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Autore: Shinalia    23/03/2010    10 recensioni
Nessun vampiro, solo umani alle prese con uno strambo matrimonio!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve!
Immagino sarete sorpresi di leggere un aggiornamento di questa storia che ormai era stata terminata da tempo!
Bhe, ho deciso di ampliarla inserendo i POV Bella della storia XD, ho notato che ci sono parecchi vuoti quindi ho pensato di colmarli, anche perchè questa ff mi ha sempre divertita parecchio!
Ok, smetto di blaterare e vi lascio al chappy
Per gli spoiler dei capitoli delle varie storie che ho in corso e per info varie potrete visitare il mio blog!
Un bacione a tutte! ^^

« Emmett, sei sicuro sia una buona idea? » mormorai per l’ennesima volta, agitandomi nervosamente sul sedile del taxi.

Ci stavamo dirigendo al ristorante dove avrei avuto l’opportunità di conoscere la sua famiglia, a cui mi avrebbe presentata come la sua fidanzata.

Peccato la situazione fosse ben diversa.

La sua proposta inaspettata era sopraggiunta in seguito all’ordine di espulsione dal paese a mio danno, a causa del quale sarei dovuta ritornare in patria, entro i prossimi mesi. Così, Emmett, mio vicino di casa ed amico, si era proposto per una messa in scena che mi avrebbe permesso di non lasciare l’America.

Folle?

Decisamente…

Allora per quale motivo avevo accettato?

In merito non avevo ancora una spiegazione che potessi definire plausibile; avevamo annunciato a tutti la nostra intenzione di sposarci e, senza esplicitare le reali ragioni della decisione, ci apprestavamo a convolare a nozze, dinanzi a parenti ed amici.

« Ti adoreranno! » esclamò, sorridendo sornione.

Mi aveva parlato spesso della sua famiglia, durante le serate trascorse davanti alla tv, muniti della consueta vaschetta di gelato. Era seriamente affezionato a tutti loro e quando narrava le epiche disavventure di suo fratello Edward e della pestifera Alice, sua cugina, il senso di calore che trasmetteva era inaudito. Emmett era una persona meravigliosa. Un ragazzo estremamente dolce che tentava di nascondere quel suo lato tenero dietro l’ilarità, talvolta inappropriata.

Rammentavo ancora le imbarazzanti conversazioni avute sul mio pianerottolo dopo il suo trasferimento, per non parlare del timore che mi aveva procurato la sua stazza. Aveva una corporatura tutt’altro che discreta, nel suo metro e novantanove sembrava quasi una montagna, per non parlare delle spalle larghe e degli enormi bicipiti.

Si, al nostro primo incontro il mio unico pensiero era quello di fuggire a gambe levate!

A suo confronto io apparivo ancora più minuta, non che ci volesse molto, ma era ugualmente inquietante camminare al suo fianco. Mi sentivo quasi una bambina e forse era anche per quello che la sua presenza mi conferiva una sicurezza ed un senso di protezione che non provavo ormai da anni.

Mi ero trasferita in America lasciando la mia casa ed i miei affetti per intraprendere la carriera di giornalista ed una parte di me, di tanto in tanto, rimpiangeva quei sacrifici. Non potevo negare che in quel tempo la mia famiglia mi era mancata.

Emmett, però, in qualche modo era riuscito a colmare quel mio vuoto.

Era quella persona vera e sempre sincera su cui sapevo di poter contare in ogni momento ed in ogni occasione, anche solo per chiacchierare. Rosalie sarebbe stata fortunata a sposarlo…

Già, a complicare la situazione già di per sé inconsueta c’era la sua fidanzata, nonché mia migliore amica, che per qualche oscuro motivo si era prestata alla nostra farsa, rimandando il loro matrimonio di qualche anno.

Sospirai sommessamente. « Ci stiamo beffando di loro. » puntualizzai indispettita.

Alzò gli occhi al cielo reprimendo uno sbuffo contrariato.

« Lavori qui, hai una bella casa ed una bella vita, perché rinunciare a tutto questo quando io posso offrirti l’opportunità di rimediare? »

Corrugai la fronte. « Ancora non comprendo come Rose possa sopportare questa situazione, al suo posto impazzirei. »

Scrollò le spalle con disinvoltura. « Se ci siamo conosciuti è merito tuo e poi sai benissimo che ti adora! – sentenziò pacato. – Oltretutto sa che non c’è mai stata alcuna malizia nella mia proposta. »

« Questo è ovvio! » asserii imbarazzata.

Tentò di mascherare un sorriso, increspando le labbra in un finto broncio. « Così mi ferisci. – sbottò, portando teatralmente la mano al petto. – Sono tanto brutto da non destare in te la benché minima attrazione? »

Ridacchia, dandogli un buffetto sulla spalle e scuotendo il capo rassegnata. Emmett non sarebbe mai cambiato… forse per questo lo adoravo indiscutibilmente. Per me era quel fratello maggiore che non avevo mai avuto, ma che avevo sempre desiderato. Ricordavo i suoi tentativi di difendermi da qualsiasi ragazzo non riteneva alla mia altezza…

Forse è per questo che non frequento nessuno da un bel po’, con lui accanto nessuno si era mostrato tanto temerario da corteggiarmi!

Sbuffai contrariata. « Smettila di fare il buffone. – lo ammonii, prendendo un profondo respiro. – Siamo quasi arrivati e noi dobbiamo ancora finire di concordare la nostra storia. » gli rammentai caustica e tremendamente tesa.

Non ero mai stata un’ottima bugiarda e la recitazione non era di certo la mia arte. Come sarei riuscita a resistere le prossime settimane mentendo spudoratamente ai Cullen, alloggiando addirittura da uno di loro?

Non si prospetta affatto bene!

« Dobbiamo tenere un basso profilo ed eludere gli argomenti pericolosi! » sentenziai, massaggiandomi le tempie per far scemare la tensione.

« Siamo i futuri sposi… è inevitabile che saremo al centro dell’attenzione. » puntualizzò con ovvietà, fissandomi di sbieco.

Il lamento che sfuggì alle mie labbra fu più che eloquente.

« Bella, non vedo dove sia il problema. – sospirò esausto. - Siamo innamorati e stiamo per sposarci. Ci siamo conosciuti grazie ad un intervista fatta dal tuo giornale. Il resto sono tutte cose vere, quindi non dovrai mentire su altro! »

Annuii svogliatamente. « Omettendo il fatto che tu sei fidanzato con un’altra, che poi è la mia migliore amica e che convivete insieme da quasi sei mesi. »

« Pignola! »

« Ammettilo, questa situazione ti diverte! » soffiai irritata.

Ghignò sfrontatamente. « Minimo! – esclamò esaltato. – Già immagino le loro facce quando ti vedranno. » sentenziò, scoppiando a ridere senza ritegno, lasciandomi spaesata.

Eh? Ho la sensazione di essermi persa qualcosa…

« Perché? » mormorai allarmata, recuperando uno specchietto dalla borsetta, alla ricerca dell’imperfezione che poteva aver destato le sue risa incontrollate.

A meno che io non abbia disegnato in volto una scimmia che balla la samba credo che nulla possa giustificare le sue risate!

Si asciugò le lacrime, tentando di ricomporsi, sebbene con scarso risultato. « Diciamo che non sei propriamente il mio tipo! »

Corrugai la fronte, fissandolo perplessa. Non ero una grande bellezza, di questo ahimé ne ero ben consapevole, ma non mi pareva cortese esternare il suo pensiero con una tale non curanza.

« Ah… »

« Cosa hai capito? – si affrettò a spiegare forse notando la mia espressione corrucciata e si… anche leggermente offesa. Sono pur sempre una donna! – intendevo che sei molto intelligente, colta e timida. »

Arcuai un sopracciglio, irritata dal suo palese tentativo di rimediare alla sua constatazione. « Rosalie è intelligente e colta! » ribattei mesta.

« Ma non timida e ha un carattere forte ed estremamente altezzoso. » precisò lui, sorridendo compiaciuto.

Mi lasciai scappare un risolino, notando la sua espressione quasi venerante. Rose probabilmente era l’unica persona in grado di tener realmente testa ad Emmett, l’unica capace di piegarlo e raggirarlo a suo piacimento. Erano una coppia decisamente bizzarra ma molto affiatata.

Lei era sempre stata tremendamente orgogliosa, era impossibile arrecarle offesa senza destare la sua ira e, la sua fermezza e la sua risolutezza, erano qualcosa che con il tempo le avevo spesso invidiato.

« È molto sicura di sé. » rimuginai, sottolineando l’ennesima differenza tra noi due. Talvolta ancora mi chiedevo cosa avesse permesso alla nostra amicizia di nascere, avendo ben poco in comune.

« Appunto! Avresti dovuto vedere le ragazze con cui spesso mi sono presentato dai miei! »

Lo fissai perplessa, invitandolo a continuare, benché una parte di me non fosse totalmente certa di voler entrare nel dettaglio. La mente di Emmett si era rivelata spesso machiavellica.

« Oche senza cervello, ma dal corpo da sballo. » spiegò candidamente, lasciandomi esterrefatta.

« Che? – biascicai esterrefatta. - Non ti ci vedo per nulla… » affermai, mal celando la mia sorpresa.

Che fosse affascinato dalle donne particolarmente belle non era un mistero, la stessa Rosalie con la sua corporatura statuaria ed i suoi capelli biondo cenere era stata definita da molti miei colleghi e amici una “vera bellezza per gli occhi!”, ed io non potevo che concordare. Ma Emmett non mi pareva il tipo interessato semplicemente all’aspetto esteriore, era sin troppo intelligente per sminuirsi in tal modo. Se le presentava alla sua famiglia doveva di sicuro essere interessato a loro per più di una semplice ed innocua scappatella!

Possibile che quelli fossero stati realmente i suoi gusti? In quel momento mi appariva improbabile, eppure…

Non potei impedire ad una certa delusione di farsi strada dentro di me.

Scosse il capo avvicinandosi con fare cospiratore. « Diciamo che approfittavo delle suddette fanciulle per deridere mio fratello per la sua espressione indignata! »

« Ma sei un mostro! » esclamai sdegnata.

Razza di bastardo manipolatore!

« Se tu avessi avuto un fratello come Edward e la sua moralità avresti ritenuto divertente il mio scherzo! » contestò evidentemente frustrato dalla mia reazione.

Sperava davvero che appoggiassi una tale follia?

« E quelle povere ragazze? Sapevano dei tuoi raggiri? »

Scrollò le spalle disinteressato. « A loro bastava farsi vedere in giro con me e divertirsi, il resto contava ben poco. »

« Prima dell’arrivo di Rosalie dovevi divertirti parecchio. » mormorai caustica.

« Gelosa? » ribatté.

Alzai gli occhi al cielo, esasperata. « Si amore, gelosissima! - esclamai fintamente accorata. – Per non parlare di quanto mi lusinghi sapere di essere l’ultima delle prese in giro alla tua famiglia! »

« Chiuderò in bellezza! »

« Idiota. » sibilai, stringendomi le braccia al petto.

Quella situazione si prospettava più complessa ed inquietante di quanto avessi mai potuto immaginare.

   
 
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