Recensioni di Hebi_Grin

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Alla fine tutto quel che rimase fu un caldo bagliore argentato. - 28/12/18, ore 21:58
Capitolo 1: Alla fine tutto quel che rimase fu un caldo bagliore argentato.
Arrivo sempre con ritardo vergognoso, ma arrivo. ♡
Come ti dissi in privato ormai mesi fa avevo già letto e adorato questa serie, e spero vivamente che il progetto che dicevi *incrocia le dita e fa l’occhiolino*

I - Sanagi:
Ho notato che hai alternato il PoV. Prima Shinsuke, poi Gintoki e così via. Nell’ultima diviene chiaro solamente verso la fine, e immagino che tu abbia voluto fare così perché si tratta di sensazioni condivise, il fatto che la Shouka Sonjuku stesse venendo data alle fiamme.
Nella prima, Randagio, il titolo richiama il fatto che Gintoki dirà effettivamente di essere un nomade, che non è molto diverso dall’essere un randagio. E la cosa mi piace molto.
Shinsuke è sempre stato un Osservatore con la ‘o’ maiuscola, ha sempre avuto coi propri occhi un rapporto molto intenso (rendendo ancora più straziante la fine che ha fatto quello sinistro). Non si limita a guardare: osserva, registra, analizza, capisce. Le situazioni e le persone, soprattutto, ad una prima occhiata. È una cosa che vediamo più volte fare nell’opera, nulla di strano che succedesse anche da bambino e con Gintoki e che non sia stata esattamente la migliore impressione del mondo. Anche se l’ultima frase ne circoscrive il campo, dando uno spaccato sul rapporto dei tre (futuri) allievi di Shouyou nella loro complessità e nel loro gravitare costantemente nelle vite degli altri, nonostante tutto.
In Sfida vediamo una scena che sebbene nuova ricalca quelle delle numerose sfide tra i due nel dojo. Potrebbe benissimo essere una delle…492? delle loro. Stando a quello che ricordo e fidandoci del calcolo di Takasugi che sicuramente è corretto.
[Me lo immagino a fare quella tipica cosa che spesso si vede fare ai carcerati in cui si segnano cinque barre per tenere il conto (???)]
Contatto fisico è FLUFF. E nulla da dire se non d’awwwwwww ♡
Ne La via del guerriero adoro la duplicità in cui da un lato intravediamo il futuro Gintoki, che ha responsabilità (e affetto, aggiungo) nei confronti dei suoi compagni, ma dall’altro è ancora un bambino, e giustamente se la prende che una sua disgrazia (... un pugno di Shouyou deve fare molto male, a giudicare dagli effetti) venga derisa da Shinsuke, raccontandosi che la responsabilità dello stronzetto in erba non lo riguardi. Ahah, sì, Gintoki. Certo.
Ho già accennato a Perdita parlando del pov. Aggiungo che mi strazio ogni volta che penso a quello che abbia significato per loro tre tutto ciò e concordo appieno che fosse il loro posto, la loro casa, quello della famiglia che erano, la sede degli affetti e dei ricordi felici. La perdita del sensei (anche se ancora con la speranza di rivederlo e riunirsi), della casa e dell’infanzia, finita quel giorno.

II - Speed of Flow
Facendo un po’ una carrellata, qui si ride per le battute di Gintoki (a ‘Cenerentola’ un nuovo polmone serve) e si fangirla. ♡
Sappiamo ahimé che le cose andranno male, e abbiamo piena consapevolezza anche del fatto che si tratti di poco più che ragazzini che stanno affrontando qualcosa di tremendo come la guerra, pur intervallando questi momenti di scherno a distendere la situazione.
Sono drabble estremamente più fisiche. Non più il casto posare la testa sulla spalla della I, 3.
Anche qui il primo contatto avviene alla 3, ma quel “Troppo vicini” prefigura i contatti nelle due drabble successive e il rifiuto chiaramente fa pensare a un non voler ammettere, ostinatamente e orgogliosamente, invece di desiderare quel contatto. Cosa senza dubbio confermata nella 4, quando Shinsuke non sputa in faccia a Gintoki~ (Nonostante gli abbia implicitamente detto che sembra una prostituta lol.)
E che culmina nella 5. In cui un fazzoletto passa dal naso a pulire il sangue agli occhi per le lacrime, visto che l’ultima frase cambia tutto in angstangstangst, visto che l’hai ambientata proprio in quel momento. Sigh.
Anche qui i pov si alternano, quasi “mescolandosi” all’ultima (si stavano mescolando anche loro, coffcoff), scelta più che appropriata~

III - Glorious Days.
Allora allora. Già il titolo è una istigazione a rivedersi l’ending.
Non era scontato che ti distaccassi dalle precedenti che fondamentalmente avevano solo loro come personaggi, ma ciò esata incredibilmente la solitudine di Shinsuke. E l’alcolismo di Gintoki, ma questa è un’altra storia. Anzi, no.
La 3, Ombre, è senza dubbio la mia preferita di tutte.

IV - Genjou Destruction
[3] ‘Colui che voleva distruggere il mondo e salvarlo in vestaglia e infradito’. Date un premio a questa donna.
Nulla, nell’angst che attraversa come un fiume in piena questa sezione, volevo mettere in posizione prominente la parte più divertente.
Vagli a spiegare che quelle “ciabatte” sono una calzatura molto più… Samuraiesca (?) degli anfibi.
La morte è una presenza costante per i samurai, ma anche in queste ultime cinque drabble, anche nelle prime e più leggere tre: Gintoki che rischia di affogare, che percepisce quella presenza sulla spalla sinistra, che scherza sull’epitaffio da fare a Shinsuke.
Le ultime due, beh, una per ciascuno, l’una lo specchio dell’altra, pur usando parole diverse. La respirazione faticosa, il sangue, la sconfitta.
il richiamo al momento descritto nella II, 3, che lì aveva preceduto la sconfitta, ma stavolta la segue.


Non son sicura di aver detto tutto quello che ci fosse da dire, ma spero almeno la maggior parte lol. 

Ciao 


Grin
 
Recensione alla storia Almeno a Natale i ricordi dovrebbero essere più dolci - 28/12/18, ore 18:32
Capitolo 1: Almeno a Natale i ricordi dovrebbero essere più dolci
Io ho una domanda: vuoi che pianga, eh?  
Innanzitutto mi piace moltissimo come l'hai strutturata graficamente. L'uso del corsivo per il passato e dei normali caratteri per il presente, unitamente al triplice punto di vista, consentono molto agevolmente anche una lettura per sezioni, su più livelli. Sì, indubbiamente va letta nel suo complesso e in ordine per apprezzarla appieno, eppure dopo averlo fatto e averne goduto, si potrebbe pure sperimentare una lettura per ambientazione temporale. Godere del Fluff/Slice of life del passato o crogiolarsi nell'angst del presente, magari anche facendo una cosa di seguito all'altra. E la storia (le storie) avrebbe(ro) perfettamente senso comunque.
Questo è possibile perché è strutturata bene. Anche se tempi e pov si alternano, grazie alla grafica è possibile e non ci si può confondere. 

Nel passato la Yorozuya era assieme a godere della vista della neve, ora da separati la vedono, ma non possono davvero apprezzarla. Non è semplicemente la stessa cosa.

Kagura che era stata così entusiasta nel vedere per la prima volta la neve (dettaglio delizioso che non l'avesse mai vista, che ti ha permesso di sfruttare appieno la festosità del personaggio ♡) con la sua famiglia assieme non è capace di provare le stesse emozioni, ora che al suo fianco ha solo quel che rimane di Sadaharu, nella sfera in tasca che stringe... La trovo una cosa bellissima e straziante. ç_ç

E il paio di occhiali Shinpachi che guarda con nostalgia al passato, al luogo che era stato teatro di quell'altro Natale nevoso e di altre mille avventure e ricordi, ma che, ligio al dovere, guarda avanti. ç_ç

Ho adorata la parte in cui Gintoki viene colpito da una palla di neve lanciata da dei bambini e il riferimento al non saper fare a meno di guardarsi indietro. In quei bambini ci ho visto i suoi bambini. Quella stessa scena successa con Shinpachi presente e Kagura a lanciargli la palla di neve (salvo non essere finito piantato a terra come un daikon, stavolta). Perché per quanto sia stata una sua decisione, non può fare a meno di pensare a loro ogni giorno, ne sono sicura.


Sono semplicemente loro

Allora e adesso.  
(Recensione modificata il 28/12/2018 - 06:41 pm)
Recensione alla storia Un riflesso è la finestra da cui si scorgono le deformità dell’anima - 16/12/18, ore 21:12
Capitolo 1: Un riflesso è la finestra da cui si scorgono le deformità dell’anima
Ciao! Allora, parto dall’inizio: L’ho semplicemente adorata ed è finita dritta tra le Preferite. Peraltro l’hai postata proprio oggi che mi ero messa come buon proposito di recensire qualcosa in questo fandom.
Ho trovato il tuo stile accattivante, le parole nella lettura scivolano una dietro l’altra, frase dopo frase, e non mi è stato possibile fermarmi fino al punto dell’ultima frase. Il che è un modo complicato per dire che la prima lettura l’ho fatta tutta di un fiato.
Il fatto che poi sia fondamentalmente un character study su uno dei miei personaggi preferiti e che le scene descritte risultino perfettamente credibili, me l’hanno fatta amare.
Ho visto Shinsuke sulla prua della nave.
Ho visto il ricordo di lui che si grattava fino a incidersi le carni. La scena è perfettamente plausibile, così come Bansai che, sweetheart , lo aiuta ma non si astiene da una bella sgridata. Penso che sia un elemento cardine, per quanto poco approfondito, del rapporto tra i due. Penso che Bansai, in genere così flemmatico seppur risoluto, risulti al tempo stesso calmante e rassicurante per Shinsuke, eppure severo quando serve. Perché anche sgridare il boss è parte del proteggerlo e dedicare la vita a lui col cuore.

E il suo occhio ormai morto ma finestra su un passato immutabile ma bruciante e palpitante, che da un lato lo motiva ad andare avanti ma dall’altra lo soffoca, e non lo lascia mai solo nel bene o nel male. Bellissimo. Ed è bellissimo anche come contribuisca al gioco di specchi con l’acqua.

Non son sicura di aver reso giustizia alla fic con questa recensione, probabilmente scritta troppo d’impulso ma spero non sia troppo sconclusionata :”

Ciao~
Grin
Recensione alla storia Jigou Jitoku - 09/12/18, ore 16:22
Capitolo 1: Jigou Jitoku
Ciao!
Allora, innanzitutto... Non avevo mai pensato alla HaseGin, ma da brava amante dei crack/rare pairing tutti da esplorare non posso esimermi dall'incoraggiarli u.u

In effetti sono due personaggi che, per quanto molto diversi, sono accomunati dal non saper praticamente che fare della loro vita, dall'alcool, dal gioco d'azzardo e il perenne essere alla canna del gas. Stupisce addirittura che Hasegawa ce l'abbia, un bagno! Uno in una casa, dico, non un cespuglio del parco o un lampione in un vicolo.
Mi piace l'atmosfera ironica – ma quell'ironia sprezzante, dissacrante, cruda, realista, cinica – che hai dato alla storia. Calza a pennello con ciò che accomuna i personaggi.
Così come mi piace come abbia evocato Hatsu, che pur non essendo presente fisicamente è una figura con cui dover fare i conti e che non si può non percepire in casa di Madao.
Alla prossima!

Grin
Recensione alla storia Her name is: Tsukuyo. - 25/10/18, ore 13:26
Capitolo 1: Her name is: Tsukuyo.
Ciao! Innanzitutto, ti faccio i complimenti per come hai scritto e mi scuso se questa recensione sarà coincisa e incompleta senza renderle la giustizia che meriterebbe.
La scelta di narrare in seconda persona la trovo assolutamente azzeccata e non banale. E' anzi una forma troppo sottovalutata (per quanto non sempllice). A me ha dato quasi l'impressione che fosse la luna nel cielo a cui Tsukki, la luna di Yoshiwara si rivolge, a dirgliele, avendone seguito l'evoluzione. Ma forse è solamente un mio vaneggio. 
Trovo che abbia interpretato davvero bene sia Tsukki che i suoi sentimenti per Gintoki (pairing che adoro), il suo aver cominciato, dopo averlo incontrato, a rivalutare il valore di ciò che per anni si era negata. 
La frase che preferisco in assoluto è <i> "Dopo tanti anni ad esser solo la bambola pronta ad uccidere, ora puoi finalmente spiegare le ali, o tu, piccola crisalide ora divenuta una splendida farfalla!" </i> 

Ancora complimenti e ciao! 

Grin