Recensioni di Menade Danzante

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Recensione alla storia Tra le pieghe del tempo - 01/09/22, ore 15:29
Capitolo 1: Tra le pieghe del tempo
ç.ç
Io sono entrata praticamente per caso su EFP e ho trovato questo. Non ho neanche letto l'introduzione, niente: la sezione mi è bastata e penso di aver fatto la cosa migliore della giornata.
Inizio dalle tue note perché le ho trovate molto interessanti e un ottimo punto di partenza per approcciare la FF per via della dichiarazione d'intenti che manifestano. L'encomio di Elena è un testo fondativo della mia esperienza scolastica, perché è davvero tra i primi esempi di filosofia che hanno gettato dei semi in me, sbocciati poi nella scelta di intraprendere Filosofia all'università. Vederlo citato da te e in questo contesto mi ha dato molta gioia, perciò grazie. Mi fa piacere sapere che abbia avuto l'occasione di segnare anche te!
Sulla questione dello sguardo moderno, con me sfondi una porta ormai del tutto aperta: è semplicemente impossibile pretendere di assumere un punto di vista così lontano nel tempo e nello spazio, e che peraltro si annida nelle pieghe del mito e della leggenda. A volte ho la sensazione che l'unica vera giustizia che possiamo offrire al passato è proprio quella di guardarlo con gli occhi del presente, perciò credo che tu abbia fatto il possibile per rispettare il materiale originale - la sezione secondo me va bene, a proposito - ma senza tradire, allo stesso tempo, quello che sei tu, con la tua esperienza complessiva di persona viva nel 2022.
Arriviamo alla storia. Ho avuto i brividi per l'intera raccolta, e li ho ancora mentre la rileggo per scrivere un commento. E' una storia in crescendo: hai saputo dosare le riflessioni e le parole con grande classe, portando avanti un'idea importante e dandole il giusto tempo per farsi strada nella mente di chi legge. Mano a mano che ci si avvicina verso la fine, infatti, cresce il dolore, cresce la pena, cresce il desiderio di abbracciare Elena, di andarle vicino e dirle che non è sola, che è capita, che non l'abbiamo mai meritata. Fa malissimo, ma allo stesso tempo questo ti fa onore: sentire un trasporto tanto forte verso un personaggio di fantasia non è così inusuale per me, ma sicuramente non accade tutti i giorni. La penna di chi scrive e le tematiche giocano un ruolo fondamentale in questo e devo dire che il mix che ho potuto vedere esploso qui ha reso possibile l'affetto e l'empatia che provo ora nei confronti di Elena - della tua Elena.
Mi è piaciuto tantissimo il fatto che la consapevolezza non sia immediata, ma un percorso, un viaggio. E' estremamente realistico: di rado chi è vittima di una violenza, soprattutto quando non è fisica ma fa riferimento a un modo di pensare diffuso, a una costruzione sociale difficile da scardinare, se ne rende conto in fretta. Elena rientra nel copione: si riconosce come colpevole perché così l'hanno additata. La sua identità non viene dall'interno, ma dagli occhi e dalle menti di chi l'ha guardata e le ha cucito addosso una funzione e un ruolo, che lei abbraccia perché non sembra conoscere altro. E' così che va il mondo, gli uomini isolano e mortificano chi risulta colpevole ai loro occhi, perciò perché dovrebbe essere diverso per lei? Perché Elena dovrebbe essere qualcos'altro e qualcun'altra rispetto a quello che le hanno detto di essere, a parole e con i gesti? Una parola su tutte: il suo stesso nome, quel nome che i Greci urlano, in nome del quale sembrano combattere. Il costante segno della colpa e del peccato; un nome che è un complemento di causa più che un vocativo: è a causa sua se le persone muoiono.
Ma col tempo la macchinazione le diviene chiara. Lei non c'entra niente, non l'ha mai fatto: la guerra che si sta combattendo in nome suo è affare di uomini e del loro onore, della loro società, delle loro mascolinità fragili e tossiche che si annientano a vicenda per provare gli uni che non meritavano un affronto come quello subito, gli altri che hanno avuto tutto il diritto di compierlo. Elena da colpevole si riconosce come un pretesto, una scusa. E questo nessuno gliel'ha detto: l'ha capito da sola (forse, chissà, con l'aiuto delle Moire, capaci di pietà più degli uomini), e la sua identità - che non è mai stata realmente sua - le si sgretola tra le mani mentre realizza che agli eroi di lei non importa nulla, né in positivo né in negativo. Continuano a perpetrare la narrazione della colpa, di Elena peccatrice, di Elena oggetto rubato - che ha addirittura voluto farsi rubare - e che deve essere riportato a Sparta, ma lei è innocente, lo è sempre stata. E sempre lo sarà, nonostante le Bolle future che la condanneranno di nuovo (parliamo del Malleus Maleficarum?). Ma non è facile uscire dalla gabbia. Non è facile alzare la testa e affrontare non uno, ma addirittura due popoli che sembrano pensarla allo stesso modo. Non è facile dimostrarsi innocente quando tutti gli altri ti credono colpevole sulla base non di prove incontrovertibili, ma dell'onore tradito, della consuetudine del possesso - della necessità di giustificare un massacro durato dieci anni. Ma Elena ora sa: non è lei che deve cercare il perdono. Di chi, poi? Gli dèi non si curano di loro, gli uomini non si curano di lei. Elena non deve niente a nessuno: questo le dà potere, almeno su sé stessa. Le dà il potere di costruirsi una nuova identità, questa volta scaturita dalla sua presa di coscienza. Questa volta, nel dolore e nella difficoltà della propria condizione, Elena è una persona attiva, almeno mentalmente, capace di autodeterminarsi foss'anche solo nell'etichetta che sceglie di appuntarsi al petto.
Poi è arrivato il paragrafo finale e mi ha dato il colpo di grazia. L'idea che nulla possa scacciare del tutto la sua colpa, nemmeno la riscrittura della sua storia, mi ha stretto il cuore. L'amarezza della riflessione sull'onda del "Elena se l'è andata a cercare" mi ha fatto tremare. La parte in prima persona mi ha fatto scendere una lacrimuccia e l'ho trovata davvero toccante. Dici - le fai dire - una cosa disarmante: Elena è una figura che ha vissuto in tutti i tempi. E' vero. Più ci penso, più è vero. Lo è come personaggio di una delle due opere che, eurocentrici da millenni, abbiamo avuto la presunzione di ascrivere a prodromi della letteratura occidentale; ma lo è anche come donna, come figura femminile in una società patriarcale che giustifica il proprio machismo sulla pelle di chi è innocente, deresponsabilizzando i veri colpevoli. Elena sono io ed è tutt* coloro che non rientrano nel gioco delle parti che ci viene assegnato alla nascita. E' inquietante doverlo dire, ma purtroppo il Futuro non è ancora pronto a lasciarla andare, non ai suoi termini. Lo sarà, lo saremo tutti, di questo io sono incrollabilmente certa, ma ahimé non oggi. Però una cosa, secondo me, tu sei riuscita a farla: le hai dato voce e le hai dato luce. Su questi lidi, almeno, l'ombra non esiste più.
Io spero davvero di aver colto tutti gli aspetti che questo racconto aveva e ha da offrire. Se ne ho perso qualcuno per strada, raccontamelo, ti prego, perché questa storia merita davvero tanto. Ti ringrazio di cuore per averlo scritto: le challenge non vanno davvero sottovalutate! La sfida stavolta non era decisamente delle più facili, ma l'hai portata a casa con un'abilità e una sensibilità tali da farmi quasi pentire di non aver preso parte all'iniziativa a mia volta! :') No, scherzo, è un periodo complicato per la scrittura e 5 prompt in un colpo solo mi avrebbero stesa, però sono senz'altro qui ad ammirare la bravura altrui e a bearmi di questo nuovo gioiello. :')
Di nuovo grazie e alla prossima! <3
Recensione alla storia God is dead - 15/01/20, ore 15:17
Capitolo 1: God is dead
Ciao!

Voglio farti davvero tanti complimenti per questa storia e per la delicatezza con cui hai trattato i personaggi coinvolti.
Mi è piaciuto molto che non hai nominato subito gli dèi in questione ma che li hai addirittura presentati come semplici esseri umani. Il punto di vista esterno si è prestato benissimo a questa piccola nota di mistero iniziale che ho particolarmente gradito e che in un'altra sezione del sito avrebbe contribuito a creare un buon colpo di scena. Sembrano a tutti gli effetti un uomo e una donna che si incontrano in un bistrò greco e mangiano pasticcini in inverno (probabilmente a Natale, visto il tema della storia e i kourabiedes che hai nominato).
Ho apprezzato molto l'idea di far comprendere al lettore l'identità di Hera e Zeus attraverso delle caratteristiche tipiche di queste due figure soprannaturali, cioè la rabbia per Hera e il tuono per Zeus. Di quest'ultimo, nello specifico, mi ha colpita positiviamente sin da subito l'atteggiamento tutto sommato gioviale, mai troppo impostato o rigido.
Mi ha fatto sorridere la fracciatina di Hera sull'epiteto Erceo. L'ho trovata simpatica in sé e per sé, con il riferimento al comportamento irrispettoso di Zeus nei riguardi del focolare domestico, ma mi ha fatto sorridere anche perché mostra un lato di Hera che emergerà meglio più avanti: Hera si sta trincerando dietro una maschera di irriverenza, ma in realtà è amareggiata dalla situazione che si ritrova a vivere tanto quanto il marito.
La malinconia diventa palpabile subito dopo la rivelazione dei personaggi. Mi è piaciuto il modo in cui hai ribaltato il senso comune a tuo favore in nome della credibilità dei punti di vista adottati: scalare l'Olimpo per gli esseri umani significa superare dei limiti considerati invalicabili, significa migliorarsi e crescere, mentre negli occhi degli dèi che abitavano le vette di quel monte questo gesto assume una connotazione del tutto negativa.
Hai mostrato un bellissimo contrasto tra l'atteggiamento di Hera nel passato, quando è arrivato il nuovo dio a portar via la loro casa e i loro titoli, e quello nel presente: nel passato vediamo una dea ferita, impotente nella sua magnifica grandezza, crudele come Crono; nel presente è come se avesse maturato una sorta di dignitosa rassegnazione nei confronti di quello che è accaduto, senza comunque dimenticarlo. Questo emerge nel rancore che prova verso gli uomini che non solo non credono più in loro, ma che addirittura trattano i tempi eretti in loro nome come un mucchietto di pietra da visitare senza capirne il significato profondo. E' di fronte a queste scene che Hera getta definitivamente la maschera dell'ironia e si concede di essere malinconica, nostalgica e insicura. Cerca la forza che sente mancarle in un bacio, in una rassicurazione che sa bene che Zeus non potrà darle totalmente (non può prometterle che torneranno a casa). Anche lui cerca conforto in lei, nella stretta di mano tra loro: come dirai qualche riga più avanti, la solitudine è il mostro più grande per due esseri eterni che hanno perso tutto, che sono stati spodestati da un ragazzino.
Le berciate sprezzanti contro gli esseri umani hanno alleggerito l'atmosfera e allo stesso tempo hanno confermato la caratterizzazione di Hera in questa OS: è ragionevole pensare che il genere umano le faccia schifo dopo quello che le ha fatto. E' colpa degli uomini e delle loro credenze se loro non sono più divinità acclamate e venerate.
Le ultime righe mi hanno commossa: hai ridonato il sorriso a tutti gli dèi che nel passato avevamo visto piegati dal dolore, dalla sofferenza e dalla rabbia. Non è la speranza di tornare alla ribalta, ma la speranza di non essere soli.
Ti faccio i complimenti anche per lo stile: diretto, asciutto, calibrato. Con poche parole ben assestate hai saputo letteralmente costruire immagini molto nitide nella mia testa durante la lettura. Ho apprezzato molto i riferimenti alla mitologia: non sono mai stati didascalici o ridondanti, cosa che mi rallegra tantissimo. Quando hai nominato le bianche braccia di Hera ho esultato!
Ottimo lavoro, davvero! Grazie per averlo condiviso.
Un abbraccio,

Menade Danzante
Recensione alla storia La Fanciulla e l'Invisibile - 02/09/15, ore 22:31
Capitolo 3: Inverno (II)
Ciao! :D
Finalmente passo a scrivere una recensione! Purtroppo, solitamente o ho poco tempo, o sono impossibilitata a scriverti per altri motivi. Tuttavia, ci tengo molto a dirti quanto questa storia mi piaccia e mi intrighi.
Innanzitutto, lasciami dire che questo racconto è "molto greco" e non può che essere apprezzabile, almeno per me che amo la Grecia antica, che amo la mitologia e che ricerco un certo canone nelle FF. Tu, questo canone, l'hai preso in pieno. Hai assolutamente chiaro il concetto di divinità greca, personificazione ed essenza stessa delle cose (elementi, ecosistemi etc.) che essi rappresentano.
Perciò i tuoi personaggi mi risultano perfettamente credibili nel loro contesto e nelle loro caratteristiche standard. Infatti troviamo una Kore vitale e foriera di vita, di frutti e di semi, che li sente, parla con loro e loro la pregano alla stregua di un essere umano. Mi è piaciuta l'evoluzione visibile già in questi tre capitoli finora pubblicati. Già da Kore diventa Persefone e questo va di pari passo con la conoscenza che in lei riceve sempre più stimoli. Mi piace l'introspezione che ne fai, anche il ripetere più volte le stesse parole o espressioni (all'inizio, devo confessartelo, il tono a volte ridodante non mi piaceva, ma ci ho fatto l'abitudine e lo credo appropriato: spesso i pensieri si mescolano alla narrazione creando un flusso costante, quindi l'ho accettato di buon grado)
Ade! E' meraviglioso. Adoro il modo in cui ti soffermi sul concetto di assenza, di contraddizione e di negazione. Ad esempio, proprio in questo capitolo, è Persefone a mostrarci tutte le contraddizioni che i luoghi oltre il Ponto le hanno palesato agli occhi. E' stato veramente intenso.
Il personaggio in sé è favoloso. Mi piace come lo fai agire, questa continua ricerca di un contatto fisico con Persefone perché, diciamocelo, è Cosmos pure la coesistenza di assenza e presenza, e Ade, essendo assenza, cerca la presenza. Per forza. E la trova in lei.
Fantastica la parentesi dei bucaneve. Le piccole grandi vittorie di Persefone sono tutte legate, giustamente, allo scontro tra natura morta e natura viva, e le rendi veramente bene. Niente è banale. Bravissima.
Un altro grandissimo personaggio, secondo me, è Demetra. E' veramente una degna dea, una degna madre iperprotettiva e apprensiva. In questo capitolo l'ho adorata, è stata strepitosa! Ignorare sua figlia e poi chiamarla di nuovo Kore nonostante stesse supponendo un eventuale abuso da parte del fratello mi ha veramente toccata. Per lei, Persefone resterà sempre una bambina da proteggere, anche dovesse perdere l'innocenza. A vederlo dall'esterno, questo comportamento fa sorridere. Dall'interno, direi che le reazioni di Persefone sono più che plausibili.
Zeus. Sei stata spietata con lui! Mi ha incuriosita tanto il modo in cui ce lo hai presentato dagli occhi di Persefone. Lui le dà la sensazione di essere uno stupratore. Ade no. Già, condivido in pieno. Hai analizzato bene la posizione difficile in cui il Padre degli Dei si trova adesso, ma c'è comunque un alone di indifferenza raggelante. Anche lui, a mio parere, è preso in pieno nelle sue doti, negative e positive che siano.
La parte finale è stata sublime. Ma più di tutto il monologo - non fraintere: ottimo anche questo -, ho adorato il "Perdonami", come se Persefone non avesse intenzione di dire addio all'assenza e allo stesso tempo non si sentisse pronta a dire di no. Ce l'ha dimostrato ampiamente quando, sul carro che attraversava cieli e terre, si è affacciata solo per farsi stringere da Ade. Parliamone. L'avremmo fatto tutte. U.U
Un altro aspetto su cui vorrei farti i miei complimenti su un piano generale e non relativo solo a questo capitolo è come gestisci l'ambientazione antica, con tanto di vestiti e abitudini. Poi sarà che quando leggo un nome in greco antico non ci capisco più niente.
Ultimo aspetto - che al momento mi viene, perché non credo sia realmente l'ultimo - è come riesci ad unire tutti i concetti di questo mondo con pensieri, metafore e un linguaggio tanto affascinante da essere sacro. . Mi ritrovo sempre sospesa, mi aspetto sempre di tutto perché ti basta poco per aprire parentesi astratte ed eleganti.
Davvero, è una storia affascinante. Sono proprio contenta di averla trovata e di averla cominciata a leggere.
Ti ripropongo i miei migliori complimenti e ti saluto! Spero di leggere presto il prossimo capitolo - non vedo l'ora di vedere Ade convocato da Zeus e Demetra! In realtà non vedo l'ora di vedere come proseguirà in generale e come riadatterai un po' tutto il mito - inserirai il melograno, vero???
Ora vado! Non ti assicuro molto, ma spero di recensire anche il prossimo capitolo! ^_^
Un bacio e ancora bravissima!

Menade Danzante
Recensione alla storia For the Night is Dark - 05/08/15, ore 12:44
Capitolo 1: For the Night is Dark
Ciao!
Come ti avevo accennato sul gruppo, sono passata a darti il mio parere in modo più approfondito! Sì, sono io Tamara! Ho riletto la storia con immenso piacere e credo che darò un'occhiata anche alle altre che hai scritto nella sezione. Questi due personaggi ti riescono a meraviglia, fattelo dire!
Ade maestro del crimine è perfetto, in linea con la sua caratteristica divina, diciamo. Come ci mostri qui, infatti, non esita a trattare con la morte di qualcuno che nemmeno conosce. Persefone è resa benissimo. È la fanciulla ingenua ma non troppo timorosa di un uomo che si rivela come un assassino ancor prima che un salvatore.
Ho trovato bellissimo il dialogo fatto di labiale tra i protagonisti, dove hai messo in luce la personalità di entrambi: Ade freddo e probabilmente insensibile di fronte alla morte e Persefone impaurita e disposta a salvarsi, scendendo a compromessi con i suoi principi.
La descrizione di Chicago è calzante e molto noir, cosa apprezzabile e degno sfondo dei fatti.
Una delle scene più belle, a mio avviso, è la parte in cui Ade passa sulla macchia di sangue un dito inumidito. È un gesto di grande intimità che, in casi normali, sarebbe stato rifiutato dalla dolce Persefone, ma in una situazione come questa è più che lecita la sorpresa che invece prova.
Il finale è perfetto. Un colpo di scena che per tutta la storia non è prevedibile. Non oso immaginare la madre che dà beatamente la caccia ad un criminale come lui pur di ritrovare sua figlia!
Per quanto riguarda lo stile e la grammatica, nulla da dire se non che sono ottimi tutti e due i parametri. La storia scorre con facilità e piacere, e il tuo modo di scrivere è fluido e accattivante.
Insomma, ottimo lavoro! Sono veramente contenta di averti fatto scrivere questa storia! Al prossimo event aspettati molti prompt Ade/Persefone da parte mia!
Ti saluto e rinnovo i complimenti!
Un bacio,
Julie_Julia