Recensioni di My Pride

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Loving Yuu - 08/12/14, ore 14:56
Capitolo 1: LOVING YUU
GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «UN BATTITO DI CIGLIA»
«LOVING YUU» DI YU_KANDA

Interessante scelta quella di giocare sul nome di uno dei protagonisti e far diventare dunque il titolo una sorta di gioco di parole, facendo sì che possa tradursi con un semplice “Amando Yuu” così com'è presentata o “Amandoti”, giocando sull'assonanza delle due cose. Anche un buon titolo fa parte del corredo di una storia, giacché, da che ne si dica, un lettore è attratto da essa anche grazie al titolo; se il titolo non lo ispira, magari può anche decidere che la storia non gli interessa o, al contrario, può trovare il titolo interessante e restare però deluso dai contenuti.
Passo al lato dolente della cosa: si vede che è una tua storia molto vecchia, poiché le limature e gli appunti più dettagliati che sono abituata a vedere nelle tue ultime opere qui non sono del tutto presenti. Per quanto la grammatica sia accettabile, lo stile è meno d'impatto, vai spesso a capo e, se in un primo momento volevo chiudere un occhio pensando che si trattasse di una sorta di poesia/componimento, nessuno degli avvertimenti presenti - né tantomeno una nota nel bando del contest stesso - ha confermato questa mia ipotesi e ho semplicemente valutato la storia per come mi era stata presentata.
Avresti forse potuto sistemarla un po' prima di decidere di farla partecipare ad un contest, perché così messa non è all'altezza di ciò che ho letto di tuo in contest passati, e, avendo imparato ad apprezzarti come autrice - aye, nonostante tu mi consegnassi storie lunghissimi per tuo sadico piacere, lo so che mi odi! -, dirlo mi spiace.
Qui di seguito ci sono dei piccoli accorgimenti, non segno tutte le parole a capo perché ci vai praticamente ad ogni punto, dunque basterebbe rileggere o inserire il dovuto avvertimento poesia - o magari scriverlo direttamente nella descrizione alla storia - per non far ricadere qualcun altro nello stesso errore:

Ti prende così rapidamente quando mi sei accanto → “Quando mi sei accanto ecc”, suona decisamente meglio. Trovo inoltre che la frase precedente a questa sia un po' troppo lunga e necessiti di una piccola revisione, magari con l'inserimento di una virgola
coperto di sangue, il proprio e quello del nemico → Per rendere la frase più veloce, sostituirei la frase in un più rapido “coperto del proprio sangue e di quello del nemico”
che ti fissa con occhi vuoti consapevole → Dopo “vuoti” inserirei una virgola
Essi mandano fulmini, che → Eliminerei la virgola e dopo i tre punti metterei la minuscola

Ho trovato la storia molto sdolcinata, non proprio nelle mie corde ma nonostante tutto piacevole. I pensieri di Lavi si avvertivano parola dopo parola e in esse si comprendevano i sentimenti che provava per Yuu, la passione che scaturiva ad ogni sguardo che gli rivolgeva e ogni qualvolta lo osservava fare anche cose ordinarie come l'allenarsi con la spada, ed era quasi palpabile il modo in cui lo descriveva dentro e fuori dal letto.
Forse Lavi è davvero un po' troppo sdolcinato mentre racconta, pur non essendolo eccessivamente, ma dopotutto i personaggi di Hoshino tendono a diventare OOC nel manga stesso, dunque stendiamo un velo pietoso e non pensiamoci nemmeno, altrimenti giustificheremmo per colpa dell'autrice stessa qualunque storia, anche di pessima caratterizzazione, che si trova su tutto il fandom di D.Gray Man.
Nonostante non fosse esattamente il mio genere e per quanto ci fossero alcune cose da sistemare, leggerla è comunque stato piacevole.
(Recensione modificata il 08/12/2014 - 02:58 pm)
Recensione alla storia Il Matrimonio Perfetto - 25/10/14, ore 13:43
Capitolo 1: Il Matrimonio Perfetto
GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «WEDDING PLANNING: ARCANUM AMARE»
«IL MATRIMONIO PERFETTO» DI YU_KANDA
 
Era la quarta persona quella mattina che, incrociandolo, si congratulava con lui. Ora, una volta è un caso, due una coincidenza, ma alla terza diventa una certezza e lui era già passato oltre: c'era qualcosa che non tornava; e sapeva esattamente cosa. Avrebbe conciato Lavi per le feste, se non li sbattevano in galera prima.

Sviluppo della trama e dei personaggi 
Veloce, rapida e concisa. Una richiesta che rompe la quiete di uno spadaccino della risma di Kanda, tanto da fargli perdere la presa sulla sua amata katana e farlo voltare verso il suo interlocutore su tutte le furie. Eppure è proprio così che mi immaginerei una domanda del genere da parte di Lavi, senza imbarazzi e senza tentennamenti: un “Vuoi sposarmi” detto con aria serena e forse persino un po' inconsapevole, tanto che ci rimane male quando Kanda lo molla letteralmente e se ne va con fare piuttosto adirato senza che lui ne comprenda davvero il perché. 
Per quanto Kanda gli faccia poi palesemente notare che il matrimonio per loro sarebbe come essere tacciati per eretici e finire in prigione e torturati - cosa che rende il racconto più veritiero, ma che in qualche modo contorto non sminuisce la leggerezza stessa che si vuole improntare alla trama -, Lavi non sembra farsi prendere dallo sconforto, tanto che continua su quella sua linea e si dimostra per il testardo che è: alla fine riesce a far cedere Kanda tra un bacio e l'altro, promettendogli una cosa intima solo fra loro due e per di più di tradizione giapponese, riuscendo a sciogliere un pochino la corazza che sembra aver avvolto lo spadaccino dal momento in cui Lavi ha avuto quella brillante idea. Interessante come poi, dopo aver accettato a modo suo e avergli intimato di tener chiusa la bocca, sia proprio lui, a causa del fatto di essere sovrappensiero, a farsi sfuggire tutto con la peggiore delle persone che avrebbe potuto capitargli sottomano: Lenalee. Perché si sa che lei adora parlare, e se si parla addirittura del matrimonio di Kanda... mi meraviglio che la notizia non abbia raggiunto gli angoli del mondo e sia arrivata infine alle orecchie del Papa fino a Roma, conoscendola. 
Quella di far sputare il rospo proprio a Kanda l'ho trovata una scelta azzeccata. Non ci si aspetterebbe di certo che, dopo tutte le raccomandazioni fatte a Lavi, sia proprio lui quello che si da la zappa sui piedi da solo. Tra varie congratulazioni, il tarlo del dubbio si insinua in lui e quando becca Lavi lo prende letteralmente per il collo, e qui mi sento davvero solidale con il nostro povero Bookman, che per una volta è del tutto innocente e non c'entra assolutamente niente. In contrasto, mi ha divertita immaginarmi il volto imperturbabile di Kanda che acquisiva pian piano la consapevolezza di ciò che lui stesso aveva fatto, ha dato quel pizzico di umanità e di commedia al tutto che non guasta, visto il tipo di storia che avrebbe dovuto essere presentata. 
Non mi ha convinta molto la scelta di dire poi a Lenalee chi era la “sposa”, devo dire. In fin dei conti la ragazza non l'aveva capito e Lavi e Kanda non avevano idea di come avrebbe potuto reagire, dunque da questo punto di vista si sono potuti semplicemente ritenere fortunati dal fatto che lei non l'avesse presa a male ma avesse invece deciso di prendere in mano tutta la situazione nonostante il peccato che quei due stavano commettendo agli occhi della chiesa. Se non ci fosse stata tale decisione, però, il resto della storia non avrebbe potuto prendere forma e non ci saremmo ritrovati quasi metà dell'Ordine a far parte di quella cerimonia e a singhiozzare come dei ragazzini. Una scena che ho trovato oltremodo esilarante, forse perché alcuni di loro li ho sempre visti piuttosto rigidi e poco inclini al lasciarsi trasportare in quel modo dagli eventi. 
Il piano d'emergenza, poi, è stato un tocco di classe. Giacché Lenalee di certo non è scema e con la presenza di Link sarebbe stato tutto molto più complicato da spiegare, ecco che si veste di bianco con un bel vestito e fa' finta di essere la sposa, salvando in calcio d'angolo tutta la situazione; denota come avesse pensato proprio a tutto pur di aiutare i propri amici, e ha così fatto in modo che quella situazione divenisse meno incresciosa di come in realtà fosse. Un matrimonio di per sé non è strano, ma per loro diventa peccato quando si tratta di due uomini: quindi via con la “pagliacciata” che lascia il tempo che trova senza però risultare qualcosa di altamente immorale. 
Si arriva finalmente allo svolgimento della vera e propria cerimonia tra cibo, balli e torta, con tanto di imbucati nascosti sotto al tavolo che mangiano a sbafo per non essere stati invitati. Allen mi ha persino fatto un po' di tenerezza, poverino, visto che almeno c'ha provato a tener lontano Link dal centro della cerimonia... una piccola vendetta da parte di Kanda per non esserci riuscito del tutto, molto probabilmente. La sola cosa che non mi convince, però, è il finale. Sembra quasi che ci manchi qualcosa, come se tu l'abbia voluto tagliare, ma magari è semplicemente un'impressione e vuole lasciare il lettore con un semplice finale aperto tutto da decidere o, cosa che ritengo ugualmente probabile, c'è un errore nel file che ha tagliato il pezzo. Non saprei. 

Stile, sintassi & grammatica 
Conosco bene il tuo stile e mi ripeterei se dicessi che è pulito, senza fronzoli ed inutili inforigurgiti nei posti sbagliati che lasciano il tempo che trovano e annoiano il lettore, quindi mi limiterò semplicemente a dire che qui ho riscontrato una buona padronanza lessicale, forse persino maggiore di quella presente in vecchie storie che ho avuto il piacere di valutare un bel paio di annetti fa; non infarcisci i tuoi racconti con frasi pompose o troppo complicate, rendendo il tutto colloquiale e al tempo stesso ricercato, cosa che non può far altro che alleggerire i toni e renderla molto più facile da leggere nonostante la lunghezza. 
Ti appunto giusto qualche piccola svista o frasi che, secondo me, potrebbero suonare meglio con una punteggiatura differente: 

❒ Il fendente che stava portando andò bruscamente e repentinamente fuori controllo e la spada finì piantata di traverso nel tronco dell'albero più vicino. → Se la si legge ad alta voce, si ha un effetto apnea. Rivedrei dunque la frase, magari inserendo una virgola dopo la “e” per dividere i due periodi e renderla molto più leggibile 
❒ Kanda però non si voltò neanche indietro → “Kanda, però, non si voltò neanche indietro” 
❒ Ora lo fissava con quel dannato sorriso sdolcinato stampato in faccia e Kanda era certo che da un attimo all'altro avrebbe detto qualcosa di terribilmente stupido → “Ora lo fissava con quel dannato sorriso sdolcinato stampato in faccia e Kanda era certo che, da un attimo all'altro, avrebbe detto qualcosa di terribilmente stupido” 
❒ Kanda però non s'era mai lasciato → “Kanda, però, non s'era mai lasciato” 
❒ ritorse → Qui non ho ben compreso se volessi dire letteralmente “ritorse” oppure sia un errore di battitura e fosse in origine un “risolse” 
❒ Ora però era di nuovo al Quartier Generale → “Ora, però, era di nuovo al Quartier Generale” 
❒ con un mezzo sospiro aprì la porta della propria stanza → “con un mezzo sospiro, aprì la porta della propria stanza” 
❒ due braccia impazienti lo stringevano con forza tirandolo all'interno → “due braccia impazienti lo stringevano con forza, tirandolo all'interno” 
❒ Stava accadendo un po' troppo spesso che Lavi 'dimenticasse' di andarsene dalla sua stanza prima dell'alba e Kanda sospettava che ciò fosse legato alla maledetta storia delle nozze. → “Stava accadendo un po' troppo spesso che Lavi 'dimenticasse' di andarsene dalla sua stanza prima dell'alba, e Kanda sospettava che ciò fosse legato alla maledetta storia delle nozze. ” 
❒ Quando la ragazza era corsa via dopo avergli fatto le congratulazioni avrebbe dovuto capire subito che la sua testolina stava macchinando qualcosa. → “Quando la ragazza era corsa via dopo avergli fatto le congratulazioni, avrebbe dovuto capire subito che la sua testolina stava macchinando qualcosa.” 
❒ – Abbassa la voce! – mugugno quest'ultimo. → “– Abbassa la voce! – mugugnò quest'ultimo.” 
❒ saké/sakè → L'hai scritto in due maniere diverse, ma se ben ricordo si scrive “sake”, senza nessun accento 
❒ Diavolo di un Wedding Planner → “Diavolo di una Wedding Planner ” 
❒ Ma fratello, il ballo è già organizzato → “Ma, fratello, il ballo è già organizzato” 

Parere personale 
Parto dicendo che non avrei dovuto trascrivere il giudizio alla tua storia. Il mio contatore segnava oltre le duemila parole che avevo imposto - arrivava a tremila e rotto -, quindi questo tuo racconto era fuori dagli schemi e non era giusto nei confronti nei partecipanti valutarla dopo che loro si erano adattate per stare nei limiti e non sforare di una sola parola; sono stata molto indecisa su questo punto, ma alla fine l'ho fatto perché eravate solamente in tre e ho deciso quindi di prendermi l'impegno che mi ero precedentemente ripromessa. Per la prossima volta, ti consiglio di fare molta più attenzione. 
Appurato ciò, passiamo al parere vero e proprio su questo racconto. 
Nonostante la lunghezza, si leggeva che era un piacere. Era fluido e filava liscio come l'olio, lasciandoti dentro quella sensazione di commedia romantica che, per fortuna, non esagera in quanto sdolcinatezze. Ho apprezzato in particolar modo il fatto che il matrimonio fosse visto come una sorta di sorpresa, visto che nessuno all'inizio aveva idea di chi avrebbe sposato Kanda - e qui rientra in gioco Lenalee, che accidenti a lei si fa sempre dire tutto! -, quindi ha reso la cosa verosimile per quel che riguarda il periodo storico in cui è ambientato il manga stesso; hai creato un bel plot che fortunatamente si regge in piedi da solo senza inserire elementi che avrebbero stonato col tutto, e ho sorriso dall'inizio alla fine nel vedermi davanti agli occhi i battibecchi dei due proprio su quel maledetto matrimonio, anche se, come detto in precedenza, la fine mi è sembrata un po' troncata.
Recensione alla storia Come Quando Fuori Piove - 03/01/14, ore 19:25
Capitolo 1: Come Quando Fuori Piove
«COME QUANDO FUORI PIOVE» DI XSHADE-SHINRA
PRIMA CLASSIFICATA [ TOTALE: 42 PUNTI ]


- Originalità: 9/10
In un certo senso, a far calare il punteggio è stato l'espediente di utilizzare la partita di carte come scusa per far finire nello stesso letto Tyki e Lavi
Per il restto, però, ho trovato la storia abbastanza piacevole e fresca da un punto di vista originale, poiché i momenti descritti hanno una particolarità tutta loro che hanno reso, almeno in parte, il tuo scritto originale e per nulla ordinario

- Caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10
Non vado pazza per le Link/Allen, ma come le rendi tu sono... belle, ecco. Non saprei usare un aggettivo migliore
Ho scalato quel mezzo punto solo perché ai miei occhi Allen, ad un certo punto, è sembrato troppo ingenuo ed infantile nel suo modo di esprimersi, o meglio, mi è parso un po' troppo femmineo, se vogliamo metterla in questi termini. La sensazione si è diradata in fretta, è vero, ma a primo impatto ha dato quella determinata impressione, pur acquistando a poco a poco i suoi soliti modi di fare. E, a tal proposito, il nostro piccolo Esorcista è proprio un bel porcellino...
Per quanto riguarda gli altri protagonisti, invece, Lavi è il solito stupido che ci mette un po' a capire le cose (Un momento! Se stava parlando con un Noah, allora il mio vero nemico starà arrivando! - quando si dice alla buon'ora, insomma...), e Tyki - aye, sono di parte, non malmenatemi - è così meravigliosamente lui che, anche se in un primo momento ho alzato un sopracciglio chiedendomi perché se ne stesse bellamente a chiacchierare con un'arma puntata contro, non ho potuo fare a meno di sbuffare divertita quando afferma di esser certo che Lavi non avrebbe combattuta contro di lui a discapito dell'hotel

- Stile e lessico: 9.5/10
Posso candidamente affermare, per l'ennesima volta, di essere innamorata del tuo stile
Anche con pochissime frasi messe insieme riesci a tessere una lunga strada articolata che porta pian piano a fine lettura e, sul serio, per quanto fosse lunga, leggere questa tua one-shot è stato un vero e proprio piacere
Solo qualche piccola pecca ha fatto sì che abbassassi il punteggio, ma non era niente di che dunque più di mezzo punto non ho tolto
Ti annoto giusto qualcosa per eventuali correzioni:
- quando le loro mani si sono fiorate → in quel contesto il presente stona, ma suppongo che ti sia imbrogliata; inoltre credo che quel «fiorate» sia uno «sfiorate»
- e non gli diede il tempo di replicare, ché → e non gli diede il tempo di replicare, che
- si accarezzarono con passione in crescendo → «con un crescendo di passione», trovo suoni meglio
- Così si abbassò e sbirciò dalla toppa, rimanendoci di…sale. → Così si abbassò e sbirciò dalla toppa, rimanendoci di… sale.
- In quel momento aveva decisamente bisogno di rilassarsi, e non di combattere contro un Esorcista → Non è un errore, hai solo dimenticato il punto alla fine della frase
- Tyki scosse il capo, capendo che se Allen aveva scelto uno così, allora, lui non aveva più nessuna speranza di riuscire ad averlo per sé. → Tyki scosse il capo, capendo che se Allen aveva scelto uno così, allora lui non aveva più nessuna speranza di riuscire ad averlo per sé.

- Utilizzo del pacchetto: 9/10
Passerò subito all'utilizzò della frase: ammetto che ho dovuto rileggere la citazione, perché, aimé, non ricordavo quale ti fosse capitata; ci ho messo dunque un po' a rendermi conto di come tu l'avessi inserita, ma il contesto era ottimo e per nulla forzato e, per quanto preferissi uno sviluppo più approfondito di essa, non ho potuto ovviamente penalizzarti togliendoti più di un punto, poiché è stata ben centrata pur non avendo un vero e proprio fulcro rilevante
Bella, invece, l'idea di richiamare la carta in quel modo, poiché hai anche spiegato che cosa significasse

- Apprezzamento personale: 5/5
Ti giuro che, per un motivo che suppongo non saprò mai spiegarmi, stavo morendo dalle risate quando si è presentata davanti ai miei occhi la scena di un Lavi - appena tornato, tutto insonnolito e stanco e che vuole solo buttarsi a letto e dormire, poveraccio - che si mette a spiare dal buco della serratura per vedere cosa sta succedendo in camera per capire così il perché di quei rumori soffocati, avendo inizialmente creduto ad un pericolo
Mentre lui ci è rimasto di sasso, io ho ridacchiato di gusto. Sono una pessima persona, lo so
E la risatina ha continuato a causa della «pillow talk» - anche se, a ben pensarci, non era proprio un discorso da letto, almeno da parte loro - tra Lavi e Tyki, che si scambiano tranquillamente le loro disavventure come due vecchie comari
Nay, sul serio, tu non puoi scrivermi certe cose e sperare che io rimanga seria. Non puoi proprio sperarlo, soprattutto se aggiungi anche la scopa come gioco di carte e ci infili doppi sensi che trasudano in ogni angolo e in ogni riga; giocare a carte mi piace moltissimo - e dal contest credo si sia notato -, e ancor più adoro i doppisensi ad essi associati. La fine è a dir poco spiazzante, accidenti. Adesso pretendo la partita a scopone
Tutto ciò per dire che, aye, la storia mi è piaciuta: leggera, allegra e per nulla pesante, un vero toccasana per una mente stanca come la mia
Recensione alla storia Speranza Senza Redenzione - 19/06/13, ore 15:44
Capitolo 1: Dopo la Tempesta
Beating of your heart: Speranza senza redenzione, di Yu_Kanda
Totale: 8.9


- Sviluppo e trattazione del tema
Hai deciso di trattare un argomento abbastanza spinoso e delicato che necessitava di una grande attenzione, ma te la sei cavata piuttosto bene per come sei riuscita a trattarlo.
Non è mai facile calarsi nei panni del proprio protagonista e cercare di vivere a propria volta le sensazioni che sta provando lui in determinati momenti, ancor più quando si tratta di prigionia, e sta difatti alla bravura dello scrittore riuscire a non cadere nel banale per far sì che la storia acquisti una propria dinamicità e non risulti semplicemente buttata al caso. Tutto questo per dire che, nonostante l'argomento sia davvero insidioso per certi punti di vista, non l'hai banalizzato e, anzi, hai fatto il possibile per far sì che apparisse veritiero e a tratti persino angosciante per le condizioni in cui si ritrova Kanda prima dell'arrivo di Komui.
Ho persino trovato una lievissima vena di follia che percorreva gran parte dl testo, devo ammetterlo. Sarà per il comportamento che Kanda riserva - giustamente, aggiungerei - a chi gli sta intorno dal momento in cui viene a conoscenza della sorte di Lavi, sarà il suo desiderare di morire per quanto sia impossibilitato a farlo, o per il dolore che si avverte in ogni suo singolo gesto o parola, fino a rasentare davvero la pazzia giorno dopo giorno, in cui persino i suoi sogni su Lavi si susseguono fino a culminare nel momento in cui tutto finisce e si ritrovano a vivere quell'orribile incubo.
Ci sono anche rimasta maledettamente male quando ho letto che si era trattato semplicemente di un malinteso. Se in quel momento non si fossero trovati insieme nello stesso letto, nudi, proprio quando hanno buttato giù la porta perché pensavano che Lavi complottasse con Bookman e cercasse di carpire qualche segreto da Kanda, forse le cose sarebbero andate diversamente. Forse. Magari sarebbero in qualche modo riusciti a spiegare la situazione, mentendo persino su cosa stesse succedendo in realtà in quella camera, e non sarebbero stati accusati di sodomia e arrestati. Però con i ma e con i se non si va da nessuna parte, e se le cose fossero andate davvero così non ci sarebbe stata nemmeno la tua storia per come si presenta.
Arriviamo però al punto che mi ha fatta trarre un sospiro di sollievo, ovvero l'arrivo a Parigi. Ammetto che mi è scappato un risolino, uno di quelli che ti sfuggono quando trattieni il fiato per l'ansia per troppo tempo e poi finalmente respirare con tranquillità subito dopo, quando si sono rivisti nonostante avessi dato ormai tutto per finito, date le premesse iniziali. Non mi aspettavo un vero e proprio lieto fine, certo, eppure ho in qualche modo sorriso ancora di più nel leggerlo - non sono esattamente nel periodo per leggere storie altamente angst, non posso farci niente - e mi sono rilassata del tutto, sia perché mi ero quasi rassegnata a leggere una storia drammatica sia perché per fortuna non è stato così.
Passiamo adesso alla cosa che mi ha convinta un pochino di meno, ovvero lo sviluppo della citazione di partenza.
In modo velato si riesce a comprendere che la storia ruoti intorno ad essa, almeno per chi conosce la frase per intero e fa mente locale della stessa durante la lettura, ma non mi sarei aspettata di trovarla alla fine del testo come citazione di chiusura, così com'era e senza cambiamenti che facessero presupporre il suo piegamento ai fini della trama. Di per sé non è una cosa sbagliata, anche perché avevo chiaramente detto che potevate usarla come vi pareva, ma sta di fatto che mi aspettavo un uso maggiore, per quanto abbia comunque un certo impatto dopo tutta la vicenda che ci si ritrova a leggere, poiché sembra quasi che incorpori tutte le trentasei pagine scritte in poche righe.

- Sintassi, stile e grammatica
Credo che su questo punto io abbia relativamente ben poco da dire. In tutti questi anni ho avuto il piacere di leggere molte tue storie proprio per i miei contest e ti ho praticamente vista limare il tuo stile e tutti i piccoli difetti che di tanto in tanto scappano anche ai migliori, quindi sarebbe quasi inutile continuare a blaterare cose dette e ridette solo per dire le quattro solite frasi, eppure le dico lo stesso. Hai un uso eccellente della grammatica e si vede che prima di consegnare un lavoro ci rovisti su per cercare qualche refuso, cosa oltremodo invidiabile quando si tratta di un contest o di una semplice storia da postare. In fin dei conti anche l'occhio vuole la sua parte.
Per la questione del "Bè", invece, ho sempre trovato che fosse brutto da vedere scritto così, e preferisco usare "Beh", di sicuro migliore su certi punti di vista.
Solo un paio di cose, più piccoli appunti che veri e propri errori:

* (e stretto[...]soffocare) > Scelta dell'autore utilizzare le parentesi, certo, ma ho sempre preferito i trattini, poiché li trovo un po' più eleganti di quanto non lo siano le parentesi
* Il gocciolare insistente lungo la parete a ridosso della quale era disteso il suo corpo gli fece riprendere conoscenza > Se la leggi ad alta voce, questa frase ti lascia praticamente in apnea. Metterei due virgole dopo "parete" e dopo "corpo", in modo da far avere un po' di fiato
* TCH/CHE > Aye, ho letto che hai deciso di usare il maiuscolo per fare in modo che risalti e che si comprenda che non è un termine esattamente normale, però il maiuscolo, almeno per me, è un pugno nell'occhio. E sul tablet lo è sembrato ancora di più.
* Il suo carattere non era cambiato di una virgola > Trovo suoni meglio "fosse"
* Mi spiace, OK? > Ora mi uccidi, lo so. Un "Okay" scritto in minuscolo sarebbe stato più godibile

Non ho inoltre commentato la decisione della virgola prima della "e", voglio dirtelo. La uso spesso anche io perché è specialmente quella stessa virgola a dare il ritmo che lo scrittore vuole far assumere alla frase, cosa che non renderebbe utilizzando un altro metodo, quindi non l'ho minimamente tenuto in considerazione.
Spero solo di non aver dimenticato qualche errore di battitura (so che usi i contest pure per quello, furbona!), ma non è il massimo leggere con un tablet in cui la scrittura dei pdf è minuscola e non si può ingrandire.

- Parere personale
Voglio essere franca sin dal principio. Indubbiamente è una bella storia con una buona grammatica, certo, però non posso dire di averla apprezzata appieno anche da un punto di vista strettamente personale per quel che riguardava l'inizio. Non tanto perché non riscontrava i miei gusti - certo, un po' anche per quello, visto che certi ragionamenti di certe persone non potrò mai capirli -, ma il più perché è un argomento molto delicato che lede inoltre la dignità di una persona. Insomma, converrai con me che è una cosa altamente disgustosa che due persone che si amano e che vogliono solo stare insieme vengano poi arrestati proprio per quel motivo e che debbano addirittura subire torture e umiliazioni. Tenendo poi conto che sono atea, e che la maggior parte delle convinzioni che ha la chiesa su questo punto per me valgono quanto una carta che si trova per terra, mi ha doppiamente fatto storcere il naso e snervare come non mai. Non è colpa tua, ma l'argomento in sé.
Detto questo, punto che mi sembrava essenziale mettere in chiaro proprio per il gradimento personale, passiamo ad altro.
Per quanto le mie premesse iniziali siano state tutt'altro che positive - ti prego di comprendermi, ma questo è un argomento a me troppo caro e mi sale una rabbia che non immagini quando si tratta di cose simili che, purtroppo, capitano ancora in gran parte del mondo sebbene l'omosessualità stia fortunatamente venendo accettata sempre più -, ha cominciato a piacermi verso la fine, quando si scopre in realtà tutto l'ingrippo che c'è dietro e si comprende dunque come una storia che era iniziata nel peggiore dei modi - e qui intendo come argomento, non capiamo male - possa risollevarsi e riuscire anche a strappare un piccolo sorriso.
Sono certa che le amanti della coppia, se ancora ne girano nel fandom, la apprezzeranno per l'ottima trama e la caratterizzazione dei personaggi, più IC forse del manga stesso - non voglio commentare il modo in cui si sta riducendo, l'ho abbandonato da parecchio - ed è una cosa altamente positiva, anche se ho avuto un po' di fatica iniziale a riconoscerli nella parte in cui vengono effettivamente sorpresi a letto insieme e un po' più avanti, quando si incontrano nuovamente a Parigi.
In linea di massima, però, è stato un ottimo lavoro. Lungo, certo, ma ottimo.

Recensione alla storia Speme - 23/10/12, ore 15:30
Capitolo 1: Speme
Sviluppo della trama e trattazione del tema
Mi capita raramente di giudicare storie in seconda persona e per di più al presente, dunque ammetto che sul momento sono rimasta un attimo spiazzata. Tale scelta suppongo sia stata dovuta al fatto di rendere il lettore maggiormente partecipe a ciò che veniva raccontato nel testo, e trattandosi per l'appunto di una scelta stilistica non sto qui a sindacalizzarla. Ci tenevo solo ad annotare la cosa.
Proprio a causa della seconda persona, però, la tua storia mi è sembrata una sorta di diario di guerra in cui venivano narrate le vicende vissute dagli Esorcisti, una buona base che, secondo il mio modesto parere, sarebbe potuta essere un prologo di qualcosa di molto più grande, una sorta di preludio che avrebbe in seguito portato ad un maggior sviluppo della trama stessa, giacché è molto difficile sintetizzare i sentimenti, le angosce e le paure che guidano determinate persone durante un momento così drammatico come la guerra
La trattazione del tema appare sì delicato - ho apprezzato i piccoli particolari, la lentezza della narrazione, un non correre per arrivare al sodo e dar così modo al lettore di focalizzare il momento senza ritrovarsi sbattuta in faccia la situazione in modo brutale, giacché non è un vecchio a raccontare, ma un giovane ragazzo che si ritrova di punto in bianco in quello stesso sfacelo -, però, da un certo punto di vista, sarebbe potuto essere sviluppato meglio, lasciando maggior spazio ai sentimenti umani

Sintassi, lessico&grammatica
La grammatica di base è buona - a parte qualche errore di battitura che si potrebbe eliminare con una lettura veloce, nulla di grave -, così come la punteggiatura, ma in alcuni punti utilizzi il trattino dove ci starebbe invece bene un altro segno di interpunzione. Tendi inoltre a dimenticare il soggetto e questo crea un po' di confusione, ma preferisco spiegare meglio con quanto segue:
  • Ricordi il bzzz della radio di tuo padre quando veniva annunciata l’ennesima battaglia ad est → Anziché quell'onomatopea scritta, avrei adoperato una parola che avrebbe reso comunque bene il concetto che volevi esprimere, senza semplificarlo in quel modo e senza risultare stonato in confronto al restante testo. Trovo che scrivere “crepitio della radio” avrebbe avuto il medesimo effetto e sarebbe stato più leggibile;
  • Somigliavano a tante formiche che si spostavano in fila indiana, rigidi ranghi serrati compattati → La parte in grassetto è una ripetizione. Serrato è sinomino di compattato e viceversa, dunque ti consiglierei di tenere solo uno di quei termini. Tenendo conto dell'intera frase io scriverei semplicemente“rigidi ranghi compattati contro il gelo”, in modo da farla suonare anche più gradevole durante la lettura;
  • che come sparuti alberi cresciuti storti per la forza delle vento arrancavano piegandosi in avanti sulle proprie ginocchia: le baionette in spalla → Del vento. Inoltre, anziché utilizzare i due punti - capisco che tu voglia fare una specie di elenco del modo in cui i soldati si presentano, ma mi risulta poco gradevole -, userei un punto e virgola;
  • Abbassavi poi gli occhi, stringendoti di più nella coperta che tua madre ti posava sulle spalle ogni volta che ti appoggiavi sullo stipite della finestra → Sul momento, la parola “stipite” mi ha dato l'idea di un concetto sbagliato, poiché è una parola che viene maggiormente associata ad una porta, anziché ad una finestra. La sostituirei con “davanzale” per rendere immediata l'associazione;
  • Era bello sperare – era bello crederci, che l’allarme aereo e le botole sottoterra ed il terrore nel sentire alla radio che il nemico avanzava rapidamente, un giorno non sarebbero stati altro che memorie di una vita lontana, distante dalla pace e dalla serenità di un mondo in cui non ci fossero più battaglie. →  hai aperto il trattino, avresti anche potuto chiuderlo o sostituirlo con una virgola, per quanto io stessa creda che sia di maggior impatto utilizzare i trattini per rendere più effettivo il fatto di “credere”. Vorrei inoltre farti notare che ad una prima lettura questa frase risulta un po' incomprensibile, forse perché hai voluto inserire troppi concetti tutti insieme. Prova a rileggerla anche tu e ti renderai conto tu stessa che sintetizzandola sarebbe stata più leggibile;
  • Avanzi stanco attraverso la fanghiglia, costretto ad annaspare tra lo strato di melma che ti arriva a metà polpaccio e la pioggia che continua a scrosciare incessantemente sopra le vostre teste. → Medesimo discorso fatto precedentemente. Quelle due parole sono sinonimi, e ripeti dunque lo stesso concetto più volte, quasi volessi inculcarlo nella mente del lettore. Trovo sia sbagliato, poiché hai già dato un'immagine iniziale del momento - la stanchezza di Lavi nell'avanzare nel fango -, dunque la ripetizione ossessiva, alla lunga, diventa stancante. Riscriverei la frase iniziale o eliminerei alcuni dettagli per darne risalto in seguito;
  • Scorgi Lenalee arrancare insieme a Miranda, il suo Time Record attivo e Marie che di tanto in tanto le passa un braccio attorno alle spalle o alla vita per tirarla su. Persino Crowley ti sembra più sciupato del solito: l’unica calma riesci a vederla in Timothy, che dorme tranquillo sulle spalle di un inaspettato Generale Sokaro. → Partiamo dall'inizio. Dopo Miranda inserisci il particolare del suo Time Record attivo, però, senza nemmeno una virgola, introduci qualche istante dopo il personaggio di Marie, che interagisce proprio con Miranda. Ora. Ci sono alcune volte in cui troppi dettagli possono essere evitati o incorporati in un altro concetto, e questo del Time Record avrebbe dovuto far parte del personaggio di Miranda, scrivendo magari la cosa in un altro modo. Comunque sia, ti consiglierei di evitare troppo info-rigurgito. Lascia tempo al tempo e spiega le cose a poco a poco, senza inserirle tutte in un'unica frase. Ti appunto anche qui l'utilizzo sbagliato dei due punti, inoltre;
  • Scosti malamente un ciuffo scarlatto dalla fronte, sentendo l’opprimente bisogno improvviso di farti una doccia. Un bagno magari, con acqua bollente e tanta schiuma, di quelli che ti fanno restare in acqua finché non senti più i polpastrelli → Parlavo appunto di info-rigurgito. In una scala da uno a dieci, questo è un particolare che al lettore importa poco, in particolar modo se teniamo conto della situazione in cui Lavi e gli altri si trovano in quel momento. In guerra non hai tempo per pensare a cose futili come un bagno, una doccia, persino al fatto che ti brontola lo stomaco; la tua mente è troppo concentrata sul sopravvivere e sul non morire sotto il fuoco nemico per pensare a idiozie - passami il termine - come questa;
  • Un movimento strano alla tua destra ti sottrae alle tue fantasticherie. È naturale per te sorreggerlo, infilarti sotto il suo gomito e continuare ad avanzare senza dirgli un'altra parola. Sarebbe inutile, sarebbe superflua. → Soggetto omesso. Si capisce di chi stai parlando solo quando introduci il discorso diretto;
  • È una persona talmente forte Yuu Kanda → Inserirei delle virgole prima e dopo il nome di Yuu;
  • No, è il tuo primo pensiero. Si insinua nelle tue membra, costringendoti ad afferrarlo per un braccio.→ Giacché il soggetto è Kanda, io ti consiglierei di specificarlo. Crea un certo tipo di confusione ad un lettore poco attento, poiché la frase precedente è inerente al pensiero, e sembra quasi che Lavi sia “costretto” ad afferrare proprio quello. Ci sono volte in cui specificare è inutile, ma trovo che in questo particolare passaggio sia meglio farlo per rendere maggiore la comprensione.
Queste sono alcune cose che mi sono sentita in dovere di appuntarti, spero che in qualche modo possano esserti d'aiuto. Comunque sia, come detto all'inizio, hai una buona grammatica e un buon lessico, ma ti consiglierei di lavorare maggiormente sulle ripetizioni dei concetti che fai, sull'omissione del soggetto e sulla confusione che creano alcune frasi durante la lettura.

Parere personale
Ammetto che all'inizio non avevo capito con esattezza che a narrare fosse Lavi. Me ne sono resa conto quando hai parlato di storia scritta, libri e cose del genere, forse perché Lavi non è un personaggio che abbino facilmente alla guerra come abbinerei Cross, tanto per dirne uno. Ovviamente questo è un mio strettissimo parere soggettivo, tenendo anche conto che ho abbandonato il manga a prima ancora dell'arrivo dell'abominio - lo so per sentito dire, quel coso - e che dunque i miei ricordi sul personaggio possono rivelarsi un po' offuscati
La storia è stata comunque piacevole da leggere, per quanto essa trattasse un argomento delicato come la guerra