Recensioni di darllenwr

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia E fu la notte - 25/03/14, ore 00:51
Capitolo 4: Capitolo 4: Gli Hoteli
Nei casi della lotta che gli umani (perché credo che questi figuri appartengano alla specie Homo Sapiens, o comunque più umani dei licantropi) conducono contro gli "altri" (e con questo termine comprendo tutte le creature che la sua fantasia ha creato per personificare i suoi disagi: si varia dai giganti agli alieni, dai vari tipi di mostri agli androidi) si vede spesso che non sono affatti migliori di quelli che combattono (del resto gli umani non si comportano certo in maniera ineccepibile nei conflitti con i propri simili, pare che Herbert Wells per scrivere La guerra dei mondi si sia ispirato al genocidio inglese degli aborigeni della Tasmania), in questo capitolo si vede abbastanza chiaramente questo attteggiamento: non solo la condotta di questi messeri è tutt'altro che ispirata a gentilezza nei confronti della prigioniera, ma per sfogare la loro libidine non esitano a lasciar perdere il fatto che sia una nemica ma tendono a considerare appetibile quella che appare solo come una ragazza impaurita, in fondo, è solo un altro tipo di "preda".
Non male la caratterizzazione dell'Osmi come una sorta di "anima" o di "corpo astrale" (ma che può diventare anche materiale, fortunatamente per la protagonista) degli appartenenti al clan.
PS. Scusa il ritardo con cui ho pubblicato le presenti.
Recensione alla storia E fu la notte - 25/03/14, ore 00:35
Capitolo 3: Capitolo 3: Ricordi
Singolare l'idea di una possibile fine della protagonista non dipendente dalle pallottole d'argento, una fine davvero terribile dato che non ha nemmeno bisogno di un nemico armato perché si verifichi, almeno quello può essere combattuto e se va di lusso potrebbe essere eliminato, in questo caso invece la fine è più subdola e crudele, un po' come se si fosse lasciata un'esca avvelenata.
La protagonista riesce simpatica, quella particolare simpatia che suscitano i colpiti da amnesia, che devono reimparare tutto magari a un'età in cui le sinapsi non sono più abituate (almeno ragionando in temini di fisiologia umana, non so se sia lo stesso per gli/le appartenenti al clan).
Devo dire che, sarò antropocentrico, i personaggi mi sono simpatici perché al momento vengono descritti nella loro natura umana, ma non so dire se la mia opinione sarebbe stata la stessa se li si fosse visti nel loro aspetto ferino (e dire che sono un discreto estimatore di Wolf's Rain), forse perché generalmente ai licantropi non viene associata quella classe che si ritiene sia propria dei vampiri o il senso di reverenziale timore che si ha verso chi ha doti magiche o i segreti più reconditi della scienza.
Recensione alla storia E fu la notte - 25/03/14, ore 00:22
Capitolo 2: Capitolo 2: Il lupo
Non ho potuto fare a meno di pensare a come sia difficile la vita delle comunità fantasy, di solito non organizzate sul modello della democrazia rappresentativa, ma si affidano a capi carismatici ambosessi che solo tali o per diritto divino o altro di tipo equipollente o perché hanno dalla loro la tradizione culturale di solito affidata a profezie che per loro natura sono di interpretazione dubbia, anche in questo caso la comunità al centro di questa storia si dibatte in problemi del genere, ai personaggi il cui dialogo rappresenta gran parte del capitolo sorgono dei dubbi sullo stato di salute e sulle sue possibilità di condurre il suo gruppo in un momento di possibili ambasce (con un gruppo che punta ai loro beni e senza nemmeno la speranza di poter avere l'aiuto delle associazioni che s'impegnano per la salvaguardia delle specie minacciate) ma nessuno ha dubbi sul fatto che deve essere proprio lei e non altri a essere la guida (insomma, ricorrere almeno alle primarie no?).
Compito improbo l'aspetta, a quanto pare, e non credo che solo l'aiuto dell'amato sia bastevole...
Interessante inoltre questo caso di comunità licantropa diversa dalla tradizione.
Recensione alla storia E fu la notte - 25/03/14, ore 00:08
Capitolo 1: Capitolo 1: Il risveglio
Direi che per essere un primo capitolo è scritto molto bene, è dotato del necessario fascino che porta il lettore a interessarsi alla stessa, anche se non è un argomento molto facile da scrivere, dato che quello che emerge dalle prime righe evoca un evento piuttosto disturbante, in altre parole quella dove si sveglia la protagonista sembra la scena di un crimine di natura violenta.
Inoltre il rapporto con la natura è reso in maniera che definirei ambigua, mi spiego: mi pare che essa venga mostrata in uno scenario diverso da quello che siamo abituati a vedere, a incanalare nella nostra esperienza quotidiana, insomma, pur non essendo tanto lontana dalla città (la protagonista la ragiunge in breve tempo pedibus calcantibus) ma è come se quella plaga si trovasse a distanza siderale e, cosa che sembra ancora più inquietante, la protagonista non sembra trovarsi particolarmente a disagio o meglio è sì smarrita, ma si sente estranea nella città non meno che in campagna.
Per il resto, la giovane sembra destinata a grandi cose, o meglio a essere un simbolo, anche se non sembra averne contezza, il problema è che i "simboli" spesso conducono vita piuttosto grama, tra gente che si aspetta chissà molto e una discreta schiera di nemici pronti a eliminarlo per i propri scopi...
Insomma, veramente un bel capitolo, davvero.
Devo farti parimenti i complimenti per la scelta dell'immagine (oltre all'autore/autrice della stessa, ovvio), è molto bella e affascinante, per il suo fascino dai toni vagamente cupi che appare accordarsi molto con lo spirito delala storia.
PS. Grazie per la segnalazione.
Recensione alla storia Gaia - 17/02/14, ore 19:24
Capitolo 1: Gaia
Recensione/valutazione valida per il contest "Iter mentis per imagines pro historia scribenda" iindetto sul forum di EFP_

Grammatica e ortografia: 10/10
Non ho trovato nulla di particolare da segnalare, solo un punto non mi è molto chiaro, mi riferisco a quando viene detto che il gruppo dove lavora Gaia ha una “piccola editoria”, non lo ritengo un errore, ma secondo me suona male, forse sarebbe stato meglio scrivere “un piccolo settore editoriale” o “una piccola presenza nel settore editoria”.
Stile: 10/10
Nella nota di accompagnamento dici che abbondi nelle parti dialogiche parlandone come di un difetto; mi duole dissentire, ma secondo me almeno in questo caso si tratta di una scelta ottima, perché permette ai personaggi di mostrarsi in prima persona per quello che sono, permette inoltre di spiegare come mai la consorte di Urano sia finita nello staff manageriale di una grande azienda.
Originalità: 9/10
Secondo me c’è eccome, ma non me la sono sentita di dare il voto massimo perché sono stato preso da un dubbio, perché se è vero che la soluzione trovata al problema non è affatto male (meglio una transazione economica che non gli antipatici sistemi che usavano gli dei e le dee classici/che quando qualcuno non andava loro a genio) forse l’idea di concupire un umano non lo è del tutto.
Gradimento personale: 9/10
Qualcuno a suo tempo definì gli dei “falsi e bugiardi”, in questo caso nemmeno gli umani scherzano, del resto non è bene fidarsi troppo dei piani regolatori, no?
Mi è parso sinceramente un po’ strano, ma questo non inficia il mio giudizio sulla storia, che una dea facesse “anni” di università, capisco che bisognava darsi una “copertura” per operare nel mondo umano, ma con la sue capacità superiori a quelle degli umani avrebbe potuto risparmiarsi file in segreteria, agli appelli e che altro, al limite avrebbe potuto “incantare” i docenti, no? Insomma, da quel che ho capito ha poteri che i mortali non hanno, perché non sfruttarli, allora?
Ho trovato molto intrigante la parte dedicata al metter su famiglia, il/la nascituro/a sarà quindi un semidio o una semidea? Ho anche pensato che dovrebbe fare in modo di render immortale il suo compagno, ricordandosi però che deve dargli anche l’eterna giovinezza, non vorrei che incappasse nell’errore di quella dea che voleva avere con sé il suo amante umano per l’eternità, ma dimenticandosi di quel dettaglio fu costretta a tenerselo, però vecchissimo; o della Sibilla Cumana, che chiese di vivere un numero di anni pari ai granelli di sabbia contenuti in una mano, ma sempre per quel particolare omesso si consunse sempre di più, fino a essere sola voce…
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
La dea mi sembra sia stata decisamente ben caratterizzata nel suo tentativo di integrarsi al meglio nella società umana ma allo stesso tempo di non perdere la sua connotazione sovrannaturale al momento del bisogno (in un certo senso, si può dire che la paura faccia novanta anche per lei); può sembrare strano, ma leggendo la sua vicenda mi sono venuti alla mente i versi di una nota canzone di Bertoli, anche lei è una “guerriera” senza spada, che ha memoria del passato e lo sguardo aperto sul futuro; quanto al legale, credo che meriti di godere della fiducia non solo professionale della protagonista (del resto dalle mie parti c’è un detto che tradotto consiglia di dire la verità all’avvocato, a lui poi spetterà imbrogliarla in modo da renderla favorevole al proprio cliente), nel caso di specie è stato relativamente facile perché s’è comportato da avvocato d’affari più che da consulente legale negli uffici giudiziari (meglio così, con i tempi della giustizia), per fortuna ha la necessaria elasticità mentale per non pensare d’essere ammattito o di pensare che sia tutta colpa dello stess quando scopre la verità sulla sua cliente e amica, forse però passa troppo velocemente nella dimensione di essere nientemeno che l’amante di una dea.
Attinenza al tema: 4/5
Devo dirti che sono rimasto un po’ sorpreso a vedere come hai trasposto l’immagine di riferimento, essa raffigura in tutta evidenza un essere che è umano fino a un certo punto, ma pensavo che, dato il colore dei capelli (che tra l’altro terminano in fiori) o l’ambientazione potesse essere uno spirito dei boschi o una ninfa (una driade, per usare un termine legato alla mitologia classica) e non ti nascondo che sono rimasto stupito della sua “promozione a dea” (non che non possa richiamarla, ma di solito gli/le dei/dee dovrebbero avere un aspetto più “maturo”, pur con le dovute eccezioni, ma non si parla forse di “madre natura” o di “madre terra”? In tal caso al massimo si dovrebbe parlare di “ragazzina natura”), comunque nell’insieme direi che ne hai ottimamente reso lo spirito, ovvero di un essere che ha un rapporto molto stretto con la natura (anzi, direi strettissimo, ne è la personificazione…), inoltre essendo una storia multicontest direi che l’attinenza a questo non ne è troppo diluita causa doveri di fedeltà con l’altro, tuttavia (ripeto, non perché partecipa anche a un altro contest), non me la sono sentita di dare il massimo dei voti per questa parte della valutazione.
Totale: 46/50