Recensioni di leila91

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Recensione alla storia The Sweet Song From the Devil - 24/12/20, ore 17:44
Capitolo 2: Sandy
Mirycuore, Mirybellaaa! Eccomi qui ^^; non ti ho ancora risposto alla recensione (me pessima) ma almeno riesco a passare nuovamente da questa raccolta, wiii, i buoni propositi della Vigilia xDD
Posso dire che mi è quasi piaciuto di più questo capitolo di quello su Arvin? :P Anche se comunque Arvin è presente anche qui, sebbene non abbia battute ma sia visto solo tramite gli occhi di Sandy (e un pochino la tua influenza si nota ahahah.) Ok, torno seria: ne ho avuto conferma nelle note, ma avevo intuito leggendo il testo, che Sandy come personaggio ti piacesse particolarmente, perchè questa piccola introspezione nel suo animo è veramente sentita, profonda, dona un nuovo sguardo e una dignità a un personaggio che magari a chi guarda il film potrebbe apparire come solamente negativo. E invece in Sandy ritroviamo la tragedia di una vita mancata, di una donna che, se il destino glielo avesse concesso, avrebbe davvero potuto essere felice, fare grandi cose. Ma si è ritrovata la vita rovinata da due uomini, in due contesti diversi, ed è diventata infine la vittima di un altro uomo. Anche se forse nel caso di Arvin, volendo si potrebbe pensare più a una sorta di liberazione, invece che di esecuzione? Leggendo le tue parole l'ho vista un po' così, specialmente nel sollievo di leggere che in fondo ciò che c'è dopo la morte non la spaventa. Tornando invece ai primi due uomini, il primo è il padre, che abbandonando lei e il resto della sua famiglia, comincia a indirizzarla verso il precipizio nel quale poi cadrà incontrando il secondo uomo, ossia Carl. Mi viene un ribrezzo assurdo nel pensare a quello che lui l'ha costretta a fare, e mi sale una tristezza infinita nel vedere con quanta rassegnazione e apatia lei vi si sia concessa. C'è una frase che mette i brividi e riassume perfettamente lo stato in cui è stata ridotta ed è la seguente: "si sente così vuota che non ha nemmeno la rabbia, che le percorre le vene". Mio Dio, ma che cose orribili devono essere accadute a una persona per arrivare a un punto simile? Non ci voglio pensare...
La struttura del testo mi è piaciuta veramente tanto, scandita da una prima parte dove Sandy è divisa tra il rimpianto e la rabbia per il modo in cui ha lasciato che la sua vita andasse totalmente alla deriva, e poi da una seconda, nella quale entra in gioco il personaggio di Arvin. Ribadisco che ho sorriso molto nel leggere la descrizione di lui attraverso gli occhi di lei, che si soffermano su quanto lui sia diverso e bello rispetto a chiunque altro. E ho adorato come lei intraveda in Arvin le fattezze del Diavolo, personaggio sempre presente seppur in maniera incorporea. Che dire, ho sperato moltissimo anche io che la risparmiasse e che Sandy potesse in qualche modo ricominciare da capo, ma dato che così non è stato, proverò a vedere la sua morte come una specie di atto misericordioso çç (se sto sparando cavolate reguardiscimi!)

Ti ringrazio tantissimo per questa bella lettura, tesoro, sei sempre una garanzia! **
ti mando un abbraccio grande e ci si sente per gli auguri <3

Bennina tua
Recensione alla storia The Sweet Song From the Devil - 07/12/20, ore 16:39
Capitolo 1: Arvin
Carissima! Eccomi qui **. Non conoscevo questa storia, ma ricordo che ne avevi parlato qualche mese fa, ahahaha, e l'idea di leggere di un nuovo personaggio, interpretato da Tom e scritto da te, così tremendamente diverso da Peter, mi intrigava moltissimo.
Che dire? Il lavoro di introspezione che hai fatto partendo da un semplice mal di testa è pazzesco e ci permette di vedere quanto tremendamente diverso sia Arvin rispetto a Peter. Fa quasi male vedere tutta questa amarezza, tutta questa disillusione, nella mente di un ragazzino tradito completamente dalla vita. Perdonami se ritorno con il parallelismo a Peter, ma non ho potuto fare a meno di notare che una cosa li accomuna: entrambi sono orfani, e nonostante anche Arvin abbia avuto qualcuno che si sia preso cura di lui e sia potuto crescere con una sorella, l'impronta originaria data dalla sua famiglia, lo ha reso una persona completamente diversa. Come dicevo, Arvin secondo me rappresenta perfettamente l'immagine di una persona tradita dalla vita, che ha cercato di reagire, se non proprio nel migliore dei modi, perlomeno nell'unico che conosceva: quella violenza ereditata dal padre.
E così il suo malessere fisico non è altro che lo specchio di un profondo malessere mentale, dovuto all'abbandono e a quei ricordi di famiglia che non sono una benedizione, ma il contrario.
Mette i brividi pensare quanto Arvin sia stato, per suo padre, l'esatto opposto di quello che dovrebbe essere un figlio: invece che un dono una tortura, il continuo ricordo di ciò che ha perso, cioè sua moglie, e l'innocenza che forse aveva prima della guerra. E così ogni traccia d'amore scompare e quella prospettiva di famiglia futura, di cui parli, sparisce completamente, rendendo inutile l'esistenza stessa di Willard, e rendendo la vita di Arvin priva di ogni bellezza. Questo si riflette inevitabilmente in una sorta di apatia nell'affrontare la vita, al punto che per Arvin quasi sembra non avere più importanza cosa ne sarà di lui, a patto di liberarsi momentaneamente dal dolore.

Un testo pieno di bellezza, triste e ferita, ma pur sempre bellezza, in un'America che non è poi così difficile da immaginare çç.
complimenti come sempre, cara!

Un grande abbraccio,
Bennina