmente la tensione che permeava l’aria.

Fu meraviglioso poter tirare finalmente un sospiro di sollievo, vedendo la sua figura allontanarsi.

« Non hai mangiato nulla. » constatò, il mio amico, accigliandosi.

Scrollai le spalle, indolenzite. « Non ho particolare fame. »

Ed era vero. L’agitazione aveva messo in subbuglio il mio povero stomaco, impedendomi di accostarmi al cibo senza rigettare.

Una semplice reazione psicosomatica; mi capitava ogniqualvolta il nervosismo prendeva il sopravvento e di questo anche Emmett era pienamente consapevole.

Vidi il suo volto adombrarsi, mentre lasciava scorrere lo sguardo sulla stanza, soffermandosi sulla figura di suo fratello.

A quanto pareva aveva compreso il motivo del mio disagio e non sembrava affatto contento. Sospirai sommessamente, non intendevo affliggerlo con ulteriori preoccupazione. Lui, che si stava prodigando in mille modi pur di aiutarmi, costringendosi a fingere, anche con la sua famiglia, un matrimonio inesistente.

Per non parlare di Rose, costretta a sopportare tutto ciò.

Possibile che io sia tanto egoista da accettare simili sforzi dai miei amici, più cari?

Dannazione.

Posai una mano sul suo braccio. « Non preoccuparti. – lo rassicurai, ostentando un sorriso forzato. – Non è nulla di grave. »

« Bells. – mi ammonì, spalmando altro sciroppo d’acero sulle frittelle. – Edward non ha nulla contro di te, diciamo solo che non ha un carattere perfettamente affabile. »

« Lo avevo notato. » mi lasciai sfuggire, rammaricata.

« Non che sia cattivo. – lo giustificò prontamente, vagamente imbarazzato. – Solo che non sopporta le sciocchezze o perdere tempo. È sempre molto impegnato e sembra che non sia per nulla interessato ad innamorarsi? »

« Ha avuto qualche brutta esperienza? »

Aggrottò la fronte, perplesso. « No. – ribatté candidamente. – Solo che non crede di poter trovare qualcuno di abbastanza interessante da coinvolgerlo. »

« Un po’ presuntuosa come affermazione. »

Scrollò le spalle, addentando la frittella. « Non ho mai detto non lo fosse. »

Perplessa e sinceramente delusa mi alzai dirigendomi verso il lavello, per ripulire il macello combinato da quella colazione improvvisata. Possibile che quel ragazzo potesse essere tanto altezzoso e superficiale? La sua famiglia, nonostante l’eleganza e il buon nome, non parevano affatto peccare di superbia, ma lo stesso non poteva dirsi di lui.

Perché?

L’ondata di amarezza che mi investì mi creò non poca perplessità.

Perché mi sorprendo tanto? Nemmeno lo conosco… oltretutto io ed Emmett siamo solo amici, quindi i suoi rapporti con suo fratello termineranno ben presto. Una volta lasciata quella cittadina sperduta, probabilmente non avrei avuto modo di rivederlo.

Sbuffai, esasperata dai miei stessi pensieri.

D’un tratto una strana melodia si diffuse al di là della porta, nella quale Edward si era diretto, riempiendo il silenzio calato nella casa.

Mi voltai verso Emmett tentando di dissimulare la mia sorpresa, pronta a chiedere spiegazioni. Da quel che potevo udire era un suono prodotto da un pianoforte, ma le varie interruzioni lasciavano presupporre non fosse una registrazione.

Possibile che…

« Mio fratello è un pianista, questa dovrebbe essere una delle sue composizioni. » mormorò, tornando a sfogliare le pagine del quotidiano, che avevo acquistato quella mattina, memore della sue abitudini.

Socchiusi le palpebre perplessa, poggiandomi al lavello, per assaporare quella magnifica melodia. Quelle note, prodotte da mani esperte, si susseguivano in un malinconico vortice, riproducendo qualcosa di estremamente triste, ma al contempo meravigliosamente delicato.

Nonostante gli attimi di esitazione del pianista, che più volte pareva bloccarsi nella sua esecuzione, non potei non stupirmi della sua bravura.

Edward quindi era un compositore… Assurdo.

Possibile che una persona capace di comporre qualcosa di tanto stupefacente possedesse un cuore tanto arido?

Stranamente, iniziai a dubitarne…

 Sognatrice85 [Contatta] Segnala violazione
 04/04/10, ore 16:18 - Capitolo 12: Pov Bella - II capitolo
Ciauuu Marghe!!!! Grazieeee *________* Questa è una storiella abbastanza vecchia che ho ripreso da poco XD
Non so nemmeno perchè ahahah con tutte le ff arretrate che ho!
 bigia [Contatta] Segnala violazione
 02/04/10, ore 15:27 - Capitolo 12: Pov Bella - II capitolo
Grazieeeeeeeeeeeeeeee ♥
Sono felice che questa storia ti piaccia...
ma volevo chiederti una cosa... non aggiorni + la tua ff??? ç_ç
 simo87 [Contatta] Segnala violazione
 30/03/10, ore 22:52 - Capitolo 12: Pov Bella - II capitolo
io adoro Emmett ahahhaha è sempre uno dei miei personaggi preferiti...
forse perchè lo vedo molto infantile e molto tenero, dietro quella sua imponenza.
Non so XD mi diverte parecchio scrivere di lui... infatti prima o poi vorrei tentare di scrivere una one-shot su di lui ♥
 Bella_kristen [Contatta] Segnala violazione
 28/03/10, ore 09:48 - Capitolo 12: Pov Bella - II capitolo
Davvero? Io questi capitoli pov Bella li vedo parecchio insipidi...
anche se ho saltato davvero un sacco di pezzi quando ho scritto i pov Edward. XD
Bhe poi inserirò pure il pezzo quando lui decide di andare a farle la proposta... hihihi
 grepattz [Contatta] Segnala violazione
 28/03/10, ore 01:17 - Capitolo 12: Pov Bella - II capitolo
ahahahahahah infatti è stata un'improvvisata
ahahah non intendevo continuarla all'inzio, ma mi sono lasciata trasportare notando di aver saltato parecchi pezzi O.o
quindi quì tento di colmare le lacune, soffermandomi su Emmett e Bella XD una coppia che adoro ahahahh
 barbyemarco [Contatta] Segnala violazione
 27/03/10, ore 18:56 - Capitolo 12: Pov Bella - II capitolo
Graziee ahahahah diciamo che essendo lei molto insicura non riesce a vedere i suoi sguardi nella giusta prospettiva
e poi Edward, per tentare di dissimulare il suo interesse finisce per farle credere il contrario XD non lo biasimo il poveretto, essendo convinto che lei stia per sposare suo fratello ahahahah
 fallsofarc [Contatta] Segnala violazione
 27/03/10, ore 18:51 - Capitolo 12: Pov Bella - II capitolo
Ciauuu Chiaraaaa *___* Grazieee sono felice ti stia piacendo anche questa seconda parte ahaahh
è un pò bizzarro scriverla, perchè non sono mai capace di scrivere i pov di storie già terminate... forse perchè lo vedo come qualcosa di troppo costrittivo...
in questo caso però i vuoti della prima versione erano tantissimissi8mi XD quindi ho ritenuto necessario rimediare hihihi
 ClaudiaSv16 [Contatta] Segnala violazione
 27/03/10, ore 15:57 - Capitolo 12: Pov Bella - II capitolo
ahahah a chi non piacciono i simpson?? ahhaaha
Emmy ha ragione XD anche se di tanto in tanto smbra davvero un buzzurro aahahah lo adoro ♥
 ChiaraBella [Contatta] Segnala violazione
 27/03/10, ore 14:22 - Capitolo 12: Pov Bella - II capitolo
ahahahahhaha
Grazie!! ahahah quindi andiamo entambe alla neuro? ahahah
che bello! avrò compagnia XD
cmq per quanto riguarda l'interesse velato di Bella... bhe, come darle torto.. cribbio XD edward è pur sempre Edward.
sarebbe assurdo il contrario ahahahha
anche se adoro indiscutibilmente Emmett  ♥ lo trovo adorabilmente spassoso ahahhahaha
Un bacio

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Capitolo 14
*** Extra - Pov Bella ***


Salveeee!! Eccomi qui con l’ultimo extra previsto per questa storia! Olè.

Come vedrete aggiunge un po’ di cose, compresa la reazione di Bella ed Alice allo strano comportamento tenuto da Edward, dopo aver scoperto Rosalie ed Emmett a divertirsi sul suo divano. Bhe, che altro dire… non posso che ringraziarvi per il sostegno mostratomi con questa storia e spero di aver colmato i vuoti della versione pov Edward.

Troverete le risposte alle recensioni a fine  capitolo, ne approfitto però per  fare alcuni avvisi:

1.       1)Ho aperto un piccolo gruppo su fb, per le mie storie.  Link Gruppo

2.      2)Ho appena iniziato a scrivere una Serie di mini-ff, con il titolo “Essere Genitori” :  Diventare genitori

3.      3)Vi lascio il link della ff che sto scrivendo da un po’ e a cui sto dedicando maggiormente le mie attenzioni.  Tradimenti & Bugie (Rainting rosso)

 

Un bacioneee

 

Extra Bella

Ero impegnata nella prova per il mio abito per la cerimonia, mentre Alice apportava le ultime modifiche al corpetto e allo strascico. Avevo potuto constatare sulla mia mente quanto la sua tendenza al perfezionismo potesse essere asfissiante, ma non osavo lamentarmi, temendo ulteriori ripercussioni.

Emmett era stato chiarissimo: Mai far infuriare la nanetta; è vendicativa per natura!

Personalmente accettavo sempre di buon grado i consigli.

Comunque quella mattina ero piuttosto tranquilla, Rose ci aveva raggiunti qui a Forks, ed in quel momento ero certa che lei ed Emmett stessero recuperando il tempo perso.

Certo… ogni scusa è buona per comportarsi come gatti in calore.

Essendo la mia migliore amica la sua presenza era di gran conforto, sebbene mi turbasse il pensiero che fosse costretta ad assistere a quella assurda finzione. Cosa avrebbe pensato vedendo il suo ragazzo all’altare con un’altra?

Sospirai sommessamente, attenta a non attirare le attenzioni del piccolo dispotico generale in gonnella.

I sensi di colpa non parevano volersi alleviare.

Il trillo stridulo del campanello mi fece sobbalzare per lo spavento. « Ahi!» esclamai dolorante, avvertendo la punta dell’ago incidere la mia pelle.

« Ti ho detto di non muoverti. – mi ammonì Alice, pacata. – Possibile tu sia sempre con la testa tra le nuvole? »

Aggrottai la fronte, senza ribattere. In fin dei conti anche una donna realmente in procinto di sposarsi sarebbe stata altrettanto tesa e sovrappensiero.

Il suono assordante del campanello, premuto con una certa insistenza, costrinse Alice ad abbandonare momentaneamente il suo lavoro, imprecando contro Jasper che probabilmente, ancora immerso nel sonno, non si premurava di aprire la porta.

« Ma chi diamine è così isterico così di buon ora? »sbottò, alzando le mani al cielo con fare teatrale.

Ridacchiai osservandola muoversi a passo di carica verso la persona che malauguratamente aveva alterato il suo stato di calma. Non avrei mai voluto essere nei suoi panni.

Scossi il capo divertita, voltandomi verso il divano, che con la sua morbidezza calamitava la mia attenzione. Ero costretta, in piedi, su quello sgabello, da oltre un’ora e, l’indolenzimento ai piedi e alle gambe iniziava a farsi sentire.

Peccato che Alice non mi avrebbe mai permesso di rovinare il suo lavoro, osando sedermi.

Sbuffai contrariata, cercando qualcosa che potesse distrarmi in attesa del suo arrivo.

Il tonfo della porta e delle voci distanti, piuttosto animate, mi lasciarono supporre chela conversazione si sarebbe protratta ancora a lungo così, contravvenendo agli ordini di Alice, mi avviai verso lo specchio per ammirare il suo lavoro.

Ma… wow.

Le mie labbra si aprirono in una o muta, palesando il mio stupore. Era meraviglioso, un abito semplice dal corpetto stretto, decorato finemente, e dalla gonna di raso, morbida e avvolgente. E lo strascico… stupendo!

Sospirai, lasciando scorrere la mano sul tessuto, lisciandolo quasi con reverenza. In apparenza sembravo realmente una sposa… una donna pronta al grande passo, accanto al suo uomo, circondata dalla sua famiglia e dai suoi amici.

Tutta una finzione.

« Edward. » la voce piccata di Alice mi costrinse a voltarmi sulla porta, incontrando due occhi sgranati che mi fissavano con una strana espressione, che non fui in grado di identificare.

Sembrava quasi… ammirazione?

Possibile?

Mi schiarii la voce, cercando di scacciare quegli assurdi pensieri dalla mia mente. « Edward, tutto bene? » chiesi, colmando lo strano silenzio calato tra di noi.

Che diamine succede?

Volsi lo sguardo verso Alice, sperando di ottenere qualche risposta per quella strana quanto improvvisa apparizione. Non che fosse sgradita, tutt’altro, ma la presenza di Edward mi incuteva sempre una certa soggezione, data dal timore di incorrere in qualche tremenda gaffe e mandare a monte il matrimonio.

« Sei bellissima! »

Fu un sussurro, solo un roco sussurro, prima che lui si allontanasse di fretta da quella stanza.

Cosa?

Arrossii, tentando di non mostrarmi compiaciuta per quel complimento, chinando il capo imbarazzata.

Bellissima? Lo ha detto davvero? Era ironico? Scherzava….?

Respirai a fondo, tentando di recuperare il mio contegno, cercando di scacciare quelle parole dalla mia mente e l’effetto che avevano su di me.

« Cosa è successo? » bisbiglia, tentando di distrarmi.

« Quel ragazzo è matto. » soffiò Alice, eppure potei cogliere nel suo tono un’evidente apprensione.

Perché?

Riportai nuovamente il mio sguardo sulla porta, accigliandomi, mentre una strana desolazione si faceva largo nel mio cuore.

Edward…

_______________

Alice tentò invano di rintracciare suo cugino, per chiedergli opportune spiegazioni. A parer suo qualcosa doveva averlo sconvolto, visto il suo stato scapigliato ed il suo viso smorto.

Ciò che non comprendeva era cosa potesse averlo ridotto in quel modo. Lui, che era sempre stato noto per il suo contegno e la sua imperturbabilità, quella mattina sembrava il protagonista di un film horror perseguitato da un assassino armato di motosega.

Almeno così lo avevo definito lei… Io mi ero limitata a constatarne l’evidente agitazione. Malgrado tutto però il motivo di quell’irruzione restava oscuro.

« Vorrei tanto sapere cosa passa per la testa. » sospirò Alice, per l’ennesima volta, sistemando lo strascico del mio vestito.

« Forse voleva parlarti ed è stato infastidito dalla mia presenza. » ipotizzai sconsolata, attirando su di me l’occhiata incuriosita della mia interlocutrice.

« Non credo… - bofonchiò, leggermente a disagio. – Comunque il vestito è terminato, puoi guardarti allo specchio. » sentenziò esultante, fissandomi dal basso all’alto.

Almeno qualcuno è felice.

Rivolgendole un sorriso stentato mi avvicinai nuovamente allo specchio, posto appositamente nell’angolo, inquadrando la mia figura avvolta nel bellissimo abito bianco, confezionato apposta per me.

È bellissimo, non c’è che dire.

Eppure… maledizione, non era ciò che volevo, tutto quello che stavo facendo era un enorme errore ed io ne ero pienamente consapevole, ma non mi premuravo di porvi rimedio. Non era così che avevo immaginato il mio matrimonio… non una finzione a danno dello Stato, per poter vivere in America.

« Non ti piace. »

Scossi il capo in senso di diniego. « È meraviglioso. » la rassicurai mesta.

« Allora mi spieghi perché hai quella faccia? Sembri un condannato a morte. – sbuffò oscurandosi, forse offesa per il poco entusiasmo mostrato nei confronti dell’abito. - Ci stai ripensando? »

Corrugai la fronte, lasciando scivolare lo sguardo da Alice allo specchio.

E se ci ripensassi davvero? E se mandassi tutto a monte prima concludere questa follia?

Potrebbe essere la giusta soluzione. Emmett potrebbe anticipare le nozze con Rosalie, senza essere costretto ad attendere, ed io smetterei di comportarmi da guastafeste.

« Perché lo state facendo? » continuò, colmando il silenzio teso calato nella stanza.

La tensione era palpabile.

Sbattei le palpebre, non comprendendo l’origine di quella domanda. « Cosa? »

« Fingere un matrimonio in cui ovviamente nessuno dei due crede. »

Sobbalzai avvampando, tentando invano di regolarizzare il battito furioso del mio cuore. Le pulsazione accelerate sembravano quasi rimbombare nelle mie orecchie e mi chiesi se anche Alice fosse in grado di udirle, lì, a poca distanza da me.  « Ma… come puoi pensare… noi. »balbettai incoerentemente, alla ricerca una spiegazione plausibile per stroncare le sue supposizione.

Supposizione?

Cruda realtà vorrai dire…

Ormai è tempo di concludere questa follia… forse questo è il segno che aspettavo.

« Bella, per favore, si vede lontano un miglio che tu non sei innamorata di lui e lo stesso vale per mio cugino. – predicò. Rivolse la sua attenzione alla scatolina di legno sul tavolo, iniziando a riporre gli spilli al loro posto. -  Ti tratta e ti parla allo stesso modo in cui si rivolge a me. »

Annuii stancamente, comprendendo quanto fosse inutile negare l’ovvio. « Da quanto lo hai capito? »

Scrollò le spalle, con disinvoltura. « Diciamo che mi avete ingannata nei primi giorni. – ghignò sfrontata. – avevo qualche dubbio, ma ho avuto la conferma quando abbiamo cenato tutti a casa di Edward. »

Chinai il capo, rivolgendole un’occhiata perplessa. « Cosa abbiamo fatto? Ci siamo comportati normalmente…  » mormorai, chiedendomi se anche gli altri fossero giunti alle sue stesse conclusioni. Forse era quello il motivo per cui Edward mi rivolgeva quegli strani sguardi.

Che anche lui sapesse?

« Perché ho visto dell’interesse malcelato nel tuo sguardo. – spiegò, voltandosi verso di me e scrutandomi attentamente. – E non era rivolto ad Emmett. »

Avvampai, colta in fallo.  « Ah… »

Perfetto… di bene in meglio!

« Emmett poi sembrava oltremodo divertito dalla situazione, il che era assurdo considerando la sua indole possessiva. »

« Lui è un uomo piuttosto geloso. » confermai.

« Solo con chi gli interessa realmente e sono certa che anche con te si mostri abbastanza possessivo, ma di certo non quando si tratta di suo fratello. »

« Non ne ha motivo, naturalmente. – sospirai gettando un’ultima occhiata allo specchio, pronta a sfilarmi il vestito. – questa faccenda è tutta una follia. »

Lei parve sorpresa dal mio tono astioso. « Quello che non ho ancora capito è il motivo di questa buffonata. – sospirò, fissandomi con interesse. – Mio cugino è un burlone e negli anni ha palesato il suo divertimento nello sconvolgere la famiglia con fidanzamenti tanto assurdi quanto fasulli. Ma tu, tu non sembri certo una a cui piace creare scompiglio, eppure ti ostini a reggere il suo gioco.  »

Chinai il capo mortificata, pronta ad ammettere la verità. « In realtà è lui che aiuta me. »

Fu quasi una liberazione poter confessare ciò che era accaduto. Sotto il suo sguardi incredulo le illustrai il mio problema e la proposta folle di Emmett. Le confessai i miei dubbi e i timori, anche riguardando Edward, e la strana attrazione nata nei suoi confronti. Avevo scoperto in lui qualcosa di più del borioso belloccio che credevo inizialmente e questo mi aveva destabilizzata ulteriormente. La confusione che regnava sovrana nella mia mente si riversò nelle mie parole, ma Alice ascoltò ogni cosa, lasciandomi sfogare e dedicandomi di tanto in tanto qualche parola di conforto.

Il peso sul mio cuore si alleggerì, man mano che le parole scivolavano via, lasciandomi, alla fine, quasi svuotata.

Come diamine ho potuto combinare tutto questo?

« Em ha un cuore d’oro. -  sentenziò infine, sprofondando nel divano con aria meditabonda. -  Ma credo che dovresti approfittare dell’opportunità che ti sta fornendo. »

Mi accigliai. « Nonostante tutto quello che sta succedendo? »

« Se tu fossi costretta a partire credo che la situazione peggiorerebbe… - mormorò, fissando il soffitto assorta. – Ti vuole bene e vuole rendersi utile, oltretutto a questa Rose non credo che dispiacerà attendere ancora un annetto e tu potrai conoscere meglio la nostra famiglia. » concluse.

Sospirai sommessamente.  « Chi vorrebbe conoscere una bugiarda approfittatrice. »

Abbassò lo sguardo verso di me, ostentando un’espressione irritata. « Non dire sciocchezze! – sbottò. – Emmett ti adora, Esme è al settimo cielo e anche il resto della famiglia. »

« Semplicemente perché non sono a conoscenza della realtà dei fatti. » le rammentai, prendendomi stancamente il volto tra le mani. Se solo avessero saputo non sarebbero stati altrettanto ben disposti verso di me.

Alice mosse la mano in un gesto brusco, quasi a voler scacciare le mie parole. « Un dettaglio irrilevante. »

Corrugai la fronte scettica. « E se domani accadesse qualcosa? E se gli altri scoprissero la verità? » domandai apprensiva.

La sua risatina divertita risuonò nella sala, alleggerendo l’atmosfera. « Ti assicuro che nessuno sospetta nulla! – esclamò, dissipando i miei sospetti - Domani andrai alla tua cena di prova e dopodomani raggiungerai l’altare e sopporterai ancora per un anno quel caprone di mio cugino. Andrà tutto a meraviglia. »

Le ultime parole famose.

 Frafra9 [Contatta] Segnala violazione
 27/05/10, ore 01:30 - Capitolo 13: Extra - Pov Bella
Ciauuuuuu! mi fa piacere che tu l'abbia letta e che ti sei piaciuta. Io adoro il personaggio di Emmett e di tanto in tanto mi piace scrivere di lui... mi mette stranamente allegria. Oltretutto le storie in cui i personaggi sono tutti umani per me sono una novità e mi permettono di giocare molto d più con la fantasia!!
 Eli87 [Contatta] Segnala violazione
 26/05/10, ore 11:37 - Capitolo 13: Extra - Pov Bella
ahahahahah effettivamente Edward dall'esterno sembra suonato! XD praticamente le si rivolge in modo brusco ed acido e scappa ogni volta che la vede, per non cadere in tentazione. Ecco il perchè delle paranoie della povera Bella, O,o effettivamente anche io mi preoccuperei al posto suo! cmq finalmente mi sono decisa a completare gli extra di questa storia XD credo sia durata già abbastanza così XD
 Bella_kristen [Contatta] Segnala violazione
 22/05/10, ore 17:15 - Capitolo 13: Extra - Pov Bella
XD icerberg? io dire pazza da legare!
Io uno così lo riempirei di schiaffi se lo incontrassi ahahahah... peccato che alla fine lui ha quasi un buon motivo per comportarsi così... O,O anche se è un tantinello esagerato! Meno male che in tutta questa storia qualcuno si diverte XD Emmettino se la sta proprio spassando ahahahah
 simo87 [Contatta] Segnala violazione
 22/05/10, ore 15:48 - Capitolo 13: Extra - Pov Bella
ahahaha anche io gli avrei spaccato la faccia... ma pensa che a tutte queste cose uno non ci pensava quando leggeva la parte pov Edward, ma dal punto di vista di Bella tutto assume una prospettiva completamente diversa hihihi
 grepattz [Contatta] Segnala violazione
 20/05/10, ore 15:17 - Capitolo 13: Extra - Pov Bella
ahahah Grazie....! Emmett è l'unico che in tutto quel caos si sta divertendo
anche se forse anche Alice gli fa degna concorrenza, considerando che le hanno dato quasi carta bianca per organizzare il matrimonio XD
 Sognatrice85 [Contatta] Segnala violazione
 20/05/10, ore 13:06 - Capitolo 13: Extra - Pov Bella
ahahahah si si Bella è decisamente tonta, ma questa volta non credo di poterle fare una colpa della cosa... ahahah eddy si comporta da psicopatico, non salutando e astento guardandola in faccia... io lo prenderei a bastonate, ma diciamo che Bella è meno aggressiva XD

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