Recensioni di Flos Ignis

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Recensione alla storia E Torneranno Le Stelle - 31/08/21, ore 19:31
Capitolo 1: Lontano Da Qui + Io e Te, L'Inizio
III POSTO



“E Torneranno Le Stelle”, di Laodamia94



Grammatica e stile: 7,5/10


“… Fuori dalla finestra si odono risate e un tono adulto, profondo e rassicurante, che chiama un nome; e sentore di sole, sabbia mossa da passi in corsa, schiuma. …”: la frase dopo il punto e virgola non ha nulla a che fare con quella prima; inoltre, non ci sono verbi dopo il punto e virgola. So che potrebbe essere stato fatto apposta, ma comunque non trovo la sequenza sensata.
“… E forse non sono più le tre, [...] che trattengono a sé la mente finché possono; lontano da qui. Nella casa nulla si muove, [...] quasi si siano dimenticati di chi è rimasto a sognare in un letto troppo grande per lui… lontano da qui. Tale è la malia delle onde, quindi? [...] Lontano da qui. …”: hai terminato tre frasi di fila con la ripetizione “lontano da qui”. Probabilmente per te è significativa, e non la segno come errore perché c’è abbastanza spazio tra una ripetizione e l’altra, ma come lettrice non capisco il suo senso, forse sei stata troppo criptica...
“… Ancor peggio …”: tagliare l’ultima vocale non suona bene quando la parola successiva inizia con una consonante.
“… Era meglio che quella chiamata dall’ospedale mai ti avesse raggiunto …”: il tempo verbale è sbagliato, la formulazione più corretta è “sarebbe stato meglio”.
“… le dodici non sono significate da niente …”: non sto segnalando un errore, ma ci sono altri verbi che avrebbero reso meglio il significato di questa frase, come “segnate” o “ indicate”.
“… ricchi di sensazioni altre rispetto alla paura …”: come sopra, non si tratta di un errore, piuttosto di un suggerimento per usare termini più adatti. Al posto di “altre”, si poteva usare “diverse” o una parola equivalente.
“… e mentre le dita battono silenziosamente sulla borsa scolastica un ritmo che unicamente lui può udire …”: dopo la “e” si inizia una nuova frase principale, ma qui c’è solo una subordinata senza principale a cui riferirsi.
“… oppure che attizzato per stupire, sconvolgere e confondere …”: il “che” non serve alla frase.
“… uno liuto …”: “un” è la forma corretta.
Cap. II
“… Non molte quelle con cui si sente in completa sintonia, ma così è naturale che sia: volti e voci che gli sono divenuti amici immediatamente, dopo poche ore di presenza all’Imperiale; persone come Dostoevskij, che si è accorto di seguire molto più di quanto immaginato, incontri che il caso ha voluto far accadere e dove nessuna delle due parti ha ceduto l’altra, per simpatia e istintiva comprensione ― unicamente così potrebbe spiegare il modo in cui ha conosciuto Atsushi Nakajima e la facilità con la quale si sono legati. …”: non trovo il verbo principale in questo labirinto di subordinate. Suppongo sia il verbo essere, ma è sempre meglio esplicitarlo, soprattutto in frasi tanto lunghe. Non importa quanto il tuo stile poetico venga migliorato da questo tipo di frasi, resta il fatto che il lettore si perde senza un verbo principale a cui affidare il senso di lettura della frase.
“… caos che il giovane ha seminato negli spazi destinati al Club di Teatro, quasi sia passata una tromba d’aria …”: il tempo verbale più corretto è “fosse passata”.
“… far sì che luna sciolga le illusioni …”: manca l’articolo per “luna”.
“… così che arrivano senza accorgersene al momento che il sipario si alzi …”: ripetizione di “che”, inoltre la formulazione ha poco senso grammaticalmente parlando. Se accetti suggerimenti, può essere modificata come “così arrivano senza accorgersene al momento in cui il sipario si alza”.
“… Perché avrebbe dirmi qualcosa di simile? …”: o hai dimenticato di inserire la parola “dovuto” al verbo o lo hai scritto male e doveva essere un “dovrebbe”.
“… «Mi dispiace tanto, sussurra infine Sigma …”: hai dimenticato il simbolo di chiusura del discorso diretto.
Cap. III
“… mai patito.Il primo …”: serve uno spazio dopo il punto.
“… gli ha permesso di sfogato ciò che …”: modo verbale sbagliato, la forma corretta è “permesso di sfogare”.
“… è proprio ciò alla fine che succede …”: il “che” va posizionato dopo il “ciò”.
Allora, dire che è stato peggio di un parto podalico trigemellare è dire poco! 47 pagine? Sul serio sis? Valutarle è stata un’impresa, fidati!
Okay, come hai notato hai fatto diversi errori verbali che ti hanno tolto punti, probabilmente la maggior parte sono echi di frasi che hai parzialmente cancellato, ma resta il fatto che in una storia tanto lunga non c’è da sorprendersi se scappa l’occhio e si mancano degli errori da correggere. Ricordo che hai detto che hai terminato la storia in extremis, quindi capisco che non hai avuto il tempo di rivederla con calma. Paradossalmente, la parte con più errori è all’inizio, più vai avanti e più la storia è scorrevole!
E a proposito di scorrevolezza, passo a parlarti dello stile.
Come al solito il tuo stile di scrittura è pura poesia. Altisonante e magnifica, e proprio per questo in alcuni punti, soprattutto nel Cap. 1, poco comprensibile. Nella tua testa è tutto chiaro probabilmente, ma tieni conto che non tutti riescono a leggerti nel pensiero e a volte devi sacrificare un po’ di scenografia a favore di una maggiore comprensibilità.
Detto questo, la meraviglia che evocano sempre le tue parole mi ha lasciata ancora una volta senza parole! Dopo le iniziali incomprensioni hai trovato il via per raggiungere l’equilibrio di cui parlavo prima, e questo ha reso la storia piacevole e scorrevole, talmente accattivante che cattura il cuore del lettore sempre più a ogni parola per non fargli riprendere fiato fino alla fine.
Lessico, stile e genere sono perfettamente allineati per innalzarsi a vicenda verso nuove vette, facendo andare al settimo cielo il lettore. Complimenti anche per la serie di riflessioni profonde che danno uno strato in più di profondità a tutta la trama!



Sviluppo del pacchetto: 10/10


Prompt: la biblioteca è stata il primo elemento a essere utilizzato, e il modo è stato piacevole oltre che divertente! Il fatto che sia il luogo in cui i tuoi tre protagonisti entrano in contatto diretto per la prima volta le dà un significato speciale, inoltre è stato divertente vedere un Sigma imbranato che è inciampato praticamente sui suoi piedi e ha perso sangue dal naso. Grazie a quel piccolo incidente hanno avuto modo di presentarsi Nikolai e Fyodor, e da qui l’intreccio inizia a intrecciarsi sul serio. Ammetto che mi sarebbe piaciuto vedere apparire la biblioteca nuovamente, magari per altri momenti significativi, perché per quanto renderla il luogo del primo approccio sia rilevante, in una storia tanto lunga è un dettaglio che si perde in tutto il resto ed è facilmente dimenticabile (?). Spero di essermi spiegata, sono le due di notte e sto sclerando XD.
Obbligo: per tutta la storia mi sono chiesta come avresti reso questo obbligo, perché ammettiamolo, far ballare insieme Sigma e Gogol’ poteva avvenire in un milione e uno modi diversi e ognuno di essi sarebbe stato completamente folle e inaspettato, e quando finalmente ho trovato la scena… wow. Solo, wow. Mi è sembrato che il tempo si fermasse mentre viene rivelato molto del piccolo Gogol’, di come Sigma si fidi di lui così tanto che vengono fatti almeno cento passi avanti nella loro relazione in un singolo istante di cedimento e fede reciproca. Viene sbloccato qualcosa di profondo in Sigma nel tempo d un ballo, come sottolineerà più avanti il suo padre adottivo è così che ha reimparato a vivere e non solo a sopravvivere come in quel momento. È una dolcissima scena in cui i cuori sono più vulnerabili che mai, e qualcosa che era iniziato lentamente in punta di piedi tra loro due sembra stia per esplodere… ma in realtà, sboccia. Ottimo utilizzo dell’obbligo, l’ho adorato e ha avuto un impatto incredibile sulla storia.
Citazione: è da quando ho letto i personaggi della storia che ho immaginato che avresti fatto dire a Gogol’ questa frase… in un certo senso, gli si addice molto e per come hai reso il personaggio, lo fa ancora di più. Sono rimasta piacevolmente sorpresa e colpita per come in realtà sia saltata fuori: mi aspettavo un’esplosione di vita, una ribellione al sistema o qualcosa del genere, invece l’hai intrecciata saldamente all’angst che è nascosto nella sua infanzia in ospedale. Ammetto che non ho capito bene se fosse stato lui o l’altro paziente a pronunciare la frase, ma in ogni caso è stata un gigantesco dito medio alla malattia e al dannato caso che ha scambiato le loro diagnosi. Il modo in cui poi viene riportata alla sua situazione con Sigma crea un ponte tra passato e presente, tra due situazioni completamente diverse ma con un comune denominatore: il carattere ribelle di Gogol’, che va oltre ogni vincolo e imposizione prima e alla fine sceglie di lasciarsi legare da uno dorato… anzi, bianco e lilla. Per sua scelta. Che è l’unico destino che scegliamo, quello che importa, credo sia la morale della storia di Gogol’ e l’ho adorato moltissimo, perché il significato della citazione in questo modo pervade con forza tutta la storia prima ancora che le parole appaiono, e non avrei potuto chiedere niente di meglio.


IC / caratterizzazione dei personaggi: 10/10


Hai fatto un lavoro straordinario per la caratterizzazione dei personaggi. Stavo davvero rivedendo i nostri angeli del decadentismo del manga mentre leggevo la tua storia!
Fyodor: il caro, vecchio stronzo… da prendere a schiaffi nel manga e pure qui. Non è semplice da realizzare la caratterizzazione di uno psicopatico, ma è stato interessante vedere come l’hai reso in una AU del mondo moderno, in cui lui prende le persone e le rende marionette, esperimenti in cui seziona le loro anime e i cuori per poi gettarli via una volta compreso il loro funzionamento, come bambole rotte che hanno perso utilità e interesse. La sua unione iniziale con Gogol’ ricorda l’alleanza del manga, così come la loro separazione è un modo interessante di vedere ciò che accade l’ultima volta che appare nel manga, insieme a Sigma.
A proposito del nostro Giullare: chiamarlo pazzo scatenato è un semplice eufemismo, ed ecco perché è tanto adorabile. Hai reso piuttosto bene il suo carattere, sia con le azioni che gli fai svolgere che con la riflessione sul suo modo di vivere la vita, in piena libertà e con il preciso scopo di farsi beffe di verità e inganni e decidere da sé cosa è cosa. La trovo un’idea assolutamente adorabile quella di fargli studiare teatro, lo trovo davvero perfetto per lui. Anche la sua storia clinica di quando era bambino, per quanto poco chiara all’inizio, ha aiutato a delineare i confini di un’anima senza vincoli che non fossero quelli scelti da se stesso… e ad eccezione dell’amico d’infanzia, non ne ha più avuti fino a Sigma. Eppure, in seguito scopriamo che da bambino faticava ad esprimersi, il che dà un’idea piuttosto precisa del perché, poi, non si limiterà mai più a gesti o a parole.
Veniamo al cucciolotto della storia, il caro Sigma: viene voglia di stringerselo contro e mangiarlo di baci tanto è adorabile, esattamente la stessa sensazione che nasce nel manga. Il trauma della mancanza dei genitori e il modo in cui si limita a “sopravvivere” per molti anni è un equo paragone al fatto che la sua vita sia letteralmente appena iniziata nel manga nonostante l’età adulta. Il fatto che tu l’abbia fatto adottare da Bram Stoker è stato davvero bellissimo, ho letto le tue note e anche secondo me andrebbero molto d’accordo di carattere. La memoria limitata del suo passato, soprattutto dei genitori, è interessante, anche qui riprendi la sua nuova vita nel manga - per forza non ricorda i genitori, non ne ha qui. La sua amicizia tutta particolare con Gogol’ viene ripresa dalle poche scene in cui vengono visti insieme, prima di scomparire (P.S. quando li rivedremo per scoprire che fine hanno fatto?). La sua introspezione è stata fatta con grande cura e attenzione, si vedono tutte le sue paure, le ansie e i problemi, ma anche la testardaggine, la cura e la determinazione che lo contraddistinguono. È, a tutti gli effetti, il più umano di tutti e per questo lo adoro!
Anche i personaggi minori come Bram e Atsushi, per quanto brevemente, vengono delineati con criterio e in modo coerente ai personaggi che ben conosciamo dal manga, per cui posso solo dirti che mi tolgo il cappello!


Gradimento personale: 9,5/10


Come sempre, le tue storie sono un sogno che si avvera. Anche in una Modern!Au, con le tue parole puoi creare una vera magia. I tuoi personaggi sono perfettamente delineati, le loro relazioni interpersonali e l’intreccio della trama sono coerenti e questo crea una lettura filata e piacevole. Hai usato perfettamente tutti gli elementi del pacchetto, e hai dato a due di loro un significato ancora più profondo e importante di quello che credevo possibile. La trama stessa è intrigante e accattivante, non priva di confusione, angst e sorprese, proprio come la vita reale.
L’inizio della storia mi ha un po’ confusa però, dato che con la grandezza delle tue metafore hai reso nebuloso il significato “terra terra” delle frasi, il che ti ha un po’ penalizzata e ha reso difficile iniziare la lettura.
In seguito però ti sei ripresa e hai bilanciato estetismo e praticità, il che ha reso il resto del testo sublime.
Non ho molto altro da dire francamente, se non che se non si fosse capito, ho adorato la tua storia e spero davvero che scriverai nuovamente su questo fandom, dato che è ovvio quanto ti appassiona. C’è bisogno di più Bungou nel mondo!
Ancora un milione di complimenti


Totale: 37/40
Recensione alla storia I Can't Sleep (Until I Feel Your Touch) - 25/09/20, ore 23:51
Capitolo 2: … L’Anima Mia Perché Non Si Smarrisse
III CLASSIFICATO



"I Can't Sleep (Until I Feel Your Touch)", di Laodamia94



Grammatica e stile: 9,5/10

"...chiacchiera e l’altra, e si confondevano...": niente virgola prima della "e".
"...quel corpo tanto chiamato e pianto...": suppongo tu volessi dire "tanto amato", errore di ditrazione.
"...Ben ritornato...": o bentornato o ben ritrovato, questo miscuglio è un po' stridente mentre leggi.
Siccome hai messo una marea di virgole prima della "e", e mi avrebbe occupato da sola una pagina intera di word, taglio la testa al toro e ti dico di darci un'occhio, perchè il resto il tuo testo è assolutamente perfetto. Con una storia così lunga uno si aspetta qualche strafalcione, ma a parte le due piccole defiance, entrambe nell'ultimo paragrafo dell'ultimo capitolo - ormai eri stanca suppongo- questo testo è grammaticalmente perfetto, curato in ogni dettaglio con un'arte sopraffine.
Il tuo stile è come sempre molto evocativo e metaforico, il che lo rende perfetto per questo tipo di storia del mistero e del giallo; il lessico utilizzato si adatta bene a esso, il tono medio-alto conferisce un certo tono alle tue metafore, le quali a loro volta fanno cantare il sangue del lettore per guidarlo verso un mondo di mistero che affascina la mente.
Assolutamente tanti complimenti, sia per lo stile incredibile che per la cura dei dettagli che si vede hai applicato sistematicamente, hai fatto un lavoro preciso e pulito, e i risultati certamente si vedono!


Sviluppo del pacchetto favola: 10/10

Prompt: hai utilizzato più di un livello della parola salvataggio, che era il prompt del tuo pacchetto. Poe salva la vita agli amici di Ranpo all'inizio del racconto e questo fa riaffiorare i suoi ricordi - in pratica è l'inizio della vicenda, il fattore scatenante. Al tempo stesso, la verità che Rampo rivela al suo amico alla fine del racconto è anch'essa un salvataggio, pur di tipo diverso. Salva il suo amico dalla depressione, dalla voglia di suicidarsi, dalla maledizione che crede di avere dentro di sè. Salvare vite e salvare le anime; l'inizio della vicenda e la sua conclusione. Hai creato un intreccio perfetto in cui il cerchio si chiude con un parallelismo a dir poco sublime.
Situazione: tutta questa situazione era il fulcro centrale del mistero, e non potevi scegliere persona migliore per sbrogliare la matassa di Ranpo, che narra per filo e per segno la realtà, correggendo gli errori che la mente traumatizzata di Poe non riusciva a riconoscere come tali. Mi è piaciuto molto come hai scelto di raccontare prima la versione che Poe ha creduto per tutto il tempo prima di rivelare la verità, in questo modo essa acquisisce più solidità e consistenza.
Citazione: tra tutte, probabilmente la citazione di questo pacchetto era quella un po' più difficile, più "filosofica" passami il termine. Ma dopo tutto quello che hanno fatto i tuoi personaggi, dopo il mistero che si è svelato - e il dramma che prima ha fatto scappare Poe dall'altra parte dell'oceano costringendo Ranpo a seguirlo- hai trovato il momento e il modo perfetto per utilizzarla. Poe è finalmente libero dal mistero che era dentro di se, libero dalla colpa e dal tormento e tutta la sua solitudine acquisisce una nuova spiegazione, un nuovo sapore. E la vita che torna insieme a tutti i suoi colori mostra a Poe che deve perdonarsi, come gli dice anche il suo amico, e con sua sorella tra le braccia e il uso amico a vegliare su di loro può anche lasciarsi la morte alle spalle.


IC / caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10

Partiamo dai personaggi minori: Yosano che trascina Kunikida a ballare? Mi hai fatto morire dalle risate!
Quando Kunikida decide di accompagnare Ranpo in America per ringraziare Poe (e per evitare che il suo amico finisca per sbaglio in Australia o giù di lì per sbaglio) si può notare la sua tipica gentilezza mentre osserva il detective alle prese con i suoi ragionamenti mentre raggiungono destinazione. Poveretto però, gli tocca riparare i suoi guai!
E parlando di guai...
Ranpo: per prima cosa, ho riso come un'idiota quando l'hai fatto sporgere dal balcone mentre seguiva un'intuizione, ed è stato molto tenero che si sia da essa distratto quando ha sentito la voce del suo rivale e amico preoccupato che lui potesse cadere. Il modo in cui in seguito ricostruisce semplicemente tutti i pezzi del puzzle è tipico suo, così come lo è la sua irruzione a casa del suo amico in America senza la minima grazia mentre si siede con lui sul pavimento. L'ho trovato divertente e coerente, forse più ciarliero del normale, ma penso sia normale dato che deve spiegare moltissime cose... così come è tipico suo non capire come prendere un aereo dopo aver risolto un mistero vecchio di decenni. XD
Poe... il caro dolce Poe. Ammetto di averlo trovato un pochino troppo melodrammatico, un po' come se la tua storia fosse stata svolta sul palco di un teatro -ironico visto che i suoi genitori erano attori -. Considerando la tragedia che gli hai fatto capitare e il dolore che gli hai procurato questa leggera esagerazione è più che giustificata. Oltre a essere maledettamente tenera eh, ma quello era abbastanza sottinteso.
Mi sarebbe piaciuto sapere di più sul perchè reale degli Allan che lo trattano freddamente come dice Poe se la realtà è che non ha provocato nessuna tragedia; il personaggio del padre adottivo brilla per assenza, ma forse proprio per questo suscita interesse. La ta storia era già molto lunga, ma penso che un piccolo scambio di battute sarebbe stato la ciliegina sulla torta!


Gradimento personale: 10/10

Ho amato alla follia la tua storia. La. Adoro.
Già quando mi avevi preannunciato i personaggi sono esplosa -non fingere di non ricordartelo -, ma dopo aver visto cosa hai creato con loro mi sono letteralmente sciolta. Sai che amo il tuo stile e penso che tu ti sia superata questa volta, forse perchè il tuo angst o hurt/comfort si adatta incredibilmente bene con il genere mistero-giallo. O forse ami troppo i personaggi per fare meno che perfettamente. Scegli tu la spiegazione che preferisci ahahaha. In ogni caso io sono contentissima, la tua storia mi ha emozionata e coinvolta in maniera straordinaria, i tuoi personaggi sono più espressivi del consueto ma proprio per questo trasmettono il doppio del solito.
Hai creato un intreccio davvero interessante, l'ingegnosa storia che hai creato in due versioni - la memoria del piccolo Edgar e la verità- rivela quanto tu sia ingegnosa e tutta la tua opera lo dimostra.
Grazie mille per questa bellissima storia, è un capolavoro che non smetterà mai di farmi emozionare e sono felice di averla potuta leggere e in parte ispirare con il contest. Alla prossima storia!


Totale: 39/40