Recensioni di herr

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Recensione alla storia (filotimo) – antologie di vecchie rivoluzioni - 29/03/21, ore 14:38
Capitolo 2: primo capitolo


 

Buongiorno! [è appena passata l'ora di pranzo, forse sarebbe meglio buon pomeriggio ?]
Probabilmente non ti ricorderai di me — e come biasimarti — ma, ancora 4-5 anni fa (e sì, anche io ho avuto il tempo di cominciare E finire il liceo in questo lasso di tempo, il che mi ha fatto un po' senso leggendolo: è davvero passato così tanto tempo? Non voglio crederci, mi rifiuto) ci incontrammo su questi lidi della sezione Pokémon per una ferriswheel che avevo scritto. Ne è passato di tempo.
Così come facevo alle superiori, seppur con minore frequenza (e sottolineo minore perché era da mesi che non entravo nel fandom... è proprio morto, nel verso senso della parola), oggi ho deciso di ritornare nella sezione e leggermi qualche fanfiction come facevo anni fa, e la qualità generale delle storie... eh diciamo che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ad ogni modo, così come allora, anche oggi ci sono storie scritte bene, quindi tutto sommato non è stato proprio inutile questo salto nel tempo.
Ho messo il tag videgiochi (perché di manga ci capisco poco, e di leggere di Ash e Misty non ne ho veramente voglia) e ho scorso... e ho scorso... finché non ho trovato un paio di storie carine. Tendenzialmente non sarei inclinato a recensire (sia per pigrizia, sia perché: chi lo leggerebbe?), ma col fatto che ci eravamo già incrociati ho pensato fosse carino, diciamo, passare a salutare!! [anche perché sono abbastanza sicuro di aver letto Beyond Belief ancora ai tempi, quando l'avevi pubblicata per la prima volta, dunque, quale migliore occasione?]
L'idea di una AU storica ambientata a Unima devo dire che è molto intrigante, secondo me si presta benissimo a questo tipo di trama poiché all'interno del gioco è veramente pieno di riferimenti alla storia ed al passato della regione, con N e Ghecis che fanno praticamente parte di una famiglia reale o comunque nobiliare, perciò diciamo che le idee si scrivono da sole. 
Anche la scelta di rendere i due protagonisti, Anita ed Alcide, fratelli (tra l'altro, questi nomi si prestano benissimo ad un contesto nobiliare, specialmente Alcide tbh). Hanno un rapporto molto particolare, decisamente fraterno, e le frecciatine e le battute contribuiscono a non rendere il loro rapporto mai noioso.
Menzione particolare per i discorsi, mi sono piaciuti veramente tanto. Di solito le persone scrivono i discorsi tanto per mandare avanti la trama e in qualche modo spiegarla (che per carità non c'è niente di male, però alla lunga,,, eh), invece qua ogni battuta è funzionale allo sviluppo o comunque delineamento dei personaggi.
Ho veramente apprezzato anche le descrizioni della villa, che non sono mai rigidi elenchi telefonici dei mobili ma si fondono al racconto e inseriscono elementi della trama (come la puntualizzazione sugli ospiti) che contribuiscono, anche, alla caratterizzazione dei personaggi.
E poi, che magari è superfluo, magari no, volevo farti i complimenti per lo stile. Oltre al fatto che non credo di aver trovato neanche un errore, è scritto proprio bene, il racconto scorre, i dialoghi scorrono, la narrazione è fluida, si legge da dio. E il tocco dell'indent... *chef's kiss*. 
Per concludere, volevo fare un piccolo appunto sulla parola dabbenaggine: bellissima!! La adoro. Era da anni che non la leggevo/sentivo, e non posso descrivere la mia emozione nel rileggerla, e nel ricordarmi che esisteva dopo quanto, 3, 4 anni?

Mi rendo conto che questo fandom sia ormai morto in realisticamente ogni senso della parola, però spero tu decida di concluderla, o perlomeno proseguirla!! So che non è stimolantissimo vedere una sezione deserta, e non giova alla scrittura.

È arrivato il momento di congedarmi.
Alla prossima!

herr
(Recensione modificata il 29/03/2021 - 02:39 pm)
Recensione alla storia Palinodia dei Rocket - 02/12/18, ore 12:46
Capitolo 6: Tutte tartarughe
È da mesi che non entro più su EFP, e se vogliamo contare i giorni che ho passato quest'anno sul sito in generale non credo che superino le due settimane (il che è anche tanto). Il problema principale è che us(av)o questo sito solo per due cose: 1. lasciare recensioni negative per soddisfare il mio egocentrismo e la mia vanità 2. pubblicare. Non ho mai letto ff più lunghe di 2-3 capitoli dacché ho l'attention-span di un door-knob, e ben di rado le storie o si avvicinano a qualcosa di decente che anche lontanamente stuzzichi il mio interesse o sono leggibili (a livello di formattazione. Dio santo!! l'editor). Ritornando al punto... dicevo, ho perso la voglia di lasciare recensioni negative, perché essenzialmente, nello stile del più becero dei bulli, se la risposta è noiosa o non mi stuzzica what's the point? (e non ci sono più le ficcy di una volta...), e perché di pubblicare, What’s pubblicare?? I don’t even know what that song is ??? per citare la mia cantante preferita. E poi, ovviamente, EFP è ormai morto, ma liquidare la questione così non mi avrebbe permesso di scrivere una pretenziosa introduzione incentrata su di me. 
Avevo adocchiato questa ff da credo l'anno scorso, o comunque da quando ho recensito le tue altre one-shot, in qualunque punto nel tempo esso fosse stato, con l'intenzione di leggerla allora; (the semi-colon jumped out) mi sembrava però un po' stalker-like scrivere fiumi di recensioni inconcludenti e inconclusive una di seguito l'altra, e perciò ho ritenuto opportuno dimenticarmene. Finché oggi, colto dai soliti sunday blues mi sono ricordato di questa storia, ed ho pensato di tornare a leggerla.
L'idea era di fare una bella recensione strutturata come i video-essay di Lindsay Ellis ma poi ho pensato che non ho voglia e non sarebbe stato genuino (è più bello se devi smontare una storia, non elogiarla, o almeno credo).
Partiamo dal concept, quindi. Fantastico! Cercati tutti i sinonimi di "fantastico" su Homolaicus perché ho un vocabolario ristretto (...). Fatto? Ok, questa è l'idea. Un faux monologo teatrale ha sempre il fascino di non dover perdere tempo su questioni come lo show don't tell perché, di fatto, è tutto un tell, e quindi le questioni su cui poni l'accento sono il come si racconta e il cosa si racconta (dirai: lo show don't tell serve proprio per rendere la narrazione trasparente e concentrare sul contenuto e non la bellezza dello stile, e io dirò: basta attaccarmi). Insomma tangenti di dubbio umorismo a parte trovo che tu sia riuscito perfettamente a rendere l'idea del monologo teatrale, che assume un fascino suo, il che è agevolato dalla formattazione pulita e chiara. È un vero e proprio invito alla lettura, i cui contenuti non fanno altro che rendere la stessa molto più gradevole e spedita. 
Ho adorato (vedi Homolaicus) la storia della recluta, e ancora di più i tempi con cui essa è stata scritta. Niente risulta affrettato, tutto accade al momento giusto, con le giuste tempistiche e un climax a dir poco perfetto. Anche gli eventi esterni alla scena, come la morte del terzo uomo sullo sgabello sono interessanti, perché danno una sorta di dinamicità alla scena, che non si sviluppa solo nei flashback ma anche nel presente. A essere sincero non sono convinto al 100% della rivelazione del figlio di Fuji (o meglio, mi è sembrato un pochino forzato il richiamare un personaggio del genere che prima di allora non era mai stato introdotto e dargli una meccanica che influiva sulla scena nel presente in maniera importante) però non è una critica quanto una senzazione a pelle che ho provato nel leggerla. Ad ogni modo, voglio ripetere che ho veramente apprezzato il modo in cui hai dispiegato la narrazione.
La vicenda di Miguel, poi, è geniale. Nella sua semplicità (forse banalità è leggermente corrotto da una vena negativa, vena che al momento non provo né nel leggere la ff né nel scrivere la recensione) riesce perfettamente a far risaltare i suoi turbamenti interiori e l'introspezione del protagonista. I suoi pensieri scorrono meravigliosamente e non sono mai semplicizzati o ridotti. I suoi sentimenti contrastanti verso il Team Rocket sono palpabili e, se posso azzardarmi, umani. La cosa che forse ho più adorato (l'ho già usato sto termine? Homolaicus...) è stato il bagno nelle acque gelide di Fuchsia City, ed il climax di pensieri ed emozioni che coincidevano con il suo immergersi completamente nell'acqua. Le citazioni a Kant (credo???) non risultano pesanti, ma si sposano perfettamente con il dilemma interiore del protagonista, Il modo col quale si arrovellava sui pensieri di Amalia (sulla quale tornerò dopo) è meraviglioso e molto poetico (tutti i ragionamenti sulla Natura, sulla spontaneità del gesto, fantastici).
Il personaggio di Amalia, dicevo, l'ho amato. C'è una strana malinconia legata alla sua figura, come un'immagine sbiadita e logorata che il protagonista conserva ancora con sé. È forse la parte più climatica e allo stesso tempo antitetica del racconto. Prima di allora, il protagonista affronta con della noia, distacco e leggera ironia il monologo. Poi, come si approfondisce, assume toni più cupi, finché non culmina nel punto più basso ma allo stesso tempo più emotivamente coinvolto di tutta la storia. Ripeto, perché voglio ripeterlo, che amo il momento nel quale il protagonista è entrato sott'acqua. Mi sembra quasi di poterlo vedere, che si rialza, annaspando, alla ricerca di un respiro, che apre gli occhi e vede il sole di fronte a lui, confuso, rovente di dolore (wow ma come sono poetico??? Leopardi sweetie...) ma allo stesso tempo soddisfatto, forse il più soddisfatto che sia mai stato (terribile anglicismo, perdonami), per aver trovato quella spontaneità del gesto che tanto cercava. Sono rimasto veramente tanto, tanto colpito da questo momento, che risalta ancora di più perché letteralmente la riga dopo è un cupo ritorno alla realtà, ad un punto ancora più basso, quasi scuotuto alla realtà (rocked back into reality suona bene, scuotuto alla realtà no però è il pensiero che conta) dalla morte (o meglio scomparsa, con certezza della morte, che è ancora peggio) di Amalia e la fine del Team Rocket. 
Sono rimasto un attimo confuso dalle scene della recluta, dato che ho il sospetto che tu abbia usato una recluta veramente apparsa nel gioco (il che sarebbe fighissimo) ma non avendo mai giocato a Kanto, l'unica regione che ho saltato, non saprei proprio confermare. Lascio a te questo fardello. Che abbia un riscontro con la realtà dei giochi è irrilevante però, perché anche se non ce l'avesse la bellezza della storia rimarrebbe tale.
Il finale, poi, è fantastico (Homolaicus). Il ritorno gelido e distaccato alla narrazione è quasi disarmante, dopo tutto il coinvolgimento emotivo degli atti precedenti, ma perfettamente in linea con l'antiteticità dell'episodio di Amalia. La fine, con la spiegazione delle tartarughe (l'hai rubata a Hakwins? Ho googlato questo mito ed è uscito un articolo di Wikipedia dove c'era una citaziona ad un suo libro sull'argomento e mi è sembrata simile... se l'hai fatto, ti è riuscito benissimo) che culmina nella rivelazione che la poesia a inizio capitolo 1 fosse il foglietto che teneva sotto mano è incredibile. C'è quasi un senso di pace, nella considerazione molto confusa e spaesata di star poggiando su delle tartarughe. Una conferma che tutto ciò che basta sapere è che, forse, non avremmo mai una risposta. Amalia è entrata nel Team Rocket da persona disperata, sperando che questo creasse in lei una seconda persona, speranzosa e lanciata nel futuro, solo per trascinare nel baratro della disperazione pure essa. Miguel è entrato nel Team Rocket alla ricerca di qualcosa, o forse perché sapeva che non aveva altro scopo nella vita, e, al contrario di Amalia e gli altri personaggi, ha sempre teso alla conservazione. Forse perché sente di avere, in fondo, uno scopo? Di dover raccontare una storia? Di aver trovato ciò che sta sotto l'ultima tartaruga? Io, almeno per oggi, l'ho trovato, ed è questa storia.

edit editino editò: rileggendo la recensione mi sono accorto che mi sono dimenticato di menzionare un fuckton (se perdoni il bretone) di cose, come il fatto che sia il protagonista a dare a Red la sua arma che poi sconfiggerà il protagonista, brillante metafora di come il Capitalismo™ crei i propri aguzzini, aka il proletariato (scherzo) (o forse no?), o proprio Red in generale è assente, così come Giovanni, la struttura del Team Rocket (embargo, scarafaggi, ecc.) e le missioni. Se dovessi dare una spiegazione direi che ero talmente sopraffatto dall'episodio di Amalia e del congiungimento con la Natura (e del finale) che questi dettagli sono passati in secondo piano. Sono ancora dell'idea di preferire una recensione genuina e di getto ad una costruita, però devo ammettere che è interessante come questo "vuoto" dica molte più cose di quanto, forse, avrebbe potuto dirne il mio scriverne a riguardo. Che è la stessa scusa che Lady Gaga ha usato quando i suoi fan le hanno chiesto perché avesse incentrato un album country su una zia che è morta vent'anni prima della sua nascita. Se ha funzionato con i gay, spero funzioni con te (non ti sto dando del gay. Credo. In ogni caso si può guarire).

(Recensione modificata il 02/12/2018 - 07:52 pm)
Recensione alla storia Pokémon Index, regione di Kanto - 17/06/18, ore 00:53
Capitolo 15: 120-128, Staryu - Tauros
Ciao!
Sono herr. Direi che (forse) ci conosciamo già, ma ho la sensazione di star confondendoti con qualcun altro, ergo, lascio a questa frase il compito di risolvere il dubbio.
Come avrai visto (o no) la bandierina è neutra. Alzare le mani e rimarcare l'ovvio ha sempre quella fastidiosa caratteristica di pleonasticità (e forse arroganza) che nello scritto è difficile controllare (soprattutto se, come me, non si rilegge mai quello che si scrive...). Perciò cerco di alzare le mani dicendo che non è assolutamente mio intento. 
L'idea generale della recensione (e della bandierina) è una sola, ed è la seguente. (segue breve divagazione...) La tua storia ha riacceso in me una questione che, a essere onesto, mi sono posto più volte, ovvero: se a qualcuno partisse l'embolo e decidesse di scrivere un romanzo come la Commedia (più per quanto riguarda lo stile che i contenuti), venderebbe? Se Dante fosse nato ora, e riproponesse quello che 700 anni fa aveva proposto, avrebbe successo? Sicuramente Alessandro Locatelli (@itsmeloca94 se giravi per ask durante i tempi d'oro) non ci scriverebbe una parodia e, purtroppo o per fortuna, non potremmo bruciarlo al rogo con i suoi libri a mo' di legna. Ad ogni modo, la domanda rimane. E la risposta, a mio parere, è no. Ormai la poesia non ha più mercato (grazie al cielo...) e nessuno osa più pubblicare raccolte di poesie – mi riferisco a autori moderni – pensando che la sua dignità ne esca intatta. Quindi, la risposta è no. Ma cosa c'entra con la recensione?
Torniamo all'idea generaleì. Per spiegarla meglio penso sia bene partire dalla domanda: perché Dante scriveva nella lingua in cui ha scritto? Senza entrare nel merito del discorso linguistico, che passavo le lezioni a fare matematica, lo ha scritto perché in quel periodo era leggibile. Era effettivamente la lingua (sebbene inutilizzabile) con cui si scriveva. Era perciò uno strumento attraverso il quale Dante ci ha scassato amabilmente parlato dell'Inferno e compagnia bella. In questa storia, tuttavia, la lingua da strumento (ovvero ciò che trasmette il contenuto di un'opera) diventa contenuto stesso dell'opera, e il contenuto (i Pokémon) mero strumento che ti permette di usare questo linguaggio aulico. Linguaggio che se già ai tempi di Dante era sì perfetto ma inutilizzabile, ora diventa, inevitabilmente, indigeribile. 
Metto le mani avanti: con questo non intendo screditare il tuo lavoro. È palese che hai una conoscenza linguistica maggiore della mia (non saprei neanche da dove cominciare) e una cultura letteraria molto più ampia (come sopracitato, preferivo risolvere sistemi che seguire Petrarca...), e non sono nessuno, letteralmente, per screditarlo. Quello che però posso fare è ragionare sullo scopo che esso abbia. 
È certamente un buon esercizio di scrittura, non lo metto in dubbio, ma di concreto cos'è che porti? Non c'è una storia né una allegoria dietro, è una rielaborazione del Pokédex dove, appunto, il protagonista è il linguaggio. Alla fine, avresti potuto benissimo parlare di Kim Kardashian che sconfigge l'Idra con i suoi liquid lipstick matte e il risultato sarebbe stato identico. Addirittura più interessante (personalmente, ma va a gusti), però di fatto uguale, perché il contenuto non è solo in secondo piano, ma è proprio ininfluente. 
L'ultimo punto è un po' il leitmotiv che sorge ogniqualvolta si usa una lingua morta per scrivere (ricordo, ad esempio, l'orribile The Passion of Christ di Mel Gibson. L'intento era nobilissimo, per carità, ma il risultato...), ed è quella che, essenzialmente, è una lingua che non conosci. La lingua, in sé, ha come punto di forza il fatto che è viva. Nel momento stesso in cui parli la modifichi e la porti avanti. Respira, e si evolve con noi. E l'uso di una lingua morta per scrivere è, necessariamente, una mancanza di realismo, perché di fatto non sai come funziona. Anche il latino, banalmente, si basa su regole che sono state ricavate da come scrivevano gli antichi. È un po' il problema che accadeva per autori come Pasolini, che scriveva in friuliano pur non parlandolo. O meglio, lo parlava, ma non scriveva in friulano perché era la sua lingua, ma scriveva in friulano perché voleva farlo (e perciò le sue opere non sono considerabili letteratura friulana). Un po' come un abbellimento.
Concludo questo mio sproloquio con la seguente. Non scrivi male, scrivi di ciò che sai e lo fai muovendoti anche abbastanza bene. Il (mio) problema sta nel fatto che, di fatto – perdona il gioco di parole –, è aria fritta. È bella da vedere, certo, ma se dovessi scegliere tra questa e, che so, Unruly Heroes (una storia a caso presa dalle Scelte del fandom), sceglierei sempre quella. E, ripeto, non per screditarti, ma perché questa storia trova tutta la sua bellezza e la sua "unicità" nella scrittura, che però è un fattore assolutamente estrinseco al fandom Pokémon e perfettamente sostituibile.

herr
Recensione alla storia #NoBlondDay - 15/02/18, ore 16:22
Capitolo 1: #NoBlondBoy
Ehi, ciao!
Mi conosci già, quindi salto le presentazioni.
Sono giunto su questa storia dopo esser capitato sul tuo profilo, e il titolo con tanto di hashtag mi ha convinto a restare. C'è sempre tempo per delle brevi flashfic, d'altronde.
Comincio col dire che la storia, di per sé, non è brutta. Cioè, è carina, decisamente meglio di una storia molto più recente che, in un tentativo di fare la telecronaca degli eventi Pokémon, ha raggiunto risultati ben più maldestri. Scorre, non ci sono errori, via dicendo. Insomma, è una buona storia, tutto sommato. 
Il problema, almeno per me, viene dopo. È un problema abbastanza comune, in realtà, che ho avuto con molte altre storie nel fandom (e che finché Erika non mi toglie l'account, continuerò a far notare) – e nel quale incappai anch'io –, riassumibile con le parole: ma quindi? Mi spiego. Il nome del fandom, «Pokémon», dovrebbe accendere una lampadina as to (sono uno sfigato, lo so) quale debba essere il contesto nel quale poni la storia, e, soprattutto, che caratteristiche debba avere. Per esempio, in una storia nel fandom dei Pokémon, a meno che la trama non riguardi direttamente quella storia, si entra sapendo già che non ci sarà nessuna spiegazione riguardo come mai esistono i Pokémon: lo si prende come assioma, perché fa parte del mondo Pokémon. Questa storia, invece, potrebbe benissimo essere scritta in un contesto normale, se solo cambiassimo i nomi di luoghi e città. Questo fa dei Pokémon solo un plot device, un meccanismo della trama che rende le cose più accattivanti ma che non diventa discriminante della trama, bensì il contrario: il plot device, in questo caso i Pokémon, si comportano di conseguenza alla storia. Cioè, questa storia introduce un contesto alieno ai Pokémon, personaggi altrettanto alieni (tranne la voce narrante), associazioni altrettanto aliene, ecc.... è come se scrivessi una storia di gang mafiose in Kingdom Hearts (al quale peraltro manco ho giocato). Stonerebbe, perché risulta chiaro che il contesto è solo di contorno.
Ciò fa sì che la satira della storia originale, neanche tanto velata, risulti, in qualche modo, difficile da digerire. Ci sono troppi riferimenti al nostro mondo per passarci sopra, ma nulla di concreto su cui poggiarsi per darli valore. L'impressione che ho è che tu volessi scrivere una satira sul nostro mondo, e abbia messo il contesto dei Pokémon perché boh, è il fandom che preferisci? Dove hai scritto di più? Non saprei. 
Questa storia fa satira prendendo un elemento non del mondo Pokémon (o che comunque abbiamo anche noi), ed introducendolo in un mondo tipicamente Pokémon: non risalta. Se avessi preso un elemento presente solo nel mondo Pokémon come, che so, la discriminazione contro i Pokémon Coleottero (sto cercando di pensare a esempi con persone, ma il mondo Pokémon è per costruzione un'utopia dove vivono felici e contenti), avrebbe avuto senso, perché la satira si adegua ai canoni del mondo Pokémon, e così risalta. In questo caso, la satira si adegua ai canoni del mondo umano e viene traslata nel mondo Pokémon per ragioni x: non risalta, non rende, si perde. 
Spero che si sia capito, a tratti non capivo neanch'io.
Il neutro è perché la storia, di per sé, è ok (= verde). È il contesto nel quale è stata messa che non lo è. Non è brutta, semplicemente non c'entra niente.

h
(Recensione modificata il 15/02/2018 - 07:59 pm)
Recensione alla storia orange glow - 06/01/18, ore 20:05
Capitolo 1: orange glow
Ciao! Sono herr da telefono mobile (ergo non fantafigheggierò con il testo).
Non so cosa mi abbia spinto a cliccare sulla storia, dal momento che non sono un grande fan della shipping in questione (né un detrattore, mi è indifferente); so però cosa mi ha convinto a rimanere: A Rush of Blood to the Head. (è la mia canzone prefe xseo dei Coldplay)
Ad ogni modo, dicevo. Se eri preoccupata per che fine avesse fatto la tua penna mentre, su lidi esterofoni, ti apprestavi a scrivere, ti assicuro che non ce n’è bisogno. È a-okay. Il modo in cui hai scritto questa ff è inusuale, certamente, e forse a tratti, se posso permettermi, intangibile. I discorsi raccontanti, se così possiamo dire, non li ho trovati granché interessanti: raccontare qualcosa di detto avrà sempre meno peso nella mente del lettore di quanto qualsiasi dialogo possa avere, e in una one-shot come questa credo che pesi. Ciononostante, non è negativo nel complesso in quanto, assieme alla canzone, trovo trasmetta molto bene la sensazione di qualche esperienza volubile, di una storia persa nelle ceneri del tempo, come l’idea di un Maxie che si lascia alle spalle il mondo alle fiamme penso voglia trasmettere. Insomma, trovo che il
modo in cui sia stata scritta sia funzionale alla storia e nel complesso lasci nel lettore una buona sensazione. Credo
Chiudo questa recensione con un appunto prettamente personale che riguarda la canzone. Come dicevo, è la mia preferita dei Coldplay (tanto da averla usata io stesso in un capitolo) ed il significato che le ho sempre attributo trovo stoni un po’ con quello che tu, come immagino, abbia voluto darle. Nello
specifico, ho sempre interpretato la canzone come un tentativo, da parte del narratore, di voler distruggere ciò che è stato fonte di dolore per l’amante di esso (la frase che più mi piace: do the things it did to you in return, assieme alla strofa finale). A mio parere la canzone si sposa perfettamente col tema della relazione tra Maxie ed Archie se, a bruciare “this place” è Archie, per amore di Maxie. In questo caso, mi trovi un po’ perso in quanto Maxie, credo (correggimi se sbaglio), non brucia il mondo (o, almeno, non tenta di farlo) per amore di qualcuno, per “restituire il male fatto a qualcuno di caro” ma per interesse personale.
Non so recensire, scusa

herr