Recensioni di LadyPalma

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Recensione alla storia Seduti all'ombra di un sicomoro - 10/10/21, ore 14:25
Capitolo 1: Mangiando datteri in un albero cavo
Recensione premio per il contest "Storie alfabetiche" 1/2

Ciao Koa, ti chiedo scusa per il ritardo con cui passo a lasciarti queste recensioni: purtroppo confesso candidamente di aver proprio dimenticato di non aver terminato il contest. In ogni caso, tralasciando questa premessa comunque doverosa, posso dirmi molto contenta che tu mi abbia segnalato questa storia, anche perché ha un collegamento quasi naturale con la storia che hai proposto per il mio contest. Di nuovo Nicolò e Yusuf sono seduti, infatti, sotto il sicomoro, questa volta all'inizio stesso della modifica del loro rapporto.
Non si sono mai parlati, eppure il loro legame è indissolubili, perché sono del resto, per il momento,  loro due e nessun'altro. Come ho avuto modo di dirti leggendo altre tue storie, trovo che il punto di forza della tua narrazione sia nella cura dell'introspezione: i personaggi emergono a tutto tondo, e in questo caso riannodi l'intera evoluzione interiore, dal trovarsi nemici e alla scoperta del dono (che però è anche una disgrazia) fino alla consapevolezza che la loro rivalità non può certo durare per sempre. Le barriere linguistiche, culturali e religiose non sono quasi niente rispetto a quello che ora hanno in comune: quel dono, appunto, che a livello esistenziale coincide per entrambi nel turbamento di un religioso che non ottiene risposte dal Dio che ha servito – qualunque sia il suo nome – e che scopre di non poter avere mai accesso al Paradiso. Intanto, mentre attendono quelle risposte e le indicazioni su cosa li aspetta in futuro, sono loro due e allora conviene sedersi, insieme, e mangiare datteri.
Un passaggio che mi ha colpito particolarmente è quando Yusuf pensa a Nicolò come il suo più terribile amico perché la sua arma letale è la gentilezza: colpisce perché indica l'elemento di sorpresa, di novità, che forse ha iniziato a spingere Yusuf a pensare il loro rapporto in maniera differente.
Concludo dicendoti che sono contenta che tu abbia candidato questa storia agli Oscar, personalmente posso dirti che mi è piaciuta molto, anche da un punto di vista stilistico.
A presto!
Recensione alla storia Seduti all'ombra di un sicomoro - 25/05/21, ore 14:28
Capitolo 4: Seduti all'ombra di un sicomoro
Valutazione per il contest "Storie alfabetiche" – Prima classificata

Grammatica e stile: 9.8/10 (grammatica: 5/5 + stile: 4.8/5)
Grammaticalmente, nessun errore o refuso.
Lo stile va sicuramente molto bene, ed è per questo che il commento sarà piuttosto esiguo. Tutte le frasi hanno una lunghezza azzeccata e sono ben articolate con una punteggiatura inserita al punto giusto. A dire il vero, la punteggiatura non è molto varia (predominano le virgole), ma altri segni non sarebbero stati altrettanto adatti. La cosa che più funziona è il senso di continuità che si crea tra una frase e l’altra, soprattutto in B-C-D, ma in generale per tutta la storia: questo crea un senso di forte fluidità e coesione, tale che ogni frase richiama immediatamente la successiva e il racconto deve essere letto tutto d’un fiato. C’è un ritmo, dovuto proprio alla gestione delle pause (anche dei punti fermi, tra una frase e l’altra), che rende lo stile molto funzionale.
Il lessico è adatto al contesto e non è affatto semplice o banale, senza tuttavia mai strafare con delle espressioni esagerate: un giusto mezzo che contribuisce a rendere ancora più coesa la storia.
Avanzo un solo appunto, per una frase che non mi convince del tutto:
Non c’era giorno in cui non ci pensasse e tanto che neppure quello splendido pomeriggio riuscì a godersi la meraviglia di Apamea -> personalmente avrei tolto e, mettendo una virgola. Altrimenti la lettura potrebbe essere doppia: tanto che neppure… oppure non ci pensasse e tanto…

Titolo: 3/3
Il titolo è esattamente la descrizione da un punto di vista di ambientzione, per cui la rispecchia in pieno. Suona bene, non è lungo e esprime un’immagine tale da suscitare la curiosità del lettore. Inoltre, il riferimento al sicomoro chiude l’ultima frase del testo, per cui c’è un rimando diretto che rende tutto circolare. Punteggio pieno.

Trama e personaggi: 10/10
La storia non racconta qualcosa di molto complesso: è un’introspezione, un dialogo e un momento – questo pomeriggio trascorso sotto all’ombra del sicomoro – dove emerge il sentimento che lega i due uomini, rielaborando (alla luce di questo legame) tutta la frustrazione e la responsabilità di una vita eterna e il suo possibile significato. Proprio per questo, pur non essendo una trama complessa, si riempie di complessità e significato. Funzionale è la divisione in due paragrafi ben distinti: nel primo riannodi le fila della loro storia e inserisci la prima riflessione sull’essere angelo; nella seconda, invece, c’è l’episodio effettivo sotto il sicomoro, dove quella prima definizione di “angelo” viene ripresa (aveva ragione a non credersi un angelo, a dirla tutta era molto più di questo.) Proprio questo crea un collegamento ed è il sicomoro del titolo a chiudere con la sua protezione dagli sguardi la storia, rafforzando il senso del titolo. I personaggi sono entrambi coerenti e ho trovato particolarmente riuscita l’introspezione di Yusuf e il suo tormento mentre riflette sulla sua missione, chiedendosi i motivi imperscrutabili che ci sono dietro. È uno sguardo interessante, aggiuntivo e riuscito alla loro storia.

Svolgimento della traccia: 10/10
La consegna è rispettata: ci sono 21 frasi, tutte le lettere sono presenti e nessuna è ripetuta più volte.
Lo svolgimento in sé è altrettanto perfetto. Come dicevo anche nello stile, l’idea di collegare immediatamente ogni frase alla successiva da un punto di vista di significato risulta efficace anche per l’impostazione del gioco alfabetico. Inoltre, ogni inizio specifico è ben inserito, con parole mai fuori posto, mentre le frasi sono in sé articolate e non troppo lungo, di modo che non viene mai da chiedersi perché si interrompano in quel preciso punto (e non prima, o dopo). Ottimale, infine, la scelta di non andare a capo nei due paragrafi (se non per i dialoghi), proprio per tenere tutto il testo ancora più legato e allontanare ulteriormente il dubbio del gioco. Un tocco ben riuscito è particolarmente la lettera A, con l’indicazione del luogo e del tempo, ben inserita con allineamento diverso. Non ho davvero nessun appunto da fare: credo tu abbia fatto un lavoro ottimo, comprendendo pienamente il senso della sfida.

Totale: 32.8/33