Tu.
Tu hai sempre la stramaledettissima abitudine di spiazzarmi. Manco per un po' da EFP (dai tuoi aggiornamenti, meglio) e cosa trovo? Questo.
Cosa dovrei dirti? Questa tua nuova creatura mi ha lasciata senza parole. Ma, siccome voglio rimanere fedele alla mia abitudine di recensire per filo e per segno, cercherò di mettere insieme qualcosa, anche solo per comunicarti quanto questa storia io l'abbia sentita vicina.
La prima cosa che mi è venuta in mente è stata la canzone di Einaudi. Per una curiosa reazione a chissà cosa, mentre leggevo il mio cervello rimandava proprio a quella melodia. Me lo sono inventato, mi chiedo, o c'è davvero un riferimento? Propendo per la seconda, sapendo quanto ami quella canzone.
E poi ci sono questi personaggi che rientrano tutti in una gamma chiaramente a stampo Nalì; sono personaggi pesanti, che hanno consistenza, che vivono dentro e fuori le righe della narrazione. Sono personaggi che incarnano i momenti che accomunano ogni essere umano: l'innamoramento, la delusione, il dolore, la voglia di rialzarsi e quella di innamorarsi ancora.
Certo, vederlo attraverso i tuoi occhi è sempre diverso. Non ti soffermi certo a chiarire i punti e, invero, non lo fai affatto. Lasci che sia il lettore ad interpretare, ad immaginare. A capire.
Esistono le storie dal finale aperto, hai presente? Bene, per me sono le tue storie ad essere aperte pur essendo ermetiche.
Perché proprio nello spazio di quelle metafore, sempre così dannatamente azzeccate ed efficaci, c'è una vita intera dentro, la vita di chiunque legga.
Olivia rappresenta la gente umile e speranzosa che s'è illusa di poter essere amata, la gente che ha confuso le illusioni con la speranza e che, volente o nolente, ha finito col bruciarsi; Marco, al contrario, è il male sulla strada, l'intoppo sul sentiero, il peso che spinge giù, in fondo. Eppure, per quanto necessario, Marco è stato un passo indispensabile nella vita di lei; le ha permesso di bruciarsi, di cadere per trovare il coraggio di alzarsi, di amare da vicino mentre forse, si capisce, Marco resta condannato ad amare da lontano.
Ho adorato la vicinanza e la lontananza, tutte piene e tutte metaforiche, che hai saputo tratteggiare così brillantemente.
Il fattore che sempre colpisce, delle tue storie, è il vero, quel senso di realtà e di familiarità che si crea con i personaggi, per quanto diversi tra loro siano hanno sempre questa caratteristica che li accomuna e che, relativamente, accomuna anche i lettori.
È come se ogni volta creassi un teatro, come se muovessi i fili dei personaggi che si fanno burattini e che rapiscono l'attenzione del pubblico, dei lettori. E quando esci da quei molti teatri, ogni volta, ti resta sempre un pensiero, ti resta sempre un segno che ti farà ricordare quello spettacolo anche a distanza di molto tempo.
E poi c'è quel tuo stile, particolarissimo, chiuso, serrato eppure così espressivo, con quell'alone di poesia che ti caratterizza tra i tanti autori, che riesce a strappare ogni volta un sorriso di ammirazione (o almeno, parlo per me).
Insomma, se ancora il messaggio non è chiaro, mi è piaciuta. Mi è piaciuta davvero, come solo poche storie riescono a fare. Per questo il minimo che posso fare per omaggiarla/ti è inserirla difilato nelle Preferite e lasciarla finché campo su EFP.
Ancora una volta ti sei dimostrata all'altezza del tanto talento che ti porti dentro e non hai deluso assolutamente le mie aspettative, che, come sai, sanno essere particolarmente esigenti.
Brava, sorellì, brava davvero. Mi inchino.
E ti abbraccio forte.
La tua Honeybee. |