Recensioni di Menade Danzante

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Let go - 13/10/13, ore 18:22
Capitolo 1: Let go.
Va bene, oggi ti sto perseguitando! Lo ammetto!
Ma non posso ignorare il richiamo di Dumas! Non posso proprio fisicamente!
Ho sentito la canzone dalla quale hai tratto l'ispirazione per il titolo: nonostante, come hai sottolineato tu stessa, non siano molto somiglianti come tema, anch'io noto il collegamento tra il lasciar andare di Avril Lavigne e quello di Aramis. Non si parlerà d'amore, è vero, ma non sono forse i ricordi che creano i migliori legami affettivi? ;)
Passando al testo: io amo i Tre moschettieri in generale, ma ancora di più Aramis! Tra tutti, lo vedo come il personaggio più complesso della vicenda: è un prete che combatte, che uccide, ma non smette di farlo per vigliaccheria o altro: no! Decide di restare al fianco dei suoi compagni, degli uomini che l'hanno sostenuto e cui ha dato sostegno. Trasmette, a mio parere, degli ideali meravigliosi.
Pur avendolo trasportato in un tempo più avanzato rispetto a quello della narrazione di Dumas, credo che tu sia riuscita a mantenerlo IC per quanto riguarda i suoi ricordi, ma non ho difficoltà a vederlo così in vecchiaia: rimane un uomo - un gentiluomo, anzi - che non può - e non vuole - dimenticare le sue avventure, i suoi anni migliori, risultando ancora combattuto interiormente. E' bellissimo, questo aspetto: è come se, per lui, la battaglia non fosse mai finita. Mentre i suoi amici hanno trovato, potremmo dire, pace nella morte, lui sembra destinato a non deporre mai la spada, di cui continua ad accarezzare il fodero.
Un'altra cosa che ho apprezzato tantissimo è stata la contrapposizione tra i due paragrafi, delineata dalla diversa funzione dell'inchiostro: all'inizio è un qualcosa di elegante, perché non sono subentrati i ricordi e la malinconia; poi, diventa una macchia, una macchia scura come il suo umore. In fondo, è un uomo che sta aspettando di morire, che nega nonostante la sua consapevolezza.
"Ma neghi, perché negare è più semplice, perché ammetterlo equivarrebbe a dire addio al gentiluomo, ad affermare di fronte a te stesso e a Dio le tue colpe." è una frase stupenda, sia per il riferimento a Dio - termine e tema pregnante in tutta la saga, e a maggior ragione per lui -, sia per come hai sottilmente denigrato il concetto di gentiluomo, fatto di apparenze.
Ogni parola è inserita benissimo, magistralmente. Il tuo stile, lo sai già, mi piace tantissimo e lo trovo perfetto per questo testo!
Infine, tutti i riferimenti sparsi qui e là - ti ringrazio, anzi, per averli precisati nelle note, altrimenti me ne sarei sicuramente persi alcuni per strada! - fanno di questa OS un piccolo scrigno, cassaforte di tutta la trilogia.
Davvero, complimenti infiniti! :*
Bacioni, cara, e alla prossima!
Julie_Julia