Recensioni di Neal C_

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Recensione alla storia Faceva ancora male - 01/10/13, ore 22:27
Capitolo 1: Faceva ancora male
Bella!
Davvero complimenti per questa serie di drabble, brevi ma potenti.
Rendono in tutto e per tutto l'idea del dolore declinato in tutte le sue forme.
Dapprima c'è il dolore a pelle, quello che Daniel vive sulla pelle di Ian, come se lui stesso fosse stato condannato alla frusta e anzi, sembra partecipare in modo straziante alla condanna di Ian.
È bella la sovrapposizione di freddo-caldo e mette a nudo una convinzione che io condivido (magari è anche cosa comune) che il dolore sia caldo.
Forse perchè lo scorrimento di sangue riscalda la pelle e I tessuti in cui affluisce.
Ma quello di Daniel è un altro tipo di dolore. È lo strazio psicologico a cui si aggiunge un senso di colpa che amplifica il gelo che lo invade, lo stesso gelo della paura ma, piuttosto che indurre ad una sana reazione da parte dello spirito di conservazione, pietrifica sul posto.

Nella Veglia metti a nudo il loro passato, il lato nascosto al mondo del loro rapporto, ponendo accento sulla segretezza dei loro incontri l'intimità dei loro gesti, la complicità di due amanti piuttosto che amici e non ai può evitare di provare un po' di pena per Daniel che è costretto ad accompagnare il suo migliore amico/amore all'altare rinunciando ad ogni peetesa su di lui e sopratutto costringendosi a conaegnarlo ad una donna di un'altra epoca.
Eppure non c'è un ombra di gelosia o risentimento nei confronti di Isabeau, non sembra rientrare nel campo visivo di Daniel.
Sembra già rassegnato davanti allo sguardo perdutamente innamorato di Ian e neanche quel momento di intimità, il loro ultimo bacio, può riportarlo indietro.
La consapevolezza e la piena spiegazione e chiarezza dei propri sentimenti avviene quando è già troppo tardi. L'altare è imminente, a pochi passi e Daniel è costretto a consolarsi poi (magra consolazione in realtà) quando Ian ritorna suo una volta per tutte, o almeno così appare alla fine del primo volume di Hyperversum.
Ha voluto strappare il suo amore alla morte precludendogli però il mondo chr l'altro si era scelto e così ignorando la sua volontà e anche questo lo fa soffrire.
Inoltre ormai sa che Ian da lui non vuole più niente se non sincera amicizia e appoggio in un momento di difficoltà.
Il tema dell'amoee slash non ricambiato mi sta molto a cuore e poi mi piace che tu abbia rotto il rapporto sacrale e totalmente dedicato che c'è fra Ian e Isabeau che assomigliano troppo ad una favola per bambini. È anche strano oltre che irritante che Ian sembri non avere avuto una vita prima di incontrare la sua amata.
Inoltre hai individuato bdei momenti molto significativi del linro sapendo descrivwre in maniera eccezionalmente efficace I sentimenti di Daniel.
Aggiungo che mi è piaciuto molto anche la divisione in sequenze/ drabble, le frasi brevi anche un po' a effettto e un registro che a volte accentuava il sentimento e l'introspezione in altri casi si concentrava sulle azioni senza mai perdere di vista il pov di Daniel e creando nuovi spunti di riflessione per il personaggoo in questione.
Insomma mi è piaciuta e anche tanto!
Alla prossima,

Neal C.
(Recensione modificata il 01/10/2013 - 10:43 pm)
Recensione alla storia Hyperversum- Il conte e la fanciulla - 13/09/13, ore 02:55
Capitolo 6: Marc Maayrkas
Buondì!
La tua storia ha subito acceso il mio interesse poichè tratta un argomento che mi è caro: il gap temporale che separa i due mondi, l'America del 2000 e la Francia del 1200 e sopratutto "l'immissione di corpi estranei" che viaggia da un mondo all'altro.
Devo ammettere che non amo le storie dai capitoli troppo brevi, finiscono subito, creano un sacco di aspettativa ma anche un bel po' di frustrazione specie se non sono già complete e bisogna attendere l'uscita dei capitoli (poi dipenderà dalla tua politica sugli aggiornamenti. Io parlo da lettrice avida e scrittrice lenta che fa penare terribilmente i lettori <.<).
Però ci sono un po' di cose che non mi convincono anche se ammetto che, trattandosi di una storia fantasy, una specie di What if? non c'è un'impellente esigenza di realismo.
Innanzitutto sembra tutto troppo semplice.
La famiglia di Ian reagisce in maniera, se non positiva, almeno non negativa e comunque con blando stupore davanti ad una "stregoneria". Per quanto possa essere stata raccontata come una favola non posso credere che il passaggio repentino ad un mondo come quello attuale, ben 8 secoli avanti, non provochi altro che un iniziale muto stupore, reazioni miti e ragionevoli da parte dei ragazzi, una reazione sempre stupita ma fiduciosa di Isabeau, rendendo subito un clima di serenità o comunque di pacifico adattamento.
In genere, quello a cui si è soggetti in queste occasioni è lo shock culturale, quando ci si trova in una società o in un contesto culturale sconosciuto, difficilmente riconducibile a quello d'origine.
Direi che si adatta perfettamente a questo caso, poichè il mondo è cambiato in maniera sconvolgente dalla fine dell'ottocento, ma il raffronto con il medioevo deve essere cento volte più duro, decisamente un trauma.
Insomma non mi hanno molto convinto le reazioni dei personaggi che mantengono una mentalità tipica medievale fedele e ben ricostruita (non conoscono le posate, hanno difficoltà a comprendere l'utilità della scuola e l'esistenza di classi miste, oppure si scandalizzano davanti ad un abbigliamento moderno più "succinto" e al comportamento "sfacciato" delle ragazze, vd. Marc nei confronti di Cassandra Martwell) ma questo non impedisce loro di apparire stoici e tranquilli, forti solo dei racconti un po' favolosi che hanno ricevuto dal padre, ancor prima di mettere piede nel "nuovo mondo".
eppure sono certa che una passeggiata fra le automobili, tra il traffico, i clacson, gli autobus, i pedoni che camminano in fretta con lo sguardo perso nel vuoto e affollando i marciapiedi, la presenza drasticamente ridotta del verde, i palazzi che superano di molto la normale altezza di un uomo (anche perchè negli Stati Uniti le proporzioni sono decisamente diverse rispetto a quelle europee, nel centro città i palazzi sono molto più alti rispetto ai nostri, sicuramente più imponenti di una cattedrale gotica che nel 1200, assieme ai castelli, era il massimo della possanza) magari qualche cartello pubblicitario di una nuova marca di biancheria con una modella un po' provocante, non possono assolutamente lasciare solo impressioni positive e piacevolmente sorprese, tanto più quando il gap temporale è così enorme.
Altro appunto sono i personaggi, ancora un po' troppo stereotipati ma in fondo è solo l'inizio della fiction quindi mi aspetto che almeno i ragazzi vengano tratteggiati un po' meglio.
Ciò nonostante ogni capitolo è molto piacevole e scorrevole, pieno di dialoghi scoppiettanti (e forse anche un po' troppi punti esclamativi, a questo proposito), e hai saputo ben ricostruire un'atmosfera da commedia familiare a tavola, nel capitolo della cena con John e Sylvia.
Aggiungo però che soffro un po' per la mancata caratterizzazione dei luoghi.
Infatti, fra un dialogo e l'altro, c'è ogni tanto una piccola didascalia a presentazione degli ambienti circostanti ma sono sempre piccoli accenni e non riesco, in nessun modo, a costruire uno spazio circostante, ad immaginare gli oggetti, gli spazi nella quale i personaggi si muovono anche con troppa disinvoltura.
Però ammetto anche che spesso le descrizioni spezzano il ritmo narrativo, allungando i tempi di lettura, eppure, purtroppo io non riesco a farne a meno per poter inquadrare una storia e appassionarmici.
Il ritmo narrativo è qui molto veloce e denso di personaggi/ avvenimenti, cosa che ha reso la lettura avvincente fino a questo capitolo, un vero colpo di scena. La comparsa di Cassandra Martwell mi ha fulminato come un fulmine a ciel sereno.
Ebbene si, confesso che ho un debole per Geoffrey Martwell e tutto quello che abbia vagamente a che fare con lui.
Inoltre la ragazza si presenta bene, è curiosa, ha carattere, è piena di iniziativa ed è misteriosamente attratta dall'idea che Marc sia francese. Tutto ciò non può che stuzzicare la mia curiosità ed è anche per questo che attendo con ansia un aggiornamento.
Nel frattempo spero non te la prenderai se ti assegno una bandierina bianca, nè te la prenderai a male per le mie "critiche" che sono da considerarsi semplici riflessioni basate su opinioni personali :)
Dunque spero che non ci farai penare troppo!
A presto,

Neal C.