Recensioni per
Fuori c'è l'Aurora Boreale
di Emma Wright

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
10/06/12, ore 20:44
Cap. 1:

Sì. mia cara, sono di nuovo qui. A romperti le scatole con le mie chiacchiere, con un'ennesima recensione neutra che ti farà esclamare "Ma questa ce l'ha con me?". No, non ce l'ho con te, ma vedo tanto margine di miglioramento e uno spianato terreno fertile su cui coltivare la bravura che si nasconde dietro questi "esperimenti" un po' traballanti.
E' alla fine della tua storia che mi sono sentita in combutta. Quando anche l'ultima parola è scivolata via, non sapevo se questa storia mi fosse piaciuta oppure no; mi spiego meglio. La fanfiction ha molte potenzialità, sfruttate purtroppo solo in parte; l'altra parte è rimasta un po' a penzolare qua e là, a brandelli, tra uno stile fatto di picchi di parole altolocate e picchi di lessico un po' troppo normale e tra un input che non è dei più originali.
Ma partiamo con ordine: lo stile. 
Ho notato da subito che hai scelto di utilizzare uno stile piuttosto ridondante, sfarzoso, forse per accentuare la drammaticità della storia, sebbene ogni tanto tu ti sia persa in inutili particolari che poco si accordavano con il resto del testo.
Ad esempio: "Erano sparse ovunque, per tutta la stanza buia. Solo una lama di flebile luce lunare rischiarava quelle tenebre, passando da un’apertura non più grande di una decina di centimetri." Quel decina di centimetri stona davvero tanto con le due proposizioni precedenti, soprattutto quando sono zeppe di termini musicali ed evocativi. Oppure "I raggi trasmettevano un lieve calore." Trasmettevano non mi sembra un verbo adatto per indicare il calore dei raggi solari. Sarebbe stato meglio un, che so, "emanavano", oppure "sprigionavano". Trasmettevano è più da programmazione televisiva, non so se mi spiego XD
In generale, però, come ho detto prima, ci sono picchi di ridondanza alternati a picchi di lessico quasi giornaliero. Credo sia dovuto anche all'alternanza di frasi lunghe e corpose ad alcune corte e incisive, se possiamo chiamarle così; se alterni delle proposizioni dalle differenze così profonde puoi creare una specie di dislivello nella lettura, come se mancasse l'armonia nel testo. Per questo ti consiglio di leggere ad alta voce quello che scrivi, è un ottimo esercizio di musicalità e fonetica - almeno io faccio così e lo trovo molto utile ^^
Tralasciando lo stile, su cui mi sembra aver detto abbastanza, vorrei concentrarmi su Cho e sul reale scopo della storia. Cho mi è sembrata piuttosto IC, nonostante ci fosse qualcosa di ambiguo che non me l'ha fatta piacere del tutto - sai, quelle cose a pelle che non riesci a spiegare? La caratterizzazione dei personaggi avviene anche così, attraverso una semplice parola, e qui su due piedi non riesco a dirti cosa di preciso non va nella tua Cho. Mi è sembrata leggermente immatura, non so, malinconica in modo esagerato, in particolare nella parte relativa a Marietta: credo che tu l'abbia resa troppo carica di rimprovero nei suoi confronti, anche perchè tutti gli studenti dell'ES sapevano che qualcuno potesse spifferare da un momento all'altro. Qui, specialmente, mi è parsa troppo negativa "Quel qualcuno aveva preferito le proprie esigenze a un’amicizia sincera." Perchè esigenze? Non credo che Marietta avesse particolari esigenze nel rivelare l'esistenza dell'ES.
Andando avanti, vorrei farti notare che l'input di partenza è banale: i ricordi scaturiti dalle foto, l'angst conseguente. Non è il massimo dell'originalità, ma avresti potuto dare un tocco personale al racconto per renderlo più particolare degli altri. La storia, infatti, non riesce a emozionare come dovrebbe (almeno a me), per questo mi è parsa fredda e distante. Invece di trasmettere la malinconia di Cho non ho sentito niente dentro, come se stessi leggendo una commedia, tanto per dirne una, che una fanfiction angst e drammatica. Puntare più sulla drammaticità e sui sentimenti che avresti dovuto trasmettere al lettore sarebbe stato meglio ^^ Anche perchè è quello il vero valore della storia, il dolore che può portare qualche foto e qualche ricordo. Non l'hai girata a tuo favore, purtroppo, se l'avessi fatto ne sarebbe venuta fuori una cosa carina.
Alla fine di questa chilometrica recensione, voglio dirti che continuo a tartassarti con le mie critiche perchè vedo del potenziale in te, un potenziale che però non è sfruttato come dovrebbe. Cerca il tuo vero stile, il perfetto bilanciamento tra le frasi e le parole, come se una storia non fosse una semplice rappresentazione di immagini ma un vero e proprio gioco a incastro che suscita emozioni e sensazioni tra le più disparate. Punta sul vero valore di un personaggio, di una situazione, perchè anche se essi sono banali e scontati potresti renderli originali a modo tuo.
Con affetto,
Hayley