Questo capitolo è uno dei miei preferiti. Forse il primo fra tutti, in effetti.
Le descrizioni sono scorrevoli, ma delimitate da una punteggiatura che guida le mente di un lettore a qualcosa di.. cinematografico. Ogni immagine evocata ha la sua inquadratura, la sua scena, le sue battute. E poi cambia alla prossima. E' come se muovessi nel campo di battaglia la telecamera della mente del lettore, e ciò è spettacolare. Una tecnica che ho sempre cercato di avere e non sono mai riuscita ed ottenere a pieno. Hai la mia invidia XD
Poi, si arriva alla parte prettamente visiva, in cui perfino i paragrafi sono divisi per guidare la mente del lettore in ciò che deve provare, nell'atmosfera in cui si catapulta.
Il primo paragrafo gli risveglia la mente, mettendolo in allerta, dandogli uno scenario da immaginare. Ma senza descrizioni frivole, non deve interessargli cosa c'è attorno, perché la mente del protagonista cui siamo dentro è attento, concentrato solo sulla linea dell'orizzonte (e su Erimor, ovviamente ;) ).
Ogni riga fa salire la tensione, prepara i muscoli ad uno sforzo che non saremmo noi a fare, ma San, in cui però ci rileghi ogni volta a guardare ciò che avviene nella storia.
Trentasei minuti. Il tempo viene scandito dai battiti del cuore, mentre si avvicinano.. Thump, thump-thump, thump, thump-thump....
E cambio paragrafo.
Siamo nel combattimento, nel pieno del combattimento, quando il sudore inizia a colare sulla fronte e le mani scrivono più velocemente questa recensione, quasi frenetiche, per poter cogliere ogni dettaglio in questo andazzo, per poter focalizzare ogni cosa.
Perché i pensieri sono veloci, ti fanno inquadrare la nuca di quelle macchine spaventose e gigantesche, che accorrono come promessa di morte verso i protagonisti, spazzando poco a poco la loro speranza di vittoria (che, ehy! In effetti sappiamo già che svanirà!).
Si prende i colpi, e quasi godo a sentirlo mugolare nella mia mente, piegato in due. Anche la sorpresa del colore del sangue passa in secondo piano, mentre godo nel vederlo soffrire. Ma alla fine, si nota come sia un incapace.
Ed è quello il punto cinematografico che io amo, più di ogni altro. La ripresa rallenta, lui vede le due macchine che gli si avventano contro, massicci, potenti. E' convinto di morire. La telecamera si ferma su di loro, i colori svaniscono piano piano e i rumori si attenuano.
Basta una voce, un nome urlato, e tutto riprende vita. I colori, l'impeto della battaglia, torna tutto. E San reagisce, sentiamo in noi l'adrenalina con cui corre, con cui cerca di mettersi in salvo, e l'impatto quasi dolce con l'erba nel momento dell'esplosione.
Poi, possiamo quasi sentire il fischio insistente che pervade le orecchie dopo il rumore di una forte esplosione. Non c'è nemmeno bisogno di descriverlo.
E, la calma finale.
La vista desolata, che lascia arida anche la mente del lettore, finalmente in pace. Finalmente calmo, libero da quel combattimento che lo teneva sulle spine, attento ad ogni riga, fermo ad osservare la scena con un groppo al cuore.
E legge la speranza, legge le inutili convinzioni di Sun. Poi lo schiaffo.
Perché noi sappiamo. Lo scrittore (la scrittrice, in questo caso *emana cuoricini*) ci ha fatto leggere tutto prima, la quasi-fine. E sappiamo che non c'è nessuna speranza. Angery è morto assieme alla macchina. (Non contenta la scrittrice ce lo fa anche ricordare, tanto per infierire!)
Angery è morto.
*la luce cala, la mente del lettore di offusca di tristezza*.... *luce: on*
NO, aspetta! Chi diavolo è Angery? Chi erano gli altri "amici"? Che cavolo era la macchina? E il loro piano? Si sono messi d'accordo per finire il gioco, presumo. Ma loro CHI? O_o
Ed ecco, ecco cosa AMO di questo racconto! Le domande arrivano dopo, ma sul prima. E' qualcosa di straordinario come riesci a plagiare la mia mente, concentrata così tanto nel racconto da chiedersi le cose solo dopo. Perché non è normale, è una cosa straordinaria, che non si sappia come si sia arrivati a quel punto. Il cervello quasi non recepisce che sono informazioni che non si hanno. E il resto lo fa la maestria di scrittura di chi sta tessendo questo perfetto inganno.
Io, artisticamente parlando, ti amo. Sappilo!
(E scusa la chilometrica recensione, ma questo è il mio capitolo preferito! Dovevo dire ogni minima cosa a riguardo o non sarei stata soddisfatta!) |