Recensioni di My Pride

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Recensione alla storia Un giorno speciale qualunque - 02/02/15, ore 17:19
Capitolo 1: Un giorno speciale qualunque
GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL «WINTER CONTEST» PER STORIE EDITE
«UN GIORNO SPECIALE QUALUNQUE» DI SLICE
Per un lungo istante le immagini della televisione occuparono la mente dei presenti, favorendo il torpore di quei giorni freddi. Soltanto pochi rumori occupavano la casa e, nonostante tutto, c'era una bellissima atmosfera di familiarità.

- Sviluppo della trama e dei personaggi
Idea davvero carina e originale, questo devo ammetterlo. Non mi è mai capitato di leggere una storia in cui fossero i mesi dell'anno i protagonisti indiscussi e, almeno dal mio punto di vista strettamente personale e dalle mie conoscenze - perché, aye, magari qualcun altro ha trovato una cosa simile altrove, non lo escludo, ma per adesso si tratta di un qualcosa di mai visto -, ho trovato questo stratagemma molto personale e ricco di spunti.
Questo voler umanizzare i mesi mi ha in qualche modo fatta sorridere e l'ho trovato gradevole e delizioso, come se mi trovassi ad una riunione di vecchi amici o a casa di un gruppo di coinquilini un po' troppo animati che battibeccano tra loro per rendere meno noiosa una fredda sera di fine Gennaio; il freddo fa un po' passare la voglia di fare tutto, specialmente di uscire in strada - e chi potrebbe mai contestarlo, in effetti? -, quindi è apprezzabile il voler cercare di rompere un po' la monotonia con qualche chiacchiera e creare in questo modo una piccola slice of life senza tante pretese.
Proprio agganciandoci a questo, la storia risulta un po' statica. I Mesi parlano tra loro e veniamo così a conoscenza di un piccolo sprazzo di vita tra di loro, di quella convivenza un po' strana e del modo in cui “lavorano” per far funzionare le cose tutto l'anno, però non c'è una vera e propria svolta innovativa che riesca a catturare del tutto l'attenzione, per quanto il racconto abbia in sé delle piccole potenzialità nascoste che fanno risaltare un po' di più il testo. Forse, inserendo qualche particolare in più e qualcosa che avrebbe risollevato le sorti della storia stessa, si sarebbe riusciti così a rendere il racconto meno piatto e con una marcia in più.
Non posso parlare propriamente di introspezione, proprio per il problemino di cui parlavo pocanzi, ma dalle poche parole che vengono dette si riesce a percepire la natura giocosa, rompiscatole, lunatica, freddolosa e pazzarella di ogni mese, proprio come ci si aspetterebbe da loro; certo, magari ci si sarebbe potuti soffermare un pochino di più proprio su questi loro caratteri per improntarli ben bene nel testo e renderli ancor più d'impatto dinanzi agli occhi, spiegare un po' di più i loro comportamenti e fare così in modo che essi risaltassero in tutto e per tutto, anche se vengono delineati in un modo tutto loro, in particolar modo per le parole che si rivolgono e i piccoli dispetti che vengono in seguito fatti.
Ciò che ho apprezzato di meno, però, sono stati i troppi dialoghi e le poche azioni/introspezioni/descrizioni - chiamiamole in modo spiccio spiccio proprio in questo modo -, ciò dovuto ovviamente ad un mio gusto personale, giacché adoro leggere di certe cose e riuscire a calarmi non solo nei protagonisti di un racconto, bensì anche nel luogo in cui si svolge tutto e carpire ogni angolo e sentimento che si riesce a sviscerare durante la narrazione.
Sarà poi un mio limite, ma perché di tanto in tanto mandano SMS, così, senza che ne venga spiegata una vera ragione? Magari non l'ho capito io - e ci può stare, in fin dei conti non sono mica infallibile -, però mi sembra un passaggio un po' distaccato dal resto del testo, quasi si volesse dare la parvenza che stiano facendo qualcosa e rompere così quello che sarebbe invece sembrato un testo di soli dialoghi e scambi di battute tra i protagonisti del racconto, oppure far comprendere maggiormente che sia ambientato in un'epoca moderna in cui anche i mesi sono moderni e usano la tecnologia anche per comunicare tra loro. Non so, mi piacerebbe che questo particolare punto venisse in qualche modo chiarito.

- Stile, sintassi & grammatica
Lo stile è buono e pulito, non ti dilunghi troppo in cose che potrebbero annoiare in qualche modo il lettore e sembra che tu voglia arrivare dritta al punto, anche se, come detto in precedenza, avrei preferito un po' di introspezione maggiore e qualche descrizione in più per far sì che la storia non si riducesse per un buon 80% a puri e semplici dialoghi seguiti da azioni nude e crude. Ciononostante, però, nel complesso la narrazione funziona e non si perde in inforigurgiti inutili che non sarebbero stati adatti al ritmo di una storia di questo calibro, quindi va abbastanza bene.
Per quel che riguarda la grammatica, invece, non ho visto particolari sviste, però vorrei appuntarti qualche cosetta che potrebbe rendere il testo un pochino più fluido. Alcuni sono passaggi che trovo suonino meglio, altri piccole dimenticanze di punteggiatura.
Se vorrai prenderle in considerazione, eccole qui di seguito:

disse, acido → La virgola ci può stare, però la vedo un po' superflua e stacca un po' la frase
ok → okay
Per un lungo istante le immagini della televisione occuparono → Per un lungo istante, le immagini della televisione occuparono
Evidentemente però le sue preghiere non vennero ascoltate poiché arrivò nel salotto poco dopo, accigliato → Evidentemente, però, le sue preghiere non vennero ascoltate, poiché arrivò nel salotto poco dopo, accigliato
Ottobre entrò in stanza spaventando tutti → Ottobre entrò in stanza, spaventando tutti
Luglio si portò il mento dentro il collo di una delle sette maglie e si strinse le ginocchia al petto, Settembre e Febbraio si affacciarono, dalle loro stanze, Aprile uscì dal bagno con le braghe mezze calate e Marzo mandò a Luglio un sms dalla camera più lontana → Qui rivedrei un po' la punteggiatura, giacché le troppe virgole appesantiscono un po' la lettura e alcune non le trovo necessarie
Gennaio frugava tra i mesi precedenti borbottando che solo → Gennaio frugava tra i mesi precedenti, borbottando che solo
celiò Ottobre visibilmente poco toccato → celiò Ottobre, visibilmente poco toccato

- Parere personale
Nonostante non riscontrasse esattamente i miei gusti per quel che riguarda la narrazione - un po' troppi dialoghi e poche azioni, non proprio il tipo di testo che gradisco leggere -, l'idea di base ha fatto sì che la storia acquisisse una luce un po' più vivace e me la facesse in qualche modo apprezzare, sebbene avrei preferito qualcosa di meno lineare.
Ho ridacchiato di gusto nel vedere come i Mesi si punzecchiassero tra di loro e rendessero l'atmosfera più casalinga, inserendosi perfettamente in un contesto del tutto normale nonostante non fossero esattamente delle persone; avrebbero potuto essere dei semplici ragazzi e le cose sarebbero state le stesse, forse perché il modo in cui sono stati descritti li ha resi ancor più antropomorfi di quanto non potessero sembrare al principio.
Ci sono state piccolezze che non ho gradito molto e non lo nascondo - e qui mi riferisco ai dialoghi, che ci possono sì stare ma che per me risultano decisamente troppi e a distanza troppo ravvicinata tutti insieme -, però la maggior parte del testo è stato piacevole, l'originalità del racconto c'era e di questo ne prendo atto.
Recensione alla storia I came from the 80s - 18/11/14, ore 13:29
Capitolo 1: I came from the 80s
GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL «SUMMER CONTEST PER STORIE EDITE»
«I CAME FROM THE 80S» DI J85
Le note che uscivano dal lettore CD invadevano l’intero abitacolo della macchina. Il ragazzo, ormai un uomo, alla guida della vettura aveva ben altri pensieri in testa. Era in ritardo per il lavoro, la sua ragazza lo aveva nuovamente lasciato perché non riusciva a smettere con la droga e, proprio quella mattina, aveva trovato un graffio sullo sportello dell’auto.

- Sviluppo della trama e dei personaggi
La trama, purtroppo, non mi ha entusiasmata come credevo. Dal titolo avevo inizialmente creduto che si trattasse di una cosa vecchio stile come “Ritorno al futuro” - infatti viene a sua volta nominato nel corso della storia, anche se purtroppo non è esattamente il riferimento che avrei voluto trovare, essendo io una vera e propria patita di quel film -, ovvero di un tuffo in quella società e in quel mondo un po' a parte che erano gli anni '80, dove si sarebbero visti gli alti e i bassi e dato vita ad una commedia che non pesasse troppo e che riuscisse a strappare anche un sorrisino per i tempi andati. Non è stato invece così e un bel po' me ne dispiaccio, poiché l'ho trovata piatta e senza una svolta del tutto significativa che sollevasse in qualche modo le sorti della narrazione.
Il racconto si apre in modo lento, forse anche troppo, spiattellandoci in paio di paragrafi la vita di Roberto e le collezioni che contiene la sua stanza dalle pareti tappezzate di poster, prima di diramarsi verso una seconda parte altrettanto lenta e ridondante a causa delle azioni ripetute e meccaniche che sembrano venir fuori dai gesti e dalle parole sue e di sua madre; segue, dopo aver lasciato una sesnazione al lettore che non tutto andrà per il verso giusto, la scena al bagno che, personalmente, avrei evitato o per lo meno tagliato, in modo che non risultasse uno stacco in più al testo.
Avrei sì parlato del fatto che, dopotutto, era un ragazzo come tanti con un certo fisico, ma avrei accorciato tutto il resto, dato che si tratta di particolari inutili che a volte ai lettori non interessano. A chi importa quanto tempo sta al bagno un protagonista o come si veste, elencando la cosa dettagli per dettaglio? Si tratta ovviamente di un parere soggettivo, ma la presenza di tutti quegli elementi ha a propria volta stancato e ha fatto sì che non riuscissi a godermi la storia come meritava. Non mi danno fastidio i dettagli, anzi, li adoro e nelle storie ne ricerco sempre, ma quando si tratta di cose su cui si potrebbe sorvolare divento un po' critica, storcendo il naso; avresti potuto accorciare tutto e passare direttamente al particolare che per il ragazzo sembra così importante, ovvero la maglia con la scritta I♥80s - mettendo per iscritto così anche nella storia, magari, poiché si tratta di un dettaglio della maglia ed è permesso usare segni grafici di questo tipo quando si tratta di cose del genere -, e spiegare brevemente il resto.
Non comprendo inoltre perché tu l'abbia considerata una commedia, mettendola anche in quella sezione. Si tratta di una storia drammatica e con il significatooriginale di commedia c'entra ben poco, poiché non mi ha fatta sorridere né mi è sembrato che si concludesse con un lieto fine. Finisce male e avrei forse scelto altri generi su cui spostarsi, dato il modo in cui la storia comincia a diramarsi a poco a poco dinanzi agli occhi del lettore.
Ti cali inoltre davvero poco nell'introspezione di Roberto, non dai il tempo a chi legge di patteggiare per lui e di cominciare ad amarlo come personaggio, dando risalto a fronzoli e descrizioni inutili e dimenticandoti che una storia è fatta anche per rendere più vicino il protagonista al lettore, che deve condividere in questo modo le sue ansie, le sue gioie, le sue paure e le sue passioni, imparando ad amarlo riga dopo riga e parola dopo parola; non si capisce nemmeno perché sia affezionato così tanto agli anni '80 e perché faccia determinate cose, e proprio per questa mancanza di empatia non ho battuto ciglio nel finale, non riuscendo a provare la solidarietà che avrebbe dovuto smuovermi per un avvenimento tanto devastante. Ho visto il tutto come se si trattasse di una notizia al telegiornale, dove senti che qualcuno purtroppo ci ha rimesso la vita e tu sul momento ti puoi anche dispiacere e ti domandi perché è successo proprio a lui, ma più di tanto non ti interessa perché non è legato a qualche conoscente stretto e non ti lascia il vuoto che si prova quando si perde qualcuno a cui si vuole bene.
Parlando per l'appunto di quella parte, succede tutto esageratamente veloce: comprendo che un incidente di quel calibro non ti dia esattamente il tempo per capire che cosa sia accaduto, ma è stato descritto così in fretta, a differenza del ritmo lento con cui si è mossa fino a quel momento la storia, che ti lascia scombussolato il rapido susseguirsi degli eventi, senza farti comprendere come si deve e liquidando così la presenza quasi ingombrante di Roberto, personaggio che, come detto, a causa della mancata introspezione risulta piatto e difficilmente amabile dal lettore.
La sola cosa che ho apprezzato davvero è stato quel breve ritorno di Roberto nell'età moderna, con quell'SMS inviato a Bea per farle capire che, nonostante il suo stile di vita e la sua voglia di tornare negli anni '80, ha pensato di scriverle in quel modo per farle vedere che in un certo qualsenso di lei gli importa e che ha tentato così di farglielo capire. Peccato, però, che poi tutto venga dissolto da quell'incidente che lo priva della vita, e mi meraviglio anche che siano riusciti a fermare il suo investitore così in fretta.
Avevi molti spunti su cui fa presa, idee che viste singolarmente avrebbero potuto dar risalto all'intero testo, ma che insieme funzionano poco, sia per il modo in cui vengono spiattellate davanti sia per il corso che prende il racconto, lento fino alla conclusione dove sembra invece che tu voglia tagliar corto una volta per tutte, mettendo così la parola fine al tutto. C'erano degli elementi belli, particolari, cose che potevano rendere il tutto splendido, ma hai voluto peccare un po' di inerzia e hai adattato tutto su altro, senza osare troppo come magari avresti potuto fare.

- Sintassi, stile & grammatica
La massiccia presenza di virgole iniziali, atte a suddividere le frasi per le troppe informazioni che hai dato nella prima parte della storia, hanno fatto sì che la stessa si appesantisse, rendendo un po' ostica e a singhiozzo la lettura. In contrapposizione, quelle stesse virgola mancano quando servono, e ciò ha pesato ancora di più.
Non ho trovato la fluidità che mi aspettavo e la troppa mole di spiegazioni iniziali ha fatto sì che il protagonista venisse scoperto troppo in fretta, senza dare il tempo al lettore di capire pian piano le sue passioni e ciò che aveva nella stanza. Se da un lato ho apprezzato questa dettagliata descrizione, dall'altra avrei preferito che non fosse spiattellata tutta insieme, ma adagio nel testo per non dare l'impressione che fosse una sorta di elenco.
Ho inoltre notato che tendi a descrivere cose e azioni che sono meccaniche e che non necessitano di spiegazione alcuna, facendo un grande spreco di parole anche quando si potrebbe evitare, ma mi spiego meglio segnalandoti delle annotazioni qui di seguito:

del suo corpo/nuovamente il corpo → Essendo ripetuti ad una distanza ravvicinata di appena due righe, ometterei uno dei due o cercherei un sinonimo che suoni bene comunque
Con ben poca fluidità nei movimenti riuscì a sedersi → “Con ben poca fluidità nei movimenti, riuscì a sedersi”
sulle pareti attaccati poster di Samantha Fox → “sulle pareti erano attaccati poster di Samantha Fox”
stranamente ben ordinata vi era uno scaffale con sopra, → “stranamente ben ordinata, vi era uno scaffale con sopra,”
“Capitan Tsubasa”, conosciuta meglio in Italia come “Holly e Benji”, e se da un lato → ““Capitan Tsubasa”, conosciuta meglio in Italia come “Holly e Benji”; e se da un lato”
Hulk Hogan, formato ridotto ovviamente e con una salda → “Hulk Hogan, ovviamente formato ridotto e e con una salda”
Infine il giovane/Infine in un angolo → Uno dei due potrebbe essere eliminato senza alcun problema
Ah cavolo, rischiavo → “Ah, cavolo, rischiavo”
Roberto sei sveglio? → “Roberto, sei sveglio?”
Sì, arrivo mamma!” una volta risposto Roberto si strusciò il palmo della mano sinistra sopra gli occhi, per cercare di ridestarsi completamente, ed infine si alzò e adottò la completa posizione eretta → “Arrivo, mamma!” una volta risposto, Roberto si strusciò il palmo della mano sinistra sopra gli occhi per cercare di ridestarsi completamente, ed infine si alzò e adottò la completa posizione eretta” senza il sì, è superfluo. Trovo inoltre che scrivere “la completa posizione eretta” sia qualcosa in più che potrebbe essere evitato. Se scrivi “si alzò” lasci già presupporre che comunque è in piedi, o, se proprio vuoi specificare, trovo suoni meglio “si alzò e drizzò la schiena”
Ciao cucciolo → “Ciao, cucciolo”
“Buongiorno mamma” rispose al saluto il giovane ancora molto assonnato. → ““Buongiorno, mamma” rispose al saluto il giovane, ancora molto assonnato.”
Kellogs → “Kellogg's”
pronto a consumarli di lì a breve tempo. → Si tratta di un'azione in più che si può tranquillamente evitare ai fini di una narrazione fluida
Roby sei sicuro → “Roby, sei sicuro”
No mamma lo sai → “No, mamma, lo sai”
le rispose il figlio mentre aveva appena terminato di collocare i cereali dentro la sua ciotola e si apprestava a versarci sopra del latte. → “le rispose il figlio, gettando i cereali nella ciotola e affogandoli poi nel latte” semplice, incisivo e d'impatto, senza troppe parole e fronzoli inutili
Giornata dura oggi a scuola? → “Giornata dura, oggi a scuola?”
Ah Roby… → “Ah, Roby…”
ok → “okay”
Dopo qualche attimo di piena immobilità Roberto rispose “Certo mamma”.
Ma la stessa madre
→ “Dopo qualche attimo di piena immobilità, Roberto rispose “Certo, mamma”. Ma la stessa madre”
Mentre stava eseguendo la pulizia dei propri denti il ragazzo per qualche secondo si squadrò allo specchio → “Mentre stava eseguendo la pulizia dei propri denti, il ragazzo si squadrò allo specchio per qualche secondo”
Una volta uscito dal WC era il turno di uno dei momenti più solenni di ogni mattina → “Una volta uscito dal WC, era il turno di uno dei momenti più solenni di ogni mattina”
per la mattinata scolastica ma per → “per la mattinata scolastica, ma per”
Ciao mamma io vado! → “Ciao mamma io vado!”
“Va bene cucciolo a dopo!” provò a tenergli il ritmo la mamma che poi, una volta che la porta d’ingresso fu violentemente sbattuta nell’atto di richiuderla, commentò tra sé “Oh misericordia! Ha ripreso la maglia speciale…” mettendosi una mano sulla fronte, presa dallo sconforto. → ““Va bene, cucciolo, a dopo!” provò a tenergli il ritmo la mamma che poi, una volta che la porta d’ingresso fu violentemente sbattuta, commentò tra sé “Oh, misericordia! Ha ripreso la maglia speciale…” mettendosi una mano sulla fronte, presa dallo sconforto.”
Nel mentre il ragazzo era fuori dall’abitazione che stava raggiungendo la propria meta a grandi falcate → Rivredrei completamente l'intera frase, poiché così scritta sembra che sia l'abitazione a raggiungere la meta a grandi falcate
Ciao Rob! Oddio ma stai ancora conciato così?! → “Ciao, Rob! Oddio, ma stai ancora conciato così?!”
a fare questo esplicito commento fu una ragazza dai capelli neri lunghi poco più in giù delle spalle e gli occhi lievemente truccati del medesimo colore. → Rivedrei anche questa frase, poiché la mancanza di punteggiatura suscita un senso di apnea
Ciao pupa! Anche te sei uno schianto! → “Ciao, pupa! Anche tu sei uno schianto!”
piuttosto Rob ti ricordi di oggi pomeriggio? → “piuttosto, Rob, ti ricordi di oggi pomeriggio?”
Ma sì Bea stai tranquilla ci sarò → “Ma sì, Bea, stai tranquilla. Ci sarò”
Ma dai Rob → “Ma dai, Rob”
Proprio mentre indugiava in questa sua operazione → Suona davvero male, spiegato così. Comprendo ciò che vuoi dire, ma durante una narrazione è bruttissimo leggere termini del genere. Lo cambierei o lo eliminerei del tutto
14 anni → “Quattordici anni”, non si scrivono i numeri in un testo, a meno che non siano date o orari
Lei, speranzosa in qualche attenzione particolare rivolta nei suoi confronti da parte dell’amico, visto che i genitori del ragazzo erano via per qualche motivo, magari qualche bacio o addirittura maliziose palpatine. → Sembra che la frase venga troncata così, senza un nulla di fatto. Proverei a rivederla, poiché letta ad esempio ad alta voce da' proprio la sensazione che manchi qualcosa
modo gli stessi pensieri ma poi la → “modo gli stessi pensieri, ma poi la”
delle pubblicità. Mentre Beatrice → “delle pubblicità, mentre Beatrice”
dalla frenata dell’autobus che si fermò → “dalla frenata dell’autobus, che si fermò”
Lo stesso Roberto si ridestò pienamente battendo la testa contro il sedile davanti e facendogli cadere gli occhiali da sole. → “Lo stesso Roberto si ridestò pienamente e batté la testa contro il sedile davanti, che gli fece cadere gli occhiali da sole.”
Sai com’è Bea → “Sai com’è, Bea”
A proposito che canzone utilizzerai? → “A proposito, che canzone utilizzerai?”
Ma è possibile Rob che a volte sei così scemo? → “Rob, ma è possibile che a volte sei così scemo?”
e togliti quel ridicolo giubbotto che sembri Ufo Robot → “e togliti quel ridicolo giubbotto, che sembri Ufo Robot”
Allora Rob sei pronto per il tema? → “Allora, Rob, sei pronto per il tema?”
Che cosa stai dicendo Bea? → “Che cosa stai dicendo, Bea?”
Senti un po’ Rob ma → “Senti un po’, Rob, ma”
le chiese guardandola dritto → “le chiese, guardandola dritto”
Ma dai Rob! → “Ma dai, Rob!”
ma insomma possibile → “insomma, possibile”
dolce sorriso/mezzo sorriso → Distanza ravvicinata, eliminerei uno o utilizzerei un sinonimo
Senti Bea ma ora c’è piscina giusto? → “Senti, Bea, ma ora c’è piscina... giusto?”
Sì perché? → “Sì, perché?”
il ragazzo stiracchiandosi → “il ragazzo, stiracchiandosi”
Dopo un attimo di silenzio Roberto riprese → “Dopo un attimo di silenzio, Roberto riprese”
No Roberto non → “No, Roberto, non”
Dato/data → Il “data” lo sostituirei con un sinonimo
impegnativo per i due. Quando s’imbatterono → “impegnativo per i due, quando s’imbatterono”
E perché non ci provi te Rob?” scoccò la frecciatina Bea squadrando l’amico. → “E perché non ci provi tu, Rob?” scoccò la frecciatina Bea, squadrando l’amico.”
“Cosa?!” voltandosi preoccupato verso di lei “e te pensi che, visto che sono “speciale”, come dici te, posso → ““Cosa?!” voltandosi preoccupato verso di lei, sbottò “e tu pensi che, visto che sono “speciale”, come dici tu, posso”
Ah dai Rob scherzavo! → “Dai, Rob, scherzavo!”
Oddio sono talmente tesa per oggi! → “Oddio, sono talmente tesa per oggi!”
Ma no tranquilla andrà tutto bene → “Ma no, tranquilla, andrà tutto bene”
Sì però questo è il primo spettacolo che facciamo → “Sì, però questo è il primo spettacolo che facciamo”
Tranquilla sarà una passeggiata → “Tranquilla, sarà una passeggiata”
Speriamo Rob → “Speriamo, Rob”
confermò Beatrice anche se rimaneva il dubbio → “confermò Beatrice, anche se rimaneva il dubbio”
questa storia Rob, ma è possibile → “questa storia, Rob, ma è possibile”
E’ → Ovviamente si dovrebbe scrivere “É”, anche se è più veloce e pratico. Se si usa NVU si può utilizzare la funzione caratteri e simboli per inserire la É accentata, altrimenti su Word lo fa automaticamente dopo il punto
“Vabbe’ lasciamo stare…” rinunciò definitivamente al suo intento Beatrice. → ““Va beh, lasciamo stare…” Beatrice rinunciò definitivamente al suo intento.”
“Ciao Rob ad oggi e, ricordati, se non ti fai vedere giuro che te ne faccio pentire a vita!” lo minacciò l’amica con sguardo serio e dito indirizzato al collo come fosse un coltello pronto a tagliargli la gola. → ““Ciao, Rob, ad oggi! E ricordati: se non ti fai vedere, giuro che te ne faccio pentire a vita!” lo minacciò l’amica con sguardo serio, facendo cenno con un dito di tagliargli la gola.”
Credo proprio che mi conviene darti ascolto” accettò la proposta dell’amica Roberto. → “Credo proprio che mi convenga darti ascolto” accettò la proposta dell’amica.”
Ehi Bea → “Ehi, Bea”
Ci penserò su Rob, ciao a dopo → “Ci penserò su, Rob! Ciao, a dopo”
da Roberto, come poche volte faceva e poi si ritirò subito → “da Roberto, come poche volte faceva, e poi si ritirò subito”
Era incredibilmente teso quel primo pomeriggio, quasi come se toccasse a lui a breve danzare sulle punte invece che alla sua splendida amica Beatrice. → “Quel primo pomeriggio era incredibilmente teso , quasi come se toccasse a lui danzare sulle punte invece che alla sua splendida amica Beatrice.”
Decise di partire.
Ma quasi varcata
→ Salirei la successiva frase, giacché è sconsigliato cominciare con una negazione
il ragazzo era infine arrivato a destinazione, con sommo stupore dello stesso Roberto → “il ragazzo era infine arrivato a destinazione con sommo stupore”
Il ragazzo, ormai un uomo, alla guida della vettura aveva ben altri pensieri in testa → “L'uomo alla guida della vettura aveva ben altri pensieri in testa”
Se non si presenta oggi quel bastardo non gliela perdonerò mai! → “Se qiel bastardo non si presenta, non gliela perdonerò mai!”
viso sereno/occhi sereni → Cercherei un sinonimo
alla odiata → “all'odiata”
Tale azione però le fu quasi del tutto impedita da un uomo che la semi bloccò dicendole “signorina si fermi! non è prudente muoverlo ora!”. → “Tale azione, però, le fu quasi del tutto impedita da un uomo che la semi-bloccò, dicendole “signorina, si fermi! non è prudente muoverlo ora!”.”
nel luogo. → “sul luogo.”
“Ciao Bea sono uscito ora da casa ci vediamo tra poco Roberto” → ““Ciao, Bea, sono uscito ora da casa. Ci vediamo tra poco. Roberto”” Sarà pure un SMS, ma io sono pignola e odio il fatto che non ci sia punteggiatura nemmeno in quelli. Aye, sono vecchio stampo pure io

- Parere personale
Mi spiace dirlo, ma ammetto che la storia non mi è piaciuta molto. Nonostante i vari elementi inseriti, dai manga di Holly & Benji alle Tartarughe Ninja a piccolezze simili che hanno caratterizzato gli anni '80, non è riuscita a catturare del tutto le corde del mio interesse a causa della narrazione lenta e a volte troppo pretenziosa, la quale sembrava voler sprecare molte parole per rendersi più bella agli occhi del lettore. Magari è stata semplicemente un'impressione, ma mi è sembrato che tu utilizzassi molte parole per riempimento, così da far salire il contatore senza renderti conto che, a volte, tali parole rendevano solo ridondante la frase e l'azione stessa.
Il titolo e le premesse davano altre aspettative, e sarebbe di certo stato interessante leggere qualcosa vecchio stampo che ci avrebbe gettati in pasto ai tempi ormai andati degli anni '80.
Recensione alla storia Chiacchiere tra donne - 10/08/14, ore 22:32
Capitolo 1: Chiacchiere tra donne
Giudizio per aver partecipato al contest «Un battito di ciglia»

Quando ho letto il titolo mi son quasi chiesta se avessi stranamente presentato una storia in cui le protagoniste erano due donne- so infatti la tua passione per lo slash e l'avevo trovata una cosa un po' diversa e forse persino vagamente azzardata -, ma quando poi ho cominciato a leggere e ho compreso a grandi linee il perché di quel nome, mi è sfuggito un piccolo sbuffo divertito.
Si sa che sentir parlare di sesso dai genitori, specialmente quando si tratta della propria sfera personale, risulta un po' come una sorta di violazione della privacy e tutto vorresti tranne sentire tua madre di determinate posizioni o addirittura di quante volte tizio A fa sesso con tizio B, dunque mi ha fatto un bel po' sorridere il modo in cui Sergio aveva preso la cosa, ritrovandosmi un po' in lui passo dopo passo e comprendendo almeno in parte il disagio che lo animava ad ogni parola; se contiamo poi la cara zia Caterina, la frittata è assicurata e ancora mi chiedo come abbia fatto Sergio a non risponderle per le rime.
Il tuo stile era pulito e piacevole e la storia si leggeva una meraviglia - infatti sono arrivata alla fine quasi senza accorgermene e un po' ci son rimasta male, volevo continuuare a leggere cosa aveva da dire quell'arzilla nonnina! L'avevo presa in simpatia -, solo che c'erano momenti in cui la lettura veniva un po' appesantita per determinate scelte linguistiche e un po' di ripetizioni che ti segnalerò qui di seguito.
Alcune sono semplicemente dei piccoli accorgimenti e altri sono consigli, quindi spero che possano esserti utili in qualche modo:

solo fintamente casuali → Te lo segnalo semplicemente perché un paio di righe sotto c'è un “far finta”, dunque è una sottospecie di ripetizione che nel complesso suona un po' male. La cambierei con un “falsamente” o comunque con qualcosa di simile che possa rendere in egual modo l'idea senza dare quella sensazione di ripetizione, stessa cosa dicasi del “però” ripetuto in appena due righe
Con un sospiro sofferto si girò a guardare Andrea → Dopo “sofferto” ci vorrebbe una virgola
che stava trafficando con bottiglie e bicchieri sul tavolo, ancora imbandito dopo il pranzo di Capodanno → Per eliminare un po' di virgole e rendere la frase più fluida, inserirei dei trattini, trasformando praticamente la frase in “[...]Andrea - che stava [...] tavolo, ancora [...] - e si accorse”
"I giovani d'oggi non sanno più cosa sia la morale." → I punti dovrebbero andare fuori dal discorso diretto
Sergio si distrasse a guardare Andrea che tornava al suo posto vicino a lui con due bicchieri di acqua in mano. → La frase risulta troppo lunga, dunque o va rivista o va inserita una virgola dopo “Andrea”, anche se opterei per la prima opzione
quando gli porse uno dei due bicchieri. → Anche qui una ripetizione, quindi la rivedrei
Nella famiglia Carini l'unica femmina era sua sorella e il fatto che non fosse nata uomo dipendeva dai geni della loro famiglia materna → Altra frase che andrebbe rivista, si legge un po' tutta d'un fiato e quindi bisognerebbe sistemarla
Sergio adorava sua nonna e in quel momento le era grato come mai in vita sua, per aver risparmiato → Virgola dopo “grato”

Di questa storia ho apprezzato molto la sottile ironia che si leggeva tra le righe, ironia che faceva bella mostra di sé - spesso anche nascondendosi abbastanza bene pur essendo presente - attraverso i pensieri di Sergio, personaggio che, nonostante la poca lunghezza della storia, ha subito attirato le mie simpatie per il modo in cui era stato descritto.
Caratterizzare dei buoni personaggi con una flash fiction non sempre è semplice, ancor meno quando si tratta di personaggi creati dalla propria fantasia e che dunque chi legge non conosce approfonditamente come l'autore che li ha creati, e se spesso e volentieri risulta difficile quando i protagonisti provengono da un anime, da un videogioco, da un film o addirittura da un libro, a maggior ragione potrebber esserlo in questo tipo di storie. Tu sei riuscita, nel poco spazio a tua disposizione, a lasciarli emergere, dando abbastanza informazioni per far capire chi fossero ma non troppe per non far apparire la storia troppo pesante. Hai dato loro un background e una storia, e ciò che ne è uscito è stato una storia che, per quanto non fosse esattamente il massimo dell'originalità, ha saputo cogliere il momento di questa stramba famiglia da te creata.