Immagino sarete sorpresi di leggere un aggiornamento di questa storia che ormai era stata terminata da tempo!
Bhe, ho deciso di ampliarla inserendo i POV Bella della storia XD, ho notato che ci sono parecchi vuoti quindi ho pensato di colmarli, anche perchè questa ff mi ha sempre divertita parecchio!
Ok, smetto di blaterare e vi lascio al chappy
Per gli spoiler dei capitoli delle varie storie che ho in corso e per info varie potrete visitare il mio blog!
Un bacione a tutte! ^^
«
Emmett, sei sicuro sia una buona idea? »
mormorai per l’ennesima volta, agitandomi nervosamente sul
sedile del taxi.
Ci
stavamo dirigendo al ristorante dove avrei avuto
l’opportunità di conoscere la sua famiglia, a cui
mi avrebbe presentata come la
sua fidanzata.
Peccato
la situazione fosse ben diversa.
La
sua proposta inaspettata era sopraggiunta in seguito
all’ordine di espulsione dal paese a mio danno, a causa del
quale sarei dovuta ritornare
in patria, entro i prossimi mesi. Così, Emmett, mio vicino
di casa ed amico, si
era proposto per una messa in scena che mi avrebbe permesso di non
lasciare l’America.
Folle?
Decisamente…
Allora
per quale
motivo avevo accettato?
In
merito non avevo ancora una spiegazione che potessi
definire plausibile; avevamo annunciato a tutti la nostra intenzione di
sposarci e, senza esplicitare le reali ragioni della decisione, ci
apprestavamo
a convolare a nozze, dinanzi a parenti ed amici.
«
Ti
adoreranno! »
esclamò, sorridendo
sornione.
Mi
aveva parlato
spesso della sua famiglia, durante le serate trascorse davanti alla tv,
muniti
della consueta vaschetta di gelato. Era seriamente affezionato a tutti
loro e
quando narrava le epiche disavventure di suo fratello Edward e della
pestifera
Alice, sua cugina, il senso di calore che trasmetteva era inaudito.
Emmett era
una persona meravigliosa. Un ragazzo estremamente dolce che tentava di
nascondere quel suo lato tenero dietro l’ilarità,
talvolta inappropriata.
Rammentavo
ancora le
imbarazzanti conversazioni avute sul mio pianerottolo dopo il suo
trasferimento, per non parlare del timore che mi aveva procurato la sua
stazza.
Aveva una corporatura tutt’altro che discreta, nel suo metro
e novantanove
sembrava quasi una montagna, per non parlare delle spalle larghe e
degli enormi
bicipiti.
Si,
al nostro primo incontro il mio unico pensiero era quello
di fuggire a gambe levate!
A
suo confronto io
apparivo ancora più minuta, non che ci volesse molto, ma era
ugualmente
inquietante camminare al suo fianco. Mi sentivo quasi una bambina e
forse era
anche per quello che la sua presenza mi conferiva una sicurezza ed un
senso di
protezione che non provavo ormai da anni.
Mi
ero trasferita in
America lasciando la mia casa ed i miei affetti per intraprendere la
carriera
di giornalista ed una parte di me, di tanto in tanto, rimpiangeva quei
sacrifici. Non potevo negare che in quel tempo la mia famiglia mi era
mancata.
Emmett,
però, in
qualche modo era riuscito a colmare quel mio vuoto.
Era
quella persona
vera e sempre sincera su cui sapevo di poter contare in ogni momento ed
in ogni
occasione, anche solo per chiacchierare. Rosalie sarebbe stata
fortunata a
sposarlo…
Già,
a complicare la
situazione già di per sé inconsueta
c’era la sua fidanzata, nonché mia migliore
amica, che per qualche oscuro motivo si era prestata alla nostra farsa,
rimandando il loro matrimonio di qualche anno.
Sospirai
sommessamente.
«
Ci stiamo beffando di loro. »
puntualizzai indispettita.
Alzò
gli occhi al cielo reprimendo uno sbuffo contrariato.
«
Lavori
qui, hai una bella casa ed una bella vita, perché rinunciare
a tutto questo
quando io posso offrirti l’opportunità di
rimediare? »
Corrugai
la fronte. «
Ancora
non comprendo come Rose possa sopportare questa situazione, al suo
posto
impazzirei. »
Scrollò
le spalle con
disinvoltura. «
Se ci siamo conosciuti è merito tuo e poi sai
benissimo che ti adora! –
sentenziò pacato. – Oltretutto sa che non
c’è mai stata alcuna malizia nella
mia proposta. »
«
Questo è ovvio! » asserii
imbarazzata.
Tentò
di mascherare
un sorriso, increspando le labbra in un finto broncio. «
Così mi ferisci. –
sbottò, portando teatralmente la mano al petto. –
Sono tanto brutto da non
destare in te la benché minima attrazione? »
Ridacchia,
dandogli
un buffetto sulla spalle e scuotendo il capo rassegnata. Emmett non
sarebbe mai
cambiato… forse per questo lo adoravo indiscutibilmente. Per
me era quel
fratello maggiore che non avevo mai avuto, ma che avevo sempre
desiderato. Ricordavo
i suoi tentativi di difendermi da qualsiasi ragazzo non riteneva alla
mia
altezza…
Forse
è per questo che
non frequento nessuno da un bel po’, con lui accanto nessuno
si era mostrato
tanto temerario da corteggiarmi!
Sbuffai
contrariata. «
Smettila di fare il buffone. – lo ammonii, prendendo un
profondo respiro. –
Siamo quasi arrivati e noi dobbiamo ancora finire di concordare la
nostra
storia. » gli rammentai caustica e tremendamente tesa.
Non
ero mai stata un’ottima
bugiarda e la recitazione non era di certo la mia arte. Come sarei
riuscita a
resistere le prossime settimane mentendo spudoratamente ai Cullen,
alloggiando
addirittura da uno di loro?
Non
si prospetta affatto bene!
«
Dobbiamo tenere un
basso profilo ed eludere gli argomenti pericolosi! »
sentenziai, massaggiandomi
le tempie per far scemare la tensione.
«
Siamo i futuri
sposi… è inevitabile che saremo al centro
dell’attenzione. » puntualizzò con
ovvietà, fissandomi di sbieco.
Il
lamento che sfuggì
alle mie labbra fu più che eloquente.
«
Bella, non vedo
dove sia il problema. – sospirò esausto. - Siamo
innamorati e stiamo per
sposarci. Ci siamo conosciuti grazie ad un intervista fatta dal tuo
giornale.
Il resto sono tutte cose vere, quindi non dovrai mentire su altro! »
Annuii
svogliatamente.
« Omettendo il fatto che tu sei fidanzato con
un’altra, che poi è la mia
migliore amica e che convivete insieme da quasi sei mesi. »
«
Pignola! »
«
Ammettilo, questa
situazione ti diverte! » soffiai irritata.
Ghignò
sfrontatamente.
« Minimo! – esclamò esaltato.
– Già immagino le loro facce quando ti vedranno.
»
sentenziò, scoppiando a ridere senza ritegno, lasciandomi
spaesata.
Eh?
Ho la sensazione di essermi persa
qualcosa…
«
Perché? » mormorai
allarmata, recuperando uno specchietto dalla borsetta, alla ricerca
dell’imperfezione
che poteva aver destato le sue risa incontrollate.
A
meno che io non abbia disegnato in
volto una scimmia che balla la samba credo che nulla possa giustificare
le sue
risate!
Si
asciugò le
lacrime, tentando di ricomporsi, sebbene con scarso risultato.
« Diciamo che
non sei propriamente il mio tipo! »
Corrugai
la fronte,
fissandolo perplessa. Non ero una grande bellezza, di questo ahimé ne ero ben consapevole,
ma non mi
pareva cortese esternare il suo pensiero con una tale non curanza.
«
Ah… »
«
Cosa hai capito? –
si affrettò a spiegare forse notando la mia espressione
corrucciata e si… anche
leggermente offesa. Sono pur sempre una
donna! – intendevo che
sei molto intelligente, colta e timida. »
Arcuai
un sopracciglio,
irritata dal suo palese tentativo di rimediare alla sua constatazione.
«
Rosalie è intelligente e colta! » ribattei mesta.
«
Ma non timida e ha
un carattere forte ed estremamente altezzoso. »
precisò lui, sorridendo
compiaciuto.
Mi
lasciai scappare
un risolino, notando la sua espressione quasi venerante. Rose
probabilmente era
l’unica persona in grado di tener realmente testa ad Emmett,
l’unica capace di
piegarlo e raggirarlo a suo piacimento. Erano una coppia decisamente
bizzarra
ma molto affiatata.
Lei
era sempre stata
tremendamente orgogliosa, era impossibile arrecarle offesa senza
destare la sua
ira e, la sua fermezza e la sua risolutezza, erano qualcosa che con il
tempo le
avevo spesso invidiato.
«
È molto sicura di sé.
» rimuginai, sottolineando l’ennesima differenza
tra noi due. Talvolta ancora
mi chiedevo cosa avesse permesso alla nostra amicizia di nascere,
avendo ben
poco in comune.
« Appunto! Avresti
dovuto vedere le ragazze
con cui spesso mi sono presentato dai miei! »
Lo
fissai perplessa,
invitandolo a continuare, benché una parte di me non fosse
totalmente certa di
voler entrare nel dettaglio. La mente di Emmett si era rivelata spesso
machiavellica.
«
Oche senza cervello,
ma dal corpo da sballo. » spiegò candidamente,
lasciandomi esterrefatta.
«
Che? – biascicai esterrefatta.
- Non ti ci vedo per nulla… » affermai, mal
celando la mia sorpresa.
Che
fosse affascinato
dalle donne particolarmente belle non era un mistero, la stessa Rosalie
con la
sua corporatura statuaria ed i suoi capelli biondo cenere era stata
definita da
molti miei colleghi e amici una “vera bellezza per gli
occhi!”, ed io non
potevo che concordare. Ma Emmett non mi pareva il tipo interessato
semplicemente all’aspetto esteriore, era sin troppo
intelligente per sminuirsi
in tal modo. Se le presentava alla sua famiglia doveva di sicuro essere
interessato a loro per più di una semplice ed innocua
scappatella!
Possibile
che quelli
fossero stati realmente i suoi gusti? In quel momento mi appariva
improbabile,
eppure…
Non
potei impedire ad
una certa delusione di farsi strada dentro di me.
Scosse
il capo
avvicinandosi con fare cospiratore. « Diciamo che
approfittavo delle suddette
fanciulle per deridere mio fratello per la sua espressione indignata!
»
«
Ma sei un mostro! »
esclamai sdegnata.
Razza
di bastardo manipolatore!
«
Se tu avessi avuto
un fratello come Edward e la sua moralità avresti ritenuto
divertente il mio
scherzo! » contestò evidentemente frustrato dalla
mia reazione.
Sperava
davvero che
appoggiassi una tale follia?
«
E quelle povere
ragazze? Sapevano dei tuoi raggiri? »
Scrollò
le spalle
disinteressato. « A loro bastava farsi vedere in giro con me
e divertirsi, il
resto contava ben poco. »
«
Prima dell’arrivo
di Rosalie dovevi divertirti parecchio. » mormorai caustica.
«
Gelosa? » ribatté.
Alzai
gli occhi al
cielo, esasperata. « Si amore, gelosissima! - esclamai
fintamente accorata. –
Per non parlare di quanto mi
lusinghi
sapere di essere l’ultima delle prese in giro alla tua
famiglia! »
«
Chiuderò in
bellezza! »
«
Idiota. » sibilai,
stringendomi le braccia al petto.
Quella
situazione si
prospettava più complessa ed inquietante di quanto avessi
mai potuto
immaginare.