Se esiste un buon modo di gestire un rapporto sessuale non consensuale, non credo che sia roba da lasciare a noi autori di fanfiction.
Perché io sicuramente non sono un'esperta, ma qualcosa la so e non trovo affatto che tu abbia gestito bene una tematica così complicata e con un personaggio come quello di Kurt. La lettura mi ha lasciata addirittura turbata – non per i contenuti, che ho già letto altre volte – ma per il modo col quale sono stati dipinti, così romanzati e in versione “scrivo quello che ho sempre sentito dire sugli stupri”. Provo ad andare per ordine, anche se mi riesce difficile.
Kurt si è arreso nel giro di pochi secondi. Kurt. Parliamo di un personaggio che si è ribellato a un bullo grande quanto un armadio, che si è rimesso in piedi dopo ogni tipo di avversità, e tutto ciò che dedichi alla sua resistenza sono un “tentò di divincolarsi” e un “tentò di urlare” e poi da lì niente. Kurt piange e si rassegna. Così, in cinque secondi, come se non avessi visto l'ora di sbrigarti la parte in cui opponeva resistenza.
Della serie “Sappiamo tutti come va: lui prova a divincolarsi e non ci riesce, quindi saltiamo questa parte”. Calci, pugni, morsi, urla, unghiate, non hai nemmeno preso in considerazione l'idea che un ragazzo – di per sé già piuttosto ostile al sesso – potesse rispondere in questo modo, tentare concretamente di difendersi.
Seconda cosa... l'ho trovata, come versione dello stupro, molto stereotipata e fatta di “cose che si sentono dire”. Ho partecipato a una conferenza sullo stupro, dedicata alle donne vittime di stupro durante le guerre, dove si diceva che la maggior parte dei luoghi comuni non era in effetti vera, che ogni reazione è soggettiva e ogni caso diverso. Il desiderio di lavarsi, il sentirsi “sporchi e vuoti”, l'apatia, sono solo alcune delle reazioni che si possono avere, ma c'è tutto un universo di stress post-traumatici che vanno assolutamente tenuti in considerazione quando si sceglie di scrivere di un argomento così spinoso. E il minimo che tu potessi fare, vista la scelta dell'argomento, era documentarti, fare qualche ricerca, cercare di rendere la situazione un minimo credibile.
Adesso, un dettaglio che avrei tanto preferito non dover mai affrontare:
“Ormai le lacrime scendevano dagli occhi di Kurt senza che nemmeno se ne accorgesse. Era in una situazione apatica, voleva solo che tutto quello finisse in fretta.”
Io non so cosa tu sappia circa l'anatomia di quella parte del corpo. Gli stupri verso donne sono già abbastanza dolorosi di per sé, ma quella zona in particolare non è fatta per la penetrazione, non ha lubrificanti naturali ed è naturalmente molto tesa. La penetrazione anale senza preparazione di alcun genere e senza lubrificazione è molto, molto pericolosa, può portare a prolassi e a lacerazioni, e senza ombra di dubbio è una delle cose più dolorose che possano capitare. Quindi diciamo che rispetto al reale dolore che si proverebbe in una situazione del genere, tu ne hai dipinto quanto? Un ventesimo? Senza contare che aggiungi, pochi secondi dopo l'esser stato penetrato – e quindi il momento il cui il dolore fisico dovrebbe essere all'apice – che Kurt si sente addirittura apatico. E sono sicura che è molto difficile sentirsi apatici quando si ha la sensazione che il proprio corpo sia violato in maniera così profonda e dolorosa.
“Kurt desiderava urlare con tutto se stesso, ma non voleva dar soddisfazione a quell’uomo.”
Ancora una volta, questo non è né il Kurt che conosciamo né un personaggio credibile. Mi risulta davvero difficile credere che non si voglia dare soddisfazione urlando mentre si viene stuprati. Anche perché, quando si prova un dolore così grande, è impossibile non urlare. Davvero impossibile. Per non parlare di Kurt che prova a canticchiare mentalmente una canzone per distrarsi...
Lo stupro è una violenza totale. Fisica e psicologica. È in grado di distruggere una persona per il resto della sua vita, è in grado di cambiare radicalmente le fondamenta dell'essere di qualcuno. E Kurt... prova a canticchiare? La mente di chi viene stuprato, durante l'atto, non credo lasci spazio ad altri pensieri se non alla paura, il dolore, la vergogna, l'orrore. Di certo non a canticchiare.
Poi, come all'improvviso, nonostante tu non abbia perso molto tempo a descrivere l'agonia fisica, sbuca Blaine e dice di volerlo portare all'ospedale. Ma nonostante debba essere praticamente immobilizzato dal dolore, Kurt riesce addirittura a gettarsi per terra, a raggiungere il cestino per vomitare, a infilare la testa fra le ginocchia – torsione che non credo sia possibile in casi del genere – a rialzarsi e a camminare.
E Blaine a che cosa pensa?
“Chissà quanto sarebbe stato difficile per Kurt riuscire a recuperare la fiducia nei ragazzi, soprattutto riuscire a farsi toccare, sfiorare, accarezzare, abbracciare, magari baciare, da qualcuno di sesso maschile.
Da qualcuno come Blaine, per esempio.”
Non esattamente il più delicato tra i pensieri, se rivolto a uno che è stato appena stuprato. Per come l'hai dipinta, sembra quasi che Blaine sia scocciato per questo “inconveniente”, perché ora a Kurt servirà del tempo per potersi fidare di nuovo di qualcuno e quindi per poter andare a letto con lui. So che non lo intendevi, eh, non sto cercando di metterti fra le righe parole che non hai scritto, ma è quello che si percepisce. E sicuramente non è da Blaine un pensiero del genere in un momento del genere. Lo stesso Blaine che, poche ore dopo, affranto dal dolore, cosa fa? Si butta fra le braccia di Sebastian. Ecco. Oltretutto, mandando Kurt a casa di Santana – e Burt? E Carole? Mi sembra un po' implausibile – ti sei evitata l'introspezione su quello che succede dopo nella mente di Kurt, la cura fisica – fra parentesi, DEVE farsi vedere da un medico per forza – che sicuramente metterai nel prossimo capitolo.
Che posso dire? Sono turbata. Sicuramente non ho detto neanche un ventesimo di quello che avrei voluto dire, ma la conclusione è: scegli un argomento così complicato e doloroso? Documentati. È il minimo che si possa fare. Perché la tua versione è molto superficiale, stereotipata, piena di incongruenze e dolorosa da leggere. Non per quello che hai fatto a Kurt – non lo percepisco nemmeno come Kurt, se devo essere sincera, non riesco a “sentirlo come Kurt” - ma per come hai quasi minimizzato e romanzato una tematica così seria e spinosa. Sembra la versione Disney dello stupro, con tanto di principe che arriva sul bianco destriero a salvare l'eroina. Per il prossimo capitolo, ti suggerisco una documentazione sistematica e a tavoletta delle reazioni di vittime di stupro, se non addirittura un tentativo di aprire qualche ricerca psicologica. Dopo quello che ha subito, sarebbe meglio regalare a questo “Kurt” una reazione un po' migliore di quella che gli hai fatto tenere durante tutto l'atto, così remissivo e poco combattivo.
Nelle tue NdA ho letto: “Ho anche pensato di far prendere alla storia una piega diversa, più in linea con i 6 capitoli precedenti, ma tutte le idee che mi venivano in mente erano troppo banali, e sinceramente la mia idea iniziale ruotava attorno allo stupro di Kurt.”
Cosa che, francamente, non condivido in minima parte. Sembra diffusa in questa fandom la convinzione che a fare la storia sia l'idea, il contenuto, l'”espediente narrativo.” A fare la storia è il modo in cui la si scrive – che in questo caso non commento neanche, essendo la recensione incentrata sulla tematica dello stupro e non avendo io voglia di scrivere altre mille parole per commentare il tuo modo di scrivere – e, soprattutto, dal modo in cui si gestiscono i personaggi e gli argomenti scelti. In altre parole? Hai scelto una tematica difficile e l'hai trattata male. Se avessi scelto una “tematica” più banale e ti fossi impegnata a renderla memorabile non coi fatti, ma con le tue stesse parole e la tua narrazione, questa recensione critica ora non avrebbe avuto motivo di esistere.
Mi dispiace essere così severa, ma se è questa l'idea dello stupro che hanno le generazioni moderne – di cui io stessa faccio parte, avendo solo diciannove anni – sono preoccupata. Questi sono temi che si dovrebbero affrontare dall'alto di una certa informazione e di una certa maturità stilistica, non così, perché potrebbe persino risultare offensivo. (Recensione modificata il 09/06/2012 - 01:53 am) |