Stile davvero piacevole, adulto, esclusivo, capace di catturare al meglio l’attenzione del lettore. C’è un perfetto equilibrio tra emozioni, pensieri ed azioni; tutto scorre fluido, non troppo lento né troppo veloce.
È un peccato che durante la lettura si riscontrino diverse imprecisioni, però… errori a parte, sono proprio quelli per distrazione e poca cura che danno dispiacere. Ad esempio, l’errore nel titolo – lampeggiante –, o di tanto in tanto la mancanza di spazio tra la punteggiatura, o ancora tra una parola e l’altra… Ecco, se ci fosse stata una rilettura più accurata molte cose si sarebbero potute evitare.
Ora passiamo alla correzione degli errori veri e propri.
Con uno sguardo ti ammaliava, e rimanevi fermo e immobile quando guardavi i suoi occhi posarsi su di te, sorridevi come un cretino come se stesse cantando una melodia che solo tu udivi.
Con un altro invece ti ammoniva, ti metteva in soggezione e ti costringeva a stare al tuo posto, come il padrone che comanda il cane, perfettamente ammaestrato.
Ecco, io sconsiglio sempre di utilizzare questa forma colloquiale per le descrizioni. A mio parere, stona tantissimo; è quasi come passare da un tempo verbale a un altro… Non si può considerare propriamente errore, ma io suggerisco caldamente l’uso dell’impersonale in questi casi.
Era passata si e no una settimana da allora.
Maledetto si, perché nemmeno quello riusciva a distrarlo…
Il “sì” di affermazione vuole l’accento per distinguersi dal “si” riflessivo.
O forse era già domenica…non avrebbe dovuto lavorare…nessuna distrazione quindi a tenerlo occupato o che almeno tentava, fallendo miseramente.
I puntini di sospensione vogliono lo spazio con la parola che segue. Comunque, in questo caso avrei trovato più giusto inserire gli incisi, o meglio ancora delle virgole.
-Ti farai ammazzare prima o poi.- esalò il moro, senza pensarci, senza controllare i suoi pensieri, senza controllare nemmeno i suoi occhi, così sinceri e pieni di preoccupazione.
Ma non era importante in quel momento cosa pensasse.
Adrian gli lasciò la mano quasi infastidito, voltandosi verso il calorifero e togliendosi da sé la maglia, poggiandola sopra ad esso.
-Chi si fa i cazzi suoi campa cent’anni, Brie. Non immischiarti e sarai a posto-
-Vorrei solo non vederti tornare ogni stracazzo di sera ferito- disse quasi al vuoto il moro voltandosi verso di lui, inutilmente dato che l’altro nemmeno lo stava ascoltando.
Allora, prima di tutto il trattino medio spaziato per i dialoghi non è quello che si trova sulla tastiera, ma tra i simboli di word, ed è più lungo e meno spesso (–). Poi, questo tipo di simbolo vuole lo spazio sia a precedere che a seguire e non segue affatto le regole degli altri segni di dialogo.
Ti riassumo le regole più importanti.
BATTUTA SEMPLICE
– A____.
– Sí, hai ragione.
BATTUTA SEMPLICE RETTA ESTERNAMENTE
– A____ – _____.
– Prosegui – disse Richard mollemente.
TESTO+DUE PUNTI E APERTE LE VIRGOLETTE
A_____: – A____.
Rispondo, con il tono cantilenante delle centraliniste: – Chi la desidera?
BATTUTA COMPOSTA
– A____ – _____ – a_____.
– Ma è un cambiamento – disse Gina – e i cambiamenti fanno bene quanto il riposo.
Dopo pochi minuti uscì dal bagno rinfrescato e pulito alla bella e meglio…
Di norma, si scrive “bell’e meglio”.
-Sai cos’ho sentito stasera giù al locale?-
Gli chiese ignorandolo completamente.
Qui e un poco più avanti hai trattato la narrazione che regge esternamente la battuta, e quindi una subordinata, come una frase principale, cosa che non hai fatto per le altre. Una pecca di coerenza.
-E..Allora?-
Anche qui, fermo restando che i puntini di sospensione sono tre, se la frase non s’interrompe ma vi è solo una pausa allora la parola che segue va con la lettera minuscola.
-Allora rendimi immortale Brie…-
-Chi si fa i cazzi suoi campa cent’anni, Brie.
Pensavo che sapessi l’uso della virgola davanti al vocativo, ma ora non ne sono più molto sicura, così taglio la testa al toro e lo spiego.
Allora, ti faccio qualche esempio:
"Buonasera, amica mia";
"Tu, vieni qui!";
"Marta, dove sei?";
"Non conosco nessun Peppe".
Sono tutti vocativi, tranne l'ultimo.
Ti chiederai allora perché questo complemento è sempre separato dal resto della frase con una virgola. L'inghippo sta proprio lì xD
Il complemento di vocazione indica, di fatto, la persona (o la cosa) a cui ci si rivolge. Mi rivolgo ad un'amica o a Marta, ma non a Peppe, perché in realtà io non sto parlando con lui, ma con un'altra persona di lui xD
Si separa con una virgola (fondamentale) proprio per differenziare le due cose: rivolgersi direttamente o indirettamente.
Se la vocazione sta in mezzo alla frase, si separa con due virgole:
"Ti sei chiesta, gioia mia, perché rincaso tardi tutte le domeniche?".
Se essere uno dei suoi tanti significava occupare i suoi pensieri, anche in minima se non minuscola parte, bè…
Andava bene.
In lingua italiana sono riconosciute solo due versione dell’espressione: be’ oppure beh.
In conclusione, vorrei davvero tanto premiare lo stile perché personalmente mi è piaciuto molto, ma… non posso. L’ho fatto con altri partecipanti al contest, ma per questa storia devo contenermi perché presenta troppe, davvero troppe imprecisioni a causa della distrazione, cose che si sarebbero potute evitare, ripeto, con una rilettura più attenta.
E anche per quanto riguarda la gestione del dialogo… Perché usare un simbolo di cui non si conoscono le regole? O almeno, informarsi un po’ prima di decidere.
Peccato, davvero.
6/10
Hilary
Giudice della grammatica e della sintassi
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